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Autore: la luna nera    22/03/2018    7 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DOMENICA POMERIGGIO
BAR DELL'ARCHER'S

 

 



 

“Ragazze, vi devo parlare.” Aurora chiamò le amiche invitandole a sedersi assieme a lei attorno al tavolino del bar, mentre i ragazzi erano impegnati in una gara di tiro con l’arco. Attese che tutte quante avessero preso posto, poi le passò in rassegna una ad una. “In nome della solidarietà femminile, voi dovete aiutarmi.”
Le tre si guardarono in faccia con grande sorpresa perché mai, prima di allora, Aurora si era abbassata a chiedere il loro aiuto.
“Ah-ehm… Ma certo.” Eva si fece portavoce per tutte. “Dicci….. Dicci cosa possiamo fare per te.”
Lei posò i gomiti sul tavolo ed sfregò le mani con leggero nervosismo. “Orion mi ha mollata.” Era una bomba a idrogeno pronta ad esplodere.
“Oh… Mi dispiace…” Sì, come no!
“Sì, sì. Ad ogni modo non ho bisogno della vostra compassione, ma di altro.”
“Che cosa, allora?”
“Voi dovete aiutarmi a scoprire se davvero mi ha mollata per un’altra, come temo. Voglio vedere coi miei occhi chi è questa che mi ha soffiato l’uomo.” Era piuttosto alterata. “E quando l’avrete trovata, me la vedrò io con lei.”
“Che intendi fare?” A Melissa quel tono di voce non era piaciuto affatto.
“Sicuramente la vorrò affrontare a quattr’occhi, dovrò scoprire cosa avrebbe questa tipa in più di me e farle capire con le buone o con le cattive che Orion è mio, per cui, se ci tiene alla salute, dovrà restituirmelo.”
“Parli come se lui fosse un oggetto.”
“Io non lo voglio perdere a questo modo, se proprio fra di noi deve finire, sarò io a decidere se e quando.”
“Lo ami così tanto?”
“Sì, che domande fai, Eva cara?”
La ragazza scosse la testa. “Se ami davvero qualcuno, devi lasciargli la sua libertà, non puoi decidere sempre e solo tu.”
“E che c’entra questo?”
“Una coppia è una cosa sola formata da due persone distinte che, pur avendo molte cose in comune ed essere legate da un sentimento fortissimo, hanno sempre una loro vita e delle loro preferenze. A volte vorrei che Nico, dopo il lavoro, mi portasse a prendere l’aperitivo in qualche locale, però capisco che ogni tanto ha bisogno di fare i cavoli suoi, come andare a giocare a calcetto con gli altri. Io non salto di gioia quando mi dice così, ma so che lui è felice ed apprezza moltissimo che gli lasci questa libertà.”
“Perché sei stupida.” Ribatté in modo secco Aurora. “Se lui preferisce il calcetto a te, significa che non ti ama. Tu devi essere il centro di tutto per lui, sei tu che devi decidere cosa fare dopo il lavoro o per un week end. Se lui, ad esempio, ti obbliga a seguirlo allo stadio tu che fai?”
“A parte il fatto che lui non mi ha mai obbligata a far niente, casomai me lo chiede…. Comunque ci vado, così sto con lui e lo faccio felice.”
“Risposta sbagliata! Lo obblighi a seguirti in un luogo che piace a te! Sai che palla andare allo stadio fra tutti quei tifosi scalmanati?!” Mimò i gesti tipici dei supporters. “E comunque stavamo parlando d’altro.” Si ricompose immediatamente. “Voi scoprite chi mi ha soffiato l’uomo e cercate di farlo prima possibile, intesi?”
“Senti, ma… Lui ti ha mai fatto capire di avere un’altra per la testa? Te l’ha detto?”
“No, ma è ovvio che uno come lui non possa aver lasciato una meraviglia come me per starsene da solo. Ha un’altra per la testa, non c’è altra spiegazione. Io esigo di sapere chi è e voi dovete fare l’impossibile per scovarla.” Era elettrica. “Orion non può lasciarmi senza senso. Non esiste.”
“Va bene.” Sospirò Eva. “Faremo il possibile per aiutarti, però se questa fantomatica ragazza non esiste e lui comunque ti ha mollato perché non ne poteva più della vostra relazione, non incolpare noi, questo sia ben chiaro.”
“Di questo discuteremo dopo. Voi tre datevi da fare, io intanto inizio a giocare le mie carte.” Si alzò, afferrò la borsetta e si diresse verso il campo di tiro.
“Che avrà mai in mente?” Teresa aveva qualche grosso timore decisamente fondato.

I ragazzi, nel frattempo, stavano trascorrendo dei momenti piacevoli e divertenti sfidandosi a tiro con l’arco. Pure Orion, sempre reticente, partecipava alla piccola competizione con risultati eccellenti, risultati che avevano lasciato di stucco gli altri.
“Tu mi devi spiegare come accidenti fai a centrare sempre il punteggio massimo!” Giulio non se ne capacitava. “Non venirmi a dire che è fortuna perché non me la bevo.
“Cosa vuoi che ti dica? Forse….” Orion si fermò un istante. “Forse sono portato per questo sport.”
“E con il pallone come te la cavi?” A Cierre non sarebbe dispiaciuto tirare due calci invece che sempre e solo frecce.
“Non troppo bene, ma ci possiamo provare.” Nonostante il poco entusiasmo degli altri, Orion accettò la sfida pur non conoscendo le regole del calcio.
“Salve ragazzi. “Aurora arrivò baldanzosa come era solita fare. “Che mi raccontate di bello?” Si avvicinò a  Manuel. “E tu? Niente dischi volanti all’orizzonte?”
Lui, sorpreso più degli altri, le sorrise quasi imbarazzato. “Ehm… No. Negli ultimi giorni non ci sono stati fenomeni particolari.”
“Oh, ma che peccato. Senti un po’….” Si avvinghiò al suo braccio. “Perché non mi porti in un posticino ad osservare il cielo, solo tu ed io?” Nonostante tutto, con la coda dell'occhio sbirciava Orion nella speranza di carpire un minimo di gelosia. Cosa che invece non accadeva. “Ragazzi, oggi vi rubo l’amichetto vostro, quindi qualsiasi cosa volevate fare, la fate senza di lui.” Si allontanò assieme a Manuel salutando appena la comitiva.
“Io non ci posso credere!” Melissa aveva seguito ogni cosa ed aveva raggiunto i ragazzi assieme alle altre. “Mio fratello è un emerito imbecille.”
“Sta giocando sporco, è chiaro.” Nico non fece troppi giri di parole.
“Chiarissimo.” Confermò Eva. “Sta tentando di far ingelosire Orion sfruttando Manuel e il debole che ha per lei.” Sorrise.  “Si è messa in testa che tu l’abbia lasciata per un’altra.”
“Beh, le cose non andavano più fra di noi, litigavamo di continuo, non potevo più andare avanti e così l’ho affrontata a brutto muso, troncando definitivamente la relazione.” Non ripose alla domanda di Eva, deviò di proposito raccontando altro.
“Era l’ora, fratello!” Giulio gli si avvicinò regalandogli due pacche sulla spalla per complimentarsi della cosa.
Teresa invece si mise seduta in silenzio, pochi secondi dopo fu raggiunta da Melissa. “Tutto ok?”
Scosse mestamente la testa. “Mi ero quasi illusa che tuo fratello stesse iniziando a guardarmi con occhi diversi.” I suoi occhi iniziavano ad essere lucidi. “E quella sta di nuovo rovinando tutto.” Si asciugò una lacrima.
“Teresa.” Orion la raggiunse e le si sedette accanto. “Stai tranquilla, Manuel capirà di che pasta è fatta, non è stupido. Aurora non è capace di amare e forse io non sono la persona giusta per affermare certe cose, comunque stai certa che nel momento in cui lui se ne renderà conto e vorrà una ragazza per costruire qualcosa di serio, guarderà nella giusta direzione. E troverà te.” Poi rivolse uno sguardo sfuggevole a Melissa che ricambiò con un sorriso. “Io non potevo più continuare a stare con lei, ad ogni modo farò l’impossibile per aiutarti, ti do la mia parola.”
“Grazie Orion.” Teresa gli sorrise. Sebbene apparisse strano, quel ragazzo mostrava di avere un cuore d’oro.
“Ciao belli!” Simone sopraggiunse pochi istanti dopo assieme a Noemi, la ragazza con cui usciva da alcuni giorni. “Che succede? Cosa ci siamo persi?”
Cierre fece cenno di lasciar perdere, cosa che lasciò intendere lo zampino di Aurora all’origine sia delle lacrime di Teresa che del malumore degli altri.

 

I giorni si susseguivano e trascorrere momenti tutti assieme senza la sgradevole presenza di Aurora che pareva essersi volatilizzata era davvero piacevole. Peccato che, oltre lei, anche Manuel pareva essersi volatilizzato. Melissa stessa lo vedeva cambiare attimo dopo attimo, aveva l’impressione di sentirsi di troppo persino in casa sua, proprio per il suo comportamento quasi strafottente e perfezionista. Battibecchi col fratello ne aveva avuti sempre, però critiche continue su qualsiasi cosa, anche le più assurde, non erano da lui. Evidentemente la sua nuova fiamma stava iniziando a modellarlo a suo uso e consumo, cosa che infastidiva moltissimo Melissa, senza considerare lo stato d’animo di Teresa alla quale Manuel sembrava un burattino nelle mani di Aurora. Sia le due amiche che gli altri del gruppo erano consapevoli dell’interesse fittizio della ragazza nei confronti di Manuel, con l’unico vero scopo di scatenare una forte gelosia in Orion, gelosia che invece non c’era affatto. Complice forse la situazione sentimentale per lui decisamente migliorata, sembrava aver quasi dimenticato l’altro suo problema, ben più grande di una ex fidanzata che non si arrende alla fine di una relazione. Ma qualcuno non si era dimenticato di lui: da qualche giorno, infatti, un uomo gironzolava spesso in quella zona e nessuno lo aveva notato, men che mai Orion. Non era mai entrato nel bar dell’Archer’s, di solito trascorreva del tempo leggendo il giornale su una delle panchine dei giardinetti a poca distanza dal locale, però seguiva con particolare attenzione i movimenti del gruppo di ragazzi. Era questi un uomo apparentemente sulla cinquantina, portava i capelli, leggermente brizzolati, raccolti in una coda non troppo lunga, un leggero pizzetto gli ornava il mento e indossava quasi sempre un lungo gilè nero che gli scendeva sin quasi sopra le ginocchia. Non aveva mai infastidito nessuno e si comportava in modo assolutamente naturale, tanto da non destare alcun sospetto in chi frequentava regolarmente quei luoghi.

Purtroppo, molte volte, non ci si rende conto dei pericoli fino a che non ci si sbatte la testa facendosi male: così dopo un paio di settimane il destino decise di fare la sua parte ed aiutare Manuel ad aprire gli occhi una volta per tutte. Erano le nove meno un quarto di una calda serata estiva e Manuel, da bravo cagnolino ubbidiente, si presentò sotto casa della sua adorata dolce metà per portarla ovunque ella avesse desiderato.
“Ciao Manuelino.” Lo salutò usando il solito appellativo poco fantasioso. “Senti…” Frugò un attimo nello zaino che portava con sé. “Devo cambiarmi d’abito.”
“Perché?” Chiese lui stupito. “Quello che indossi ti sta d’incanto.”
“Questa maglietta assurda?! Ti prego, non dire stronzate!” Estrasse un mini abito coperto di strass e paillettes. “Questo è molto meglio, non trovi? A me poi sta d’incanto, mica vorrai farlo mettere ad una sciatta come Eva o una senza stile come Teresa? Tua sorella poi somiglierebbe ad un barattolo di maionese con questo addosso, magari potrei pensare di prestarglielo ad Halloween, spaventerebbe a morte chiunque!” Ridacchiò.
A lui tutto quel luccichio non piaceva affatto, ma non osò contraddirla, nonostante non avesse affatto gradito i suoi commenti sulle altre ragazze.
“Dai, accompagnami all’Archer’s, vado a cambiarmi nella toilette del locale.” Era tutto calcolato: sapeva che Orion sarebbe stato lì con gli altri e doveva assolutamente fare in modo che la vedesse con quel vestito mozzafiato perché si ingelosisse e facesse una scenata davanti a tutti di modo che la implorasse di tornare assieme a lui.
“All’Archer’s?” Gli sembrava di non esserci tornato da un’eternità. “Ma… Scusa, non potevi mettere quell’abito direttamente a casa tua prima di uscire?”
“Ah, conosci mia madre. Per lei dovrei indossare abiti degni di una suora di clausura! Se uscissi di casa con questo qua, scoppierebbe la terza guerra mondiale.” Strappò un sorriso al ragazzo. “Dai, sbrigati che altrimenti facciamo tardi.”
Non appena giunsero di fronte al locale, Aurora scese dall’auto come fosse una diva di Hollywood, gettando uno sguardo sfuggente e compassionevole sul gruppo che frequentava fino a poco tempo prima. Si diresse verso il bagno, mentre Manuel, sceso dall’auto, salutò gli amici per poi lasciarsi catturare l’attenzione dal telefono, il cui segnale acustico lo informava dell’arrivo di un messaggio: era del gruppo Whatsapp degli Alien Hunters. Non perse neanche un istante per aprirlo e come ebbe letto il contenuto, il suo viso si illuminò.





 

 

 

Ciao a tutti!
Chiedo scusa sin d’ora per il ritardo con cui ho risposto alle precedenti recensioni e al ritardo che ancora sto accumulando nel leggere le vostre storie. Non sono stata troppo bene negli ultimi giorni ed ho perso del tempo prezioso che sto tentando pian piano di recuperare.
Allora…. Chi mi segue, sa che spesso inserisco dei capitoli piuttosto tranquilli, privi di colpi di scena o cose particolari. E’ una sorta di rilassamento per prepararvi al gran finale, dove le cose saranno ben più toste. Lo sto ancora scrivendo, mi ci vorrà del tempo, però ho ben chiaro tutto quanto (e non è cosa da poco). Comunque qualcuno proveniente da Hilon sulla Terra c’è davvero…. Occhi aperti!
Tenendo le dita incrociate, dovrei aggiornare la settimana prossima, per cui per gli auguri di Pasqua c’è tempo.
Voi intanto recensite! Grazie a tutti!

Un abbraccio
La Luna Nera

 

  
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