[Un anno dopo]
Il
caldo sole dei
Caraibi gli scaldava la pelle penetrandogli fin dentro le ossa, la
leggera brezza oceanica che spirava rendeva ancora più
piacevole il
tutto.
Allungò una mano
afferrando la bibita ghiacciata che faceva bella figura di
sé con
quelle sensuali goccioline che scivolavano sulla superficie liscia
del vetro e la portò alle labbra assetate.
Il mare davanti
ai suoi occhi era troppo invitante e lui non era di certo un tipo che
sapeva resistere alle tentazioni, era più che intenzionato a
correrci dentro il prima possibile.
Dopo essersi
dissetato spostò la sua attenzione verso il corpo disteso al
sole
vicino a sé, aveva personalmente cosparso di crema solare
l'incarnato pallido per evitargli un'ustione. Sorrise girando il
busto nella sua direzione.
I
capelli corvini
erano spinti all'indietro lasciandogli la fronte libera. Il compagno
odiava quando lo baciava in testa da in piedi, -lamentandosi di come
lo facesse sentire basso- forse da stesi era diverso.
Si allungò sopra
alla figura dormiente. «Non ci
provare» Un tagliente occhio
grigio lo inchiodò, l'altro era ancora coperto dal braccio
che
teneva sul viso per coprirsi dalla luce eccessiva.
Inutile dire che
se ne fregò bellamente contravvenendo all'ordine,
depositando un
sonoro bacio sulla fronte, poi, per nulla intimorito da quella che
doveva essere un'occhiataccia, spostò il braccio per
continuare
nella sua discesa fino ad arrivare alle labbra che catturò
in un
bacio. Dapprima il compagno gli bloccò l'accesso serrandole,
ma,
grazie alla sua determinazione, ottenne di
fargliele schiudere
e riuscì ad approfondire il tanto sospirato bacio.
Sentì una
leggera pressione che lo invitò ad allontanarsi.
«Moccioso sei
pieno di sabbia»
Sbuffò. «Anche
tu!»
«Sì ma io ho il
costume, tu sei davvero pieno di sabbia»
Sottolineò il pieno
allungando una mano verso il suo culo sodo e nudo,
approfondì
il contatto violando leggermente l'apertura del minore «Direi
che
non sarebbe piacevole» Poi ghignò appena
«Ma non ci hai mai tenuto
tanto ai tuoi attributi visto come li maltratti»
Si scostò
indispettito, aveva colto il poco velato riferimento alla famosa
settimana che continuava a rinfacciargli anche a distanza di un anno.
«Necessità, e
poi direi che funziona ancora benissimo!» Si
limitò a rispondere
allusivo mentre la familiare eccitazione iniziò a pulsare
leggera
sul fianco del maggiore.
«Potrei sempre
lavarmi» Disse con un leggero cenno della testa verso
l'oceano alle
loro spalle.
«Vuoi morire per
caso? Hai mangiato mezz'ora fa!» Lo ammonì Levi
«Ricordati che i
soccorsi potrebbero metterci un po' a raggiungerci». E
ciò era
vero, il corvino gli aveva stravolto quel viaggio-premio.
Giusto il giorno
prima era convinto che avrebbe dovuto soggiornare da solo in un
albergo, trattamento di lusso ovviamente, ma niente a che vedere con
la villetta con annessa spiaggia privata che gli aveva permesso di
mantenere fede al suo giuramento di affrontare i Caraibi da
nudista... ah e chiaramente il tutto insieme a Levi che l'aveva
raggiunto a sorpresa, rendendo quella vacanza davvero perfetta.
«Vorrà dire che
mi farai la respirazione artificiale» Ghignò di
rimando ammiccando
all'occhiata severa del corvino. «Puoi sempre
accompagnarmi» Gli
soffiò nell'orecchio per poi correre verso l'acqua.
Levi...
quell'uomo era stata una vera scoperta, dopo che la verità
era
emersa non aveva avuto più contatti con l'uomo.
Isabel era stata
ripresa con una settimana non pagata di sospensione da lavoro. In
seguito le aveva allungato il contratto temporaneo di altri sei mesi
e le aveva precluso i permessi ai soli certificati per problemi di
salute.
La sorella aveva
preso più che bene la punizione, era certa che l'avrebbe
licenziata.
Aveva avuto anche
lui il suo colloquio lavorativo e, nonostante fosse certo che si
trattasse di una mera formalità, gli aveva concordato un
periodo di
prova che si era concluso nel migliore dei modi.
Era diventato
l'assistente personale del capo; i colleghi dell'ufficio dopo aver
scoperto la verità erano rimasti alquanto stupiti.
«Se li ho
tutti e due presenti posso essere sicuro che non si siano
scambiati»
era stata la replica del capo per spiegare la presenza del
gemello.
Lavorare a
stretto contatto con l'uomo gli aveva solo confermato quanto fosse
eccezionale e se i primi tempi era convinto che non sarebbe stato un
problema la sua cotta, col passare delle settimane
si era
ritrovato a perdersi in quegli occhi taglienti come una lama e a
pendere da quelle labbra sottili capaci di inenarrabili imprecazioni;
e ogni volta si ritrovava a perdere il doppio del tempo per finire
delle banali operazioni d'ufficio.
Era stato un
colpo di fulmine in piena regola e la conferma che quell'uomo era
stato in grado di riconoscerlo solo grazie alla chimica che li univa
era stato il colpo di grazia.
Sentì una
leggera tensione all'inguine mentre si tuffava in mare e due braccia
lo abbracciavano poco dopo.
«Sei un
maledetto moccioso» Si sentì trascinare nell'acqua
e rapire le
labbra in un bacio salato. Levi si era anche dimostrato
inaspettatamente passionale e romantico.
Il
loro primo
appuntamento ufficiale era partito nel peggiore dei modi, tutto per
colpa della sua ingenuità.
Il corvino era
stato troppo vago e lui troppo fra le nuvole creando un'abbinata
terribile. Il risultato?
Che Levi si era
presentato sulla porta dell'appartamento che ancora condivideva con
la sua gemella, vestito di tutto punto con tanto di omaggio floreale
per lui, e lui che gli aveva aperto la porta in tuta. Gli aveva pure
rivolto un'occhiata mista tra lo sorpreso e il risentito. «Isa
è
per te» Aveva sbottato acido alla sorella che se
ne stava in
camera a farsi bella per il suo cavaliere.
Isabel arrivò
trafelata dalla camera da letto. «Ma sei stupido o
cosa?! Esco
con Farlan imbecille! Perché di punto in bianco dovrei
uscire col
capo!?» La sorella sospirò.
«Vatti a cambiare, ci penso io»
I dieci minuti
che ci mise a cambiarsi furono i peggiori della sua vita, era
convinto che fosse per Isabel, il pomeriggio l'aveva sentita litigare
aspramente con Farlan e subito dopo l'aveva vista parlare con Levi
tutta concitata.
Era rientrato in
salotto guadagnandosi un'occhiataccia da Isabel che tornò in
camera
sua lasciandolo con Levi.
Notò in quel
momento il fiore che gli aveva portato, un'orchidea blu, ne
accarezzò
un petalo. «Non mi hai capito oggi?»
Ricordava ancora
perfettamente il tono freddo e deluso dell'uomo e ricordava
altrettanto bene quanto si sarebbe voluto seppellire, lui era
più
che certo che fosse una battuta! E pensare che aveva iniziato lui
quella cosa dello dire la verità ridendo...
Quella mattina
mentre stava archiviando della documentazione il suo stomaco aveva
brontolato sonoramente e Levi aveva replicato dicendogli che avrebbe
provveduto a portarlo a cena per evitare di rischiare di essere
mangiato vivo.
Non era una
battuta, per niente, e per evitare ulteriori dubbi mentre stavano
uscendo dalla porta di casa aveva preso il coraggio a quattro mani
afferrandolo per una spalla e dandogli un bacio leggero. Aveva voluto
provare il tutto per tutto, era pronto a qualunque conseguenza il
gesto avventato avrebbe potuto portare, l'imbarazzo si era dipinto
sul viso del maggiore, però notò come fosse
riuscito a cancellare
quell'espressione delusa.
Era così che
avevano preso a frequentarsi.
In seguito avrebbe scoperto che quel fiore racchiudeva un significato più profondo, con la sua sola presenza parlava di coraggio e mancanza di timore.
E
ora eccolo lì
avvinghiato all'uomo che era riuscito a riconoscerlo nei panni di
un'altra persona, all'uomo che lo amava oltre la forma.
Sentì la presa
ferrea sul bacino attirarlo all'indietro facendolo sbattere contro la
prominente erezione, lo sguardo passò dal corvino alla
spiaggia dove
solo in quel momento notò il costume abbandonato.
«Non sopporto la
sabbia ma in acqua è un'altra storia» Gli
sussurrò all'orecchio
afferrandone poi il lobo con i denti e mordicchiandolo
appena, Eren buttò la testa all'indietro appoggiandola sulla
spalla
mentre le mani dell'altro vagavano sul suo corpo.
«Sei più-
intrapre-ndente del solito» Riuscì a concludere
fra un gemito e
l'altro mentre le carezze si facevano via via più decise e
insistenti.
«Non puoi
pretendere di starmi intorno nudo tutto il giorno senza che
reagisca»
La risata fu
interrotta da un gemito più alto degli altri. «E
se ci fosse-
qualcuno»
Levi gli afferrò
il mento e lo girò verso il viso. «Lascia che
guardi» Concluse in
un soffio riprendendo a baciarlo.
Lui
odiava il
caldo, il mare e la sabbia, però amava la pelle calda del
moccioso,
il mare che albergava nelle sue iridi e la sabbia che continuava a
portargli tra le lenzuola.
Dopo aver
concluso la discussione in acqua erano tornati a stendersi sulla
spiaggia privata.
La proposta di
Smith gli era sembrata fuori luogo e sapeva bene che accettare
l'avrebbe portato a dover qualcosa all'amico di vecchia data ma
l'entusiasmo di Eren ripagava qualunque affare gli avrebbe proposto
il biondo.
Quella villetta
era decisamente un compromesso che poteva sopportare per soggiornare
in quella meta troppo lontana dai suoi canoni.
Sentì
una botta
nel fianco e deviò l'attenzione dal libro al ragazzo; era
un'impresa
dormire con Eren, si muoveva tutta la notte e ogni tanto parlava nel
sonno. Nemmeno la vacanza e le giornate passate in acqua sembravano
stancarlo.
Riprese la
lettura del libro da dove l'aveva lasciata, era abituato a dormire
poco e non era di certo un problema; poi da quando c'era il bruno
nella sua vita aveva notato che si svegliava sempre più
riposato,
Hanji continuava con quella storia dell'anima gemella e del
pansessualismo.
A lui non
interessava come si chiamasse il suo disturbo o
come doveva
definire Eren, finché era lui ciò gli bastava.
Un nuovo colpo lo
distrasse.
«Considerami»
La voce di Eren attutita dai cuscini gli arrivò alle
orecchie.
«Lo sto facendo»
Cavò gli occhiali da lettura ma tenne il libro tra le mani,
sapeva
come sarebbe finita ma si divertiva a stuzzicare il minore.
«Non è
vero! Dai più attenzioni a Wilde che a me»
«Non ti sazi
mai?» Esalò sbuffando.
«Ma- Ma che hai
capito?!»
«Guarda che il
tuo amico parla per te...» A
quell'osservazione il castano
afferrò bruscamente il lenzuolo portandolo fin sopra al
bacino.
«Maniaco! Mi vuoi solo per quello»
Sbottò poi finto offeso.
Si decise ad
appoggiare il libro e dedicargli la sua più totale
attenzione
vedendolo arrossire per l'intensità dello sguardo che gli
dedicò.
«Non è colpa
mia se appena puoi lanci via le mutande» Da quando avevano
messo
piede su quell'isola l'aveva visto vestito solo ai
pasti.
«Tu non hai idea
di quello che ho sopportato in quella settimana, poi per colpa
tua...» Bofonchiò qualcos'altro che non
capì bene.
«Come prego?»
«Non te lo dico»
Concluse facendogli la linguaccia. «Ah è
così?»
In un attimo gli
fu sopra e prese a fargli il solletico alternando il tocco delle mani
con quello delle labbra, ottenendo di rimando risate e sospiri.
Eren
l'aveva
rovinato, non era così prima di incontrarlo, quindi era
tutta colpa
sua. Gli baciò un pettorale per poi afferrare un capezzolo
tra i
denti tirando appena.
«LevI!»
Sussultò sotto a quella particolare attenzione.
Quando l'aveva
invitato a cena, usando la sua stessa tattica non pensava fosse
così
stupido da fraintendere e invece quando era arrivato a casa sua per
poco non si ritrovava la porta sbattuta in faccia.
L'attesa in
compagnia di Isabel era stata un'esperienza particolare,
la
ragazza continuava a rassicurarlo sulle reali intenzioni di Eren e
lui più di una volta aveva sbuffato nascondendo la sua reale
ansia.
Credeva di essersi spinto troppo oltre e di aver interpretato male i
gesti di Eren.
Poi l'irruenza
del giovane aveva dissipato qualunque dubbio sfociando in quel bacio
rubato sull'uscio.
In seguito
avevano preso a frequentarsi in pianta stabile ed era riuscito a
spiegare al ragazzo che poteva anche essere un gigante alto 15 metri
ma lui l'avrebbe amato lo stesso; in risposta a quell'ammissione Eren
aveva messo in dubbio la sua sanità mentale prendendolo in
giro.
All'inizio non
riusciva a credergli e l'accoglienza che aveva ricevuto alla loro
prima uscita era solo un assaggio dei dubbi del minore, ma poi col
tempo era riuscito a farglielo capire e ora non osava più
mettere in
dubbio ciò che diceva.
Ma
non era il
momento di distrarsi, doveva scoprire cosa aveva bofonchiato il
moccioso.
Continuò con
quella tortura finché il ragazzo sotto di lui gemette
più
sonoramente.
«Pietà- mi
arrendo» Aveva il fiatone e quella particolare
attività fisica
l'aveva fatto sudare leggermente ma Levi rimase dov'era, ben piantato
sul suo bacino con i polsi ben saldi nella sua stretta.
«Tu e la tua
maledetta pronuncia» Sbuffò,
le guance arrossate e gli occhi
puntati sulle sue labbra assorto in chissà quali pensieri.
«Was meinst
du?» [Cosa intendi dire?]
Il ragazzo sotto
di sé emise uno strano verso strozzando un gemito e
sentì il
familiare turgore animarsi. «Ah ich
verstehe...» [Ah, ho
capito]
Adorava tutte le
reazioni di quel moccioso feticista della lingua tedesca. “E
poi
sono io quello con i gusti discutibili” Pensò
sconsolato.
Lo sguardo di
Eren era puntato sempre sulla sua bocca, schioccò la lingua
sul
palato per poi premiare l'interesse malcelato del ragazzo.
«Mein Geist
war ein verzehrend Feuer, mein ganzes Herz zerfloß
in Glut»
[Il mio spirito era un fuoco ardente, il mio cuore intero una brace]
Non fece in tempo
ad aggiungere nient'altro che il ragazzo lo afferrò per il
mento
tirandoselo vicino e baciandolo appassionatamente.
«Almeno adesso
non rischio di rimanere evirato» Fu il commento divertito che
seguì
il bacio.
Fra un bacio e
l'altro gli raccontò come quel suo primo Lied detto
più per
provocazione che per altro l'avesse obbligato a chiudersi in bagno
suscitando la curiosità di Hanji.
«Ti prego non
nominarla, non ora» Il tono supplichevole fece ridere il
compagno
che lo coinvolse nuovamente in un bacio bagnato distraendolo dal
pensiero della castana pazza che li attendeva al loro ritorno a casa.
Quel
ragazzo era
riuscito a sconvolgerlo nel peggiore dei modi e ancora faticava a
comprendere la complessità del sentimento che li univa.
Le mani calde
vagavano sul suo corpo provocandogli brividi di piacere che lo
scuotevano dalla testa ai piedi; non gli interessava che fosse un
maschio o che fosse più giovane. Gli importava solo che
fosse Eren,
quel folle che aveva deciso di vestire i panni della sorella in un
gesto decisamente troppo accondiscendente e che li aveva portati a
conoscersi in un modo inaspettato ma coinvolgente per entrambe le
parti.
Aveva amato quegli occhi verdi decisi e passionali dal
primo momento che li aveva incrociati, li aveva riconosciuti ancor
prima di conoscerlo ed era certo che li avrebbe riconosciuti in mezzo
a miliardi di altri volti.
Le labbra di Eren
erano morbide e calde e saggiavano sapientemente le sue carni
lasciandosi dietro una scia umida e arrossata, lo lasciava fare,
nell'ultimo anno avevano imparato a conoscersi e sapevano esattamente
cosa piaceva e cosa non piaceva al compagno.
Per quanto Eren,
di giorno e in qualunque luogo si trovassero, gli faceva notare
quanto fosse bravo a ricordare tutte le cose che lo indispettivano:
dai baci in testa a quelli schioccati direttamente dentro al timpano;
di notte gli dimostrava quanto ricordava le cose che più lo
aggradavano: dai baci umidi depositati lungo la linea che partiva da
dietro l'orecchio -quanto amava le labbra del compagno in quel punto-
e scendeva fino ad arrivare al pettorale per poi concludere la sua
esplorazione sul capezzolo turgido.
Sospirò
afferrando con la mano la testa castana del compagno.
Amava anche come
nel frattempo la mancina gli accarezzasse in maniera sfuggevole la
pelle della schiena, per quanto fosse sgraziato e poco delicato nel
quotidiano, in quei momenti diventava l'amante perfetto.
Quel tocco fugace
e appena accennato con cui usava vezzeggiarlo aveva il solo scopo di
alimentare il suo desiderio carico di aspettativa mai delusa dal
minore, i polpastrelli percorrevano le linee dei suoi muscoli tesi
facendoli vibrare sotto alla sua lieve pressione come il più
esperto
dei musicisti.
Alle volte si
chiedeva se fosse sempre la stessa persona da tanto che lo stupiva,
suscitandogli ogni volta le più sincere
delle risate.
Percorreva la
leggera linea della spalla saggiandone i confini con la scapola fino
ad arrivare al centro della schiena e scendere lungo la spina dorsale
dove, grazie al solo calore della mano dell'amante, si arcuava
facendogli protrarre il dorso che veniva vezzeggiato con altre
miriadi di baci.
«E- Eren»
La sua tacita
richiesta veniva ignorata ogni volta mentre continuava con la sua
esplorazione fino ad arrivare a sfiorare i glutei allenati e
spingersi fra essi con le dita alimentando l'ansante aspettativa del
corvino.
«Du
überlässt mir der Befehl so Leicht?» [Mi
lasci il comando così
facilmente?] Non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura,
ma
anche lui aveva un debole per quella lingua così ruvida,
soprattutto
quando veniva snocciolata da quella bocca peccaminosa.
E sì, se glielo
chiedeva con quel tono lascivo gli avrebbe lasciato fare qualunque
cosa.
Amava
Levi, amava
come col tempo gli avesse lasciato libertà di azione nei
loro
momenti di intimità.
All'inizio era
stato perentorio e non gli aveva concesso nulla di più di
qualche
affondo di falangi e lui era sottostato alla richiesta senza forzare
la mano più di tanto, nelle precedenti relazioni Levi era
sempre
stato attivo: sia per ovvi motivi con le donne che con gli uomini.
E la sua indole
dominante non era stata facile da sottomettere.
Poi col passare
dei mesi e la crescente fiducia che avevano alimentato reciprocamente
era arrivato a guadagnare anche quel diritto.
Le prime volte
era andato con calma facendo affidamento su tutto quello che aveva
imparato dalle precedenti relazioni in cui era stato attivo e quello
che aveva imparato sottostando alle attenzioni di Levi.
Aveva esplorato
il corpo del maggiore con reverenza e rispetto, lasciandogli
immaginare di volta in volta il piacere che avrebbe potuto provare se
gli avesse dato completa fiducia.
E tutti i suoi
sforzi erano stati ripagati.
Levi era arrivato
ad avere completa fiducia in lui.
Dopo quasi un
anno di relazione erano compagni e amanti.
La fiducia che
gli aveva accordato nella vita di tutti i giorni non era da meno, lo
trattava come suo pari in tutto e per tutto.
Morse leggero una
scapola del compagno succhiandola dolcemente per lasciarvi un fugace
segno del suo passaggio mentre spostava l'attenzione delle sue mani
dalle tanto sospirate natiche all'eccitazione che gli sfiorava gli
addominali.
Aveva imparato
bene quanto al suo amante piacesse quell'approccio calmo durante i
preliminari per poi lasciarsi trasportare dalla passione più
profonda.
Levi era un
amante passionale e silenzioso, suo esatto contrario.
Lui amava i
preliminari rabbiosi e veloci che sfociavano in rapporti di non minor
intensità ma molto più rumorosi.
Era
così che si
amavano di volta in volta prendendosi reciprocamente cura del partner
e lasciando nelle mani dell'altro la tacita promessa di essere
ricambiata con uguale intensità.
«Rotzig! Wenn
du mich so sagst» [Moccioso! Se mi parli così] Fu
la
semplice e ruvida replica di
Levi, il tono forzatamente
controllato lo fece sospirare rumorosamente, ottenendo solo di
aumentare la sua eccitazione.
«Cazzo Levi» Fu
tutto ciò che il suo cervello annebbiato riuscì
ad articolare prima
di spingere la schiena del maggiore sotto di sé e prendere a
vezzeggiarla con baci e denti con passione sempre crescente.
Fece scivolare il
proprio desiderio fra le natiche dell'altro strappandogli un gemito
più alto dei precedenti.
«Du
kannst- nur- ah- sprechen» [Sei buono solo a parole] Lo
stava
facendo apposta, lo faceva sempre, dai momenti meno opportuni sul
posto di lavoro per testare il suo autocontrollo, fin durante i loro
momenti di intimità per farglielo perdere del tutto.
«Parli ancora
troppo» Gli sussurrò direttamente nell'orecchio
deciso più che mai
a possederlo in quel modo, prendendo il totale controllo della
situazione con l'unico scopo di far tremare di piacere il compagno
sotto di sé.
«Halt mich
auf» [Zittiscimi] L'ennesima replica lo fece
ridere, per quanto
silenzioso poteva e sapeva essere, in quei frangenti Levi diventava a
dir poco irritante e non c'era modo di ottenere l'ultima parola con
lui.
Ma in quel
momento era più che deciso a prendersela.
Il
giorno
seguente notò con orgoglio l'incedere incerto di Levi mentre
portava
in spiaggia il bere fresco sotto l'ombrellone.
«Cazzo guardi»
Il tono brusco era solo una facciata e serviva solo per non dargli
eccessive soddisfazioni.
Gongolò comunque
soddisfatto ben conscio dell'appagamento del compagno.
Mai avrebbe
creduto di sentirlo prorompere in quella serie infinita di gemiti
sonori, volgari imprecazioni e osceni sussurri che avevano
accompagnato l'amplesso, si era decisamente superato.
Abbassò gli
occhiali da sole alzando lo sguardo verso Levi che si accomodava con
un movimento molto meno fluido del suo solito nella sedia di fronte a
lui.
Allungò la mano
sfiorando quella del corvino. «Tutto bene?»
A
quel tono forse troppo preoccupato, gli vide storcere il naso.
«Guai
a te se ti azzardi a trattenerti le prossime volte» Lo
ammonì in
risposta arrossendo leggermente, intrecciando le dita nelle sue.
Riportò gli
occhiali da sole al loro posto ridendo. «Non ci pensavo
minimamente»
«E per la
prossima volta farò un paio di approfondimenti
che sei
pregato di tenere a mente»
Quasi si strozzò
con la bevanda prendendo a tossire convulsamente. «Tsk se
reagisci
così adesso, voglio vedere dopo»
«Le-vi?» Era
stupito dalla loquacità dimostrata quella mattina dal
corvino che
per contro si limitò a scrollare le spalle sfregando la mano
sui
numerosi segni che gli adornavano il corpo.
Quel gesto riempì
di orgoglio il minore che non riuscì a resistere e si
alzò
andandogli vicino e baciandoli tutti.
La loro storia
era iniziata nella maniera meno convenzionale e di certo meno sincera
possibile però gli aveva dato modo di conoscersi per davvero
e in
maniera profonda.
Col tempo Eren
aveva capito la reale profondità del sentimento che provava
per lui
il compagno e ogni volta si stupiva della fortuna che aveva avuto.
Coinvolse le
labbra di Levi in un bacio leggero e inatteso.
«E questo per
cos'era?»
«Perché sei tu»
Non era certo che
al suo posto sarebbe riuscito ad andare al di là della forma
per
amare solo la persona a priori, e per questo lo invidiava,
però a
distanza di mesi era certo che qualunque forma avrebbe potuto
prendere Levi, lui se ne sarebbe innamorato ogni volta.
Ho contravvenuto all'imposizione della beta e ho pubblicato oggi, martedì xD anziché domani, mercoledì ^^.
Non ho resistito, non ce l'ho fatta e ho deciso di pubblicare prima del previsto, solo ed unicamente perché adoro questo capitolo e volevo un confronto con voi fedeli lettori! **.
Pubblicare in anticipo vuol dire anche premere il pulsante conclusa prima del previsto... un po' mi mancherà questo Eren così innamorato del suo capo T.T dolcioso cucciolone dagli occhioni belli. ♡
Ho amato scrivere ogni singola riga di questo epilogo, non volevo una cosa da rating rosso perché non sopportavo l'idea di doverlo mettere a tutta la storia così ho optato per una scensa rossa-non-rossa, rendendomi conto che è può essere altrettanto intensa, nonostante il vedo-non-vedo.
Sarà la prima volta che lo dirò e di sicuro durerà poco, però, sono davvero soddisfatta del risultato finale *^* le critiche in questo caso sono più che bene accette, non vorrei essermi entusiasmata troppo!
Kiki, hai capito perché non poteva intitolarsi “How to f**k the twin” xD non so perché ma nonostante io ami scrivere di Levi seme, quel poveretto si trova sempre ridotto a un ammasso gemente di umori fra le mani di Eren. Eeeeh caro ragazzo!
Per gli altri che attendevano il finale, u.u spero abbiate apprezzato il loro relazionarsi in questo capitolo.
Blue_Passion, ci tengo molto a sapere il tuo parere su questo epilogo :D
noradeca99, piaciuto il bacetto? :P
Lady Snape, soddisfatta di questo Eren in balia del gran figo?
Mi fa strano ogni volta scrivere le note finali, sento una strana malinconia nonostante il materiale già pronto per la pubblicazione che ho nel pc! Però come al solito voglio concludere le ff prima di pubblicarle...
Sinceramente -e l'ho già detto- non credevo che potesse riscuotere tanto successo come storia, il tema del crossdressing mi affascina però è pur sempre una tematica discutibile e ringrazio tutti voi che avete dato un'opportunità a questa storia! GRAZIE!
Grazie a chi l'ha recensita, messa tra i preferiti dal primo momento in cui è uscita su efp, a chi l'ha messa tra i seguiti e i ricordati! Mi avete dato una carica non indifferente!
Vi adoro tutti! **
Non vedo l'ora di rileggervi nei commenti della prossima storia che sto scrivendo! **
Ylpeys