Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: momoallaseconda    23/04/2018    0 recensioni
Alzò lo sguardo dallo schermo con assoluta pacatezza, pronto a capire se si trovava davanti un probabile cliente che aveva bisogno di vedere un catalogo o del classico tizio che necessitava di semplici informazioni e si ritrovò, senza sapere bene come, a ringraziare di nuovo il suo innato autocontrollo.
Un sorriso luminoso gli restituiva l'occhiata e in un attimo il battito accelerò ancora.
-----
**Per il compleanno di Page**
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Marchiato a Fuoco






La porta d'ingresso si aprì di scatto con un clangore metallico sinistro che somigliava incredibilmente ad uno sparo e per un attimo gli occhi saettarono spaesati verso quel punto, prima di ritornare lentamente alla ragione e al computer che avevano davanti, masticando oltre alla bile anche i soliti improperi contro il sé stesso di cinque anni prima che aveva osato rispondere 'ok' alla proposta di Pen di entrare in società con lui.
Law si passò una mano sul viso imprecando tra sé e sé muovendosi appena sulla sedia dietro il bancone del loro studio.
Il suo caro socio si era di nuovo scordato di chiamare il tecnico per far riparare quella dannata porta. Erano due giorni che sobbalzava ogni volta che entrava un cliente, ormai era diventato automatico sentire il battito accelerare e temere irrazionalmente per la propria vita lo faceva sentire stupido oltre al fatto che non era per niente fruttuoso per gli affari accogliere col nervoso il nuovo venuto.
Accidenti a Pen. 'Lo chiamo io il tecnico, ho un amico che ripara qualsiasi cosa!' e alla sua normale reticenza aveva pure aggiunto un laconico 'non ti fidi mai di me!' che aveva basi scientifiche e studiate a puntino, mica se le era inventate! Di fatti, Law non metteva in dubbio l'abilità di codesto prodigio della tecnica se non fosse che dopo due giorni ancora non aveva avuto modo di testarla tale dote sovrumana visto che Pen non si era ancora ricordato di chiamarlo e nel frattempo lui passava il tempo a saltar su come una molla ogni volta che quella dannata porta veniva aperta! E tutto perché all'ingresso ad accogliere i clienti ci stava quasi sempre lui visto che lo spirito troppo esaltato del suo amico avrebbe potuto in qualche maniera danneggiarli facendo fuggire il cliente ancora prima che avesse avuto modo di vedere un catalogo.
Con la parte di cervello non impegnata nella filippica contro il socio sentì la figura appena entrata avanzare piano verso di lui e fermarsi davanti al bancone, in evidente attesa della sua attenzione e Law ringraziò la sua buona stella di riuscire a non far trasparire mai nulla di quello che gli passava per la testa, riuscendo a sembrare sempre il ritratto dell'imperturbabilità anche mentre immaginava come ridurre a pezzettini l'amico, o gli avrebbe messo in conto pure quello.
Alzò lo sguardo dallo schermo con assoluta pacatezza, pronto a capire se si trovava davanti un probabile cliente che aveva bisogno di vedere un catalogo o del classico tizio che necessitava di semplici informazioni e si ritrovò, senza sapere bene come, a ringraziare di nuovo il suo innato autocontrollo.
Un sorriso luminoso gli restituiva l'occhiata e in un attimo il battito accelerò ancora.
Buongiorno!”
C'era una ragazza appoggiata al bancone e ad una prima occhiata poteva pure azzardare che fosse anche piuttosto carina. Anzi, certamente carina. D'accordo, era bella. Ok, era decisamente bellissima, non poteva negarlo.
Avrei bisogno di un consulto, tu sei disponibile ora? Ti porto via solo un attimo!”
Era bellissima, sorridente, acconciata come fosse appena stata dal parrucchiere, vestita di un sensuale tubino rosso e sicuramente in bilico su 15 cm minimi di tacco. Law aggrottò le sopracciglia, confuso. Sembrava appena uscita da una rivista di Vogue, letteralmente da una delle pagine, che diamine ci faceva nel suo piccolo e anonimo studio di tatuaggi? Doveva aver sbagliato indirizzo, senza dubbio. Però accidenti se era sexy...
Si rese conto con una punta di orrore di aver già lasciato passare fin troppo tempo dalla domanda e Law grugnì contrariato per la sua personale flemma, si sentiva gli stessi riflessi di un bradipo quel giorno ma non poteva permettere che la sconosciuta si accorgesse che l'aveva fissata imbambolato per cinque secondi buoni prima di ritrovare l'uso della parola.
Credo abbia sbagliato.” commentò asciutto cercando di non guardarla negli occhi. “La boutique francese è dall'altra parte della strada.” snocciolò in fretta riportando lo sguardo sullo schermo del computer e indicandole un punto fuori dalla finestra alle sue spalle, praticamente certo che si fosse sbagliata.
Quella ragazza l'aveva colpito parecchio ma cercò di non prestarle più molta attenzione, convinto com'era di sentirla scusarsi per l'errore e allontanarsi con il suo tacco 15 che rimbombava nella saletta, già pronto a non vederla quando avrebbe rialzato la testa, ma aveva fatto male i calcoli, forse per la prima volta in vita sua.
La ragazza era ancora lì e non sembrava dell'idea di imboccare la porta.
Law la guardò di sottecchi, suo malgrado incuriosito. Si era appoggiata al bancone con un gomito e ci aveva poggiato sopra una guancia, squadrandolo sorniona dall'alto.
Non cerco una boutique. Cerco un tatuatore serio che mi faccia un consulto su un tatuaggio che voglio fare!” proferì volutamente ironica, obbligandolo ad incastrare lo sguardo con il suo.
Law sostenne fieramente il contatto. Quegli occhi fissi lo stavano mettendo a disagio ma che gelasse l'inferno se glielo avrebbe fatto capire, lui non si sentiva mai a disagio, mai e anche quella sconosciuta l'avrebbe capito.
Nonostante i buoni propositi il disagio passò in secondo piano quando si rese conto di cosa avesse detto. Faceva un po' fatica a credere che una tipa del genere cercasse davvero un tatuatore, ma a quanto pareva non aveva sbagliato. E quello cambiava tutto. La tipa sexy si era improvvisamente trasformata in una papabile cliente.
Si sistemò meglio sulla sedia, unendo le mani tatuate in grembo e dedicandole tutta la sua professionale attenzione. “D'accordo signorina, ha trovato il tatuatore. Di che cosa ha bisogno?”
La ragazza sorrise, chiaramente sollevata di non doversi spiegare ulteriormente. Certe volte gli uomini erano dei completi imbecilli quando c'era da assimilare un concetto chiaro a chiunque ma che andava oltre le loro fisse mentali. A quanto pareva quello che aveva davanti rientrava tra le eccezioni, poteva pure perdonargli di averla scambiata per un'idiota che sbaglia indirizzo così facilmente. Certo, obiettivamente ad un tipo del genere avrebbe potuto perdonare qualsiasi cosa...
Ho un tatuaggio sulla schiena che vorrei coprire con un altro.”
Law annuì estraendo penna e fogli bianchi dal cassetto. “Si, lo facciamo. In base alla grandezza e ai colori possiamo aggiustare, modificare o cancellare del tutto quello che non vuoi più. Hai già un'idea per il disegno nuovo?”
Lei annuì e Law fece il giro del bancone fino a trovarsela davanti. Forse si era sbagliato, quello doveva essere almeno tacco 20, se non di più. Vedeva bene che non era particolarmente alta eppure riusciva ad arrivargli al naso, a lui che difficilmente trovava persone da guardare negli occhi dall'alto del suo metro e novanta. Anche lui aveva fama di essere un masochista ma soffrire per dei tacchi così alti non sarebbe mai riuscito a capirlo.
Mi puoi mostrare il tatuaggio da coprire?”
Lei indietreggiò impercettibilmente, sembrando all'improvviso titubante.
Oh, non pensavo di mostrarlo proprio oggi...”
Lui la guardò battendo gli occhi, in attesa che continuasse.
È che si trova sulla schiena...”
La fissò di nuovo alzando poi un sopracciglio e lei sbuffò incrociando le braccia.
Indosso un tubino che ha una sola cerniera ed è sulla schiena! Se vuoi vedere il tatuaggio mi dovresti aiutare ad aprirla!”
Law sgranò appena gli occhi dandosi dell'imbecille da solo. Ovvio che non sarebbe stata una cosa facile con questa qui.
Lei gli diede le spalle tenendosi i capelli a caschetto con la mano, mostrandogli la nuca e lui si ritrovò a deglutire piano per quel gesto, neanche gli si fosse denudata completamente davanti. Esitò per un istante a toccarla, sentendosi sempre più stupido e sempre meno lucido.
Oh andiamo, che c'era di strano? L'aveva fatto centinaia di volte!
No, in realtà aveva visto centinaia di volte le più diverse parti del corpo di chiunque ma di solito erano di clienti ed erano sempre gli stessi clienti a denudarsi la zona interessata, lui doveva solo prendere l'ago! Non gli era mai stato chiesto in tanti anni di lavoro di adoperarsi personalmente per far scendere piano la zip di un eccessivamente -l'aveva già detto vero?- sexy e provocante vestitino rosso lungo la candida schiena di una ragazza terribilmente attraente. E lui di donne attraenti se ne intendeva, accidenti. Le uniche volte che gli era capitata un'occasione simile alla tizia di turno doveva fare ben altro che un tatuaggio e il connubio tra le due cose arrivò immediato al suo cervello non appena la zip fermò la sua corsa poco sopra alla curva di quel pezzo di marmo che era il suo sedere. Si impose di cancellare quel pensiero dalla testa, lei era lì per il tatuaggio, poteva essere sexy quanto voleva ma lui era un professionista serio!
E passò i successivi quindici secondi di totale perdizione sulle piccole fossette che aveva alla base della schiena tanto che quando lei girò appena il viso incuriosita dal suo responso, lui trasalì come se l'avessero colto a rubare la marmellata. Law ringraziò nuovamente i kami perché fosse girata e non avesse potuto vederlo visto che al tatuaggio non aveva nemmeno fatto caso, troppo impegnato a mangiarla con gli occhi e a desiderare cose indicibili che comportavano la fotocopiatrice nuova sotto la finestra e quel vestito ridotto a brandelli. Cosa-diavolo-gli-stava-succedendo?
Fece finta di riflettere un istante sul tatuaggio per guadagnare tempo. Lui era Trafalgar Law e non avrebbe mai ammesso di essere un comune essere umano e sentirsi come tutti i santi diavoli quando si trovavano una donna bella e mezza nuda davanti! No, neanche morto! Che lei fosse bella era innegabile e poteva giusto considerare che gli provocava un leggero sconvolgimento a livello dello stomaco, nulla che potesse dare problemi però, ne era certo! Il tatuaggio, lei era lì per quello e quello lui doveva controllare!
Smise di fingere, tanto gli era bastata un'occhiata per dare il suo giudizio.
Dunque, è piccolo e monocromatico. Direi che possiamo disegnarci sopra tutto quello che vuoi.” commentò richiudendo velocemente la cerniera e tornando dietro al bancone, cercando di mettere più distanza possibile da lei e dallo sconvolgimento assurdo che aveva portato con sé vederle solo la schiena.
La ragazza si illuminò. “Per fortuna! Sono dieci anni che voglio farlo, finalmente mi sono decisa.”
Law si accigliò, sinceramente interessato. “Dieci anni? Sembri molto giovane...” snocciolò senza paura alcuna di offenderla.
Lei alzò un sopracciglio fissandolo ironica. “Ho da poco compiuto 29 anni.” chiarì ridacchiando.
Law batté gli occhi un attimo, perplesso. “Oh.” fu l'unico commento. Avevano la stessa età, chi l'avrebbe mai detto, gliene dava al massimo 23. “Comunque sia è un tatuaggio piuttosto curioso.”
Lei storse il naso “Errori di gioventù...” ammise controvoglia. “Ho perso una scommessa con un amico...”
Al ché Law si trovò ben più che interessato e lei dovette coglierlo perché sbuffò. “Sono una persona corretta, io! Avevo perso e il pegno era un tatuaggio. Poteva andarmi peggio in fin dei conti...” lui la guardò per incitarla a continuare e lei abbozzò una risatina orgogliosa. “Non chiedermi cosa gli ho fatto fare io quando è toccato a lui perdere...”
Law ghignò contagiato dalla sua risata. Non gliel'avrebbe chiesto ma accidenti se avrebbe voluto saperlo.
Prese in mano la penna per distrarsi da quel sorriso o sarebbe andato avanti a guardarla per tutto il pomeriggio con un'espressione ebete in faccia. Cosa-diavolo-gli-prendeva??
Si schiarì la voce e si concentrò sul foglio che lei gli tendeva e lo srotolò. Senza dubbio voleva proprio cancellare il passato... quel disegno era un enorme foglio A3 ricoperto di inchiostro rosso nella forma che riconobbe essere un semplice ma ben strutturato sole. Senza dubbio un disegno molto più bello di quello che aveva sulla schiena.
Se è questo quello che vuoi non ci sono problemi. Ora occorre capire quanto tu lo voglia grande, da lì possiamo decidere se occorreranno una o più sedute e...”
Tutta la schiena.”
Law sgranò appena gli occhi mentre riportava le indicazioni su un taccuino.
Nessuno si permetteva mai di interromperlo, quella donna si stava rivelando un'accozzaglia di grattacapi! Avrebbe dovuto liquidarla in fretta eppure non riuscì a trattenere una battuta stizzita.
La prossima volta però cerca di metterti qualcosa di meno complicato da togliere...”
Spalancò gli occhi inorridito non appena si rese conto di come potesse suonare ambigua come frase ma ormai era troppo tardi. La ragazza mostrò un sorriso piuttosto compiaciuto e a Law prese a piacere sempre meno come lo faceva sentire. Dannazione lui era Trafalgar Law! Il cinico, freddo, indifferente -e in questo caso indifferente era la parola chiave- Trafalgar Law! Lui non si rendeva ridicolo davanti a niente!
Intendevo, io...”
Oh, tranquillo! So cosa intendevi...” esclamò lei ridacchiando e lui sentì il proprio orgoglio scivolare verso il pavimento. “Di solito non mi vesto così ma vengo dal matrimonio di due cari amici e per puro caso questo negozio era sulla strada del ritorno così ho pensato di fermarmi.”
Law schioccò la lingua. “Non mi devi certo spiegazioni...”
Lo so.”
La pausa di dieci secondi contribuì a metterlo ancora più a disagio e il suo sguardo puntato addosso pure. Riprese il taccuino cercando qualcosa da fare per cavarsi dall'impiccio. “Comunque ora hai capito perché ho pensato cercassi la boutique.”
Si sarebbe schiaffato una mano in fronte se non fosse che lo considerava ammettere completamente di essersi fregato con le sue mani. Piuttosto si sarebbe fatto tatuare la scritta 'IloveRufy' su una chiappa. Davvero non gli era venuto in mente nulla di meglio da dire? A lui?? Che poi perché accidenti voleva tentare un dialogo??
Si, l'avevo intuito... ragazza sola, vestito elegante...”
Pausa.
Già. Mi stupisco che nessuno ti abbia riaccompagnato a casa.”
L'aveva detto davvero?
Lei sorrise. “Spesso i ragazzi che incontro non sono così interessanti...”
Pausa.
Sembra una cosa... triste...”
Si... Più o meno come il tuo tentativo di chiedermi se esco con qualcuno.”
Law quasi si strozzò con la saliva ma lo dissimulò con un colpo di tosse.
Lei lo fissò furba senza traccia di imbarazzo. “Quando sarà il primo posto disponibile?”
Law nemmeno guardò l'agenda, sapeva perfettamente che il primo buco libero era per il martedì successivo perché Ace aveva chiamato proprio quella mattina per disdire il suo. A quanto pareva Perona voleva portarlo alle terme...
Fu combattuto per un attimo su cosa dirle. La ragione gli imponeva di liberarsi di quella seccatura sexy quanto prima, farle il tatuaggio martedì e magari la seconda seduta fargliela in pieno inverno quando i bollenti spiriti erano cessati insieme alla temperatura e il suo corpo sarebbe stato molto più coperto! Ma il resto di sé non aveva intenzione di rivederla martedì perché poi sapeva che l'avrebbe desiderato anche mercoledì, giovedì, venerdì, sabato... e sarebbe andato avanti così in un loop infinito fino al momento in cui gli sarebbe passata, in qualche modo. Non era mai stato così complicato fare un tatuaggio ad un cliente!
Devi pensarci un po' su?”
Law alzò un sopracciglio. Ora si metteva pure a prenderlo in giro? Non aveva ancora deciso se gli piaceva l'effetto che quegli occhi avevano sul suo stomaco ma non avrebbe tollerato essere preso per i fondelli.
Vieni martedì alle 17 e faremo la prima parte.” commentò asciutto.
Lei sorrise soddisfatta e allungò il braccio per rubargli un foglietto dal bancone. “Questo è il mio numero, per le evenienze...”
Law prese il foglietto con l'espressione più impassibile che avrebbe mai potuto assumere e sperò che il martellare nel petto non lo tradisse. Koala...
Ghignò allungandole il suo biglietto da visita. “Stessa cosa.”
Koala... gli piaceva, le stava bene!
Lei gli sorrise di nuovo -non aveva mai smesso in realtà- e lo salutò con un cenno del capo prima di avviarsi con passo sicuro alla porta. Law seguì le sue gambe con la coda dell'occhio. Gli sembrava di aver intravisto qualcosa sotto la gon...
Pensi che finiremo tardi?”
La guardò sorpreso, si era fermata con una mano sulla maniglia e lo scrutava pensierosa.
Scrollò le spalle. “Sei l'ultimo appuntamento della giornata, credo un paio d'ore.”
Koala annuì, sempre pensierosa. “Quindi finiremmo per cena...”
Law rizzò le orecchie.
Che fortuna, sono pure libera quella sera...” mormorò lei al nulla grattandosi una guancia e Law si leccò le labbra, il martello pneumatico sotto la maglia nera che lavorava indefesso.
Ci si vede martedì, allora.” gli fece l'occhiolino. “Verrò vestita in modo consono. Ah, per toglierti ogni dubbio...” si sollevò appena la gonna corta mostrando una piccola porzione di coscia fasciata in quelle che credeva semplici calze. Prima.
Si, sotto ho le autoreggenti...”
E lo lasciò lì così, con gli occhi sgranati e l'animo freddo e insensibile che andava via via sgretolandosi come neve al sole, a maledire Pen che lo lasciava da solo all'accettazione clienti, a benedire Pen che lo lasciava da solo all'accettazione clienti, a desiderare come un idiota che martedì arrivasse subito e soprattutto a sobbalzare per l'ennesima volta per il rumore simile ad uno sparo. Solo che stavolta non avrebbe potuto dare la colpa alla porta che si chiudeva dietro di lei, per il battito impazzito del suo cuore.








Angolo Autore:

Allllèèèèèèèèèè!! Ci sono riuscita!! In tremendo ritardo ma già lo sai che io e internet ci odiamo... o meglio è più lui che odia me! Ma comunqueeee ancora tantissimi auguriiiiiii!!
Con questa finalmente abbiamo potuto decretare che io Law non lo so fare! Mi dispiace c'ho provato tanto tanto!! Ma l'occ si sente fin dalla prima riga...
Voleva essere un regalo e ancora lo considero tale.. tu annuisci sicura e fammi pat pat che ne ho bisogno..
Prima o poi riuscirò a metter giù qualcosa di meglio!! Un enorme bacione e ancora auguri (in ritardo come tutto ciò che faccio..)
un bacione,
Momo




   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: momoallaseconda