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Autore: DaisyCorbyn    25/03/2018    1 recensioni
**IN REVISIONE**
[19 anni dopo] [Next Generation]
Dopo gli avventimenti che hanno scosso Alwys alla fine del suo primo anno ad Hogwarts, la Grifondoro si troverà ad affrontare un nuovo nemico: la Luna d'Argento, un fenomeno che causa effetti oscuri ai licantropi. La soluzione sembra la Pozione Antilupo, ma è veramente ciò di cui Alwys ha bisogno?
Tra la ricerca degli ingredienti e le lezioni, Alwys dovrà anche scontrarsi contro quella figura oscura che cercherà di manipolare la sua mente.
ATTENZIONE: questo è il secondo libro della saga Alwys Dewery, il primo lo trovate nel mio account!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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7
Ritorno ad Hogwarts


«Quindi Rox è un anno più grande di Lily» riepilogò Alwys guardando la bambina che, aiutata dal padre, spingeva il carrello con dentro alcuni bagagli e la gabbietta di un gufetto grigio chiaro.
La prima volta che le aveva viste, Alwys aveva dato per scontato che Lily fosse poco più grande di Roxanne, poiché quest’ultima era una bambina molto bassa ed estremamente piccola di corporatura.
«Esattamente» confermò Fred annuendo «Ti sembrava più piccola?»
«Già» rispose Alwys spostando lo sguardo verso di lui.
Fred aveva preso tutto al padre, quindi i tratti caratteristici dei Weasley, invece Roxanne dalla madre, con i capelli riccissimi e neri e la pelle ambrata. Se non lo avessero detto, Alwys non avrebbe mai pensato che fossero fratelli, anche se Fred passava molto tempo con lei e si vedeva che le voleva molto bene.
«Secondo te dove verrà smistata?» chiese attirando il suo sguardo, il quale non era più occupato a seguire la sorella poiché aveva oltrepassato il muro.
I suoi occhi erano piccoli e di un verde molto chiaro e ad Alwys sembrò che ai lati fossero più scuri, ma era molto più bassa di lui, quindi non riuscì a vederli bene.
«Non saprei: all’apparenza potrebbe sembrare una Tassorosso, ma dentro di lei batte il cuore di una Grifondoro, ne sono certo» spiegò distendendo le labbra nel suo solito sorriso dolce.
Alwys si sentì come se avesse appena descritto lei stessa, ma optò per annuire semplicemente abbassando lo sguardo. Per un momento le sembrò che Fred avesse detto Grifondoro per averla il più tempo possibile con lui.
«L’importante» continuò lui intrecciando la sua mano con quella di Alwys, che trasalì «È che, ovunque capiterà, ci siano persone che le vorranno bene… andiamo?»
Fred indicò con un cenno del capo il muro: Alwys annuì sorridendo e i due incominciarono a correre senza staccare lasciare la mano dell’altro, fino a quando furono oltre e gli occhi di tutti si spostarono verso di loro.
«Siamo tutti?» chiese Hermione guardandoli uno ad uno e contandoli muovendo soltanto le labbra «Bene, andiamo!»
La stazione era come Alwys la ricordava: c’erano molti ragazzi e ragazze di tutte le età, gufi che volavano sopra le loro teste –più volte si dovette abbassare per evitare che sbattessero contro il suo viso-, persone con cappelli buffi e barbe lunghe che le fecero chiedere il perché fossero lì. Individuò subito Rose, accanto al vagone per i bagagli, che stava facendo posare anche il suo baule, poiché avevano condiviso il carrello, e si avvicinò per ringraziarla, ma lei si limitò ad alzare le spalle. Ted questa volta era solo: Victoire aveva preferito non venire perché di lì a poco avrebbe avuto degli esami molto importanti, cosa che aveva causato fra i due un altro litigio. Alwys non sapeva a chi dare ragione, ma non nascondeva il fatto che Ted fosse molto teso in quel periodo.
«Pronta per questo nuovo anno?» le chiese con il suo splendente sorriso, ma Alwys ormai lo conosceva bene e sentì subito che la sua voce era troppo squillante, quasi falsa.
«Spero di sì» sussurrò poco convinta: gli esami di Giugno non erano andati molto bene a causa di tutti i pensieri che le frullavano in testa, ma quest’anno si era ripromessa di dedicarsi di più allo studio e di lasciare i problemi ai grandi.
«Ne sono sicurissimo» rispose lui arruffandole i capelli «Dovresti tagliarli, ti coprono troppo il viso.»
Alwys prese una ciocca e la guardò: i capelli le arrivavano fin sotto la schiena e tutti le dicevano che sembrava ancora più bassa a causa di ciò, ma non era mai stata da un parrucchiere a causa delle sue strane ciocche e, soprattutto, lei stessa aveva sempre voluto nascondere il suo volto. Sua madre ogni tanto aveva provato a tagliarli, ma non era molto pratica. Guardò Ted che le spostò un ciuffo dietro l’orecchio.
«Eri bellissima quando siamo andati al processo» disse, ma subito dopo si corresse «Non che adesso tu non lo sia.»
Alwys rise «Grazie, ci penserò.»
Istintivamente si portò alcune ciocche dietro le orecchie, che però, siccome erano molto corte, lasciarono sfuggire qualche capello dispettoso. Magari in treno avrebbe chiesto a qualcuno un elastico, anche se in verità ancora non si sentiva pronta a lasciare alla mercé di tutti i suoi occhi: nonostante fosse un mondo dominato dalla magia, i suoi capelli e i suoi occhi anche per loro erano strani. Per un attimo si incupì, rendendosi conto che nemmeno in quel mondo così perfetto era riuscita a trovare il suo posto. Ted sembrò notarlo e si abbassò alla sua altezza per dirle una cosa all’orecchio.
«Se solo sorridessi più spesso, tutti rimarrebbero abbagliati dal tuo sorriso e non baderebbero ai tuoi occhi.»
Alwys arrossì, istintivamente sorrise e abbracciò il ragazzo che le schioccò un bacio in fronte.
Sul treno preferirono dividersi: Rox la portarono con loro Fred e Dominique, James andò con Reouven, invece i tre rimasti si presero una cabina tutta per loro.
«Adeline!» chiamò Alwys vedendo l’amica infondo al corridoio con lo sguardo smarrito e stretto fra le braccia il suo coniglietto bianco.
La Tassorosso corse verso di lei e, appena le fu vicina, poggiò la palla di pelo sopra la spalla per abbracciare l’amica.
«Mi sei mancata!» le disse stringendola più forte.
«Anche tu.»
Entrate dentro la cabina, anche gli altri due la salutarono calorosamente, ma Adeline non sembrò molto incline all’affetto nei loro confronti: Alwys si appuntò mentalmente di chiederle più tardi come mai. Parlarono un po’ della loro estate –come se già non se la fossero raccontata via gufo-, dei posti che i due cugini avevano visitato, delle noiose vacanze di Alwys e di quelle di Adeline passate ad allenarsi.
«Certo che i tuoi genitori sono dei veri duri» constatò Rose «Anche io avrei voluto che i miei mi avessero insegnato più incantesimi, ma così duramente è troppo.»
Adeline fece spallucce abbassando lo sguardo «Non sono molto brava, vogliono solo il meglio per me.»
Il viaggiò passò tranquillo: Albus come sempre svuotò il carrello, Rose aveva il naso tuffato dentro il secondo volume di Incantesimi ed Adeline si stava facendo raccontare nel dettaglio ciò che Alwys aveva dovuto passare.
«Sono degli insensibili!» sbottò la bionda corrugando la fronte.
«Già» rispose Alwys spostando lo sguardo verso il finestrino: possibile che fra quelle colline così tranquille si nascondesse una persona così malvagia?
«Mi sembra di essere tornati al tempo di Voldemort» sbuffò Albus mettendosi più comodo «Il Ministero fa finta che non sia successo nulla, e altre persone devono rimediare al danno.»
Rose alzò lo sguardo molto interessata alla conversazione «Non essere stupido, non siamo a quei livelli.»
«Si vedrà» controbatté il cugino poggiando il mento sulla mano chiusa a pugno «Magari questa persona è in verità il figlio di Voldemort che si vuole vendicare della morte del padre.»
Rose mimò conati di vomito, invece Alwys e Adeline si guardarono disgustate.
«Certo, come se qualcuno… qualcuno…» cercò di dire la bionda, ma scosse la testa pur di non dire quella cosa.
«Magari Bellatrix» propose Rose, ma i tre la guardarono con un sopracciglio alzato.
«A lei eccome se sarebbe piaciuto.»
Alwys diede un pizzicotto ad Albus che incominciò a ridere.
«Poverina, era innamorata!» controbatté la Grifondoro continuando a dare pizzicotti all’amico.
«Peccato che a Voldemort non sarebbe mai passato per la testa e poi…» disse Adeline attirando la loro attenzione «Non avrebbe senso attaccare Alwys.»
«A meno che…» continuò Albus guardando la diretta interessata con gli occhi socchiusi «Alwys non è la figlia di Voldemort!»
Rose, con il suo libro, diede un colpo sulla testa al cugino, che si massaggiò il punto dolente in preda al dolore.
«Sei pazza?»
«E tu deficiente» rispose acida «Alwys dovrebbe avere come minimo il doppio dei suoi anni.»
«Ne parlate come se ci fosse una remota possibilità» disse Alwys ridendo seguita dai suoi amici.
Adeline, però, sembrava molto tesa: incollò il suo naso al finestrino e rimase in silenzio, come se gli alberi, che le sfrecciavano davanti, le infondessero una calma che non riusciva ad ottenere da sola. Alwys provò a coinvolgerla più volte nel discorso che aveva intrapreso con gli altri, ma lei rispondeva a monosillabi e con distrazione.
«Quest’anno faremo un sacco di incantesimi» si lamentò Albus sbuffando «Si prospetta un anno faticoso.»
«Bellissimo volevi dire» lo corresse Rose prendendo la bacchetta «Che ne dite di esercitarci? L’ultima volta che Albus ha fatto l’incantesimo di levitazione, la pallina è schizzata fuori dalla finestra della stanza.»
Il cugino le fece la linguaccia, ma tirò fuori la bacchetta con aria di sfida.
«Un attimo esco, cominciate senza di me» disse Alwys alzandosi: non voleva lasciare sola Adeline, ma sembrava completamente assorta nei suoi pensieri, quindi preferì non disturbarla.
Appena uscì, guardò a destra e a sinistra, ma non vi era traccia di un segnale che indicasse la posizione del bagno. Optò per andare verso il lato da cui era salita, ma a parte qualche studente non trovò niente.
«Scusami…» finalmente incontrò Abigail Bode che si girò verso di lei sorridendo «Sai dov’è il bagno?»
«Devi continuare a camminare da questa parte, sarà sulla tua sinistra» le spiegò indicando con le mani.
Alwys annuì «Grazie.»
Abigail era davvero radiosa: quello sarebbe stato il suo ultimo anno e, dopo tutti i successi degli anni precedenti, sicuramente durante questo avrebbe voluto concludere al meglio il suo percorso. Alwys la immaginò con il diadema di Corvonero, nonostante fossero pochi quelli al di fuori della Casa dei Corvonero ad essere stati incoronati.
Trovato il bagno, fuori dal quale c’era una fila infinita di ragazze che aspettavano, si mise lì per il suo turno, che però non tardò ad arrivare: l’interno era grande tanto quanto tutto il vagone e c’era una sfilza numerosa di bagni.
«Ecco perché ci sono state poco, le altre» pensò mentre guardava estasiata quell’incantesimo di Estensione Irriconoscibile eseguito alla perfezione.
Uscita, cercò di farsi spazio fra gli studenti, poiché il corridoio era molto stretto, per tornare nella sua cabina. Ad un tratto uno studente la prese per il braccio portandola a girarsi: era Scorpius e la prima cosa che Alwys notò era la sua altezza. Si poteva diventare più alti in una sola estate?
«Guarda chi si vede» le disse sorridendo.
«Ciao Scorpius, come va?»
«Tutto bene, ero qui in giro…» spiegò guardandosi intorno.
«Da solo?»
«Già.»
«Come mai?» gli chiese: in questa parte del treno c’erano solo i Grifondoro, che ci faceva lui qui?
«Anche tu sei sola» controbatté sulla difensiva.
«Colpita e affondata» entrambi risero.
«Con chi sei in cabina?»
«Albus, Rose ed Adeline» elencò contando gli amici con le dita della mano.
«Capito…» rispose lui continuando a guardarsi in giro.
«Hai da fare?» gli chiese e, appena lui scosse la testa, gli propose di venire nella loro cabina.
«Mi farebbe molto piacere» rispose molto contento, ma un attimo dopo si rabbuiò «Anche se non credo di essere il benvenuto.»
Alwys lo guardò confusa, ma subito dopo colse l'allusione «Tranquillo, in caso torni a quella cosa interessantissima che stavi facendo.»
La bozza di un sorriso si disegnò sulle sue labbra. Poco le importava di cosa poteva dire Rose, perché era sicura che in fondo lo trovava simpatico. Appena aprirono la porta, però, Alwys si sentì come se le avessero conficcato un coltello nello stomaco per quanto pungente fosse lo sguardo della rossa.
«Che vuoi?»
«Alwys mi ha invitato» rispose lui prendendo posto accanto ad Albus, che sorrise.
La rossa guardò di nuovo male l’amica e tornò a leggere il suo libro, usandolo per coprirsi tutto il viso. Dopo che Alwys rise per quel comportamento infantile, si rese conto che c’era qualcosa che non andava.
«Dov’è Adeline?»
«È andata da alcune sue compagne perché si è ricordata che doveva dare una cosa ad un’amica» snocciolò Rose.
«La rivedremo fuori dal treno» disse Albus notando il dispiacere sul viso dell’amica.
Adeline era stata strana per tutto il viaggio, doveva assolutamente parlarle.
Il resto del viaggio passò velocemente: nonostante Rose avesse smesso di parlare, Albus e Scorpius scoprirono di avere molte cose in comune e ciò fece più che piacere ad Alwys.
«Anche io adoro i fumetti!» esclamò il Grifondoro.
«Veramente? I miei preferiti sono gli X-Men.»
«Anche i miei! Mio padre me li compra ogni volta che torna da lavoro, ne ho tantissimi in camera.»
«Io li ho scoperti grazie a mia mamma: mio padre odia gli oggetti babbani, diciamo che è un piccolo segreto tra me e lei.»
«Alwys, a te piacciono i fumetti?» chiese Albus girandosi verso l’amica.
«Ehm… non li leggo, ma li trovo interessanti» rispose un po’ imbarazzata «Preferisco i libri.»
I tre risero, invece Rose continuava imperterrita a tenere il naso incollato alle pagine. Dopo un po’ sentirono una campanella suonare, quella che serviva per avvisare i nuovi studenti che dovevano mettersi l’uniforme.
«Tra poco arriveremo» disse Scorpius guardando fuori.
«Speriamo in un anno tranquillo questa volta.»
«Ti ricordo che sei mia amica» disse Albus facendola ridere.
«Devo concentrarmi sullo studio, sono andati malissimo gli esami di Giugno.»
«Scorpius e Rose potrebbero aiutarci, non so come avete fatto a prendere quei voti assurdi.»
«Con tanto studio» rispose il Serpeverde.
«E raccomandazioni» disse Rose a bassa voce, ma non così tanto bassa da non essere sentita.
«Stai parlando di me o di te stessa?» controbatté lui aggrottando le sopracciglia.
Rose abbassò il libro «Sto parlando del figlio di Draco Malfoy.»
«Sicura che non stai parlando della figlia di Hermione Granger e Ron Weasley?»
«I miei genitori sono dei Grifondoro, non sfrutterebbero mai la loro posizione per agevolarmi.»
«Come se la Casa in cui sei stato smistato a scuola determinasse il tuo carattere.»
«In alcuni casi è così.»
«Adesso basta!» sbottò Albus.
I due continuarono a guardarsi in cagnesco, ma poi spostarono lo sguardo verso direzioni diverse. Alwys non li capiva proprio, i loro discorsi non avevano senso.
«Vado dalle mie amiche!» disse Rose alzandosi.
Senza salutare nessuno uscì dalla cabina e, dopo aver lanciato un altro sguardo di ghiaccio al biondo, sparì dietro la porta.
«Scusala, non sa cosa dice.»
«Tranquillo» rispose Scorpius serio.
I tre finirono il viaggio in silenzio, ognuno immerso nei pensieri trascinati da casa, pensieri che necessitavano di una soluzione, soprattutto nel caso di Alwys.
Appena il treno si fermò, orde di studenti uscirono dalle porte. Tutti ansiosi di cominciare i tre guardarono Hagrid, che prendeva con sé i ragazzi del primo anno: lo volevano salutare, ma la voce del professore Pastime li fermò.
«Chi non è del primo anno con me!»
«Come raggiungiamo Hogwarts?» chiese Alwys a bassa voce.
«Con delle carrozze» rispose Albus.
Infatti, dopo qualche minuto di camminata, davanti a loro si parò un ampio cancello scuro, che si aprì appena il professor Pastime mosse la bacchetta, e, oltre esso, delle carrozze dall’aria antica.
«Albus!» lo chiamò Rose avvicinandosi a lui «Hai visto il mio fermaglio nella cabina? Credo di averlo perso.»
«No… mi dispiace.»
Appena passarono il cancello, Alwys si bloccò, come se qualcuno le avesse lanciato un incantesimo.
«Cosa sono quelle… cose?» chiese stropicciando gli occhi per essere sicura che fossero veri.
«Cosa?» chiese Rose seguendo la traiettoria del suo sguardo ma, appena la sua testa si fermò, sul suo volto si dipinse un’espressione confusa «Ma di che stai parlando?»
«Quei cosi che trainano le carrozze!» squittì nascondendosi dietro Albus per quanto le facessero paura.
Appena disse quella frase, tutti gli altri studenti si girarono verso di lei attirati dal trambusto, ma Rose prontamente fece segno loro di non ficcare il naso negli affari altrui ed i due cugini si misero alla ricerca di Ted, mentre Alwys si chiedeva cosa avesse detto di male.
«Voi non li vedete…» sussurrò la Grifondoro che temeva per la risposta «Vero?»
Albus guardò Rose che tirò un profondo respiro.
«Soltanto le persone che hanno visto qualcuno morire possono.»
Quella frase fu come un enorme macigno sopra la testa di Alwys, che annaspò per prendere un po’ d’aria: cosa significava? Le stavano facendo uno scherzo?
«In che senso?» chiese con la voce che le tremava «Io non ho mai visto qualcuno morire.»
«Alwys non lo so…» disse Albus accarezzandole la spalla «Sicuramente c’è una spiegazione.»

Angolo autrice:
Salve a tutti!
Praticamente ormai sto pubblicando di Domenica hahaha
Con il fatto che non ho internet dove sto adesso, mi viene molto difficile, ma non demordo!!
Teorie? Complotti? Dovreste averne molte al momento visti i colpi di scena in questi capitoli.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, o un messaggio nel profilo Instagram ( @alwysdewery )
Alla prossima, un abbraccio grande grande <3
Mira
   
 
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