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Autore: Theautumncolours    14/04/2018    1 recensioni
Starei ore su questa panchina a godermi la brezza che mi carezza il viso o il sole primaverile che illumina Taranto, baciata dal mare.
Scrivo solo quando esce il sole. È la fonte principale di ispirazione delle mie lunghe mattine da fuori sede. La gente spesso mi chiede sorpresa perché mi ostini a scrivere. Una risposta c’è: scrivo per non dimenticare.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11/04/18

 Scrivo solo quando esce il sole. È la fonte principale di ispirazione delle mie lunghe mattine da fuori sede. La gente spesso mi chiede sorpresa perché mi ostini a scrivere. Una risposta c’è: scrivo per non dimenticare. Voglio che rimanga scritto ogni minimo particolare che mi abbia colpito durante la giornata. Ho paura di dimenticare qualsiasi piccolezza che potrei definire superflua in quel momento, presa dalla situazione, ma che a lungo andare, è capace di lasciarmi un piccolo sorriso o un piccolo tormento.
Starei ore su questa panchina a godermi la brezza che mi carezza il viso o il sole primaverile che illumina Taranto, baciata dal mare.
Questa mattina la lezione di sociologia è stata piuttosto pesante. Continuavo a guardare fuori dalla finestra cercando di memorizzare ciò che la docente stesse cecando di dirci ma mi distraevo in continuazione. La guardavo negli occhi e notavo quanta enfasi e quanta passione ci metteva nel suo lavoro. Mi sentivo in colpa perché non riuscivo a prestarle abbastanza attenzione. Ho questa abitudine di guardare dritto negli occhi delle persone mentre mi parlano. Non credo si sentano tutte quante a loro agio mentre lo faccio difatti parecchie tendono a distogliere lo sguardo, spezzando quella sintonia singolare. Però mi piace cercare di catturare ogni emozione che traspare e di conseguenza mi pongo il dubbio se anche chi ho di fronte tenta di far lo stesso. Alcune persone invece lasciano cadere, seppur per un secondo, lo sguardo verso le labbra ma poi, colte dall’imbarazzo lo ritirano senza indugio e cercano di concentrarsi di nuovo sul discorso in atto, perdendo quasi del tutto il filo del discorso.
Nei minuti finali della lezione io e Michelle chiacchieravamo fittamente su quale fosse il giorno migliore per saltare le lezioni quando, in sottofondo, sentii all’improvviso il mio nome pronunciato da alcuni compagni e vedo la professoressa dirigersi piano verso di noi. Alzo il viso prima verso gli altri, poi verso di lei.
-“Cosa mi sono persa?”-, domando gentilmente mentre abbozzo un sorriso incerto.
-“Scrivi qualcosa anche tu su un foglio, esclusivamente in corsivo.”-, ribatte lei, ricambiando un cenno simpatico. In un primo momento non riuscivo a cogliere la sua richiesta, poi mi girai un’altra volta verso gli altri. Mi guardavano, trepidanti d’attesa. Nel frattempo anche Michelle mi guardava con un’espressione interrogativa. Prendo un foglio a caso dagli appunti e vi scrivo sopra la prima cosa che mi passava per la testa. “Buongiorno, fuori oggi c’è il sole”. Cedo il foglio alla prof e attendo curiosamente una sua reazione. Prende il foglio fra le mani e inizia a guardarlo attentamente, come se volesse attestargli un significato profondo. E così fu. Sollevò uno sguardo serio e inespressivo verso di me ed iniziò ad attribuire un significato diverso ad ogni lettera di quella frase.
Esordì: -“La lettera B, che hai scritto all’inizio in maiuscolo con una forma tonda e precisa, vuol dire che hai un bel rapporto in famiglia, autoritario ma stretto e sereno.”- ed era esattamente così. Poi continuò, ma cambiò espressione, quasi turbata. –“La lettera ‘g’ non mi piace, non mi dice nulla di buono. Le hai lasciate entrambe aperte.”- mi scrutò nuovamente. Questa volta notai una nota di dolcezza nei suoi occhi. Forse si aspettava una risposta da me su quanto mi aveva appena accennato. Esitò un secondo, poi continuò. –“La lettera ‘g’ aperta vuol dire che hai lasciato qualcosa in sospeso con qualcuno, cerca di aggiustarla.”
Mi aveva sconvolto. Non so se sia stata tutta fortuna, non so se abbia detto due parole a caso che le venivano in quell’istante o se davvero quella donna ci sapesse fare con la mente delle persone. Fatto sta che ha centrato perfettamente il segno, il mio punto debole. Per me era qualcosa di estremamente importante ma in quella situazione non era proprio nelle mie intenzioni scavare a fondo nei miei ricordi passati. Perciò assecondai le battutine dei miei compagni, cercando di placare la loro effervescenza.
   
 
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