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Autore: Annarella11    08/04/2018    1 recensioni
- Sembri triste, a cosa pensi?-
Un soffio, forse un sospiro.
- ...Oggi è l'anniversario della scomparsa di mia madre.-
"La storia parte dopo l'episodio 10 della seconda stagione"
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sapeva che da quel giorno sarebbero stati due estranei, ma come faceva? Come faceva a non guardarla tutto il tempo?
Quello che era venuto a salutarla in classe doveva essere Thomas, ne era sicuro.
L'invidia lo fece diventare di sale, non riuscì neanche ad alzarsi dal banco; rimase lì, davanti a loro che si scambiavano commenti sull'uscita del giorno precedente, a fissarli come un gatto, a rivendicare con gli occhi la sua proprietà.
Quale proprietà poi? L'accaduto della notte precedente era così surreale da sembrare impalpabile alla coscienza, un sogno dissolto come nebbia al sole.
Eppure era accaduto, con tutte le sue conseguenze; ora Marì era una donna, lui l'aveva resa una donna, e lei aveva reso lui un uomo...ma non si vedeva; nulla agli occhi di un estraneo era cambiato nella ragazza, che sembrava ancora tale; e lui di certo non si sentiva la forza di un uomo; piuttosto si sentiva fuori posto, surclassato, un micio alle prime armi sostituito da un rivale più forte di lui.
Era geloso, dannatamente geloso!
La ragazza si sentì osservata e d'istinto guardò Adrian; beccato!
Il ragazzo corse ai ripari gettando lo sguardo sul banco insieme a tutta la testa, fingendo di leggere un quaderno che non c'era; per l'imbarazzo della svista si tuffò letteralmente nello zaino a rovistare Dio solo sa cosa.
Se ne sarà accorta?
Dopo una manciata di secondi sentì che tornava a parlare col rivale, l'altro felino, che ripensandoci aveva più diritto di rivendicare la ragazza di lui, dato che Marinette lo aveva già scelto da tempo come suo compagno...
Di sottecchi rialzò lo sguardo su di lei...
Sembrava davvero che nulla fosse cambiato ... lo aveva già dimenticato?
Una mano sulla spalla lo fece saltare.
- Bro, tutto bene?-
- S..si!...-
Guardò di nuovo la coppia.
- ...Si, tutto bene. ...Vado un attimo in bagno.-
- Adrian, aspetta.-
ma non lo ascoltò, e passò fra i due, lanciando uno sguardo di sfida al ragazzo mentre li divideva.
Un giorno sarebbe tornato, e allora avrebbe saputo a chi apparteneva il cuore di Marì. Intanto, a quel tizio, conveniva stare attento.


Si sciacquò più volte il viso di fronte allo specchio del bagno; mentre ancora gli scorreva via l'acqua dal mento si osservò, pallido e teso.
- Un giorno alla volta Adrian.-
Inspirò.
Espirò.
- È già un giorno in meno.-
Sentì una leggera pressione sul suo petto; al sicuro sotto la giacca Plagg lo stava abbracciando. Per fortuna c'era lui.
Lo sentì bisbigliare.
- Devi avere pazienza Adrian,... sai Marinette è stata davvero coraggiosa. Dovresti pensare a quanto ti ha donato invece di stare qui a frignare; tu almeno puoi rivederla! Cerca di essere felice invece di piangerti addosso.-
Quella ramanzina suonò veramente strana, era dolcezza la sfumatura nella sua voce? Plagg che cercava di tirarlo su, incredibile; ma era vero, non doveva essere egoista...non avrebbe mai dimenticato quella notte e, ne era sicuro, neanche lei.
Si sentì un pò sollevato. Poteva sempre osservarla ogni giorno, spasimanti presenti o meno, e vegliare su di lei; non se lo doveva dimenticare.
La porta del bagno cigolò ed il profilo di Nino apparve riflesso sullo specchio, lo sguardo più serio che gli avesse mai visto.
- Dovresti parlarle invece di fare il cretino.-
Il suo caro amico,... non poteva immaginare. Si asciugò il viso.
- Hai ragione. Ti prometto che lo farò Nino, ma non oggi. Ho bisogno di più tempo.-
Molto più tempo.


La lezione era finita, così come il giorno di scuola; il primo di tanti, penosi, altri.
Non ne poteva più di stare accanto a Nino e alla sua morale su cosa doveva o non doveva fare; Si scostò dal banco senza controllare e urtò qualcuno, che a sua volta fece cadere dei fogli, formando una piccola pioggia di carta sulle scale...Marinette!
- Scusa! Non mi ero accorto che eri già scesa,...-
Si abbassò subito a raccogliere le pozzanghere bianche. Lei lo seguì.
- Nono! F..faccio io figurati...sono pro... -
- ...sono proprio un disastro.-
Marinette lo guardò in modo diverso...era diversa; fu come rivederla, su quel letto, prima che chiudesse gli occhi...con quel sorriso.
...Era lui?...Oddio! Poteva essere!... Proprio lui!
- Touchè.- disse lei con un fil di voce.
- Come? -
- ....N..no niente.- e gli sorrise di nuovo; era bellissima con quelle guance accese.
Riprese i fogli che il biondo aveva raccolto.
- S..senti Adrian, ...mi chiedevo...già da un pò veramente...ti andrebbe di uscire con me?-
Adrian non riusciva a crederci... tutti i tasselli trovarono d'improvviso il loro posto; una volta tornato a casa doveva ricordarsi di picchiarlo quell'idiota, adesso che sapeva chi era. Si, era proprio un idiota.
Sfoderò il suo sorriso migliore; anzi, venne a galla da solo, sollevando gli angoli delle sue labbra come le onde con l'alta marea.
- Ogni giorno ad ogni ora, Pr...-
Attento Adrian, non rovinare tutto.
- Cioè! P..proooprio... proprio adesso, avevo voglia di un gelato! Si.-
Rilassati Adrian! Ricordati di respirare.
- ...Posso offrirtene uno, ma petite fleur?-
Lo sguardo di Marì era indecifrabile... non ci aveva ripensato vero?!
La ragazza gli rivolse un sorriso bellissimo.
- ...Con piacere!-


Il sole di giugno illuminava le strade.
- Ahahah sul serio?-
- Certo. -
Rispose ilare la ragazza, assaggiando subito dopo il pistacchio del suo cono a tre gusti.
- Naa, non ci posso credere.-
Il ragazzo cercava di non macchiare i vestiti col cioccolato; il suo gelato ormai gocciolava copiosamente, ma gli stava bene così; preferiva fosse il caldo a mangiarlo al posto suo, per non perdersi neanche una parola della sua compagnia inaspettata. Quanto era bello poter parlare con lei.
- E invece è così.- sorrise con la bocca macchiata di verde, continuando a camminare.
- Quindi vuoi farmi credere che sei riuscita a rovesciare i cereali dalla ciotola, che a sua volta ha colpito un'arancia, che rotolando ha buttato giù il cartone del latte versandolo su tutto il pavimento, e che ci sei scivolata sopra finendo con la ciotola in testa?!-
- Dovevo afferrarmi a qualcosa! Purtroppo la mia mano ha pensato che fosse più vicina la ciotola del tavolo, anche se non era altrettanto salda.-
E rise divertita, la lingua bianca di vaniglia. Era talmente buffa che non potè resistere e rise anche lui.
- Ahahahahah, Marinette, sei incredibile!-
- Goffa.-
Adrian smise di camminare, e anche la ragazza, che non lo guardava in viso.
Quella parola... e quel tono...
- ...Come?-
- Il termine giusto è goffa...non trovi? -
Gli rivolse ancora lo sguardo, sereno, ma non più indecifrabile; adesso lui sapeva cosa stava cercando.
- Si, hai ragione...-
Si avvicinò all'orecchio di lei.
- ...è Perrrfetto.-
La ragazza arrossì vistosamente nascondendosi dietro la cialda; sbucava appena il suo dolcissimo sorriso.
- Mademoiselle, vogliamo andare?- Le disse lui e le porse galantemente il gomito, a cui lei si strinse timida prima di riprendere la strada.
- Puoi chiamarmi princess, se vuoi.-
- Va bene. Princess...-
- Si?-
- ...È bello conoscerti di nuovo.-
La ragazza guardò davanti a se con aria vaga.
- Non capisco di cosa stai parlando, è la prima volta che usciamo io e te.-
E gli fece l'occhiolino; il ragazzo stette al gioco, un gioco che sarebbe stato molto lungo.
- Certo Princess!-
Poi la ragazza, avvicinandosi un pò di più, aggiunse a bassa voce:
- ...Ma fa piacere anche a me.-
E continuarono la loro passeggiata, abbracciati l'uno all'altra, scambiandosi i coni di volta in volta per assaggiarne i gusti, e sorridendosi teneramente, senza aggiungere altro.


Fine.




Grazie a tutti! Spero che la mia ff vi sia piaciuta, tra l'altro era anche la prima in assoluto e ne sono abbastanza soddisfatta, ma voglio il vostro parere! Aspetto quindi i vostri commenti ;)

   
 
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