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Autore: Eleonoir Bastet    21/04/2018    2 recensioni
AVVERTENZA!
E' una storia [Luka x Marinette], pregherei quindi coloro a cui non piace la ship di non insultare e non leggere.
E' principalmente un ipotetico seguito dell'episodio 12, Captain Hardrock. 
Inoltre i protagonisti nella storia hanno sui 16/18 anni :3
Estratto dal secondo capitolo:
Non risposi, mi godetti solo la calma che il suo abbraccio e il suo tono sommesso mi trasmettevano, ed era qualcosa di veramente strano e confortante al tempo stesso.
Strano perché ci conoscevamo davvero da poco, pochissimo tempo eppure non mi dava fastidio sfogarmi in quel modo in sua presenza e anche lui sembrava essere assolutamente a suo agio. Dovevamo aver instaurato una specie di empatia e io non avevo idea di come gestirla.
« Non dare il tuo cuore in mano a persone che vogliono solo calpestarlo, Marinette. »
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Juleka, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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THE MIDDLE

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« Mamma dovrebbe arrivare a momenti, intanto vado a prenderci degli asciugamani. » 
ansimò Juleka, il trucco nero tutto colato sulle guance, sparendo velocemente nella cabina.

« Cerca qualche vestito asciutto anche per Marinette! » le ricordò il fratello, ricevendo un verso d'assenso.

Io ero pronta ad assalirlo appena mi avesse lasciata andare, ma quando mi posò a terra la consapevolezza di quanto fossimo vicini in quel momento mi immobilizzò del tutto. Il mio sguardo si bloccò nel suo ma lui non smise comunque di ridere, anche se più sommessamente e, nonostante il calore che sentivo dentro e che mi aveva 
arrossato le guance, la sua risata mi contagiò.

Fui comunque la prima ad allontanarmi e sedermi sul primo piano solido che mi capitò a tiro in mezzo a quel disordine. Le gambe sembravano aver perso qualsiasi parvenza di stabilità, un po' per la corsa e un po' per lo spavento, immaginavo.

Lui si appoggiò alla trave vicino alla passerella, per sbirciare fuori dal galeone, scrollandosi l'acqua dai capelli. Aveva le labbra e le guance arrossate a causa del freddo e della pioggia, i capelli bagnati erano mossi e più ribelli di come li portava di solito e stavano ancora gocciolando, tracciando un sentiero lungo il collo fino al bordo della maglietta bianca.

« Luka... » lo chiamai sommessamente.

Esitò qualche secondo prima di voltarsi, un sottile velo di curiosità nello sguardo celeste ed un sorriso sincero mi illuminò il viso, talmente spontaneo e sentito che stupì 
persino me stessa.

« Grazie. »

Lui si accigliò con aria confusa ma non fece in tempo a chiedermi nulla.

« Capitano a bordo marinai! »

La voce di Anarka fece sobbalzare entrambi. Era appena salita sul galeone, accompagnata dal tintinnio delle numerose quantità di braccialetti che portava ad entrambi i polsi.

« Stiamo subendo l'ira di Zeus là fuori. » affermò strizzando l'infradiciata treccia color cenere.

« Salve signo... Capitano.» salutai, divertita dal modo totalmente non curante in cui aveva buttato la lunga giacca nera sul corrimano.

« Ah Marinette! » esclamò leggermente sorpresa, appoggiando una busta bianca piena di cibo sul pavimento. La vidi cercare il figlio con lo sguardo, in attesa di spiegazioni che non tardarono ad arrivare.

« Ha avuto una giornataccia e le abbiamo proposto di rimanere a dormire da noi, è la ragazza con cui Juleka voleva sdebitarsi. » la informò.

Alzò gli occhi al cielo ed aggiunse: « Almeno adesso non mi ripeterà trecento volte le stesse cose. »

Un asciugamano partì da sotto la stiva e gli finì dritto in faccia, facendo scoppiare a ridere sia me che Anarka mentre una Juleka imbronciata portava su anche gli altri panni.

« Beh in questo caso, benvenuta di nuovo a bordo ragazza! I tuoi genitori sanno che sei qui? » indagò la donna.

Scossi la testa. Ero stata letteralmente trascinata qui dai due fratelli e comunque anche volendo, con un tempo come quello non mi sarei assolutamente azzardata a mettere di nuovo piede in strada.

« Allora passami il loro numero, ci penso io ad avvisarli. Poi filate tutti sotto alla doccia, sembra che vi siate rotolati nelle pozzanghere. »
Soffocai un risolino con la mano. Beh, in un certo senso era stato così.

Feci come mi aveva chiesto, lei si segnò il numero sul telefono e premette il tasto di chiamata mentre scendeva le scale della stiva.

« Marinette, vai prima tu in doccia. Ti ho già lasciato gli asciugamani e il cambio. » mi 
disse Juleka.

Annuii afferrando il corrimano per seguirla e vedere dove fosse effettivamente il bagno, contenta che finalmente avesse preso abbastanza confidenza con me da non balbettare più,
ma mi accorsi che Anarka aveva dimenticato la busta della spesa sul pavimento.

Coraggio Marinette, facciamo le persone educate.

La raccolsi per portarla giù in cucina. O almeno ci provai perché appena misi un piede sulle scale sentii una leggera pressione al codino sinistro, di riflesso mi girai in quella direzione solo per trovarmi con le braccia libere e Luka che ridacchiava, già in fondo alle scale con la busta tra le mani.

Rimasi spiazzata per qualche secondo prima di scuotere la testa vagamente divertita ma perlopiù contrariata.

« Guarda che avrei potuto farlo io. » sbuffai ma il sorriso che cercavo di trattenere non mi fece risultare seria come avrei voluto.

Lui non si degnò nemmeno di rispondermi, gli bastò sorridermi con un sopracciglio 
alzato e fu più che chiaro che non mi avrebbe lasciata alzare un dito in sua presenza.
 

☽ ❂ ☾
 

« Ah, che giornata! » la vocina del mio kwami mi arrivò attutita sotto il getto d'acqua calda della doccia.

« E' stata in disastro. » sentenziai, strofinando quasi con violenza lo shampoo sulla cute.

« Non dovresti prendertela Marinette, in fondo Adrien non lo hai mai conosciuto davvero, ti sei buttata alla cieca su un ideale. » cercò di razionalizzare lei, ma sull'amore c'era veramente poco su cui ragionare e la cosa mi bruciava ancora. E tanto.

« A me piace... piaceva, sul serio Tikki. » ribattei convinta.

La sentii sbuffare. « Magari potrebbe avere lati del suo carattere che tiene nascosti e che potrebbero non piacerti. »

Non riuscii a concentrarmi troppo sulle sue parole perché continuavo a sentire rumore di oggetti che si spostavano o cadevano.

« Sì beh, quelle cose si accettano col tempo. E comunque dubito che un ragazzo come Adrien abbia lati... Tikki per l'amor del cielo si può sapere che stai combinando? » sbottai preoccupata quando sentii l'ennesimo rumore, sbirciando dalla tendina per vedere cosa stava succedendo.

Lei volò fuori dal cassetto, rimettendo a posto tutto con aria colpevole e sussurrò un timido: « Ho fame, speravo di trovare qualcosa da mangiare. »

Sgranai gli occhi, portandomi una mano alla bocca. Ero stata talmente presa da quello che era successo che mi ero completamente dimenticata di nutrirla.

« Oh no! Scusami tanto Tikki! » mugugnai mentre i sensi di colpa mi divoravano.

Lei mi rivolse un sorriso dolce, pieno di comprensione. « Non ti preoccupare, sei stata scombussolata da tante emozioni oggi. »

La sua dolcezza mi fece sentire ancora peggio. Tornai subito con la testa sotto il getto d'acqua e massaggiai via il più velocemente possibile il sapone.

« Ma tornando ad Adrien, io ti avevo detto che non era possibile che lui fosse "l'amore della tua vita" quando non riesci nemmeno a parlare normalmente con lui. Non, ad esempio, come... »

Non stetti nemmeno troppo a sentirla e mi concentrai sul finire alla svelta la doccia. C'erano due boccette di bagnoschiuma sul ripiano, una dal motivo floreale ed una a tinta unita sui colori del nero. Aprendola, la prima profumava di pesche e vaniglia.

Avrei dovuto usare decisamente quella.

Eppure la mia mano indugiò lo stesso sulla seconda boccetta.

Imprecai sotto voce maledicendo in tutte le lingue che conoscevo la mia curiosità mentre la avvicinavo al viso per sentirne l'odore. Come avevo immaginato era 
decisamente maschile, stra-maledettamente buono ed era un profumo che sentivo spesso su di lui...

Mi tormentai il labbro inferiore con i denti mentre la malsana idea di...

Oh Dio, no!

Chiusi di scatto la boccetta e la rimisi quasi con violenza sul ripiano, le guance in 
fiamme.

Ma cosa mi saltava in mente?!

« Marinette, mi stai ascoltando? » la vocetta acuta di Tikki mi fece sobbalzare.

« S-Sì! E non condivido quello che dici. » mentii spudoratamente pregando che non lo notasse.

Sembrò funzionare perché la sentii di nuovo sbuffare esasperata.

ANGOLO AUTRICE

E boh poi ci sono io che me ne esco con sti poemi chilometrici... e il bello è che doveva essere ancora più lungo originariamente ma ho dovuto dividerlo per paura che potesse risultare pesante 😅

Cooooomunque vorrei ricordare che nella mia storia i personaggi sono più grandi, in questo caso ho scoperto che in Francia fanno 4 anni di medie quindi per andare al liceo Marinette, Juleka, Alya etc dovrebbero già avere 15/16 anni andante mentre Luka che è più grande di due anni (sì Astruc l'ha confermato in un tweet) dovrebbe averne 17/18 andante e frequenterebbe l'ultimo anno di liceo.

Vi servirà saperlo per il prossimo capitolo :3

Ovviamente vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto, votato e commentato nel capitolo precedente ( mi fate morire ogni volta😂😂) you guys are the best 😎👉🏼💟

E nulla, #LukaJr (FrancescaAbeni  approved) a tutti e ci sentiamo nel prossimo capitolo~ 🍕

   
 
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