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Autore: Lilylunapotter1    06/04/2018    3 recensioni
Questa storia è il sequel di "Insieme", sempre scritta da me.
I malandrini, Lily, Marlene e i Paciock hanno appena finito il loro ultimo anno ad Hogwarts e sono pronti a buttarsi a capofitto nella loro nuova vita.
Tra amori, perdite e l'ascesa di Voldemort, quali saranno stati i sentimenti e gli avvenimenti dei nostri protagonisti?
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Frank Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Posizioni incerte

 

Remus uscì dalla tenda e si stiracchiò sotto i primi raggi di sole mattutini.
Lui ed Allie erano in cammino da qualche giorno dopo l’attacco alla tribù e in un paesino ungherese avevano comprato una piccola tenda da campeggio dove potersi sistemare durante il viaggio fino alle coste francesi.
Proprio la sera prima erano arrivati in Francia ma avevano deciso che prima di tornare in Inghilterra avrebbero aspettato qualche giorno.
Remus aveva impiegato diverso tempo per convincere Allie a lasciare l’Ungheria ma, alla fine, anche lei aveva capito che niente la teneva più legata a quei luoghi.
C’era qualcosa invece che la legava profondamente a Remus oltre un forte sentimento, e questa cosa era il modo in cui lui si era preso cura di lei senza chiedere nulla, capendo quanto lei stesse soffrendo.
Dalla sua parte, Remus, era davvero troppo felice di portarla nel suo mondo e quasi non riusciva a contenersi anche se, ovviamente, al suo ritorno avrebbe dovuto fare i conti con Mary.
La confusione nella sua testa non era andata via ma una cosa l’aveva ben chiara: non poteva stare ancora con Mary se provava qualcosa anche verso Allie.
In quei giorni, il desiderio di tornare a casa, di rivedere i suoi amici e i suoi parenti lo avevano rallegrato parecchio anche se da un lato sentiva di aver fallito la missione datagli da Silente.
Tuttavia, nello stesso paesino dove avevano preso la tenda, era riuscito a spedire un gufo al preside in cui spiegava quanto accaduto e che lui si era rimesso in marcia per il ritorno, non avendo altro da fare.
Si sedette su un tronco tagliato accanto alla tenda e preparò, grazie alla magia, un buon the nell’attesa che la sua compagna di viaggio si svegliasse, cosa che non avvenne molto dopo.
“Buongiorno” disse lei tra un sbadiglio e l’altro uscendo dalla tenda e fermandosi ad ammirare il bel sole di quella mattina.
“Buongiorno, dormito bene?” chiese lui porgendole la tazza di the.
“Più degli altri giorni…” rispose lei sedendosi accanto a lui.
“Penso che per domani mattina riusciremo a raggiungere la costa, da lì possiamo smaterializzarci senza difficoltà in Inghilterra” annunciò lui più felice che mai.
Allie annuì e gli fece un sorriso anche se, doveva ammetterlo a se stessa, sentire la gioia nei pensieri di Remus dopo quanto era successo alla sua gente la infastidiva un po’.
“Pensi che qualcuno possa essersi salvato al villaggio?” chiese lei per la prima volta.
“Sì, ho visto molti smaterializzarsi quindi se hanno avuto fortuna sono scappati lontano. E se sono svegli come penso, nessuno tornerà al villaggio, o almeno non subito…” rispose lui serio ma cercando d’essere il più comprensivo possibile.
“Tom ed io eravamo molto legati, sai? Imre ci ha salvati insieme quando eravamo molto piccoli. Veniamo entrambi dall’Irlanda ma io non mi ricordo praticamente nulla della mia terra d’origine. Quando Fenrir Greyback ha attaccato la mia famiglia sono sopravvissuta solo io e Imre mi ha accolto come una figlia. A Tom andò peggio invece: Greyback si portò via la sua famiglia e lui era abbastanza grande da capire di aver perso tutto. Ogni tanto mi raccontava qualche storia sull’Irlanda…” disse Allie guardando l’erba secca a terra.
“Non sapevo che anche tu fossi stata morsa da Greyback…” sussurrò Remus sorpreso.
Un’altra cosa che li accomunava.
“Nessuno lo sapeva al villaggio a parte Imre e Tom. Noi non parlavamo mai di queste cose” rispose Allie come per giustificare questo particolare non detto.
I due restarono in silenzio ancora un po’ e alla fine Allie disse che sarebbe andata a fare un giro nei dintorni mentre Remus restò seduto immerso completamente nei suoi pensieri.
 
 
 
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Kingsley Shakebolt credeva che avrebbero risolto il tutto in pochi giorni, ma si sbagliava.
Per fortuna, durante l’attacco di quasi due settimane prima, erano riusciti a catturare ben tre mangiamorte, uno dei quali era Evan Rosier.
Quella mattina gli aspettava il secondo interrogatorio a Thorfinn Rowle e, cosa che lo preoccupava di più, Moody aveva deciso di lasciarlo a lui per vedere se l’apprendimento avesse funzionato.
Entrò nella stanza degli interrogatori dove Rowle era già stato legato con corde magiche.
“Rowle, non posso dire che sia un piacere vederti… ma sono felice che ti abbiamo preso. Prima o poi dovevi fare un passo falso…” disse Shakebolt sedendosi di fronte a lui.
L’altro lo guardò e poi riabbassò lo sguardo senza proferire parola.
“Bene, bene, cominciamo. Spero proprio che tu voglia collaborare con noi altrimenti dovrò ricorrere al veritaserum come per il tuo amichetto Rosier” aggiunse Shakebolt e a quelle parole Rowle sputò sul tavolo, a pochi centimetri dalla mano destra di Kingsley che lo guardò impassibile.
“Rosier non è un fedele sostenitore, non sa niente dell’Oscuro Signore” ridacchiò Rowle sicuro di sé.
Shakebolt lo guardò e rise un po’ più rumorosamente poi disse: “Buffo, sappiamo che il tuo signore si trova proprio a casa sua…”.
A quella parole Rowle sbiancò e il ghigno beffardo sul volto pochi istanti prima si spense e lasciò spavio alla paura.
“Allora, vuoi collaborare? Il tuo amico ci ha parlato di una spia, ne sai qualcosa? Magari tu sei un pezzo grosso” lo prese in giro Kinglsey sfogliando un fascicolo di pochi fogli dove aveva appuntato alcune cose.
“Spia? Non so niente” rispose Rowle cercando di darsi un contegno e sembrare tranquillo.
“Aaah, che stress questo lavoro. Sai se tu collaborassi di tua spontanea volontà magari potresti restare ad Azkaban meno di quanto previsto. Ma forse hai paura di quello che ti può fare Voldemort se torni dopo esserti fatto catturare? “ chiese Shakebolt guardandolo dritto negli occhi e percependo la sua paura.
L’altro si leccò più volte le labbra e poi parlo: “Voldemort è a casa Rosier e ogni sera alle nove si incontra con gli altri di noi. Ma non so chi sia la spia”.
“Felice di sentirti parlare Rowle. Buona permanenza ad Azkaban” disse Kingsley prima di uscire definitivamente dalla sala interrogatori.
Ad aspettarlo proprio lì fuori c’era Moody che lo guardò e annuì con convinzione: era andato bene.
 
 

“Dobbiamo farlo stasera se vogliamo prenderli Charlus!” sbottò Moody dopo l’insistente indecisione degli altri dell’ordine.
“Alastor ha ragione. Non possiamo rischiare che cambi nascondiglio…” rispose Silente con convinzione anche se si vedeva chiaramente che non ne era felice.
“Vogliamo venire anche noi…” esordì Sirius che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
Tutti si voltarono verso di lui che subito venne affiancato da Marlene, Lily e James.
“Non siate sciocchi…” borbottò Dorea sempre più contrariati.
“No, mamma non fare tu la sciocca. Edgar e Dorcas sono ancora al San Mungo e Frank e Alice devono pattugliare Diagon Alley questo pomeriggio. Noi quattro siamo a riposo e possiamo venire con voi. Quattro bacchette in più vi faranno solo comodo!” rispose James zittendo la madre che restò di sasso.
“Più siamo e meglio è…” aggiunse allora Lily prendendo per mano James.
“Non c’è modo di farvi cambiare idea è?” chiese Moody con soddisfazione.
“Alastor! Per Merlino non vorrai… Silente!” esclamò Dorea scandalizzata cercando qualcuno che l’appoggiasse.
“Dorea, calmati. È giunto il momento che tu lasci che siano loro a decidere delle loro vite. Sono maggiorenni e sanno a che cosa vanno in contro…” la zittì Silente.
Dorea lo guardò con gli occhi spalancati ma non osò ribattere così attese che tutti se ne fossero andati prima di fare le tantissime raccomandazioni a tutti i più giovani.
La sera stessa, alle nove in punto tutti i membri dell’Ordine della fenice liberi erano appostati intorno a casa Rosier da cui proveniva una debole luce.
Il piano era quello di attirare tutti i mangiamorte fuori casa per poterne catturare il più possibile.
Così, grazie all’idea di Fabian e Gideon, esattamente alle nove e quindici, spararono in aria fuochi d’artificio babbani di tutti i colori che erano stati stregati con la magia e che entrarono dalle finestra rompendo il vetro.
Come previsto molte figure incappucciate uscirono dalla casa e si diressero nel giardino e fu allora che l’ordine attaccò.
Volarono diverse maledizioni e alcuni mangiamorte caddero a terra prima che si rendessero conto d’essere sotto attacco.
Ma quando se ne accorsero cominciarono a lanciare incantesimi e maledizioni.
I due malandrinI, Lily e Marlene erano ognuno accoppiato con un mago più esperto ma questo non fu motivo di non stare all’erta.
Stupeficium!” gridò un mangiamorte colpendo Sturgis Podmore e facendolo accasciare a terra.
Sirius, in coppia con lui, alzò subito la bacchetta per evitare un’altra maledizione che gli veniva lanciata dal suo avversario.
Petrificus Totalus!” gridò allora Sirius mancando  il bersaglio a cui però cadde il cappuccio nero.
E fu così che i due fratelli Black si ritrovarono faccia  faccia dopo tanto tempo.
Sirius, che fino a quel momento non conosceva l’identità del mangiamorte, restò di sasso e abbassò quasi la bacchetta.
“Stupito di vedermi, fratellino?” chiese Regulus con un ghigno sul volto.
Sirius continuò a guardarlo per un po’ ma poi tentò di disarmarlo invano dato che il più piccolo si smaterializzò senza aggiungere altro.
Il più grande dei fratelli Black, si riscosse solo grazie all’urlo della sua fidanzata che, poco più in là, insieme a Gideon duellava con altri due mangiamorte.
Un lampo di luce verde gli sbarrò la strada mentre tentava di raggiungere Marlene e lo seguì sperando ardentemente che non colpisse nessuno.
Ma quando si voltò vide che la traiettoria era proprio quella diretta verso James e non fece in tempo a gridare che la maledizione mortale si infranse contro un corpo. Ma non era il corpo di James, era un corpo più robusto: il corpo di Benjy Fenwick.
Quando cadde a terra, Sirius e James si guardarono e poi entrambi presero a combattere come non avevano mai fatto prima e abbatterono diversi mangiamorte.
Vista la crescente perdita di forze, all’improvviso, i mangiamorte ancora in piedi si smaterializzarono lasciando i membri dell’ordine con le bacchette alzate nell’oscurità.
 
 
 
“L’ho visto cadere davanti ai miei occhi, Alastor! Fenwick è morto!” gridò Sirius tamponandosi un labbro con un fazzoletto bagnato.
“Io dico che è scappato. Il suo corpo non c’era!” sbottò allora Moody scansando con poca grazia il the che Dorea gli porgeva.
“Senti Alastor. Io ho visto chiaramente Fenwick accasciarsi a terra come Sirius. Secondo me il suo corpo lo hanno portato via i mangiamorte quando sono scappati” s’intromise allora James seduto tra Lily e Marlene visibilmente scosse.
“Qualche bastardo lo abbiamo catturato almeno…” disse Gideon serio e fu in quel momento che Sirius si rese conto di dover raccontare quello che era successo.
“C’era anche Regulus. Combvatteva con me e Sturgis e poi lo ha schiantato. Gli è caduto il cappuccio quando ho tentato di pietrificarlo” disse Sirius guardandosi la punta delle scarpe mentre Marlene gli prendeva la mano con fare comprensivo.
Nessuno volle rispondere a quella dichiarazione, tutti capivano benissimo come dovesse sentirsi Sirius e perfino Moody sembrò non voler infierire ma si limitò ad annuire.
“Alcuni auror sono ora a casa Rosier comunque… se il corpo di Benjy è lì lo troveranno” borbottò Moody rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
“Voldemort non c’era comunque. Doveva sapere che stanotte saremmo andati là…” disse Charlus pensieroso.
“Rosier ha parlato di una spia, una spia che non è al ministero. E se…” cominciò Dorea ma poi si zittì guardando i presenti.
Non riusciva proprio a credere che qualcuno potesse fare il doppio gioco.
“Per il momento lasciamo qui questo discorso. Gradirei che andaste a controllare che quelli che non sono venuti con noi stasera stiano bene. Per precauzione…” disse allora Silente con il volto di chi ha la mente che intanto viaggia alla velocità della luce.
Tutti annuirono e pian piano casa Potter si svuotò lasciando dentro solo coloro che ci abitavano.
“Bhè io vado a controllare Peter visto che Sirius è andato da Frank e Alice. Torno al più presto, sono sicuro che Peter starà bene..” disse James e poi, dopo aver dato un bacio sulla fronte a Lily, uscì fuori casa.
 
 
 

“Non ci avevi detto che sarebbe venuto tutto l’ordine!” sbottò Malfoy seduto su una delle sue preziose sedie.
“I-io non lo s-sapevo. S-sapevo s-solo che era p-per stasera…” balbettò Peter Minus tutto ritratto su se stesso.
Malfoy lo guardò un momento poi alzò lo sguardo verso Regulus Black che però guardava a terra senza dire una parola.
“Comunque ottimo lavoro Black, non credevamo saresti riuscito a convincere questo idiota…” ridacchiò Malfoy.
Regulus restò ancora in silenzio. Quando aveva accettato l’incarico di convincere Peter Minus a passare dalla loro parte non avrebbe mai pensato di riuscirci.
Oltretutto c’era voluto molto meno del previsto per convincere il più debole dei malandrini e lui, Regulus, non aveva dovuto ricorrere alla maledizione imperius neanche per un secondo.
Fu proprio in quel momento che si rese conto d’aver sempre invidiato la forte amicizia che legava il fratello ai malandrini.
Ma adesso questa invidia stava svanendo piano piano, quale amico tradiva i suoi compagni con così tanta facilità?
E inevitabilmente si trovò a pensare a quanto volesse andare da suo fratello a dirgli tutto, ma questo non era affatto possibile, Voldemort o gli altri mangiamorte lo avrebbero ucciso.
Peter Minus lo disgustava e non perché era nella fazione opposta alla sua. Lo disgustava per quello che stava facendo a prescindere da chi fossero i traditi.
Prese il mantello e senza una parola uscì da casa Malfoy lasciandosi alle spalle la villa e anche quei pensieri.
“Tornatene a casa Minus…” disse Malfoy e lui sparì all’istante, come se non vedesse l’ora di allontanarsi il più possibile da quell’uomo.
Entrò in casa furtivamente per evitare le domande che gli avrebbero fatto sua madre e suo padre nel vederlo rientrare così tardi e si diresse in cucina credendo di non trovarci nessuno.
Invece quando alzò lo sguardo trovò James Potter seduto a tavola che lo guardava con l’espressione curiosa.
“Pete… è un pezzo che ti aspetto! Dove sei stato?” chiese James alzandosi e dandogli una pacca sulla spalla in modo amichevole.
“I-io…” balbettò Peter in cerca di una scusa plausibile che lo avrebbe salvato. A questo i mangiamorte non ritenevano opportuno provvedere.
“C’è qualcosa che devi dirmi?” chiese James guardandolo un po’ spaventato.
“No, no… Io… sono stato da mia nonna. Sai lei è molto malata e non riesce più a stare tanto sola in casa così sono andato da lei stasera” balbettò Peter cercando d’essere credibile.
James restò in silenzio a guardarlo per un po’ e poi, inaspettatamente, gli sorrise e disse: “Perché non ce lo hai detto Pete? Sai che potrai sempre contare su di noi!”.
“I-io… non volevo… già siamo impegnati con questa guerra sai..” sussurrò Peter guardando a terra.
“Non te preoccupare Pete. D’accordo ora che sono certo che stai bene è meglio che vada se no Lily si preoccupa. Oh Pete… domani sei invitato da noi per un caffè e non accetteremo scuse!” disse James dandogli un’altra pacca amichevole sulla spalla.
Il moro prese poi il cappotto e con un gesto della mano salutò l’amico e uscì da casa sua facendo fare un sospiro di sollievo a Peter.
 
 
Note dell’autrice:
Lo so, lo so che avevo detto che questo capitolo sarebbe stato più lungo ma alla fine ho deciso di spezzarlo in due e mettere la seconda parte divisa.
Un altro capitolo d’azione come avrete visto ed è proprio questo uno dei motivi per cui ho tolto la seconda parte.
In quella infatti vedremo il ritorno di Remus  e il matrimonio di Petunia e non mi piaceva l’idea di mettere tutto insieme anche perché il capitolo sarebbe venuto decisamente troppo lungo.
Comunque sia, come promesso, il prossimo capitolo lo pubblicherò tra stasera e domani, proprio per farvi un regalo visto che poi per una settimana non potrò scrivere né pubblicare.
Non voglio commentare più di tanto perché come sapete amo vedere come traete le vostre conclusioni senza che io dica troppo.
In particolare, in questo capitolo, sono proprio curiosa di sapere che cosa pensate di Regulus che, come avrete intuito, inizia a riflettere un po’ di più su quanto gli accade intorno.
Sono proprio curiosa di sapere che cosa ne pensate!
Vi ringrazio perché i vostri pareri sono per me importanti e mi regalano sempre soddisfazioni.
Un abbraccio, Lilyluna!
   
 
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