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Autore: MissGolightly    05/04/2018    1 recensioni
Dieci anni dopo la battaglia di Hogwarts, Hermione Granger è andata avanti con la sua vita.
Vive a New York, ha un fidanzato e un ottimo lavoro. Nulla potrebbe sconvolgere il suo equilibrio.
Ma cosa succederebbe se improvvisamente la sua vita si scontrasse con quella di Draco Malfoy?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Sette
 
 
 
 
Dicono che il tempo guarisce le ferite, ma se ciò che è più ferito è l'orgoglio a volte il tempo non basta.
Era passata una settimana dal matrimonio e di Hermione non c'erano tracce. Aveva smesso di rispondere ai messaggi e alle telefonate, i gufi tornavano al mittente con le lettere ancora chiuse.
Draco aveva provato a chiamarla, a mandarle Patronus e lettere ma senza mai ottenere risposta. Aveva chiesto sue notizie a Martha ma nemmeno lei sapeva nulla e Ginny gli aveva detto che, ovunque fosse, di certo non era tornata a Londra con lei e Harry.
Era preoccupato per lei, ma non voleva starle addosso. Non dopo quello che aveva passato.
 
 
 
L'orologio sulla parete segnava le 11:15. Ron era in ritardo, ovviamente.
Hermione sbuffò mentre si sedeva poco delicatamente sulla poltroncina bianca accanto allo specchio.
Era abituata ai continui ritardi di Ron, ma arrivare in ritardo il giorno delle nozze era un po' troppo.
Si alzò di scatto a diresse verso la porta, decisa ad andare a cercarlo. Poco importava se aveva già l'abito da sposa addosso. Ma appena aprì la porta, notò che Ron era già lì che discuteva con Ginny.
"Hermione, torna subito dentro! Porta male che lo sposo veda la sposa prima delle nozze!" esclamò Ginny appena la vide, ma Hermione non la guardò nemmeno. Era troppo impegnata a fissare Ron, che non sembrava assolutamente pronto per sposarsi.
"Herm, devo parlarti" disse il ragazzo.
Hermione si spostò e gli fece segno di entrare nella stanza, poi richiuse la porta.
"Hai deciso di sposarti in jeans e felpa?" chiese Hermione ridendo, anche se in realtà faceva fatica a trattenere le lacrime. Non ci voleva un genio per capire che Ron la stava lasciando.
Ron abbassò lo sguardo, incapace di guardarla in faccia.
"Sei qui per dirmi che non vuoi più sposarmi, vero?" disse Hermione.
"Herm..."
"O forse, addirittura, vuoi dirmi che è finita."
Ron rimase nuovamente in silenzio.
Hermione annuì tra sé e sé. In effetti, aveva iniziato a pensare che qualcosa non andasse nel momento in cui si era accorta dell'estremo ritardo di Ron. Quarantacinque minuti erano troppi anche per lui.
"C'è un'altra?"
"No!" esclamò Ron deciso. Ed era vero. Non c'era nessun'altra, non in quel momento.
"Ma c'è stata, vero?" disse Hermione, ormai incapace di controllare le lacrime.
Ron rimase in silenzio, confermando i sospetti di Hermione.
"Quando?"
"Hermione, non è questo il punto."
"È anche questo il punto. Quando è successo?"
"Durante la trasferta."
"Due settimane fa?"
Ron annuì. Hermione camminò lentamente fino alla poltrona e si lasciò cadere. Non le importava di rovinare il vestito, tanto non le sarebbe servito a niente.
"Siamo andati in un bar e questa ragazza ci ha provato con me. Anzi, in realtà ci ha provato con tutti. Ero ubriaco e non ha significato niente" disse Ron inginocchiandosi davanti a Hermione.
"Non ha significato niente, ma mi stai lasciando."
"Sì, perché anche se non ha significato niente, anche se ti amo, io non ti merito. Tu meriti di sposare qualcuno che non sia così idiota da buttare via una relazione di dieci anni."
Hermione lo fissò per un attimo. Com'era possibile che il ragazzino impacciato di cui si era innamorata a scuola, le avesse fatto una cosa simile?
Anche lei aveva avuto dei dubbi, ma non l'aveva tradito. Ron, invece, l'aveva fatto.
"Vattene" disse semplicemente.
Ron non poté fare altro che accontentarla.
 
 
 
Draco si versò un bicchiere di whisky incendiario e si sedette sul divano, afferrando una copia della Gazzetta del profeta.
Era felice di essere tornato a casa sua, anche se un po' gli mancava stare in mezzo alle cose di Hermione.
Aveva appena iniziato a leggere un articolo sull'ultimo scandalo in cui era stato coinvolto un funzionario del Ministero, quando qualcuno suonò il campanello.
Quando aprì la porta e si trovò davanti Hermione, il suo cuore perse un battito.
"Ciao" disse semplicemente lei.
Sembrava stare bene. Non era sciupata come si sarebbe aspettato.
"Ciao. Come stai?"
Lei si strinse nelle spalle evitando la domanda.
"Vuoi entrare?" le chiese Draco.
Hermione annuì e lui si spostò di lato per farla passare.
Rimase ferma nel corridoio guardandosi intorno curiosa. Poi, resasi conto che entrambi erano in silenzio da un po', si voltò verso Draco e disse: "Scusa se sono passata senza avvisare."
"Non c'è problema."
Hermione gli porse la scatolina che teneva in mano. "Devo restituirti questo. Pare che a me non abbia portato molta fortuna."
"Mi dispiace" rispose Draco prendendo la scatola che conteneva il bracciale che le aveva prestato.
"È tutto ok. In realtà, mi dà fastidio più il fatto di essere stata mollata il giorno del matrimonio che l'essere stata mollata in sé."
Draco si diresse in salotto, facendo strada a Hermione, e si sedette sul divano. Lei si accomodò sulla poltrona di fronte a lui.
"Whisky?" chiese Draco indicando la bottiglia sul tavolino accanto a lui.
"No, grazie. Credo di essermi ubriacata abbastanza il giorno del matrimonio."
 
 
 
Hermione entrò nell’appartamento e gettò l'abito da sposa che teneva tra le braccia a terra.
Ron non era lì, Ginny se n'era assicurata prima di riportare Hermione a casa.
"È un vestito da 2000 dollari, Hermione!" disse Martha recuperando l'abito da terra.
"Non credo che gliene importi molto, al momento" disse Ginny. Poi si voltò verso Hermione e aggiunse: "Possiamo fare qualcosa per te? C'è qualcosa di cui hai bisogno?"
Hermione annuì. "Alcol. Ho bisogno di alcol."
Appena un'ora più tardi, era completamente ubriaca.
"Io non ci posso credere che Ron mi abbia lasciata!"
Ginny e Martha si scambiarono un'occhiata. Forse non era stata una buona idea farla bere.
Martha afferrò la bottiglia di vodka mezza vuota. "Questa la prendo io."
"Brava. Nascondila" disse Ginny, mentre Martha andava verso la cucina a posare la bottiglia.
Ginny si voltò di nuovo verso Hermione. "Herm, parliamoci chiaramente. Nemmeno tu eri convinta di volerti sposare."
"Lo so, ma io non lo avrei mai lasciato dieci minuti prima del matrimonio!"
"Tu non lo avresti lasciato affatto. Avresti sposato un uomo che non ami. In fondo, Ron ti ha fatto un favore. È uno stronzo fedifrago, ma ti ha fatto un favore."
Hermione sbuffò e appoggiò la fronte sul tavolo, cercando sollievo per il mal di testa che aveva iniziato a farsi sentire.
Forse Ron le aveva davvero fatto un favore.
 
 
 
"Hai ancora visto Weasley?"
"No. Mi ha mandato un gufo qualche giorno fa, dicendomi che sarebbe stato a casa di un suo compagno di squadra per qualche giorno. Tornerà domani. Intanto, ho impacchettato le mie cose e le ho portare nell'appartamento a Brooklyn. Alla fine, ho fatto bene a tenerlo" rispose Hermione.
"Certo che hai fatto bene. È tornato utile anche a me!"
Hermione sorrise.
"Comunque, ti vedo bene" disse Draco.
"Davvero?"
"Sì. Ma questo non significa che tu debba tornare al lavoro. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi."
"Oddio, il lavoro. L'avevo completamente dimenticato. Avrò la scrivania piena di documenti da controllare!" disse Hermione passandosi una mano sulla faccia.
"Mi sono fatto carico di tutti i tuoi casi. Non ti devi preoccupare" disse Draco.
Non si era mai fatto carico del lavoro degli altri in tutta la sua vita, ma per Hermione l'aveva fatto.
"Com'è possibile? Avresti bisogno di una giornata di quarantotto ore per gestire i tuoi casi e i miei!"
"Potrei aver preso in prestito qualcosa dal tuo cassetto" disse Draco nascondendo il sorriso dietro il bicchiere di whisky.
Hermione aggrottò le sopracciglia senza ricordare quale dei tanti oggetti nel suo cassetto potesse essere tornato utile a Draco, così lui, vedendo la sua confusione, disse: "Credevo che tutte le Giratempo fossero state distrutte."
Hermione capì di cosa stava parlando. "Non tutte. Il Ministero è riuscito a salvarne qualcuna. Sono state conservate in una camera blindata della Gringott per anni, fino a quando il Ministero ha deciso di regalarle ad alcuni... Diciamo alcuni meritevoli."
"Volevi dire raccomandati" disse Draco.
"A quanto pare ti ha fatto comodo che fossi una raccomandata."
"Touché! Comunque, l'ho usata in modo responsabile."
"Ne sono certa. Mi dispiace solo che tu abbia dovuto ricorrere a questo per colpa mia. So che tornare al lavoro mi aiuterebbe a distrarmi, ma non so se sono pronta. Temo che non riuscirei a dare il massimo."
"Forse potrei avere una soluzione. Pensavo di chiedere ad Alex, ma se ti va..."
"Di cosa si tratta?" chiese Hermione curiosa.
"Cosa sai della famiglia Lodge?"
"Non molto, in realtà. So che è una famiglia purosangue, emigrati dall'Inghilterra negli Stati Uniti all'inizio del '900. Sono tra le famiglie magiche più ricche al mondo" rispose Hermione, senza capire cosa c'entrassero i Lodge in quel discorso.
"Charles Lodge è stato arrestato questa mattina, mentre si trovava in Scozia per acquistare quella proprietà" disse Draco indicando a Hermione un foglio sul tavolino da caffè davanti al divano.
Hermione si sporse leggermente e prese il foglio. Lo lesse attentamente, più di una volta.
"Un castello? Charles Lodge stava per comprare un castello scozzese?" chiese Hermione incredula. Non riusciva a capire come la gente potesse spendere soldi in cose inutili, come un castello.
Certo, a tutti era capitato almeno una volta di sognare di vivere in un castello ma comprarlo... Beh, era tutt'altra storia.
"Era una delle proprietà degli Stuart" aggiunse Draco.
Hermione sgranò gli occhi, sempre più perplessa. "Gli Stuart nel senso la famiglia di Mary Stuart, regina di Scozia?"
Draco annuì sorridendo. Lo divertiva vedere Hermione così sconvolta.
"Ok, lascerò perdere questa storia del castello e passerò alle cose serie: cosa c'entra l'arresto di Lodge con te?"
"È arrivato un gufo qualche ora fa. Mi vuole come suo avvocato" disse Draco.
"Ma tu non puoi esercitare nel Regno Unito. Tutti sanno chi sei, non potresti mentire sulla tua identità."
Draco annuì. "Senza contare che la mia laurea è a nome di Devon Morgan, non di Draco Malfoy. Ed ecco che entri in gioco tu."
"Vuoi che lo difenda io? Ma perché? Non puoi semplicemente dirgli che non puoi accettare il caso?"
"C'è una cosa che non ti ho detto..."
 
 
 
La famiglia Lodge era una delle poche famiglia Purosangue che, pur essendo state al di fuori dei conflitti magici e non avendo mai preso una posizione precisa, Lucius stimava.
Era sempre stato così.
Nonostante i Lodge vivessero a Boston da quasi un secolo, ogni occasione era buona per tornare a Londra e questo aveva fatto in modo che Charles e Lucius diventassero ottimi amici.
Dopo il processo e l'arresto di Lucius, i Lodge erano stati molto vicini a Draco e Narcissa offrendo loro tutto il supporto di cui avevano bisogno.
Era stato in quel periodo che Draco e Hazel, la figlia di Charles, si erano avvicinati. Prima solo come amici, poi come qualcosa di più e quello era stato ciò che aveva spinto Draco a decidere di andarsene da Londra.
"Potresti farlo davvero, lo sai?" disse Hazel, un pomeriggio.
Stavano passeggiando nel giardino di Malfoy Manor e Draco le aveva parlato della possibilità di trasferirsi all'estero.
"Lo so. Ma il mio nome resterà un problema ovunque andrò, temo."
"Non è detto. Conosco un tizio che può farti avere dei documenti falsi. Sarebbe un nuovo inizio."
"Può farmi avere una nuova identità?"
Hazel annuì.
Draco e Hazel erano andati al Paiolo Magico la settimana successiva e l'amico della ragazza aveva trasformato Draco Malfoy in Devon Morgan.
Draco si era trasferito a Boston con Hazel e per un po' le cose erano andate bene. Lui era diventato avvocato, lei medimago. Avevano comprato un piccolo appartamento vicino all'ospedale e avevano iniziato a fare progetti per il futuro.
Ma poi, avevano iniziato ad allontanarsi. Nemmeno Draco sapeva bene perché, ma dopo un po' aveva iniziato ad avere la sensazione di vivere con un'estranea. E invece di parlarne con Hazel, aveva fatto ciò che faceva sempre: aveva cercato una distrazione.
La distrazione di chiamava Chelsea, l'aveva conosciuta in un bar ed erano finiti a letto insieme la sera stessa. Ovviamente, Hazel l'aveva scoperto e Draco aveva dovuto andarsene di casa.
Era stata una fortuna conoscere Darryl Prescott e comprare le sue quote.
 
 
 
"Temi che se non aiuterai suo padre, Hazel rivelerà il tuo segreto?" chiese Hermione al termine del racconto.
"Già. Sono stupito che non lo abbia fatto quando ci siamo lasciati, onestamente."
Hermione sospirò.
Forse concentrarsi su un nuovo caso, distante da New York, l'avrebbe aiutata a sentirsi meglio.
"D'accordo, Malfoy. Quando si parte?"






Author's Corner:
Salve! Come state? Io cerco di riprendermi dall'ennesimo raffreddore... ma sono comunque riuscita a trovare il tempo di pubblicare.
Lo so, questo capitolo è un po' di passaggio ma era necessario. Abbiamo scoperto come si è concluso il matrimonio (anche se credo che si capisse già dal capitolo precedente come sarebbe andata a finire) e Draco l'ha coinvolta in un nuovo caso.
Hermione, intanto, ha restituito il braccialetto che Draco le aveva prestato nel capitolo precedente. Vi anticipo che quel braccialetto prima o poi tornerà ;) 
Come penso abbiate capito, dal prossimo capitolo cambieremo ambientazione e vi assicuro che ne vedremo delle belle... o delle brutte! Per ora non vi anticipo altro! 
Al prossimo capitolo :) 

 
   
 
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