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Autore: lmpaoli94    31/03/2018    1 recensioni
Salve a tutti! Questo racconto che sto scrivendo risale ad un mio sogno ricorrente che facevo quando ero piccolo e giocavo a Super Mario 64. Un sogno che non mi ha mai abbandonato e che ricordo anche a distanza di anni… Spero che vi piaccia!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bowser, Luigi, Mario, Peach, Yoshi
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La stanza era in perfetto ordine.
Non c’era niente fuori posto.
Sembrava che in quella stanza non ci fosse stato nessuno.
“È tutto molto strano…” pensò Mario perplesso.
Continuava a fissare il quadro della principessa.
“Cosa nascondi? Quale è il tuo segreto?”
Toccò l’intero quadro per vedere se c’era qualcos’altro di strano oltre all’immagine.
«Ma cosa…»
Il centro del dipinto si muoveva, come se il quadro fosse un passaggio verso un’altra dimensione.
Un altro mondo.
Eppure, dopo la sconfitta di Browser , tutti i quadri del castello erano tornati ad essere normali.
I passaggi dimensionali erano stati tutti bloccati per volere di Mario e della principessa.
“Questo è impossibile… Ma come…”
Mario, spaventato, si diresse fuori dalla stanza, ma fu interrotto da un suono proveniente dal quadro.
Improvvisamente, il dipinto si illuminò di una luce verde accecante.
Sembrava che stesse prendendo vita.
Mario, incuriosito, si avvicinò con sguardo circospetto.
Continuò a toccarlo.
Sembrava che il quadro lo chiamasse.
Che lo volesse attirare verso di sé.
Gli mancava solo la parola che non tardò ad arrivare.
«Mario! Mario! Aiutami!»
Era la voce della principessa.
Chiedeva disperatamente aiuto al suo amato.
«Peach…»
«Ti prego, entra nel quadro» lo prego lei con tono ansimante.
Mario era perplesso.
Entrare nel quadro rischiando la propria vita o lasciare perdere tutto come se fosse un’allucinazione?
«Non posso abbandonarla… E se fosse proprio lei quella che mi chiama?» disse tra sé e sé.
Ormai non c’era più tempo.
Senza pensarci due volte, si gettò dentro il quadro, abbandonando la sua dimensione conosciuta.

Mario cadde a terra svenuto.
Ci mise un po’ prima di riprendersi.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.
La prima cosa che vide fu un lunghissimo corridoio con migliaia di quadri appesi.
Sembravano infiniti.
Anche il corridoio sembrava non finire mai.
Che fosse un’ala segreta del castello?
“Ma dove… sono finito?”
Non riusciva a credere ai suoi occhi.
C’erano quadri di ogni tipo.
Da dipinti che raffiguravano paesaggi a dipinti che raffiguravano creature fantastiche.
Mario aveva sempre creduto di conoscere il castello come le sue tasche.
Ma la prova inconfutabile di quella ala segreta, lo fece ricredere completamente.
Vagava per questo lunghissimo corridoio senza riuscire a trovarne una fine.
Ma all’improvviso, qualcosa lo impensierì.
“Adesso come farò a tornare indietro?”
Il quadro che raffigurava la principessa da piccola era completamente sparito.
Ci sarebbe stata una via secondaria?
Oppure sarebbe stato intrappolato per sempre in quel corridoio infinito e oscuro?
Ad un certo punto, si fermò ad ammirare un quadro che raffigurava lui e la principessa nel giorno delle loro nozze.
“Questo quadro…” pensò “non lo vedo da anni… Com’è potuto finire in questo luogo?”
Il mistero si infittiva sempre di più.
C’erano troppe cose che non tornavano in questa storia.
Mario aveva sempre creduto che questo quadro fosse stato perduto per la sbadataggine dei suoi servitori.
Ed ecco che invece venne ritrovato attaccato al muro di quel passaggio segreto come se niente fosse.
“Devo andarmene immediatamente da qui. Devo spiegare tutto a Toad.”
Corse più veloce che poté.
Ma non serviva a nulla.
Il corridoio non accennava a finire.
Fino a quando non arrivò ad un bivio.
La strada si districava in due parti.
Quale scegliere?
La parte sinistra o la parte destra?
“Oh no! Questa non ci voleva!”
Anche stavolta, Mario non sapeva cosa fare.
Non sapeva cosa avrebbe trovato all’orizzonte.
Nessun indizio che gli poteva dare un segno.
Nessuno.
Decise allora di ascoltare il suo istinto.
“Prenderò la via di destra e speriamo che il destino non mi faccia brutti scherzi.”
Ma una voce roca che fece accapponare la pelle al povero Mario, lo fermò all’istante.
«Chi ha parlato?!» domandò spaventato.
La voce sconosciuta gli diceva di fermarsi e di non proseguire oltre.
«Chi sei? Fatti vedere!»
Mario non faceva altro che sentire mormorii di voci e passi pesanti.
Qualcosa o qualcuno si stava avvicinando a lui con passi decisi.
Stava morendo di paura.
«Non farmi del male!» gridò mentre si copriva gli occhi per timore che qualcosa lo potesse colpire improvvisamente.
Quando li riaprì, il suo sguardo si trasformò da impaurito a sguardo allibito.
«Mario, sono io. Non mi riconosci più?»
   
 
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