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Autore: Scaramouch_e    03/04/2018    1 recensioni
[aggiornamento del 23.07.2019: questa storia rimarrà incompiuta. Mi sto dedicando ad altro, ma non la voglio cancellare, e o eliminare. Quindi rimarrà qui, senza conclusione. Scusatemi.]
La compagnia è divisa: dopo esser riuscita a salvare Boromir, figlio di Denethor, la giovane Indil parte con Legolas e l'erede di Isildur nella impresa di riuscire a salvare gli hobbit Merry e Pipino catturati dagli hurk e orchetti e quindi destinati a morte sicura, durante la ricerca si imbatteranno in diversi personaggi inaspettati e nella guerra contro Saruman; Frodo e Sam sono partiti verso Mordor con una barca e poco cibo, ma incontreranno qualcuno di inatteso che li aiuterà a superare quest'avventura.
Nuovi personaggi, duelli e guerre terribili, ma anche geste amorose e azioni d'amicizia si avvicenderanno nella seconda parte delle prodezze di Indil e della nuova compagnia dell’anello nella loro lotta contro Sauron e Saruman e nel loro viaggio verso il Monte Fato.
[Boromir x nuovo personaggio + Aralas (Legolas x Aragorn) + altre ship]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Boromir, Faramir, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono stati scritti da J.R.R. Tolkien e messi sul grande schermo da Peter Jackson; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Ringraziamenti: Ringrazio tantissimo la mia beta, che ha letto e ha corretto gli orrori della fanfic (trovandala anche carina a detta sua!); grazie mille evelyn, per tutto... Se non vi siete letti ancora la sua fanfic, su andatelo a fare. Un ringraziamento infine va a tumblr per le gif a inizio capitolo...
Buona lettura.

Capitolo I.

 
I quattro compagni erano infaticabili nel loro inseguire gli orchetti. Come delle macchine da guerra percorrevano miglia su miglia quasi senza fermarsi. Ormai erano tre giorni e tre notti che pedinavano il gruppo che aveva preso gli hobbit.
I due uomini erano sempre chini a fissare il terreno, per individuare eventuali impronte o tracce lasciate dai due hobbit, mentre i due elfi fissavano avanti a loro nella speranza di scorgere un segno.

Il terzo giorno Aragorn trovò un indizio.
“Mai a caso cadono le foglie di Lorien” disse sollevato il ramingo, prendendo in mano la spilla caduta a terra e sorridendo.
“Dunque, c’è ancora speranza” commentò Boromir, sorridendo a sua volta.
“La speranza non muore mai” rispose Indil, arrossendo mentre lo guardava. La principessa ricordava come l’uomo di Gondor l’avesse ringraziata per avergli praticamente salvato la vita, appena la compagnia aveva ripreso il viaggio.

Era notte e Indil era di guardia. Boromir si era alzato, turbato dai molti incubi che si avvicendavano nella sua mente da quando la giovane principessa l’aveva salvato, e le si era seduto accanto.
Per un po’ non avevano parlato, poi lui le aveva alzato il viso e le aveva accarezzato la guancia destra; aveva fatto sfiorare i loro nasi in un tenero contatto,  quindi il gondoriano aveva posato le labbra sulle sue.
L’aveva baciata.
Le labbra di Boromir avevano aderito alle sue in modo inaspettato, ma dolce e perfetto, e si era staccato da lei solo dopo parecchio tempo.
“Grazie” aveva mormorato l’uomo di Gondor e Indil era semplicemente arrossita, per poi appoggiare la testa bionda sulla forte spalla del condottiero.
“Sono contenta che tu sia vivo” aveva sussurrato lei, e lui le aveva fatto passare un braccio attorno alla vita sottile. Erano rimasti così a contemplare le stelle e a vegliare il sonno degli altri compagni, per tutto il resto della nottata.

***

I quattro compagni continuarono a correre scorgendo i pochi indizi degli hobbit, che si facevano sempre più rari, fin quando Aragorn non si arrestò.  “Legolas, cosa vedono i tuoi occhi di elfo?” domandò l’uomo con preoccupazione.
“Ci sono dei cavalieri che vengono verso di noi, Aragorn. Vedo che tre cavalli non hanno cavaliere, e intravedo anche del fumo dietro le loro spalle” fu la risposta accorata dell’elfo biondo.
“Descrivili fisicamente” ordinò il Dunedain. “Sono molto alti, hanno i capelli biondi lasciati cadere in ciocche e i loro volti sono duri. Cavalcano destrieri imponenti e stupendi.”
Legolas si interruppe nel descrivere perché  Boromir prese la parola. “Quelli sono i cavalieri di Rohan, Aragorn. Sono i Rohirrim. Non abbiamo nulla da temere, da loro” disse con voce concitata l’uomo di Gondor.
“Aspettiamoli, allora. Non possiamo andare da nessuna altra parte, e poi potremmo anche chiedere il loro aiuto” propose Aragorn e il resto della compagnia non poté che rimanere ferma e immobile.

Tuttavia i cavalieri, notò Aragorn, trottavano non nella loro direzione, bensì dalla parte opposta.
“Cavalieri di Rohan, quali notizie dal Mark?” domandò dunque con voce tonante per attirare la loro attenzione.
Gli agili cavalieri fecero rapidamente dietrofront e circondarono i quattro compagni puntando loro contro le lance.
“Chi siete? Come mai andate a piedi in queste terre?” domandò un uomo dal volto coperto da un elmo raffinato, che si poteva vedere esser giovane e scattante.
“Io so chi sei: Éomer, terzo maresciallo del Riddermark. Io sono Boromir, figlio di  Denethor” si rivelò il gondoriano con voce possente.
“Boromir? Sì, ora ti riconosco. Sei proprio tu! Ma che ci fai in simil compagnia? Chi sono costoro? Perché non sei a Gondor, com’è tuo diritto?” domandò incuriosito l’uomo chiamato Éomer.
“Loro sono Grampasso figlio di Arathorn, uno dei Raminghi del Nord, un Dúnedain; e Indil e Legolas, che provengono dal reame Boscoso e sono eredi di sire Thranduil. Siamo qui per conto di Elrond di Gran Burrone e ti vorremmo porgere alcune domande” spiegò brevemente Boromir, evitando di rivelare il nome di Aragorn.

“Che strani tempi sono questi: un ramingo, due elfi - uno dei quali femmina - e un uomo di Gondor che si fanno una bella scampagnata. Ebbene, i miei occhi però sono buoni, e so che sei veramente tu Boromir di Gondor, quindi porgimi pure le domande che vuoi” acconsentì Éomer.
“Legolas ha visto del fumo. Avete per caso lottato con degli orchetti e poi bruciato i loro corpi, com’è vostra abitudine?” domandò Boromir.
“C’è stata una grossa battaglia contro gli orchetti, e poi ne abbiamo bruciato i corpi, sì!” confermò Éomer con il volto serio.
Indil, vicino a Legolas, vacillò quando si rese conto di cosa ciò significava.  “Per i Valar...” mormorò l’elfa e poi domandò concitatamente: “C’erano due hobbit… due mezz’uomini con loro?”
“Non c’era nessun altro, a parte gli orchetti e degli strani esseri ancor più mostruosi con disegnata una mano bianca in fronte” disse Éomer rivolgendosi all’elfa, che mormorò poche parole in una lingua a lui sconosciuta, ma che sembrava una preghiera. “Dove è accaduta la vicenda dei vostri amici?” domandò il Rohirrim, “Negli Emyn Muil. Abbiamo corso per tre notti e tre giorni, quasi senza mai fermarci” spiegò Aragorn.
Éomer fischiò in segno d’approvazione. “Piedealato ti chiamerò. Grampasso è un nome troppo comune! Perché non venite a Rohan? Il mio re è purtroppo malato: è stato contaminato dalle parole crudeli di un servo, e ora caccia tutti i suoi buoni consiglieri e combattenti come me e la mia Eorlingas. Un tuo aiuto ci servirà sicuramente.” Éomer aveva deciso di fidarsi e di aprirsi con Grampasso avendo visto che al suo fianco c’era Boromir di Gondor. “Il mio cuore direbbe di seguirti, ma non la mente. Non sappiamo ancora se gli hobbit siano realmente morti o no, vorremmo assicurarcene” rispose Aragorn e il Rohirrim lo guardò con stupore.

“Se è questo il tuo volere, non posso che acconsentire, però vi debbo metter in guardia da un’altra cosa: c’è un vecchio stregone che vaga in queste terre. Egli somiglia tanto a Gandalf il grigio, a parte il colore delle vesti: sono bianche, ma in lui non c’è purezza, anzi è pieno di malvagità.” Éomer li guardò uno per uno, come se stesse pensando a qualcos’altro.
“Staremo attenti, Éomer” parlò Boromir e il viso del Rohirrim si distese.
“Portatemi Hasufel, Arod e Haleth” ordinò il maresciallo, e i tre splendidi cavalli che Legolas aveva visto senza cavaliere vennero condotti per le briglie da un uomo.
Erano tutti senza padrone, spiegò rapidamente Éomer, morti durante la piccola battaglia, e tutti desiderosi di intraprendere una cavalcata con nuovi alleati.
“Mi dispiace che non ci sia un cavallo per voi, mia signora” disse il Rohirrim riferendosi a Indil, che sorrise.
“Non vi preoccupate, cavalcherò con mio fratello” rispose l’elfa, gettando un’occhiata a Legolas.
I quattro amici lo ringraziarono e mentre Boromir e Aragorn prendevano Hasufel e Haleth, salendo loro in sella, Legolas prese Arod ma chiese che la sella venisse tolta. “Noi cavalchiamo i buoni cavalli liberi, senza costrizioni” spiegò prendendo la mano della sorella e facendola sedere dietro di sé.
Fu con queste parole che i quattro cavalieri abbandonarono i Rohirrim.

I cavalli erano come fulmini e quando Indil guardò dietro di sé si accorse che erano già a molte miglia di distanza dai cavalieri di Éomer. Si aggrappò al fratello per non cadere.
Continuarono a galoppare nell’erba fresca fino a quando Aragorn non dette il segnale di fermarsi.
Erano vicini alla foresta di Fangorn, notò con stupore l’elfa, scendendo da cavallo e vedendo il brutto muso di un orchetto infilzato su una lancia.
“È qui che è avvenuto lo scontro, ed è qui che sono morti gli hobbit” disse tristemente Boromir.
“Non eravamo con loro, purtroppo” tentò di consolarlo Aragorn, che nel frattempo si guardava intorno misurando le impronte lasciate da qualcuno prima di loro.
“Qui c’era un’hobbit. E qui un altro” mormorò con affetto accarezzando la nuda terra. Trovò una corda tagliata. “Guardate. Hanno tagliato la corda” disse stringendo il pezzo di spago fra le mani, e poi, avanzando carponi, poco lontano trovò altri indizi: un coltello e un altro pezzo di corda.  “Si sono liberati. Hanno corso” proseguì Aragorn seguendo le impronte lasciate dai piccoli amici. “E poi sono entrati nella foresta di Fangorn.” Si arrestò, guardando l’antica e impenetrabile foresta con orrore e raccapriccio.
“Perché l’hanno fatto?” domandò Boromir.
“Non hanno avuto altra possibilità” rispose tristemente Aragorn.
“E neppure noi ce l’abbiamo. Dobbiamo attraversarla” fece Legolas con gli occhi raggianti, fissando la sorella. Gli elfi si trovavano benissimo nella natura selvaggia.

 NOTE
Eccoci qui con un nuovo capitolo dopo le vacanze. Tutto bene Pasqua e Pasquetta? Spero di sì!
Dunque spero che il capitolo vi piaccia. Boromir e Indil si sono finalmente baciati! #grandefestaallacortediGondor, *cofcof*, e abbiamo conosciuto il buon Éomer... Che impressione vi hanno fatto questi due eventi? Come li avete vissuti? Fatevi sentire nelle recensioni mi raccomando. <3 
   
 
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