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Autore: Mimesis    16/04/2018    1 recensioni
Ramsay e Reek vanno a caccia, ma stavolta il giovane Bolton viene attaccato da un cinghiale.
Da questo incidente le cose potrebbero cambiare... o forse no.
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ramsay Bolton, Theon Greyjoy
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Reek fu svegliato con un calcio alle costole già doloranti; rotolò sul pavimento di pietra freddo e sporco, tossì, venne tirato su di peso e spinto fuori dalla sua cella da un soldato.

<< Il padrone vuole vederti. Magari è la volta che ti stacca qualche dito, che ne dici? >> rise quello, sguaiato.

Reek tremò al solo pensiero. poi zoppicò verso la stanza del suo signore con un senso di puro terrore nel petto. Avrebbe pagato per il giorno prima, ne era sicuro. Avrebbe pagato per aver usato il nome del suo padrone e anche per aver dimostrato che sotto tutti gli strati di paura e confusione c'era ancora una piccola minuscola parte di Theon Greyjoy. Una parte a cui si aggrappava ogni volta che poteva, che aveva tenuta nascosta sotto strati e strati di paura e di remissione e di sottomissione.
Ora non era più nascosta, e Ramsay gliel'avrebbe strappata via.

Solo davanti alla grossa porta di legno Reek fece forza per l’ultima volta a quella piccola parte, chiamò a sè un po’ di coraggio, bussò ed entrò quando gli fu ordinato.

Ramsay Bolton, fasciato e a letto, lo aspettava con i suoi occhi grigi vigili e attenti. Si sentiva sicuramente frustrato bloccato a letto per colpa di uno stupido cinghiale -cinghiale che presto gli avrebbe fatto da cena- e la frustrazione lo rendeva facilmente irascibile. 

<< Voi, fuori. >> ordinò alle due ancelle sedute ai piedi del suo letto. Lo avevano già seccato abbastanza con le loro moine. Se non fossero state tanto belle le avrebbe fatte mangiare ai suoi mastini, ma sapeva che questo avrebbe fatto infuriare suo padre.
Roose Bolton era stufo del ricambio di personale.

Le due ragazze uscirono, palesemente sollevate che l’attenzione quel giorno fosse rivolta a qualcun altro. Rivolsero a Reek un'occhiata compassionevole mentre lui entrava e loro uscivano nelle loro vesti svolazzanti.

Ramsay si tirò più su sui cuscini e guardò Reek, in piedi in mezzo alla stanza intento a torcersi ansiosamente il bordo della camicia. Il grosso strappo che si era aperto il giorno prima lasciava passare l'aria gelida e Ramsay era sicuro lui stesse facendo del suo meglio per non tremare troppo; nonostante questo il suo corpo era scosso da tremiti.

Ramsay non disse niente per molto tempo. Lo guardava e basta, studiando lo sguardo basso dell’altro e il suo fare dimesso; poteva vedere il piccolo cervello di Reek sforzarsi di capire cosa stesse succedendo. Sicuramente stava pensando che quella sarebbe stata un’altra trappola, un altro test che non avrebbe passato. Si aspettava dolore, sangue.
Il solo pensiero di sentirlo di nuovo urlare, gemere di dolore, chiedere perdono per nulla, gli faceva provare un certo calore al basso ventre… Ma non era quello il momento di pensarci e sicuramente quello che pensava Reek non gli interessava. Lui era Ramsay Bolton e aveva delle domande e se c’era una cosa in cui era bravo il bastardo di Roose Bolton era farsi rivelare informazioni.

<< Perché non mi hai ucciso, Reek? >>

Guardò l’espressione del suo servo mutare da spaventato e confuso a interdetto; chiaramente non era quella la domanda che si era aspettato, e ancora più palesemente non sapeva cosa volesse sentirsi dire il padrone. Quale risposta gli avrebbe salvato altre dita dallo scuoiamento.

Ramsay lo vide annaspare, nel panico, e un’ondata di irritazione lo travolse.

<< Va bene, smettila. Calmati. >>

Il giovane Bolton si passò una mano sulla faccia, nervoso. In un altro momento vedere qualcuno -Reek- in quello stato lo avrebbe divertito. Lo avrebbe fatto sentire potente. Ora invece si sentiva… inquieto.

<< Reek. Voglio una risposta, e la voglio sincera.Sai che sono un uomo di parola: non ci saranno ripercussioni, qualunque cosa dirai. Perché non sei fuggito? >>

Leggere l’espressione di Reek era diventato semplice per lui. Lo vedeva rielaborare le informazioni.
Non ci saranno ripercussioni.
Il padrone lo ha detto.
Il padrone mente.

<< Il padrone… Serviva aiuto per il padrone. >> rispose cautamente.

Ramsay, ora in collera, gettò le coperte da un lato e si alzò dal letto. Reek arretrò, spaventato, ma il bastardo di Roose Bolton nonostante fosse ancora ferito lo raggiunse in due falcate e lo prese per le spalle, spingendolo contro il muro ignorando il dolore alla coscia provocato dalla ferita che si riapriva.
Nuovo sangue tinse la medicazione.

<< Cosa stai cercando di fare, mio piccolo, subdolo animaletto? >> ringhiò a pochi centimetri dalla sua faccia, l’alito caldo sulle sue guance. << Pensi che questo cambierà qualcosa? Pensi che io ti debba qualcosa? >>

Reek era terrorizzato: non l’aveva mai visto così fuori di sé.
Il servo tremava, cercava di farsi piccolo piccolo contro il muro, mormorava "no, no signore" senza sosta nonostante il padrone non stesse facendo nulla se non tenerlo inchiodato al muro; aveva visto abbastanza uomini torturati a morte da Ramsay e il solo pensiero gli bastava a desiderare di non essere mai nato.
<< Pensi di essere stato furbo, Reek? Pensi di poter esercitare del potere su di me, su Ramsay Bolton, futuro Re del Nord? >>
Reek, schiacciato tra il suo corpo e la parete, smise di dimenarsi. Abbassò la testa e parlò piano, con voce dimessa  << Non mi deve niente, signore. Reek non si aspetta niente. >>
<< Esatto, Reek, non ti devo niente! E ora per la prima volta nella tua misera vita dimmi sinceramente: che cosa pensavi di ottenere? >>
<< R-Reek non voleva che il suo signore morisse, non voleva che il padrone morisse! Io non volevo… >>

Ramsay lo mollò di scatto, come se si fosse scottato; Reek scivolò contro la parete. 

<< Fuori da qui! Torna nel tuo buco! >> urlò il padrone di nuovo incredibilmente furioso ribaltando il tavolino con sopra una grossa caraffa di vino che si infranse al suolo sparpagliando il suo contenuto rosso sangue su tutto il pavimento. Il bendaggio riprese a sanguinare copiosamente e Ramsay, ansimando di rabbia e di dolore, chiamò di nuovo le sue ancelle. Stavolta sì che avrebbero subito la sua ira.

Reek uscì inciampando più volte, e una volta nel corridoio di pietra si accasciò contro la parete e pianse.

   
 
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