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Autore: StewyT    25/03/2018    2 recensioni
1625 Inghilterra: Carlo I vuole ottenere la supremazia su tutte le terre in territorio Inglese, ma Robert Lightwood, Re di Scozia non accetterà mai di cedere a quello che si dichiara unico vero re del Regno Unito con un’unica religione, e l'unica possibilità che gli resta è il Re Magnuspossessore del più grande esercito conosciuto al mondo, a cui promette la mano di sua figlia Isabelle.
Magnus Bane, il più ricco possidente terriero conosciuto al mondo, regna nelle calde isole indonesiane e in Scozia non ci metterebbe mai piede se non fosse che tempo prima, lì ci ha lasciato la donna che credeva di amare: Camille Belcourt.
Arrivato in Scozia, però, tutto quello che Magnus aveva in mente scompare con un soffio di vento dagli occhi blu e i capelli neri. Magnus, infatti, allettato all’idea di conoscere Isabelle, viene totalmente colpito da Alexander, fratello maggiore di quest’ultima, e timido ragazzo dal carattere forte chiuso in sé stesso.
Riuscirà la magia che scorre nelle vene di Magnus ad avvolgere il cuore freddo e cinico di Alec e a salvare Isabelle da un matrimonio obbligato? L'amore, in fondo, è in grado di compiere grandi magie.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Red Wedding.
 
Ci fu un attimo in cui si pentì di quello che stava per fare: davvero stava per seguire Magnus in camera sua?
Il Re aprì la porta e si ritrovò in un intrico di oro e specchi ancora più grande della camera di Izzy e cosa peggiore, più piena della camera di Izzy.
Lo seguì in silenzio domandandosi cosa stesse facendo la sua fidanzata ed iniziando ad immaginare quanto meravigliosa sarebbe stata vestita per la cerimonia. Non vedeva l’ora di poterla guardare per innamorarsi ancora una volta.
Magnus aprì un armadio e lo spinse sul letto dicendogli qualcosa che lui non stava ascoltando davvero, perdendosi nei ricordi, nel suo primo incontro con Isabelle in biblioteca – posto in cui lui non si sarebbe dovuto trovare -. Lei era già così bella a quindici anni! Quei lunghi capelli neri e quelle labbra rosse come il fuoco la facevano spiccare su tutto, persino su quelle pareti piene di libri maestosi che lui non si sarebbe mai potuto permettere! Inizialmente aveva pensato che fosse una ragazzetta antipatica e snob come qualsiasi principessa fosse mai esistita e invece era rimasta lì a guardarlo affascinata e gli aveva sorriso dicendogli che poteva continuare a leggere il libro se voleva: lei non ne avrebbe fatto parola con nessuno, a patto che lui acconsentisse a parlare di quelle meravigliose pagine che aveva amato assieme a lei.
Simon, rosso come un pomodoro, aveva annuito timidamente e aveva provato a tornare a leggere ma non ci era riuscito: quella incantevole principessa gli si era seduta avanti e lui non riusciva a distogliere gli occhi da lei. E così continuava ad essere. Non riusciva a staccare gli occhi da lei neanche per un solo secondo.
“Va bene, Sigismund?” chiese Magnus, Simon neanche ci fece caso quindi il Re gli schioccò due dita avanti agli occhi. “Diceva a me, Re Magnus?” chiese alzandosi velocemente dal letto sul quale Magnus lo aveva fatto sedere; dunque si beccò uno scappellotto dietro la testa seguito da un “Quante volte devo dirti che mi chiamo Magnus e non Re Magnus?” e due giacche alzate, una blu e l’altra rossa “Avanti, decidi quale vuoi”.
Simon guardò una e poi l’altra e poi tornò a guardarne prima una e poi l’altra e ancora fino a quando Magnus non sbuffò e abbassò entrambe.
“Insomma Sammael vuoi sposarti o no?” sbuffò “Di là hai la donna più bella sul pianeta che ti aspetta, cosa stai attendendo? Che ti piombi una giacca dal cielo?”.
Aprì la bocca per rispondere ma grazie a Dio la porta fu spalancata da un Alec sorridente, per la prima volta.
Aveva pensato per tanto tempo che il Principe lo odiasse; in fondo lui era solo uno stalliere che si era innamorato di qualcuno a cui non avrebbe mai neanche osato desiderare di avvicinarsi! Si sarebbe odiato a sua volta se fosse stato il fratello di Isabelle, insomma non lo aveva mai biasimato. E invece poi con il tempo aveva capito che Alec non lo odiava ma provava a proteggere in ogni modo possibile sua sorella e un po’ lo invidiava, anche, perché era riuscito a trovare qualcuno da amare che lo ricambiasse con la stessa forza con cui la amava lui, cosa che Alec pensava non gli sarebbe mai successa.
Vide lo sguardo dolce che Alec e Magnus si scambiarono e sorrise leggermente: Alec si sbagliava.
“Quale preferisci?” chiese Magnus mostrando le due giacche ad Alec e lui rise leggermente “Isabelle sarà in rosso se ti interessa saperlo” disse andando a sedersi al fianco di Simon che alzò gli occhi al cielo: e giacca rossa sarebbe stata!
 
*^*^*^*^*
 
Non ci era mai stato sotto i sotterranei ma era sempre stato curioso di vederli; li aveva sempre immaginati come ei cunicoli bui illuminati qui e lì da qualche torcia e in effetti era così, ma quell’unica cella disposta per il loro matrimonio era la camera più elegante che avesse mai visto in vita propria: la mano di Magnus era più che visibile nelle tante candele poggiate a terra e mezz’aria, nei piccoli boquet di rose bianche e rosse sparse qui e lì, nei drappeggi rossi poggiati su quello che in epoca medievale forse era stato un tavolo da sacrificio mentre in quel momento sarebbe stato il loro altare con tanto di croce posizionata dietro il posto che spettava a Magnus.
In realtà credeva che avrebbe già trovato Isabelle pronta a prendergli la mano e dirgli che sì, voleva sposarlo, e invece si ritrovò avanti un tipo dai tratti orientali come quelli di Magnus, che lo guardava come a dirgli di muoversi ad avvicinarglisi.
“Lui è Raji” disse il Re “Il mio tutto fare” rise leggermente dando una pacca sulla spalla all’uomo che rispose alla battuta con un sorrisino tirato “E ora è qui per presenziare al cedimento delle terre se sei disposto ad accettarle” Simon annuì. Magnus gli aveva già spiegato tutto, non doveva fare che prendere tra le mani quella penna imbevuta di inchiostro e firmare. Doveva solo scriverci Simon Lewis e sarebbe stato abbastanza ricco da poter vivere per sempre di rendita al fianco di Isabelle.
E sarebbe stato degno di Isabelle. Guardò un attimo il sorriso di Alec che in quel momento gli ricordò spudoratamente quello della sorella e sospirò: Isabelle gli aveva sempre detto che era stato sempre degno di lei, che non era vero che se la meritava di meno perché era solo un garzone.
Da quel momento in poi sarebbe stato vero.
Magnus si abbassò, prese la penna e firmò tre volte su tre carte diverse, poi gliela passò; la guardò per un secondo, indeciso se firmare davvero o meno. Stava davvero per firmare un foglio che lo rendeva possidente di terre di cui non conosceva neanche l’esistenza?
Guardò Magnus ed Alec e deglutì pesantemente, preso dalla voglia di scappare via, e invece si inginocchiò e firmò lì dove aveva firmato l’altro. Alzò lo sguardo spaventato su Raji che ora gli sorrideva e gli allungava una mano che strinse con incertezza. Raji piegò la pergamena che avevano firmato e si allontanò verso la porta della cella e poi verso il corridoio illuminato dal quale sbucò il principe Jace che gli fece un occhiolino.
Prese un grosso respiro e Magnus rise “Allora, come ti senti?” Simon deglutì e guardò Alec, lui lo capiva, ne era certo. Riusciva a leggerlo in quello sguardo blu divertito ma anche preoccupato.
“Sto per vomitare” rispose lui e nello stesso istante entrò nella cella Clary con i suoi rossi capelli a fare da tappeto alla donna più bella che fosse mai esistita, la donna che stava per sposare.
La guardò e si sentì ancora una volta l’uomo più fortunato sul pianeta. Isabelle avanzava nella cella con un grosso sorriso sulle labbra ad illuminare il viso vivo e felice scoperto da quei capelli lisci come la seta raccolti in un toppo alto sul quale poggiava una coroncina di oro rosso come la collana che portava al petto messa a posta per mettere in evidenza il prosperoso decolté grazie al pendente rosso che le aveva donato Magnus.
Isabelle si avvicinò fino a quando non gli fu avanti. La prese per mano e si girò poi verso Magnus che sorrise ad entrambi. La strinse forte, sentì il suo calore riscaldargli la mano ed ogni remora scomparve: nulla contava più dell’averla al suo fianco. Magnus iniziò a parlare, a dire cose, ad elargire su quanto fosse importante l’amore e quanto loro fossero un esempio di vero amore, ma non lo ascoltò davvero.
Non capì molto, almeno non fino a quando Isabelle non si girò felice verso di lui e lo baciò con trasporto, stringendoselo contro. Si erano baciati così tante volte eppure tutte quelle volte erano una diverse dalle altre; quella volta per esempio, ci sentiva ardore e felicità ma anche vittoria in quel meraviglioso bacio che sanciva, finalmente, la loro unione.
Isabelle era davvero diventata sua moglie.
 
*^*^*^*
Clary non aveva mai visto un matrimonio prima, certo aveva sempre pensato che sarebbe stato dolce e romantico ed emozionante ma di lì a piangere così tanto per un bacio!
Certo era in un momento un po’ destabilizzante; guardava Jace e pensava che forse l’idea dell’amore le piaceva. Forse era JAce a piacerle. Poi però guardava Magnus e lo vedeva così preso in quello che faceva, così felice, così appassionato agli altri: lui l’aveva cresciuta. Non poteva pensare di restare in Scozia solo per Jace. Eppure ogni volta che gli stava vicino sentiva quella scossa elettrica in tutta colonna vertebrale facendole venire voglia di aggrapparsi a lui per non lasciarlo mai più; anche in quel momento mentre camminavano sfiorandosi le mani le venne voglia di stringerlo a sé e dirgli tutto. Ma non lo fece.
Continuò in silenzio fino a quando non fu il biondo ad allungare la mano e stringere la sua così dolcemente da farle quasi pensare che si stesse immaginando tutto, dunque abbassò lo sguardo e vide che effettivamente le loro mani erano unite a formare un intreccio elegante e forte.
Forse il loro rapporto sarebbe potuto essere così forte da andare contro tutti i suoi timori?
Restarono in silenzio per altri dieci minuti, poi raggiunsero un piccolo spiazzato d’erba fresca su cui JAce si sedette trascinandola giù; gli cadde quasi tra le braccia, finendo con la testa sulla sua spalla.
“Scusa” disse lei con le guance rosse quasi quanto i capelli, ma Jace fece per tirarsela ancora più vicino.
“Jace…” mormorò lei quando ormai la distanza tra le loro labbra fu riconducibile ad una linea talmente sottile da permettere a stento all’aria di passarvici.
“Clary” sussurrò lui poggiando una mano a coppa sotto la sua mascella: la conteneva talmente bene che per un attimo si chiese come sarebbe stato poggiare il suo cuore tra quelle due mani calde.
“Devo confessarti una cosa” alzò lo sguardo nel suo e si ritrovò ad osservare due piccoli soli caldi e scoppiettanti: la cosa più bella che avesse mai visto. “Tra poco partirai ma io non voglio che tu vada via. Mi hai conosciuto, se c’è una cosa su cui Alec ha ragione quella è che non mi interessa nulla di chi mi circonda e meno che non sia qualcuno che amo estremamente come lui o Izzy o te.”.
Clary lo guardò a bocca aperta e mormorò un confuso “Me?”.
Jace dunque sorrise e annuì “Sembri così dannatamente delicata e invece si così forte e tenace da essere stata capace di rubare persino il mio cuore. Mi sono innamorato di te Clarissa e farei di tutto per chi amo. Ti prego di darmi la possibilità di dimostrartelo. Dammi una possibilità!”.
Clary spalancò ancora di più la bocca se possibile. Aveva una sola risposta in mente: sì.
Poi però penso all’espressione di Magnus, alla lettera di sua madre, a tutti quegli ‘Scappa da qui’ e tutti i no che Magnus le aveva rifilato prima di accettare che andasse con lui in Scozia: aveva provato a proteggerla in ogni modo possibile e lei invece si era innamorata di Jace, l’unico uomo al mondo che non avrebbe mai dovuto amare; lei si era innamorata di quel paese che la faceva sentire al suo posto nonostante il freddo che le scorticava la pelle. Lei si era innamorata dell’idea della vita che avrebbe potuto avere lì
Avrebbe voluto rispondere ‘Sono innamorata anche io e voglio restare qui con te per sempre’ e invece si alzò di scatto e senza dire nulla prese a correre, lasciando Jace a bocca aperta e talmente deluso da non considerare neanche l’idea di alzarsi e seguirla.
*^*^*^*^*
 
Magnus si chiuse la porta alle spalle e sorrise ad Alec che gli si buttò tra le braccia non appena furono di nuovo soli; era così bello vederlo allegro e felice eppure il solo pensiero che il giorno dopo avrebbe dovuto dirgli forse addio per sempre lo terrorizzava a morte. Era ormai diventato dipendente da quell’uomo, come avrebbe fatto a lasciarlo andare via?
Alec stracciò con forza la sua camicia e sorrise, vedendolo a petto nudo.
“Mi mancherà la tua bellezza” sussurrò abbracciandolo “E anche la tua pelle calda e liscia” gli lasciò un bacio sulle labbra e poi con delicatezza scese sul collo per non fargli vedere gli occhi pieni di lacrime.
Erano un paio di notti che ormai passava il proprio tempo sveglio ad osservare Magnus per imprimerselo bene nella mente e ricordarlo per sempre come il periodo più bello di tutta la sua vita. Non avrebbe mai voluto che finisse tutto in quel modo, ma cosa poteva farci? Non poteva davvero seguirlo, non poteva abbandonare la sua vita per un sogno d’amore.
“Allora vieni con me” mormorò Magnus staccandosi leggermente da lui per guardarlo negli occhi “Vieni con me e non dovrai più piangere o sentirti fuori posto! Vieni con me e la notte non dovrai più restare sveglio per guardarmi mentre fingo di dormire nell’attesa che ti addormenti a tua volta per poterti guardare e pensare a quanto sia stato fortunato ad averti” Alec alzò lo sguardo lucido nel suo e scosse la testa “Io sono stato fortunato” disse deglutendo le lacrime. “E puoi ancora esserlo, allora!” provò a convincerlo ancora una volta Magnus. “Puoi scegliere me”. Ma non si trattava di scegliere tra suo padre e Magnus, vero?
Si trattava di scegliere chi voleva essere: il prossimo Re infelice o un nessuno estremamente felice?
“Devo scegliere me” mormorò Alec, pentendosi subito dopo delle sue parole quando Magnus bruscamente si allontanò da lui per spogliarsi ed infilarsi sotto le lenzuola “Pensavo che avessi fatto questo fino ad ora” disse, massaggiandosi le tempie. “Non ho voglia di litigare, Alexander”. Alec si morse il labbro inferiore e si sedette sul letto ma Magnus per allontanarlo incrociò le braccia sul petto “Sono stanco”.
Alec sospirò “Non volevo dire quello” scosse la testa “Intendevo dire che devo decidere chi voglio essere”.
Magnus scosse la testa “E chi vuoi essere?” chiese, poggiando la testa allo schienale del letto.
“Una persona felice, Magnus” rispose dunque Alec togliendosi i vestiti per raggiungerlo sotto le pesanti coperte di pelliccia. “E io ti rendo felice?” domandò Magnus tirandoselo più vicino e sorridendo quando Alec annuì e gli prese il viso tra le mani “Sei la mia felicità” mormorò Alec “Ma non so se…” ‘se mio padre accetterà’. Magnus annuì “Ho un modo per far sì che tuo padre accetti” gli alzò il viso con un indice “Devi solo fidarti di me, mhm?” Alec annuì. “Mi fido di te, ma non…” chiuse gli occhi abbracciandolo più forte, la testa sul suo petto, il suo cuore che gli martellava nelle orecchie. “Non?” domandò Magnus.
“Non voglio discutere di questo ora. Voglio solo ringraziarti” mormorò allungandosi leggermente per lasciare un bacio all’angolo del suo labbro. “Per cosa?” sorrise Magnus “Non ho ancora fatto nulla!”.
“E invece sei stato capace di rendere non una ma tre persone felici! Hai dato a mia sorella e Simon quello che meritavano e hai dato a me una cosa che non pensavo avrei mai avuto: l’amore” Magnus scosse la testa, zittito per la prima volta in vita sua. Non sapeva cosa dirgli dunque catturò le sue labbra e lo abbracciò: avrebbe fatto di tutto per renderlo felice, anche minacciare suo padre.
Lo strinse forte a sé e sperò che quella non sarebbe stata la loro ultima notte; sperò che sarebbe stata l’ennesima di tante altre, di tanti altri baci e abbracci e orgasmi e felicità.
Perché anche lui come Alec, da piccolo aveva sempre sperato di poter essere un uomo felice da grande e Alec, il suo Alexander, lo rendeva felice.
  
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