Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ylpeis    27/03/2018    5 recensioni
[CrossDressing][Isabel&Eren!Twins][Ereri]
Isabel ed Eren, gemelli fin troppo simili per la sfortuna di Eren che si ritroverà coinvolto nelle oscure macchinazioni della sorella bisognosa di giorni di ferie extra.
Dal capitolo:
Quando uscì la fulminò. «Non dire una parola diversa da Caraibi»
La vide portarsi le mani al viso e squittire eccitata battendo le mani per poi afferrarlo per un braccio e trascinarlo vicino all'anta-specchio del grande armadio.
Anche se non voleva ammetterlo erano uguali. «E adesso lezione di Make-up!»
A cosa aveva acconsentito di partecipare!? «Isa-» Provò a supplicarla ma lei aveva già afferrato pennelli, trucchi e chissà-che altro. Deglutì mentre il terrore si faceva strada dentro di sé.
Sarebbe stata una settimana molto lunga!
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Farlan Church, Hanji Zoe, Isabel Magnolia, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Un anno dopo]

Il caldo sole dei Caraibi gli scaldava la pelle penetrandogli fin dentro le ossa, la leggera brezza oceanica che spirava rendeva ancora più piacevole il tutto.
Allungò una mano afferrando la bibita ghiacciata che faceva bella figura di sé con quelle sensuali goccioline che scivolavano sulla superficie liscia del vetro e la portò alle labbra assetate.
Il mare davanti ai suoi occhi era troppo invitante e lui non era di certo un tipo che sapeva resistere alle tentazioni, era più che intenzionato a correrci dentro il prima possibile.
Dopo essersi dissetato spostò la sua attenzione verso il corpo disteso al sole vicino a sé, aveva personalmente cosparso di crema solare l'incarnato pallido per evitargli un'ustione. Sorrise girando il busto nella sua direzione.

I capelli corvini erano spinti all'indietro lasciandogli la fronte libera. Il compagno odiava quando lo baciava in testa da in piedi, -lamentandosi di come lo facesse sentire basso- forse da stesi era diverso.
Si allungò sopra alla figura dormiente. «Non ci provare» Un tagliente occhio grigio lo inchiodò, l'altro era ancora coperto dal braccio che teneva sul viso per coprirsi dalla luce eccessiva.
Inutile dire che se ne fregò bellamente contravvenendo all'ordine, depositando un sonoro bacio sulla fronte, poi, per nulla intimorito da quella che doveva essere un'occhiataccia, spostò il braccio per continuare nella sua discesa fino ad arrivare alle labbra che catturò in un bacio. Dapprima il compagno gli bloccò l'accesso serrandole, ma, grazie alla sua determinazione, ottenne di fargliele schiudere e riuscì ad approfondire il tanto sospirato bacio.
Sentì una leggera pressione che lo invitò ad allontanarsi. «Moccioso sei pieno di sabbia»
Sbuffò. «Anche tu!»
«Sì ma io ho il costume, tu sei davvero pieno di sabbia» Sottolineò il pieno allungando una mano verso il suo culo sodo e nudo, approfondì il contatto violando leggermente l'apertura del minore «Direi che non sarebbe piacevole» Poi ghignò appena «Ma non ci hai mai tenuto tanto ai tuoi attributi visto come li maltratti»
Si scostò indispettito, aveva colto il poco velato riferimento alla famosa settimana che continuava a rinfacciargli anche a distanza di un anno.
«Necessità, e poi direi che funziona ancora benissimo!» Si limitò a rispondere allusivo mentre la familiare eccitazione iniziò a pulsare leggera sul fianco del maggiore.
«Potrei sempre lavarmi» Disse con un leggero cenno della testa verso l'oceano alle loro spalle.
«Vuoi morire per caso? Hai mangiato mezz'ora fa!» Lo ammonì Levi «Ricordati che i soccorsi potrebbero metterci un po' a raggiungerci». E ciò era vero, il corvino gli aveva stravolto quel viaggio-premio.
Giusto il giorno prima era convinto che avrebbe dovuto soggiornare da solo in un albergo, trattamento di lusso ovviamente, ma niente a che vedere con la villetta con annessa spiaggia privata che gli aveva permesso di mantenere fede al suo giuramento di affrontare i Caraibi da nudista... ah e chiaramente il tutto insieme a Levi che l'aveva raggiunto a sorpresa, rendendo quella vacanza davvero perfetta.
«Vorrà dire che mi farai la respirazione artificiale» Ghignò di rimando ammiccando all'occhiata severa del corvino. «Puoi sempre accompagnarmi» Gli soffiò nell'orecchio per poi correre verso l'acqua.

Levi... quell'uomo era stata una vera scoperta, dopo che la verità era emersa non aveva avuto più contatti con l'uomo.
Isabel era stata ripresa con una settimana non pagata di sospensione da lavoro. In seguito le aveva allungato il contratto temporaneo di altri sei mesi e le aveva precluso i permessi ai soli certificati per problemi di salute.
La sorella aveva preso più che bene la punizione, era certa che l'avrebbe licenziata.
Aveva avuto anche lui il suo colloquio lavorativo e, nonostante fosse certo che si trattasse di una mera formalità, gli aveva concordato un periodo di prova che si era concluso nel migliore dei modi.
Era diventato l'assistente personale del capo; i colleghi dell'ufficio dopo aver scoperto la verità erano rimasti alquanto stupiti.
«Se li ho tutti e due presenti posso essere sicuro che non si siano scambiati» era stata la replica del capo per spiegare la presenza del gemello.
Lavorare a stretto contatto con l'uomo gli aveva solo confermato quanto fosse eccezionale e se i primi tempi era convinto che non sarebbe stato un problema la sua cotta, col passare delle settimane si era ritrovato a perdersi in quegli occhi taglienti come una lama e a pendere da quelle labbra sottili capaci di inenarrabili imprecazioni; e ogni volta si ritrovava a perdere il doppio del tempo per finire delle banali operazioni d'ufficio.
Era stato un colpo di fulmine in piena regola e la conferma che quell'uomo era stato in grado di riconoscerlo solo grazie alla chimica che li univa era stato il colpo di grazia.
Sentì una leggera tensione all'inguine mentre si tuffava in mare e due braccia lo abbracciavano poco dopo.
«Sei un maledetto moccioso» Si sentì trascinare nell'acqua e rapire le labbra in un bacio salato. Levi si era anche dimostrato inaspettatamente passionale e romantico.

Il loro primo appuntamento ufficiale era partito nel peggiore dei modi, tutto per colpa della sua ingenuità.
Il corvino era stato troppo vago e lui troppo fra le nuvole creando un'abbinata terribile. Il risultato?
Che Levi si era presentato sulla porta dell'appartamento che ancora condivideva con la sua gemella, vestito di tutto punto con tanto di omaggio floreale per lui, e lui che gli aveva aperto la porta in tuta. Gli aveva pure rivolto un'occhiata mista tra lo sorpreso e il risentito. «Isa è per te» Aveva sbottato acido alla sorella che se ne stava in camera a farsi bella per il suo cavaliere.
Isabel arrivò trafelata dalla camera da letto. «Ma sei stupido o cosa?! Esco con Farlan imbecille! Perché di punto in bianco dovrei uscire col capo!?» La sorella sospirò. «Vatti a cambiare, ci penso io»
I dieci minuti che ci mise a cambiarsi furono i peggiori della sua vita, era convinto che fosse per Isabel, il pomeriggio l'aveva sentita litigare aspramente con Farlan e subito dopo l'aveva vista parlare con Levi tutta concitata.
Era rientrato in salotto guadagnandosi un'occhiataccia da Isabel che tornò in camera sua lasciandolo con Levi.
Notò in quel momento il fiore che gli aveva portato, un'orchidea blu, ne accarezzò un petalo. «Non mi hai capito oggi?»
Ricordava ancora perfettamente il tono freddo e deluso dell'uomo e ricordava altrettanto bene quanto si sarebbe voluto seppellire, lui era più che certo che fosse una battuta! E pensare che aveva iniziato lui quella cosa dello dire la verità ridendo...
Quella mattina mentre stava archiviando della documentazione il suo stomaco aveva brontolato sonoramente e Levi aveva replicato dicendogli che avrebbe provveduto a portarlo a cena per evitare di rischiare di essere mangiato vivo.
Non era una battuta, per niente, e per evitare ulteriori dubbi mentre stavano uscendo dalla porta di casa aveva preso il coraggio a quattro mani afferrandolo per una spalla e dandogli un bacio leggero. Aveva voluto provare il tutto per tutto, era pronto a qualunque conseguenza il gesto avventato avrebbe potuto portare, l'imbarazzo si era dipinto sul viso del maggiore, però notò come fosse riuscito a cancellare quell'espressione delusa.
Era così che avevano preso a frequentarsi.
In seguito avrebbe scoperto che quel fiore racchiudeva un significato più profondo, con la sua sola presenza parlava di coraggio e mancanza di timore.

E ora eccolo lì avvinghiato all'uomo che era riuscito a riconoscerlo nei panni di un'altra persona, all'uomo che lo amava oltre la forma.
Sentì la presa ferrea sul bacino attirarlo all'indietro facendolo sbattere contro la prominente erezione, lo sguardo passò dal corvino alla spiaggia dove solo in quel momento notò il costume abbandonato.
«Non sopporto la sabbia ma in acqua è un'altra storia» Gli sussurrò all'orecchio afferrandone poi il lobo con i denti e mordicchiandolo appena, Eren buttò la testa all'indietro appoggiandola sulla spalla mentre le mani dell'altro vagavano sul suo corpo.
«Sei più- intrapre-ndente del solito» Riuscì a concludere fra un gemito e l'altro mentre le carezze si facevano via via più decise e insistenti.
«Non puoi pretendere di starmi intorno nudo tutto il giorno senza che reagisca»
La risata fu interrotta da un gemito più alto degli altri. «E se ci fosse- qualcuno»
Levi gli afferrò il mento e lo girò verso il viso. «Lascia che guardi» Concluse in un soffio riprendendo a baciarlo.

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Lui odiava il caldo, il mare e la sabbia, però amava la pelle calda del moccioso, il mare che albergava nelle sue iridi e la sabbia che continuava a portargli tra le lenzuola.
Dopo aver concluso la discussione in acqua erano tornati a stendersi sulla spiaggia privata.
La proposta di Smith gli era sembrata fuori luogo e sapeva bene che accettare l'avrebbe portato a dover qualcosa all'amico di vecchia data ma l'entusiasmo di Eren ripagava qualunque affare gli avrebbe proposto il biondo.
Quella villetta era decisamente un compromesso che poteva sopportare per soggiornare in quella meta troppo lontana dai suoi canoni.

Sentì una botta nel fianco e deviò l'attenzione dal libro al ragazzo; era un'impresa dormire con Eren, si muoveva tutta la notte e ogni tanto parlava nel sonno. Nemmeno la vacanza e le giornate passate in acqua sembravano stancarlo.
Riprese la lettura del libro da dove l'aveva lasciata, era abituato a dormire poco e non era di certo un problema; poi da quando c'era il bruno nella sua vita aveva notato che si svegliava sempre più riposato, Hanji continuava con quella storia dell'anima gemella e del pansessualismo.
A lui non interessava come si chiamasse il suo disturbo o come doveva definire Eren, finché era lui ciò gli bastava.
Un nuovo colpo lo distrasse.
«Considerami» La voce di Eren attutita dai cuscini gli arrivò alle orecchie.
«Lo sto facendo» Cavò gli occhiali da lettura ma tenne il libro tra le mani, sapeva come sarebbe finita ma si divertiva a stuzzicare il minore. «Non è vero! Dai più attenzioni a Wilde che a me»
«Non ti sazi mai?» Esalò sbuffando.
«Ma- Ma che hai capito?!»
«Guarda che il tuo amico parla per te...» A quell'osservazione il castano afferrò bruscamente il lenzuolo portandolo fin sopra al bacino. «Maniaco! Mi vuoi solo per quello» Sbottò poi finto offeso.
Si decise ad appoggiare il libro e dedicargli la sua più totale attenzione vedendolo arrossire per l'intensità dello sguardo che gli dedicò.
«Non è colpa mia se appena puoi lanci via le mutande» Da quando avevano messo piede su quell'isola l'aveva visto vestito solo ai pasti.
«Tu non hai idea di quello che ho sopportato in quella settimana, poi per colpa tua...» Bofonchiò qualcos'altro che non capì bene.
«Come prego?»
«Non te lo dico» Concluse facendogli la linguaccia. «Ah è così?»
In un attimo gli fu sopra e prese a fargli il solletico alternando il tocco delle mani con quello delle labbra, ottenendo di rimando risate e sospiri.

Eren l'aveva rovinato, non era così prima di incontrarlo, quindi era tutta colpa sua. Gli baciò un pettorale per poi afferrare un capezzolo tra i denti tirando appena.
«LevI!» Sussultò sotto a quella particolare attenzione.
Quando l'aveva invitato a cena, usando la sua stessa tattica non pensava fosse così stupido da fraintendere e invece quando era arrivato a casa sua per poco non si ritrovava la porta sbattuta in faccia.
L'attesa in compagnia di Isabel era stata un'esperienza particolare, la ragazza continuava a rassicurarlo sulle reali intenzioni di Eren e lui più di una volta aveva sbuffato nascondendo la sua reale ansia. Credeva di essersi spinto troppo oltre e di aver interpretato male i gesti di Eren.
Poi l'irruenza del giovane aveva dissipato qualunque dubbio sfociando in quel bacio rubato sull'uscio.
In seguito avevano preso a frequentarsi in pianta stabile ed era riuscito a spiegare al ragazzo che poteva anche essere un gigante alto 15 metri ma lui l'avrebbe amato lo stesso; in risposta a quell'ammissione Eren aveva messo in dubbio la sua sanità mentale prendendolo in giro.
All'inizio non riusciva a credergli e l'accoglienza che aveva ricevuto alla loro prima uscita era solo un assaggio dei dubbi del minore, ma poi col tempo era riuscito a farglielo capire e ora non osava più mettere in dubbio ciò che diceva.

Ma non era il momento di distrarsi, doveva scoprire cosa aveva bofonchiato il moccioso.
Continuò con quella tortura finché il ragazzo sotto di lui gemette più sonoramente.
«Pietà- mi arrendo» Aveva il fiatone e quella particolare attività fisica l'aveva fatto sudare leggermente ma Levi rimase dov'era, ben piantato sul suo bacino con i polsi ben saldi nella sua stretta.
«Tu e la tua maledetta pronuncia» Sbuffò, le guance arrossate e gli occhi puntati sulle sue labbra assorto in chissà quali pensieri.
«Was meinst du?» [Cosa intendi dire?]
Il ragazzo sotto di sé emise uno strano verso strozzando un gemito e sentì il familiare turgore animarsi. «Ah ich verstehe...» [Ah, ho capito]
Adorava tutte le reazioni di quel moccioso feticista della lingua tedesca. “E poi sono io quello con i gusti discutibili” Pensò sconsolato.
Lo sguardo di Eren era puntato sempre sulla sua bocca, schioccò la lingua sul palato per poi premiare l'interesse malcelato del ragazzo.
«Mein Geist war ein verzehrend Feuer, mein ganzes Herz zerfloß in Glut» [Il mio spirito era un fuoco ardente, il mio cuore intero una brace]
Non fece in tempo ad aggiungere nient'altro che il ragazzo lo afferrò per il mento tirandoselo vicino e baciandolo appassionatamente.
«Almeno adesso non rischio di rimanere evirato» Fu il commento divertito che seguì il bacio.
Fra un bacio e l'altro gli raccontò come quel suo primo Lied detto più per provocazione che per altro l'avesse obbligato a chiudersi in bagno suscitando la curiosità di Hanji.
«Ti prego non nominarla, non ora» Il tono supplichevole fece ridere il compagno che lo coinvolse nuovamente in un bacio bagnato distraendolo dal pensiero della castana pazza che li attendeva al loro ritorno a casa.

Quel ragazzo era riuscito a sconvolgerlo nel peggiore dei modi e ancora faticava a comprendere la complessità del sentimento che li univa.
Le mani calde vagavano sul suo corpo provocandogli brividi di piacere che lo scuotevano dalla testa ai piedi; non gli interessava che fosse un maschio o che fosse più giovane. Gli importava solo che fosse Eren, quel folle che aveva deciso di vestire i panni della sorella in un gesto decisamente troppo accondiscendente e che li aveva portati a conoscersi in un modo inaspettato ma coinvolgente per entrambe le parti.
Aveva amato quegli occhi verdi decisi e passionali dal primo momento che li aveva incrociati, li aveva riconosciuti ancor prima di conoscerlo ed era certo che li avrebbe riconosciuti in mezzo a miliardi di altri volti.
Le labbra di Eren erano morbide e calde e saggiavano sapientemente le sue carni lasciandosi dietro una scia umida e arrossata, lo lasciava fare, nell'ultimo anno avevano imparato a conoscersi e sapevano esattamente cosa piaceva e cosa non piaceva al compagno.
Per quanto Eren, di giorno e in qualunque luogo si trovassero, gli faceva notare quanto fosse bravo a ricordare tutte le cose che lo indispettivano: dai baci in testa a quelli schioccati direttamente dentro al timpano; di notte gli dimostrava quanto ricordava le cose che più lo aggradavano: dai baci umidi depositati lungo la linea che partiva da dietro l'orecchio -quanto amava le labbra del compagno in quel punto- e scendeva fino ad arrivare al pettorale per poi concludere la sua esplorazione sul capezzolo turgido.
Sospirò afferrando con la mano la testa castana del compagno.
Amava anche come nel frattempo la mancina gli accarezzasse in maniera sfuggevole la pelle della schiena, per quanto fosse sgraziato e poco delicato nel quotidiano, in quei momenti diventava l'amante perfetto.
Quel tocco fugace e appena accennato con cui usava vezzeggiarlo aveva il solo scopo di alimentare il suo desiderio carico di aspettativa mai delusa dal minore, i polpastrelli percorrevano le linee dei suoi muscoli tesi facendoli vibrare sotto alla sua lieve pressione come il più esperto dei musicisti.
Alle volte si chiedeva se fosse sempre la stessa persona da tanto che lo stupiva, suscitandogli ogni volta le più sincere delle risate.
Percorreva la leggera linea della spalla saggiandone i confini con la scapola fino ad arrivare al centro della schiena e scendere lungo la spina dorsale dove, grazie al solo calore della mano dell'amante, si arcuava facendogli protrarre il dorso che veniva vezzeggiato con altre miriadi di baci.
«E- Eren»
La sua tacita richiesta veniva ignorata ogni volta mentre continuava con la sua esplorazione fino ad arrivare a sfiorare i glutei allenati e spingersi fra essi con le dita alimentando l'ansante aspettativa del corvino.
«Du überlässt mir der Befehl so Leicht?» [Mi lasci il comando così facilmente?] Non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma anche lui aveva un debole per quella lingua così ruvida, soprattutto quando veniva snocciolata da quella bocca peccaminosa.
E sì, se glielo chiedeva con quel tono lascivo gli avrebbe lasciato fare qualunque cosa.

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Amava Levi, amava come col tempo gli avesse lasciato libertà di azione nei loro momenti di intimità.
All'inizio era stato perentorio e non gli aveva concesso nulla di più di qualche affondo di falangi e lui era sottostato alla richiesta senza forzare la mano più di tanto, nelle precedenti relazioni Levi era sempre stato attivo: sia per ovvi motivi con le donne che con gli uomini.
E la sua indole dominante non era stata facile da sottomettere.
Poi col passare dei mesi e la crescente fiducia che avevano alimentato reciprocamente era arrivato a guadagnare anche quel diritto.
Le prime volte era andato con calma facendo affidamento su tutto quello che aveva imparato dalle precedenti relazioni in cui era stato attivo e quello che aveva imparato sottostando alle attenzioni di Levi.
Aveva esplorato il corpo del maggiore con reverenza e rispetto, lasciandogli immaginare di volta in volta il piacere che avrebbe potuto provare se gli avesse dato completa fiducia.
E tutti i suoi sforzi erano stati ripagati.
Levi era arrivato ad avere completa fiducia in lui.
Dopo quasi un anno di relazione erano compagni e amanti.
La fiducia che gli aveva accordato nella vita di tutti i giorni non era da meno, lo trattava come suo pari in tutto e per tutto.
Morse leggero una scapola del compagno succhiandola dolcemente per lasciarvi un fugace segno del suo passaggio mentre spostava l'attenzione delle sue mani dalle tanto sospirate natiche all'eccitazione che gli sfiorava gli addominali.
Aveva imparato bene quanto al suo amante piacesse quell'approccio calmo durante i preliminari per poi lasciarsi trasportare dalla passione più profonda.
Levi era un amante passionale e silenzioso, suo esatto contrario.
Lui amava i preliminari rabbiosi e veloci che sfociavano in rapporti di non minor intensità ma molto più rumorosi.

Era così che si amavano di volta in volta prendendosi reciprocamente cura del partner e lasciando nelle mani dell'altro la tacita promessa di essere ricambiata con uguale intensità.
«Rotzig! Wenn du mich so sagst» [Moccioso! Se mi parli così] Fu la semplice e ruvida replica di Levi, il tono forzatamente controllato lo fece sospirare rumorosamente, ottenendo solo di aumentare la sua eccitazione.
«Cazzo Levi» Fu tutto ciò che il suo cervello annebbiato riuscì ad articolare prima di spingere la schiena del maggiore sotto di sé e prendere a vezzeggiarla con baci e denti con passione sempre crescente.
Fece scivolare il proprio desiderio fra le natiche dell'altro strappandogli un gemito più alto dei precedenti.
«Du kannst- nur- ah- sprechen» [Sei buono solo a parole] Lo stava facendo apposta, lo faceva sempre, dai momenti meno opportuni sul posto di lavoro per testare il suo autocontrollo, fin durante i loro momenti di intimità per farglielo perdere del tutto.
«Parli ancora troppo» Gli sussurrò direttamente nell'orecchio deciso più che mai a possederlo in quel modo, prendendo il totale controllo della situazione con l'unico scopo di far tremare di piacere il compagno sotto di sé.
«Halt mich auf» [Zittiscimi] L'ennesima replica lo fece ridere, per quanto silenzioso poteva e sapeva essere, in quei frangenti Levi diventava a dir poco irritante e non c'era modo di ottenere l'ultima parola con lui.
Ma in quel momento era più che deciso a prendersela.

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Il giorno seguente notò con orgoglio l'incedere incerto di Levi mentre portava in spiaggia il bere fresco sotto l'ombrellone.
«Cazzo guardi» Il tono brusco era solo una facciata e serviva solo per non dargli eccessive soddisfazioni.
Gongolò comunque soddisfatto ben conscio dell'appagamento del compagno.
Mai avrebbe creduto di sentirlo prorompere in quella serie infinita di gemiti sonori, volgari imprecazioni e osceni sussurri che avevano accompagnato l'amplesso, si era decisamente superato.
Abbassò gli occhiali da sole alzando lo sguardo verso Levi che si accomodava con un movimento molto meno fluido del suo solito nella sedia di fronte a lui.
Allungò la mano sfiorando quella del corvino. «Tutto bene?»
A quel tono forse troppo preoccupato, gli vide storcere il naso. «Guai a te se ti azzardi a trattenerti le prossime volte» Lo ammonì in risposta arrossendo leggermente, intrecciando le dita nelle sue.
Riportò gli occhiali da sole al loro posto ridendo. «Non ci pensavo minimamente»
«E per la prossima volta farò un paio di approfondimenti che sei pregato di tenere a mente»
Quasi si strozzò con la bevanda prendendo a tossire convulsamente. «Tsk se reagisci così adesso, voglio vedere dopo»
«Le-vi?» Era stupito dalla loquacità dimostrata quella mattina dal corvino che per contro si limitò a scrollare le spalle sfregando la mano sui numerosi segni che gli adornavano il corpo.
Quel gesto riempì di orgoglio il minore che non riuscì a resistere e si alzò andandogli vicino e baciandoli tutti.
La loro storia era iniziata nella maniera meno convenzionale e di certo meno sincera possibile però gli aveva dato modo di conoscersi per davvero e in maniera profonda.
Col tempo Eren aveva capito la reale profondità del sentimento che provava per lui il compagno e ogni volta si stupiva della fortuna che aveva avuto.
Coinvolse le labbra di Levi in un bacio leggero e inatteso.
«E questo per cos'era?»
«Perché sei tu»
Non era certo che al suo posto sarebbe riuscito ad andare al di là della forma per amare solo la persona a priori, e per questo lo invidiava, però a distanza di mesi era certo che qualunque forma avrebbe potuto prendere Levi, lui se ne sarebbe innamorato ogni volta.






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Ho contravvenuto all'imposizione della beta e ho pubblicato oggi, martedì xD anziché domani, mercoledì ^^.
Non ho resistito, non ce l'ho fatta e ho deciso di pubblicare prima del previsto, solo ed unicamente perché adoro questo capitolo e volevo un confronto con voi fedeli lettori! **. Pubblicare in anticipo vuol dire anche premere il pulsante conclusa prima del previsto... un po' mi mancherà questo Eren così innamorato del suo capo T.T dolcioso cucciolone dagli occhioni belli. ♡
Ho amato scrivere ogni singola riga di questo epilogo, non volevo una cosa da rating rosso perché non sopportavo l'idea di doverlo mettere a tutta la storia così ho optato per una scensa rossa-non-rossa, rendendomi conto che è può essere altrettanto intensa, nonostante il vedo-non-vedo.
Sarà la prima volta che lo dirò e di sicuro durerà poco, però, sono davvero soddisfatta del risultato finale *^* le critiche in questo caso sono più che bene accette, non vorrei essermi entusiasmata troppo! Kiki, hai capito perché non poteva intitolarsi “How to f**k the twin” xD non so perché ma nonostante io ami scrivere di Levi seme, quel poveretto si trova sempre ridotto a un ammasso gemente di umori fra le mani di Eren. Eeeeh caro ragazzo!
Per gli altri che attendevano il finale, u.u spero abbiate apprezzato il loro relazionarsi in questo capitolo.
Blue_Passion, ci tengo molto a sapere il tuo parere su questo epilogo :D
noradeca99, piaciuto il bacetto? :P
Lady Snape, soddisfatta di questo Eren in balia del gran figo?
Mi fa strano ogni volta scrivere le note finali, sento una strana malinconia nonostante il materiale già pronto per la pubblicazione che ho nel pc! Però come al solito voglio concludere le ff prima di pubblicarle...
Sinceramente -e l'ho già detto- non credevo che potesse riscuotere tanto successo come storia, il tema del crossdressing mi affascina però è pur sempre una tematica discutibile e ringrazio tutti voi che avete dato un'opportunità a questa storia! GRAZIE!
Grazie a chi l'ha recensita, messa tra i preferiti dal primo momento in cui è uscita su efp, a chi l'ha messa tra i seguiti e i ricordati! Mi avete dato una carica non indifferente!
Vi adoro tutti! **
Non vedo l'ora di rileggervi nei commenti della prossima storia che sto scrivendo! **
Ylpeys

   
 
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