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Autore: Lullaby1992    18/04/2018    2 recensioni
Bene... nel Nothing#2 i nostri personaggi si sono sistemati e tutto era finito per il meglio... ma è proprio così? è davvero tutto finito? tutti i guai?
Ovviamente no, perchè è proprio nel momento in cui ci si sente più al sicuro che succedono le cose peggiori...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing#2'
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I ragazzi si radunarono quindi prima di cena di fronte al locale.

Arrivarono praticamente tutti.

La squadra 10, con Ino, Shika, Cho, la squadra 8, anche se Hinata arrivò con Naruto, e della squadra 7, al posto di Sasuke arrivò Sai, che era stato invitato anche lui.

C'era pure Neji, Tenten e Rock Lee, Hanare, Konohamaru, Moegi e Udon.

Ryuko era rimasta a casa, e con lei Ginirokami. Il lupo aveva detto che restava a 'farle compagnia' dato che Lòng non c'era.

Raimaru, che era davvero un bel po' che non vedeva il gruppo al completo, si trovò sorpreso nello scoprire di essere diventato il più alto del gruppo.

Si erano vestiti tutti mediamente bene, anche se, i ragazzi, come lui avevano avuto l'idea di mettersi degli abiti che fossero un giusto incrocio tra comodità e sobrietà.

Solo Naruto aveva la sua solita irrinunciabile tuta arancione.

Sakura, dal canto suo, era davvero un bel po' che non vedeva il ragazzo. Anche prima che andasse dai lupi, non è che proprio lo incrociasse tutti i giorni...

Che una volta tanto Ino avesse avuto ragione anni fa?

“Ehi Saukra-chan hai visto?” disse Ino mentre i ragazzi entravano nel locale, e Naruto, che aveva preso la prenotazione del tavolo andava incontro al cameriere.

“Cosa?”

“Non farmi ridere... l'hai guardato anche tu con gli occhi sgranati come un gufo”

“Non ho idea di cosa parli...”

“Se vai ancora avanti con sta finta, capisco perché tu sia una perdente simile in amore Sakura...” le sibilò rabbiosa Ino.

“Ok, ok. L'ho visto e allora?”

“Allora avevo ragione io?”

“Su cosa?” fece la finta tonta la rosa.

“Sul fatto che avevo detto che Raimaru non avrebbe avuto nove anni per sempre, fronte spaziosa. E non fare finta di non ricordartelo. Sei una perdente, ma hai una buona memoria...”

“Sai una cosa Ino-pig? Vai al diavolo”

Però doveva dar ragione alla testolina bionda platino.

Allora aveva risposto “Ha nove anni, e non ha il fascino di Sasuke” però doveva ammettere che si era ripreso alla grande il ragazzo. Il fascino ora non gli mancava.

Anche lui, come il moro aveva un... nonsoché che sembrava dire 'è pericoloso'. Solo che se Sasuke sembrava più... 'tenebroso' con il 'fascino del maledetto'. Raimaru era meno oscuro, ma aveva più l'aria di un... arma ben affilata. Di un predatore sempre pronto alla battuta di caccia. Dava l'aria di dire... che se fossi stato tu, la sua preda, saresti stato spacciato senza possibilità d'appello.

Inoltre, non difettava neanche di bellezza fisica. Era alto, asciutto e muscoloso, i lineamenti perfetti, ben delineati e virili.

Solo... ma da quanto aveva quei canini così pronunciati?

Comunque, tra una chiacchiera e l'altra, tutti si sedettero al tavolo.

Raimaru tenne Hina bel vicina a lui, così che quando si sedettero, riuscì a tenersela vicino, ed ebbe persino l'incredibile fortuna che all'altro lato gli si sedette Hinata, con poi al seguito Naruto, mentre Hanare finì vicino a Rock Lee.
Quello di cui fu meno felice, è che all'altro lato di Hina si sedette Konohamaru.

Però la ragazza ci scambiava semplici amichevoli chiacchiere, e anche lui fu coinvolto abbastanza nell'allegra rimpatriata da riuscire a evitare di cadere in preda alla gelosia.

Aveva scoperto in quelle due settimane, che lo Yokai era assai possessivo, e ormai riteneva Hina 'sua', e mal sopportava che altri gli si avvicinassero.

Era strano il rapporto che aveva il suo lato umano con quello Yokai, e ora che aveva ripreso i 'rapporti umani', se ne rendeva maggiormente conto.

Erano uno influenzato dall'altro.

Nel senso, che, se la sua parte umana spesso finiva subissata dall'istinto dello yokai, la parte Yokai era invece influenzata dai sentimenti umani.

Aveva capito che, lo Yokai aveva esteso la sua 'gelosia possessiva' o comunque, il suo istinto di protezione a tutti coloro che la parte umana amava maggiormente. Lòng, Ryuko, Hina, Minato, Naruto, Genma... erano tutte persone che anche il 'vecchio Raimaru' era particolarmente affezionato.
Ora lo Yokai li vedeva come una specie di... 'membri del branco', che lui, come lupo aveva il dovere di proteggere.

Anche se, questa cosa era piuttosto ancora contorta e difficile da comprendere.

La comunicazione tra umano e demone era ancora piuttosto debole e confusa.

Gli vennero rivolte molte domande, ma fortunatamente, anche gli altri sembravano ognuno ansioso di raccontare la propria, per cui, non fu l'unico bersaglio.

Dunque anche la cena fu inaspettatamente divertente.

Scoprì poi che Naruto non era l'unico ad aver trovato una ragazza.

Shika si vedeva con Temari, anche se questa al momento era impegnata a Suna, motivo per cui non era lì con loro.
Sai era in uno stato 'precario' con Ino. Ossia i due si vedevano ma erano non-ancora-o-comunque-quasi-non-del-tutto fidanzati.

A quanto pareva alla fine la bionda si era stufata di aspettare che Sasuke cadesse dall'alto, quindi si vedeva con lo strano ragazzo dalla pelle così pallida da sembrare che portasse il cerone.

Choji a quanto sembrava, aveva stretto una relazione con una ragazza che lavorava in un negozio di pasticceria, però sembravano ancora agli inizi, per cui arrossì e balbettò per tutte le domande che gli posero gli amici.

Tenten invece sembrava avere una relazione con il serio Neji.

Il castano era cambiato radicalmente dopo lo scontro che aveva avuto con Raimaru, e i due non si portavano benché minimamente rancore.

Rock Lee, invece era ancor sempre la copia sputata di Gai.

Quando si spostarono all'esterno, Kiba, gli offrì con una certa insistenza del Sakè ma il ragazzo si limitò ad un assaggio, e poi lo rifiutò.

“Eh dai Raimaru, ci capita raramente di festeggiare...! e poi non mi capita tutti i giorni di mettere mano alla riserva di sakè di Tsunade... e pensa che sono riuscito a soffiargliela proprio sotto al naso...”

“No, grazie davvero Kiba. Non ne sono certo, ma potrei diventare assai peggio di Rock Lee, perdessi la lucidità, e non mi va di provare l'esperienza...” rispose mortalmente serio il giovane.

Qualcosa nello sguardo di lui, fece desistere Kiba, che con una strizzata di spalle, andò a tampinare Shino con il sakè.

“Credi che il demone potrebbe emergere?” gli domandò Hina in un soffio, vicino a lui.

“Non lo so. Forse. In fin dei conti io avverto come due... coscienze diverse in me, ma siamo la stessa cosa. Se mi ubriaco io, probabilmente lo sarebbe anche lui. Però... è la mia volontà a tenerlo a nanna, perdessi l'inibizione potrebbe destarsi e... non lo so. Ma non credo sia il caso di provarlo.

Probabilmente sarei abbastanza pericoloso da dover far intervenire Minato per fermarmi, e non so se ne uscirebbe indenne”

“Beh, è comunque un lupo no?”

“...si...” rispose confuso lui.

“Dici che non potrei convincerlo con un osso e un grattino a stare buono?” ridacchiò lei.

Raimaru scoppiò a ridere. “Può darsi...”

La ragazza aveva scoperto giusto qualche giorno prima che per far perdere ogni volontà al ragazzo bastava carezzarlo sulla nuca.

A quanto pareva, nel suo retaggio 'da lupo' aveva assunto anche la debolezza alle coccole sul capo...

Nella piazza l'orchestra aveva iniziato a suonare e pian piano, si stava riempendo di coppie di tutte le età che ballavano.

“Che ne dici se...” aveva iniziato Hina.

Raimaru sapeva già dove voleva andare a parare, però un qualcosa gli fece formicolare il collo.

“Ahi-Ahi. Guai in vista....” fece solo in tempo a dire.

“Cos-?”

“Raii-Kun!!” il tono squillante perforò i sensibili timpani del ragazzo giusto mezzo secondo prima che la Uchiha gli saltasse al collo, prendendolo alle spalle.

La ragazza era vestita con un provocante abito rosso scuro, che ben si abbinava alla chioma nera.

“Ehi, Rai-kun, stasera sei proprio elegante... Che ne dici di ballare con me?” domandò la ragazzina, continuando a essere agganciata al suo collo.

A Hina stava già iniziando a gonfiare una vena sulla tempia.

Raimaru però con un gesto sciolto, si tolse le braccia da intorno al collo.

“No, Hanare”

“Ma dai, ci divertiamo e...”

“No. Non mi piace ballare, motivo per cui, lo faccio solamente per la mia ragazza” fu la secca risposta di Raimaru.

Non gli era mai piaciuto l'eccessiva confidenza che si prendeva la ragazza. Ora, meno che mai. Lo infastidiva.

Hina non riuscì a non infierire nemmeno un po'. “Già ti ringrazio Hanare... è tutto merito tuo...” con un sorriso, prese la mano di Raimaru, dirigendosi verso la piazza, e tirandosi dietro il ragazzo, che però un po' dispiaciuto lo era. Più che altro perché comunque Hanare, per quanto sciocca, era comunque parte della loro 'famiglia allargata'.

“Non dirmi che ti dispiace per lei...” gli mormorò Hina, vedendo il suo sguardo.

“Solo un po'”

“A me no. Con tutto il nervoso che mi ha fatto mangiare...”

“Sei un tantino vendicativa quando ti ci metti...”

“Ho i miei buoni motivi...”

“D'accordo volpacchiotta, balliamo”

“Come mi hai chiamato?”

“Volpacchiotta”

“Uhm...”

“Che c'è?”

“Non so se mi piace...”

“Perché no? Ti si addice... e poi, forse voi 'umani' non potete sentirlo, ma credimi al mio naso e a quello dei lupi, l'odore della volpe si sente eccome... anche se a me, personalmente non da fastidio. Fa parte di te, ma non copre quello della tua pelle”

“Da-davvero?”

“Buona parte dei sensi dei lupi si basano appunto sull'olfatto. Potrei trovarti ovunque, con quello... sopratutto perché conosco bene il tuo profumo”

Hina si sentiva un po' imbarazzata, anche se era evidente che quello espresso dal ragazzo era un complimento.

“Che c'è ora?” gli domandò lui.

“Non sapevo di sta cosa... quindi vuol dire che...” si sentiva un po'... imbarazzata a chiedere una cosa del genere.

“Dai spara. Per quanto sia strana la domanda non può essere niente di idiota come una delle domande di Hanare...”

Questo fece ridere Hina e riuscì a tirarle fuori quello che voleva chiedere.

“Volevo dire, che per te ora gli odori sono importanti quanto la vista?”

“Non l'avevo mai valutato da quel senso... ma... a pensarci bene, credo di si”

“Davvero?”

“Si. Zan'nin mi ha addestrato fino allo stress perché usassi quanto più possibile gli altri sensi oltre la vista. Facevo troppo affidamento sul Byakugan secondo lui. E dopo aver ricevuto i sensi del demone... in effetti ho usato sempre meno il Byakugan. Probabilmente anche volendo, ora come ora non riuscirei più a tornare a essere 'come prima'.

E, che per stasera, ho fatto anche lo 'sforzo' di mettermi i sandali...”

Hina ridacchiò. Ma gli piacevano le stranezze di Raimaru. Erano sue. Uniche. Particolari. Solo di quel ragazzo. Del suo ragazzo. La persona che amava da così tanto tempo...

“Inoltre, in genere trovo che sopratutto per le persone che più mi stanno vicino, lego gli odori a sensazioni.

Ad esempio, il profumo della mamma, di solito mi da una sensazione di calore. Non so perché ma ha sempre avuto la proprietà di calmarmi...

Ryuko invece è... 'morbido'. Non so, ma è difficile spiegare gli odori a parole.

Ginirokami da una sensazione di 'frizzante'”

“Kiba?”

“Lui puzza di cane, e non è la stessa cosa dei lupi. È un odore un po' irritante per me. Però ha anche addosso odore di erba, e foglie. Probabilmente perché passa tanto tempo nei boschi.

Anche Shino ha un po' di quell'odore... però lui è una tonalità più... cupa. Non so se esiste un odore di 'formichiere' ma se c'è, lui c'è l'ha!”

“Rock Lee?” ora Hina si stava divertendo.

“Sudore. Sangue. Ha sempre dei graffi aperti sulle mani. Come al solito si allena troppo”

“Naruto?” chiese Hina divertita.

“Inquieto. E anche lui ha una punta di... muschio che mi ricorda la volpe..”

“è incredibile quello che senti solo con il naso...” disse Hina, veramente un po' ammirata e stupita.

Mentre che parlavano, i due avevano continuato a ballare.

“E io?”

“Uhm...”

“Avanti, dimmelo... ora sono curiosa”

“Non so... è complesso. Anche per via del fatto che tu susciti diverse emozioni in me, quindi mi è più difficile descriverlo”

“Però...” Hina esitò un momento “... ti piace?” osò infine domandare.

Il ragazzo sorrise. Come aveva già capito, in realtà sotto l'atteggiamento duro e ironico che teneva, era una ragazza molto fragile. Cose che però lui amava di lei.

“Si. Tantissimo. Come ti ho già detto, lo conosco così bene che potrei trovarti anche in capo al mondo... o riconoscerti tra migliaia di persone”

Fece un respiro e provò ad accontentarla “Sai di... gelsomini, con una tonalità morbida, leggermente dolce. C'è anche una nota più.. bassa di dolce, che di solito contraddistingue le femmine in generale, ma la tua la trovo più... spiccata forse. È una tonalità... buona piacevole. La tonalità muschiata della volpe fa da contrasto al resto più dolce, ma nell'insieme armonizza, anziché spezzare”

“Cavolo ho bisogno di una doccia...” provò a uscirne con una battuta lei.

“Nah, l'hai appena fatta. Quando sei arrivata stasera, si sentiva ancora un po' di umido tra i capelli, e... scommetti che indovino che tipo di sapone hai usato?”

“Ora mi fai paura...” disse lei però con un sorriso.

Lui però si chinò, posandole le labbra sulla fronte e sentendo il profumo di lei più forte.

“Semplice sapone di Marsiglia e uno shampoo che sa di zucchero...”

“Ribadisco: sei spaventoso...”

“Spiacente, ma l'unico modo per evitarlo, è mettermi una molletta al naso, ma dopo faticherei alquanto a respirare a bocca chiusa...”

A solo pensare di vedere il ragazzo girare con una pinza da bucato sul naso, la fece scoppiare a ridere.

“Non importa. Ti terrò così come sei, anche con il naso da super segugio...”

“Oh, gentile concessione da parte sua...” ci scherzò lui.

“Lo so, sono troppo brava... non mi merito un bacio?”

“Almeno due...” confermò il ragazzo.

E si chinò per concederglieli. Lì in mezzo alla folla. I due innamorati, erano troppo persi in sé stessi perché gli importasse qualcosa del mondo che li circondava. C'erano loro, e questo bastava l'uno all'altro.

Si fermarono lì, tra la folla. Scambiandosi un bacio sincero.

Quello che non sapevano, era il fatto che erano stati osservati.

  
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