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Autore: Love00    03/04/2018    3 recensioni
Lottie è una ragazza che si trasferisce a Verona per lavoro. Sognatrice, amante di libri, cd e di tutto ciò che riguarda la bellezza della piccole cose, si ritroverà a scontrarsi con uno dei suoi amori liceali. Come reagirà la nostra protagonista?
Si riaccenderá quel sentimento che sembrava spento?
Cosa succederà a questi due ragazzi che per la volontà di forze innaturali si ritrovano ancora una volta a dover camminare sulla stessa strada?
Dalla storia:
"Dai Mirko, balla con me" dissi strusciandomi su di lui.
Mirko tentava invano di farmi tornare alla ragione.
"Lottie sei ubriaca fradicia e non farò ciò che se fossi in te non vorresti." continuava a ripetere.
"Che c'è Mirko, sei cambiato, eh? Non sei più quello di una volta. Prima non ti saresti fatto problemi. Sbaglio o avevi la reputazione di esserti fatto mezza città da ragazzo?" lo provocai guardandolo negli occhi. Il suo sguardo adesso era duro, ma potevo vedere anche delusione, tristezza in esso che mi lasciò spiazzata.
"Se almeno non vuoi tu, lasciami fare quello che voglio." dissi notando che un ragazzo continuava a guardarmi.
"Ripeto Lottie, non ti farò fare niente che tu non voglia veramente."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Nonostante io ce l'avessi con me stessa, non mi rinchiusi stavolta in casa a piangere o a lagnarmi più di tanto. 
Ero una donna adulta adesso, non potevo comportarmi come una ragazzina. Dovevo smetterla di comportarmi come tale, era finito il tempo dell'adolescenza. 
Fu per questo motivo che in quella settimana mi comportai come se nulla fosse successo. Ma non in modo apatico come prima, ma con spirito di fiducia nel poter migliorare me stessa. 
Ero in fissa nel correggere i miei errori, ma non perché aspiravo alla perfezione, quella nessuno avrebbe mai potuta ottenerla, ma perché desideravo un po' di calma e tranquillità. Se non potevo ottenere la felicità, almeno la stabilità andava bene, no? 
Detto ciò, passai quella settimana tra contratti di lavoro, esperimenti in cucina, organizzazione di qualche viaggio e serate al pub con le mie coinquiline. 
Quella mattina entrando in ufficio, mi accorsi che nell'aria c'era un non so che di strano. 
Tutti sembravano come se fossero in attesa di qualcosa. Ma in attesa per cosa? Lo stipendio non arrivava quel giorno. 
"Carlotta hai saputo?" mi chiese non appena mi avvistò la mia collega Anita. 
"Cosa?" chiesi a mia volta. Che stava blaterando? 
"Oggi il capo sceglie chi andrà all'estero per valutare una band assieme a lui. Vogliamo essere scelti tutti, ma naturalmente ciò è impossibile. Sceglierà solamente due tra di noi, tra cui uno è quasi sicuramente Daniele. Sai che il capo lo stima molto e tiene molto conto del suo parere." mi spiegò con gli occhi che luccicavano. 
Perché io non ne sapevo nulla? 
Glielo chiesi e lei mi rispose che lo avevano annunciato quando ero malata e avevo preso un giorno dalle mie ferie. 
"Ah, adesso si spiega tutto. Beh, perché ci speri tanto? Dove si andrebbe?" le chiesi scettica e allo stesso tempo curiosa. Ero scettica perché noi eravamo le novelline, quelle alle quali non era nemmeno sicuro che rinnovassero il contratto l'anno successivo, quindi ero dell'idea che prima di scegliere una di noi ce n'erano altri duemila come Daniele. 
Ovvero più esperti, più capaci e con un contratto indeterminato. 
Evitai di esporle il mio pensiero, non volevo di certo distruggerle i sogni. 
"Si va a Barcellona!" 
"Comunque, credo che sia molto interessato a te il capo, sai?" mi disse facendomi aggrottare le sopracciglia. Cosa? Che schiocchezza stava sparando? 
Avevo conosciuto Anita proprio in quell'ufficio. Anche lei era una novellina come me con un contratto non stabile, quindi avevamo stretto un rapporto amichevole in modo da trascorrere le ore lavorative in modo più carino. 
In realtà mi dava senso di un'oca invidiosa e ne ebbi conferma, perché il modo in cui mi porse quella domanda retorica, fu molto strano. Era gelosa, senza ombra di dubbio. 
Ma non capivo il motivo della sua gelosia. Io svolgevo il mio lavoro e cercavo di farlo nel modo migliore. Che voleva quindi questa da me? 
Comunque sia, non presi nemmeno in considerazione ciò che mi disse. Sapevo bene come funzionavano quei viaggi, non erano nelle competenze di noi novellini e di certo il capo non avrebbe mandato chiunque in un viaggio così importante proprio nel momento in cui l'azienda si stava riprendendo. Negli scorsi anni quest'ultima stava quasi per chiudere e solo dall'anno precedente un donatore aveva deciso di aiutare l'azienda con una somma cospicua a patto che essa diventasse di sua proprietà. Ecco quindi che in realtà quello che noi chiamavamo capo non era altro che un dipendente di qualcun altro ancora più superiore. 
Per questi motivi non mi illusi come la povera Anita invece fece. 
Potevo sembrare tutta cuore, emozioni e sentimenti, ma quando serviva, il razionalismo faceva parte di me. E naturalmente il razionalismo vinceva sempre su tutto. Proprio come nella rivoluzione scientifica. Galileo col suo nuovo metodo scientifico aveva scoperto e ribaltato un mondo. Usando alla base di tutto l'intelletto con l'aiuto della matematica. E proprio perché la matematica non è un'opinione, il nostro caro capo non aveva scelto nessuno dei novellini, tanto meno me. 
Di conseguenza Anita vide i suoi sogni andare distrutti e non poté che darmi ragione. 
Tuttavia era vero che il nostro capo aveva scelto Daniele. 
Daniele era il classico braccio destro di un uomo importante. 
Intelligente, carismatico e con mille strategie da tirar fuori sempre nel momento più opportuno. Aveva un'ottima parlantina, parlava tre lingue e girava voce che ne stesse imparando una quarta. Tutti in ufficio lo ammiravano, in particolar modo Anita, la quale cercava in tutti i costi di attirare la sua attenzione. Non era un bel uomo, uno di quelli che quando li incontri per strada rimani stupita per il dono della loro bellezza, ma come tutti gli uomini intelligenti e di potere aveva il suo fascino. Fascino che possibilmente svaniva quando lo si conosceva più a fondo. 
Anche questo pensiero lo tenni per me, senza condividerlo con la mia collega la quale stava già facendo moine e complimenti a quell'uomo che la guardava con aria di sufficienza. 
A mio parere Daniele era un uomo che aveva saputo sfruttare i propri punti di forza ed era arrivato in alto. Un po' il mito, l'esempio da imitare se si volesse arrivare ad occupare un posto importante nella società. 
Mi limitai a congratularmi col diretto interessato ricevendo in cambio un'occhiata curiosa. 
Pff, nemmeno si ricordava della sottoscritta. Eppure una volta ero stata la sua assistente per 24h. 
Decisa a continuare a svolgere il mio lavoro, ritornai alla mia scrivania lasciando Anita e Daniele scambiarsi qualche parola. La prima eccitata e in estasi, il secondo annoiato e leggermente scocciato. Evidentemente Anita non rispecchiava il tipo di donna che interessava al grande mito dell'ufficio. 

Le ore passarono in fretta e presto mi ritrovai a slegare la mia bici per poter correre al corso di fotografia. Quel giorno avrei finalmente terminato il corso, o almeno così pensavo. 
La giornata era fredda ma vi era il sole che provava a riscaldare la città a modo suo. Era per quella giornata così carina che avevo optato per la bicicletta e non l'auto che risultata più comoda. 
Ma nuovi punti di vista e il bisogno di dimenticare i giorni passati erano stati complici in quella folle scelta. 
Beh sì, folle perché ero terribilmente in ritardo e sarei arrivata tardi al corso. 
Non potevo arrivare tardi e perdermi mezz'ora di lezione dopo aver pagato una cifra per quel corso! 
Fu per questo che provai ad andare spedita sul mio mezzo a due ruote. 
Peccato che quasi rischiavo di andare  a finire sotto l'auto costosa e bellissima del tanto e non di meno stimato Daniele. 
Mi guardò malissimo. Eppure non mi sarei mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, tanto meno da uno squilibrato del genere che bravo quanto volesse nel suo lavoro per quanto riguardava la guida era da abolire, denunciare, rinchiudere nella topaia di Heidi dove le macchine non servissero. Doveva camminare con le caprette Daniele, altro che BMW! 
"Guarda che potresti stare più attento, eh! Stavi per farmi finire all'altro mondo!" urlai a Mr Perfezione fulminandolo con lo sguardo. 
"Io? Sei tu che dovresti stare attenta! Sei finita sotto la mia macchina perché correvi come una pazza!" urlò a sua volta mentre scendeva dall'auto e si avvicinava alla sottoscritta. 
"Ah sì? Genio, sei nella corsia dove in teoria dovrebbero starci coloro che vanno in bicicletta!" gli feci notare puntando il dito sul suo petto. Era poco più alto di me, ma fortunatamente, almeno in questo, la mia altezza non era discriminante rispetto alla sua. Anzi, forse lo era la sua. E il pensiero mi fece godere. 
Complice l'attesa del ciclo, complice tutto il teatrino dei giorni scorsi, avevo i nervi a fior di pelle. Nessuno doveva azzardarsi a dirmi qualcosa di sbagliato. Ma soprattutto con un tono così arrogante e alto di tonalità con stava facendo quello squilibrato. 
Gli sarei saltata addosso e gli avrei cavato gli occhi con le unghie se come dicevo prima, non fossi dotata di un cervello pensante. 
Fu così che decisi di prendere il mio mezzo e andare via prima di ricevere una denuncia o peggio ancora di finire dietro le sbarre per aver ucciso uno scarafaggio.
E addio carriera brillante per sempre.

Ovviamente arrivai tardi al corso, infatti quando misi piede nella stanza stavano consegnando gli attestati di partecipazione. 
"Chissà se mi servirà mai questo pezzo di carta un giorno." pensai pigramente afferrando il mio.
Lo guardai attentamente e decisi che nonostante non mi sarebbe servito a nulla concretamente, almeno avevo coltivato una passione e un hobby. 
"Prima che andiate" cominciò l'organizzatore del corso. Era un ottimo fotografo, ma ancora poco conosciuto nel mondo del suo lavoro.
"C'è un concorso di fotografia organizzato dalle accademie di fotografia. È semplice come concorso, bisogna pubblicare su Instagram la foto di qualche scorcio del villaggio e come descrizione qualcosa in riguardo. Il concorso si svolge in due fasi e siete stati invitati a partecipare. Sul sito ufficiale del nostro corso di fotografia troverete le informazioni a riguardo. Se siete interessanti, mi farebbe piacere che voi partecipaste. C'è l'opportunità di vincere un viaggio o un montepremi in soldi a chi scalerà la classifica." detto ciò ci salutò calorosamente e ci augurò una buona giornata.
"Carlotta un minuto, vorrei parlarti." ma evidentemente la comunicazione non era finita per quanto riguardasse me. 
Mi scusai per il ritardo spiegando che fossi uscita tardi dal lavoro e che avevo avuto un piccolo inconveniente, mi sembrava il minimo da persona educata e corretta quale fossi. 
"Tranquilla, non volevo assolutamente rimproverarti per il ritardo. Non ci perdo io, lo sai bene." 
"Volevo solo dirti che vorrei che tu partecipassi a quel concorso."
Il suo desiderio mi incuriosì e sorprese non poco. Non capivo il motivo. 
"Cosa? Io? Ma non credo di essere la prima del corso, anzi!" 
"Sono consapevole che altre persone che hanno partecipato a questo corso per quanto riguarda la tecnica ti superano, però volevo comunque che tu partecipassi. Non credo che quelle stesse persone sappiano cogliere il vero significato del concorso. Mi prometti che ci penserai?" mi chiese. E cosa potevo dirgli? Non potevo assicurargli la mia partecipazione al concorso, non me la sentivo più di tanto e poi non ne ero così interessata. Ma deludere le sue aspettative mi dispiaceva. 
"Prometto che darò un'occhiata sul sito, ma non posso prometterti la mia partecipazione." dissi alla fine decidendo che quello fosse il giusto compromesso. 
"Va benissimo così!" esclamò per poi salutarmi definitivamente stavolta. 

Fu una giornata strana e monotona, quasi noiosa. In quel momento mi trovavo nella mia stanza con il Pc sulle gambe ripensando al giorno appena trascorso. Era stato vuoto, come se mi mancasse qualcosa. Quella consapevolezza mi portò a pensare al ragazzo che lavorava tra i dischi volanti.
Era la prima volta che pensavo a Mirko durante quella giornata. Forse perché ero stata presa dal lavoro, poi dal corso e infine dalle mie coinquiline che mi avevano leggermente distratto dal suo pensiero. Beh, in realtà non proprio distratto. In realtà avevo sempre cercato di concentrarmi su tutto ciò che mi capitasse sotto tiro, lasciandolo fuori dalla mia mente. Ma come ben si sa, quando poi ci si ritrova da soli, in silenzio, i pensieri che per l'intera giornata non avevano toccato la nostra mente, nonostante siano sempre stati intrappolati in qualche parte remota in noi, prendevano il sopravvento e riemergevano a galla con una spontaneità che quasi spaventava. 
Mi spaventava quell'improvvisa consapevolezza.
Mi mancava Mirko. 
Poteva sembrare assurdo, ma mi mancava. Non lo sentivo da anni, non lo vedevo da altrettanto eppure bastava che ricomparisse per qualche giorno nella mia vita per sconvolgerla. 
Che avrei dovuto fare? Io non ero brava a gestire la mia vita. 
Mi ripetevo di non farmi influenzare da eventi esterni eppure quest'ultimi mi ferivano a morte. 
Mi ritrovavo a piangere come una bambina per un uomo che mi aveva illusa. 
Perché dovevo essere talmente sensibile? 
Sentivo il mondo crollarmi addosso e che potevo fare io? 
L'unica cosa che riuscivo a fare in quel momento era piangere. 
Non avrei smesso di essere una ragazzina nonostante l'età all'anagrafe. 
Poteva andare peggio di così?


Buonasera Fanciulle!🍭💓
Come state? Avete passato una buona Pasqua? Spero sia andato tutto bene e che abbiate ricevuto tante di quelle uova da riempire un intero frigo ahahahahah🐶
Come avrete capito questo risulta essere un capitolo di passaggio. Non succede molto, eppure notiamo l'entrata di due nuovi personaggi che saranno presenti anche nei prossimi capitoli. 
Una di loro è Anita. Sembra la solita ochetta invidiosa, ma forse risulterà essere anche simpatica quando vorrà. Mannaggia, vi ho accennato già a qualcosa! AHAHAHAH 
Mentre Daniele non lo sopporto come personaggio. Mi dà l'aria di un tipo tutto classico, serioso e poi non sa nemmeno guidare correttamente Ahahahahahahah 
Che ne pensate voi? 
Spero di ricevere qualche vostro commento, mi farebbe davvero piacere sapere come vi sembra la storia, i personaggi e tutto il resto! 🙈
Nel frattempo ringrazio chi ha recensito gli scorsi capitoli e chi ha aggiunto la storia a qualsiasi lista! Mi fate sorridere sempre❣
Un abbraccio, a prestooo!❤️❤️
  
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