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Autore: melindarusso    01/07/2009    1 recensioni
Una storiella dal punto di vista di un Harry "riveduto e corretto"...vorrebbe far ridere, speriamo che ci riesca! Non tiene conto del settimo libro, anche perché l'ho scritta prima di leggerlo.(Spero di non fare danni, è la prima volta che pubblico; ho esagerato con il rating per sicurezza). Baci Mel
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

CAPITOLO 5: DI NUOVO HERMIONE E RON

 

Entrai alla Torre dopo aver svegliato brutalmente il ritratto della Signora Grassa (e che si mettesse un po’ a dieta, perdio!!), e subito mi resi conto della mia inaspettata fortuna: sia Ron che Hermione mi attendevano seduti sul divano davanti al fuoco, confabulando fra loro. Cercai di evitare di farmi prendere da un travaso di bile di fronte alla scena di un’Hermione che sussurrava qualcosa a Ron nell’orecchio, ma dovetti ammettere che trovavo la loro faccia preoccupata molto confortante. Feci un respiro profondo e mi preparai alla mia sceneggiata.

Non appena riuscii a farmi spuntare due bei lucciconi agli occhi (quella sera non mi riusciva difficile, a dire il vero), detti volontariamente una pedata alla poltrona più vicina all’entrata, così, tanto per attirare un po’ l’attenzione su di me. Immediatamente i due fedifraghi si voltarono, e tra l’imbarazzo e la preoccupazione notai che erano entrambi davvero sconvolti. Perfetto, pensai. Ora non mi resta che iniziare e…

-Rooooooon!!- mi gettai fra le sue braccia in un lago di lacrime –Non voglio vederla, tienimela lontana!!-

Ron mi teneva abbracciato, ma si vedeva che era spiazzato, ed in effetti le sue parole immediatamente dopo mi dimostrarono che avrei dovuto essere molto più esplicito…

-Tenerti lontano chi, Harry?-

Lo guardai dal basso in alto, domandandomi come diavolo avevo fatto ad innamorarmi del più cretino dei Weasley. Poi rintanai la faccia nel suo maglione ed indicai con la mano tesa la mia avversaria.

-Lei! Hermione!! Tu non sai cosa mi ha detto prima, per farmi fuggire dalla sala comune!-

Alzai di sottecchi lo sguardo su Hermione: sembrava confusa, e anche leggermente imbarazzata. In effetti non era stata gentile con me, ma avevo pensato che esagerare un po’ non avrebbe potuto che portare risultati positivi. E infatti…

-Hermione- Ron aveva un tono che non conoscevo, sembrava arrabbiato, ma soprattutto deluso- che gli hai detto?-

-I-io…io veramente…- Hermione era perduta. Non avrebbe potuto immaginare un attacco a sorpresa, la nostra grande stratega! Credeva di essere sempre la più intelligente di tutti, e invece l’avevo appena fregata!

-Ha detto…- borbottai singhiozzando nel maglione-ha detto che sono una checca e che le faccio schifo!-

Il mio trionfo. Hermione esplose in un “Ma non è affatto vero, Harry!”, ma Ron non sembrava disposto a crederle. Era pallido, solo le orecchie leggermente arrossate rivelavano la sua furia: per tutto il resto, sembrava vicino a svenire.

Ci volle un po’ prima che Ron ritrovasse la parola, mentre Hermione continuava a giustificarsi ed io singhiozzavo sempre più forte per coprire la sua voce; dal mio punto di vista, tuttavia, notavo che il suo collo si faceva sempre più rosso, e sapevo che questo significava una cosa sola: tempesta. Che puntualmente esplose, travolgendo tutto quello che gli stava attorno:

-MA SIETE IMPAZZITI, TUTTI E DUE?!?- sbottò all’improvviso, allontanandomi da sé quasi con violenza – Che vi è preso stasera? Prima quella…follia…che mi ha rivelato Harry, poi tu che impazzisci e gli dici quelle cose…Hermione, davvero, non ti credevo così crudele…-

Immediatamente Hermione prese a balbettare frasi inarticolate (babbuina!!), cercando ancora di giustificarsi. D’altra parte il mio piano geniale prevedeva proprio di prenderla alla sprovvista, per evitare che quel suo dannato cervellino macchinoso elaborasse il modo di smascherare la mia bugia. In effetti mi sentii un genio, ad aver fregato quella che per sette anni era stata la prima della classe, e che mi aveva così spesso aiutato a cavarmi dai guai; ma nemmeno per un attimo mi pentii del mio comportamento: era stata lei a volere la guerra, reagendo come aveva fatto quando ero andato a farmi consolare in sala comune, non più di tre ore prima. Ed ora restava solo da vedere chi di noi due ne sarebbe uscito vittorioso.

Tacevo, sapendo che a quel punto Ron avrebbe potuto fare una sola cosa: scegliere. O credere a me e a quanto gli avevo singhiozzato su Hermione, oppure aver fiducia in lei, e perciò bandire me dalla sua vita. Attesi trepidante un nuovo gesto dell’uomo che amavo, sperando con tutto il mio cuore che sette anni di amicizia potessero essere più forti di qualsiasi infatuazione per una racchia secchiona e isterica (che diavolo ci trovava, poi?). Ed infine:

-Vieni, Harry, andiamo a dormire, ne abbiamo bisogno entrambi…-

EVVIVA! Avevo vinto!! Ron mi avvolse un braccio intorno alle spalle e mi portò verso le scale del dormitorio, senza guardarsi indietro; ma io non potei fare a meno di lanciare un’occhiata di trionfo alla mia ex-amica che, sconfitta, crollava a terra in un lago di lacrime silenziose.

  
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