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Autore: MM_White    17/04/2018    2 recensioni
Come si vince al torneo delle coppe? Corteggiando e conquistando le ragazze più "difficili" di Hogwarts.
E cosa si vince? Che domande, la soddisfazione di aver vinto!
È alla sua seconda edizione che Draco dà il via in un momento di pura noia, scegliendo di importunare la bella Corvonero Keira Blackheart, migliore amica dell'alunna più brillante del suo anno. Stiamo parlando di Hermione Granger, ovviamente, la quale invece verrà scelta dall'affascinante Serpeverde Theodore Nott.
Le due ragazze saranno così ingenue da cascarci?
Dal capitolo 9:
Hermione ride ancora ed io, che credevo che ridere di lei fosse appagante, non sapevo quanto fosse ancora più gratificante farla ridere.
Io che ultimamente mi divertivo a beffeggiarla, alludendo che in realtà fosse una vipera degna di allargare le file dei serpeverde, non sapevo quanto invece il cappello parlante ci avesse visto giusto, quella lontana notte dello smistamento.
Perchè non sapevo quanto fosse forte e coraggiosa e leale.
E mi dispiace che abbia bevuto la pozione cura ferite perchè, seppur senza volerlo, quei segni sul collo glieli avevo provocati io.
Quei raschi erano un marchio, un chiaro e limpido avvertimento: questa ragazza è mia.
Ma adesso non ci sono più. Scomparsi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Theodore
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Altro contesto, Da VII libro alternativo
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Capitolo cinque: Winter Wonderland

 

Hermione

 

Mezzogiorno. Appuntamento davanti ad House of Fraser, sulla Oxford Street, Londra. 24 Dicembre.

Sono qui, alzo lo sguardo sulle illuminazioni che ricoprono ogni centimetro del palazzo, e ancora non mi capacito di quello che sta per accadere.

Io e Keira, lei agghindata di tutto punto ed io... bhè non devo mica trovarmi il marito (no?) stiamo aspettando l'arrivo di due ragazzi.

E non due amici di vecchia data o due ragazzi qualsiasi, ma Draco Malfoy e Theodore Nott.

Chi lo doveva mai immaginare che sarebbe andata a finire così?

Strofino energicamente la schiena della mia amica, cercando di calmarla, visto che è in stato di iperventilazione da tipo un'ora.

Più si avvicinava l'orario dell'incontro, infatti, e più non faceva altro che agitarsi e buttare un grido ogni volta che avvistava due ragazzi camminare uno di fianco all'altro.

«Come sto?» Mi chiede per la millesima volta.

«Te l'ho già detto un paio di secondi fa,» sbuffo. «Sei splendita.»

Ma Keira non mi sta neanche ascoltando, guardando invece la folla di passanti con occhi allucinati.

La osservo per qualche secondo di sottecchi, con un sorriso.

Il fatto che si agiti tanto per dei ragazzi mi diverte un mondo, e forse è anche per assisterla in questo stato che ho accettato di venire con lei all'appuntamento.

Dopo quel sabato ai Tre Manici di Scopa, infatti, Malfoy glielo aveva riproposto in privato. E lei aveva accettato a una sola condizione: che ci fossi anch'io.

E così eccomi qui, una settimana di preghiere insistenti dopo, a rassicurarla sul suo aspetto fisico.

Non mento quando affermo che è splendita.

Come potrebbe essere altrimenti?

In affinità con il suo carattere e con la sua mania di controllo, Keira risulta sempre impeccabile sia nei modi che nell'abbigliamento. Ha infatti un'eleganza innata che le permetterebbe di risultare chic anche con un sacco di patate in testa.

Oggi però si è superata, e lo si nota dalle molte teste che si girano instintivamente verso di lei quando ci passano davanti.

Bhè credo che lo farei anch'io, se fossi un maschio.

Partirei a scrutarla dalle gambe, lunghe e avvolte in calze scure, per poi passare al corpo da urlo fasciato in un vestitino grigio di lana e infine al viso armonioso e dai bei colori: dorato per gli occhi truccati, nero per i capelli tenuti stretti in una lunga coda di cavallo e rosa pesca per le labbra a forma di cuoricino.

Inutile dire che in questo momento, al suo fianco, mi sento l'imbranata assistente di una top model.

Tutti gli sforzi di Keira per farmi seguire le sue orme, infatti, sono stati inutili.

Devo dire che ci ho provato, a indossare qualcosa di provocante e a farmi bella, ma alla fine ho pensato: per chi lo sto facendo?

Di certo non per me, e neanche per mettermi in mostra davanti ai ragazzi, ma solo per Keira.

E così, la voglia di farla sembrare ancora più bella stando vicino a me, mi ha portato alla conclusione che dovevo apparire il più ordinaria possibile.

E no, dalle occhiatacce che mi lancia Keira di tanto in tanto, deduco che lei non abbia apprezzato.

«Comunque potevi almeno metterti un filo di trucco.» Commenta con un certo nervosismo.

«Ci risiamo.» Sbuffo.

«E quei pantaloni...»

«Che hanno di male i miei pantaloni?»

Altra occhiataccia.

«Mi mantengono calda...» Cerco di giustificarmi con un filo di voce. «Thò, eccoli.»

«Davvero? Dove?»

«Scherzavo.» Rido, beccandomi una borsata su un fianco.

«Ahi,» mi lamento. «Sei una tipa violenta.»

«E tu una demente.»

«E tu l'imbecille amica di una demente.»

Ridiamo insieme, stanche per via del freddo e dell'attesa.

«Sai, è strano vederti così in ansia.» Incomincio, tornando a guardare i passanti che affollano i marciapiedi. «Sei sempre così sicura di te, e di quello che devi fare o dire...»

«Forse è perchè sta incominciando a piacermi...» Ammette lei, arrossendo.

Mi schiarisco la gola.

«E da quando?»

«Ancora non ne sono sicura.» Keira si volta verso di me, con un sorriso furbo. «Ma non dimentichiamoci che lui e Nott stanno sicuramente tramando qualcosa, quindi...»

«Guardia alta.» Concludo per lei.

«Giusto.» Mi appoggia.

Due secondi dopo, la calca di gente sembra aprirsi per lasciar spazio a due ragazzi.

Indossano entrambi un pesante dolcevita di lana, anche se di colori differenti, e vengono verso di noi. Ma lo fanno con un'andatura spavalda, rivolgendoci due espressioni discordanti.

Il primo infatti lancia sguardi infuocati, con un sorriso sornione sulle labbra, il secondo invece ha un cipiglio sprezzante e occhi di ghiaccio.

Ora più che mai, osservandoli insieme in un contesto differente da quello scolastico, mi accorgo di quanto i due siano l'uno l'opposto dell'altro.

Il giorno e la notte, bianco e nero, fuoco e ghiaccio.

Eppure, allo stesso tempo sembrano così simili e affiatati.

Che sia questa la chiave di una relazione ideale?

Trovare i punti di congiunzione tra le varie diversità?

Mi sfugge un risolino, al pensiero di aver tratto queste conclusioni dopo aver osservato due amici dello stesso sesso.

«Non potevi scegliere accessorio migliore, per oggi.» Afferma Nott, che intanto si era avvicinato a me.

Mi rivolge uno sguardo dolce, riferendosi al mio sorriso con una breve occhiata alla mia bocca.

«Grazie.» Sussurro, imbarazzata.

Ci scambiamo un breve saluto, e lo stesso avviene tra Draco e Keira, più emozionata che mai.

Quando lo sguardo di Malfoy si posa su di me, mi preparo a ricevere uno dei suoi soliti insulti, ma mi soprende facendo un breve cenno con il capo.

Della serie: sto imparando a sopportarti.

«Allora,» dice Theo dopo essersi sfregato le mani. «Facciamo un giro?»

«Non vediamo l'ora,» si intromette Keira con un tono civettuolo. «Vero Herm?»

«Sì, come no.» Confermo, ironica.

Nott mi lancia una breve occhiata divertita poi si incammina per Oxford Street, raccontandoci brevi aneddoti su Malfoy per rompere il ghiaccio tra di noi.

Io e Keira ridiamo sotto i baffi, scambiandoci sguardi complici tra le vetrine e le luci della via, addobbata a festa.

E ridiamo non perchè le storie siano particolarmente spiritose, ma perchè Draco rivolge al narratore facce così buffe da risultare irresistibili.

Credo che Nott sia l'unica persona sulla faccia della terra a poterlo trattare così senza temere la sua ira.

«Nott.» Il suo nome mi esce senza neanche pensarci.

Con un certo imbarazzo, mi rendo conto che l'ha sentito anche lui, perchè si volta verso di me, con aria interrogativa.

«Vuoi dirmi qualcosa, topolina?»

Al sentirmi chiamare di nuovo con quel nomignolo sento il viso avvampare.

«La smetti di usare quel nome?»

«Quale nome?» Chiede Keira, curiosa.

«Nessuno.»

«Guarda che non chiamo così mica tutte.» Ribatte Theo fingendosi offeso.

«Sai quanto mi interessi.»

«Così come?» Rincara l'altra.

«Smettila.» Sibilo dalla parte di Keira.

«Topolina.»

«Ooooh, la chiami davvero così? Che dolce.»

«Ma lei non gradisce, a quanto pare.»

«No, Hermione preferisce gli insulti.»

«Ah, davvero?» Si intromette alla fine Draco. «Non credevo ti piacessero questo tipo di cose, Granger.»

«Ma la smettiamo?»

Giuro, la mia sopportazione sta arrivando al limite.

Lancio a Keira uno sguardo infuocato.

Ecco cosa si riceve in cambio a far del bene agli amici, penso.

Continuiamo a camminare in silenzio per un po', finchè l'attenzione della mia amica viene attratta da un volantino attaccato all'entrata di una metro.

«Ragazzi, che ne dite?»

Sbircio il volantino indicato. Uno dei tanti che pubblicizza un evento in Hyde Park: Winter Wonderland.

Nott interroga Draco con lo sguardo, poi quest'ultimo solleva le spalle.

«Perchè no?»

 

Draco

 

Sono stato incastrato.

E prego ogni secondo che nessuno mi riconosca e mi veda passeggiare a fianco di una insulsa sanguemarcio.

Il mio migliore amico invece sembra a suo agio, camminando tra le due ragazze.

Lo vedo rivolgere un complimento ad una, voltarsi per sorridere all'altra.

È nel suo elemento naturale, insomma.

Conquistare, flirtare, corteggiare non è mai sembrato tanto complicato, per lui.

Per me invece è tutta un'altra storia.

La maggior parte delle ragazze, infatti, prima di concedersi alle mie lusinghe ci vanno con i piedi di piombo. Sono convinte che io abbia un secondo fine, che stia macchinando qualcosa a loro insaputa.

Bhè, fino ad ora è stato così, infatti.

Che sia per portarle a letto, ricevere qualcosa che mi serve o vincere un Torneo, il mio approccio con loro è sempre condizionato da un secondo fine.

Quindi con la Granger, dalla quale non voglio assolutamente nulla, mi comporto di conseguenza. E non ci provo neanche, come mi ha chiesto di fare Theo, a comportarmi con lei in maniera amichevole.

Ma scherziamo?

Quando arriviamo ad Hyde Park sento un gridolino fastidioso. È l'effetto che mi provoca la voce di Keira quando è accitata per qualcosa. Non oso immaginare che sensazioni mi darà durante il sesso. Spero proprio che, quando arriverà il momento, sarò talmente preso da non sentire nulla, rovinando tutto.

Ecco, in questo momento è in fibrillazione alla sola vista del cartello luminoso all'entrata, con il disegno di Babbo Natale sopra.

Mi chiedo dunque cosa combinerà quando saremo davvero a Winter Wonderland e sarà circondata da giostre, pupazzi e bancarelle di dolci.

Dovrò essere forte, e raccogliere ogni briciolo di pazienza per non scappare a gambe levate.

«Qualcosa non va?» Chiede Nott, allegro.

«Diciamo un po' tutto.» Sibilo a denti stretti.

«Vieni, stiamo vicini» lo sento dire in direzione della Granger. «Con tutta questa gente non vorrei perderti.»

Patetico!

Con la coda dell'occhio scopro che gli ha perfino offerto il braccio e mi sfugge un ghigno divertito quando vedo Hermione non accettare la gentilezza, obiettando di non essere una bambina.

Dieci punti a Grifondoro! E questa volta sarebbero stati del tutto meritati.

«Che hai da ridere tu?» Ringhia Nott senza farsi sentire dalle altre.

«Niente, guarda e impara.» Dico scavalcandolo. «Keira, rimani dove ti posso vedere.»

«Sarà un piacere.» Risponde lei, ammiccando.

Rivolgo a Theo un'occhiata da sopra la spalla, allargando il ghigno.

Trascorriamo la mattinata tra le attrazioni del parco, fermandoci ad ogni singola bancarella perchè la Blackheart non ha intenzione di perdersi nulla.

Sarcastico, a un certo punto le ho chiesto perchè non facevamo tappa anche a tutti i cestini dei rifiuti, ma lei mi ha risposto con uno sguardo vacuo. Hermione invece mi ha rivolto un sorriso sghembo, comprensiva.

Evidentemente è annoiata quanto me, e devo dire che avere un'intesa con lei mi fa sentre strano.

All'ennesimo grido di Keira sono arrivato al limite.

«Che altro c'è, per la barba di Merlino?» Chiedo, cercando di non far trasparire tutto il nervosismo che mi permane. «Hai avvistato un altro carretto di arachidi caramellate?»

«No, stupido, c'è la ruota panoramica!» Dice con voce stridula, aggrappandosi al mio braccio. «Dai Draco, proviamola!»

«Non se ne parla.» Mi oppongo.

«Daiii.»

«Devi sapere, mia dolce ragazza,» si intromette Theo «che Draco non si fida di nessun marchingegno babbano, dalle auto agli ascensori.»

«Non ci credo.» La sento lamentarsi.

«È la pura verità, vero, uomo coraggioso?»

«Non si tratta di avere o meno coraggio, Nott, te l'avrò spiegato un miliardo di volte...»

«Sì, sì, fatto sta che non salirai mai su quel trabiccolo.»

«Puoi scommeterci.»

«E non è questa fifa?»

«È buonsenso.»

«Ma io voglio andarci!» Piagnucola la Corvonero.

Sono questi i momenti in cui vorrei che un Disennatore venisse e mi portasse via.

«E va bene! Vuoi fare un giro sulla ruota?»

«Sì.» Riponde con una vocina infantile che secondo lei avrebbe dovuto intenerirmi.

«Allora ti porterà Theo.»

«Non funziona così,» lo sento obiettare. «Dovresti portarcela tu

«Ho già detto che non se ne parla. Ecco, pagherò io il suo biglietto.»

«Lascia stare, sarò lieto di provvedere io a lei. Allora Keira, sei pronta per il giro?»

«Sììì.»

Con mia grande soddisfazione, li vedo allontanarsi entrambi, perdendosi nella folla.

E, per quanto paradossale sia in un evento del genere, sembra che sia calato il benedetto silenzio.

«Non posso crederci. Mi sono liberato di entrambi in un colpo solo.» Mormoro.

«Ti dimentichi di me.»

Improvvisamente le mie orecchie tornano ad essere tempestate da una valanga di suoni e rumori. Sento il vociare delle centinaia di persone che mi circondano, il pianto di un neonato, i colpi sparati da un fucile al gioco dei bersagli.

E in tutta questa confusione, scorgo la figura immobile e silenziosa di Hermione.

La prima volta che ho posato gli occhi su di lei eravamo entrambi bambini.

Lei aveva i capelli così in disordine e crespi da sembrare un nido di uccelli, e denti così lunghi da farmela figurare come uno stramaledetto coniglio.

Ora che la osservo meglio, però, ho come l'impressione che non mi sia mai accorto dei suoi cambiamenti tanto da modificare l'immagine che avevo di lei.

Non dico che ora mi appaia bella, con quei capelli ancora indomabili e di un rosso scialbo, ma di certo mi rendo conto che dovrei incominciare a considerarla come una donna.

In fondo, le curve al punto giusto e il viso armonioso suggeriscono proprio quello.

Che Nott, con la scusa del Torneo delle Coppe, abbia visto in lei molto di più?

«Ah, mi ero scordato ci fossi anche tu.» Dico per scacciare quei pensieri.

«Sono così insignificante?» Chiede, con fare impertinente.

«Diciamo che preferisco far finta che tu non esista.»

«Molto gentile da parte tua.»

Le rivolgo un ghigno. «È la cosa migliore per entrambi, credimi.»

«Bhè, sono contenta che tu abbia nei miei confronti questo atteggiamento.»

«Allora è vero che sei un'aspirante masochista.»

«No, è solo che così sono sicura che con me tu non stia fingendo, come invece fai con Keira.»

«Io non fingo con Keira.»

«A no? Allora perchè invitarla ad uscire per poi trattarla male tutto il tempo?»

Mi volto di scatto verso la rossa, infastidito.

«Senti, carina, io con te non ci dovrei neanche parlare, figurati darti spiegazioni.»

«Bella questa, sei ancora convinto di essermi superiore, non è così?»

«Non ne sono convinto, è la semplice realtà.»

«Sei fortunato Malfoy, e sai perchè?» Hermione mi rivolge uno sguardo di sfida. «Perchè se solo volessi potrei ridurti a pregare il mio nome.»

L'affermazione mi colpisce nelle parti basse, facendomi sussultare piacevolmente.

«Che cosa intendi?» Mormoro con un filo di voce.

Voglio provare se ha il coraggio di ripeterlo ancora, ma Hermione arrosisce e si allontana di corsa da me.

E no, penso affascinato, non ti lascerò scappare dopo una cosa del genere.

La sola allusione al sesso, ha infatti reso Hermione improvvisamente interessante ai miei occhi, costringendomi a dover approfondire la questione.

Chi lo doveva dire che la Granger fosse tanto impetuosa?

La raggiungo con due ampie falcate e l'afferro per un polso, strattonandola leggermente.

Strano, mi ritrovo a pensare, perchè sento un inspiegabile ondata di calore partire dal punto in cui la mia pelle è a contatto con la sua.

«Nessuno mi volta le spalle lasciandomi da solo.» Ringhio allentando la presa, lievemente turbato.

«Bhè,» sibila lei, con occhi infuocati. «Incomincia a farci l'abitudine.»

«Come dovrei abituarmi a implorare il tuo nome, Granger?»

«Non volevo dire quello.»

«E allora cosa volevi dirmi?»

«Che sei solo uno stronzo, Malfoy, e che faresti meglio a lasciare in pace la mia amica.»

«Oh, ma a lei non sembrano dispiacere le mie attenzioni.» Affermo con un tono malizioso.

Rimaniamo a fissarci per qualche secondo, poi mi ridesto sentendo una voce squillante che ormai mi è familiare.

«Draco, Hermione, è stato fantastico!»

«Immagino...» Mormora Hermione, lanciando uno sguardo a Theodore.

«Che, vuoi andarci anche tu?» Gli fa lui.

«Dai, Herm, provala! Io e Draco ti aspettiamo qui.»

«Hemm...»

Seguo lo scambio di battute in disparte, analizzando la scena.

Mi sembra che il mio amico, alla Granger, non dispiaccia affatto. E, di questo passo, Nott farà molti più progressi di me nel conquistare la sua candidata.

Certo, con Keira potrei provare ad andare subito al sodo, e sono sicuro che ci riuscirei con una probabilità che sfiora il cento per cento, ma... ho la sensazione che mi divertirei molto di più con Hermione. E lo farei solo per rallentare la scalata di Theo verso il podio, ovvio.

«Andrò io con Hermione.» Mi impongo con tono fermo, tra lo sbigottimento generale. «In fondo siamo gli unici a non aver fatto il giro.»

«Che diavolo hai in mente?» Chiede apertamente Theo.

Faccio spallucce. Poi mi rivolgo ad Hermione.

«Allora?»

«Perchè non ci vai con Keira?» Mi sfida.

«Non sei stata tu a chiedermi di lasciarla in pace?»

«E tu non eri quello che non sarebbe mai salito sulla ruota panoramica?»

Nel frattempo Keira Blackheart spalanca gli occhi, inviperita.

«Cooosa? Herm, ma che sta succedendo?»

«Draco,» sibila Nott, ugualmente agitato. «Credo proprio che sarebbe meglio ripristinare le coppie stabilite inizialmente. E subito

Ma io non lo ascolto, nè ascolto gli schiamazzi di Keira, perchè tutta la mia attenzione è concentrata su Hermione che mi sta lanciando sguardi di fuoco.

È offesa perchè ho ferito la sua amica oppure perchè ho scoperto le carte o per entrambe le motivazioni.

Ed io, lo ammetto, di tutta questa collera nei miei confronti ne godo come un pazzo.

Così senza pensarci due volte, afferro di scatto il polso di Hermione e la tiro verso la folla, lasciandoci dietro le lamentele di Nott e Keira.

«Lasciami!» Strilla Hermione, «mi fai male!»

E poi: «non ci voglio salire sulla ruota!»

Ma io continuo a trascinarla tra la gente, per poi scavalcare la folla accalcata davanti al botteghino della ruota.

I babbani in fila cominciano a fischiare, stizziti.

«Signore,» afferma il bigliettaio con aria pomposa. «Deve fare la fila come tutti gli altri, altrimenti chiamerò...»

«Scommetto che questi le faranno cambiare idea.» Allungo delle banconote babbane che avevo in tasca. Due o tre hanno il numero 50 stampato sopra, credo quindi che bastino per corrompere un giostraio del cazzo.

Così, come per magia (anche se qui la magia centra ben poco) il tipo biascica qualcosa, si intasca furtivamente i soldi, e poi alza la sbarra che ci divide dal primo vagone disponibile.

Ci entro con un salto, sempre trascinandomi dietro Hermione che in tutto questo è rimasta testardamente in silenzio, chiaramente offesa per come la sto trattando.

«Visto? Quando ci sono di mezzo i babbani basta che tiri fuori quei pezzi di carta straccia e si risolve tutto.»

Mi getto di peso sulla poltroncina, rivolgendole un ghigno, ed Hermione si siede di fronte a me, sollevando il mento e imponendosi di guardare qualsiasi cosa ci sia fuori dal finestrino.

«Ma penso che tu questo lo sai già, in fondo sei una babbana anche tu, no?»

La provoco, ottenendo solo altro silenzio.

«Hai deciso di non parlarmi per tutto il giro?» Chiedo in tono gelido.

Improvvisamente, la Granger punta gli occhi castani nei miei, trasmettendomi tutto il suo odio nei miei confronti.

«Perchè?» Ringhia con disprezzo. «Perchè trascinarmi come un animale? Non avevi nessun diritto di farmi salire su questa ruota senza prima aver avuto il mio consenso!»

«Granger, calmati...»

«Come diavolo osi trattarmi così? Ti senti in dovere di fare il prepotente, fai il grande davanti ai babbani con i soldi di papà, tratti gli altri con l'arroganza di chi si crede superiore.»

«Granger...»

«Ti svelo un segreto, mago dei miei stivali, tu per me non sei nessuno!»

A questo punto mi sollevo quel tanto che basta per sedermi dalla sua parte, afferrarle la testa con entrambe le mani, e lasciare che i nostri occhi comunichino silenziosamente a pochi centimetri di distanza, i nasi quasi a sfiorarsi.

«Ti ho detto di calmarti.» Dico cercando di trasmetterle, con il mio tono deciso, un po' di sicurezza.

Lei mi guarda così intensamente che sento il viso avvampare.

L'odio che scorgo nei suoi occhi, tutto il disprezzo e l'ostilità che mi trasmettono... io ne sono ammaliato, anzi no, ne sono dipendendente. Mi nutro di questo.

Rivolgo a me stesso l'esatta domanda di Hermione.

Perchè?

E, forse per la prima volta nella vita, potrò mettere un punto alla fine di una delle miliardi di frasi che mi ossessionano e che terminano con un punto interrogativo.

Perchè nessuno mi ama?

Perchè io non voglio essere amato, ecco perchè. Non voglio essere amato ma voglio quello che mi sta dando la signorina altezzosa che mi è di fronte, Hermione Granger.

Voglio esattamente questo rancore.

Voglio sentirmi un verme, voglio sentirmi in colpa, voglio provare una qualche emozione...

«So-soffro di vertigini.» ammette la ragazza, con voce tremante. «Per questo non volevo salirci.»

«L'avevo capito...» sospiro.

Siamo ancora nella stessa posizione. I nostri corpi così vicini che posso sentire il battito del suo cuore impazzito.

È per via dell'altezza? O è anche per qualcos'altro?

«Come hai fatto?» Chiede, e le sue pupille tremano. «A capirlo, intendo.»

«Perchè quando sei agitata tendi a straparlarle, spesso insultando gli altri.»

«Non è vero...» cerca di ribattere, sulla difensiva.

«E invece è proprio così. Adesso però sta tranquilla e concentrati solo su di me, finirà presto.»

«Draco?»

«Sì?»

Non continua, e quando mi sembra che si sia leggermente calmata, interrompo sia il contatto visivo che quello fisico.

Appoggio la schiena sulla parete bianca del vagone, tirando un lungo sospiro.

Non so come sia successo, ma credo di aver assorbito un po' dell'ansia di Hermione, e adesso mi sento leggermente agitato anch'io.

E poi bisogna aggiungere che io sono davvero agitato, dato che mi trovo su un dannato trabiccolo babbano che non mi trasmette di certo sicurezza.

Ma che diavolo è successo, poco fa?

Sento una mano piccola e calda sfiorare la mia.

L'afferro e la stringo piano.

Lo sguardo di entrambi puntato sulla parete di fronte, in silenzio.

«Grazie.»

È solo un sussurro, ma lo sento benissimo, e il cuore incomincia a battere un po' più forte.

Non riesco a dire nulla, frastornato, e lei non aggiunge altro.

Ma rimaniamo così, immobili, stringendoci la mano.

Quando il vagone arriva al punto più alto, cigolante, sento Hermione irrigidirsi, impaurita.

«Non è nulla.» Cerco di rassicurarla. Poi, per smorzare la tensione: «cielo, come diamine fai a cavalcare sulla scopa?»

«È... diverso. Sulla scopa io ho il controllo.»

Ma certo, penso con un sorriso, in fondo la Granger altro non è che una maniaca del controllo.

E di solito, le tipe così, lo sono anche fra le lenzuola...

Lo spazio che si restringe nella patta dei pantaloni mi ridesta, ricordandomi che non dovrei avere dei pensieri del genere. Non in riferimento alla Granger, perlomeno.

Perciò, quando il giro termina e noi scendiamo dalla ruota, mi sforzo di far finta che lei non esista, come faccio sempre.

E che tutto quello che è successo pochi minuti prima, sia stato solo frutto della mia immaginazione.



Nel prossimo capitolo:

 

No, non era successo un bel niente, dovevo togliermelo dalla testa. E dimenticarmi tutto.

Io, e Draco, è solo uno sbaglio.

E le brave ragazze non sbagliano mai.

   
 
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