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Autore: quenya    28/08/2003    11 recensioni
Orgoglio. Sembra non esserci spazio per nient’altro nel cuore di uno spadaccino. Ma orgoglio e amore possono essere le facce di una stessa medaglia, perché nell’equilibrio immutabile dell’universo per una forza che allontana ce n’è un’altra che riunisce…e Zoro e Tashigi impareranno presto che l’altra metà del cuore può riservare molte sorprese.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Tashiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Addio o arrivederci?

 

 

 

“Sei sicura Tashigi?”

Nami osservò la Marine con aria preoccupata, ma il resto della ciurma sembrava più tranquilla. Erano tutti quanti in piedi sopra al ponte principale e stavano osservando mentre la ragazza saltava agilmente su una piccola scialuppa da salvataggio, che era stata già calata in mare. La costa era a poche leghe di distanza e non sarebbe stato un viaggio lungo raggiungerla.

“Si è la cosa migliore” disse Tashigi con un sorriso “Quando arriverò sull’isola chiamerò Smoker e mi farò venire a prendere, raccontando a tutti di essere riuscita a fuggire di notte con questa” aggiunse poi, guardando la piccola imbarcazione.

“Uhm, in effetti sarebbe stato un po’ sospetto se fossi sbarcata insieme a noi…”

“E non avrei saputo proprio come spiegarlo…meglio un’innocente bugia piuttosto che gli interrogatori del capitano, vi assicuro. Inoltre così non saprò più la vostra posizione e non sarei costretta a rivelarla, anche se c’è una buona probabilità che Smoker vi insegua lo stesso basandosi solo su una vaga direzione. Il capitano è peggio di un segugio quando ci si mette” finì, mettendosi a ridere.

“Senti, c’è una cosa che volevo chiederti da un po’ di tempo…” chiese Rufy e tutti gli sguardi si puntarono su di lui.

Tashigi sbattè gli occhi leggermente perplessa. Cosa poteva voler sapere a questo punto? Sperava solamente che non fosse qualcosa riguardo ai movimenti dei Marine o agli ordini che aveva ricevuto dall’alto…non poteva rivelargli assolutamente certi particolari, altrimenti avrebbe rischiato la fucilazione per alto tradimento.

“Cosa?” chiese, con la voce leggermente incrinata dall’ansia.

“Cosa c’è tra te e Smoker?”

Tutti i membri della ciurma lo osservarono ad occhi spalancati e con un enorme gocciolone di sudore sulla testa, mentre sulla tempia di Zoro comparve una discreta venuzza. Tashigi, invece, sembrò quasi strozzarsi con il suo stesso respiro ed assunse una interessante sfumatura tra il rosso gambero e il rosa corallo.

“N-Niente!” riuscì alla fine a ribattere “Cosa ti fa pensare che…” annaspò, in cerca delle parole giuste.

Rufy si grattò la testa, sotto il suo onnipresente cappello di paglia.

“Bè ecco…gli vai sempre in giro appiccicata e parli sempre di lui…pensavo che ci fosse qualcosa di tenero tra di voi” spiegò semplicemente.

Tashigi si rilassò un pochino e riprese fiato. “Lui è il mio diretto superiore ed è logico che io stia sempre insieme a lui. E’ sempre stato un punto di riferimento per me all’interno della Marina ma…” fece una pausa “Non c’è niente di personale tra noi” terminò.

Nami cercò di nascondere un sorriso. Era sempre stata molto osservatrice…lo era per carattere e anni di convivenza con la ciurma di Arlong avevano affinato questa sua dote: non le era assolutamente sfuggito quindi la fuggevole occhiata che Tashigi aveva lanciato in direzione di Zoro, quando aveva fatto quella pausa, né tantomeno il fatto che le spalle dello spadaccino si erano rilassate impercettibilmente dopo la conclusione di quel discorso. Era molto irritata dal fatto che la sera precedente non fosse riuscita a vedere come erano proseguite le cose tra quei due…colpa certamente di Sanji che le aveva riempito il bicchiere ogni volta che lei stessa si girava per riempirlo a Tashigi, e alla fine, complice una sbronza non voluta, si era addormentata sul più bello. Quando si era svegliata di soprassalto, nel cuore della notte, ed era riuscita a trascinarsi nella sua branda, aveva trovato Tashigi che dormiva beatamente. La mattina seguente era stata praticamente tutto un subbuglio: ancora assonnati e affaticati dai postumi dei bagordi della sera prima, avevano dovuto issare le vele in fretta e furia quando un bel vento fresco aveva deciso di soffiare nella direzione giusta. Così, tutta presa a tracciare la nuova rotta, Nami non aveva potuto estorcere all’altra ragazza nemmeno mezza parola su quanto era accaduto.

Ma qualcosa era successo, Nami poteva dirlo quasi con certezza. Il problema era che Tashigi, non appena aveva visto terra all’orizzonte, aveva deciso di andarsene e Zoro non le avrebbe MAI detto nulla. E così, sembra che i miei sforzi siano destinati a rimanere senza soddifazione…pensò con un sospiro.

Incrociò le braccia e si appoggiò alla balaustra della nave.

“Mi mancherai Tashigi” disse sinceramente “Mi piaceva avere un’altra ragazza con cui chiaccherare…e tu sei un’ottima compagnia. Direi proprio che non sei tanto male, per essere una Marine” terminò, facendole l’occhiolino.

“Hai ragione Nami-chan…non sapevo che nella Marina ci fossero fiori così rari e preziosi” disse Sanji, fancendole un’inchino. “Per una volta sono grato che l’esercito difenda così bene le sue basi…chissà quante belle ragazze sono in attesa di fare il loro primo servizio…se proprio dovrò essere arrestato spero che sia una bellezza simile a farlo” aggiunse facendo gli occhi a cuore ed immaginando prosperose ragazze con delle manette in mano.

Tashigi si mise a ridere “Grazie Sanji, ma credo che rimarresti deluso…per il momento le caserme sono ancora piene di nerboruti omaccioni”

“Bè, non so se è il caso di dirlo, ma sei sempre la benvenuta qui…a meno che non ti porti dietro tutto uno squadrone per farci arrestare ovviamente!” disse ridendo Rufy “E’ stato divertente averti qui…vero Zoro?” chiese girandosi verso lo spadaccino alla sua destra.

Zoro sorrise leggermente, ma non mosse un muscolo e continuò a fissare Tashigi.

“Già” rispose con tono pacato.

A quel punto Nami lanciò un’occhiata al resto della ciurma e tutti, come un impicito accordo, salutarono la ragazza un’ultima volta e si allontanarono per tornare alle loro solite faccende.

Tutti, tranne uno.

Tashigi osservò Zoro restare immobile sulla barca sopra di lei. Era controluce e non riusciva a leggere la sua espressione ma qualcosa le diceva che anche se fosse stata in piena vista, non avrebbe potuto dedurre molto. Sembrava immerso nei suoi pensieri e Tashigi non era nemmeno sicura che stesse guardando proprio lei o la immensa distesa Marina che aveva dietro le sue spalle.

“E così” iniziò lei, per spezzare quel pesante silenzio “E’ finta la tregua”

Zoro a quel punto si mosse e si appoggiò al bordo della nave, sporgendosi verso di lei. Tashigi riuscì a vedere che aveva un sopracciglio alzato e uno sguardo divertito.

“Ce n’è mai stata una?”

“Se non ci fosse stata, avrei potuto scappare o arrestarti in ogni minuto” disse testardamente Tashigi, pur sapendo benissimo che non era vero. Ma non riusciva a restitere all’impulso di provocarlo.

“E io avrei potuto impedirtelo in ogni minuto” le rispose puntualmente lui e Tashigi sorrise ancora.

“Allora direi che siamo pari”

Zoro non disse nulla e per un attimo sembrò assorto nei suoi pensieri. “Forse” mormorò alla fine.

Lei alzò un soracciglio. “Forse?”

“Ti ho battuto ancora una volta, no?”

Una venuzza di irratazione comparve sulla tempia di Tashigi.

“Ah, dici quando ti ho stretto in un angolo e tu hai dovuto ricorrere ad una mossa speciale per battermi?”

“Bè almeno io non ho dovuto mettermi magliettine striminzite e provocanti sperando che mi distraessi” ritorse lui.

“Ah si? E chi è spogliato per primo? E come mai mentre combattevamo mi fissavi la scollatura? Sentiamo” disse lei, incrociando le braccia e guardandolo con l’aria severa di un ufficiale che aspetta le scuse di un marinaio beccato sul fatto a pisolare.

“Stai scherzando? Guarda che sei tu quella che voleva sedurmi!”

“E chi mi ha baciato allora??”

“Ehi ho dovuto cedere…continuavi ad agitarti sopra di me, non stavo resistendo più!”

“Hai dovuto cedere? Tra un po’ mi accuserai di averti costretto a fare…um, quello che è successo dopo! Se ti dava così fastidio potevi anche smettere!”

“Ah e così avresti preferito che smettessi?”

“Se lo avessi fatto ti avrei preso a pugni” rispose Tashigi e poi si morse il labbro. Perché ci cascava sempre e finiva per rivelargli cose che avrebbe fatto meglio a tenersi per sé?

Un lento sorriso malizioso comparve sul viso di Zoro. Ma non c’era traccia di soddisfazione in quel sorriso, o meglio, c’era, ma non era in senso crudele o canzonatorio. Solo orgoglio maschile. Irritante, certo, ma comprensibile.

“Good. Nemmeno io me ne sono pentito” disse piano Zoro, talmente piano che Tashigi pensò di aver capito male.

Ma poi anche lei sorrise. Ma certo, Zoro non avrebbe mai ammesso una cosa del genere per primo…ecco il motivo di questo battibecco, voleva sapere se me ne fossi pentita realizzò con stupore ed anche con un po’ di tenerezza.

“Vorrà dire che mi terrò questo come souvenir”

Tutta la tenerezza di Tashigi venne improvvisamente spazzata via dalla vista di una candida striscia di stoffa nelle mani di Zoro. Striscia che lui stava facendo penzolare oltre il bordo della nave, proprio sopra di lei. Fuori dalla sua portata, ovviamente

“Ma...ma...quello…è il mio…” annaspò sgranando gli occhi e portandosi isitintivamente una mano al petto. E solo allora capì che mancava qualcosa.

“Razza di bastardo!!! Ridammelo!!!” intimò dal basso della sua barchetta, ma Zoro rise e sventolò il reggiseno più in alto.

“Eh no, bellezza, devi venirtelo a riprendere” gli fece, facedogli l’occhiolino. “Sarà il premio del prossimo scontro” aggiunse prima di far sparire nella tasca dei pantaloni il compromettente indumento. “Ammesso che tu riesca a battermi, naturalmente”

A Tashigi non restò altro che accettare la sconfitta ed iniziare a remare verso terra. Ma anche se ormai lui si stava allontanando dal bordo della nave, verso le sue solite faccende, lei gli urlò dietro il suo ultimo avvertimento :

”Ci puoi giurare Roronoa Zoro. E la prossima volta ti batterò di certo!!”

Poi iniziò a remare, pensando con un sorriso che non aveva mai permesso a nessuno di chiamarla ‘bellezza’…ma che, in un certo senso, le piaceva il tono con cui lui lo aveva fatto.

 

Quando Zoro tornò fischiettando verso il centro della nave, Rufy e Usopp gli lanciarono strane occhiate, ma lui non se ne curò. Avrebbe anche sottostato alle idiozie di Sanji, in quello stato, e sperò che quell’allegria gli durasse per un po’. Non era facile, per lui, essere di buonumore.

Ma poi una figura si stagliò di fronte a lui, controluce, e Zoro fu costretto a fermarsi.

“E così l’hai anche baciata” sussurrò una voce femminile, che gli fece venire i brividi. Peggio di Mihawk, peggio di Arlong e di tutti i mostri degli abissi messi insieme.

“Mi chiedo che cosa intendesse con quel ‘dopo’, eh Zoro?” continuò Nami, con un sorriso furbo ma - per lui - spaventoso. “Ti va di raccontarmi TUTTO?”

E Zoro capì di esserci cacciato in guai seri.

 

 

 

 

Fine

 

 

Note dell'Autrice :

Uff...e così sono riuscita a finirla...è estremamente faticoso per me scrivere i finali delle fic, perchè fosse per me le continuerei all'infinito! Ma per evitare l'effetto telenovela mi sono sforzata di concludere qui...spero solo che mi perdonerete il finale aperto. ^^

Un sentito 'grazie' alle mie meravigliose beta-tester : Shiva, perchè ha avuto la pazienza di leggersi tutte le varie (e numerose) stesure ; e Wilwarind perchè mi ha spinto a pubblicarla, tranquillizzandomi e sciogliendo ogni mio dubbio ^__^. Siete state fantastiche, ragazze!

E, naturalmente, un ringraziamento va anche ad ogni lettore che ha seguito fin qui questa mia pazzia :P

Aspetto i vostri commenti gente!!

 

 

Quenya

 

  
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