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Autore: gabry13    14/04/2018    3 recensioni
Si dice che George Weasley non sia più riuscito a invocare un Patronus dopo la morte del fratello Fred. Spesso si dona alla gioia un rilievo eccessivo e si dimentica l'importanza della semplice serenità. Non lo ha fatto Angelina Johnson che ha donato a George una nuova famiglia da amare. Vorrei provare a descrivere come ho immaginato l'inizio del loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quando giunsero nei pressi della Tana Angelina si concesse qualche minuto per osservarne l’aspetto. Era chiaro che si trattava di un edificio molto umile ma nel contempo alquanto bizzarro; si ergeva un po’ sbilenco su diversi piani, le pareti in pietra grezza e il tetto spiovente che sembrava stare al suo posto per puro miracolo. Era circondato da un giardino lasciato piuttosto incolto che però contribuiva a conferire all’insieme un’atmosfera quasi bucolica. Tutto ciò donava calore alla grande casa facendo trapelare quel senso di immediata accoglienza che l’aveva resa famosa. Capì perfettamente perché in molti l’avevano considerata un porto sicuro dove rifugiarsi e si augurò con tutto il cuore che potesse essere così anche per lei; aveva desiderato a lungo di uscire dall’ombra, adesso che si accingeva a incontrare il numeroso “clan Weasley” però le mancò un po’ il respiro.

- Coraggio, andrà bene – la spronò George, cercando di infonderle fiducia: - la mia gente ha visto cose molto più sconvolgenti di questa, credimi – e così dicendo la trascinò letteralmente fino all’ingresso.   

Entrarono nel modesto salotto dove era riunita l’intera famiglia e, come previsto, ne provocarono un immediato e sconcertante silenzio; tutti li guardarono con tanto d’occhi come se, a varcare la soglia di casa, fossero stati due evanescenti unicorni.

George, con quanta più naturalezza possibile, alzò la mano di Angelina mostrando lo scintillante gioiello al suo dito: - ciao a tutti, ho portato un ospite per cena…Angelina…la mia fidanzata. –

Altro che sorpresa: fu una vera e propria bomba! Dopo qualche istante di shock allo stato puro, ci pensò Ron a rompere l’imbarazzo lasciandosi sprofondare su una poltrona visibilmente sollevato: - Sia ringraziato Silente, finalmente ce l’avete fatta! Cominciavo a disperare… -

Percy si strofinò quindi le mani soddisfatto: - Molto bene fratello, era ora che cominciassi ad usare il cervello! –

Ginny si alzò d’istinto, scacciò in un lampo l’espressione sorpresa dipinta sul suo viso e corse ad abbracciare Angelina; poco le importò di quanto la situazione apparisse surreale, George sembrava felice e questo le bastò per esserlo a sua volta: - Che bella sorpresa! Sono contenta di rivederti! – esclamò con calore. Subito dopo tutti gli ex compagni di scuola la raggiunsero salutandola con affetto; alla ragazza sembrò di essere ritornata nella sala comune di Grifondoro e respirò sollevata la piacevole e famigliare atmosfera che tale ricordo le regalava.

George, dal canto suo, si beccò parecchi spintoni di approvazione e i calorosi abbracci di Ginny ed Hermione. 

Solo due persone erano rimaste in disparte ad osservare basite l’intera scena; Molly ed Arthur Weasley ci misero un po’ per mettere a fuoco la situazione. Qualche minuto più tardi però alla donna apparve vivido il ricordo di quando Fred e George le mettevano sottosopra la casa, facendola andare su tutte le furie; fu trapassata poi dal dolore acuto provato alla vista del corpo devastato di suo figlio steso sul freddo pavimento di Hogwarts; rammentò con angoscia il vuoto negli occhi di George che per lunghi mesi l’aveva tormentata. Comprese così che, infondo, poco importava se quella ragazza era apparsa come un fulmine a ciel sereno: suo figlio aveva ritrovato la pace e questa era la cosa veramente importante. Si avvicinò quindi con cautela alla giovane e, con estrema dolcezza, le accarezzò la guancia: - Sono molto contenta di conoscerti cara, benvenuta nella nostra casa! – Poi rivolse a George uno sguardo colmo di amore e, ritrovata compostezza e grinta si rivolse al marito: - Allora Arthur che stiamo aspettando? Dobbiamo fare spazio a tavola per Angelina! –

Fu così che la Tana ritornò ad essere, con gran sollievo dei due fidanzati, ciò che era sempre stata: un luogo accogliente dove chiunque si era sentito a casa. Cenarono allegramente come se avere Angelina con loro fosse del tutto normale. Solo dopo il dolce la curiosità delle ragazze prevalse sulla discrezione; circondarono la nuova arrivata per ammirarne l’anello di fidanzamento; Fleur lo giudicò “semplice ma di gran classe” con buona pace di tutti, concentrandosi poi sulla ricerca di dettagli riguardanti la proposta di matrimonio.

George approfittò della momentanea distrazione della sua famiglia per allontanarsi e trovare un po’ di quiete in giardino; erano successe molte cose in un solo giorno e sentiva la necessità di ritagliarsi del tempo per poterle assaporare in solitudine.

Era una bellissima serata, l’aria s’era fatta piacevolmente frizzante e si udiva distintamente l’allegro frinire dei grilli provenire dall’erba alta mentre sciami di lucciole danzavano come piccole lanterne sopra i profumati fiori di campo. Alzò gli occhi per ammirare l’immensità del cielo, una perfetta tela di un blu profondo sulla quale sembravano disegnate ad arte brillanti stelle a formare costellazioni lontane. Avvolto da questa inebriante atmosfera estrasse la bacchetta e la osservò per qualche secondo poi, sferzando l’aria con decisione, pronunciò un incantesimo che mai avrebbe pensato di avere ancora il coraggio di evocare. – Expecto Patronum! – urlò alla notte e dalla punta del magico bastoncino scaturì un pallido bagliore argentato che si espanse velocemente fino a creare delicate onde di luce di svariati colori; sembrava la perfetta riproduzione di una piccola aurora boreale. Certo non si trattò del vivace e intenso coyote, che era stato in grado di riprodurre svariate volte in passato, ma era comunque della prova tangibile che dentro di lui qualcosa era rinato.

Estasiato dall’immagine prodotta dalla sua magia, George non si accorse che i suoi genitori dalla finestra stavano osservando commossi lo straordinario spettacolo.

- E’ ritornato da noi – sussurrò Molly Weasley: - pensavo di averli persi entrambi ma Angelina, che Merlino la benedica, ce l’ha restituito colmo di serenità che poi altro non è che l’essenza stessa di un’esistenza degna di essere pienamente vissuta. –

 

***

 

Qui finisce la mia storia, proprio dove ne potrebbe iniziare un’altra ma questa la lascio immaginare a chi avrà voglia di farlo.

A mio parere in una canzone ben composta, in una poesia e soprattutto in un buon libro si nascondono verità e riflessioni che spesso la vita frenetica che ci circonda non ci permette di cogliere o di apprezzare appieno. Il capolavoro della Rowling credo  ne sia una chiara testimonianza. Per questo motivo voglio dedicare questo mio breve racconto ai personaggi che me lo hanno ispirato:

- a Fred Weasley, morto nella consapevolezza che sarebbe potuto accadere;

- a George Weasley che ne è sopravvissuto;

- ad Angelina Johnson la quale, almeno nella mia versione dei fatti, ha saputo vedere oltre le apparenze;

- a Hermione Granger che ci ha mostrato come da un brutto anatroccolo possa nascere uno splendido cigno;

- a Ron Weasley: non serve necessariamente essere super per diventare eroi, a volte basta solo dissipare un po’ di nebbia;

- a Severus Piton maestro di lealtà;

- ad Albus Silente esempio di lungimiranza;

- a Harry Potter che ci ha insegnato che non è mai finita finché non è veramente finita.

Grazie e a presto.

Sara

 

 

 

   
 
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