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Autore: DaisyCorbyn    05/04/2018    1 recensioni
**IN REVISIONE**
[19 anni dopo] [Next Generation]
Dopo gli avventimenti che hanno scosso Alwys alla fine del suo primo anno ad Hogwarts, la Grifondoro si troverà ad affrontare un nuovo nemico: la Luna d'Argento, un fenomeno che causa effetti oscuri ai licantropi. La soluzione sembra la Pozione Antilupo, ma è veramente ciò di cui Alwys ha bisogno?
Tra la ricerca degli ingredienti e le lezioni, Alwys dovrà anche scontrarsi contro quella figura oscura che cercherà di manipolare la sua mente.
ATTENZIONE: questo è il secondo libro della saga Alwys Dewery, il primo lo trovate nel mio account!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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8
In bilico


La sala grande brulicava di studenti, tanti quanti i pensieri che si scontravano nella mente di Alwys: non erano riusciti a trovare Ted, quindi le domande lasciate senza risposta erano ancora padrone della sua mente. Seguì i suoi amici lungo il corridoio, perché in quel momento non aveva intenzione di pensare anche a dove doveva sedersi: prima che poté prendere posto accanto ad Albus, però, una mano la strattonò fuori dalla panca.
«Vieni.»
Damien la trascinò fuori, mentre tutta la sala grande cadde nel silenzio e gli sguardi li seguirono fino a quando non uscirono. Andarono lontani da orecchie indiscrete e, quando Damien si fermò, si girò verso di lei con un’espressione indecifrabile.
«Non puoi prendermi in disparte davanti a tutti! Non sanno che sono un lupo mannaro!» disse lei furiosa.
«Cosa è successo?» chiese lui ignorando ciò che aveva detto, come sempre.
Alwys lo guardò palesemente confusa.
«Sei triste, perché?» chiese cercando di mantenere il tono calmo.
«Perché ti interessa?»
«Senti ragazzina» le disse avvicinandosi di più «Non sono stato corretto con te l’anno scorso perché non sapevo bene come si dovesse comportare un protettore dei lupi mannari… il mio non era l’emblema della cordialità, quindi mi sono messo a studiare e ora vorrei mettere a frutto ciò se non ti dispiace!»
Alwys rimase pietrificata: quasi le venne da ridere nel vedere Damien così frustrato e scocciato, ma preferì fare finta di essere spaventata. Annuì silenziosamente.
«Ho visto i Thestral trainare le carrozze…» sussurrò abbassando lo sguardo «Non so perché.»
«Anche io posso vederli» quella confessione catturò la sua attenzione: il silenzio le gelò il sangue, soprattutto perché Damien aveva spostato lo sguardo verso le mattonelle, come se stesse rivivendo dei ricordi lontani.
 «Dovresti chiedere ai tuoi genitori, forse eri troppo piccola» disse poi, dopo aver scosso la testa.
«Ma…» vedendolo così disponibile ed aperto, quasi le venne naturale confessare quel pensiero che la stava divorando da dentro «E se avessi ucciso qualcuno mentre ero trasformata e non lo ricordo?»
Preferì non guardarlo negli occhi, perché aveva paura di leggervi la risposta. Il suo silenzio, però, valse come tale.
«Ti trasformi sempre in posti chiusi, non è possibile.»
Lei sospirò «Sono stata dai Potter l’ultima luna piena… mi hanno chiusa nel capanno… la mattina dopo non ero più lì.»
«Ragazzina…» disse a bassa voce, come se non volesse spaventarla «Chi dovrebbe aggirarsi durante la luna piena nel bosco dei Potter?»
Alwys alzò lo sguardo verso quello dell’altro: gli occhi di Damien avevano un colore stupendo, profondo, tanto quanto il suo passato.
«Domani sera vengo a prenderti prima del coprifuoco» continuò spostando lo sguardo, come se non riuscisse a mantenerlo su di lei «Ti farò vedere una cosa.»
Lei non sembrava molto convinta, ma si lasciò andare ad un sorriso: doveva dargli almeno una possibilità.
«Va bene…»
«Ora torna dentro.»
«Tu non vieni?» chiese perplessa.
«Odio le cerimonie.»
Si girò e andò via: Alwys notò che stava andando verso il cortile, quindi forse a casa sua. Ad un tratto si fermò e si girò verso di lei.
«Dovresti dire della tua natura… sono i tuoi amici, capiranno» disse per poi andare via.
Alwys rimase un po’ lì, anche dopo che la figura di Damien fu sparita dalla sua vista, come se si aspettasse di vederlo tornare e, magari, nascondersi dietro una colonna per guardare la cerimonia in disparte. Forse era il loro legame da lupi mannari, ma ad Alwys era sempre sembrato una persona non capita, che aveva un disperato bisogno di essere ascoltato.
Tralasciando il periodo nel quale mi ha insegnato a controllarmi…
Si mise a ridere e rientrò nella la sala: le chiacchiere si affievolirono di nuovo, ma lei cercò di non badarci, andando dritta verso i suoi amici.
«Perché parli così tanto con Damien?» chiese Albus.
Gli altri stavano facendo finta di parlare fra di loro, ma si vedeva che erano interessati.
«Io…» sussurrò poco convinta «Volevo ringraziarlo per aver salvata a Maggio, ma non ho mai avuto l’occasione… gli ho chiesto di incontrarci, ma diciamo che non ha un buon tempismo.»
L’amico non se l’era bevuta, ma Alwys apprezzò il fatto che non aveva continuato ad indagare con altre domande.
La preside si alzò dal tavolo dei professori e andò al centro, per farsi vedere da tutti: come l’anno precedente, dei rampicanti crebbero dal terreno per formare un leggio davanti a lei.
«Bentornati a tutti, spero abbiate passato delle vacanze confortanti» disse seria in viso «Volevo iniziare questo discorso rassicurandovi: gli avvenimenti di Maggio hanno scosso molti animi ma, come sempre, Hogwarts ha resistito, soprattutto grazie all’aiuto dei nostri professori qualificati e di qualche studente coraggioso.»
«Soprattutto grazie a noi studenti» sussurrò Dominique verso gli altri «Senza me, James e Victoire non sarebbe andata allo stesso modo.»
La preside corrucciò le sopracciglia e guardò verso la Weasley facendola trasalire.
«Quindi voglio sfatare qualsiasi preoccupazione e dirvi che Hogwarts vi proteggerà sempre. Non dovete temere le tenebre, poiché anche la luce più flebile può dare speranza.»
Continuò con lo stesso discorso dell’anno precedente: spiegò come funzionavano le Case, i punti e tutto il resto. Ad Alwys sembrò molto strano essere dall’altro lato: i ricordi della sua cerimonia di smistamento erano impressi nella sua mente, e sicuramente lo sarebbero stati per sempre.
«Ariana Abeyr.»
Alwys non vedeva l’ora di esultare per la sua Casa, come se ciò la sigillasse ancora di più ad essa.
«Tassorosso!»
La Grifondoro guardò il tavolo giallo e nero: Adeline stava ridendo e applaudendo, e a lei faceva molto piacere vederla così felice, soprattutto dopo come si era comportata sul treno. Non vedeva l’ora di parlare, di chiederle se fosse successo qualcosa.
«Barnaby Jelly.»
«Grifondoro!!»
Alwys si alzò insieme agli altri e incominciò ad applaudire: guardò Albus che ricambiò lo sguardo sorridendo. Continuò la lista di nomi: tra applausi e risate il tempo passò velocemente, soprattutto grazie ai commenti di Dominique o delle gemelle che facevano ridere tutto il gruppetto.
«Eliha Projent!»
Ad un tratto ad Alwys venne una fitta alla testa, come se ogni cosa attorno a lei stesse girando: incominciò a massaggiarsi le tempie, ma fortunatamente la fitta non era molto dolorosa.
«Ti senti bene?» chiese Albus preoccupato.
«Sì, tranquillo…»
Lo guardò sorridendo: non gli faceva molto male, era soltanto fastidioso.
«Grifondoro!» urlò il Cappello Parlante.
Continuò a guardare la cerimonia e, fortunatamente, il dolore andò scemando. Era molto strano, ma forse aveva soltanto preso un po’ di freddo.
Si divertiva molto ad esultare quando uno studente veniva smistato in Grifondoro, era come se gli stesse dando il benvenuto nella loro famiglia. Le era sempre piaciuto vedere le Case come delle grandi famiglie: anche se non aveva avuto il modo di stringere amicizie, alla fine dell’anno precedente tutte erano state molto carine con lei dopo che il drago l’aveva aggredita. Le scappò un sorriso ricordando quel momento e tutte quelle domande assurde che le avevano fatto.
«Lysander Scamander!»
«Chi è?» chiese Alwys notando gli amici molto interessati.
«È il figlio di Luna Lovegood e Rolf Scamander» spiegò Albus a bassa voce «Luna è molto amica dei miei genitori e dei miei zii, pensa che Lily ha preso il suo secondo nome da lei! Viene spesso a casa, ma tu non l’hai mai incontrata, sicuramente la incontrerai.»
Alwys annuì e poi riprese a guardare la cerimonia.
Il ragazzino era molto magro, quasi dava l’impressione di essere cagionevole di salute: aveva una folta chioma riccia color grano, e gli occhi pallidi spiccavano nell’oscurità della sala. Era molto spaventato, così tanto da tremare leggermente. Appena il cappello venne poggiato sulla sua testa, chiuse con forza gli occhi e prese a tremare di più.
«Mmmm…» mugugnò il Cappello Parlante «Un cuore puro, quasi di cristallo… un coraggio nascosto, pronto a battersi per i propri cari… una spiccata intelligenza, che ti porterà in alto.»
I Grifondoro e i Corvonero si sporsero in avanti, come se avessero paura di non sentire con chiarezza il verdetto.
«Corvonero!»
Il tavolo blu e bronzo esplose in un applauso, mentre Lysander apriva gli occhi sorridendo. Scese dallo sgabello felice, ma Alwys e gli altri notarono che si era incupito guardando gli studenti che ancora dovevano essere smistati.
«Ora tocca a suo fratello» disse Albus all’amica.
«Lorcan Scamander!» chiamò subito dopo la preside.
Il ragazzino, che si fece spazio fra il gruppo, era molto simile a Lysander: ciò che li differenziava erano i capelli lisci, l’altezza e la corporatura, poiché Lorcan era più alto e robusto. Per non parlare dello sguardo sicuro davanti a sé e il suo passo deciso: appena il cappello toccò la sua testa, infatti, disse con fermezza.
«Serpeverde!»
I Grifondoro guardarono con disprezzo il tavolo dei Serpeverde, che invece stava applaudendo e urlando.
«Davo per scontato che sarebbe stato smistato in Grifondoro» disse Dominique sprofondando contro la sedia.
Lorcan non fece trasparire nessun pensiero dal suo volto, il quale era dritto e imperturbabile davanti a sé, mentre scendeva gli scalini per andare verso il tavolo della sua casa.
«Sono così diversi…» disse Alwys verso Albus.
«Molto, hanno caratteri opposti.»
«Lorcan ha un bel caratterino, sicuramente si farà un bel po’ di nemici» disse Dominique con tono laconico «Ma è anche dannatamente bravo a Quidditch.»
«Ecco perché ti brucia così tanto» dissero in coro Molly e Lucy.
«Ma noi siamo più bravi» controbatté Fred.
«L’hanno scorso abbiamo perso il torneo» disse Albus beccandosi un’occhiataccia dagli altri «Speriamo quest’anno di vincere.»
«Se qualcuno non mi rompe la gamba, lo vinceremo!» esclamò Dominique mettendosi dritta «Gliela farò vedere io a quei maledetti!»
«Maledetti Serpeverde…»
«Beh, con l’aiuto di Albus avremo molte speranze» disse Fred guardando il cugino.
«Ho comunque dodici anni…»
«Tuo padre ha preso il Boccino d’oro a undici anni.»
«Io non sono mio padre…»
Fred capì di aver esagerato: preferì far finta di aver individuato Roxanne in mezzo alla folla. Alwys accarezzò la spalla dell’amico che rispose con un sorriso tirato: Albus non si era mai aperto con lei, o meglio, con nessuno, ma l’amica era ormai in grado di leggergli le emozioni sul volto.
La lista di studenti continuò; il gruppetto esultava ogni volta che uno studente veniva smistato nella loro casa, ma si vedeva che tutti erano ansiosi di sentire il nome di Roxanne, che non tardò ad arrivare.
«Roxanne Weasley!»
La ragazzina emerse dalla folla: la sua chioma riccia copriva completamente il suo volto, ma dalla sua camminata barcollante e insicura, capirono che era molto spaventata. Si sedette con cura sulla sedia, come se avesse paura di romperla. La preside la guardò sorridendo dolcemente, ma lei era come un pezzo di ghiaccio. Appena si girò verso gli altri, fu subito chiaro che cercava disperatamente di individuare il fratello.
«Questa Casa ti aiuterà a mostrare il tuo coraggio celato, fonte di una forza incontenibile» disse il Cappello Parlante «Grifondoro!»
Fred saltò dalla sedia e incominciò ad applaudire con forza: tutti gli altri risero ed applaudirono emozionati, compresa Alwys. Il viso di Roxanne si illuminò: si alzò immediatamente e, senza nemmeno guardare la preside, corse verso il fratello che la intrappolò in un abbraccio.
«Lo sapevo!!» esclamò Fred sorridendo.
La preside sospirò «Calmatevi, dobbiamo continuare.»
Roxanne prese posto tra Fred e Dominique, che le arruffò dolcemente i ricci scuri. La preside continuò, ma ormai il gruppetto era troppo preso dalla nuova arrivata e non ascoltarono più il verdetto degli altri studenti.
Appena la cerimonia finì e la cena incominciò, gli studenti si fiondarono sul cibo: Alwys aveva lo stomaco completamente chiuso, quindi si limitò a pizzicare un po’ di insalata. Nonostante le risate di prima, i Thestral erano comunque padroni della sua mente. Albus la guardò preoccupato: odiava vederla con quell’espressione, ma materialmente non c’era niente che potesse fare. Come tutti gli altri.
«Comunque è stato un bel colpo di scena» disse Dominique attirando l’attenzione di tutti «Chi lo avrebbe mai detto che Roxanne sarebbe finita in Grifondoro… chissà che altre sorprese ci riserverai.»
La ragazzina arrossì abbassando lo sguardo.
«Tantissime sorprese» disse Fred accarezzando i ricci della sorella «Dovete vederla quando le nascondo le bambole.»
«Fred!» lo richiamò lei lasciandogli un’occhiata di fuoco.
«Già immagino quando verranno Lily ed Hugo…» disse Rose alzando gli occhi al cielo «Metterete sottosopra tutta Hogwarts!»
«Già bastano Molly e Lucy.»
Le due gemelle risero e si scambiarono uno sguardo complice, come se già avessero pensato a tutte le marachelle da fare durante quell’anno.
«Spero solo di farmi degli amici…» sussurrò Rox.
«Te ne farai tantissimi» rispose il fratello.
«Anche io ero convinta di non farmi degli amici a causa della mia timidezza» disse Alwys intromettendosi nel discorso «Guardami ora!»
Rox sorrise «Hai ragione!»
Fred la ringraziò con lo sguardo, che fu così dolce da farle battere il cuore.
«Finalmente sorridi» disse Albus guardando l’amica «Lascia perdere il Ministero, sbagliano sempre!»
«Già…» si limitò a rispondere.
Alwys non stava pensando al processo: i giorni che erano passati avevano aiutato a mandare giù quel boccone amaro. Il sogno, invece, e i Thestral erano due ferite ancora aperte: nonostante le avessero detto che quell’uomo stava bene, sentiva un peso all’altezza del petto che le rendeva difficile respirare.
«Notizia dell’ultima ora!»
La voce di Alaric Nott scosse gli altri, che si girarono per capire cosa stava succedendo.
«Che vuoi?» chiese Dominique.
«Edizione speciale dell’Esercito di Silente
«Di già?» sbottò lei «Ma non sono nemmeno iniziate le lezioni!»
«I veri giornalisti non si lasciano scappare questo tipo di notizie» spiegò prendendo il giornale per leggere il titolo dell’articolo sulla copertina «Omicidio al Ministero della Magia… terrore nel Mondo Magico!»
Alwys spalancò gli occhi e si girò verso il ragazzo, che trasalì sorpreso dal suo interesse.
«Posso avere una copia?» chiese con la voce che le tremava.
«Certo!»
Tutti guardarono Alwys con uno sguardo dubbioso, ma lei non ci badò: prese il giornale, con la mano che le tremava, e lesse l’articolo.
«Grelyan Phelwes, scomparso dal 26 Agosto, è stato trovato morto questa mattina: l’uomo presenta delle ferite causate da un animale magico, in quanto nessun animale babbano sarebbe in grado di infliggerle. Indagato il branco di Lupi Mannari presente nel territorio dove il corpo è stato trovato, ma anche tutti gli Animagus che combaciano con la descrizione e i Lupi Mannari erranti.»
Alwys abbassò il giornale verso il tavolo: Albus le stava parlando, ma lei non sentì nulla, come se attorno a lei ogni cosa si fosse cancellata. I contorni di ciò che la circondavano divennero sfocati, le forze abbandonarono il suo corpo, fino a quando i suoi occhi si chiusero, facendola annegare nell’oscurità.


Angolo Autrice:
Salve a tutti!
Scusate queste pubblicazioni altalenanti, ma ci sono state tanti avvenimenti in questo periodo che mi hanno scombussolata!
Vi ricordo che potete rimanere sempre aggiornati seguendo il profilo instagram @alwysdewery.
Cosa ne pensate del capitolo?? Dai, adoro leggere le vostre recensioni <3
Un bacio e alla prossima,
Mira
   
 
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