Lasciai gli altri e mi misi a pedinarla. E si, aveva proprio un bel sedere!
Portava delle scarpe di tela nera, jeans molto consumati e una giacca di pelle.
Il suo passo era svelto e preciso, ancora teneva il paletto in mano e portava le cuffie alle orecchie.
Con il mio udito potenziato riuscivo a sentire quello che ascoltava, era una canzone metal, a quanto pareva.
Feci un cenno di approvazione con la testa, senza farmi scoprire, di certo non volevo finire incenerito.
Finalmente arrivammo a casa sua.
"Caspita, si tratta bene la ragazza" pensai, mentre sbarravo gli occhi.
Abitava, diciamo, in una mega villa. Mi nascosi dietro due alberi e la fissai.
Non sembrava molto felice, più che altro sembrava triste di dover tornare a casa.
"Ecco, ci mancava solo questa! Una cacciatrice adolescente che ce l'ha contro il mondo, perfetto!"
Pensai sarcastico. Odiavo le adolescenti, non mi erano mai piaciute. Sempre con i loro problemi e i loro stupidi complessi.
La vidi entrare in casa, e quando fui certo di essere al sicuro, uscii allo scoperto e mi avvicinai ad una finestra.
Era la finestra del salotto, una stanza molto vasta con il pavimento in marmo lucidissimo; una libreria occupava quasi un intera parete, i divani erano bianchi e
il tavolino al centro era di legno.
Finalmente vidi colei che cercavo, stava litigando con la madre, o meglio la madre urlava, lei stava zitta.
Era una donna di bell'aspetto, alta, con dei capelli biondi raccolti. Una stronza in pratica.
"Charlotte, ti sto parlando! Vuoi degnarmi di uno sguardo?"
Le disse la donna, lei, la cacciatrice, che teneva la testa bassa, alzò lo sguardo e la fissò dritta in faccia.
"umm, allora si chiama Charlotte. Un punto per me!"
Sussurrai a me stesso. Quanto era noiosa quella donna, una palla al piede, già non la sopportavo.
"Charlotte qui, Charlotte li e basta signora! La lasci un po' libera la ragazza, depressa com'è potrebbe tentare il suicidio!"
Sorrisi. Dalla giacca tirai fuori un panchetto di sigarette, ne estrassi una, l'accesi la infilai in bocca.
Alzai lo sguardo e notai  che la ragazza non c'era più, mi preoccupai un po', volevo cercarla e tenerla d'occhio, ma decisi di andare a casa
e ucciderla il giorno seguente.

 Tornai a casa sua, grazie a dio, stava piovendo e potevo uscire a fare una passeggiatina in città.
Non tutti i vampiri possono farlo, solo quelli un po' più vecchiotti. Inutile dire che ero stanchissimo, avevo dormito solo quattro ore.
La seguii fino a scuola e aspettai che le ore di lezione finissero. Una noia insopportabile, avrei voluto tagliarmi le vene e suicidarmi,
non so nemmeno quante sigarette abbia fumato, bè, di certo non potevo morire a causa di un tumore.
Finalmente, una grazia divina, suonò la campana per avvisare la fine delle lezioni.
Vidi una marea di studenti precipitarsi fuori, ma di Charlotte nemmeno l'ombra.
Mi avvicinai alla porta e, Gesù, quasi mi scontrai con lei!
Studiavo le sue espressioni, mentre mi fissava come se fossi un reietto.
"Simpatica" pensai sarcastico. Aveva preso a fissarmi con odio.
"Cosa ci fai qua, pipistrello?"
Mi disse sussurrando, in modo che solo io potessi sentirla, io intanto pensavo a qualcosa da dire o da fare.
Cazzo. Mi aveva preso alla sprovvista! Optai nell'usare la tattica del - fai finta di non sapere-
"Scusa, ma tu come fai a sapere...."
Non mi diede nemmeno il tempo di finire la frase. Che scortesia. Mi prese per il polso e iniziò a trascinarmi.
Vedevo tutte le adolescenti che mi fissavano con sguardo ammiccante e io, idiota le sorridevo.
La cacciatrice mi portò dietro la scuola, dove si trovava una coppietta che litigava animatamente.
Stupidi adolescenti! Li fissai divertito.
"Non so se lo sai bamboccio, ma io sono una cacciatrice!"
Lo disse con un tono così minaccioso che per qualche secondo mi preoccupai sul serio e
iniziai a giocherellare con le mani.
Tornai in me e le risposi:
"io non ho paura di una mocciosetta come te"
Sii, l'avevo confusa, esultai, in senso figurato.
"Ragazzina, io con i cacciatori come te ho già avuto esperienza, e come vedi sono ancora vivo, loro invece...."
Sorrisi con malignità. Bè, in fondo non era vero, ma fare il duro in quel momento di certo non guastava.
Non credeva del tutto a quello che le stavo dicendo, lo vedevo dal suo sguardo.
"Non mi fai paura!"
Mi sembrò che lo disse più che altro per auto convincersi. La fissai incerto, mi aspettavo un tono da dura, non da checca!
Era solo una ragazzina, in fondo non era poi tutta questa minaccia. Volevo tornarmene a casa a dormire.
"Bè, se per questo neanche tu. Ora vado, non voglio perdere il mio tempo con una stupida ragazzina che cerca di fare
l'eroina della situazione. " Ero stufo. Feci per andarmene, ma mi sentii spingere e dopo sbattere contro la ringhiera arrugginita della scuola.
"Che cazzo fai?"
"Caro, forse non ci siamo capiti!"
Sorrise, per tutte le stronzate che stava dicendo. Non sapeva con chi aveva a che fare. Anche lei sorrise.
Con facilità mi liberai dalla sua presa con forza la afferrai al collo. Incominciava a perdere il respiro, mentre io con la mano
stringevo ancora di più. Ma non durò per molto, mi scagliò un calcio nelle parti basse e fui costretto a mollare la presa.
Mi piegai un due dal dolore. Si voltò e iniziò ad andarsene.
"Ci incontreremo, cacciatrice!"
Le gridai alle spalle furioso e minaccioso. Si voltò leggermente, sorpresa.
"E' una minaccia?"
Chiese sorridente. La odiavo, si stava prendendo gioco di me.
"Può esserlo."
Mi sorrise ancora e se ne andò, lasciandomi solo.


Ringrazio:
Sydney Bristow: Sono felicissima che ti sia piaciuta! Vedo che il personaggio di William ha fatto un bell'effetto a un sacco di gente! ^^
Magdalena: Grazie mille cara, per i complimenti! *___* Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!
Grazie anche per averla aggiunta ai preferiti e alle storie seguite! ^^