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Autore: SweetPaperella    07/04/2018    4 recensioni
Maria Sole Contini, ha 17 anni e ha una passione: il calcio, lo ama da quando ne ha memoria, da quando fin da bambina giocava con suo padre e suo fratello Tommy.
Finalmente il suo sogno sta per essere realizzato: grazie a una borsa di studio, passerà il suo ultimo anno di scuola a Boston, alla Eagles high school, che ha anche una prestigiosa scuola di calcio.
Una nuova vita, una nuova scuola, nuove compagne di squadra... è un sogno sì, ma non tutto sarà facile per Sole, anche perché dovrà fare i conti con il suo passato, se vorrà davvero riuscire a guardare avanti.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO DUE

 

Era arrivata a Boston da poche ore, una studentessa del campus le ha mostrato gli alloggi e fatto vedere la scuola. Ora è in biblioteca a cercare di studiare un po’, l’anno scolastico inizia tra qualche giorno, ma le sembra tutto così difficile, più complesso di quello a cui era abituata in Italia, già si rende conto che dovrà faticare e non poco per raggiungere la sufficienza. 

Ha conosciuto la sua compagnia di stanza per il momento, una ragazza del Texas, la città del suo attore preferito, ma questo ha evitato di dirglielo per non fare la figura della persona esaltata, dal primo momento. Solo con Ludo può esprimere liberamente le sue fantasie su Bomer, senza passare per pazza. La sua sua compagna di stanza, nonché membro anche della squadra in cui giocherà, non sembra molto propensa a socializzare, anzi... tutt’altro: le ha detto chiaramente che non socializza molto, per non compromettere quella che è la sua carriera calcistica, si limita ad avere con la squadra un rapporto socievole e amichevole quando sono negli spogliatoi e in campo, ma al di fuori di esso, niente altri rapporti. “I rapporti di amicizia e amore distraggono, per me conta solo la carriera, non è niente di personale Maria Sole” le ha detto, testuali parole. Sole si è allora limitata ad annuire e a rendersi conto che niente sarebbe stato facile, nemmeno fare amicizia. 

In questo momento vorrebbe tanto avere al suo fianco suo fratello, lui saprebbe come comportarsi e avrebbe già socializzato con mezzo campus. Alle volte vorrebbe essere come lui o quanto meno sentire la sua voce rassicurante che gli dice che andrà tutto bene. 

È sola in biblioteca, almeno fino a pochi minuti prima, perché poco dopo si ritrova un ragazzo davanti, che le chiede se quel posto è occupato. 

«come scusa?» non l’ha nemmeno sentito e alza lo sguardo nella direzione della voce, talmente era presa dai suoi pensieri che non si è accorta minimamente della sua presenza. 

«ho chiesto se è occupato.» ripete tranquillo, guardandola a sua volta. I suoi enormi occhi azzurri e quei capelli ricci, hanno fatto breccia quasi subito in Sole. Quegli occhi poi, sono sinceri e autentici. Quel ragazzo le ricorda un po’ Tommy, anche Tommy aveva quei profondi occhi azzurri. Tutto l’opposto dei suoi, che sono marroni, l’unica caratteristica presa da suo padre. 

Sole scuote la testa e gli fa segno di accomodarsi, ci mette un po’ a dire il vero a fare quel gesto, di nuovo catturata dai suoi pensieri, nuovamente rivolti a suo fratello. Ci sta pensando troppo spesso da quando è a Boston. 

«Tu devi essere l’italiana giusto?» le chiede lo sconosciuto davanti a lei. 

“L’italiana” ecco, già le hanno affibbiato un soprannome. 

Sole si ritrova ancora una volta ad annuire. 

«Maria Sole Contini, ma va bene solo Sole, piacere. Tu sei invece?» finalmente parla, presentandosi. 

«Nicholas Danes, ma va bene solo Nick.» le dice ridendo e ripetendo le sue parole. 

«è così qui già mi conoscono?»

«Pensavi di passare inosservata? È impossibile, non si parla di te da giorni, nonostante la scuola non sia ancora iniziata. Mio padre, ha già parlato con la squadra femminile» le spiega Nick tranquillo, come se niente fosse, come se fosse normale che la nuova arrivata è al centro delle attenzioni di tutti. 

«tuo padre?» fa eco Sole.

«Giusto, noi sappiamo molto di te, ma tu non sai di noi... funziona così no?» ride e Sole arrossisce visibilmente, ecco è questo che odia, stare al centro dell’attenzione. 

«comunque solo Sole, mio papà è l’allenatore della squadra femminile» le dice infine, quella ragazza le piace, non la conosce ancora bene, ma ha qualcosa di diverso da tutte le altre, l’ha capito subito e poi le piacciono le persone che sono ancora in grado di arrossire quando vengono messe in mezzo. Lei l’ha appena fatto. 

«Oh. Cosa sapete esattamente di me?»

«Io so solo che indosserai la maglia numero 17, che l’hai chiesta espressamente e che sei molto forte. Ma ti dico già da ora che non sarà facile integrarti nella squadra.»

Se quelle parole dovevano essere di sconforto, be ci è riuscito perfettamente a sconfortarla. 

«Quando il mondo lì fuori vuole buttarti a terra, conta su ciò che hai dentro per rialzare la testa."» cita Sole, per mostrarsi forte, per mostrare un aspetto del suo carattere che forse non possiede, ma la prima regola di vita in un posto completamente nuovo, con nessun amico intorno è: non mostrarsi fragili. Poi Leo Messi, sa sempre trovare le parole giuste e lei si ispira tanto a lui per cercare di non mollare, la sua Pulce, come Leo Messi viene chiamato dai tifosi, è arrivata lontana, nonostante tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare e ora è il campione del Barcellona. 

«Leo Messi. Visto adesso so una cosa nuova su di te, ti ispiri a Messi» le dice Nick, capendo subito la citazione. 

«un americano che conosce Messi? Con tutti i bravi giocatori che avete?»

«Potrei dire la stessa cosa... ah no.» ride di gusto, il calcio italiano è famoso per non essere il massimo, è irrispettoso e in serie A ci sono parecchi scandali. 

«Non a caso infatti il mio idolo calcistico è Messi e tifo Barca»

«Allora hai tutto il mio rispetto» le si indica e le sorride dolce.

Per poi congedarsi con un “ci vediamo presto solo Sole”. 

Sole dal canto suo riesce solo ad alzare la mano verso di lui e ad arrossire, di nuovo. 

Qualche giorno dopo l’incontro con Nick va a conoscere la squadra in cui giocherà, avranno una riunione prima dell’inizio degli allenamenti e del campionato. 

Non può negare che abbia parecchia ansia, le hanno parlato benissimo di questa squadra, vince il campionato delle scuole da ormai 3 anni di seguito, è una leggenda di squadra e lei sente di non essere all’altezza. Nonostante sia stata scelta tra tante per entrarci. 

Nel suo armadietto c’è la sua divisa da calcio, con quel 17 stampato sui pantaloncini e dietro alla maglia, color blu e oro, i colori della scuola e l’aquila stampata sul petto. È emozionante vederla. 

È arrivata per prima e si guarda intorno incantata, quello spogliatoio è grande quanto casa sua a Pescara, forse anche di più... vorrebbe indossare la tenuta da calcio, ma non sa se deve o meno è così si limita a rimanere seduta davanti al suo armadietto con il nome e guarda l’ora, temendo anche di aver sbagliato luogo dell’incontro.

Quando finalmente arriva qualcuno. Una ragazza mora, da lunghi capelli che ha raccolto perfettamente bene in una coda di cavallo. Tutto il contrario di quelli di Sole che forse non hanno nemmeno una piega. Sono piatti come spaghetti non ancora cotti o forse anche peggio. Più Sole cerca di dargli una forma, più questi restano spaghetti. 

Si presenta come il capitano della squadra, Ashley, ma non è una buona accoglienza, la guarda parecchio dall’alto verso il basso e poco dopo esprime il suo disappunto.

«Ero scettica quando mi hanno detto che sarebbe arrivata un’italiana a giocare con noi, lo sono tutt’ora, noi in squadra abbiamo un equilibrio fantastico che ci ha fatto vincere 3 anni di seguito... inoltre ti sei fatta dare un numero che ha portato la persona che ha fatto sì che questa squadra arrivasse a questi livelli, il nostro vecchio capitano che ora gioca in un famosa squadra femminile, perciò spero che tu sia veramente all’altezza di quella divisa» le sue parole sono dure, forti. Sole però non si lascia scoraggiare, se c’è una cosa che sa fare bene è giocare a pallone.

«Farò onore a questa squadra e la indosserò con orgoglio» risponde a sua volta decisa, ma cercando di esser anche amichevole, non vuole mettersi contro il capitano della sua nuova squadra. 

«ecco allora indossala, l’avresti già dovuto fare» ribatte acida e dirigendosi verso il suo di armadietto.

No, non sarà per niente facile far capire loro quanto vale e prendersi un posto da titolare all’interno della squadra. Dovrà lavorare sodo, molto duramente se vuole spiccare e volare, come l’aquila che porterà sul petto. 

A poco, a poco arrivano anche le altre ragazze, le quali si presentano, ma poi si mettono a parlare tra loro, non chiedendo molto altro a Sole, la quale resta in disparte, sperando che presto arrivi il loro allenatore. 

L’allenatore, Lucas, è un uomo molto giovanile, dal fisico atletico e alto. Ha due bellissimi occhi azzurri, come quelli del figlio, ora sa da chi gli ha ereditati. Indossa la tuta della squadra e si avvicina con fare garbato a Maria Sole. Si presenta e a sua volta le presenta la squadra.

«Contini dovrai faticare un bel po’ per farti valere qui dentro, non voglio scoraggiarti, qualsiasi cosa puoi contare su di me, ma prima che tu possa essere titolare in qualche partita, mi devi dimostrare di avere stoffa e determinazione per arrivare lontano. Qui formiamo giovani talenti, le future campionesse del calcio, perciò non si batte la fiacca per nessuna ragione» le sue parole hanno un effetto rassicurante su Sole, la quale si aspettava di trovarsi davanti un allenatore severo, ma tutt’altro.

«Ti darò del tempo per ambientarti, ma non metterci troppo o non giocherai più.» le dice infine, facendo segno alle ragazze di fare il rituale di accoglienza per le nuove reclute nella squadra. Sole si sente parecchio a disagio, ma cerca di non darlo a vedere, ma come al suo solito è arrossita.

Dopo l’accoglienza, si riuniscono in campo per conoscersi meglio. Tutte in cerchio con una pallone tra le mani, se lo lanciano a vicenda, chi ha il pallone in mano deve raccontare di sè, per poi lanciarlo a un’altra ragazza, fino a che non hanno raccontato tutte, compreso il loro allenatore. 

Maria Sole cerca allora di integrarsi il più possibile, quando per prima riceve quel pallone tra le mani. 

«Mi chiamo Maria Sole, mi piace essere chiamata Sole. Gioco a calcio da finché ho memoria, grazie a mio papà e mio fratello Tommaso. Il mio idolo è Messi per i valori che trasmette, oltre perché è un campione. Mi piace leggere, sono una persona molto solitaria, nonostante la compagnia mi piaccia. Questo mi rende anche piuttosto bipolare, lo so. Amo le serie tv, ma più di tutti amo il calcio e qui torniamo al punto di partenza.» dice cercando di dare più informazioni possibili se stessa. Non è per niente facile descriversi. Lancia poi la palla verso Ashley, il capitano della squadra, non è ancora riuscita a capire che tipo è e vuole sentire quello che ha a dire su se stessa. 

«Mi chiamo Ashley Taylor, sono il capitano delle Eagles, è il primo anno che rivesto questo ruolo, ma ne sono molto orgogliosa, per la mia squadra darei la vita. Mi piacciono le feste, ma non bevo, non fumo, perché il calcio prima di tutto. Il mio mondo gira costantemente intorno al calcio e al fatto che voglio diventare una professionista. Ho una nonna che adoro e due bellissimi genitori, ho una casa immensa, con tanto di palestra per allenarmi. E infine ho un fidanzato stupendo» dice apertamente, senza nessuna vergogna. 

Sole del canto suo, non sa se provare stima o invidia nei suoi confronti. La cosa certa è che davvero non sa che cosa pensare di lei, sembra una ragazza molto sicura di sé questo sicuramente, come è molto ambiziosa. Un po’ come lei, tranne per il sicura di sé, spesso Sole non crede nelle sue potenzialità.

Le altre ragazze della squadra le fanno un altro effetto, sembrano più alla mano, pronte ad accoglierla tra loro. Al contrario di Ashley che invece sembra che non la voglia in squadra, ma non riesce a capirne il motivo, visto e considerando che giocano in ruoli diversi. Sole è attaccante, Ashley centrocampista. Non le ruberebbe nemmeno il ruolo, se ma dovesse diventare titolare. Forse semplicemente non si fida delle persone. 

Dopo questo breve gioco, svolgono l’allenamento. Un piccolo breve allenamento anche per riprendere la forma fisica dopo le vacanze estive. Sole in realtà non ne ha bisogno, ha passato l’intera estate a giocare a calcio, anche quando era in vacanza con i genitori, giocava con i suoi amici del campeggio dove vanno ogni estate, da quando è bambina.

Quel breve allenamento è il suo primo esame, il suo banco di prova per far capire che vale. Ci mette tutta sé stessa, ci mette passione, cuore, divertimento per quello sport che ama e si vede. 

Tanto che a fine di esso il suo allenatore le fa già il suo primo complimento: «Sei in gamba Sole» schiacciandole l’occhio. 

Mentre da lontano anche Nick si è visto l’allenamento della squadra femminile e ha visto correre Sole, dandogli dimostrazione che è un’ottima giocatrice di calcio, deve solo essere più sicura, ma in questo può aiutarla lui. Non sa spiegarsi come, nemmeno il perché, ma quella ragazza italiana l’è piaciuta sin dal primo momento. Lui non ha mai creduto nel colpo di fulmine e non sa nemmeno se è questo che si può considerare, perché non è mai stato veramente innamorato. Ma è attratto da lei, non lo nega, anche perché è una bellissima ragazza. I suoi occhi marroni così tristi, ma allo stesso tempo che vogliono apparire forti, l’hanno stregato. Dentro ci si può leggere tutta la sua sofferenza, ma anche la sua voglia di vivere. I suoi capelli biondi, emanano un dolce profumo, che si espande nell’aria. Ciò che è certo è che vuole diventare suo amico e non si vuole comportare come se fosse una delle tante. Questa volta non farà il latin lover.

Sole lo vede a fine allenamento, arrossisce chiedendo da quanto tempo sia lì, se l’ha vista giocare e prima ancora parlare della sua vita. Avrà pensato che è una pazza se ha sentito tutto.. cercando di far finta di niente, lo saluta come se nulla fosse e si dirige nello spogliatoio. 

 








Spazio autrice: Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo della mia storia. L’immagine che vi ho messo all’inzio è Maria Sole e dietro di lei Boston e la sua scuola. 😁
 
   
 
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