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Autore: LisailaANightrose    05/04/2018    0 recensioni
【PRIMO LIBRO DELLA SAGA LE CRONACHE DELLA NOTTE】
Secondo una leggenda l'anima della Notte era legata a una singola rosa blu, possedendo quella rosa l'anima della dea sarebbe stata nelle proprie mani. Ma bisognava stare attenti, se ti pungevi con le sue spine potevi avevi una sola scelta: pregare tutti gli dei affinché avessero pietà della tua anima. Che fosse solo una metafore su quanto pericolosa potesse essere la dea notte o la realtà nessuno, se non gli dei e i loro prediletti, sapeva la realtà.
━ ❖ ━
↬ E' vietata la copia totale e parziale della storia senza il mio permesso.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La biblioteca reale era il luogo più silenzioso di tutto il castello. Erano in pochi a usufruire di quel luogo per due ragioni fondamentali: la rima era che solo i nobili e alcuni funzionari di corte sapevano leggere; la seconda, invece, era la triste realtà che quei pochi che erano in grado di leggere si dedicavano alla lettura solo se necessario. Per questi motivi essa era sempre deserta ed era la tana di tanti piccoli ragni, i quali costruivano le loro ragnatele negli angoli degli scaffali. I libri erano ricoperti di un grosso strato di polvere poiché nessuno da anni non li sfogliava.

Le due ancella della regina furono le prime a mettere piede nella biblioteca. Appena vi entrarono l'odore di vecchio e polvere invase le loro narici. La prima iniziò a tossire. Sapendo l'effetto che la polvere le causava prese il fazzoletto, che si era portata per precauzione, e se lo legò sul volto per coprire la bocca e il naso.

«Ci sarà un bel po' di lavoro da fare» disse Eleonor con la voce leggermente d dal fazzoletto. «Iniziare a pulire, - ordinò alle serve dietro di lei - la regina ha ordinato che sia tutto splendente!»

Le povere donne senza dire una parola iniziarono a pulire sotto la supervisione delle due ancelle. Avevano cinque settimane di tempo per riportare quel posto come nuovo, ma se anche il tempo sembrava tanto la biblioteca era enorme e piena di polvere, il ché rendeva l'impresa quasi impossibile.

Lauren, una delle serve, iniziò a togliere i libri uno per uno mettendoli per terra esattamente nell'ordine in cui li tirava giù, non sapendo leggere quello era l'unico modo per sapere esattamente l'ordine in cui andavano riposti. Quando anche l'ultimo libro era stato rimosso dallo scaffale, prese lo straccio e iniziò a togliere tutta la volete. La polvere che si era accumulata negli anni era talmente tanta che Lauren dovette lavare la pezza più di dieci volte. Piano piano riuscì a finire di lavare il primo scaffale così risistemmò i tomi al loro posto e passò a quello successivo.

Non appena mise la mano su uno dei tanti libri sentì tante piccole zampette su di essa. Un ragno, che aveva tessuto la ragnatela tra quei libri, le era salito sulla mano. Quando Lauren vide il piccolo animale cacciò un urlo di terrore, il quale fece girare tutte le donne lì presenti, e scosse in aria per togliere il ragno da essa. Per la paura di quel essere innocuo teneva gli occhi chiusi per tutto il tempo.

«Si può sapere perché urli tanto piccola sguattera?» chiese irritata Harriet, la seconda ancella.

Lauren cercò di parlare ma tutte le volte che apriva bocca e si ricordava di quel essere le parole le morivano in bocca, la paura era più forte di lei.

D'un tratto un ragazzo apparve tra gli scaffali. «Cosa è successo? State tutte bene?» chiese con il fiatone per la corsa.

Tutte loro, eccetto Lauren che stava ancora cercando di scacciare il ragno dai suoi pensieri, vedendo il principe fecero una riverenza e, mentre le serve stettero in silenzio, le due ancelle gli comunicarono che non era successo nulla di grave, solo una serva che si era messa ad urlare senza motivo. Il giovane preoccupato per la giovane serva andò da lei per assicurarsi che stesse bene e che non avesse urlato per qualcosa di grave.

Lauren, spendendo la mano del principe sulla sua spalla e la sua voce chiederle il motivo per cui avesse urlato, aprì lentamente gli occhi. Il ragazzo che si ritrovò davanti era davvero bello e dolce come dicevano le sue amiche che, al contrario suo, avevano avuto l'onore di osservarlo da lontano. Con un filo di voce rispose al principe.

«E-ecco pri-principe A-Alexander, i-io ho v-vis-to un... un ra-rag-no» sussurrò balbettando.

Il principe lieto che non fosse nulla di grave le sorrise e la rassicurò sul fatto che i ragni che vivono al castello, per quanto ripugnanti possano essere, non le potevano torcere nemmeno un capello. La ragazza grata al principe di quelle parole, che in parte erano riuscite a calmare il suo animo, sorrise debolmente e lo ringraziò senza distogliere lo sguardo dal pavimento.

«Visto che qui è tutto a posto io ritornerei a cercare il mio libro, in tal modo anche voi potete continuare il vostro lavoro» si congedò infine Alexander.

Di nuovo tutte le donne fecero una riverenza e le due ancelle salutarono il principe.

«Rimettetevi a lavoro, abbiamo poco tempo per far splendere questo posto!» ordinò Eleonor «E tu Lauren - disse dura guardando la ragazza - se disturbi un'altra volta il principe con le tue urla stai sicura che ti mando dalla regina, poi sarà lei a decidere cosa farne di te»

La ragazza con il capo chino annuì e ritornò a pulire insieme alle altre.

━ ❖ ━

La sera, Lauren, riuscì finalmente a riposarsi cinque minuti prima di mettersi a cucinare mentre Ophelya, la sua sorellina, la osservava.

«Ecco qui le mie donne» disse il padre delle due ragazze.

Ophelya vedendo il padre gli saltò addosso. «Mi sei mancato»

«Dopo neanche due giorni senza vedermi? Cosa faresti Lya se andassi a combattere?»

Lauren rabbrividì all'idea che il padre dovesse andarsene per combattere in quella stupida guerra. Avevano già perso loro madre, non voleva perdere anche lui.

«Non pensatelo nemmeno padre.»

L'argomento si chiuse lì. La piccola di casa raccontò al padre le sue giornate e di come non sopportava Coraline, la nobile che voleva insegnare a leggere e scrivere ai figli dei servi, mentre Lauren finiva di cucinare apparecchiava.

Quando furono seduti tutti e tre attorno al tavolo iniziarono a mangiare e allora Lauren raccontò la sua giornata e di come il principe sentendola urlare dopo che aveva visto un ragno. Il modo in cui parlò del principe Alexander non sfuggì al padre che decise che, finita la cena e messa a letto Ophelya, le avrebbe parlato.

«Comunque - parlò la piccola di casa quando la sorella ebbe finito di parlare - il principe non ti sposerà mai. Lui ama un'altra ragazza» disse in modo saccente.

La guardia strabuzzò gli occhi, come faceva la più piccola delle sue due figlie a sapere dei mormorii che giravano a corte? Era qualcosa di allucinante per lui, non desiderava che Ophelya diventasse come una delle tante cortigiane che non facevano altro che parlare di pettegolezzi dalla mattina alla sera.

«E tu piccola peste come fai a sapere chi ama il principe, se non sbaglio tu non l'hai mai incontrato» le disse la sorella.

La mora gonfiò le guance offesa. «Io ho incontrato il principe! Qualche volta viene a vedere cosa Coraline - sottolineò il nome della maestra tanto odiata - ci fa fare e qualche volta rimane a parlare con lei quando noi ce ne andiamo.»

«Ragazze non dovete occuparvi di queste cose,» le ammonì il padre, «specie tu Lya, sei troppo piccola per queste cose.»

«Ma papà, il principe Alexander ama la signorina Rowar!» esclamò la bambina.

Lauren guardò stupita la sorella. Di chi stava parlando? Al castello non c'era nessuna ragazza con quel nome e tantomeno non aveva mai visto il principe con nessuna donna se non sua madre e Coraline Ferras.

«Ophelya come fai a conoscere la signorina Rowar?» le chiese il padre preoccupato, aveva sentito diverse voci sulla ragazza e le uniche positive erano quelle sulla sua bellezza.

Lya ci pensò un attimo prima di rispondere: «Una volta l'ho vista leggere e visto che era veramente tanto bella sono andata da lei a parlarle. All'inizio era molto scontrosa, sembrava che mi volesse uccidere, poi quando le ho chiesto cosa leggeva si è messa a parlarmi del libro e da allora quando è a palazzo mi racconta un sacco di storie!» Gli occhi della bambina luccicarono al ricordo di tutte le avventure che la ragazza le aveva raccontato.

Lauren, a quel punto, le chiese come mai pensasse che il principe non fosse innamorato di questa ragazza e Ophelya le rispose che la signorina Rowar le aveva detto che da piccolo il principe Alexander voleva che lei diventasse la sua principessa e che quindi era ovvio che lui la amasse.

Il padre delle due stufo di quei pettegolezzi, mandò la più piccola a dormire e chiese alla più grande di raggiungerlo quando avesse messo a letto la sorella.

Mentre Lauren cercava di far addormentare Ophelya, Henry ravvivò il fuoco affinché la stanza potesse stare al caldo, almeno fino a quando lui e la figlia maggiore non avessero finito di parlare.

Dopo che la piccola peste - come Lauren preferiva chiamare la sorella - si fu finalmente addormentata, la ragazza ritornò dal padre, il quale era seduto su una sedia davanti al camino. Sembra molto più giovane di spalle, pensò Lau guardando la schiena del padre e senza fare tanto rumore prese una sedia e si sedette vicino a lui.

Henry prese un profondo respiro e poi sorrise alla figlia. «Lauren, lo so che sarà difficile, ma ti devo chiedere una cosa»

La ragazza fece per parlare ma il padre glielo impedì.

«Quello che ha detto Ophelya era vero. Da quel che ricordo, la ragazza di cui parlava Lya era la figlia della guardia personale del principe. Il principe e Julia Rowar erano molto legati da bambini, nessuno sapeva il motivo, ma giravano voci che, visto il forte del legame dei due bambini, fossero stati promessi l'uno all'altra dagli dei. La cosa era ovviamente ridicola, ma sai come sono fatti a corte le persone per avere qualcosa di cui discutere tendono a credere a tutto.»

Lauren si limitava ad ascoltare il tutto attentamente, per quanto la storia le sembrava assurda a raccontargliela era suo padre e di lui si fidava ciecamente.

«Un giorno però Maximilian Rowar non si fece più vedere a palazzo e neanche suo figlia. Il giorno seguente ci venne dette che Rowar non era più una guardia ma un traditore e chiunque sapesse qualcosa su di lui doveva dirlo senza esitare. Aspetta - disse l'uomo quando sua figlia lo stava per interrompere - lasciami finire, poi se avrai delle domande proverò a risponderti. Il motivo per cui venne ritenuto un traditore era perché a casa sua furono trovati morti due uomini. Uno di loro era un nobile. Di Rowar non si avevano tracce.»

«Padre, ma se il signor Rowar era un traditore allora perché tengono sua figlia a palazzo?» chiese Lauren stupita.

«Qualche anno fa la ragazza si è presentata a palazzo e per qualche ragione a tutti sconosciuta, il nostro caro re l'ha accolta a braccia aperte e le ha assicurato un posto nel consiglio reale. La cosa lasciò sconcertati tutti, la figlia un traditore, una ragazzina di dodici anni al Consiglio Reale! Una cosa inaudita! Alcuni pensarono che sarebbe stato un disastro e che Mikael l'avesse presa solo per la sua bellezza, - sì Julia Rowar è una ragazza bellissima, forse la più bella di tutta Harael, neanche le nobili con tutti i loro trucchi, gioielli e vestiti possono competere con lei - e per la storia dell'essere stata destinata al principe dagli dei. Qualsiasi sia la ragione della scelta del re, sta di fatto che è stata una buona decisione, a quanto padre la ragazza per quanto giovane sia si intende di politica più dello stesso re.»

Lauren non voleva crederci, una ragazza che doveva avere più o meno la sua età era nel Consiglio Reale da quando aveva dodici anni e sapeva anche cosa fare! Una cosa strabiliante per la figlia di una guardia, nonché traditore, che di solito a malapena sanno leggere come lei.

«Se davvero Ophelya ha ragione e Alexander è innamorata di lei e lei lo vuole, potrebbe essere in grado di fare tutto quello che vuole se tu le sei d'intralcio in qualche modo non oso immaginare cosa potrebbe farti» confessò infine Henry.

La ragazza stava per rassicurare il padre quando qualcuno bussò alla porta. Padre e figlia si guardarono, fuori pioveva a dirotto, perciò si chiesero entrambi chi potesse mai essere quel folle che era uscito con quella pioggia e quel vento. Henry disse alla figlia di restare dov'era e andò a vedere chi fosse il folle che era andato a bussare a casa loro con quel tempo.

   
 
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