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Autore: Mirae    26/03/2018    2 recensioni
Alla fine della Seconda Guerra Magica, Kingsley Shaklebolt convince il Wizengamot ad avviare una serie di controlli clinici sui sopravissuti. In questo modo, si scopre che molti anni prima Lucius Malfoy si era macchiato di un crimine orrendo: come reagiranno i protagonisti e come verranno influenzate le loro vite e quelle di chi li attornia? *Blamione* liberamente ispirata all'omonimo romanzo di Dot Hutchison.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Signori Granger | Coppie: Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Lucius/Narcissa
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Capitolo 3

 
Quella notte a Sydney fa veramente freddo, tanto che in casa  Wilkins il riscaldamento è acceso. All’improvviso, il campanello fa sobbalzare nel letto i due coniugi.
«Spero non sia uno scherzo, o giuro su quant’è vero che esiste il Polo Nord che rispolvero il mio porto d’armi», Daniel scosta di mala voglia il piumone e indossa una giacca da camera bordeaux, prima di dirigersi verso l’ingresso. Anche Jane indossa una pesante vestaglia sopra la camicia da notte e lo segue.
«Chi è?»
«I signori Granger?» Chiede una voce rauca.
Daniel non risponde subito: dopo che Hermione aveva ridato loro la memoria, assieme alla moglie aveva deciso di mantenere il cognome fittizio, almeno finché non sarebbero tornati in Inghilterra, quindi chi poteva conoscere il loro vero cognome?
«Sì…», risponde alla fine, deglutendo.
«Siamo gli Auror Ryen e Lae del Dipartimento di Sydney. Dovremmo parlare con lei e sua moglie, per favore», si presentano.
Il primo pensiero che si presenta nella mente è che possa essere successo qualcosa alla loro Hermione, così, con le mani tremanti, schiaccia il pulsante che permette al portoncino in ferro bianco di aprirsi.
Appena entrati, i due Auror si tolgono il pesante mantello in pelle di canguro, mentre Jane va in cucina a preparare un tè caldo.
Daniel li fa accomodare nel salotto: alle pareti bianche sono appesi alcuni quadri etnici, mentre i divani di pelle nera spiccano sui tappeti rossi.
«Bella casa», comincia Lae.
«Grazie. A mia moglie piace lo stile etnico, mentre io preferisco qualcosa di più moderno», afferma Daniel, cercando di mettere a proprio agio gli ospiti, anche se preme per sapere quale motivo ha spinto due maghi a suonare alla loro casa alle due di notte, ma si rende conto che non è un argomento da toccare senza la presenza di Jane.
«La capisco. Anche mia moglie riempirebbe casa nostra di quante più suppellettili possibili», interviene Ryen.
«Eccomi, spero che il tè sia di vostro gradimento», sopraggiunge Jane.
«Grazie, è proprio quello che ci vuole con questo freddo. I turisti che arrivano dall’altra parte del mondo, non si rendono conto che anche qui da noi le temperature possano non essere sempre miti», conviene ancora Ryen.
«In effetti, è stata una sorpresa per noi, quando siamo arrivati, l’anno scorso a giugno», afferma Jane.
«Spero che nel frattempo vi siate ambientati», dice Lae.
«Sì, siamo stati fortunati nel trovare molta ospitalità, ma è la prima volta che il comitato di benvenuto viene di notte»: Daniel cerca di scoprire il motivo della visita.
Ryen appoggia la tazza sul piattino e tira fuori una magifoto: il volto di un mago biondo sorride beffardo al Babbano.
Daniel guarda l’immagine e poi la passa alla moglie: «Sinceramente, signori, non capisco. Chi è il ragazzo in foto?»
«Nel Mondo Magico inglese è conosciuto come Draco Malfoy, ultimo erede in vita di una delle più importanti famiglie magiche», asserisce Lae.
«Non capisco. C’entra con Hermione? Le ha fatto qualcosa?» Chiede Jane, posando sul tavolino di cristallo la magifoto, quasi iperventilando.
«Se abbia fatto qualcosa a vostra figlia, ci dispiace, ma il Ministero inglese non ci ha informato. Quello che ci hanno detto però coinvolge sia lei che voi», le risponde sempre Lae.
«In che modo?» Anni di pratica odontoiatrica hanno insegnato a Daniel a mantenersi calmo sempre, indipendentemente dalla situazione, eppure, ora, è un fascio di nervi, anche se l’unica cosa che lo tradisce è il continuo aprirsi e chiudersi dei suoi pugni, appoggiati sulle ginocchia.
«Dopo l’ultima guerra che ha sconvolto il Mondo Magico inglese, il ministro in pectore ha deciso di avviare un controllo clinico a tappeto su tutti i sopravvissuti. Ecco, durante questo controllo è emerso che sia vostra figlia che il signor Malfoy hanno lo stesso tipo di sangue, non riconducibile alla semplice presenza della magia», cerca di spiegare Ryen.
Jane trattiene il respiro, portandosi un pugno alla bocca e stringendo con l’altro un lembo della vestaglia, all’altezza del ginocchio: «Daniel…»
«Esattamente, che cosa significa questo, signori?» Chiede l’uomo, il cuore a mille.
«Da un’ulteriore verifica, pare che sia emerso un legame di parentela tra i due ragazzi. Ora, dalle note biografiche di vostra figlia, pare abbiate avuto due gemelli il 19 settembre 1979, ma il maschietto risulta rapito pochi giorni dopo, e mai più ritrovato. È corretto?» Li informa Lae.
«Sì, esatto. Pensate sia lui, giusto?» Daniel non osa porre quella domanda a voce alta.
«L’incantesimo effettuato non lascia dubbi al riguardo», lo rassicurano i due uomini.
«Perché Hermione non ci ha detto nulla?» Si insospettisce Jane.
«I due ragazzi non sanno di questo loro legame: sono solo a conoscenza di una non meglio specificata anomalia del sangue. Si tratta di due adolescenti sopravvissuti a qualcosa di molto più grande di loro: i Medimaghi temevano una loro possibile reazione a una verità così sconvolgente», afferma Lae.
«Tra lo scoprire di avere una sorella e credere di avere chissà quale malattia, io non avrei dubbi su che cosa preferire», borbotta Daniel, mentre lacrime di felicità cominciano a scorrere sul viso di Jane.
«Non è così semplice, purtroppo: i due ragazzi sono cresciuti secondo valori opposti e quindi necessitano di essere preparati adeguatamente. Nel frattempo, il Ministero inglese ha ritenuto fosse meglio informarvi il prima possibile». L’Auror Anziano Ryen allunga al padrone di casa due biglietti aerei per Londra con la partenza indicata per le ore 16 di quello stesso pomeriggio.

 
§ § § § § § § § § §
 
Da quell’inetto di Vaughn se lo era aspettato, ma mai avrebbe immaginato che Lord Annwyn, da sempre il suo referente al Ministero, sarebbe entrato nell’Aula del Wizengamot passandogli a pochi centimetri senza neanche degnarlo di uno sguardo: e dire che fino a poco prima della guerra, tutti i Saggi lo consultavano, prima di un’udienza. Facile calpestare il corpo di un nemico a terra, ma lui non era morto: si sarebbe risollevato e avrebbe riso in faccia a tutti quei parrucconi.
«Signor Malfoy, le stavo suggerendo…», il Legismago richiama la sua attenzione.
«Sì, ho compreso la sua strategia, che non è la mia», controbatte Lucius, squadrandolo dall’alto in basso.
«Forse non ha ben compreso, SIGNOR Malfoy che i tempi di LORD Malfoy sono finiti», lo redarguisce, calcando sui titoli.
«Questo è tutto da vedere», borbotta Lucius.
L’usciere che annuncia l’inizio della seduta impedisce al Legismago di rispondere a tono al suo cliente.
«Legismago Herni, come si pronuncia il suo cliente?» È la prima domanda del Ministro della Magia.
«Colpevole, signor Ministro. Per questo, il signor Lucius Malfoy si appella alla clemenza del Wizengamot».
Un brusio attraversa gli spalti dove siedono i Saggi, che si interrompe quando Lord Annwyn si alza in piedi: «Esattamente, Lord Malfoy», gli riserva il vecchio titolo, quasi a scusarmi per il comportamento di poco prima, «come pensa di ottenere clemenza per il suo crimine?»
«Io non ho commesso nessun crimine, Lord Voldemort aveva minacciato mia moglie e mio figlio», sottolinea.
«Quando dice “figlio” intende il mago conosciuto come Draco Malfoy?» Gli domanda un altro Saggio.
«A questa domanda ho già risposto agli Auror», risponde serafico il biondo.
«Le ricordo, Lord Malfoy, che essendosi appellato alla clemenza di questa Corte, si è impegnato a rispondere con la massima sincerità a tutte le domande che i Saggi le sottoporranno», gli ricorda il Ministro della Magia.
«In questi ultimi giorni il mio cliente è stato sottoposto a un forte stress, per questo a volte può apparire leggermente insolente», interviene il Legismago Herni.
«Resta il fatto che non ha risposto a una domanda postagli dal Wizengamot», continua Shacklebolt.
«Signor Malfoy, le cose per lei si stanno mettendo male: credo le convenga mettere da parte la sua aria insolente», gli sussurra all’orecchio il suo difensore.
«Si stanno mettendo male grazia alla sua inettitudine», gli risponde, sempre sottovoce Lucius, ma guardando negli occhi il Ministro.
«Sì», risponde infine a voce alta, «mio figlio è Draco Lucius Malfoy».
«Dai documenti pervenutaci dal San Mungo, risulta che il mago conosciuto come Draco Lucius Malfoy non appartiene alla sua famiglia», interviene Lord Vaughn.
«Come tutti voi sapete, gli Alberi Genealogici non mentono: se non fosse veramente mio figlio, il suo nome non sarebbe mai comparso sull’Arazzo. E invece…», lascia la frase in sospeso, accompagnandola con il suo solito sorriso supponente.
«E invece…», lo incalza il Ministro.
«Invece, la sera del 5 giugno sull’arazzo di famiglia è apparso un ramoscello col nome che io e mia moglie avevamo scelto per lui», ghigna soddisfatto, sedendosi.
«Quello che ha detto in effetti combacia con quanto afferma il Medimago Zed…», borbotta Kingsley, sfogliando alcuni documenti.
Lucius non gli dà tempo di terminare la frase: «Quindi, conviene anche lei, Ministro che io sono innocente e che il Wizengamot mi ha assegnato un Legismago incompetente solo per sbattermi ad Azkaban per un motivo alquanto… futile».
«Io non definirei un rapimento… futile», Kingsley sottolinea lo stesso termine usato dall’imputato, mentre osserva la carnagione di Herni diventare rapidamente color gambero arrostito.
«Di quale rapimento sta parlando, Ministro? Lo ha constatato anche lei che il mio racconto collima perfettamente col resoconto dei suo Medimaghi».
«Primo: i Medimaghi che lavorano al San Mungo sono professionisti seri che non sono di proprietà di nessuno, se non di essi stessi, quindi, men che meno sono “miei”», lo redarguisce Kingsley, con voce roca. «Secondo: come sanno tutti i maghi, quindi presumibilmente anche lei, il ramoscello non appare il giorno della nascita, bensì si dipana dai due rami che appartengono ai genitori nel momento stesso del concepimento. Alla luce di ciò, mi pare evidente che la sera del 5 giugno lei abbia rapito un neonato e gli abbia dato il suo nome. Ora, la mia domanda è: “Perché proprio un Natobabbano? La purezza del sangue non è forse tutto per i Malfoy e i Black?»
«Che cosa c’entrano adesso i Black?» Lucius parte in attacco, grato che il Ministro, senza rendersene conto, gli abbia appena offerto un’occasione per non rispondere.
«Sua moglie non è forse una Black? Lady Narcissa Black sposata con Lucius Abaxas Malfoy il 26 agosto 1975, risulta sull’atto di matrimonio in mio possesso: è corretto?» Lo interroga il Ministro.
«Sì, è corretto, ma non vedo che cosa c’entri», Lucius comincia a tentennare.
«Se il mago conosciuto come Draco Lucius Malfoy è veramente vostro figlio, è evidente che sia stato lei a partorirlo, quindi in questa faccenda Lady Narcissa Black in Malfoy c’entra, eccome! Allo stesso modo, se il mago conosciuto come Draco Lucius Malfoy è in realtà Dorian Albert Granger, come si evince dai documenti del San Mungo, lei è complice del rapimento, quindi, anche in questo caso c’entra perfettamente», gli spiega, calmo, Kingsley.
«È pregato di lasciare mia moglie fuori da questa storia, Ministro», afferma a denti stretti Lucius: le sue labbra quasi non si muovono mentre pronuncia queste parole.
«Quindi ammette di aver rapito un neonato Natobabbano e aver fatto uso di magia oscura perché apparisse il germoglio sull’Arazzo di famiglia?» Domanda un Saggio del Wizengamot.
«Nessun uso di magia oscura», controbatte Lucius.
«Però non nega il rapimento», interviene ancora una volta Kingsley.

 

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Come sempre, ringrazio tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate e che lasciano un segno del loro passaggio, come anche chi preferisce leggere in silenzio.

RIcordo che questo racconto, oltre a essere ambientato nel magico mondo creato da J. K. Rowling, è anche liberamente ispirato al capolavoro di Dot Hutchinson ("Il giardino delle farfalle", appunto), di cui tra qualche mese dovrebbe uscire il seguito.
Per chi è interessato, questa è la mia pagina facebook: http://www.facebook.com/TheMiraesDream/

   
 
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