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Autore: Aittam    25/04/2018    0 recensioni
Quante domande lascia in sospeso questa serie? Quante cose ci proponiamo di risolevere seguendola eppure nulla viene mai rivelato completamente? Ecco a voi la prima parte del Ciclo dei Miracoulus (oppure, visto che recentemente l'italiano è da sfigati: The Miracoulus Cycle) ovvero un insieme di serie che vadano a rispondere ad ogni nostro dubbio amletico riguardo a questo affascinante mondo.
In questa prima parte vedremo ciò che è stato nel passato a noi conosciuto: chi furono i primi portatori? che ruolo ebbero nelle varie età storiche e come si interfacciavano ai Kwami in dati periodi in cui la magia era più semplice di quanto in realtà non sia?
ovviamente non sarà una specie di libro di storia: ogni capitolo racconterà un evento che avrà come protagonisti alcuni portatori, alcuni realmente esistiti e altri inventati di sana pianta da me medesimo con uno studio ben strutturato dei personaggi e uno sviluppo caratteriale, in molti casi, ben studiato e organizzato... il tutto sarà guidato dai Kwami principali che, in un certo senso, saranno i nostri agganci veri e propri alla serie... non mancheranno però riferimenti diretti alla serie originale o anche ad altri media... aspettatevi molte citazioni.
Genere: Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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GLI DEI SOVRANI
 
Quel piccolo gruppo di persone era riunito attorno ad un tavolo su cui era posta una mappa di un territorio desertico.  
Tra loro discutevano come liberarsi della loro piaga.
«L’ultima volta che qualcuno l’ha avvistato era su questa riva, vicino alle grotte dell’ippopotamo»
«Sicura che fosse li? Io avevo sentito che alcuni contadini avevano visto Apep da questa parte, verso il fiume»
«Ed è qui che ti sbagli, conosci i suoi poteri, sa porre il caos nella mente degli uomini. Ha sfruttato abbastanza il suo sigillo da riuscire a utilizzarlo in tutto il suo potere»
«Ma non è troppo potente per noi? Voglio dire, ora che il vecchio è morto chi lo combatterà? E soprattutto: nessuno si è mai chiesto come cavolo faccia a rimanere in vita così a lungo se non è sotto l’influenza dell’Aton…  lui lo vuole distruggere!»
L’uomo seduto alla destra del ragazzo intervenne: «Vedi mio caro, sto lavorando da un po’ di tempo a questa cosa e fino ad ora non ho trovato il capo del filo»
«Ah… hai qualche ipotesi Scimmia?»
L’uomo continuò con aria un po’ seccata per il nomignolo affibbiatogli: «C’è la possibilità che abbia trovato qualcosa di simile, fino ad ora l’Aton è l’unico oggetto in grado di emanare una simile energia ma non escludo che ce ne possano essere altri»
Gli altri assentirono.
La donna prese la parola: «E con Apep abbiamo terminato, riguardo a quella questione: ora che Ra ci ha lasciato, mio marito Asar può prendere il trono e governarci come è suo dovere, dopotutto è a lui che Ra ha concesso il proprio ruolo»
«Vedi Aset: in realtà il figlio primogenito di Ra è ancora vivo, così come suo figlio è padre di Asar e Sutekh viene prima di lui… non capisco perché debba essere lui a governarci?»
«Ra ha fatto una promessa: Asar l’avrebbe succeduto al trono d’Egitto qualora avesse abdicato»
«Ma lui non ha abdicato: è morto! MORTO!: asceso alla Duat, non è più tra noi, qualcuno l’ha ucciso!»
«Io sicuramente no…»
 «…ma hai tentato di ucciderlo una volta, con quel serpente che tu stessa creasti dal nulla!»
«Sono i miei poteri, non posso farci nulla se mi viene l’ispirazione e creo un cobra velenosissimo che, guarda caso, vada ad avvelenare Ra; non è completamente colpa mia! Poi l’ho persino curato da quel veleno.»
«Senti mia cara: io sono Geuti, il sapiente, nonché il dio dai molti aspetti e ciò sta a significare che porto il sigillo della scimmia che mi offre l’onniscienza: sono uno dei più vecchi qui e conosco benissimo la tua indole, ragazza, e conseguentemente so come ti comporteresti e sfrutteresti i tuoi poteri in caso di necessità: Tikki non ha mai concesso questa creazione vero?»
«Non dire fesserie, tu non sei onnisciente e sicuramente, per quanto ne so, lui non ti concede questo potere e perciò non puoi avere la certezza che io abbia permesso la morte di Ra. Lui se ne è andato di sua spontanea volontà! Accettalo e fattene una ragione»
Geuti sbuffò e si voltò verso una ragazza che sedeva vicino ad Aset.
«Bast, tu conoscevi bene Ra, eri la sua luogotenente e sei stata tu l’ultima a vederlo prima che se ne andasse. Ha detto qualcosa di specifico?»
«Semplicemente ha detto che preferiva lasciare il regno in mano a qualcuno di più giovane e adatto al compito»
«Ra ha giurato su Asar, sono certa che Nooroo può confermarlo» gridò d’improvviso Aset picchiando il pugno sul banco.
«Ma lui alberga il Miraculous che va al legittimo re… chi lo indossa è costretto a legarsi con lui fino alla sua morte» obbiettò l’uomo che le sedeva accanto: un tale alto vestito di bianco e con il volto nobile.
«Vuoi o no il trono marito mio?» gli chiese quindi Aset con la voce più suadente e ammaliante che riuscì a trovare.
«S...si amore… ma metti caso che… Ra non abbia giurato»
«Cos’è: non ti fidi della mia parola?» chiese improvvisamente Aset con tono preoccupante.
«No cara, semplicemente, sai come funzionano i giuramenti, una sola parola e va tutto in malora»
«Ottimo!» interruppe il ragazzo che poco prima parlava con Geuti «È giunto il momento di interpellare il buon vecchio Nooroo!» aggiunse poi estraendo fulmineo dalla bisaccia che teneva in grembo una spilla a forma di ali di farfalla color indaco.
«Khonsu, sei sicuro?» gli chiese Geuti.
«Fidati. Ora Asar, mettitela»
«Se non sarò il legittimo re non mi accadrà nulla vero?»
«Nulla amore, fidati di me» lo rassicurò la moglie ponendogli una mano sulla spalla.
«Ora mettigliela» tagliò corto Bast rivolgendosi a Khonsu.
«Si… gattaccia maledetta» ringhiò a mezza voce il ragazzo portando la spilla.
La giovane strinse il pugno destro e dal suo medio si propagò una luce che la mutò nell’aspetto con la quale venne ricordata in seguito: una bellissima donna perfettamente identica a lei ma apparentemente diversissima da se stessa con occhi verdi e due orecchie feline che le spuntavano dalla chioma corvina; la pelle era diventata di un coloro cinereo, la tunica era diventata nera così come la coda che era improvvisamente apparsa ed ora ondeggiava al vento.
«Ferma Bast!» le intimò Aset con voce tranquilla, quasi annoiata.
«Io non lo sopporto più, uno della sua età dovrebbe portarmi rispetto!» ringhiò in modo pauroso mentre una sinistra luce ambrata iniziava a brillarle nelle pupille e sulla pelle.
«Aset! Fermala!» gridò Geuti mentre il suo kwami gli volava accanto pronto a trasformarlo.
«Tikki, Trasformami!» gridò la giovane mentre la luce purpurea la avvolgeva mutandola.
La sua veste, da bianca, era diventata rossa a chiazze circolari nere, un piccolo collare nero le cingeva il collo e teneva fermo un velo trasparente che le avvolgeva le spalle; un laccio nero le legava la tunica e la chioma era trattenuta da un laccio rosso e da molti gioielli dei medesimi colori.
«Fermati Sekmeth!» urlò quindi Aset stendendo il braccio e facendo roteare lo yoyo.
Lo sguardo furioso di Bast iniziò a spegnersi mentre la sua luce omicida passò dal tetro ambrato al comune verde della sua versione trasformata.
«Plagg, Detrasformami» disse poi lei con voce monotona.
Il kwami nero uscì dal miraculous e gli svolazzò intorno.
«Sono felice che tu sia riuscita a contenerlo, l’ultima volta hai quasi sterminato il popolo egizio!»
«E anche quella volta sono dovuta intervenire io» aggiunse Aset rigettandosi sulla sedia in modo esausto e annullando la trasformazione.
 «Prima che la gatta furiosa ci interrompesse, Khonsu stava facendo indossare il sigillo a Asar… se volete darci la possibilità di interrogare Nooroo saremmo tutti molto felici!» disse in tono sarcastico l’ibis mentre Khonsu poneva la spilla al centro del collare di Asar.
Una luce si sprigionò dall’oggetto e da esso ne fuoriuscì il Kwami della farfalla.
«Dunque Nooroo, visto che Ra ha tagliato la corda, è quest’uomo il futuro re?» chiese Geuti con fare amichevole.
Il kwami annuì «Si, è lui, Ra lo designò prima di congedarsi da me»
«Perfetto. Sei salvo»
 
Aset si svegliò d’improvviso.
Aveva nuovamente sognato l’evento che aveva scatenato tutto e non riusciva più a toglierselo dalla testa.
«Amore… tutto bene?» le chiese Asar che si era nel frattempo svegliato e aveva tra le mani la corona di Iaru.
«Si, tutto bene, ho di nuovo sognato la tua prima incoronazione»
«Ah… prova a chiedere a Geuti, magari lui ne sa qualcosa»
«Vedrò se… non credo, forse dovrei chiedere a Sutekh»
«Sicura?»
«Mai stata più sicura»
 
Sutekh osservò la Dea Coccinella discendere verso di lui. Stava provando a fare una piramide di sabbia con la sua semplice capacità mentale.
«Sutekh!» gridò lei mentre la piramide implodeva.
«NOOOO! Aset non farlo mai più!» gridò lui furibondo e pestando un piede sulla sabbia.
«Non preoccuparti, te la ricostruisco io. Quanto a me: ti ricordi di quel sogno che continuo a fare? Sai, quello che vede la scena di poco prima che tu entri nella sala delle riunioni con un baule?»
«Ah già! Bei momenti» disse lui con sarcasmo
«Bene, sto ricominciando a fare quei sogni»
«Non saprei dirti, probabilmente è perché la tua mente vuole ricordarti tutti i tuoi fallimenti!»
«Non è stato un fallimento, tu hai deciso di entrare e far fuori Asar, la brutta cosa l’hai fatta tu!»
«La brutta cosa avresti potuta impedirla tu invece!»
«Ci vediamo Sutekh, vado a vedere se trovo di meglio da fare che stare a discutere con te di cose che non mi servono ora»
«Pace!»
Aset si voltò e, con  rapido passo, iniziò dirigendosi verso Menfi, pronta a vedere cosa stesse combinando il faraone: sentiva una strana sensazione, per sicurezza annullò la trasformazione e si mescolò tra la folla vociante.
«Hai sentito cosa vuole fare? Ha intenzione di sacrificare una schiava per riottenerla!» dicevano alcuni e altri commentavano disgustati o incuriositi.
«Forse accetterà il sacrificio e gli ridarà sua moglie» disse una vecchia signora per poi essere coperta dalle risa.
«Secondo me gli dei nemmeno esistono!» disse infatti un altro trattenendo a stento le risate mentre Aset faticava a mostrarsi nella sua forma “divina” per poi rinfacciarglielo.
Aset raggiunse il piazzale che si apriva dinnanzi alla casa del faraone e vide l’altare ghermito da sacerdoti.
Si avvicinò incuriosita e vide il faraone, vestito con i paramenti più regali, sollevare un pugnale sopra la propria testa con la lama che puntava verso il ventre di una ragazza tenuta legata all’altare.
«Io Akhenathon! Faraone dell’Alto e Basso Egitto, Astro del Mattino e della Sera, figlio di Horus e Ra, sono pronto a sacrificare questa giovane per consacrarla al grande padre così che possa ridarmi la moglie che amo!»
«Non lo farà veramente!» chiese quindi Aset ad un soldato li vicino, l’uomo assentì con volto inespressivo.
«Io ti consacro, vergine, come moglie del dio sole!»
Il pugnale scattò verso l’avanti ma Aset fece in tempo a bloccarlo con la sua sola imposizione della mano destra
«Fermo Faraone!» gridò lei avanzando tra i mormorii della folla ed un seguente silenzio tombale.
«Chi sei tu che osi sfidarmi?» le chiese imperativo.
«Io sono colei che protegge il faraone, la custode del popolo d’Egitto, la madre di Horus e del popolo che mi circonda. Io sono la fertile Hator e la temuta Serquet, sono la giusta Maat e Kephreth, la dea coccinella. Io sono Aset, colei che ricorderete come Isis!»
La luce avvolse la sua figura e Tikki apparve imprimendosi nel suo orecchino mentre le sue vesti mutavano e il suo sguardo si faceva più terribile.
Tutti fuggirono colti dal terrore mentre l’aria vibrò come mossa da un vento primordiale mentre un paio di ali variopinte si formarono dal velo che le ricadeva ai piedi.
«Temi Akhenathon! Gli dei ti hanno maledetto!» gridò mentre altre figure apparvero ai margini della piazza facendo il loro ingresso.
«Fermo! Io sono Horus, suo figlio, e ti intimo di abbandonare il tuo proposito o la mia vendetta calerà come in eterna onta su di te e su tutti i tuoi discendenti!» disse quello che si era fatto più vicino: alto e impetuoso, armato di Kopesh e flagello, indossava il copricapo del faraone e la corona dell’Alto e Basso Egitto mentre dalle spalle si spalancavano due ali immense che parevano coprire il sole.
«Ascoltalo» disse Bast puntandogli contro il bastone metallico mentre Asar allungò la mano e uno stormo di farfalle bianche si radunarono accanato a lui.
«Vi prego, non lo fate! Vi prometto tutti i sacrifici che meritate e ancora di più!» gridò implorando Akhenaton mentre lo yoyo volteggiava sopra la testa di Aset come una sentenza di morte.
«Sta di fatto che i sacerdoti di Ra ti hanno maledetto, perciò non hai più possibilità di scampo» urlò quindi Asar che fu però interrotto dallo stesso Akhenaton che, con un grido ancora più forte disse, rivolto al cielo: «ACCETTALA!»
Accadde in quel momento: il sole brillò più forte e un raggio partì dal sottosuolo trasportando in alto la schiava che urlava e si dimenava mentre attorno al sole il cielo si faceva più oscuro.
«Interrompi il raggio!» gridò Asar mentre Aset si gettava verso Akhenaton facendo roteare lo Yoyo seguita dagli altri suoi alleati.
«Horus! Va e tira via la schiava dal fascio, io mi occupo di Akhenaton con gli altri!» gridò la dea mentre il figlio spiccò un rapido balzo accompagnandosi con il battito delle poderose ali.
Giunto accanto alla giovane, la prese delicatamente ma scoprì di non riuscire a portarla via; la strattonò in tutti i modi ma a nulla sembrava servire.
«C’è qualcosa sotto terra che fa partire il raggio, forse una piramide, distruggetela!» gridò quindi Horus mentre cercava in tutti i modi di liberarla venendo trasportato anche lui verso il sole
«Scaviamo?» chiese la madre.
«No, secondo te? Aspettiamo che spunti fuori da sola?» le chiese ironico il dio falco mentre la luce si faceva sempre più vicina… intravedeva una specie di occhio ma non sembrava ellittico come quello di Ra…. Era circolare.
Asar cercò qualcuno che potesse servirgli e, trovandolo, inviò un’akuma provvidenziale.
Il gigante di terra e erba si fece strada tra la folla e, con un singolo pugno, riuscì a scavare fino a raggiungere la punta della piramide sotterrata.
«Ora Bast!» gridò Aset mentre la ragazza-gatto si gettava verso la punta rinvenuta per distruggerla. Una sfera nera comparve tra i suoi artigli e si infranse sulla pietra che si disintegrò all’istante.
Il raggio si interruppe facendo ricadere la giovane verso il suolo.
Horus riuscì a prenderla al volo riportandola a terra mentre Bast finiva di menare Akhenaton con il bastone di ferro.
«Ora mi chiedo. È normale che Ra si mostri in questo modo?» si domandò uno dei sacerdoti mentre osservava l’ombra nera scomparire così come era apparsa.
«Non so voi, ma secondo me quello non era Ra» commentò il sacerdote vicino.
Il faraone però non sembrava essersi completamente stancato e Bast sembrava iniziare a risentire  della fatica del cataclisma appena sprigionato.
«Aset, prendi il mio posto!» gridò lei mentre fuggiva verso i vicoli.
La coccinella piombò rapida verso il sovrano mulinando l’arma con furia omicida; si gettò su Akhenaton e lo colpì ripetutamente con lo yoyo; dopodiché sollevòil braccio destro al cielo e una luce apparve lasciando cadere una strana boccetta che, appena fu aperta, liberò una strana nebbia che investì il re.
Akhenaton indietreggiò non appena la nebbia lo investì in volto. Tossicchiò e cadde in ginocchio.
«La dea della creazione può uccidere!» disse severa Aset mentre il suo corpo iniziava a ricoprirsi di piaghe e pustole.
«Provate a curarlo! Non servirà!» gridò poi lei verso i sacerdoti per poi, con un salto fulmineo, seguire Bast.
 
Aset stava tornando verso la Piramide Divina, dove si trovava la sede delle riunioni, quando notò qualcuno che si sbracciava da lontano per attirare la sua attenzione.
«Bast? Cosa diavolo ci fai li? Ti avevo cercata per tutta Menfi!»
«Vieni, devo dirti una cosa importante!» rispose lei con voce angosciata.
Aset si mise a correre nella sua direzione mentre la sua preoccupazione saliva come il livello del Nilo nei gironi di piena.
«Cosa ti preoccupa?»
«Guarda cosa ho trovato!» disse la ragazza-gatto indicando qualcosa per terra.
Era un teschio con impresso l’Hankh sulla fronte.
«Non è possibile, solo Ra aveva quel simbolo in quel punto!»
«Appunto!»
«Quindi Ra è morto veramente?»
«Appunto»
Le due si voltarono mentre la terza voce prendeva un aspetto: un uomo alto e sinistro, volto incavato, occhi dalla sclera e dall’iride rossa come il deserto che circondavano una pupilla giallo acido, denti più affilati del normale e un cappuccio che ricadeva sulle spalle. La pelle rossastra e il lungo abito verde ed oro intrecciato con fili bianchi.
Il vecchio sollevò una mano e tra le sue dita danzò una sfera nera circondata da anelli rossi.
Nell’altra una sfera rossa, solida, campeggiava sul palmo e sulla sua superficie era impresso un singolo simbolo: un occhio circolare dalla cui destra spuntavano una linea e una spirale.
«Non mi riconosci Aset? Forse tu si Bast!»
«Isfet» sussurrò a mezza voce Bast mentre Asat invece ringhiava: «No: Apep!»
«Già…. Se quella giovane mi avesse raggiunto probabilmente io ora avrei già distrutto l’Aton… peccato, ora distruggerò tutte e due!»
Una luce rossa.
Tutto era finito.
Di Aset e Bast,  nessuna traccia.
Il miracoulus del gatto nero e della coccinella? Spariti nel nulla prima che Apep potesse prenderli.
L’Aton? Anche lui scomparve.
Così come tutti i portatori che si erano affidati a lui: morti sul colpo e spazzati via come polvere.
Rimangono nel mito che narra di Iside e Osiride.
E di Apep, o Apophis, il grande serpente del caos, nessuna traccia… forse il suo Kwami non comparve mai più… eppure molti si chiesero come mai avesse ottenuto tali poteri senza un sigillo da indossare ma guidato da un’entità sciolta e dai poteri illimitati.
 
La notte era calata mentre dalle sabbie dell’Egitto sorgeva l’entità: un essere fumoso e enigmatico che osservava le luci della città e si dirigeva a Est e a Nord, verso la lunga penisola che accompagnava il corno d’Africa. Li avrebbe albergato per i prossimi mille anni e pochi lo avrebbero nuovamente disturbato. Volava ora, avvolto dai fumi multicolori, i suoi occhi verdi ed una corta chioma bluastra scintillavano sotto la luna e al di la del fumo da cui era composto Djinn, il figlio della sorte.
 
Dovute spiegazioni (Rettifico che il mio Superio mi ha obbligato a farle)
Innanzitutto: perché non ho scritto nulla nel primo capitolo?
Non lo so, semplicemente mi sono dimenticato e, visto che mi è venuta l’ispirazione, ho deciso di scrivere tutto qua.
Ho già detto qualcosa nell’introduzione; mi interesso a questa serie più dal punto di vista metafisico che romantico (sebbene sia questa la parte, preponderante) sebbene il romanticismo non mancherà in ciò che scriverò.
Ho ideato un bel po’ di teorie che comprendono anche i personaggio a cui siamo abituati (in queste serie di semi-oneshot collegate tra loro non compariranno mai) i quali avranno, nella mia idea, un ruolo importante nella lore generale.
Avrei potuto partire con il fulcro del tutto: raccontarvi le origini dei kwami e le loro vicende pre-divine ma non sarebbe stato forse un po’ troppo fulmineo? Forse era meglio iniziare con qualcosa di più soft e tranquillo. Sono stato affascinato particolarmente dal racconto di Nooroo, personaggio che, a mio parere, può essere sfruttato per renderlo interessante (se continuerete a seguirmi nelle mie prossime serie vedrete) il quale spiega approssimativamente ciò che sono i kwami e che ruolo hanno avuto nel corso della storia.
Eroi leggendari? Possibili ex dei? Personaggi storici del calibro di Giovanna d’Arco? Ma che figata non è!?!
Alcuni sono già stati definiti (per ora solo i possessori di Tikki) ma altri, la maggior parte, ci sono ancora incogniti.
Per ora avete visto i portatori più antichi: vi ho nominato i primi nello scorso capitolo (nessun riferimento storico, tutta gente inventata) mentre, in questo caso, abbiamo assistito al collegamento più evidente alla serie principale. Ma parliamo con ordine: cosa mi ha portato a pensare che la Dea Coccinella potesse essere Iside?
Innanzitutto, non esiste nessuna dea coccinella nella mitologia egizia e, l’unico animale che ci si avvicina di più, è lo scarabeo stercorario, adorato perché ritenuto l’emanazione del sole (e anche su questo ci torneremo… vedrete) che era identificato con il dio Kephri.
Nei testi non si nomina mai una possibile pseudo-Kephret (una Kephri al femminile) ma si può presupporre che, molto marginalmente, potesse esistere: gli egizi avevano un dio per ogni cosa e venivano creati e dimenticati nel corso di singoli anni.
Affidiamoci più al ruolo che rappresenta la coccinella nella visione di Miraculous: fortuna e creazione. Qual’è la dea che rappresenta questi concetti? Una divinità che riassuma la triade: Iside, Hator e Maat: magia creatrice, amore e sessualità, ordine e equilibrio, tutti concetti che si riassumono nel kwami rosso e nero.
Per Bast (Bastet) era facile… l’ho resa donna per motivi vari. Riferito a questo personaggio, posso dire, che definisce un lato di Plagg che fin ora non si è visto: il lato oscuro e distruttivo: la distruzione vera e propria: Sekmeth.
Sekmeth era la dea leonessa legata a Bast e Hator e raffigurava, soprattutto, la distruzione pura e sciolta: il flagello di Ra: una furia scatenata che portava morte e distruzione ovunque andasse. Per fortuna che non era sempre in quella forma.
Asar (Osiride) l’ho unito a Nooroo per il suo legame con la morte e la successiva rinascita. Ho lasciato anche sottintendere il famoso mito della morte e resurrezione di Osiride (sarà Aset, con l’aiuto di Bastet, a riportare in vita Asat in cambio di un’altra vita) e, come vedete, l’ho reso come un personaggio estremamente positivo, nulla a che vedere con Papillon, avendo ereditato il miraculous della farfalla dalla dinastia degli Dei Faraoni (tutti lo terranno tranne Horus che continuerà ad affidarsi al miraculous del falco) e utilizzandolo, perciò, in modo serio privilegiando il lato positivo di questo interessante oggetto che svilupperò.
Parliamo di Apep e dell’Isfet… l’uno è il Simulacro di un potentissimo kwami che agirà sempre nel corso delle mie storie, l’altro è il suo catalizzatore preferito… l’Isfet era la forza contrapposta al Maat: il Caos, la forza primordiale che va contrastata e che non permette l’esistenza, il cui più grande operatore è Apep aka Apophis, il serpente rosso, una divinità demoniaca che minacciava di divorare Ra e, con esso, Aton: il sole. 
Nessuno a parte me si è chiesto come diavolo facesse il semplice potere di un’Akuma a controllare il sole? Come se gli dei egizi esistessero ancora nel 21 sec. a Parigi! Ma se abbiamo già delle divinità precise che controllano il mondo di miraculous: i kwami!
Esisterà quindi una forza che ha guidato Alya verso il sole oscuro? Diciamo di si: la forza oscura che verrà rappresentata da un personaggio interessante che, di sfuggita, ho introdotto nelle ultime righe: Djinn, l’onnipotente sovrano della materia… sapeste chi sono i suoi genitori non ci credereste mai!.
Se avete delle domande fatemele pure. Per favore non uccidetemi per via della mia assenza fin troppo lunga (mea culpa, vi prometto una maggiore regolarità di pubblicazione) e preparatevi a grandi cose che sfideranno il vostro modo di percepire questa serie.
   
 
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