Epilogo.
*****
Ogni tanto mi fermo e penso: chissà
come sarebbe stata la mia vita, se avessi deciso di restare insieme a Franco?
Che tipo di relazione avremmo avuto, io e lui? Ci saremmo fatti felicemente le
corna a vicenda, oppure saremmo stati una coppia tranquilla e ben assortita
come Corrado e Brian?
Non potendolo sapere, mi affido alla
fantasia. L’unica domanda che mi sorge, appena vedo me stesso insieme a un uomo
più grande di me di quasi vent’anni, è: Ma come faremmo a rimanere insieme, io
e lui…? Riusciremmo mai a stare insieme per dieci anni, come Corrado e Brian?
*****
Il soggiorno di Corrado e Brian in Umbria
durò un bel po’, quasi tutta l’estate. Siccome Brian si era portato solo uno
zainetto con lo stretto indispensabile, terminati i suoi vestiti si vide
costretto a usare quelli di Corrado di quand’era ancora studente: guardandosi
nello specchio si vide ringiovanito di dieci anni, tanto che si scattò parecchi
selfie. Ricordò di aver pensato che forse avrebbe
fatto meglio a portarsi anche gli altri due bagagli, anziché lasciarli a casa
di Carlo, ma il pensiero fu spazzato via quando si svegliò nel letto
matrimoniale, allungando la mano verso il lato di Corrado, che però non c’era.
Ebbe quasi un
mancamento nel constatare che forse era stato tutto un sogno, che lui era ancora
nella sua stanza d’albergo, o peggio a casa di Carlo… o peggio ancora, a casa
di Riccardo. Ma la sua paura fu spazzata via quando, pochi minuti dopo, vide la
porta aprirsi e una voce che lo salutava.
- Buongiorno,
tesoro – disse Corrado entrando con un vassoio pieno di cose buone per
lui. Caffè, latte e…
- Buongiorno amore…!
Che profumo… cosa…? – annusò l’aria e spalancò gli occhi dalla sorpresa.
– …Pancakes! – esclamò, mentre Corrado
poggiava il vassoio da letto sulle coperte.
- Sì, ho provato a
farli io stesso. –
- Ma… ma come hai
fatto? – domandò, mentre ne prendeva uno in mano e lo addentava, senza
nemmeno metterci sopra un po’ di Nutella, che pure era lì accanto al caffè.
- Oggigiorno, con
un tablet alla mano e delle videoricette,
si riesce a fare tutto. – gli fece l’occhiolino – Come ti sembrano?
–
- Squisiti… -
mormorò solo Brian.
- Grazie. Magari
nel prossimo ci mettiamo un po’ di Nutella, che dici? Così è più buono. –
- Assolutamente…
sì! –
Disse Brian
ridendo, e con lui rise anche Corrado, mentre il primo
sole estivo illuminava la loro stanza da letto nella casa di Corrado, come ogni
giorno asciugando e togliendo un po’ del grigiore accumulato negli ultimi sei
mesi a causa della storia malata con Riccardo, che entrambi si erano impegnati
a dimenticare, con ottimi risultati.
*****
Vi giro la domanda: secondo voi, come
si fa a condividere lo stesso tetto, la stessa tavola, lo stesso letto, con una
sola persona, per un tempo così lungo?
Non è una domanda difficile, ma
piuttosto è la risposta a essere subdola: per me ogni coppia è un’isola a sé
stante, con i suoi ritmi, le sue regole, i suoi valori (o disvalori) e la sua
storia.
*****
A proposito di
Riccardo: un giorno provò a farsi risentire sul telefono di Brian, che ancora
non aveva cancellato il suo numero. Non volendo rispondere Brian, passò il
telefono a Paola.
- Pronto? –
Mettendosi all’ascolto,
Brian udì Riccardo che diceva – Sto cercando Brian. –
- Brian? Mi
dispiace, ha sbagliato numero – disse Paola, assumendo il tono più neutro
che poteva. Dall’altra parte si interruppe la comunicazione.
Brian tirò un
sospiro di sollievo, mentre Paola gli rendeva lo smartphone.
- Non credo
richiamerà tanto presto – disse Paola – In ogni caso, fossi in te
bloccherei il suo numero. –
- Hai ragione. Grazie,
sorella – mormorò Brian, dolcemente.
- Prego, fratellino
– gli rispose lei, facendogli l’occhiolino.
Il loro soggiorno
durò ancora per molti giorni, spesi tra escursioni, gite fuori porta e pranzi e
cene all’aperto, nonché tra feste di paese. I genitori di Corrado e sua sorella
erano felici di avere ospiti il loro secondogenito e il suo ragazzo per un po’
più di tempo rispetto alle volte precedenti… e i due piccioncini erano felici
nella consapevolezza di stare lentamente ritornando alla normalità.
*****
Ci sono tante possibili risposte: a
ognuna di queste corrisponde una coppia.
C’è chi la risposta non la cerca e
lascia che la vita continui a scorrere semplicemente, perché così dev’essere;
c’è chi decide di cercare la risposta in altre situazioni (mi vengono in mente
due miei amici che vivono in coppia aperta); oppure chi continua a cercarla e
non la trova mai; o anche chi la cerca e la trova sempre negli occhi del
partner.
*****
Una delle cose che
più gli piacquero del soggiorno, fu che Corrado sembrava aver ritrovato dentro
di sé la voglia di amarlo. Avevano dormito insieme tante notti, ma il tempo
dedicato al sonno era stato poco… il più del tempo era stato soddisfazione da
parte di entrambi, che si erano riscoperti più innamorati e… più complici di
prima: al loro ritorno a casa, un pomeriggio Corrado aveva portato Brian a fare
shopping.
Come al solito il
ragazzo aveva preso un po’ di capi in giro per il negozio e se li era portati
nel camerino di prova. Qui si era guardato allo specchio, ritrovando il Brian
di un tempo: capelli lunghi e rossicci, viso pulito e occhi marroni…
ed un corpicino che solleticava le voglie del suo partner.
A un certo punto,
mentre era in mutande, nello specchio vide Riccardo che scostava delicatamente
la tenda ed entrava nel camerino. Ebbe un tuffo al cuore, ma poi si riebbe
constatando che si trattava di Corrado, e si sentì meglio.
- Amore, ma… che ci
fai qui? –
Per tutta risposta,
Corrado gli mise le mani sui fianchi e gli accarezzò il sedere coperto dagli slip,
mentre lo baciava dolcemente.
- Ho avuto una
bella idea… Ti va di metterla in pratica? – gli
domandò, mentre lo guardava con un’espressione di desiderio sugli occhi, la
stessa che venne a Brian quando la mano di Corrado scivolò sotto il tessuto
delle mutande.
- Hmm… Certo che sì… ingegnere.
– mormorò il giovane, mettendogli le braccia intorno al collo e
cominciando a baciarlo.
Poco dopo i clienti
del negozio avrebbero visto una tendina che si muoveva leggermente, ma non avrebbero
mai saputo cosa stesse succedendo all’interno, perché sarebbero andati via a
cercarsi un altro camerino. Per Brian fu una prova di incredibile dolcezza e
complicità da parte di Corrado, che aveva mantenuto la sua promessa: ascoltare
di più i bisogni del suo ragazzo.
*****
A quest’ultima categoria appartengono
Corrado e Brian… Brian ha seguito il consiglio da nonna della sua portinaia, la
signora Visentin: quando si sente confuso, di
guardare negli occhi Corrado per trovare immediatamente una risposta.
Detesto ammetterlo, ma li ho sempre
sottovalutati. Ho sempre pensato che al primo problema sarebbero crollati come
un castello di carte in una stanza dove viene sbattuta all’improvviso una
porta, invece mi sbagliavo, e anche di grosso. Però sono
contento di essermi sbagliato: Nonostante i ventotto anni compiuti, Brian non
sa ancora distinguere la destra dalla sinistra… però ha mantenuto una capacità
che molti, me compreso, hanno perso o non hanno mai avuto: un animo puro e innocente
come quello di un bimbo.
Sarà per questo che è rimasto sempre
insieme a Corrado, perché, anche se da un lato la mente di Corrado traduce il
mondo attraverso le lenti di numeri, assiomi e teoremi, il suo cuore è simile a
quello di Brian: a modo loro, sono entrambi puri e innocenti.
Ed io sono contento perché anche Brian
lo è; non mi piacerebbe vederlo triste, magari insieme ad una persona che non è
fatta per lui. “Chi si somiglia si piglia”, dice un vecchio adagio. Ed io credo
che Brian e Corrado, seppur così diversi tra loro, sotto molti aspetti si
rassomiglino e si siano pigliati.
*****
Ci furono altri
episodi di quel genere tra di loro, che non si limitavano a fare l’amore di
nascosto in luoghi pubblici. Una novità importante fu che Corrado incominciò a
frequentare la palestra insieme al suo ragazzo.
- Anf… Anf… Anfh…
- ansimava Corrado mentre Brian sgambettava tranquillamente sul tapis roulant.
- Amore – gli
disse – Se non ce la fai, fermati pure. Non devi
per forza… -
- No –
rispose Corrado – Devo… Farcela. Ufh! Ufh! –
Almeno due volte la
settimana facevano palestra insieme. Qualche volta
Carlo li accompagnava, e quasi sempre Brian gli raccontava di come avevano
passato la notte insieme, mentre Carlo faceva finta di non crederci. Su una
cosa Riccardo aveva avuto ragione: quando, mentre erano in giro insieme, gli
aveva detto che Corrado era sessualmente inerte perché in sovrappeso. Fare attività
fisica aveva migliorato notevolmente le sue performances, al punto che non solo
aveva più voglia di fare l’amore con il suo ragazzo, ma era anche più forte. E
di questo Brian era più che contento. Un segnale tra i tanti che la loro storia
stava ricominciando nel modo giusto.
C’era un’altra cosa
che faceva insieme a Corrado, che Brian non avrebbe potuto fare da solo, almeno
finché la legge non glielo avrebbe permesso.
*****
Naturalmente un adagio non è una
regola.
Non sempre chi si somiglia si piglia,
sapete; come non sempre chi è diverso non si prende: mi viene in mente Juan,
uno dei miei amici connazionali che ha scelto come partner a un ragazzo timido
e dimesso, mentre lui è fuoco allo stato puro, un po’ come me.
Oppure potrei raccontarvi di Rebecca,
la mia collega qui in negozio, che ha un debole per i ragazzi in carne, mentre
lei è una ragazza magra e davvero carina (peccato che sia sola perché non è
ancora riuscita a trovare quell’uomo in carne che la soddisfi). Anche qui, non
c’è una regola generale, o un assioma, se preferite. Conta molto anche la
fortuna.
*****
Chiudendo lo
sportello dopo essersi accomodato sul sedile del passeggero, Corrado disse -
Allora: prime cose da fare quando entri in macchina. Quali sono? –
Seduto al posto di
guida, Brian ripassò mentalmente le lezioni di guida che stava prendendo da
qualche giorno.
- Fare gli occhioni
dolci all’esaminatore e magari mostrargli le mutande? –
- Esatto. Così se è
gay ottieni la patente senza saper guidare; mentre se
è etero… beh, diciamo che potrebbe non gradire. –
- Scemo –
ridacchiò Brian, tirando una pacca sul braccio del suo ragazzo.
Corrado rise, salvo
poi tornare serio poco dopo – A parte gli scherzi, ti ricordi cosa devi sempre
fare? -
Brian ci pensò su, poi lentamente rispose - Ehm… regolazione del
sedile… con le mani sul volante. Poi… gli specchietti retrovisori… - mormorò,
mentre Corrado lo guardava e annuiva.
- E poi? La cosa
più importante, mi raccomando. –
- Ah! Sì! –
Brian allungò la mano sinistra e tirò la cintura di sicurezza, allacciandosela.
– Giusto? –
- Giusto. Se riesci
a ricordarti di fare tutte queste cose quando verrà il momento dell’esame di
pratica, riuscirai ad ottenere la patente. – disse Corrado, facendogli
l’occhiolino. – Adesso lo vogliamo fare un giretto, amore? –
- Va bene –
rispose Brian, mettendo le mani sul volante dell’Opel Corsa di Corrado, che da
qualche giorno esibiva un foglio con la scritta “P” appiccicato sul lunotto,
affinché Brian potesse esercitarsi in tutta tranquillità a imparare a guidare.
- Possiamo andare
da Carlo? Gli facciamo una sorpresa. –
- Sei tu il
comandante della nave, possiamo andare dove vuoi. – gli disse, con un
sorriso.
Brian sorrise di
rimando, quindi girò la chiave nel cruscotto, ma la macchina fece solo un balzo
in avanti senza mettersi in moto.
- Oddio! Scusa amore…
scusa… scusa-scusa! –
- Un’altra cosa da
fare sempre, amore… prima di girare la chiave, Sempre schiacciare la frizione. –
- Sì. Hai ragione!
– esclamò, avvicinandosi e facendo gli occhi dolci a Corrado. Per tutta
risposta, Corrado gli diede un dolce bacio sulle labbra.
Allora Brian pestò sul
pedale della frizione e avviò il motore, quindi inserì la prima marcia e poi
lasciò andare lentamente il pedale, cominciando a far andare la macchina.
*****
Eh sì. Come sperava Corrado nella sua
poesia, credo che quei due voleranno lontano. Molto lontano. Mi pare abbiano le
carte in regola per farlo.
Se devo dirvi
la verità, sono un po’ invidioso. Anche se so che, se sono single, è anche un
po’ per colpa mia: quando incontro qualcuno e inizio a frequentarlo, dopo un
po’ non mi va più bene. Forse perché sono troppo... come dire…? “Choosy”…?
Hm… No, non è esatto.
Il fatto è che io ho paura.
Ho paura dell’abitudine, dello
svegliarmi accanto a una persona che si aspetta tanto da me; ho paura della
routine, della vita organizzata.
Ho paura di annoiarmi.
Poi però… mi fermo… e penso a Brian e
Corrado… e mi chiedo: e se davvero la vita di coppia fosse tutta lì? Tutto rose
e fiori, senza spine?
Non sarebbe meraviglioso?
*****
- Sono trenta e
quarantacinque – disse Carlo, finendo di battere lo scontrino e infilando
i cosmetici in un sacchetto che porse all’ennesima cliente della giornata, che
sorrise e ringraziò. Guardò l’orologio. Quasi le sette. Tra non molto sarebbero
arrivati.
Poco dopo, la sua
attenzione fu attratta dal suono di un clacson.
PAAA! PAAAA!
Guardò fuori dalla
vetrina e vide l’Opel Corsa color carta da zucchero di Corrado con Brian alla
guida.
- Credo che siano
arrivati i tuoi amici, Carlo! – esclamò Rebecca mentre guardava fuori
dalla vetrina la macchina che posteggiava con le quattro frecce accese.
- Eh sì. Mi
raccomando, dì una preghiera per me mentre sono via: Brian è una frana, al
volante. –
Rebecca rise di
gusto – Che stronzo che sei, a volte! Dagli tempo, povero piccino… sta
ancora imparando, dai! –
- Il piccino ha
quasi trent’anni, se ti interessa saperlo, cara! E comunque se vuoi vedere da
te come guida, perché non vieni con noi? –
- Davvero posso?
–
- Ma certo…! Tanto quella mezza sega di Corrado non è geloso. –
- Sei proprio uno
stronzo. Io lo trovo carino, invece. – mormorò Rebecca, ridendo.
- …Sono proprio uno
stronzo… però mi vuoi tanto bene. -
- Non commento.
Dai, squagliamocela di qui. – rispose la ragazza, prendendolo
sottobraccio.
- Alla buon’ora,
eh! – esclamò Brian – Tre ore per uscire da quel negozio…! -
- Scusami cara
– rispose Carlo – questa palla al piede ci mette sempre due ore a
cambiarsi…! – disse, riferendosi a Rebecca, che per tutta risposta gli
fece una smorfia.
- Ma sì, tanto noi
qui ci siamo trovati bene… non è vero, amore? –
- Eh sì… dovrebbero
fare tardi più spesso…! Io e questo bel tipo qui ci siamo dati alla pazza gioia
mentre aspettavamo. –
- Tesoro, d’accordo
che hai scoperto di avere un pene in mezzo alle gambe, ma non è il caso di
usarlo sempre anche in pubblico…! – ribatté scherzosamente Carlo,
accarezzandogli una guancia con fare provocatorio.
- E’ l’invidia che
parla oppure sei proprio tu? – ribatté Corrado, ridendo. Carlo spalancò
la bocca, sorpreso.
Corrado rise, e con
lui anche Brian e Rebecca.
- Allora? Dove ci porterà
mister foglio rosa? –
- Dovunque, basta
che non sia un ristorante giapponese! Troppi brutti ricordi! – esclamò Brian
mentre rimetteva in moto, poi lanciò uno sguardo nello specchietto retrovisore
guardando i suoi passeggeri.
- Che ne dite di
andare all’American? C’è uno dei
ragazzi che somiglia in modo impressionante a Cannavacciuolo!
–
- Per me va bene
– disse Corrado – Conosci la strada, Bri?
-
- Certo amore!
Andiamo! –
Brian ingranò la retro per uscire dal parcheggio, mentre Corrado mise la mano
sul freno di stazionamento, preparandosi a tenere d’occhio il veicolo guidato
dal suo ragazzo.
- E sia! Rimettiamo
gli orologi, perché prevedo che ci vorrà molto tempo prima che arriviamo…!
Sorellina, hai già imparato a ingranare la quarta? –
- Piantala di fare
la stronza o ti faccio scendere – ribatté Brian,
ridendo. Carlo rivolse lo sguardo a Rebecca, che annuì come a dire Ben ti sta, mentre la macchina
lentamente abbandonava il parcheggio.
*****
La noia… che brutto spettro.
Ed anche il sacrificio. Brr… Un’altra
cosa a cui sono refrattario, poiché nella mia vita mi sono sacrificato poche,
pochissime volte. Lascio fare a Brian, che di certo è più avvezzo di me. A
proposito, vi ho già detto che oltre alla scuola guida, a Settembre si è
iscritto alla facoltà di architettura…? Così oltre alla scuola guida, deve
anche studiare per cercare di laurearsi.
Se non è sacrificarsi questo, ditemi
voi che cos’è.
Forse è masochismo.
O forse…
*****
Seduto a uno dei
banchi della biblioteca del Politecnico, Brian osservava gli studenti intorno a
sé. Sicuramente erano tutti ragazzi più giovani di lui, di quelli che temeva
gli avrebbero portato via Corrado, almeno stando a quanto pensava qualche mese
prima. Adesso era più sereno.
Vide Corrado
avvicinarsi con una piccola pila di libri in braccio, mentre Brian cominciava
ad aprire il blocco a spirale per prendere appunti. Sapeva che Corrado non
sarebbe stato sempre lì ad aiutarlo negli studi: lo faceva finché era ancora
disoccupato e disponeva di una certa quantità di tempo. Ma Brian non era
preoccupato di perderlo come istitutore: sosteneva che ora che Corrado si fosse
trovato un lavoro, lui avrebbe già acquisito una certa autonomia nello studio.
- Eccoci qua
– sussurrò Corrado, poggiando i libri sul tavolo e sedendosi accanto a
Brian. – Questi sono i testi che sono richiesti al primo esame, più
alcuni che ho scelto io per aiutarti a comprendere. Cominciamo pure. –
- Resti qui con me?
–
All’apparenza la
domanda sembrava retorica, poiché era ovvio che Corrado sarebbe rimasto lì. Ma
Brian voleva solamente sentire la risposta.
- Sì. Resto qui.
Cominciamo a leggere? Ti va? –
Brian annuì
dolcemente, felice di aver sentito la risposta che voleva.
*****
…ecco. Un modo come un altro per
passare (dell’altro) tempo insieme. Ma che diamine! Brian! Torna a fare
qualcosa anche da solo, non puoi vivere per sempre attaccato al tuo ragazzo!!!
Scherzavo, naturalmente. Se sei felice
tu, non posso far altro che essere anch’io felice per te.
Quanto a me, è giunto il momento di
salutarvi. Me ne torno a fare quello che so fare
meglio, e cioè vendere cosmetici ai clienti nel mio negozio e ascoltare storie
di amanti delusi e di sogni infranti che quasi sempre finiscono bene, come
questa volta. Vorrei congedarmi con una frase intelligente, ma purtroppo non ho
molte cose intelligenti da dire, per cui vi lascerò
con una domanda….
…Non sono adorabili, mentre studiano?
*****
Mentre leggevano,
ogni tanto Corrado indicava a Brian qualcosa sul libro da annotare sul suo
quaderno, mentre sottovoce gli spiegava alcune cose. Brian prendeva nota con la
mano destra, mentre la sinistra…
… la sinistra era
sotto il tavolo, intrecciata con quella di Corrado, che gliela teneva
dolcemente mentre studiavano.
Ad un certo punto, Brian alzò lentamente gli occhi dal
libro.
Corrado
s’interruppe nella spiegazione, incrociando lo sguardo del suo ragazzo.
Si guardarono negli
occhi per un istante. Poi li chiusero, unendo le labbra in un bacio. In quel
momento, Brian pensò: sarà bello
riprendere gli studi… finché tu sarai al mio fianco.
Pancakes a colazione
Fine