Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: LadyNabla    04/04/2018    1 recensioni
Eppure l'uomo, per quanto fosse riuscito a cogliere solo un lampo dell'immagine, era quasi certo di aver riconosciuto un volto femminile, giovane e incorniciato da una chioma folta e candida come fiori di cotone.
Che fosse...? Vide la mora sollevare ancora il calice e bisbigliare un "auguri", prima di svuotarlo.
Non resistette più.
Si alzò in piedi, raggiunse il bancone fingendo di attendere il ritorno dell'inserviente dall'aria ottusa, e intanto si concesse di mormorare alla donna:
- E così stamattina hai ammazzato quell'agente governativo per festeggiare degnamente tua madre, Nico Robin?-
L'altra non si scompose, né cambiò la sua posizione.
Si limitò a posare la bottiglia dopo aver nuovamente riempito il calice.
La sua espressione si era mantenuta mite come quell'umida notte di pioggia leggera, ma i suoi occhi chiari erano ora freddi, duri e taglienti come la lama di un pugnale.
- Veramente no- rispose infine, con un lieve sorriso impertinente ad incresparle le labbra -l'ho fatto solo perché me l'hanno ordinato. Non ne avevo neppure voglia.-
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Mugiwara, Nami, Nico Robin, Sanji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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storm                                                                               IV. Storm

Circa due anni fa, a sei giorni di navigazione dall'arcipelago Komori, East blue

-
Ehi, qualcuno qui deve aiutarmi con il timone!- urlò Nami, a malapena riuscendo a sovrastare il fragore assordante della tempesta e il rombo delle onde impazzite.
Un'ora e mezza prima una bufera infida li aveva colti praticamente di sorpresa, in maniera così improvvisa e violenta che solo per un soffio gli interminabili cavalloni alti più di tre metri non avevano fatto scuffiare la malcapitata Going Merry.
Da allora era stato un folle susseguirsi di pioggia gelida mista a grandine, venti sbiechi che ululavano indemoniati e sollevavano schizzi di schiuma candida fino al pennone, e di sinistri scricchiolii della nave, simile ad un guscio di noce in balia della furia degli elementi.
- Arrivo io!- si offrì prontamente Usopp, l'unico a non essere impegnato a domare le vele e il sartiame perché nella stiva si erano aperte tre falle e lui era il solo capace di ripararle decentemente.
- Maledizione, sarebbe stato meglio ormeggiare vicino all'isolotto disabitato di prima, prima che si scatenasse questo finimondo! Lo sapevo che non dovevo dare retta a quell'inetto di Rufy!- ruggì la navigatrice cercando di mantenere stabile la rotta, nonostante il temporale che le frustava il viso e gli occhi.
- Ma io volevo solo arrivare prima all'isola del re dei pirati...- piagnucolò sconfortato il capitano, che reggeva con forza una delle cime della randa.
- Ammainatele! Tutte tranne il fiocco che deve gonfiarsi a collo! Usopp, noi due legheremo la barra del timone sottovento ora che la nave è di traverso rispetto alle onde!-
- Okay, ma...sei sicura che funzionerà?- fece il cecchino un po' confuso.
- Sta' zitto!- lo rimbecco lei nervosamente - E' l'unico modo che abbiamo per evitare che la bufera ci spazzi via! Dobbiamo lasciare che il mare ci spinga alla poggia e il timone all'orza, e avremo equilibrio! Andare a bolina non basta in questi casi!- asserì decisa.
Il ragazzo ricciuto annuì mentre eseguiva i comandi della compagna, sperando in cuor suo che l'abilità e l'intuito della rossa fossero sufficienti per uscire vivi da quell'inferno, lui di certo non capiva un accidente di tutte quelle manovre nautiche (cappa?) che permettevano di affrontare in maniera relativamente sicura condizioni atmosferiche del genere.
- Ora dovremmo ottenere una posizione abbastanza stabile, ma non battete la fiacca!- si raccomandò la cartografa, meticolosa come sempre.
Anche Rufy, Zoro e Sanji avevano finito di mettere in pratica le sue istruzioni, e adesso non restava che aspettare che il mare grosso e il maestrale calassero, con le braccia e le gambe che dolevano e bruciavano per tutti quegli sforzi prolungati.
Nami alzò gli occhi al cielo e capì che il peggio non sarebbe passato tanto presto: sopra di loro c'era una cupa massa ribollente di nubi color silicio, solcate da fulmini lividi, e le gocce tonde e lucide come monete non accennavano a smettere di bersagliarli; la pressione era troppo bassa, appurò controllando i suoi strumenti, così come la temperatura.
- Che razza di freddo merdoso- si lamentò il cuoco, che come tutti gli altri era fradicio come un pulcino e tentava invano di accendersi una paglia con lo zippo nuovo, ma se non era l'oceano a vomitare acqua sull'imbarcazione era il cielo, e la sigaretta bagnata non voleva saperne di prendere fuoco.
- E che fame! Io non ho neanche fatto merenda!- disse Rufy quasi con le lacrime agli occhi.
- In effetti stavolta non hai tutti i torti, ho fame anch'io- si unì lo spadaccino, terminando la frase con uno sbadiglio scomposto.
- Quasi quasi vado a preparare qualcosa da mangiare per questi bifolchi, che ne dici Nami?- domandò il biondo alla ragazza.
- Va' pure, abbiamo tutti bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. E porta anche del caffè, per favore!-
- Certo, mia regina!-
- E anche del saké, idiota d'un cuoco!- bofonchiò il verde.
- Col cavolo! Così poi ti sbronzi e ti metti a dormire come un morto! Nessuno ha voglia di fare il lavoro al posto tuo, marimo di merda!- gli urlò dietro l'altro.
- Cosa?!- ringhiò il verde in risposta, con Rufy che scoppiava a ridere per il loro bisticcio così stupido e Nami che alzava gli occhi al cielo.
Usopp starnutì, tutti loro erano zuppi come pulcini, e la rossa sentì il bisogno di rassicurarli almeno su quello.
- Tra dieci minuti la tempesta calerà d'intensità, e potremo andarcene tutti all'asciutto.-
Gli altri tre fecero un cenno d'assenso, sapevano bene che per quelle faccende dovevano solo affidarsi alla ragazza e alle sue conoscenze.
Una folata improvvisa di vento sollevò nell'aria la paglietta del capitano, e quest'ultimo saltò in piedi disperato sul parapetto, seguendo con gli occhi sgranati la traiettoria del suo amato cappello che veniva inesorabilmente trascinato in mare.
- Rufy, non fare stronzate!- lo ammonì lo spadaccino -con questa corrente e queste onde sarebbe un casino poi ripescarti!-
- Sì, ma...! Il mio cappello è proprio laggiù, si vede benissimo! Non è ancora tanto lontano, qualcuno di voi potrebbe andare a riprendermelo, per favore?- chiese affranto, mentre gli altri si scambiavano un'occhiata incerta.
Nessuno in realtà aveva voglia di giocarsi la pelle per quel vecchio coso malandato, solo che non avevano cuore di confessarlo al moro, che li guardava in fremente attesa e l'aria da cane bastonato per impietosirli.
- Se proprio mi tocca...- sospirò alla fine Zoro, conscio di non poter lasciare andare uno degli altri due debolucci in quel mare burrascoso.
Ma la sua decisione fu mandata a monte da due cose che successero rapidamente una dietro l'altra: Sanji sbucò dalla cucina con un thermos e un vassoio stracolmo di panini tra le mani, e un'onda alta almeno sei metri si abbatté come una sentenza di morte sulla  caravella, che per puro miracolo non si ribaltò sul lato di tribordo.
L'impatto fu mostruoso, una parete di tonnellate d'acqua gelida che quasi li aveva fatti annegare sul colpo, e di quell'incosciente di Rufy non c'era più traccia sul parapetto. Doveva essere stato inghiottito tra i flutti scuri come quel suo stupido cappello.
- Rufy! Rufy, dove sei?!- lo chiamava Nami a gran voce, e per un attimo le parve d'intravedere un lampo di nero e rosso a non troppa distanza dalla Merry, oltre la poppa.
- E' lì!- urlò Zoro, e neanche mezzo secondo dopo si era già tuffato per recuperarlo prima che quello sciagurato crepasse come un idiota abbandonandoli lì.
- Maledizione! Lui e quel dannato cappellaccio, avrei dovuto incatenarlo nella stiva per tutta la durata della tempesta, come si può essere così deficienti?!- imprecò la navigatrice, dando un calcio vigoroso ad una botte che ruzzolava da una parte all'altra del ponte.
Non poteva morire, non poteva! Era stato lui a salvare lei, sua sorella, i suoi amici e tutta la sua isola, era stato lui a chiamarla "compagna" e farla sentire una parte insostituibile della sua ciurma, era stato lui a restituirle la speranza!
Come poteva morire in maniera così balorda, così normale, uno come lui che di normale non aveva niente?! Uno che aveva quel coraggio, quella forza, quei sogni, quel sorriso?
- Mi sa che abbiamo un altro problema- balbettò il cecchino alle sue spalle, permettendole di mandare giù il nodo che le stava chiudendo la gola.
- Che diavolo c'è ancora?!- ribatté, con voce tutto sommato abbastanza ferma.
- Sanji...l'onda deve aver fatto cadere in mare anche lui.- spiegò l'altro ragazzo, indicando in preda ai peggiori timori il vassoio caduto a terra e i panini ormai immangiabili sparsi ovunque.
- Oh, perfetto! Davvero perfetto! Ci mancava solo questa!- sbottò la rossa, mentre si liberava della giacca impermeabile e dei sandali.
- Che...che fai?!- la interrogò Usopp allarmato.
- Sanji è un nuotatore provetto, se non è ancora riemerso c'è un'unica possibile spiegazione: è svenuto cadendo in acqua. Devo tuffarmi e riportarlo qui o morirà...ogni secondo che perdo qui significa meno aria per lui. Non mettermi i bastoni tra le ruote e prenditi cura della nave mentre io non ci sono.-
- S-sì ma...vuoi lasciarmi qui da solo...in mezzo a questo uragano?!- squittì incredulo il ricciuto.
- Questo non è un uragano, Usopp, è solo una pioggia molto intensa che sta per terminare, e tu sei tranquillamente in grado di gestire la situazione in mia assenza.- lo rassicurò, dandogli una pacca sulla spalla. - Ricordati, siamo pirati, non possiamo avere paura del mare.- gli sorrise infine nella sua maniera sfrontata, cercando di trasmettergli quella sicurezza che non aveva neanche lei.
Dopodiché si tuffò anche lei, e un istante dopo il cecchino crollò sulle ginocchia, frastornato.
Sentiva solo il rombo impazzito del suo cuore nelle orecchie, e il respiro farsi breve e irregolare.
No, no, gli altri contavano su di lui! Si strinse furioso la testa tra le mani, stringendo forte gli occhi e i denti.
Non era più un contadinotto pauroso ormai, cos'avrebbero detto Kaya e i bambini se l'avessero visto in quello stato pietoso, proprio nel momento in cui c'era più bisogno di lui?
Si alzò con le gambe leggermente tremanti, e si avvicinò alla barra del timone, sempre saldamente legata come l'aveva lasciata Nami.
Non ho paura, non ho paura, sono il figlio di un grande pirata! Non temo il mare! si ripeteva il cecchino continuamente, anche se in quei momenti pensava più a sua madre che a suo padre, e sperava che un briciolo della forza della donna scorresse anche nelle sue vene.
Intanto la pioggia era cessata, e anche il mare andava via via placandosi.
***
Buio.
Il mondo era un posto buio, liquido e freddo, che sapeva di sale e solitudine.
Vedeva piccole e graziose bollicine trasparenti che risalivano leggere verso quella fioca luce sopra di lui, quella che per poco riusciva a penetrare il blu.
Chiuse gli occhi perché tanto non c'era niente da vedere, e si augurò solo che la fine arrivasse presto, dolce e tranquilla come quel regno muto e misterioso.
Dagli abissi del nero emerse curiosamente un'immagine radiosa, piena di luce e colori, una giovane donna molto bella il cui viso gentile era circondato da una massa di capelli biondi simili ad un'aureola, o a una corona di polline.
Mamma? pensò Sanji stupito. Che ci faceva sua madre in fondo al mare della Grand Line? Aveva forse delle allucinazioni premorte?
La donna sembrava seduta con le mani raccolte in grembo, come l'aveva sempre vista nel lettuccio della casetta, indossava gli stessi abiti semplici e lindi, e il suo sorriso era sempre il più bello del mondo.
Sanji, la sua voce gli arrivò direttamente al cervello, torna indietro, disse solo, e Sanji avrebbe voluto chiederle di non lasciarlo lì da solo, ma le sue labbra sembravano sigillate e gli mancavano le forze, eppure lei sembrò felice, come se gli avesse letto nel pensiero.
In quel momento gli sembrò di capire tante cose, tutte quelle cose che da bambino non avrebbe mai potuto immaginare, e quasi sorrise anche lui.
L'immagine era già scomparsa dalla sua visuale.
Poi un paio di braccia lo trascinarono sempre più in alto, verso quella luce sempre più vicina e accecante.
***
Sbatté le palpebre un paio di volte, intontito e dolorante.
Gli occhi bruciavano e la sua gola sapeva di acido, segno che aveva vomitato nell'incoscienza. Si rigirò mollemente su un fianco e scoprì di essere sdraiato sul lettino di Nami, con le coperte che lo avvolgevano fino al mento.
Dalla finestrella aperta la luce pura del pomeriggio ora assolato entrava a fiotti e per un po' Sanji si limitò ad osservare rapito la danza celestiale dei granelli di pulviscolo, finché non provò ad alzarsi lentamente, ma una mano lo rimise giù.
- E' meglio se aspetti ancora un po', sei molto pallido. Ah, bevi quello, ho letto in un libro che è utile in questi casi.- non riusciva a mettere bene a fuoco la figura sottile in controluce, ma dalla voce e dalle fattezze capì che si trattava di Nami, che gli porgeva qualcosa di caldo in una tazza.
Il biondo fece come gli era stato ordinato, il liquido in questione sapeva di erbe ed era leggermente amaro, ma non si lamentò.
Quando ebbe finito, un silenzio irreale calò su di loro, finché Nami non lo spezzò domandandogli se stesse bene. Era strano vedere l'altro così abbacchiato e indifferente a lei, anche se comprensibile visto quello che gli era capitato.
- Sì, credo di essere ancora tutto intero. Grazie- riuscì a sussurrare, con voce un po' rasposa.
- Ma va', non mi devi ringraziare, tu hai fatto ben altro per me.-
- Senti- riprese il cuoco, non senza qualche difficoltà -ti...ti è mai capitato...di vedere qualcuno che non c'è più...in momenti, ecco...-
- Intendi in punto di morte? Sì, mi è successo.- rispose la rossa, un po' turbata, e vincendo l'imbarazzo e il riserbo, cominciò a raccontare, stringendo forte i pugni che teneva in grembo.
Era successo quattro anni prima.

Nami era appena tornata con un bel malloppo da uno dei suoi viaggi in cerca di pirati e delinquenti da depredare.
Era una giornata chiara e limpida sul finire della primavera, il vento profumava di pulito e i mandarini con la loro scorza lucida e  sgargiante dondolavano nell'aria al ritmo degli alisei.
Nojiko era intenta a stendere il bucato dietro la casetta di Bellemere, e Nami le dava volentieri una mano; dopo tanto peregrinare da un posto all'altro e aver assistito a brutalità di ogni genere, sentiva il bisogno genuino di una normalità semplice e confortante, di cose buone e belle come la sua isoletta e la sua gente.
- Allora, che facciamo dopo? Devi tornare da quelli?- domandò la ragazza dai capelli lilla, caricando di sprezzo e odio l'ultima parola in riferimento ad Arlong e agli altri della sua banda.
- Mh? Oh no, sono libera fino a stasera. Potremmo mangiare in spiaggia e rilassarci lì per qualche ora, io ho la schiena e le gambe a pezzi.-
- A chi lo dici, ormai non faccio che lavorare come un mulo! Allora muoviamoci a finire qui, così scendo al villaggio e faccio la spesa per il pranzo! Preparerò i miei famosi panini da leccarsi i baffi!-  annunciò tutta allegra la maggiore.
- Per me va bene, basta che non ci metti quello schifoso formaggio coi buchi che piace solo a te!- la canzonò Nami con una risatina.
- Ma sentila! Io mi lamento forse delle tue crostate di cioccolato e mandarini con i bordi bruciacchiati?!-
- Ehi, ho imparato da poco a prepararle! Un giorno mi verrà perfetta e ti costringerò ad ingozzartici!-
- Certo, certo, come se mi facessi mettere KO da te!-
Le due sorelle continuarono a ridere e scherzare fino a quando non ebbero finito con le varie faccende domestiche Nojiko uscì di casa armata con due sporte e una lista della spesa interminabile.
Nami nel frattempo preparò tutto l'occorrente per la giornata da trascorrere in spiaggia, si infilò il suo vecchio costume da bagno preferito, rubato in un famoso atelier dell'East Blue insieme ad un esemplare identico per Nojiko ma di diverso colore, e alla fine portò tutto all'esterno, annuendo soddisfatta.
Per un attimo i suoi grandi occhi luminosi si riempirono delle immagini di quello che le era capitato tre giorni prima, all'insaputa di tutti, ma poi la ragazzina scosse la testa e sorrise.
Ormai era passata.
Tirò fuori da un piccolo nascondiglio nel cespuglio delle rose corallo di Bellemere una corda bianca piuttosto spessa, e avvicinò la sdraio su cui aveva letto il giornale quella mattina.
Era tutto pronto, in cucina c'era la lettera di addio e l'indicazione del punto in cui erano nascosti i soldi. Se Nokijo l'avesse desiderato, avrebbe potuto prenderli e rifarsi una vita da un'altra parte, oppure usarli per i periodi difficili.
Le dispiaceva non poter salutare Gen, il dottore e gli altri abitanti del villaggio, ma forse prima o poi avrebbero capito.
Avvicinò la sedia a sdraio su cui si era stesa al sole innumerevoli volte nelle sue giornate di bambina spensierata, si mise in piedi sulla vecchia tela a righe bianche e azzurre sbiadite, chiuse gli occhi, li riaprì...
Sentiva il respiro sempre più veloce, il cuore accelerare, lo stomaco stringersi dolorosamente.
Prese due profonde boccate d'aria, come quando stava per immergersi, saltò e calciò via la sedia, restando a penzolare in maniera quasi grottesca nella mattina calda e luminosa.
Sentì subito la pressione tremenda sulla laringe, le mani presero a lottare affannosamente per liberare il collo, prima che braccia e gambe inziassero ad essere colti da spasmi incontrollabili e la vista le si offuscasse, e invece del rilassante fruscio del vento tra l'erba e del ronzio cadenzato degli insetti sui fiori profumati, sentiva solo sé stessa agonizzare pietosamente nell'unico posto della sua vita dove era stata felice.
C'era un'esplosione di vita attorno a lei, ma aveva scelto la morte.
Che imbecille, si ripeteva ormai priva di sensi.
Dalla nebbia grigio scuro che l'avvolgeva prese forma Bellemere che la scrutava piena di rabbia e ostilità, con una mano sul fianco e la sigaretta stretta tra le labbra.
I suoi profondi occhi verdi la trapassarono, proprio come quando da piccola la faceva seriamente incazzare, cioè quasi sempre.
- Ti rispedisco indietro a calci, idiota di una ragazzina.- bofonchiò.
Stranamente Nami si sentì cadere all'indietro, cosa oggettivamente impossibile data la robustezza della corda che aveva scelto, eppure qualcosa la trascinò veramente giù, e due paia di braccia forti e solide l'afferrarono per le spalle.
Qualcuno la depose delicatamente sul prato soffice, un altro paio di mani le massaggiarono ritmicamente il petto, tra le labbra le soffiarono dell'aria calda che le diede un po' di fastidio.
La procedura andò avanti per un qualche minuto forse, poi una prima voce maschile decretò che la respirazione era ripresa normalmente.
- Devo visitarla per capire se ci sono stati danni di rilievo agli organi interni e ai vasi del collo, per fortuna niente fratture.-
- Ti rendi conto?- intervenne una seconda voce, anch'essa maschile, molto meno controllata dell'altra -se non fosse stato che Nojiko poco fa ci ha ricordato di passare a ritirare i mandarini...-
- Lo so ma...non diciamole nulla al suo risveglio. Vieni, aiutami a portarla dentro. Abbiamo una mezz'oretta circa prima che sua sorella rientri dal giro del mercatino, e meno male che oggi ci sono anche i venditori di vestiti e bigiotteria, dovrebbero tenerla abbastanza occupata.-
- Bene.- fece l'altro.
***
Quando riaprì gli occhi la luce l'accecò e le doleva tutto, ma più di ogni altra cosa, le bruciava da morire la gola e sentiva la lingua così gonfia che le sembrava strano riuscisse a stare nella sua bocca.
Si tastò con cautela il collo: era bendato e qualcuno le aveva appoggiato una borsa del ghiaccio.
Non c'era traccia di Nako, il medico del villaggio, ma pensandoci bene doveva essere stato lui a medicarla, sì, la voce di prima doveva essere stata la sua.
L'altra invece apparteneva all'uomo che era seduto di fronte al divano della sala da pranzo di Bellemere, dove si trovava in quel momento.
Incrociò gli occhi freddi e duri dello sceriffo, che la squadravano come se potessero leggere nella sua anima, e la ragazza ricordò solo in quel momento che a stento le aveva rivolto la parola negli ultimi sei anni.
Perché non era riuscita ad impiccarsi?
- No...Noji...- riuscì a gracchiare, ma si fermò quando fu scossa da un violento accesso di tosse, e l'uomo le passo un bicchiere con dell'acqua.
- Bevi molto lentamente ed evita di parlare. Nako ha detto che hai una brutta contusione, e anche se non hai riportato lacerazioni preoccupanti, meglio se non affatichi le corde vocali. Ah, dovrai prendere gli analgesici appena te la sentirai.-
Nami riuscì a mandare giù due sorsi piccolissimi d'acqua, e le sembrò di soffocare quasi. Per fortuna gli analgesici erano in polvere.
- Non stare in pena per Nojiko- le raccomandò l'uomo, accarezzandole una guancia con un tocco impercettibile, quasi un battito d'ali di farfalla contro il suo viso.
- Le ho detto che per punizione per non essere passato a trovarlo Arlong ha mandato due suoi scagnozzi a picchiarti, e che al momento non volevi vedere nessuno. Adesso è dalla vicina, rientrerà tra poco.-
La ragazza si limitò ad annuire con gli occhi bassi, e quando l'uomo si alzò, non sapeva se per andarsene o altro, scoppiò a piangere nonostante il dolore insopportabile che le causavano i singhiozzi.
Credeva di essere rimasta sola, invece si ritrovò stretta tra le braccia dell'uomo, che si limitava a passarle una mano tra i capelli crespi e trasmetterle un po' di calore con il suo abbraccio.
Avrebbe voluto dirgli tante cose, raccontargli quello che le era successo, chiedergli perché le aveva impedito di ammazzarsi se ormai la odiava e riferirgli di Bellemere, ma a un certo punto capì che non ce n'era bisogno, che aveva solo voglia che Gen la stringesse e la cullasse, come quando era piccola e correva a rifugiarsi da lui, perché sapeva che avrebbe sempre trovato aperta la sua porta di casa.
***
Sanji uscì sul ponte, avvicinandosi al parapetto.
Il mare e il cielo erano in fiamme, e lui salutò il giorno che moriva accendendosi una delle sue amate paglie.
- E a quel punto eri così spaventato che ti sei pisciato nei pantaloni, eh Usopp?- era la voce allegra di Rufy che prendeva in giro il povero cecchino, intento a brontolare e martellare una trave a poca distanza da lui, mentre Zoro si spanciava dalle risate.
- Dai, sta solo scherzando. Lo sai che è un cretino!- sottolineò Nami.
- Certo che lo so- sghignazzò il moro.
- Oh ehi, c'è Sanji! Ti sei ripreso?!- esclamò tutto felice il capitano.
- Sì, scimmia, tutto bene adesso. E ti ho anche preparato da mangiare.- confermò, strofinandogli le nocche di una mano sulla testa già spettinata, come sempre coperta dall'amato cappello salvato dal "naufragio" da Zoro.
- Sììììì! Ho una fame!-
- Ma non toccherai nulla fino all'ora di cena.- chiarì il biondo.
- Noooo- si afflosciò l'altro, prima di unirsi alle risate generali.
Il cuoco intercettò lo sguardo sereno di Nami, e le fece un cenno del capo sorridente.
Si voltò verso l'orizzonte, il rombo delle onde era diventato una melodia sommessa, e la tempesta aveva lasciato il posto ad una serata magnifica.





Angolo dell'autrice:

Dopo qualcosa come un secolo o quai riesco ad aggiornare, era ora -.- !
Come sempre ringrazio affettuosamente chiunque legga e ancor di più chi vorrà spendere qualche minutino per lasciarmi un commento e farmi capire ciò che pensa di questo capitolo ^_^ (dovrei avere ancora abbastanza cioccolata delle uova per addolcire eventuali critiche XD) .
Ah, a proposito!
Prendete con il dovuto discernimento (leggasi fantasia più che altro XD) le manovre nautiche compiute da Nami per tentare di governare la Going Merry durante il temporale, ho attinto da siti specializzati che però parlavano di imbarcazioni molto più piccole, per cui niente, o mi lasciate qualche licenza o fate finta di nulla ^^".
La parte in corsivo riguardante Nami è da collocare quattro anni prima l'incontro con Rufy, perciò all'epoca lei aveva ipoteticamente 14 anni, e ho preferito restare sul vago sul fattaccio avvenuto alla nostra rossa preferita, interpretate pure come preferite ;)
Non sono sicurissima inoltre che Genzo non le rivolgesse più la parola dopo il suo "arruolamento" coatto nella banda di Arlong, mi è parso di capire ciò da una veloce rilettura dei volumi del manga, se così non dovesse in realtà risultare vi chiedo di chiudere generosamente un occhio ^^".
Ora vi lascio, e per chiunque fosse interessato prometto che per il prossimo aggiornamento non mi farò attendere per altri due mesi XD!
Ciao a tutti ;)
   
 
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