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Autore: cool_stuff    31/03/2018    0 recensioni
!Storia ispirata al video di Fighter e CONTINUO DI "ALL IN"!
Avevamo seguito i sette ragazzi appartenenti al Clan in una lotta per la sopravvivenza e libertà... quella lotta ora deve concludersi.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DOOR

 

La città pareva un fantasma. Qualsiasi tipo di edificio o negozio era stato inutilizzato da mesi ormai: chiaro segno erano le porte perennemente spalancate, strati su strati di polvere su davanzali, mobili e pavimenti che lasciava vagamente intravedere il colore reale degli oggetti attraverso una patina grigia. Tutto sembrava essere stato abbandonato con malinconia ed urgenza; nessun bambino che usciva da scuola correndo tra le braccia della mamma, nessuno si aggirava tra negozi intenti a provarsi qualche nuovo vestito, non risuonavano chiacchiere, litigi o risate. E se anche facesse male ai cinque ragazzi vedere la cruda realtà attraverso quella città morta, non poterono non tirare un sospiro di sollievo a vederla disabitata: di sicuro non avrebbero dovuto combattere contro loro simili per ottenere del cibo, ammesso che ce ne fosse ancora.

Nei giorni seguenti all'arrivo il Clan si dette da fare in tutti i modi possibili. A dieci minuti dal loro nuovo nascondiglio vi era un vecchio parrucchiere, oltre quelle poche tinte per capelli provarono anche a forzare la cassa nella speranza remota di trovarci dei soldi, ma vi ci trovarono soltanto altra polvere che fece starnutire I.M. Tornati alla base usarono la pompa d'acqua sul retro per provare i prodotti che avevano rubato e per una veloce doccia. Shownu decise solo di accorciare il taglio ed i suoi compagni non poterono che prendere questo gesto come un disperato tentativo di rimanere se stesso. Jooheon cambiò il suo colore da rosso sangue a nero cenere, così come immaginava la propria casa, che non avrebbe mai più potuto vedere, in quel momento. Kihyun tinse i suoi di un acceso rosa che gli piaquero stranamente, Wonho sarebbe rimasto biondo come prima se non fosse stato per una striscia blu giú alle punte, mentre I.M si fece di un grigiolino molto vicino all'argentato. Da quel giorno per alcuni di loro fu difficile anche solo specchiarsi in sporche pozzanghere d'acqua, in un modo o nell'altro sentivano di aver dovuto modificare la propria personalità così da poter nascondersi e scappare. Jooheon fu quello che ne soffrì di più.

 

Al momento della cattura, Minhyuk ebbe a stento il modo di rendersi conto del risveglio del suo ragazzo quando si sentì pungere da qualcosa simile ad uno spillo, al momento quasi nemmeno lo avvertì ma non passarono quattro o cinque secondi che un forte mal di testa lo pervarse. Si girò di scatto a guardare il proprio braccio e potè intravedere un piccolo congegno trasparente contenente un liquido verdognolo. La testa incominciò a girargli vorticosamente, l'unica cosa che riuscì a notare con chiarezza prima di crollare al suolo svenuto, furono gli occhi di Hyungwon chiudersi di nuovo lentamente.

Quando l'ex leader del Clan si risvegliò era steso su un lettino d'ospedale, la prima cosa che riuscì a percepire fu le proprie braccia costrette sul torso da una giacca di forza bianca, chiusa da ganci neri che faceva fatica a vedere. La stanza attorno a lui era grigiastra, dalle pareti provenivano dei deboli fasci di luci al neon, così come dal tetto e sul fondo una porta con una grossa maniglia la quale Minhyuk avrebbe scommesso che nin si sarebbe alerta nonostante i suoi deboli sforzi.

-Hyungwon...- disse sottovoce notando il più alto ancora inerme in un lettino accanto al suo.

-Hyungwon mi senti?- ma i "beep" del monitor che segnalava i battiti del cuore dell'altro furono le uniche risposte che ricevette. Rotolò sul fianco sinistro fino a cadere  sul pavimento duro come il marmo, il suo riflesso sulla gamba di metallo del letto lo fece rimanere di sasso: i suoi capelli erano diventati castano scuro più o meno come il suo colore naturale a quanto ricordava. Avanzò strisciante verso il secondo letto, arrivato a piedi si sedette e appoggiò il capo sul materassino. Anche Hyungwon ora aveva i capelli castani, color nocciola. 

Lo stomaco gli girava quasi quanto la testa e riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti, così cullato dall'idea di essere sopravvissuto con la persona a cui più teneva al mondo, si addormentò.

Sapeva bene che il resto del Clan, se mai fosse riuscito a scappare dall'Armata Nera, sarebbe stata la loro unica salvezza.

 

Kihyun, dopo 5 ore passate per le strade desolate della città intento a trovare qualcosa di utlie, tornava finalmente nell'edificio, illuminato dal tramonto, carico di un grande borsone pesante contenente vestiti, cibo e scarpe, che trascinava lentamente sul pavimento sporco e bagnato. Indossava un abbigliamento interamente nero: il cappuccio della felpa decisamente più grande di quanto sarebbe dovuta essere, gli copriva il capo e la fronte, in più era stato costretto a coprisi con un giaccone trovato in una casa per via del tempo freddo che vi era la maggior parte della giornata. 

Era da tanto che non udivano l'ululato ed il sibilio del vento che veniva tagliato dalle foglie degli alberi 

Arrivato al "caminetto" di pietra che aveva creato per mantenersi al caldo, gettò il borsone in avanti sospirando stanco ma un rumuore destò i propri sensi. C'era un uomo seduto sulle scale arruginite davanti a lui, affianco alla finestra quasi del tutto aperta. Kihyun non riuscì a vederlo in volto per via di una maschera poco illuminata dal fuoco. Prima che dal nulla il volto gli venisse incappucciato da qualcuno alle sue spalle di cui non si era accorto, vide la mano dello sconosciuto alzarsi ed indicare una porta situata alla fine di un corridoio ancora inesplorato.

 
  
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