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Autore: MM_White    04/04/2018    1 recensioni
Come si vince al torneo delle coppe? Corteggiando e conquistando le ragazze più "difficili" di Hogwarts.
E cosa si vince? Che domande, la soddisfazione di aver vinto!
È alla sua seconda edizione che Draco dà il via in un momento di pura noia, scegliendo di importunare la bella Corvonero Keira Blackheart, migliore amica dell'alunna più brillante del suo anno. Stiamo parlando di Hermione Granger, ovviamente, la quale invece verrà scelta dall'affascinante Serpeverde Theodore Nott.
Le due ragazze saranno così ingenue da cascarci?
Dal capitolo 9:
Hermione ride ancora ed io, che credevo che ridere di lei fosse appagante, non sapevo quanto fosse ancora più gratificante farla ridere.
Io che ultimamente mi divertivo a beffeggiarla, alludendo che in realtà fosse una vipera degna di allargare le file dei serpeverde, non sapevo quanto invece il cappello parlante ci avesse visto giusto, quella lontana notte dello smistamento.
Perchè non sapevo quanto fosse forte e coraggiosa e leale.
E mi dispiace che abbia bevuto la pozione cura ferite perchè, seppur senza volerlo, quei segni sul collo glieli avevo provocati io.
Quei raschi erano un marchio, un chiaro e limpido avvertimento: questa ragazza è mia.
Ma adesso non ci sono più. Scomparsi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Theodore
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Altro contesto, Da VII libro alternativo
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Capitolo tre: Icaro

 

Hermione

 

«Sai, è proprio una coincidenza trovarti qui perchè volevo chiederti un favore.»

«Quale genere di favore?» Chiedo con un sorriso volutamente falso.

Alla storia dell'incontro casuale mica ci credo.

Chi si fida di Nott? Chi si fida di un Serpeverde in generale?

In pochi minuti sono passata da Draco a Theodore. Praticamente dalla padella alla brace.

«Sì, vedi, a lezione di pozioni Piton mi ha affiancato ad una Grifondoro e parlando di te...»

«Avete parlato di me.» Affermo sollevando un sopracciglio.

«Solo il tempo necessario per apprendere che ti piace leggere.»

«Oh ma dai Nott! Tutta la scuola sa che mi piace leggere.»

«Mi ha detto anche che sei un'arrivista.»

«Che bel complimento.» Sollevo nuovamente gli angoli della bocca. La stessa bocca sulla quale lo sguardo di Nott si ostina a tornare. «Saresti così gentile da dirmi anche quale Grifondoro ha una così bella considerazione di me?»

«Ma arrivista inteso come persona molto ambiziosa!» Cerca di correggersi lui, arrampicandosi sugli specchi. «Non c'è niente di male se ti piace arrivare per prima.»

Alzo gli occhi al cielo, tirando un lungo sospiro. In certe occasioni la miglior cosa da fare è sembrare una persona calma.

«Theodore ma che cosa stai blaterando?»

Lo scanso, salgo un gradino. Il Serpeverde ne sale due con una sola falcata, superandomi ancora e parandosi davanti.

Lo fulmino con gli occhi, seccata.

«Gradirei che mi facessi passare.»

«E io che tu mi ascoltassi.»

«L'ho già fatto e non mi è sembrato per niente interessante.»

Nott non aggiunge altro, guardandomi invece con un ghigno fastidiosissimo sul volto.

Possibile che non ci sia un Serpeverde simpatico? Si danno sempre tante aria di importanza.

«Sai chi è mio padre?»

Ecco appunto.

«Certo che lo so.» Sbuffo. «È Willow Nott, direttore di una delle più grandi case editrici di libri sulla magia.»

«Esatto. Ieri mi ha mandato uno scatolone stracolmo di libri inediti...»

Nott lascia la frase sospesa, permettendomi di rielaborarla. In effetti le parole girano e rigirano nella mia testa.

Libri. Scatolone. Stracolmo. Libri. Inediti.

Libri. Libri. Libri.

Come in una slot machine, la combinazione si somma rivelando la vincita, tra lampi di luci e il tintinnio di una campanella.

«E allora?» Chiedo con la voce leggermente tremula.

«Allora mi chiedevo: chissà se alla Granger farebbe piacere darci un'occhiata?»

«Piacere? Ne sarei estasiata!» Okei, forse ci ho messo troppa enfasi. Ma subito dopo l'entusiasmo si spegne tutto d'un colpo. «Ma devo rifiutare, grazie tante.»

«Aspetta, aspetta, aspetta.» Supplica il ragazzo parandosi nuovamente davanti a me. «Perchè?»

«Ti rigiro la domanda, Nott. Perchè?»

«E va bene mi hai scoperto.»

Sollevo un sopracciglio, più diffidente che mai.

«Oltre ai libri mi ha inviato anche una strillelettera.» Continua. «In cui si lamentava della mia scarsa predisposizione alla lettura. Sai, sono costretto a scrivere delle recensioni per provare di aver letto i pesantissimi tomi di magia che mi invia, ma l'ultima volta ha scoperto che le copiavo da un vecchio diario di riassunti che teniamo giù, nella biblioteca della nostra sala comune...» Ride. «Lo ha capito perchè lo usava anche lui.»

«Quindi questa volta ti ha mandato dei libri non ancora pubblicati.»

«Già, ma ho trovato lo stesso una soluzione.»

«Scusa, non faresti prima a leggerli, questi benedetti libri?»

«E così fare per davvero la persona responsabile anzichè solo sembrarlo

«Hai una mente contorta Nott.» Lo spingo sul petto per farlo spostare. «No dico sul serio, fai quasi paura.»

Theodore non si sposta di un millimetro ma anzi, mi stringe la mano appoggiata sul suo petto con le sue. Alzo gli occhi sul suo viso, più imbarazzata che mai.

Ma che diavolo sta facendo?

«Che ne diresti se delegassi il lavoro a te?»

«Smettila.» Lo caccio. «E lasciami passare prima che decida di lanciarti uno schiantesimo.»

«Bella e fatale.» Ribatte lui con aria trasognata. «Per la barba di Merlino se mi piace.»

«Ti piace...» e a questo punto tiro fuori la bacchetta. «Cosa? Hai tre secondi per farti da parte Nott.»

«Come vuoi topolina.»

Topolina? Adesso gli lancio la maledizione cruciatus, altro che schiantesimo.

Punto la bacchetta nello spazio tra i suoi occhi cervone.

«Uno...»

Sul suo viso compare un ghigno sadico.

«Ma se dovessi cambiare idea mi trovi agli allenamenti di Scacchi magici.»

«Due...»

«Tutti i lunedì e venerdì pomeriggio, in Sala Grande.»

«Tre.» Dico con un filo di voce.

Dopodichè avviene tutto nell'arco di una manciata di secondi.

Theodore Nott afferra la mano con la quale impugno la bacchetta, l'incantesimo parte ma va a finire contro una porta chiusa, il ragazzo si sporge verso di me, vicino sempre più vicino, finchè le sue labbra non raggiungono un mio orecchio, facendomi il solletico.

«Allora... ti aspetto.» Lo sento sussurrare.

E il mio cuore comincia a battere all'impazzata.

 

«Ti aspetto?» Strilla Keira, eccitata.

«Shhh.» L'ammonisco guardandomi intorno. «Fa piano, non voglio che si sappia in giro.»

La Corvonero lancia sguardi a destra e a sinistra, accellerando il passo.

Stiamo attraverso il corridoio affollato che porta all'uscita della Sala Grande. La folla è rumorosa, chiacchera e si compiace dell'ottima cena appena trangugiata.

«Bhè, non è che lui sia stato tanto discreto.» Fa chinandosi il più possibile verso di me. «Insomma, poteva vedervi chiunque.»

«Ma non è successo, quindi per il momento lo sappiamo solo io e te.»

«E Nott.»

«Vuoi parlare più piano?» Mi lamento. «E poi non chiamarlo così, usa un nome in codice.»

«Grandissimostrafigo andrebbe bene?»

«Keira...»

«Manzodeimanzi? Gnoccoincredibile?» Ridacchia, avvertendo il mio disagio. «Che ne dici di Complimentiallamamma?»

«Chiamalo come ti pare...» Ribatto seccata. Poi mi fermo e mi volto a guardarla, turbata. «Ma è davvero così bello?»

«Dimmi che stai scherzando, ti prego.»

«Ha una bella dentatura, questo è vero, ma...»

«Una bella dentatura?»

Ci appartiamo in un angolino isolato. Un posto dove di solito io e Keira ci fermiamo a chiaccherare prima di salire nelle nostre rispettive camere.

«Vuoi dire che con tutto quello che c'era da guardare tu gli hai visto i denti? I dentiii?» Riprende lei, imperterrita. «Cielo Herm, sei un caso perso.»

E va bene, lo ammetto: sto facendo la finta tonta. Ma come faccio a dirle che sono d'accordo con lei? A confessarle che anche io considero Nott un bel ragazzo e che stargli così vicino mi ha fatto sentire più di una volta inquieta?

Se lo dicessi a Keira lei mi tormenterebbe fino alla fine dei miei giorni.

No, grazie, meglio evitare.

«Comunque, volevo farti le mie scuse.» Dico per cercare di cambiare discorso. «È per colpa sua se ho fatto tardi, oggi.»

«Le avrei accettate se vi foste dati almeno un bacio...»

«Keira!»

«Ma fa niente dai, basta anche solo un appuntamento.»

«Io non ho nessun appuntamento.»

«Certo che sì, invece.»

«Io direi di no.»

«Venerdì è domani.»

«Peccato che avevamo deciso di passare il pomeriggio a ripetere Astronomia.»

«Ne sei davvero certa?» Keira spalanca gli occhioni. «Temo proprio che dovremo rimandare allora perchè ho un altro impegno.»

L'innocenza è forse l'unica qualità che su Keira stona da morire.

E infatti non lo è quasi mai.

La vedo concludere la pietosa scenetta con un sorrisino falso.

«Mi dispiace tanto, Herm.»

«Ti odio. Ma anche così, non ci vado lo stesso, domani.»

«Ma ci pensi?» Riattacca Keira, facendo finta di non aver sentito. «Non solo bello ma anche intelligente. Gli allenamenti di Scacchi magici! C'è qualcosa di più sexy, dico io?»

«Sì,» affermo con decisione. «Un ragazzo che legge.»

«Oh allora dovresti fare un giro nella mia sala comune.»

«Non mi tentare.»

«Guarda che non ti perdi niente. Okei, ci sarà anche qualche Corvonero carino, ma sono tutti così maledettamente seri! Sempre con il naso infilato in qualche libro...»

«Che schifo vero?» Ci scherzo su. «I Serpeverde invece!?»

«Virili e politicamente scorretti. Inoltre il loro sarcasmo innato denota una certa intelligenza.»

«Sai, la tua passione per quella Casa è inquietante.»

«E la tua per la mia, invece, noiosa.»

«A proposito di Serpeverde, c'è una faccenda che dovremmo risolvere.» Il mio tono di voce si abbassa di una ottava. «Ma ho paura che possa nuocerti, in qualche modo.»

«Spara.»

Io e Keira ci guardiamo a lungo, mentre nel castello cala lentamente il silenzio. Niente vociare di studenti o passi pesanti. Niente risa o lamenti. Solo il crepitio del fuoco nelle lanterne.

Fra poco, farsi trovare in giro da Gazza sarebbe pericoloso.

«No magari te lo dico domani,» riconsidero. «A quest'ora dovremmo essere già nei nostri letti. Buonanotte Keira.»

«No, no,» mi ferma lei. «Adesso mi dici che altro succede. Perchè se aspetto fino a domani tu magari ci ripensi e non me lo dici più.»
Ha ragione, è esattamente quello che al novantonve per cento avrei fatto.

«E va bene.» Mi arrendo dopo un lungo sospiro. «Ecco.»

Infilo una mano nella tasca e le porgo la fiala.

«Il nuntiusierum che avresti dovuto preparare oggi.» Rimugina Keira assottigliando lo sguardo. «È quello che avresti dovuto bere tu, quello che contiene il messaggio di Malfoy.»

«Mh-Mh.»

«Ma non l'hai bevuto e ti sei beccata la punizione. In effetti mi è sembrato molto strano...»

«Non volevo rischiare che fosse ascoltato da tutti.»

Mi lancia un'occhiata furba.

«Perchè?»

«Perchè...» Valuto fino all'ultimo l'opzione di non dirle nulla, in maniera tale da far cadere la questione.

In questo modo non avrei dato a Draco Malfoy la soddisfazione di sapere che ho eseguito un suo ordine. Perchè è quello che sto facendo. Ma devo anche considerare il fatto che in fondo aveva ragione. Io sono stata banale con il mio messaggio, no?

Proprio come aveva previsto lui.

 

«Curioso?»

«No, e sai perchè, Granger? Perchè tu sei banale. Posso già immaginare che tipo di stupido insulto nei miei confronti vi hai inserito. Sei tu, invece, quella curiosa.»

 

Oh, sì che lo sono.

È per questo, e anche perchè ormai non posso più tirarmi indietro, che glielo dico.

«Keira, il messaggio di Malfoy è per te.»

Lei china leggermente il capo. Lo sguardo assorto e lontano.

«Okei, questo non me lo aspettavo proprio.»

«Neanch'io, credimi.»

«Dici che dovrei ascoltarlo?»

Keira punta gli occhioni color ambra nei miei, ma io distolgo lo sguardo, rivolgendolo per terra.

«La scelta è tua.» Sospiro. «Considera che stiamo parlando di Draco Malfoy.»

«Dammela.» Dice quindi lei ad un tratto, con decisione. «Strappiamo questo cerotto.»

Le porgo la fiala in silenzio e osservo il suo capo scivolare all'indietro mentre ingerisce il liquido dorato. I capelli corvini non si spostano di una virgola dalla complicata acconciatura che li legano sulla nuca. Che si tratti infatti di una coda, di due trecce o uno chignon, Keira li porta sempre legati.

In effetti, adesso che ci penso, non l'ho mai vista con i capelli sciolti.

Quando finalmente schiude le labbra, mi preparo a sentire la voce di quell'odioso Serpeverde attraversare le corde vocali della mia migliore amica.

«Sabato alle dieci sarò davanti ai Tre Manici di Scopa. Se ci dovessimo scontrare per caso, spero sia come quella volta sulle scale, un momento a cui la mia mente torna sempre con un certo... appagamento.»

Per un paio di secondi cala il silenzio poi, dalla bocca di una Keira disorientata, torna a farsi sentire la voce di Malfoy.

«Ah, Granger... per una volta nella vita fa un favore al mondo: fatti gli affaracci tuoi.»

Strabuzzo gli occhi, incredula.

Lo ammetto: Sono. Letteralmente. Scioccata.

Io e Keira rimaniamo a guardarci per quanto, una decina di secondi? Dopodichè iniziamo a parlare all'unisono, sovrapponendo inevitabilmente le voci.

Io le rivolgo mille domande al secondo, lei sembra cercare delle scuse.

E perchè mai dovrebbe scusarsi?

In effetti mi accorgo che è diventata rossa come un pomodoro.

Mentre ci rifletto silenziosamente sopra, Keira ne approfitta per avere la parola.

«Hai ragione, sai?» Dice scostando lo sguardo, imbarazzata. «Si è fatto davvero tardi, ne parliamo meglio domani...»

«E no,» protesto con un ghigno. «Non eri tu quella del: se aspetto fino a domani ci ripensi

«Non è tanto semplice discuterne in pochi minuti.»

«Mi dirai tutto mentre torniamo alle torri.»

«E va bene,» sospira «ma giura che non riderai di me.»

Sollevo l'indice e fingo di disegnare una croce sul petto, in corrispondenza del cuore.

«E quello cos'era?» Domanda Keira.

«Una cosa da babbani. Oh, ma lascia perdere...» Furtivamente, faccio capolino nel corridoio per raggiungere la rampa di scale. «Via libera, facciamo presto.»

«Quindi...» Keira mi raggiunge e iniziamo a camminare. «Cosa vuoi sapere?»

«Ehmm, vediamo... diciamo tutto?»

«Herm, non credi che sia stato sgarbato dicendoti di farti gli affari tuoi?»

«Certo, ma tutto ciò che esce dalla bocca di Malfoy mi scivola addosso.» Le punzecchio la spalla con un dito. «Ehii, non cercare di cambiare discorso. Cos'è questa storia che Draco si sente appagato ripensando a quella volta sulle scale? Che diavolo avete combinato?»

Il volto di Keira torna a colorarsi di un rosso paonazzo.

«Niente, Hermione! Assolutamente niente!»

«Allora perchè tutta questa agitazione?»

«Ci siamo solo... scontrati, come dice lui.»

«E poi, alla faccia del per caso. In pratica ti ha dato luogo, data e ora dell'appuntamento.»

«Appuntamento?» Dice strabuzzando gli occhi.

«Non lo è?»

«Sì, forse...»

Strano come Keira riesca ad apparire maliziosa e frivola quando si tratta di altri che non sia lei stessa.

Dov'è finita la ragazza super eccitata per il mio scambio di battute con Theodore? La ragazza che questo pomeriggio si era truccata per andare a lezione di pozioni, maestra di inganno e furbizia? La ragazza sempre così sicura di sè, sempre ordinata e con la risposta pronta?

Adesso mi ritrovo di fronte la sua copia esatta, ma allo stesso tempo il suo opposto.

Timida, impacciata, esitante.

Struccata.

 

«Giura che non riderai di me.»

 

Mi domando se non ho esagerato, estorcendole questa storia come una prepotente.

Alla fine, se vogliamo essere del tutto sinceri, non mi interessa affatto cosa potrebbe aver combinato con Malfoy. Certo, le consiglierei caldamente di stargli alla larga, ma immagino che Keira sia una ragazza coscienziosa a tal punto da capirlo da sola.

La verità è che l'ho fatto per ripicca. Per farle capire come ci si sente.

E va bene, forse sono stata un tantino cattiva.

«Non fa niente Keira,» cerco di dire con comprensione. «Non me ne devi parlare se non ti va. Prima io... scherzavo.»

«No, anzi,» fa lei, adesso meno imbarazzata. «Forse avrei dovuto dirtelo prima. In fondo non c'è stato niente e tu, oddio, chissà cosa stai immaginando.»

«Credimi, mi riesce difficile immaginare te e Malfoy nello stesso momento.»

«Ci siamo abbracciati.» Dice allora lei all'improvviso, e io ripenso a quando pochissimo tempo prima aveva affermato, con risolutezza, strappiamo questo cerotto.

La vedo prendere un lungo sospiro, poi, tutto d'un fiato: «Cioè... non proprio abbracciati. Diciamo stretti. Io (che figura!) stavo cadendo. Sì, ecco, non so come sia potuto succedere ma ho perso l'equilibrio. Mentre salivo le scale. E lui... cioè, io non sapevo si trattasse di Draco. Mi sento trattenere. Mi...»

«Keira, mia cara, non ci sto capendo niente.»

«Oh, sì scusa, hai ragione.» Ridacchia. «Allora, tu sei me, no? E io sono Draco, ecco...»

Si posiziona dietro di me, un gradino più sotto. Mi fa girare di schiena e mi afferra una spalla con una mano, un fianco con l'altra, delicatamente.

«Oh...» Sussurro.

«Ecco...» continua lei, di nuovo paonazza. «È durato un secondo, o forse due. Io ho pensato di civettare giusto un po', così ho sbattuto le ciglia e con voce sensuale l'ho ringraziato. Ma poi mi sono voltata.»

«E hai scoperto l'identità del tuo galante salvatore.»

«Mi sono detta: perchè lui?»

«Non poteva trattarsi di Theodore Nott?» Scherzo.

«Esatto! Dai, ci sono centinaia di studenti che preferirei a Draco Malfoy. E così l'ho trattato male.»

«Male?»

«Sì, l'ho guardato in maniera sprezzante e me ne sono andata.»

«Mh, mh... okei ma ci sono due cose che ancora non mi quadrano, in tutta questa storia.»

«So cosa stai per dire.»

«Ovvero?»

«Se ho questo atteggiamento nei suoi confronti, come mai sembro una ragazzina alle prime armi parlando di lui?»

«Esatto.»

«È perchè... uff te lo dico un'altra volta, ora proprio non mi va.»

«Come vuoi.»

«Grazie. E qual'è la seconda cosa che non ti quadra?»

«Non capisco come da un banale contatto sia nata l'idea di un appuntamento.»

«Francamente non è chiaro neanche a me.»

Nel frattempo siamo arrivate al pianerottolo che divide le due ali del castello.

«Cosa farai, dunque?» Chiedo prima di inziare a salire la scala che mi porterà alla torre di Grifondoro. «Sabato ci andrai?»

«Non lo so ancora, ci dormirò su.» È la risposta di Keira, già a metà della sua, di scala. «E tu? Tu cosa farai domani?»

Mi arresto qualche secondo solo per pensarci bene.

Leggere libri di magia inediti sarebbe un sogno, ma doverlo fare per Nott? Diciamo solo che non mi fiderei molto.

Quindi la verità è che non lo so ancora neanch'io.

«Ripeterò astronomia da sola, tanto per cominciare.»

Ci scambiamo un sorriso nel silenzio più assoluto.

L'omone di un quadro sbadiglia.

Due «buonanotte» vengono sussurrati all'unisono.

E poi... bhè, poi la notte si impadronisce definitivamente del castello.

 

Draco

 

«Oh, eccoti qua.»

Nott fa capolino nella sala comune, con un sorriso sornione stampato in faccia.

«Provaci soltanto,» lo avverto con evidente fastidio «a parlare di quello che è successo a lezione di pozioni e...»

«E se fossi così coraggioso da farlo?»

«Ti lancio una maledizione nel sonno, Nott, giuro che lo faccio.»

«Il solito esagerato» Theo si siede alla sua poltrona preferita «dai, non è mica la fine del mondo.»

«Theo, mi ha ridicolizzato davanti a tutti!» Sbuffo.

Mi sento nervoso e umiliato. Per fortuna che c'è il vino. Afferro un calice con fare distratto, portandomelo alle labbra.

Intanto Theo mi guarda perplesso.

«Non era mio, il messaggio nel nuntiusierum.» Spiego. «Lo ha inventato quella vipera sul momento.»

Sento un grugnito e, quando alzo lo sguardo sul mio amico, lo vedo trattenere a stento una risata.

«Immaginavo fosse opera sua.» Considera, versandosi del vino in un calice pulito. «Ma devi ammettere che sa tenerti testa, Draco.»

«Sarà...»

«E senti...» Lo vedo esitare. «Poi durante la punizione è successo qualcos'altro degno di nota?»

«Non ci ho provato con lei, se è quello che vuoi sapere.» Ribatto seccato per il fatto che lo abbia solo pensato. «Quello dovrebbe essere interesse tuo.»

«E lo è, te l'assicuro.»

«Progressi?»

«Un appuntamento.» Risponde con un moto di orgoglio nella voce. «E tu?»

«Diciamo solo che sono stato a un passo dal baciarla.»

«Cavolate!» Ride Nott.

Lo lascio cuocere nel suo brodo con un ghigno sulle labbra.

Lui non ha nessun appuntamento tra le mani e il mio «quasi bacio» in pratica non esiste.

Lo so io, lo sa lui, e lo sanno soprattutto le interessate.

«Credo che la lavagna rimarrà vuota per un altro po', comunque.» Lo sento rimuginare a un certo punto.

Scuoto il capo, divertito.

«È il destino di chi si avvicina troppo al sole, rimanere delusi.» Commento versandomi ancora da bere.

«Ma non è da me volare basso.»

«Le tue belle ali si scioglieranno e cadrai, amico mio.»

«Quanto sei melodrammatico.»

Nott mi lancia un'occhiata stizzita.

Io termino il vino, un po' brillo.

E mi addormento non appena mi infilo sotto le coperte.




Nel prossimo capitolo:

«Ti chiedo solo un giorno, Granger.» Ribatto con calma. «E poi come fai a sapere che non potremmo diventare amici anche noi?»

«Il fatto che non saremo mai amici, noi due, è forse l'unica certezza della mia vita.»

   
 
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