Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: steffirah    04/04/2018    4 recensioni
Sakura va avanti con la sua quotidianità, convinta di avere già tutto ciò di cui ha bisogno, nonostante sembri esserci un piccolo vuoto da riempire nella sua vita. Prova a farlo acquistando un libro per bambini, cercandovi una risposta, ed effettivamente sarà proprio esso a dargliela, facendole conoscere l’amore. Così nel corso di un anno, a partire da un incontro avvenuto casualmente in un treno, capirà di aver finalmente trovato quel pezzo che le mancava.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Kinomoto, Syaoran Li, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino dopo

 
 
Quel mattino molto lentamente riprendo coscienza. Le tempie mi pulsano e mi sento la testa pesante. Così come lo sono anche le palpebre. Mi alzo le lenzuola fin sotto al mento nella vana speranza di riaddormentarmi, voltandomi su un fianco, ma nel farlo ho l'impressione di star cadendo nel vuoto. Trovo un ostacolo davanti a me e sono convinta si tratti della parete di casa mia. Però quella non si trova all'altro lato? Costringo i miei occhi ad aprirsi, passandoci le mani sopra. Quando le abbasso e riesco finalmente a vedere ciò che mi sta davanti per poco non mi viene un infarto.
Cosa ci fa il viso di Syaoran-kun così vicino al mio?
Trattengo il fiato, notando quanto sia carino mentre dorme (senza il volto sofferente della febbre). I capelli gli ricadono tutti d'un lato, mostrando un angolo della sua fronte, i suoi tratti sono rilassati, le sue labbra dischiuse, il suo respiro breve e regolare. Deglutisco, notando di essere totalmente incollata al suo corpo.
Stanotte…. Che cosa ho fatto?
Rialzo gli occhi sul suo viso, mordendomi le labbra preoccupata. Credo che qualche goccia di vodka sia ancora in circolo nel mio corpo, altrimenti non mi spiego come mai mi sento tanto… strana. Insomma, non è la prima volta che lo vedo dormire, né che siamo stesi l'uno di fianco all'altra. Pensandoci bene, non gli sono mai stata così vicina, ma anche in questo caso non comprendo perché dovrei sentirmi così accaldata. Non capisco neppure se è lui ad emettere il calore o io.
Tento di farmi più lontana per vederci più chiaro, ma lui mi blocca con un braccio, chiamandomi per nome. Che si sia svegliato? Rotola a pancia in su e mi stringe maggiormente al suo corpo; capisco così che sta ancora dormendo.
Mi vergogno da morire.
Affondo la testa nella camicia che sta indossando da ieri sera, venendo inondata dal suo odore. Come può essere così buono? Non credo si tratti di un profumo, deve essere proprio la sua pelle. Giacché sono intrappolata tra le sue braccia appoggio le mani sul suo petto, dandomi una lieve spinta per arrivare col naso accanto al suo collo. Come pensavo, è proprio lui stesso! A confronto temo di puzzare terribilmente di alcool, sudore e probabilmente avrò anche l'alito pesante. Serro le labbra. Meglio tacere.
Mi giro per sciogliere l'intreccio delle sue braccia che mi circondano, rinunciandoci presto e scivolando al di sotto di esse. Gattono fino alla mia parte del letto, mettendomi seduta per bene. Argh, mi gira tutto. Mi massaggio le tempie, facendomi sfuggire un lamento. Temo proprio di aver esagerato.
“Dove mi trovo?”
Mi guardo intorno, mettendo a fuoco il mobilio della stanza degli ospiti di Tomoyo-chan.
“Perché Syaoran-kun dorme con me?”
Abbasso lo sguardo e nello stesso istante lui si porta una mano sopra la fronte. Noto che strizza sia le labbra che le palpebre, per cui ipotizzo si stia svegliando. Quella stessa mano scivola sulla sua bocca per nascondere uno sbadiglio, mentre col resto del corpo si stiracchia. Vorrei distogliere lo sguardo, se solo i suoi arti non fossero così sexy,  insieme ai suoi capelli arruffati e... Oh cielo, i suoi occhi ancora velati dal sonno! Perché l’altra volta non mi sono accorta di tutti questi particolari? Perché ero preoccupata per la febbre? O è perché adesso la mia mente non ragiona lucidamente?
Sbatto le palpebre e lui pare inquadrarmi all'istante. Si mette seduto di scatto, guardandomi sveglio e apprensivo.
«Sakura! Come ti senti? Ti gira la testa? Vuoi un bicchiere d'acqua?»
Annuisco soltanto, scossa. Come faccia ad essere già così in forze da guardarsi intorno e alzarsi senza sbandare per versarmi dell'acqua – che per qualche motivo a me oscuro è posata su un tavolino accanto alla parete – è un mistero irrisolvibile.
Prendo il bicchiere pieno dalle sue mani, mentre si risiede davanti a me, preoccupato. Mi ritraggo dal suo sguardo, concentrandomi sull'acqua. La bevo fino all'ultimo goccio, sentendomi un po' più fresca. Oso riguardarlo, pentendomene subito. S'è fatto persino più vicino, forse per scrutarmi meglio, e il mio cuore parte al galoppo. Abbandono il bicchiere tra le gambe, sfiorandogli i capelli con una mano – l'altra la tengo posata sul letto in cerca di un sostegno sicuro.
«Sono tutti scompigliati, eh?» Il suo tono di voce è più basso di prima, più imbarazzato. Non oso pensare alle mie di condizioni.
Elimino la distanza tra di noi quanto più possibile, nascondendo il viso sulla sua spalla.
«Mi dispiace.», mormoro, portandomi la mano accanto al cuore. La chiudo in pugno come se volessi richiuderlo nella gabbia toracica. Cos'è questa agitazione?
«Per cosa?»
«Per qualunque cosa io abbia fatto o detto. Non vorrei essermi spinta oltre ciò che è lecito.», gli dico con un filo di voce.
Mi abbraccia, accarezzandomi dietro la schiena, gesto che da un po’ di tempo ho scoperto trovare rilassante.
«Mi hai soltanto abbracciato, non in maniera diversa da come sto facendo io adesso con te. E per lo più ti sei lamentata di parecchie cose, ma hai fatto bene a sfogarti.»
Non ricordo nulla del genere, ma se è soltanto questo allora non mi sono comportata del tutto male.
«Quindi, puoi stare tranquilla.»
Una delle sue mani sale nei miei capelli fino a sfiorare il mio viso. Con delicatezza mi prende il mento, facendomi alzare la testa... e così incontro un dolce, caldo sorriso. Sto ancora sognando? Sfioro la morbida linea delle sue labbra, non soltanto con gli occhi, ma anche con l'indice destro.
«Sa-Sakura?»
Osservo come esse si aprono e si muovono sinuosamente mentre pronuncia il mio nome. Porto entrambe le mani ai lati del suo viso, ammirandolo. Come può essere così bello di prima mattina?
Mi prende per i polsi, allontanandomi da lui, proprio quando la porta si apre e vi fa capolino Tomoyo-chan.
«Non mi sbagliavo, siete svegli. Buongiorno.»
Non trattengo un'espressione delusa. Non so con precisione cosa desiderassi, ma andava bene anche restare un altro po' così.
Vedo Syaoran-kun avvampare di colpo mentre si alza frettolosamente.
«Buongiorno.», ricambia paonazzo.
Lei ridacchia dicendogli: «Se vuole fare una doccia le mostro il bagno e le posso procurare dei vestiti. Sakura-chan tu sai già dove andare.»
Annuisco un'unica volta e attendo che loro due escano dalla stanza, prima di posare il bicchiere sul comò e ributtarmi sul letto, nascondendomi gli occhi sotto un braccio. Cosa diamine mi è preso? Sono forse impazzita? Però quando penso a lui il mio cuore sembra impazzire e...  Non va bene! Mi do due schiaffetti sulle guance, ricordando solo adesso che a lui piace un'altra persona. Mi sono comportata da svergognata! Da oggi devo cercare di non saltargli al collo con tanta facilità. Non sarebbe giusto nei confronti né suoi né di colei che gli piace.
“Basta, Sakura. Fila a lavarti.”, mi ordino perentoria, alzandomi.
Raggiungo il bagno e stranamente non mi sorprende trovare già tutto pronto. Apro l'acqua riempiendo la vasca col mio bagnoschiuma preferito e decido di prendermela comoda, lavando anche i capelli – visto che sono tutti unti dal sudore. Mi immergo una volta pronta, affondando fino al naso, chiudendo gli occhi. Sento bussare alla porta dopo qualche minuto di raccoglimento e Tomoyo-chan si annuncia.
«Entra.», le dico e lei viene ad inginocchiarsi accanto a me, appoggiandosi con le braccia alla vasca.
«Ti ho posato un vestito sul letto.»
Le sorrido riconoscente.
«Come hai dormito?», si interessa.
«Bene grazie.»
«Hai i postumi della sbornia?»
«Non più, solo appena sveglia mi girava la testa. Va decisamente meglio adesso.»
«Meno male. Ero preoccupatissima, hai finito mezza bottiglia di vodka da sola.»
«Che cosa?!», esclamo incredula. Come è stato possibile?!
«Non riuscivo a crederci neppure io, ma alla fine eravamo un po' tutti ubriachi.», sospira mortificata. Come se fosse colpa sua.
Poso una mano sulla sua, sentendomi di buon umore. «Sembra però che io mi sia comportata bene.»
«Lo spero per te, prima di andare a letto hai assillato Li-san in maniera terribile. Se non ci tenesse così tanto a te credo che ti avrebbe dato un colpo in testa per farti dormire.»
Scoppio a ridere, immaginandomelo. Forse avrebbe dovuto farlo.
«Per curiosità, che abiti gli hai prestato?» Gonfio le guance sopprimendo una risata, immaginandomelo già in sottana.
«Nessun pensiero perverso, gli ho giurato che non l'avrei mai fatto vestire da donna, per cui ho saggiamente scelto di sfruttare il completo della sfilata.»
«Quello verde?», chiedo entusiasta.
«Esattamente. Il pantalone scuro con la camicia chiara.»
«Oh!! Era bellissimo!»
«Ti è piaciuto?»
«Tantissimo!»
Il suo sorriso si allarga.
«Spero ti faccia lo stesso effetto il vestitino da picnic che ti ho cucito.»
«Scommetto di sì!», ridacchio e lei si alza, ridendo a sua volta.
«Vado a vedere se stanno preparando la colazione. Ci vediamo direttamente giù?»
«Sì.»
Appena esce chiudendosi la porta alle spalle mi sciacquo e mi avvolgo nell'accappatoio, avvicinandomi al lavabo; uso una delle tante creme che secondo Tomoyo-chan mi illuminano il viso e mi lavo i denti, tornando in camera per prendere il vestito. Quando vedo cosa è nascosto al di sotto di esso mi escono gli occhi fuori dalle orbite. Non mi aveva detto che c'era anche dell'intimo così... femminile! Prendo lo slip tra le mani, osservando i ricami di pizzo ai lati. Accidenti, non vorrei romperlo. Lo indosso un po' a disagio, insieme al reggiseno abbinato. I miei occhi finiscono sullo specchio che mi raffigura. Cavolo, quasi non mi riconosco. Anche se con l'asciugamano in testa è piuttosto comico.
Mi strizzo rapidamente i capelli, scuotendo la testa, e poggio l'asciugamano di lato, prendendo l'abito e abbassando la cerniera, indossandolo dalla testa. Aggiusto il vestito sulle gambe prima di specchiarmi. È molto semplice e classico, come quelli che si vedono nei film. Di lunghezza mi arriva fino al ginocchio, è a maniche lunghe, color glicine, con grossi fiocchetti verde acqua. Mi manca solo un cappello in testa e il cestino da picnic per essere uscita da una favoletta occidentale.
Ridacchio rivolta a me stessa, asciugo rapidamente i capelli, dopodiché esco per scendere in cucina. Per le scale vedo Syaoran-kun, per cui corro saltando qualche gradino per raggiungerlo.
«Syaoran-kun!», esclamo balzando al suo fianco.
«Sakura.»
Osservo accuratamente il suo viso senza trovarvi tracce di sonno o stanchezza, i suoi capelli ordinatamente pettinati e la sua mise senza la giacca. Sta davvero benissimo. Sto per dirglielo quando mi anticipa.
«Ti sei ripresa?»
Annuisco e lui mi chiede, mentre mettiamo piede in cucina: «Quali sono per la precisione i programmi di oggi?»
«Abbiamo appuntamento con gli altri verso l'una al parco in collina, per ammirare i fiori e pranzare tutti insieme.», risponde Tomoyo-chan.
Lo guardo di sottecchi e attendo che si sieda prima lui, prendendo poi posto di fronte.
«Non sembra male.», commenta.
«Ti piacerà.», affermo convinta.
Lui alza gli occhi su di me, e noto il colore nelle sue iridi sciogliersi. Non distoglie lo sguardo finché non ci viene servito un vassoio enorme strabordante di frutta esotica. Rivolgo un'occhiata sconvolta a Tomoyo-chan.
«Cosa c'è? Sai che mi piace provare costantemente cose nuove e così è come trovarci ai Tropici, no?»
«Sempre meglio della colazione greca.», sussurro tra me, cominciando a favorirne.
«Almeno non vi fate mancare niente.», osserva Syaoran-kun, assaggiando i litchi. Chissà se è la prima volta che li mangia.
Abbasso lo sguardo sulla papaya, in parte ancora curiosa di saperlo. È solo quando finiamo che lui dà una conferma ai miei dubbi, dichiarando che è stato interessante scoprire questi nuovi sapori. Io e Tomoyo-chan ci guardiamo contente, poi non appena ci alziamo da tavola recupero il mio cellulare, chiamando papà per assicurargli che sono viva. Ovviamente sento Touya lagnarsi in sottofondo di non so cosa, ma lo ignoriamo entrambi. Dato che mi accorgo delle continue occhiate che mi rivolge Syaoran-kun mi informo circa la sua auto. Mi assicura che è intatta fuori casa nostra e Touya non ci si è avvicinato, per cui alzo un pollice in direzione di Syaoran-kun per rassicurarlo. Infine informo papà che tra poco torniamo per posare i vestiti usati e riprendere la macchina, prima di andare in collina. Dobbiamo avviarci un po' in anticipo, visto che ci vogliono circa una quarantina di minuti ad arrivare.
Appena stacco la telefonata Tomoyo-chan propone di mostrarci i video delle sfilate per far passare il tempo. È vero, quelli precedenti Syaoran-kun non li ha ancora visti!
Ci spostiamo nella sala delle proiezioni – il che pare sconcertarlo – e ci fa sedere sul divano mentre lei fa partire i video. È una grande emozione rivederli dopo tutto questo tempo. Sembrano trascorsi secoli, invece si tratta unicamente di mesi. Già nel vedere la prima sfilata mi risalgono le lacrime agli occhi, sentendone la nostalgia. Ricordo quel giorno in cui Tomoyo-chan mi ha chiesto di sfilare per lei: è stato il giorno delle mie prime volte. La prima esperienza come modella, ma soprattutto il primo incontro con Syaoran-kun. E, in seguito, la prima nottata trascorsa tutti insieme. Il nostro primo Natale in gruppo.
Peccato che alla sfilata successiva lui non abbia potuto assistere, ma quanto meno ecco cosa compensano i video di Tomoyo-chan.
Quando arriviamo all'ultima mi concentro, fissando lo sguardo su Syaoran-kun piuttosto che su di me.
Ammiro ammaliata la sua sicurezza, i suoi flessuosi movimenti, il suo volto apparentemente impassibile ma che cela una timidezza che soltanto io e Tomoyo-chan abbiamo avuto modo di vedere, il suo incedere deciso, il suo essere semplicemente se stesso persino davanti ai riflettori. È totalmente diverso dagli altri modelli, i quali si vantano a non finire e posano in maniera plastica. Lui invece è così naturale, così spontaneo, come se sul serio fosse una passeggiata. E un altro particolare che mi colpisce è l'assenza di distanza tra di noi. Tomoyo-chan aveva ragione. Sebbene all'inizio non ci stessimo toccando, le nostre mani erano così vicine che potevano sfiorarsi e procedevamo muovendo i piedi in sincronia. Proprio come se fossimo un unico essere.
L'immagine salta direttamente alla parte successiva, al momento in cui mi porge la sua mano. Come un cavaliere. Trattengo il respiro guardandomi accettarla, rivivendo quel momento. Ci esamino in silenzio, mentre camminiamo continuando a guardarci negli occhi – mi sorprende che Tomoyo-chan non ci abbia rimproverati per questo – finché le note in sottofondo cambiano e noi cominciamo a danzare.
Seguiamo la melodia in maniera impeccabile, in un movimento circolare, restando perfettamente al centro del palco; successivamente mi prende in braccio, facendo un giro su se stesso, fino a fermarsi avvicinando il suo volto al mio. Il telo cade dal cielo, esplodono i lustrini, si accende quella luce solitaria e l'unica cosa visibile sono le nostre sagome... Che danno l'impressione che ci stiamo baciando. Appena diviene tutto buio gli applausi entusiasti mi stordiscono, facendomi girare la testa.
«È riuscito, allora...», sussurra Syaoran-kun alla mia sinistra.
«Sì, è stato parecchio efficace. Mia madre e gli altri ci hanno creduto a lungo.»
Continuano a parlare, ma io non li sento più. Anche quando Tomoyo-chan riaccende la luce continuo a fissare lo schermo senza parole.
Sembra che ci siamo baciati. Sembra che ci siamo davvero baciati. Ripenso a quante volte è quasi successo da quando ci siamo conosciuti e le altrettante volte in cui non ci ho mai trovato nulla di male. Ma adesso non mi sembra più così.
«Sakura-chan?», mi richiama allora Tomoyo-chan.
Rilascio il respiro, rendendomi conto solo ora di averlo tenuto tutto il tempo.
«Sono mortificata!» Balzo in piedi, inchinandomi davanti a Syaoran-kun. «Mi dispiace profondamente, non avrei mai pensato che potesse essere frainteso.»
«Perché ti scusi?»
Continuo a stare con la testa abbassata, stringendo i lembi della mia gonna.
«Perché se la persona che ti piace ha assistito potrebbe credere che tu... e io...» Mi mordo le labbra, riprendendo fiato. «Non potrei sopportare di essere la causa della tua infelicità. Dobbiamo spiegarle che è un malinteso.»
Non ricevendo risposta per un minuto buono oso alzare la testa, notando mia cugina con una mano sulla bocca come se stesse per esplodere dalle risate, per cui corre fuori dalla stanza per darvi libero sfogo, e lui con uno sguardo tra l'incredulo e l'imbarazzato.
Guarda altrove, prima di rassicurarmi: «Lei lo sa. Sa che era soltanto una messinscena.»
«Gliene hai parlato?»
«Sì.»
Tiro un sospiro di sollievo.
«Meno male.» Gli prendo entrambe le mani, abbassandomi col busto per arrivare alla sua altezza da seduto. «Sappi che farò sempre il tifo per te.»
«Anche se dici così...», mormora sottovoce, sorridendo tirato, al che lo guardo curiosa. «No, niente. Grazie.»
«Di nulla!»
Gli lascio le mani, congiungendo le mie dietro la schiena. Alzo nuovamente lo sguardo sul telo dello schermo, rimettendomi in piedi.  Mi sento molto meglio a saperlo.
«Neh, Sakura...»
«Mmh?»
Mi volto nuovamente verso Syaoran-kun, il quale si è messo in piedi. Si morde le labbra, i suoi occhi scorrono in tutte le direzioni come se fosse particolarmente nervoso. Attendo che prosegua, ma ciò non succede. Scuote la testa, voltandomi le spalle, allontanandosi senza aggiungere altro. Lasciandomi lì inebetita. Hoe?
Una volta sparito oltre la tenda mi decido a seguirlo, trovandomi davanti una Tomoyo-chan sorridente.
«Penso sia meglio avviarci.»
Annuisco, scannerizzando la stanza con lo sguardo, senza trovarlo.
«È già sceso all'ingresso.», mi spiega mia cugina.
Non rispondo, prendendo il cellulare e la borsa. La seguo mentre scende, e tutti e tre insieme usciamo per tornare a casa mia.
Durante il tragitto Syaoran-kun evita il mio sguardo e io sento il mio cuore stringersi in una morsa, nel timore di aver fatto o detto qualcosa di sbagliato. Ma in tal caso, perché non me ne ha parlato? È come se all'improvviso divenisse sempre più lontano... E questa sensazione pare infilzarmi il cuore come mille lame. Non so come, non so quando, devo assolutamente parlarne con lui. E capire che errore ho commesso, per poter rimediare.




 
Angolino autrice:
Buonsalve! Sbaglio o qui non ci sono né spiegazioni da fare né parole straniere da tradurre? Cos'è questo miracolo? Hahaha
Okay, avrei potuto non farmi presente, ma eccomi qui per dirvi che lo so che la fine di questo capitolo è "spiazzante", ma non vi allarmate. Una ragione a tutto c'è e non manca molto a quando si capirà perché Syaoran agisce così (beh, forse dal loro punto di vista è tanto tempo, visto che le risposte arriveranno a maggio... ^^'') 
Detto ciò, grazie per aver letto <3 

P.S.: purtroppo domani non garantisco che aggiorno perché forse non sono a casa e ho ospiti, ma farò del mio meglio!  
  
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