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Autore: GexeTheNemesi    01/07/2009    2 recensioni
La mia prima fic su Bleach.
la guerra contro Aizen è finita, la soul society ha vinto, ma ora c'è un problema: gli arrancar che Aizen aveva creato, ora sono senza un padrone e senza controllo. Alcuni sono sono deboli, altri sono forti, alcuni sono gentili, altri sono feroci, alcuni si limitano a cuntinuare a vivere, altri ancora tentano di riconquistare qualcosa che pensavano fosse perduto per sempre: il loro cuore.
Un nuovo confillto è all'orizzonte...
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Schiffer Ulquiorra, Un pò tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Primissima fanfic su bleach che scrivo, spero piaccia a tutti. Buona lettura








Esistono due tipi di battaglie continuava a ripetersi mentalmente Rukia, mordendosi il labbro inferiore quelle per proteggere la propria vita e quelle per proteggere il proprio orgoglio si morse il labbro talmente forte da far uscire un piccolo rivoletto di sangue, ma il dolore non lo sentì neppure.
Trentasette vittime.
Trentasette.
Trentasette compagni della tredicesima compagnia erano stati spazzati via da quell’arrancar e il suo capitano Ukitake ora stava combattendo contro quel temibile avversario da solo. Voleva combattere da solo. Doveva combattere da solo. Per vendicare i suoi compagni e per placare il suo orgoglio ferito.
‘Allora, signor capitano!?’ lo istigò l’arrancar ‘vuoi farmi credere che l’arrancar numero 100, Garcia Panciera, è troppo forte per te!?’
venne da pensare a Rukia, quel privaron-espada era troppo forte per il capitano; dopo lo sprigionamento si era trasformato in un gigantesco gorilla, la cui pelliccia sembrava refrattaria a ogni attacco dello shinigami.
Il 72° distretto forestale di Fugai era stato sconvolto dalla loro battaglia e pochi alberi erano rimasti in piedi, uno di questi era quello su cui si era rifugiata Rukia.
Ukitake era ad una decina di metri da lei: stanco, furibondo, ferito nel corpo e nello spirito e senza più il braccio sinistro
‘Rukia!’ Gridò senza voltarsi ‘scappa da qui! I rinforzi arriveranno a momenti! Rischi di essere coinvolta nello scontro se non ti allontani!’
Come se potesse farlo, non avrebbe mai più avuto il coraggio di guardarsi allo specchio se fosse fuggita. Sarebbe rimaste anche a costo di morire.
‘Capitano, io…’
Successe in un solo attimo.
Un fascio di luce rossa e Ukitake perse anche il braccio destro.
‘Capitano Ukitake!!!’
Rukia scese con un balzo dal suo nascondiglio e si precipitò verso il suo capitano, rimasto miracolosamente in equilibrio nonostante le menomazioni.
‘…scappa…’ disse in un sussurro il capitano ‘…via… da…’ I suoi occhi si chiusero e cadde tra le braccia della sua minuta sottoposta.
‘Ca… capitano…’
Paura. Tanta paura.
Rabbia. Tanta rabbia.
Garcia cominciò a sghignazzare divertito dall’alto dei quattro metri della sua resurrection.
‘Ma tu guarda’ disse con un diabolico sorriso sul volto ‘ un topolino mi era scappato, sarà meglio rimediare’
Tanta paura. Troppa paura. La shinigami non riusciva a togliere gli occhi dal viso del suo capitano, ora coperto da una maschera di sangue.
‘Addio!’ Gridò l’arrancar.
Rabbia. Tanta rabbia. Troppa rabbia, impossibile da controllare.
‘Danza!’ Gridò Rukia sfoderando la sua spada ‘Sode no Shirayuki!’
Un semplice schiaffo di quel gorilla e la mora venne sbalzata via, mentre la sua spada le sfuggiva di mano.
Tutto attorno divenne nero e la shinigami perse i sensi.

I rinforzi della 6°, 8° e 4° compagnia arrivarono una ventina di minuti dopo, ma si accorsero subito di essere arrivati troppo tardi.
‘Rukia!’ Cominciò a gridare Renji cercando la sua amica con lo sguardo, ma non la vedeva da nessuna parte e non percepiva nemmeno il suo reiatsu.
‘Sparpagliatevi e cercate i superstiti della battaglia’ Ordinò ai suoi uomini il capitano della sesta compagnia, Byakuya.
‘Seguiteli e prestato soccorso ai feriti’ Ordinò il capitano Unohana.
‘Voi controllate che non ci siano altri nemici in zona’ il capitano Kioraku era molto inquieto, lo si poteva capire dal suo volto preoccupato e impaziente: aveva una pessima sensazione che lo stava tormentando.
Dopo un intera ora di ricerche tutto quello che riuscirono a trovare furono i cadaveri delle trentasette vittime della 13° compagnia, nessuna traccia di Rukia o di Ukitake.
‘Capitano Kioraku, Capitano Byakuya’ il luogotenente della sesta compagnia si fece avanti, pallido come il latte e tremante da capo a piedi ‘ credo… credo di aver trovato il capitano Ukitake’
‘Come sarebbe “credo”?’ sbottò il suo capitano
Con una fitta al cuore, Kioraku intuì cosa volesse dire.
‘Non riesci a riconoscerlo, Renji-kun?’
Renji abbassò il capo e fece un timido cenno di assenso.
‘E’ sotto quel castagno’ disse indicando uno dei pochi alberi ancora interi poco lontano da loro.
Con passo lento, il capitano dell’ottava brigata si diresse nel punto che il rosso gli aveva indicato.
‘Capitano Kuchiki, li vicino ho trovato anche questa’
La stessa fitta al cuore di Kioraku colpì anche Byakuya: il suo tenente gli stava porgendo la zampakuto di suo sorella minore.
‘… E’ ancora in stato di sprigionamento’ sentenziò il capitano, osservando la lama bianca come la neve di quella spada ‘significa che Rukia è ancora viva. Torna nel Seireitei e porta qui quanti membri della mia brigata riesci a trovare, in fretta’
Renji accennò un saluto e poi si mise a correre in direzione del Seireitei.



Mondo Terreno, una settimana dopo…



I primi raggi di sole inondarono di luce la città di Karakura ancora dormiente.
In una casetta vicino alla stazione dei tram, un ragazzo si svegliò o, per meglio dire, cadde dal letto e sbatté la testa sul pavimento.
‘E che cazz…’ bofonchiò, massaggiandosi la parte dolorante, ancora mezzo addormentato.
Il letto da cui era caduto era vuoto, segno che la sua coinquilina era già sveglia, così si alzò traballando e andò a cercare l’interruttore della luce a tanto, ma lo trovò solo dopo essere inciampato tre volte sulle miriadi di scarpe e scatole di gelato vuote che infestavano il pavimento.
La luce illuminò la stanza mostrando il ragazzo in boxer che si era appena svegliato: aveva degli improbabili capelli arancioni, degli occhi scuri e un fisico scolpito dalle miriadi di battaglie che aveva affrontato.
Aprì la porta della sua stanza e scese in soggiorno, dove un nauseabondo odore di bruciato stava appestando l’aria.
‘Oss, Ichigo!’ Trillò allegra Inoue dalla cucina, intenta a far friggere quello che sembrava un pezzo di carbone.
‘Inoue… quello che sarebbe?’ Chiese preoccupato l’arancione, sedendosi al tavolo.
‘Cialde! Tante buone cialde!’ canticchiò, mettendo il pezzo di carbone su un piatto per poi porgerlo ad Ichigo.
Ichigo guardò terrorizzato prima Inoue e poi il pezzo di carbone.
‘Inoue… davvero, non dovevi… c’e il ramen istantaneo oppure…’ tentò di salvarsi, ma inutilmente.
‘No, no, no, no’ ribatte lei decisa ‘ Su, assaggia e dimmi com’è!’
Con ogni briciola del suo coraggio riuscì a prendere forchetta e coltello ( che di norme per delle cialde non si usano), tagliare quella massa informe tutta briciata e ficcarsela in bocca e poi, con uno sprezzo del pericolo che mai avrebbe creduto di possedere, riuscì ad ingoiare.
‘Deli… delizioso…’ disse in un sussurro, con sorriso tiratissimo e le lacrime agli occhi per colpa del bruciore alla gola.
‘Davvero!?’ Chiese Inoue raggiante di felicità ‘ allora forza! Mangialo tutto’
Il colorito di Ichigo divenne improvvisamente pallido e la mano che reggeva la forchetta cominciò a tremare.
Quando si dice scavarsi la fossa da soli… pensò sconsolato, pronto alla sua fine.
‘Hollow! Hollow! Hollow!’
A salvarlo da morte certa fu l’allarme hollow del suo medaglione da sostituto shinigami che era sul tavolo.
‘Devo scappare!’
Si portò il medaglione alla fronte, separando il suo corpo dalla sua anima di shinigami
‘Fa attenzione!’
Saltò fuori dalla finestra stingendo la sua spada Zangetsu e cominciò a librarsi nei cieli della città. Riusciva a vedere tutto da quella posizione: il fiume che attraversava la città, il parco di divertimenti, la Clinica Kurosaki, ovvero la sua vecchia casa e decine e decine di cantieri intenti a ricostruire la parte ovest della città.
Solo quattro anni prima quella parte della città era stata completamente rasa al suolo.
Un attentato terroristico lo descrissero i giornali, ma Ichigo sapeva bene cosa era successo.
Erano passati quattro anni dalla furiosa battaglia tra i Gotei 13 e Sosuke Aizien, ma anche se la forza dei primi tra espada al servizio dello shinigami traditore fosse enorme, i capitai della Soul Society non si arresero e ricorrendo ad ogni loro risorsa riuscirono a sconfiggere i loro avversari.
Non ci fu uno solo di quei capitani che non vide la morte in faccia quel giorno, però almeno Aizen venne sconfitto e i due capitani disertori, Tosen e Gin, erano latitanti da allora e la Gemma della Distruzione era stata distrutta.
Un per sempre felici e contenti, se non fosse stato per il fatto che con la morte di Aizen gli arrancar si erano sparpagliati fra i tre mondi: quello degli umani, la Soul Society e Hueco Mundo, ma principalmente nei primi due.
‘Eccoti lì!’
Individuò il suo bersaglio: un hollow che aveva le sembianze di un toro stava correndo lungo la sonda del fiume. Bastò un sol fendente e l’hollow si dissolse. Un lavoretto semplice di normale routine.
‘Hollow! Hollow! Hollow!’ Ricominciò il medaglione.
‘Ancora?’ Si lamentò Ichigo, ma poi ripensò al pezzo di carbone che Inoue aveva preparato e, per una volta, non gli dispiacque più di tanto se quella mattina avrebbe dovuto sudare un po’ più del solito.

A casa intanto, Orihime era intenta a risistemare la cucina, quando il cellulare che aveva in tasca cominciò a squillare.
Tirò fuori di tasca il telefonino e lo avvicinò all’orecchio.
‘Pronto?’ Chiese, domandandosi chi mai avrebbe potuto chiamare a quell’ora.
‘Orihime? Sono Renji, Ichigo è lì con te?’ rispose il rosso.
‘Renji-san? No, è apparso un hollow ed è subito andato ad occuparsene. E’ successo qualcosa? Hai un tono di voce strano’
Renji non rispose e la ragazza capì da quel silenzio che qualcosa di grave era accaduto.
‘Una settimana fa il capitano Ukitake è stato ucciso da un arrancar’ disse funebre ‘Rukia era assieme al capitano in quel momento dato che abbiamo trovato lì vicino la sua Zampakuto, ma non riuscivamo a trovarla sul campo di battaglia. L’unità mobile segreta l’ha cercata per tutta la soul society e questa mattina sono riuscita a trovarla in una baracca del Rokungai ovest
’ Inoue rimase sconvolta: aveva conosciuto il capitano della tredicesima compagni Jushiro Ukitake, una persona meravigliosa e un combattente abilissimo.
Rukia era molto affezionata al suo capitano, non poté nemmeno immaginare il dolore che ora la sua amica stesse provando.
‘Come… come sta ora?’ Chiese.
‘Fisicamente bene, ma è terribilmente provata, pensavo che forse rivedere te e Ichigo l’avrebbe fatta sentire meglio, infondo è da quasi un anno che non vi vedete’
‘Chiamo subito Urahara per fargli aprire un passaggio per la Soul society, saremo lì il prima possibile’
Dall’altro capo della linea, renji sorrise.
‘Grazie’ disse ‘ grazie di cuore’ così dicendo chiuse la chiamata.








Il prossimo capitolo non ho la più pallida idea di qundo lo posterò, si vedrà…
  
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