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Autore: QueenManga907    20/04/2018    1 recensioni
Salve a tutti! eccomi con un'altra fanfiction ispirata al Trono di Spade ( si, sono in fissa con questa serie ç_ç ) le coppie saranno: Kidd x Law; accenni Killer x Penguin; Ace x Bonney. La storia ruota attorno alla vita di un giovane Stark, promesso sposo (contro la sua volontà) a una Greyjoy di cui non conosce ne il volto ne il nome. Il destino sembra essergli avverso, senza possibilità per lui di opporsi, ma la faccenda prenderà una piega inaspettata quando incontrerà il fratello della sua promessa sposa, un Greyjoy molto particolare.
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quella mattina il sole sorse troppo lentamente. La sfera di luce si fuse col cielo plumbeo pigramente, come se cercasse di ostacolare l'arrivo del nuovo giorno e di quello che sarebbe avvenuto; era ironico e vagamente consolante pensare che persino gli astri celesti si mettessero in moto per troncare l'inevitabile ma Law non era mai stato un tipo troppo ottimista da pensare ad un possibile lieto fine, almeno non per lui. Fortunatamente era riuscito a patteggiare con suo zio ed a salvare la vita di quelli che oramai considerava amici, e sopratutto all'uomo a cui aveva giurato eterno amore; poco importava se la loro unione non era stata conclusa, perchè Kidd sarebbe rimasto il suo solo e unico compagno, fanculo alla benedizione dei sette Dei. Le prime luci dell'alba filtrarono attraverso la finestra fino a posarsi sul viso stanco e malinconico del giovane Lannister, illuminando lievemente gli occhi cinerei avvolti da pesanti occhiaie. Il moro non aveva chiuso occhio nemmeno per due minuti durante la notte, del resto come avrebbe potuto farlo sapendo che tra meno di ventiquattro ore sarebbe diventato il consorte di un uomo malvagio condannandosi ad una vita di sofferenza? L'aspetto più duro da digerire era stato lo sguardo che gli aveva rivolto Kidd mentre veniva trascinato via dalle guardie: la disperazione di non essere riuscito a salvarlo da Doflamingo era la sola cosa che Law era riuscito a scorgere in quelle iridi di fuoco, nient'altro. Kidd era forte, continuava a ripetersi il moro, avrebbe superato quella situazione, sarebbe tornato nella sua terra e avrebbe regnato come un degno sovrano sulle isole di Ferro, avrebbe trovato una degna compagna con cui generare figli e lo avrebbe dimenticato, mentre lui invece avrebbe conservato il suo ricordo come il tesoro più prezioso di tutti i mari. Sospirò stancamente passandosi una mano ambrata tra alcune ciocche che gli ricadevano ribelli sulla fronte: sarebbe stata una giornata pesante oltre che stressante; mentre suo zio era impegnato nei preparativi della cerimonia, all'invito dei componenti più ricchi e importanti della nobiltà della capitale e dei confini poco distanti, lui sarebbe stato seguito da una schiera di servi, sarti, gioiellieri e altro per arrivare preparato al tempio. Ma anche lui era una persona forte, avrebbe resistito a quella giornata e a quello che sarebbe venuto al calar del sole. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un lieve bussare e, senza che Law avesse dato il permesso di entrare, dall'apparizione di un signore dall'aria vagamente seria e molto ambigua: indossava degli stravaganti abiti che andavano da un nauseante rosa confetto, unito ad un intenso azzurro cielo; aveva del trucco piuttosto pesante che gli copriva il volto con tanto di rossetto rosso e dell'ombretto verde acqua che gli contornava gli occhi neri facendolo assomigliare ad un giullare di corte. Lo strambo battè le mani due volte richiamando la sua attenzione, come se non ne avesse già per il suo aspetto.

<< Cos'è quell'espressione da cucciolo bastonato? Non si addice per niente al futuro sposo del nostro sovrano-yo. >> detto questo si avvicinò a grandi falcate raggiungendo il confuso giovane; gli afferrò il volto con una mano scrutando con attenzione ogni centimetro del viso ambrato girandolo in diverse angolazioni, del tutto ignaro dei ticchettii nervosi di Law. << Mmh... hai un gran potenziale ragazzo mio! Ti renderò un capolavoro vivente-yo! Oh mi presento: sono Von Clay, lo stilista più famoso di tutta Qarth! Sono stato chiamato a corte per preparare personalmente il consorte del sovrano dei Sette regni, un grande onore-yo! Mi occuperò dei vestiti, dei gioielli, dei capelli e del resto, quindi rilassati ragazzo mio, sei in ottime mani-yo! Che ne dici di un bel sorriso radioso per questo giorno altrettanto radioso? >> Ma l'unica cosa che ricevette da Law fu uno sguardo gelido come la neve oltre la barriera. Lo stilista rinunciò a far sorridere il giovane, ma del resto non era lì per quello anche se un sorriso avrebbe reso quel ragazzo ancora più splendido di quanto già non fosse. Si avviò velocemente verso la porta aperta dal quale era entrato qualche istante fa e, con un gesto rivolto verso l'esterno fece segno con la mano a qualcuno di entrare; qualcuno entrò effettivamente, un numeroso gruppo di dieci o meno servette, tutte molto giovani e ben vestite con abiti colorati e sfarzosi gioielli, sicuramente lavoravano per quel tizio. << Queste deliziose signorine mi daranno una mano a darti una sistemata ragazzo, direi di cominciare con un bel bagno-yo. >> Disse lo strambo facendo una strana piroetta su se stesso e facendo ridacchiare le ragazze che non smettevano di distogliere lo sguardo dal giovane Lannister, che si sentiva soffocare con tutta quella gentaglia nella stanza. Sarebbe stata davvero una lunga giornata.

 

Il bagno era stato un vero incubo per Law. Costretto a stare completamente nudo in una bagnarola di legno pregiato mentre era circondato da tutte quelle galline che lo strigliavano ovunque con morbide spugne di seta colorata; era coperto di schiuma fino alla vita, ovvero fin dove arrivava il livello d'acqua che era stata cosparsa da spezie, fiori e persino minerali. I capelli erano stati intrisi da oli dorati e profumati che rendevano i suoi fili corvini ancora più morbidi e setosi, le unghie venivano limate con delicatezza ma per Law tutto quel contatto era insopportabile, quelle dannate mani che lo sfioravano ovunque, che lo toccavano... dovette chiudere gli occhi per non freddare quelle ragazze con la sua espressione di morte, peccato non poter nemmeno diventare temporaneamente sordo perchè, oltre a non voler sentire gli starnazzi di quelle oche, nemmeno il fischiettio di quello strambo dello stilista era piacevole da sentire, era un vero stupro per l'udito. Senza rendersene conto era già arrivata l'ora di pranzo, infatti si ritrovò portate di ogni tipo sotto il naso nonostante fosse ancora immerso nella bagnarola ancora insaponato. Il suo umore non era dei migliori e di conseguenza il nodo che gli si era formato sulla bocca dello stomaco gli provocava una spiacevole ondata di nausea alla vista del cibo, infatti pensò bene di mandare tutte quelle pietanze al diavolo ma, il suo stilista non era dello stesso parere; << Ha-ha! niente storie ragazzo, devi mangiare qualcosa, non puoi rimanere a stomaco vuoto fino al banchetto-yo. >> disse l'uomo guardando Law nel modo in cui ci si rivolge ad un bimbo indisciplinato che fa i capricci. Il moro stava per mandare all'inferno quel pagliaccio con il suo dito medio ma fu colto alla sprovvista da una delle serve che ne approfittò per infilare nella bocca del ragazzo un chicco d'uva scura, seguita a ruota da un'altra che tentò di fargli mangiare una succosa fragola. Il giovane incenerì con il suo sguardo di ghiaccio le due sfacciate, ma fu costretto a tornare parzialmente serio quando si voltò e vide a pochi centimetri dal suo volto una ciliegia tenuta tra le dita dello stilista che lo fissava come se fosse stato un cucciolo di metalupo. << Avanti carino, apri quella boccuccia e dì ah! >>; ma ciò che uscì da quella boccuccia fu un sonoro e perentorio “vaffanculo”.

Era già pomeriggio inoltrato quando finirono di torturarlo con oli, profumi e altre porcherie varie, ma evidentemente erano ancora all'inizio perchè ora era il momento di scegliere il vestiario, quello indossato per le nozze nel tempio e quello della cerimonia. Law se ne stava seduto su un divanetto color pesca avvolto da una veste bianca e morbida mentre attendeva, un po' troppo pazientemente, che quella specie di pagliaccio decidesse cosa fargli indossare; mancavano quattro ore alla cerimonia. Dopo quella che sembrò un'eternità, lo stilista rientrò nella stanza seguito dal suo esercito di servette e, senza dire nulla al moro schioccò le dita producendo un suono deciso; ed eccolo si nuovo circondato da quella mandria di oche arrapate che cercavano di togliergli la veste candida per vestirlo, ma il povero ragazzo si rifiutò di farsi vedere nudo da tutto quel circo. << Per i sette inferi toglietemi le mani di dosso! >> ringhiò frustrato il moro. << Oh abbiamo un timidone, vuoi che ti vesta il sottoscritto-yo? >> domandò fin troppo estasiato l'uomo. Dopo una buona oretta il moro si ritrovò completamente vestito, con lo stilista-maniaco che attendeva fuori dalla stanza; aveva optato per una lunga e ricamata veste rossa decorata con pizzi e merletti dorati, su entrambe le orecchie erano stati applicate due paglia di cerchi di puro oro e sulla mano destra un bracciale di oro bianco. Law guardò distrattamente fuori dalla finestra mentre lo stilista- fallito piangeva per l'ottimo lavoro fatto sul moro: il sole sarebbe calato al massimo tra due ore, ciò voleva dire che era ora di avviarsi al patibolo. 
 

Stare fuori davanti al portone del tempio completamente solo metteva una grande suggestione nell'animo del giovane Lannister, dopotutto una volta varcata quella soglia la sua vita sarebbe cambiata completamente, e non in meglio: in un ultimo gesto disperato si voltò dietro di lui, come se improvvisamente potesse apparire come per magia l'uomo che aveva tentato di salvarlo, ma non c'era nessuno pronto a portarlo via da quel brutto incubo. Le porte del tempio si spalancarono producendo un rumore lento e assordante richiamando l'attenzione del ragazzo che, a malincuore entrò all'interno della struttura venendo inghiottito da quell'ambiente che era tutto meno che confortevole, almeno per lui. L'intero palazzo era occupato da tutti gli esponenti della nobiltà e della ricca borghesia, coloro che più contavano in quella marcia città. Appena sentì una leggera melodia librarsi nell'aria capì che era giunto il momento di avviarsi verso l'altare, il cui tragitto era coperto da un lungo tappeto di rose rosse e bianche; durante la sua camminata non guardò in faccia nessuno dei presenti, quei sudici non erano degni nemmeno di un suo dito medio quindi decise di non staccare lo sguardo dal pavimento, nemmeno quando incontrò i freddi scalini di marmo bianco che lo separavano dall'altare. Ma quando arrivò a destinazione purtroppo dovette alzare gli occhi e incontrare quelli di suo zio. Quel pavone di Doflamingo era interamente coperto di oro e argento dalla testa ai piedi, la corona posta sul capo che, tra parentesi nemmeno gli apparteneva, era contornata di pietre colorate e decorazioni in platino; se avesse continuato a fissarlo ancora per un altro minuto gli si sarebbe staccata sicuramente la retina, quindi decise di spostare lo sguardo verso il prete davanti a loro, cercando di ignorare lo sguardo malato e lussurioso che gli stava lanciando suo zio. La cerimonia iniziò.

  
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