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Autore: silvia32    17/04/2018    1 recensioni
Sono le quattro quando Harry si accorge si essere da solo letto. E questo lo fa tremare, in tanti anni, anche dopo le peggiori litigate lui e Louis hanno sempre condiviso il letto, incazzati magari, ma sempre però nello stesso letto. Forse stavolta hanno davvero esagerato. Con la paura di non trovarlo in casa Harry vaga per le varie stanze, ultima quelle del bambino. Ma pure lì è vuoto. Scende allora di sotto e li vede. Il bambino è sul divano, la copertina di superman a tenerlo al caldo, mentre Louis dorme proprio lì sotto, sul tappeto.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E anche stavolta, non per l’ennesima ma sicuramente non  per la prima si sentono urla, imprecazioni e cattiverie.
Louis non ne può più: «Smettila di dire sempre le stesse cose Harry, in questa merda ci stai tu quanto ci sto io. L’abbiamo voluta insieme e ora col cazzo che la riversi su di me. Non sono il solo colpevole di quello che è successo ci stavi anche tu lì, hai detto va bene pure tu. E ora no, non puoi ancora dire che sono cazzi miei»  Harry pure non ne può più:  «Ti ho detto  che non lo voglio vedere, non lo voglio in casa nostra portalo dove vuoi ma non qui!» Louis ora sa di essere davvero incazzato:  «Non lo vuoi qui, cazzo Harry ha il mio DNA, ha il mio sangue è mio figlio. Quando ne abbiamo parlato lo sapevi. Sapevi che indipendentemente da come e perché lui è qui io non sarei mai stato come Troy. » Harry lo guarda e risponde un «Non me ne  fotte un cazzo. »Esce, sbatte la porta e attraversa il soggiorno a grandi falcate ignorando le urla e il pianto di un bambino, di quel bambino.
Louis fa un bel respiro e si dirige verso il piccolo recinto pieno di giochi  in soggiorno, si avvicina e non appena il bimbo sente il silenzio e vede una figura a lui conosciuta smette di piangere. Prende il suo piccolo orso, regalo di nonna Jay, si avvicina al cancelletto d’uscita che Louis apre. Ma non fa quello che di solito fanno i bambini quando sono spaventati, non si rannicchia tra le braccia del padre. No.
Freddie guarda dritto Louis e poi si dirige verso il divano, ci sale sopra e stringendo il suo orso si rannicchia in posizione fetale, ciuccio in bocca e si addormenta. Da solo. Louis resta pietrificato e rimane ore a fissare quel piccolo corpicino dormiente che gli ha chiaramente fatto capire di essere un fallito come padre.
 
Sono le quattro quando Harry si accorge si essere da solo letto. E questo lo fa tremare, in tanti anni, anche dopo le peggiori litigate lui e Louis hanno sempre condiviso il letto, incazzati magari, ma sempre però nello stesso letto. Forse stavolta hanno davvero esagerato. Con la paura di non trovarlo in casa Harry vaga per le varie stanze, ultima quelle del bambino. Ma pure lì è vuoto. Scende allora di sotto e li vede. Il bambino è sul divano, la copertina di superman a tenerlo al caldo,  mentre Louis dorme proprio lì sotto, sul tappeto.
Non sa cosa fare o meglio ha paura di farlo ma a sto punto si chiude in cucina e la chiama. «Mamma sono io. Ho fatto di nuovo lo stronzo ma stavolta è grave...» E così seduto sul ripiano della cucina Harry racconta ad Anne della sua discussione con Louis, del suo non voler vedere il bambino, non volerlo accettare come parte viva della loro vita di coppia. Della sua paura «…mi sa che stavolta ho perso, mamma. Lou ha scelto il bambino non me» E  Anne non parla, lo lascia piangere, imprecare contro sé stesso per poi, una volta esaurite le lacrime e le parolacce parlare lei: « Harry quando tu e Louis avete deciso sul come gestire questa cosa tu hai accettato. Ora non puoi semplicemente dire no, lui deve stare fuori dalle nostre vite. Conosci Lou, ti sei innamorato di lui proprio perché è quello che è. Harry sapevi che non lo avrebbe ignorato, tanto più che ha sempre detto che non si sottrarrà mai alle sue responsabilità di genitore. E dai che era ovvio che non parlava del mero mantenimento. Lo stai perdendo, può essere, ma lo stai perdendo tu non ti sta lasciando lui. Louis non ti impone nulla riguardo il bambino. Passa la maggior parte del suo tempo con lui al parco, o a casa dei nonni materni. E in due anni quante volte lo ha portato a casa vostra… cinque o sei al massimo. Dimmi Harry , perché davvero non capisco quale sia il problema.»
Harry tira su con ilo naso: « Il bambino mi ricorda i ricatti a cui dobbiamo sottostare, mi ricorda che io non posso avere una famiglia mia, mi sbatte in faccia che ehi io sono suo figlio e tu non sei un cazzo»
E Harry lo sa che ora l’ha fatta arrabbiare: « Harry Dio mio no! Ma che dici, ma ti senti almeno? Freddie non è niente di tutto questo. E’ un bambino che voi due avete deciso che sì ok lo possiamo fare. Ma io e Jay ve lo avevamo detto che non era una cosa così semplice. Che qualcuno si sarebbe fatto male e notizia delle notizie non sei tu. Tu te la prendi con un bambino che a voi due coglioni non ha chiesto nulla. Siete stati voi due ad accettare, siete stai voi due a metterlo nella merda in cui avete deciso di vivere. Non vi abbiamo mai appoggiato in questa cosa e lo sai. Non siamo mai state d’accordo di immolare sull’altare del closet un bambino. Voi non ci avete ascoltate. Ma tanto ora che ci sei comportati da adulto. Assumiti le tue responsabilità verso quella creatura di cui tu e Louis avete deciso la nascita. Perché pure tu hai detto sì, e quindi certe responsabilità sono pure tue. E ora vai a dormire non prima di aver messo a letto il bambino e il tuo fidanzato. Fila Harry che per ora la chiudiamo qui. Sono troppo incazzata e delusa per continuare, ti chiamo io domani mattina»
E Harry prima prende tra le braccia quel corpicino caldo e lo adagia nella stanzetta che Jay e Lottie avevano preparato per lui poi recupera il suo fidanzato e alle sei spegne le luci per dormire ancora un po’.
 
Il risveglio di Louis è decisamente da dimenticare, si alza che sono le dieci e corre subito nella stanza di Freddie. Immagina che Harry mosso  da pietà lo abbia portato a letto, spera solo lo abbia fatto anche con il bambino. Si sorprende lui stesso della cattiveria che ha appena pensato, Harry non lascerebbe mai il bambino solo in soggiorno, gli resta comunque un tarlo fino a quando non lo vede lì seduto nel suo lettino intento a giocare con il suo pupazzo. Louis si avvicina e lo guarda. Anche Freddie lo guarda ma non tende le braccia per farsi prendere, aspetta solo. Il cuore di Louis affoga nel senso di colpa. Quel bambino non lo riconosce come padre e non è per il poco tempo passato insieme, no. Freddie sente che qualcosa in Louis non va, avverte la non gioia della paternità e sicuramente assistere alle scenate come quelle di ieri sera non gli fa certo bene. Con Freddie e il suo senso di colpa Louis compie i gesti di routine, cambio pannolino, vestizione e colazione. Dovrebbe essere un bel momento, in realtà sono solo azioni meccaniche per entrambi. Benché lo possa tenere fino a sera Louis decide di riportare il bambino a casa dai nonni.  E non appena Freddie li vede si agita come un matto per scappare dalle braccia di suo padre e finire in quelle amorevoli e desiderate della nonna. Nessuno gli chiede niente e Louis riprende la sua macchina e si dirige verso il parco. Ha bisogno di stare un po’ da solo, manda un messaggio ad Harry informandolo che non rientrerà per pranzo e che stacca il cellulare. Spegne ed inizia a camminare.
 
Harry si sveglia che è mezzogiorno, allunga la mano ma il posto accanto a lui è vuoto e freddo. Louis si è già alzato. Prende in mano il cellulare per vedere l’ora e un messaggio lampeggia “non rientro x pranzo ho bisogno di un po’ di pace per pensare stacco il cell. ci vediamo a cena”
Harry prova a chiamarlo subito ma sì il cellulare di Louis è staccato. Ora Harry ha davvero paura. Si rannicchia sotto le coperte in attesa di un momento buono per scendere dal letto. Quel momento non arriverà tanto presto. Il suo unico sfogo è la telefonata di Anne. Come promesso lo richiama e lo ascolta consolandolo come meglio può.
 
Louis sta per rientrare, sale in macchina e accende il cellulare. Dieci chiamate di Harry e una di Anne di qualche minuto prima. E’ lei che decide di richiamare. « Tesoro, come stai?» Al suono di quella voce così materna non riesce a trattenersi e scoppia a piangere. E le parole sono come le lacrime, inarrestabili. Gli racconta del disagio di Harry ma soprattutto del comportamento di Freddie. E Anne ascolta di nuovo e lo lascia sfogare, lascia che questo figlio affidatole dalla sua amica si liberi di ogni peso.« Lou, ciò che vi serve è un aiuto concreto, vero di una persona competete. Quanto accaduto al tempo del concepimento di Freddie ha minato il vostro rapporto pure voi non rendendovene conto. E di questo malessere che vi caratterizza ne risente soprattutto il tuo rapporto con il bambino. Harry ha tante cose da imparare. Lo abbiamo tutti sempre protetto. E’ ora che cresca, e tu non puoi fare tutto da solo nella vostra relazione. Non puoi sobbarcarti tutto. Non lo devi fare. Avete un bellissimo bambino, poco importa il come o il perché. Avete la vostra occasione per essere genitori. Fatelo, siatelo. Anche se part-time. Ti mando per sms il numero di una brava psicoterapeuta. Mi ha seguita per Robin. Chiamala fateci due chiacchiere. Ah non chiedere ad Harry se vuole venire, digli solo che si deve presentare. Ti voglio bene Boo» E Louis con voce tremolante risponde semplicemente « Anch’io……mamma».
 
Louis rientra poco dopo le venti. Casa è buia fatta eccezione per la cucina. Non appena vi entra la figura di Harry, occhi rossi e gonfi, spalle ricurve e tavola apparecchiata solo per lui gli fanno male al cuore. Harry lo guarda « Hai già cenato, ho cucinato anche per te se vuoi» Louis annuisce e si siede e nel silenzio assoluto consumano il loro pasto. Mentre poi stanno riassettando la cucina con gesti collaudati è Harry a parlare « Dove sei stato?» Louis non lo guarda perché vederlo così è troppo e risponde con gli occhi bassi « Ho riportato Freddie dalla sua famiglia ed ho fatto una passeggiata al parco. Avevo bisogno di schiarirmi le idee.»      Harry ha paura di cosa questo voglia dire e anticipa Louis « Cercherò di essere più tollerante con lui, lo prometto. Mi serve solo un po’ di tempo e ce la posso fare. Davvero. Si sistemerà tutto….» Louis non lo lascia finire « No Harry sappiamo entrambi che non è vero. Sappiamo entrambi che vuoi ignorare quella parte della nostra vita ma non possiamo. Ho scopato con una invocando il tuo nome tra i gemiti e i sospiri, ero così strafatto da non capire che quella era una vagina. Così stanco di dover fare tutto io che per staccare avevo bisogno di farmi di roba pesante fino a perdere il controllo e lasciare che la sua amica ci filmasse. Poi dopo l’iniziale ricatto di diffondere il video è arrivato quello del bambino. E’ mio Harry, quando è venuta a dircelo insieme abbiamo deciso che se il test del DNA diceva che era mio avrei recitato la commedia del padre etero. Insieme abbiamo deciso che quel bambino era utile per il closet. Insieme abbiamo deciso di firmare quell’accordo di silenzio ben retribuito. Insieme abbiamo deciso la vita di una creatura che sta pagando per tutti noi. Insieme abbiamo deciso di non dare ascolto alle nostre madri ma al nostro staff. Insieme Harry, insieme io e te. Quando sono andato a vederlo all’ospedale non sono riuscito ad odiarlo, mi spiace ok! E’ mio, è il mio bambino che cazzo mi rifiuta. Non tende mai le sue mani perché io lo prenda in braccio. Non mi cerca per giocare, non mi chiama nemmeno se si sveglia prima di me. Io sono stato quel bambino Harry. Io so quanto fa male sentirsi così. Io non lo voglio per lui e non lo voglio per me. Non ti posso obbligare ad essere qualcosa per Freddie ma tu non mi puoi obbligare a non provare ad essere il suo papà. Ho parlato con Anne, mi ha dato il numero di telefono della psicoterapeuta che l’ha seguita dopo la morte di Robin. Abbiamo il primo appuntamento tra due giorni. Io ci andrò. Ho bisogno di stare bene con me stesso prima di stare ben con te. Se vuoi questo è l’indirizzo.» Harry lo guarda « Se non dovessi venire Boo» Louis risponde mentre lascia la stanza « Non lo so Hazza. Credo che ci penserò  se accadrà. Metto un po’ di cose nel borsone e per un po’ di tempo torno nell’altra casa. » Harry singhiozza « Mi stai lasciando? Mi stia lasciando per lui…» Louis si volta « No Harry. Non ti sto lasciando. Non potrei mai farlo veramente. Ma penso che così come stiamo finiremo nel solito modo. Passeremo la notte a scopare per illuderci che va tutto bene. L’uno per farsi perdonare dall’altro. Ma non va tutto bene non quando scopiamo ma non facciamo l’amore. Non facciamo più l’amore da tanto, da troppo. Notte Harold.» E si avvicina per lasciare un casto bacio fra i capelli.
 
 
Due giorni. Due gironi passano in fretta se cerchi di tenerti occupato il più possibile. Ma alla sera,  se nonostante la stanchezza non crolli sfinito a letto , la mente inizia a farsi mille domande e a non darsi risposte. E Harry e Louis passano quei due giorni soli, tra domande senza riposte, qualche messaggio e nulla più. Si sentono distanti, Louis con il tarlo di dover decidere cosa fare se Harry non si presenta, Harry che non sa se andare o meno.
Alle nove e venticinque di quel maledetto martedì Louis fissa l’orologio seduto sul divano della sala d’aspetto. L’appuntamento è tra cinque minuti e Harry non c’è. Il sarcasmo di Louis sembra infondergli coraggio “almeno so da dove iniziare a parlare…sono stato lasciato dopo 7 anni di relazione…” La porta dello studio si apre e al rallentatore il paziente esce, la segretaria si alza e lo accompagna alla porta, si rivolge a lui con un « Prego può entrare»
Si alza e si incammina verso la porta pronto ad affrontare la fine di tutto, quando sente la sua mano stretta in un'altra. Si volta e il suo mondo si riempie di…Harry.« Dio scusa Lou sono in ritardo, non trovavo parcheggio e ho dovuto depistare un paio di fans..» Louis non lo lascia finire « Sei venuto!» Harry con il fiatone lo guarda. Sorride « Nel tuo discorso , Boo, hai sempre detto insieme, insieme io e te. Beh…insieme io e te ce la faremo ok? Noi insieme possiamo. Noi insieme ci amiamo. »
 
 
 
Marzo 2030
 
« Qui è Nick Grimshaw che vi parla. Twitter e il web tutto è impazzito. Poco più di un anno fa con un comunicato stampa Harry Styles e Louis Tomlinson comunicavano l’avvenuta unione celebratasi ben una settimana prima nel totale silenzio e riserbo nel comune di Manchester. Per la cronaca io ci stavo e vi giuro che Tommo piangeva come una fontana, battuto solo da suo marito che era davvero un pasticcio di lacrime e singhiozzi. Naaaa non è vero niente. Cioè sì ci stavo ma non vi svelerò niente se non che è stato tutto molto sobrio e glam. Dicevo il mondo è impazzito di nuovo che i due sopracitati cantanti, che non hanno mai fatto Comng out prima del sì hanno pubblicato, in sincro, sui loro profili twitter la foto di un Freddie emozionato mentre tiene in braccio un fagottino rosa. La didascalia recita “My sister AJ Styles Tomlinson” I profili di tutti i membri della famiglia hanno pubblicato, badate bene pubblicato non re-twittato la foto. Beh che dire…ora devo solo vincere la gara per chi sarà il padrino. »
 
Sono le dieci di sera e finalmente tutti sono tornati a casa loro, Louis e Harry sistemano le ultime cose mentre AJ dorme e Freddie guarda la partita in televisione.
E’ Louis a rompere il silenzio « Sai oggi mentre Freddie teneva in braccio AJ mi chiedevo se con lui sono stato alla fine il padre che merita…» Harry sta per rispondere quando una voce conosciuta lo precede « Sì papà, tu e Harry siete stati due bravi genitori con me. Non nego di avervi odiato quando mi avete raccontato che voi due non eravate solo migliori amici, e di avervi ritenuti due esseri ignobili per il racconto del perché non vi siete opposti alla mia nascita. Che essere andato in analisi con voi due a 10 anni non è stato il massimo, ma alla fine non siete stati diversi da altri genitori. Mi avete volto bene, mi avete cresciuto con amore e pazienza. Non siete il massimo nei consigli per conquistare le ragazze ma per fortuna ho un sacco di zii maschi. » Harry ride mentre Louis esclama « Ehi, ragazzino modera i termini guarda che siamo maschi anche noi!!!» Freddie rosso in viso « Sì, di genere maschile ma insomma siete gay e tu hai messo incinta Briana per sbaglio e Harry io non so nemmeno se tu hai mai sì insomma intendo con una donna…»
Louis non perde l’occasione di fare lo stronzo « Già Harry, mi metto lo smalto sulle dita, tu e la cosa femminile più intima che rapporti avete avuto?» Harry non risponde ma si avventa sulle labbra di Louis baciandolo per poi sussurrare « Non quelli  che avrò stasera con la tua parte più intima»
Louis sta per ribattere quando un Freddie rosso in viso e  con le mani sugli occhi esclama « Questo no, dovrò andare in analisi di nuovo…» Harry guarda Louis sconvolto «…l’ho detto piano…»
Allora Freddie si avvicina ad entrambi e li abbraccia, «Tranquilli immaginavo faceste sesso…e no la cosa non mi turba e sì, ci potete scherzare pure in mia presenza.  Ma papà..in termini moderati ok?!. Vi voglio davvero bene siete due genitori fantastici. »
 
 
Le relazioni sono complicate, non sono mai facili sono piene di sorrisi e gioie, ma anche di pianti e vaffa giornalieri. Louis e Harry hanno imparato che non tutto è perfetto, che litigare e parlare fa bene, che chiedere aiuto è segno di maturità e che amare non è mai sbagliato. Harry con il tempo ha costruito un rapporto solido e complice con Freddie. Non gli fa da papà, non è nemmeno un suo amico. E’ il compagno di suo padre, ora marito, che lo porta a scuola se serve, lo aiuta a studiare e a volte a mediare con Louis. Louis ha capito che il ruolo di padre lo deve costruire giorno dopo giorno, che suo marito vuole bene a quell’ammasso disturbato di ormoni che è suo figlio ma che non può pretendere lo sostituisca o collabori nel suo ruolo da genitore, anche se alla fine è quello Harry fa a tutti gli effetti. Il genitore.
 Con equilibri solidi e tanta, tanta analisi hanno ricucito insieme i pezzi del loro amore. Ed insieme, stavolta pure con Freddie, hanno deciso che erano pronti per una nuova avventura. E così arrivata Anne-Jay, AJ, come dice suo fratello. E da qui è altra storia.
 
 
 
  
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