Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Domenico De Ferraro    16/04/2018    0 recensioni
Questa mia vita nata ai margini di un mondo senza nome animato da tanti assassini ed assessori sempre presenti in mille riunione per rubare un sorriso per morire e vivere mi hanno tatuato una morte addosso silenziosa tanto bella che in me le passioni si sono trasformate in fiori ed allucinati viaggi verso terre sconosciute
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
QUESTA VECCHIA FOLLE VITA
 
 
Quante domande mi sono posto  nella mia vita avrei potuto mandare tutto a quel paese rifarmi una nuova esistenza ,mettermi in proprio con una bella attività tutta mia di rabbi  vecchi avrei girato la città con il mio triciclo urlando a squarciagola chi compra  roba vecchia c’è qui il vostro rigattiere c’è qui un uomo che piange per un amore senza speranza che vive d’illusione di amori lontani che giace in una fossa di passioni, e cammino per la città con i mie laceri vestiti con un cuore grande come un mondo che s’anima nello spirito  di ogni uomo e donna . E passo per strade gridando vendo cose antiche  e non so  cosa mi trattiene dal trasformarmi in un supereroe o  in un gabbiano in un uomo illustre.
E La mia sorte  mi trascina verso questo baratro di mondi possibili. Sono cresciuto in un quartiere affumicato alto come una pianta con tante strane idee in testa piccole luccicanti idee superflue  avrei voluto essere un ingegnere o  un grande pittore dipingere quadri favolosi immagini divine che avrebbe lasciato a bocca aperta ogni uomo di questa terra ma il tempo e la lussuria il senso malvagio altrui mi ha reso schiavo di una umanità ingorda che gode a farti male ti costringe ad essere ciò che non sei.
Questa mia vita nata ai margini di un mondo senza nome animato da tanti assassini ed assessori sempre presenti in mille  riunione per rubare un sorriso per morire e vivere mi hanno tatuato una morte addosso silenziosa tanto bella che in me le passioni si  sono trasformate in fiori ed allucinati viaggi verso terre sconosciute.  Mia madre poverina mi diceva sempre figlio mio non tirare la coda al gatto
Ed io madre non sono mica  tanto matto
Vedi si può essere ciò che non sie per nulla
Avrebbe senso l’ avrei  preso  per buona
Figlio credi che io non  ti voglia veramente bene
Madre sono cresciuto dentro il tuo seno incapace oggi di credere a quest’amore
Mi tormenti
Non avrei voluto
Prova a cambiare
Vorrei volare via
Fai bene scorri  nella logica che schiude a nuovi intendimenti
Nella mia morte stagione rinasco in nuove giovinezze
Figlio non perdere la strada del ritorno
Madre ti voglio tanto bene
Non lasciarmi in questo inferno
Sarò di ritorno alle prime luci dell’alba
Non dimenticare di uccidere  il male ed il bene in te
Sarò quello che sono
Eccomi ora un bel mattino a raccattare dentro una montagna di rifiuti una morte gettata la che s’anima prende vita davanti a me prende vita dentro i sogni di milioni di persone si fa bella tanto bella che rischi d’impazzire di morire per rime e ritmi convulsi. Raccolgo questa morte mi faccio coraggio l’affronto come un cavaliere errante combatto e non voglio dargliela vinta vivo la mia vita aggrappato ad un sogno l’attraverso con tutta la mia voglia di vivere fino in fondo  lungo il cuore di una donna dentro l’anima del mondo dentro il bacio la passione in  un gioco che mai giungerà al termine. Cosa voglio la morte quella cosa orribile che si muove tra i rifiuti ha mille facce ed è un mostro orribile vorrei scappare gridare aiuto .ma la cosa s’avvicina e mi dice
Robivecchi non aver paura
Paura di te giammai
Sei carino
Grazie e faccio l’inchino
Vorresti essere il mio pupillo
Oh dio allibisci al pensiero
Perché mai io posso essere ciò che voglio
Ed io diventerei un tuo servo
Non vuoi
Beh la cosa non m’attira tanto
Pensaci robivecchi che oggi e il tuo giorno fortunato
Maledetta sorte penso dentro di me sono tentato dal dubbio e dalla passione
Cosi vado in giro per la città vedendo roba vecchia vendendo un sogno che non ha più tempo che dorme sopra i tetti della città che spicca il volo verso terre lontane si desta  nell’alba poi scende tra la folla sorride muore fa l’amore con chi vuole. Cosi vado in giro con il cuore in gola aggrappato ad un vecchio sogno solo verso il confine di un sapere che non riserva il vano dire  ne le meste ricorrenze dedicate ai morti e nel   senso di una frase che scoppia all’improvviso tutto quello che credo  dentro se stesso in  un mare di colori di giorni  navigo  sul confine di un altro sogno.
Cosa mi regali oggi sogno
Ed il sogno desto del suo sapere un po’ sbilenco bisbetico domato con un ala rotta ed un volo mai concluso dice
Sei rimasto in panne
Beh era prevedibile
Se avessi fatto il bravo l’avresti avuta
Sono quello che sono
Ti illudi tutto e relativo
Io non sono relativo e la mia vita questa
Bravo fesso non sai vivere
Perché m’offendi
Cerco di farti capire che la morte non aspetta nessuno
Certo due piu due fa  sempre quattro
La logica conduce ad insana conclusioni
Una sana follia e quello che ci vuole
Una strana storia la tua
Con il sedere da fuori
Senza mutande a rincorrere una vecchia nei prati in fiori
Vengo anch’io giuro che sarà tanto bello
Beh ci vediamo domani si parte state  tutti pronti
Tutti felici con   il vecchio che morto ieri sera
Non farmi ridere vengo anch’io
Non potresti
La malattia  non conosce  la soluzione al caso
Oh cazzo
Questa litania lo imparato crescendo  e lavorando dunque presumo di essere stato scacciato dal paradiso per giungere la dove demoni e donne ballano tutti insieme desti nel comprendere  che mi ha condotto ad una insana follia ed e cosi bello che lascio il mio furgone in angolo di una strada e cantando vado  mi desto dall’invidia vado dove il sole sorge dove m’attende un nuovo mondo dove c’è un amore congeniale dove c’è questo e quello ed io rifletto scavando  sopra  un  monte di rifiuti trovo una vecchia lampada la strofino ed esce fuori un genio malvagio che si chiama Gigino che ha una sorella che fa la vita dalle parti della stazione centrale  che non  sa Parlare italiano ed il padre era marocchino e si dice facesse chi  sa Quale porcate con una napoletana ma a me poco interessa cosi strofino ,strofino ed esce fuori questo matto genio blu forse bianco forse verde ride e d io rido e tutti a ridere che viene anche il governatore e ci dice che dobbiamo essere piu  tutti buoni
Caro mio governatore guarda questa città
Ed il governatore inforca gli occhiali conosce il Marocco l’attraversato a dorso di un cammello con un turbante attorno il capo folle più folle nel vento del deserto che entra viene porta conduce verso oasi felici la dove c’è una raganella  c’è  una donzella ignuda  che ignara di una sorte malvagia accompagna questo viaggio fino in fono alla meta
Siete tutti invitati al mio matrimonio
 che bello dico verro anch’io
Siamo in tanti forse un migliaio forse un intera squadra di calcio con un allenatore che sembra una palla che rimbalza di qua e di la una palla forse un coglione che scivola fuori  dal bordo di una  vecchia mutande.
La vita mie cari e poco cosa senza un ideale
Avremmo voluto vivere una sana illusione  caro governatore
Perché mai
Perché mai dite lei ha bevuto tanto  stamani
Un vecchietto dalla folla grida ammazzalo
Accussi  si finisce  di passare  la palla chi ha molto amato e si  fatto sempre i fatti propri  e si rimane insieme a chi si fa tre tac di seguito  chi una radiografia  all’anca ed il pomeriggio cala un sonno profondo che sembra
 un oscuro presagio
Passare ad altre mete passare da questa storia ad un altra senza avere nessuna cognizione del caso senza poter interrogare il matto governatore cercando di salvare capre e cavoli. Continuo a strofinare la lampada ed aspettare che  mille sogni infranti e mille gioie escono fuori all’improvviso insieme a  gioielli amori sorrisi .
Svolto l’angolo corro con la lampada in mano vado verso il Quirinale sembro un razzo supersonico un razzo che si chiama Ignazio ed parente di una bomba grassoccia che fa scoregge puzzolentissime madonna che brutto odore . Non resisto alla tentazione faccio ammenda di tutti i miei peccati della morte stagioni della patria e della liberta che ho rincorso ancora oggi da solo tra la folla danzando come un vecchio hippy .
Ma la sorte può avere mille visi e mille domande sono sempre pronte a bussare alla mia porta. Bussano cosi forte che non riesco a capire il perché cosa ci spinge a crescere ad odiare amare e  remare contro corrente in questo mare di merda di corrotti di politici ricottari  che ripetono la stessa litania chiusi nei loro uffici  nella liberta  che li ha resi santi nell’ amore  che hai lasciato  esanime nel  tuo corpo ferito  dentro un sogno bagnato trafitto da mille domande da insane esperienze.
 Cosi continuo a Corro e non so dove mai giungerò  e mi sento cosi stanco con la lampada in mano entro in un bar ci sono tre scagnozzi forse tre aguzzini che si divertono a torturare i clienti ed  alcuni piccioni  si sbaciucchiano sotto questo cielo cosi antico cosi bello che mi viene da piangere  ed in molti si divertono tanto che non ci sono scusanti mezzi termini chi l’avrebbe mai detto che sarei capitato li ignaro da tanto orrore.
Prendo una limonata
Non abbiamo alcolici
Accidenti che gentile che lei
Vada a  vendere la tua ferraglia ad altri luoghi
Sono esterrefatto
Io sono sballato
Il ballo del cavallo
Le vorrebbe andare via dal suo luogo di lavoro mi dica dove vuole andare che c’è lo mando
Vede io non sono molto convinto faccia lei
Se me lo dice per favore per  varie intercessione  vedrò di realizzare il suo desiderio
La ringrazio siamo alla frutta
No  le offro questo cornetto con marmellata
Vi prego di capire il mio stato d’animo
Non ci costringa ad essere severo con lei
Io sono una persona onesta
Lo sappiamo veda di mettersi in riga
Faccio quello che posso ma credo di essere giunto alla fine di questa storia
Lei vuol farci credere di essere un ateo
Non ho detto questo  pero sento di essere cambiato tanto
Bene  ora faccia il bravo beva tanta acqua faccia tanta pipi
Esco dal bar con una strana inquietudine sul dorso di un domani a cavallo di un amore che malato si rode dentro  muta in orrore ed orride deliziose parole diventano cosi crudeli che sbocciano nella bocca di una giovane fanciulla  che fioriscono sulla morte età di un tempo che non regala nulla di buono.
Andrò solo come sempre fresco pimpante nei miei calzoni nuovi con una nuova ragione giovane forte chiù forte di un toro da monta chiù forte del pizzaiolo più forte di te e di me e vivo e nessuno mi può dire sei matto o sei morto. Tutto potrebbe essere diverso tutto potrebbe essere questa noia questa sorte che mi trascino appresso per sotto le scale per vicoli e grido robivecchi chi vuole sbarazzarsi dei suoi sogni della sua voglia di vivere chi della morte chi della gloria e nulla ha sapore più dolce di un bacio di un canto che nasce di primo mattino che sale e ti trascino con lei verso altre dimensioni.
 
                                                                                                       II
E mio padre mi diceva di essere  forte che la bellezza e una chimera ed io mi sono accarezzato il viso oh preso un bel sorso di vino ed ho bevuto tanto da crepare sotto una panca  che cantando mi sono trovato dentro il gioco dell’oca . Io mio padre me li ricorda che fumava la pipa fuori il balcone ed aveva due grandi baffi aveva un dente d’oro zecchino ed una donna segreta che si scopava di nascosta da mamma ma questo io me lo sono sempre tenuto per me mai avrei detto a mia madre cosa mio padre facesse. Forse il partire ed il ritornare il ridere il cercare di capire gli altri ha fatto si che questa vita fosse speciale fosse un drago che vola in cielo e nasce e cresce e suona la sua canzone allegra nella  gioia che senti battere il cuore e la mente  invasa da strani personaggi da certi stronzi borghesi  da certi tristi signori  come in questa storia che scrivo.
Bene figliolo cosa vorresti fare da grande
Oh padre vorrei girare il mondo
Bello portati una mutande di ricambio
Oh padre confesso il mio peccato confesso di essere un ebreo
Ma dai figliolo non avere paura non c’è problema
Vede da piccolo rubavo mele
Beh tutti l’abbiamo fatti
Ho amato tanto padre
Chi non ha amato  figlio mio
Ma io ho amato una donna di un altro
Beh questo non è un problema c’è il mio sacrestano che ha sedotto una moretta
Vede a me non interessa sapere se lei fosse folle
Dimmi dimmi m’interessa
Non ci sono mezzi termini tutto può essere frainteso
Beh se uno viene con parsimonia
L’ignoranza padre quella  si che è  una brutta bestia
Già ci vuole tanta esperienza
Venga a trovarmi più spesso
Le porterò caffè e zucchero un agnello ben cotto
Non mi faccia attendere molto
Cosi proseguo tra un tiro di spinello ed una lunga discussione su cio che siamo continuo a trascinarmi questo carretto con tutti i miei dubbi con tanta roba che la gente non vuole piu  sapere chi mai mi avrebbe salvato dal mutismo e dall’avversa sorte da quella donna tanto bella che non si chiama Maria  che vende panini favolosi e sa fare panzarotti, insalate polpi bolliti favolosi che sa  cantare questo amore che  ti prende per il bavero   e ti porta via con lei nel suo amore nella sua ossessione nel sesso che sboccia e sembra un fiore selvaggio . Lungi per mia memoria per volte celesti per strade strette ed infinite io sono giunto a casa sua. Busso e lei mi dice entra io mi metto seduto dove in genere siede sua madre una vecchia  dolce un po’ selvaggia che penso dio mio questa mi sbrana e mi faccio piccolo tanto piccolo che ho paura tanta paura.
Le vorrei vendere questo sogno
Quanto vuole
Le regalo questo e quello in cambio di sua figlia
Mia figlia non in vendita
Cosi ci mettiamo d’accordo che non so più  ad un certo punto cosa sento ed una sirena squilla nell’aria  ed io vorrei scappare ma non so nascondere da questo male da  questo mio cuore  da questo mio amore  cosi mi sento sono nudo davanti a dio.
Fate presto prendetelo
Dove mi portate
Al manicomio
Ma io sono una persona perbene
Noi siamo degli infermieri
Questa storia me l’hanno raccontati in molti
Vede lei e un pazzo furioso
Io sono l’Orlando innamorato
Crede di essere l’Ariosto
Non mangi carne,  cerchi  di stare a dieta
Ma lei ha capito la gravita del suo insano gesto
Io non ho capito un accidente mi sono sentito offeso e vilipeso
Ma andiamo lei conosceva bene Carmela  sapeva del suo trascorso amoroso
Le giuro che io ero fuori ogni logica ignaro di chi fosse lei  in realtà
Le vorremmo farmi  credere di essere uno stinco di santo  ma qui c’è un lettera della direzione sanitaria che l’invita a non avere nessun rapporto di ogni grado con la signorina Carmela
Oh santo Ignazio sono rovinato
E questo e solo l’inizio delle mie disgrazie ed anche se ho cercato di perdonare  Carmela del male fatto  di fare il finto tonto di avere un comportamento adeguato e nella norma sono ricaduti nei miei pregiudizi e sono finito per davvero in una casa di cura con un sistema nervoso sotto sopra. Ed il psichiatra vecchio ubriacone e frequentatore di bordelli mi ha donato una sua memoria  un suo libro che non mi ha fatto per nulla ridere . Anzi lo regalato al vicino del mio letto . Ora sono dieci giorni che sto qui in psichiatria mi hanno fatto tanti lavaggi e dato tante di quelle pillole rosse e gialle verdi bianche pillole di ogni genere che mi fanno sentire meglio  mi fanno vedere la vita assai più bella.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Domenico De Ferraro