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Autore: SuperTeleGattone    04/04/2018    1 recensioni
C’è il cielo e c’è la terra. C’è chi proprio non può e c’è chi, volente o nolente, può. C’è un salto e c’è il vento che tira. C’è una folla a gridare, forte, e c’è un ragazzo: ma è un ragazzo, solo un ragazzo… Volere spesso diverge da potere, dilania, quaggiù quanto lassù. Il vento però non sente, non ammette ragioni: è ambasciatore e non porta pena. Porta solo voci lui, tante, tante voci.
Giusto un lenzuolino di fifa: un po’ di sdrucciolio davanti a quello strapiombo che è il destino e l’esserlo, destinato.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Heaven    
      on Their Minds









 
Tira vento, tira vento e tira tempesta.
Ci sono nuvole sopra la terra, nuvole nere.
Tira tempesta oltre la terra, ed è il vento a portarla: porta lamenti, voci di guerra e di miracoli; voci che chiedono e sperano; voci potenti che esigono.
Il cielo duole, si sfila, e la mano lo afferra: tira forte, invoca aiuto, sostegno, salvezza. Tira forte e tira tanto, perché è cielo, subito cielo dopo le dita, e resiste, resisterà, sempre.
Sa, per questo lei tira.
Le nuvole si ingrossano e il vento cavalca.
Tira, tutto si tira.
Tira tempesta.

 
Era ieri ed era solo; solo sul fondo. Oggi è all’aria, gira di bocca in bocca e fra i denti: avete sentito? Contro i Sei Sentieri, sì, abbiamo sentito!
Rovesciare un dio di pioggia e dolore è bastato; rovesciare altra catastrofe su una terra decapitata è bastato; guardare un cratere di vuoto in pancia e riconoscersi divorati, carne, è bastato.
Ieri era ed era solo; oggi è ed è un telo: tirato.

Tutti a parlare, a dire, a sapere e pontificare – perché pareva impossibile, e invece ha dato i suoi frutti, pensa un po’!
Tutti parlano e si aspettano, chiedono molto a lui, in bocca e fra i denti; molto, laddove – giusto in quel dove – lui è solo ed è uno: uno contro un gigante.
Lo hanno caricato di massi venduti come fiducia, di una speranza devastante, pesante quanto il cielo sull’anima e smisurata, sproporzionata a un scheletro di bambino.
È così alto, lassù, così tanto… Sopra il baratro, la vertigine è invece atroce, è vicina: se non riuscisse a saltare? Se il balzo non bastasse a coprire la gola che risucchia verso il basso? Se anche dopo Arti Eremitiche, chakra del Nove Code, la sacra potenza di un demonio; se, se, se!, ancora non potesse?

Sulla cima del mondo c’è gelo e non c’è aria; c’è il vento però, che spazza e che spinge, che chiede: se tu non potessi esserlo mai, te lo immagini, abbastanza?

Ma dicono lui possa! Dicono lui abbia la forza, sia stato scelto: il salvatore! Dicono sia profezia e destino, il suo, un destino compiuto; la presenza ferma e sorda di quanto è e non può essere altrimenti: inevitabile.

Sente freddo, è vero, ma non deve tremare: tranquillo, non puoi fallire. Non può, né potrebbe: se è nell’invisibile che dimora in tutto e ogni cosa, niente e nessuno può frenare lui e il suo passo. Niente, se è detto debba trionfare. Già, se.

È scritto che lui può; il mondo lo grida, lo grida: lui, lui solo può! Tutti, e se non tutti, poco importa: ascolta noi!
I rospi per primi; i suoi amici e maestri poi; l’Hokage, sì, il Quarto: il Fuoco legifera che può e lo sancisce col sangue – il sangue di altri. Suo padre. Altri sono morti. Sua madre. Morti perché lui potesse. Jiraiya. Affinché si potesse. Itachi. Ancora. Il clan Uchiha. Un domani.
Sono morti loro, morti, per questo lui deve.
Deve farcela, senza occasione di ricorso o margine di errore; deve scardinare un’architettura vetusta, ritorta, disfare tele di ragno gravide di rancori e nazionalismi; deve rivoltare un emisfero in rovina, al cui sguardo operare una scelta, troppo spesso, è operare un tradimento: Giuda.
Dovrà combattere i Titani, Davide: i Titani, non Golia… E sarà un pugno di sabbia contro un colosso: lui solo – da solo – cosa può?

Eppure, dicono lui possa: sì, sì, un sasso può, può scavare i massicci della terra!
Loro lo dicono, loro, e lo dicono adesso.
Parlano, blaterano, vociano come cornacchie e corteggiano simili ad avvoltoi, ma cosa sanno loro? Cosa, del rombo di un mostro di roccia, che crolla solo per mangiarti vivo? Cosa, del terrore di un’anima di cartilagine dinnanzi le fauci del sovrannaturale? Cosa, dello spettro del fallimento ad ansarti, eccitato, nelle orecchie? Cosa sanno loro, della paura?

Dicono possa, ma se non potesse? No, no, non temere! E se anche potendo, non riuscisse? Non temere e ascolta noi! E se pur potendo, fallisse? Ascoltaci!

In cima come sul fondo, lassù quanto quaggiù, si è soli e si ha freddo. Il vento, su, e la pietra, giù, non sono compagni, soltanto messi. Al vertice, sulla punta, la carne si taglia e così la mente. La domanda, le domande sono formiche nella testa e la scavano in cunicoli: non avere possibilità o averne senza fine? No. Essere un messia eletto o uno spirito smarrito? No, voi. Potere – anche se non vuoi – o volere – ciò in cui non puoi? Voi ascoltate me. Cosa sceglie e cosa crede? Ascoltatemi!

La sua voce ha poco peso, nei fatti; le parole restano aria cattiva dentro la bocca, e rovi urlanti in seno al buio.
Non c’è scelta invero, solo volontà, e la volontà è una e cannibale: non è sua; è del Fuoco.
È legna da ardere.

Dicono lui può!; lui stesso lo ripete, come una litania, che può; e dato che può, deve. Deve l’erede di Jiraiya; deve il bimbo della profezia; deve la Forza Portante della Foglia.
Deve, deve, mille volte mille, come una litania, deve.
E in questo, rallegriamoci, non ha scelta.
Tanta è la gloria di un salvatore.

Siine onorato, Uzumaki Naruto.
 
Tira tempesta e il cielo si sfila.









 
Ouverture e schitarresciòn
 
Un fatto buono della Pasqua è che, da qualche parte, a qualche ora, si ode un riff di chitarra e via di hosanna, ché lo stanno passando Jesus Christ Superstar. Heaven on Their Minds, che lo dico a fare, viene appunto da lì. Pure io comunque: raccontare qualcosa, metter giù, non so, due dialoghi, una trama, pare brutto? Muoio male? Si manifesta Cannavacciuolo? Babbe’… In qualche modo si è sopravvissuti a un’altra Pasquetta; alle grigliate, ai gruppi su Uozzapp, alle secchiate di pioggia e alle piogge di stazioni spaziali, ma più di tutto, al parentado! Sia lode a voi tutti, valorosi guerrieri; alle uova, alla Kinder, alla Ferrero, alla Ferragni e a Mario. Un fiorino, in ogni caso.
 
Naruto © Kishimoto Masashi-san


 
  
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