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Autore: Sistxh    31/03/2018    1 recensioni
Sequel "Invader of the light."
Quando si pensa al diamante il primo colore che viene in mente sicuramente non è il nero, ma il bianco.
Eppure, i diamanti neri sono tra le pietre più preziose per la loro particolarità che li rende unici.
Loro sono due diamanti, attratti dal Lato Oscuro della Forza. L'Oscurità è generosa, paziente e vince sempre. Ma nel cuore della sua forza sta la sua debolezza: una sola scintilla è sufficiente per sconfiggerla.
L'Amore è più di una scintilla... l'amore da fuoco alle stelle.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Leader Supremo Snoke, Luke Skywalker, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Klelia and Kylo Trilogy.'
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                                                                      III.

Aveva smesso di piovere, il fruscio del vento e del lontano infrangersi delle onde sulla riva accompagnava i loro respiri pesanti. Il corso delle loro vite era drasticamente cambiato in una manciata di secondi; Klelia finalmente era riuscita ad essere onesta con se stessa, ad ammettere che in lei vi era un qualcosa di oscuro. Ben aveva riacceso la parte buia del suo cuore, della quale lei aveva completamente dimenticato l'esistenza. Entrambi si erano riconosciuti e nel momento in cui si erano toccati erano stati pervasi dai ricordi dei loro incontri precedenti. Inoltre avevano avuto delle visioni provenienti dal passato e dal futuro; fuoco e sangue invasero le loro menti, udirono urla e pianti, fu mostrato loro il potere distruttivo della Forza e il caos che la loro unione avrebbe provocato. Ben si era allontanato da Klelia, barcollando leggermente. In poco tempo si era reso conto di quanto fosse potente la presenza di Klelia nella Forza. La sua anima era una galassia inesplorata, che lo aveva attirato come un buco nero, con costellazioni in continuo cambiamento. Fatta di desideri e speranze, la sua essenza era nuova a differenza di quelle che aveva percepito fin ora. Si erano collisi come due supernove, la sua vita gli sembrò troppo pesante, succede quando l'universo ti sembra condensato, ma al suo fianco vi era qualcuno con la volontà necessaria e due braccia abbastanza forti per supportarlo.
"Buonanotte." le aveva detto Ben, come se fosse la cosa più normale del mondo, ma non per lei.

In un primo momento Klelia era rimasta perplessa, erano passati anni da quando qualcuno le aveva detto quella frase. In seguito alla perdita della sua famiglia le sue notti non erano state serene, la solitudine la tormentava, gli orrori a cui era stata costretta ad assistere la perseguitavano e presto avevano cominciato a manifestarsi sotto forma di incubi. Tutto ciò che aveva passato l'aveva aiutata a forgiare il suo carattere, anche se non era mai stata una persona arrendevole. Era nata selvaggia. Ben aveva bisogno di qualcuno di simile a lei e d'ora in poi Klelia avrebbe imparato a trovare conforto nel dolore. Gli sorrise timidamente, fece un cenno di assenso e gli diede le spalle pronta a raggiungere la sua stanza. Ben rimase lì fermo a guardarla andare via, lei però d'un tratto ebbe un ripensamento, ritornò sui suoi passi e gli lasciò un lieve bacio sulla guancia. La luce della luna illuminava i loro volti, pur essendo nella penombra Klelia riuscì a vedere Ben mandare giù un groppo di saliva. Lui si passò una mano fra i capelli, cercando di evitare il suo sguardo, era chiaramente nervoso.
"Dai, abbiamo fatto ben altro." disse Klelia ridacchiando.
Ben la guardò dritta negli occhi "E' proprio questo il punto."
Klelia arrossì, il pensiero di fare qualcosa che andasse oltre ad un semplice bacio le provocò una sensazione di calore nel basso ventre.
"Buonanotte." mormorò lei, a disagio per quella sorta di confessione e frettolosamente rientrò nel tempio.
Notò che gli altri erano ancora intenti a mangiare, ma lei non aveva intenzione di ritornare lì dentro e magari dover dare delle spiegazioni, ci avrebbe pensato il giorno dopo. Quindi cercò di non farsi vedere, salì le scale e raggiunse la sua stanza, una volta entrata si stese sul letto e sospirò. Si era aperta completamente a Ben, aveva avuto coraggio ad esporsi, a mostrare le parti più buie della sua anima, i motivi per cui piangeva la notte e le cose che la rendevano felice. Era terrorizzata perché lui avrebbe potuto abbandonarla e si sa che una volta dati via, i segreti, non possono essere restituiti... lei però si era fidata. 
Si coprì il volto con le mani, sentiva le guance andare a fuoco e le vennero in mente le dolci parole della madre:
"Non lasciare che il mondo trasformi il tuo cuore in un pezzo di ghiaccio, dentro di te hai un fuoco che arde, se cercheranno di congelare i tuoi sentimenti, allora tu brucia con tutta la tua passione. Riduci in cenere le loro parole e ti prometto che dalle ceneri ti rialzerai."  
Klelia sorrise mentre una lacrima le rigava la guancia. Quel sorriso era in contrasto con la tristezza e la nostalgia che stava provando. Era falso, non ci credeva, perché dentro invece voleva urlare.

                                                                                                                                       ***

"Klelia.... Klelia." la chiamò una voce "Svegliati, farai tardi all'allenamento." 
Lentamente Klelia aprì gli occhi e si ritrovò di fronte il volto solare di Shila.
"Shila... sono in ritardo?" chiese con la voce impastata dal sonno.
"No, ma tra un po' lo sarai di sicuro." rispose la ragazza mentre Klelia sbadigliava e si metteva a sedere.
"Cavolo, ho dormito troppo." 
"In realtà è anche colpa mia," cominciò a dire Shila "Dormivi così bene che non ho voluto svegliarti."
"Grazie." Klelia le sorrise.
"Di nulla... ti ho portato la colazione." rivelò Shila e si alzò per prendere il vassoio dal comodino.
"Non dovevi." commentò Klelia mentre lo prendeva dalle sue mani.
"Sono sciocchezze," disse facendo spallucce "Mangia tutto per metterti in forze, il Maestro Skywalker ci va giù pesante col combattimento."
"Spero che andrà bene..." mormorò Klelia prima di addentare un pezzo di pane.
"Hai un fisico forte, di sicuro sei portata per questo tipo di cose."
"Non ho mai combattuto in vita mia."
"Il Maestro considera il combattimento importante perché la Forza non è prerogativa dei Jedi," spiegò Shila "Noi non siamo la Forza, noi agiamo mediante essa, non siamo solo spirito-"
"Ma anche corpo." disse Klelia interrompendola. Le due si rivolsero uno sguardo di intesa.
"Esatto, senti... posso chiamarti Lia?" chiese Shila. "Insomma, ho sentito Kaspar chiamarti in questo modo..."
Klelia si irrigidì, il rapporto che aveva con Kaspar era un qualcosa di speciale, erano cresciuti insieme nel dolore, l'aveva protetta così tante volte da perdere il conto. In quel tipo di situazione estrema, il loro legame era divenuto profondo, intimo, ma non aveva assunto connotazioni romantiche. Nelle miniere avevano dormito vicini, avevano pianto insieme, avevano fatto tutto uno in compagnia dell'altro, supportandosi sempre.Comunque Klelia non voleva ferire Shila quindi disse: "Certo che puoi."
"Allora, Lia... ieri cosa è successo con Ben Solo?" 
Subito dopo aver udito quel nome, il pezzo di pomodoro che stava masticando le andò di traverso e cominciò a tossire violentemente.
"Che cosa!?" la sua voce era stridula.
"Ieri, nel bel mezzo della cena, ve ne siete usciti insieme all'improvviso."
"Abbiamo parlato." 
"Di cosa?" 
Klelia stava cominciando a spazientirsi "Non ti riguarda." disse fredda e poté percepire la delusione che emanava Shila, quest'ultima sospirò e raggiunse la porta.
"Capisco che tu non me ne voglia parlare, ma sta' attenta Ben è... crudele." commentò Shila, prima di uscire dalla stanza.

                                                                                                                            ***
Fuori, nel grande cortile, il vento soffiava leggermente, facendo muovere i capelli di Klelia, legati in una treccia. Aveva indossato una canotta di lino bianca, le sue braccia erano scoperte e riscaldate dal sole. I fasci di luce cadevano attraverso gli alberi, riempiendo ogni spazio tra le foglie. I raggi rotolavano sui fili d'erba, che brillavano con i resti della rugiada mattutina. Il cielo era maturato in un nuovo colore, blu pallido, ciuffi di nuvole bianche erano sparsi qua e là, erano così sottili che sembravano segni di pennello su una tela blu.  Da lontano Klelia vide Kaspar in compagnia degli altri schiavi, Shila che parlava con Jai e Ben con... Kai!?
Kai era un ragazzo abbastanza basso ma massiccio di corporatura, aveva gli occhi a mandorla e i tratti del volto ben definiti, per certi versi gli ricordava il fratello, anche se caratterialmente era l'esatto opposto; Kai era molto introverso e silenzioso, amava starsene per fatti suoi. Prima della schiavitù, aveva intrapreso il programma di addestramento militare su Mygeeto, sperando di entrare a far parte della Resistenza. Col tempo Klelia aveva imparato che Kai era solo timido ed estremamente gentile, il tipo di ragazzo che ti tiene la porta aperta e tira la sedia per te. Il tipo che ti dice: "Ogni volta che hai bisogno di aiuto, non esitare a chiedermelo." ormai aveva perso la sua vulnerabilità, gli ufficiali nelle miniere se ne erano nutriti come un branco di lupi selvaggi. Non poteva dire che era divenuto senza cuore, semplicemente più intelligente. 
Klelia avanzò e raggiunse Kaspar, quello strano duo la incuriosiva.
"Buongiorno, dormigliona." la salutò Kaspar, scombinandole i capelli.
"Dov'è il Maestro Skywalker?" chiese Klelia.
"Ancora deve arrivare." rispose Kane prima di sbadigliare.
D'un tratto Kaspar la prese per il braccio e si allontanarono di poco.
"Perché ieri sera sei sparita con Ben Solo?" chiese a bassa voce, Klelia corrugò la fronte.
"Perché tutti vi preoccupate per me?"
"Ci sono delle voci che girano..."
"Beh, a me non importa." Klelia serrò la mascella.
"Si dice che sia corrotto dall'Oscurità."
Klelia rise leggermente "E dimmi Kaspar," piano si avvicinò al suo volto "Cosa c'è dentro di noi?" 
Kaspar sbiancò "Non voglio che lui ti scelga perché si è reso conto che sei il meglio dopo il peggio che ha passato."  disse scuotendo il capo. Kaspar si guardò intorno e vide che gli altri allievi li stavano squadrando.
La voce di Klelia catturò la sua attenzione "Non devi preoccuparti di questo, non voglio essere l'unica possibilità che gli resta, ma la sola che sceglierebbe nonostante tutte le altre."
Kaspar annuì, rassicurato e strinse Klelia in un abbraccio.
I due si separarono all'arrivo del Maestro Skywalker, quest'ultimo salutò gli allievi e disse loro di sedersi a gambe in crociate uno affianco all'altro, poi cominciò a spiegare: "Con l'invenzione della spada laser, vi fu la necessità di creare uno stile per combattere e nacque lo Shii-Cho. Lo Shii-Cho è conosciuto anche come 'La Via del Sarlacc' o 'La Forma della Determinazione'". Luke prese dei bastoni di legno e.li distribuì tra gli allievi "Questo stile prevede movenze come: rotazioni a terra, salti, movimenti veloci." quando fu di fronte a Klelia esitò "Questo è il primo stile che imparerete, in totale ve ne sono sette," disse porgendole il bastone "Lo Shii-Cho funziona contro un numeroso gruppo di nemici, armati di blaster, ma è debole contro un solo nemico, contro uno spadaccino laser e contro i poteri della Forza. La semplicità è il suo punto di forza, facendone un buono stile se tutto il resto fallisce." 
Luke si posizionò di fronte a tutti loro "Vi separerò, i nuovi arrivati vengano con me, voi altri esercitatevi nel Soresu." 
“Sí, Maestro!" risposero gli allievi all'unisono.
Klelia e gli altri si allontanarono di qualche metro, Luke li divise in coppie, lei capitò con Kai. 
"Vi allenerete in Velocities, sequenze veloci di mosse contro il vostro avversario e vi basterà urlare 'Solah!' per arrendervi."

Un'altra debolezza dei Jedi, i Sith non hanno bisogno di nessuna parola per arrendersi. pensò Klelia.

"Ricordate che il vostro obiettivo è infliggere una ferita superficiale per riuscire a disarmare il vostro avversario," continuò Luke "I Jedi non usano la forza per attaccare, dovete trovare una soluzione non violenta a qualsiasi problema, detto questo... potete iniziare."
Klelia fece un respiro profondo, poi si scagliò contro Kai, il suo obiettivo era disarmarlo. Stava per colpirgli il polso ma lui parò il colpo, Klelia si trascinò di lato e aspettò in attacco. Kai alzò il bastone, mirò alla spalla di Klelia, ma lei si abbassò velocemente e gli colpì la gamba. Kai si piegò a terra ed urlò, i suoi occhi erano minacciosi. Klelia si sentì strana perché provò soddisfazione nel vederlo così, tuttavia Kai ritornò all'attacco, lei schivò di lato con una mossa fluida. Lui si girò verso di lei, entrambi agirono, Klelia spinse il suo bastone in avanti, ma fu raggiunto da quello di Kai, si incontrarono nell'aria con un sonoro clangore. Cominciarono a spingere uno contro l'altro, d'un tratto Klelia si irrigidì e lasciò cadere la sua arma, furtivamente si piegò per riprenderla prima che toccasse terra e colpì fortemente il torace di Kai. Lui si accasciò a terra, ancora col bastone fra le mani, Klelia lo ferì al polso, la punta del bastone si tinse di rosso, con uno scatto Kai lasciò andare l'oggetto e urlò: "Solah!"
Klelia aiutò Kai a rialzarsi, entrambi avevano il respiro pesante.
"Sei brava." disse Kai affannato.
Lei ridacchiò "Scusami per il polso." 
Kai fece spallucce e disse: "Non è niente."
"Klelia!" la chiamò il Maestro Skywalker, lei lo raggiunse.
"Maestro, qualche problema?" chiese confusa.
"Voglio che tu combatta con Ben." 
Sgranò gli occhi "Ben? Ma lui è più esperto!" era sconcertata.
"Klelia, la tua è una dote naturale," spiegò Luke "Devo valutarti, potresti essere già al suo livello, dal punto di vista del combattimento."
"Se è una sua scelta, non posso tirarmi indietro." disse Klelia chinando il capo in segno di rispetto.
Luke fece un cenno di assenso e sorrise leggermente, poi chiamò Ben e gli spiegò tutto. I due giovani si posizionarono uno di fronte all'altro. "Non sarò delicato." il tono della voce di Ben era ironico.
"Non ci speravo." disse Klelia divertita.
Ben si avventò su di lei, la punta del suo bastone colpì il braccio della ragazza, lei barcollò all'indietro sfregando il punto dove lui l'aveva colpita, sperando di alleviare il dolore. Klelia si mise in posizione, osservandolo notò che le sue gambe erano il suo punto di forza, quindi cercò di attaccarlo ma i suoi movimenti furono troppo lenti. Ben le afferrò le braccia, intrappolandole al suo fianco, Klelia cercò di liberarsi. Sensazioni di vita, morte, luce e oscurità si riversarono su di lei da tutte le direzioni. Era troppo, una sfida più grande di quella per cui la sua formazione limitata l'aveva preparata.
"Sei troppo spavalda." la voce di Ben era grezza e brutale contro il suo orecchio. Lui la spinse in avanti, facendola inciampare e cadere a terra. Klelia si rialzò velocemente, Ben la guardò divertito, incrociando entrambe le braccia sul petto, non la temeva minimamente. Ma quando lei gettò il bastone a terra e camminò verso di lui, nei suoi occhi Klelia vide confusione e timore. Lei piantò bene i piedi a terra e con tutta la forza che aveva, fece entrare in collisione il pugno serrato con lo zigomo di Ben. Il ragazzo cadde a terra, toccandosi il volto, la sua azione lo aveva sicuramente colto di sorpresa. Klelia aveva infranto le regole ma aveva vinto. Si avvicinò a lui, per la prima volta lo sovrastava, lo guardò negli occhi e si sentì persa, erano caotici e pieni di vita come l'Oceano.
Ben era frastornato, cosa c'era di così speciale in lei che lo faceva sentire in quel modo? Un gemito sfuggì dalle sue labbra increspate.
Vulnerabile.
Era la prima volta che qualcuno riusciva a farlo sentire così. Era bastata la sua presenza, addirittura il suo odore a far crollare le sue difese senza nemmeno rendersene conto.
Klelia riprese il suo bastone e poggiò il piede sul torace di Ben, ancora steso a terra "La prossima volta, non mi sottovalutare."

                                                                                                                                ***
Klelia era appena uscita dalla doccia, aveva avvolto il corpo in un asciugamano bianco. I muscoli le facevano male, non aveva mai combattuto così, eppure era riuscita a sconfiggere Ben, presa dalla furia. Spesso nella sua vita era stata considerata forte, non sapeva se intenderlo come un complimento o meno, infatti il suo cuore veniva pervaso da un'ondata di tristezza al solo udire quella parola. I suoi genitori e suo fratello erano forti ed era stata proprio la loro forza la causa della loro caduta. Quella di Klelia era stata una resilienza forzata, un modo per sopravvivere, sapeva che se avesse continuato ad andare avanti avrebbe superato ogni dolore. Attraverso il fisico voleva aiutare la sua anima a guarire, eppure aveva scoperto di avere dei limiti. Le persone considerate forti o coraggiose sono come un cavallo da battaglia che corre verso la morte, lodato per la sua velocità e bellezza. Lei voleva trasmettere speranza, sin dall'infanzia suo padre le diceva che le sue lacrime avrebbero inflitto dolore ad un'altra persona. Quindi perché piangere? Meglio essere crudeli, camminare a testa alta col volto asciutto e sentirsi dire "Sei forte." anche se faceva male.
Klelia si rese conto che aveva dimenticato di chiedere a Shila un cambio d'abiti. "Cavolo..." mormorò sottovoce, poi strinse meglio il lungo asciugamano attorno al corpo ed uscì dai bagni, con i capelli ancora bagnati, per raggiungere la sua camera. 
Passò di fronte alla stanza di Ben e lo sentì parlare animatamente con qualcuno. Klelia percepì una presenza oscura, attratta si avvicinò alla porta a passi lenti; quando fu abbastanza vicina, valutò se bussare o meno. Preferì adagiare l’orecchio alla superficie dell'anta, cercare di udire qualcosa, ma niente. All'improvviso il suono distante della voce di Ben non c'era più, solo passi pesanti che si avvicinavano velocemente. Allarmata, Klelia si mosse all'indietro, doveva andarsene, ma il lembo del suo asciugamano si era incastrato sotto l'entrata, cercò di tirarlo ma niente. Poi, quando Ben aprì la porta, l'asciugamano scivolò via, lasciando il suo corpo nudo ed esposto al ragazzo.

Ben era stanco, nessuno sarebbe mai riuscito a capire come lo avevano condizionato le notti insonni, o il rimuginare. Avevano condotto la sua mente a pensieri che desiderava non fossero suoi. Ma quando la vide rivelò un accenno di sorriso, una lieve fossetta gli comparì sulla guancia destra. Ben non volle dire niente, per non rendere la situazione ancora più imbarazzante, per la prima volta decise di essere cauto e non agire d'impulso, voleva fare la cosa giusta per non ferirla. Così mentre Klelia cercava di coprirsi, lui si abbassò e raccolse l'asciugamano da terra, poi glielo porse voltando il capo dall'altra parte. La ragazza si sistemò ed entrò nella stanza, notò che non c'era nessuno. "Con chi stavi parlando?" 
"Nessuno." rispose Ben esaustivo.
"Questo lo vedo," commentò Klelia "Mica parli da solo?"
"Possiamo rimandare questo discorso ad un'altra volta?" 
Klelia annuì e si ricordo che lui l'aveva appena vista nuda.
"Non preoccuparti per quello che è successo," commentò Ben "Non è niente che non abbia già visto." disse e le fece l'occhiolino.
Le guance di Klelia si tinsero di un rosa acceso, poi si avvicinò a lui a grandi falcate "Sta' zitto!" disse a voce alta, colpendo leggermente il braccio di Ben.
"Vedo che il desiderio ti ha resa temeraria," cominciò a dire lui, facendola indietreggiare lentamente contro la parete "Ho toccato la tua mente, so cosa desideri, non combatterlo."
Klelia si ritrovò incastrata fra il muro e il torace di Ben.
"Mi hai vista senza vestiti, non nuda." disse Klelia, lui capì cosa intendeva. Non sapeva ancora nulla di lei, delle sue passioni, della sua infanzia. Aveva toccato la sua pelle, il suo corpo, ma sapeva di lei tanto quanto un libro dal titolo interessante che aveva trovato una volta nella libreria, ma che non.aveva avuto mai l'opportunità di leggere.
Lo sguardo di Ben scivolò sul livido che le aveva lasciato sul braccio, e le sue labbra si fermarono lì per un attimo, prima di poggiare la bocca su quella di Klelia. Si baciarono intensamente, mentre lui la teneva per i polsi e si stringeva a lei con tutto il corpo. Si staccò per baciarle la guancia e poi giù, sul collo. La sua bocca era bollente, le diede dei piccoli morsi sulla pelle, sollevò la testa per guardarla e scorse nei suoi occhi un oscuro desiderio. Le loro lingue s'incontrarono, con la mano le afferrò un fianco e con l'altra si insinuò sotto il tessuto dell'asciugamano, la sua pelle era ancora leggermente umida. Ben gemette sulle sue labbra, un brivido l'attraversò e la fece fremere. In quel momento incredibile e travolgente, Klelia gli avrebbe permesso di fare qualunque cosa.
Qualunque cosa. 
Ma sentirono la voce di Shila proveniente dalla fine del corridoio, così Klelia lo spinse via.
"Così tanta bellezza, al centro di così tanto trambusto." disse Ben sorridendo, mentre la voce di Shila si faceva sempre più vicina.
Klelia posò un ultimo bacio fugace sulle sue labbra "Ci vediamo in giro." poi uscì dalla stanza, sperando di non essere vista.
   
 
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