Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: ___Aliena___    08/04/2018    2 recensioni
"Il mistero dell'amore è più grande del mistero della morte. Non bisogna guardare che all'amore" ('Salomé', Oscar Wilde)
_____________________________________________________________________________________
In un tempo dove la Morte pretende di creare la Vita, che cosa resta all'Amore?
Brevi scintille di umanità che lanciano la loro luce nelle tenebre del Nuovo Mondo.
_____________________________________________________________________________________
«Medea, tu sai perché Watari ha deciso di chiamarti così?».
«Era il nome di mia madre».
«E poi?».
«Non lo so, non gliel'ho mai chiesto».
«Cos'è che distingue Medea da tutte le altre eroine tragiche?».
«Di certo non un destino più clemente».
«Alla fine della sua storia, Medea resta in vita. Ricordalo, perché dovrà essere lo scopo della tua esistenza. Tu devi vivere, Medea, non importa quello che accadrà a noi altri. Tu devi vivere».
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Watari
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3
Soltanto cibo
 
Gli uomini sono soltanto stomaco
e noi donne, per loro, siamo solo
cibo. Ci mangiano avidamente
e quando sono sazi ci rigettano.
(“Otello”, William Shakespeare, atto III, scena IV)
 
 
 
«Matsuda è in pericolo alla Yotsuba. Per tirarlo fuori dai guai ho ideato un piano, ma ho bisogno del tuo aiuto, Medea».
«Che cosa devo fare?».
«Simuleremo un incidente mortale e, per far sì che risulti credibile e che Matsuda non si faccia male, è necessario il tuo talento acrobatico. Dovrai afferrarlo al volo mentre precipiterà al suolo. Credi di potercela fare?».
«Non ti deluderò, Ryuzaki».
«Lo so bene. Va’ con il signor Yagami, ti spiegherà i dettagli dell’operazione. Mi fido di te, Medea».
 
*
 
«Che cosa te ne pare?».
Misa era di fronte alla specchiera della sua stanza, intenta a rimirare estasiata uno dei nuovissimi abiti acquistati con Mogi quello stesso pomeriggio. «Allora, che ne pensi? Non è meraviglioso?».
Seduta sul letto a gambe incrociate, Medea sollevò distrattamente il viso dal foglio su cui stava scrivendo, esponendo gli occhi ambrati agli ultimi raggi della giornata. Le rivolse un’espressione interrogativa. «Cosa penso...?».
«Del vestito, sciocca!».
«Oh» la ragazza si portò la penna alla bocca, incurante del sapore amarognolo dell’inchiostro che le punse la lingua. «Ti sta bene».
«Tutto qui?» Misa esalò un lungo, profondo sospiro, accarezzando imbronciata la stretta gonna di seta nera che le avvolgeva i fianchi sinuosi. «Non credi anche tu che Light impazzirà di gioia vedendomi?».
«Non saprei... dovrebbe?».
«Certo che sì!» la bionda si voltò stizzita, incrociando le braccia sulla scollatura vertiginosa che le evidenziava il seno. «Dopo tutto lo stress degli ultimi tempi, il mio Light ha proprio bisogno di distrarsi un po’, e voglio che lo faccia nel migliore dei modi possibili».
Erano passati alcuni giorni dall’incidente causato da Matsuda alla Youtsuba e, come volevasi dimostrare, il lavoro al quartier generale si era moltiplicato per tutti: Mogi era stato obbligato a sostituire il compagno nei panni di nuovo manager di Misa Amane, Watari si era chiuso nella sua postazione senza uscirne quasi mai ed L, ammanettato al brillante figlio del sovrintendente Yagami, era divenuto più intransigente nella coordinazione delle varie azioni da eseguire; persino Medea, in seguito al coraggio dimostrato durante il salvataggio di Matsuda, era riuscita a suscitare la sincera ammirazione di Aiber, che l’aveva reclamata accanto a sé durante le indagini.
 
«È una forza della natura. Riuscirebbe ad infiltrarsi ovunque con facilità e nessuno sospetterebbe mai di una creatura talmente fragile all’apparenza. Perché non l’hai mai coinvolta in maniera attiva, Ryuzaki?».
 
L non era sembrato particolarmente entusiasta, ma aveva comunque accondisceso alle richieste del collaboratore, imponendo alla ragazza di stilare ogni sera un rapporto sulle informazioni recuperate.
 
«Fa’ di lei quello che vuoi, Aiber, affidale qualsiasi genere di mansione, non mi importa. Bada soltanto che resti in vita».
 
Da quel momento, però, il detective aveva iniziato a frequentare più assiduamente il balcone della ragazza, particolare che non era sfuggito allo sguardo malizioso di Misa Amane, pronta immediatamente a sfruttare quella presunta intimità per allontanare Ryuzaki da Light, ancora strettamente controllato nonostante la caduta delle accuse che lo inquadravano come primo Kira.
Rivolse uno sguardo cinico alla scarmigliata figura adagiata sul suo letto, roteando platealmente gli occhi di fronte alla sciattezza del trasandato abito dalla foggia orientale che le ricadeva lungo le spalle esili. «Quando sei in missione ti vesti così?».
Medea tornò con noncuranza a scarabocchiare sul foglio. «Non proprio. Di solito indosso le scarpe».
Misa storse inorridita il naso. «E Ryuzaki non dice niente?».
«Perché dovrebbe interessarsi all'abbigliamento dei colleghi? L’importante è che io svolga al meglio il mio lavoro».
«E osa reputarti una persona professionale?».
«Se ci tieni tanto, domandalo direttamente a lui durante il tuo appuntamento. Perché tu sei consapevole che Light non sarà solo questa sera, vero?».
Un sorrisetto sornione increspò le labbra carnose di Medea, mettendo a dura prova i nervi fragili della modella.
È più dura del previsto.
Misa inspirò ed espirò più volte, facendo appello a tutto il suo autocontrollo per non scomporsi. Si avvicinò di qualche passo. «In realtà, stavo pensando che avresti potuto aiutarmi tu, cara».
La ragazza inarcò scettica un sopracciglio. «Io?».
L’altra esibì la maschera più amareggiata e persuasiva che avesse in repertorio prima di continuare con quel discorso. «È da talmente tanto tempo che io e Light non passiamo una serata tranquilla senza che quel pervertito di Ryuzaki se ne stia tra i piedi. Tu sei una donna, un po’ stramba, questo è vero, ma dovresti comunque capire i bisogni impellenti di due fidanzati. E poi, sai anche come sono fatti gli uomini quando sono stanchi: sono tutti uguali, anche se si tratta del più geniale investigatore sulla faccia della Terra».
«Ed io che cosa c’entro?».
«Perché non provi a fare un po’ di compagnia a Ryuzaki? Magari potresti anche convincerlo a lasciare libero Light per qualche ora».
Medea strabuzzò gli occhi scattando in ginocchio. «Io?».
«Perché no? A fine serata potrebbe anche nascere in quella sua mente da maniaco il desiderio di assaggiare te piuttosto che i solito dolci, e allora chissà...».
«Non sono una caramella» la ragazza balzò in piedi con foga, affrettandosi a raccogliere la sua roba. «Non farti venire in mente certe idee».
Misa batté un piede sul tappeto come una bambina capricciosa. «Perché? Guarda che vi ho sentiti, la notte scorsa, fare i piccioncini nella sala di controllo, non fingere di non capire!».
Medea trasalì con il cuore in gola, nelle orecchie l’eco remota di parole sussurrate con indolenza sotto la luce iridescente dei monitor sempre accesi.
 
«Ryuzaki, Light è esausto e ha bisogno di riposare. Starò io di guarda questa notte e se dovesse succedere qualcosa, non esiterò ad avvisarti».
«Lavori con Aiber da appena qualche giorno e brami già il mio posto?».
«L’ho detto soltanto per fare un favore a voi due; d’altronde se ti infastidisce...».
«Il tuo temperamento è però ancora troppo instabile per un investigatore, questo mi rincuora».
«Fa’ come vuoi. Me ne vado».
«Medea, ti confiderò un segreto».
«È proprio necessario?».
«Non voglio che tu diventi come me. Vederti ragionare razionalmente nel tentativo di sciogliere casi ingarbugliati come questo significherebbe uccidere la tua vera essenza, e attualmente non ho tempo per tormentarmi con sensi di colpa del genere. Preferisco di gran lunga quando mi prendi a schiaffi... o quando arrossisci, proprio come adesso».
«La mia vita non dipende da quello che vuoi tu».
«Esatto. Cerca di ricordarlo».
 
Medea serrò le dita sul foglio di carta facendolo scricchiolare. «Quante sciocchezze».
«Perché parli così?» la modella piagnucolava indispettita; non riusciva a concepire l’idea che quella stupida mandasse a monte i suoi piani. «Che cosa ti costa distrarre Ryuzaki dalla malsana ossessione di stare appiccicato al mio Light giorno e notte come una sanguisuga?».
«Tu... tu non capisci! Non si tratta di quanto costerebbe a me, ma di come sarebbe infelice lui nell’accontentarmi». Si portò le mani sul ventre mordendosi un labbro. «Questo caso è molto più che un semplice lavoro. Io conosco Ryuzaki da quando ero una bambina, l’ho visto trionfare e accrescere la sua fama di investigatore e l’ho visto fallire al riparo delle luci della ribalta; ho condiviso con lui una vita intera, domandandomi spesso chi fosse realmente il giovane uomo che mio padre sembrava amare più della sua stessa figlia. Non ho mai concepito il suo modo di agire, e a pensarci bene credo che mai riuscirò a comprendere fino in fondo quella mente talmente grande che sarebbe riuscita a fagocitare all'istante ogni mia resistenza, se solo gliel’avessi permesso. Ma nonostante questo, io so con certezza che interferire con le sue scelte, per quanto incomprensibili e apparentemente inutili, sarebbe come demolire all’istante la pila di zollette di zucchero che giorno dopo giorno si sta impegnando ad innalzare. Non posso fargli questo, pur comprendendo più di quanto immagini ciò che mi hai chiesto, Misa». Le sorrise teneramente, scoprendo le bianche mandorle dei denti germogliate dalle gengive. «Pensa a Light! Tu faresti qualsiasi cosa per lui, vero? Anche se dovesse significare affrontare delle sofferenze, tu lo faresti, non è così?».
Misa non rispose, avvertendo nascere dentro di sé una consapevolezza che credeva sopita ormai da tempo. Le venne in mente Light, il forte desiderio che le aveva divorato il cuore dopo il loro primo incontro e che lui si ostinava a non vedere. Ancora una volta si ritrovò quasi inconsciamente a maledire Ryuzaki per averle impedito ogni occasione di dimostrare al suo ragazzo la forza travolgente di quei sentimenti a cui non avrebbe rinunciato per nulla al mondo, e nello stesso tempo pensò a quanto lo invidiasse in quel momento.
Light proverà mai per me le stesse cose che sente Medea?
Si riscosse dai suoi pensieri quando la porta della stanza si spalancò, permettendo l’ingresso dei due giovani ammanettati.
Ryuzaki lanciò un’occhiata inespressiva nella direzione di Medea, sondandone il volto. «Amane, stai cercando di movimentare la serata, per caso?».
Misa non poté fare a meno di notare un irresistibile velo di rossore tingere le gote della ragazza prima che si affrettasse a scomparire nel corridoio.
Si gettò senza riflettere tra le braccia rigide di Light, ubriacandosi del suo odore e ignorando la freddezza meccanica dei suoi gesti.
È soltanto questione di tempo.




AVVERTENZE! 
Terzo episodio della raccolta. Con il prossimo si arriverà alla metà della raccolta e avremo come protagonisti essenzialmente Medea ed L. Credo che sarà, forse, uno degli episodi più difficili da scrivere per me. Come avrete notato, questa raccolta non segue una trama autonoma ma ripercorre i vari momenti della storia originale, immaginando Medea presente sin dall'inizio; ad essere raccontate sono soltanto piccole scintille della vita dei vari personaggi.
Ad ogni modo vi saluto e vi ringrazio per essere passati a trovarmi. A presto!
Aliena.




 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: ___Aliena___