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Autore: Larceny    25/04/2018    2 recensioni
Fliegerabwehr: termine composto che indica tutte le forme di artiglieria specificatamente progettate per l'abbattimento di bersagli aerei.
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L'ombra del conflitto incombe nuovamente sul Commonwealth quando la Confraternita d'Acciaio dichiara guerra ai Minutemen. L'accusa è di aver tradito la razza umana, per aver nascosto e assecondato la Railroad nei suoi sforzi per la protezione dei synth sopravvissuti alla distruzione dell'Istituto.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Goodneighbor non era stata abbandonato, durante la guerra. Anzi, l'insediamento di Scollay Square era stato il primo che, con quasi sorprendente entusiasmo, si era apertamente schierato con i Minutemen subito dopo la dichiarazione di guerra, aprendo le ostilità con la Confraternita d'Acciaio con un certo sanguinario abbandono.

Tutt'ora, i vicoli dell'ex quartiere a luci rosse erano fittamente popolati, anche se non più solo da vagabondi e tossicodipendenti. I Minutemen ne avevano fatta una roccaforte ben protetta, rendendolo a tutti gli effetti la fortezza più importante della fazione all'interno dei confini di Boston. Ogni area era stata adibita ad accomodare al meglio la grande quantità di miliziani e artiglieria che la attraversavano continuamente, Third Rail e Hotel Rexford inclusi; e insieme ad essi anche numerose nuove strutture, erette di recente all'ombra dell'antica autostrada crollata. La State House era stata trasformata nel più grande ospedale da campo che la città avesse visto dai tempi del centro medico di Mass Bay, quasi duecentotrenta anni prima.

Non tutti gli abitanti della Goodneighbor che fu avevano preso bene il cambiamento, ma Hancock non aveva abbandonato i suoi cittadini meno inclini alla lotta. A chiunque non avesse voluto o potuto imbracciare le armi contro la Confraternita era stato offerto un posto a Diamond City, a suggello del nuovo corso preso dalla città sorta in Fenway Park dopo la fine infelice del sindaco McDonough. Certo, nemmeno quella soluzione aveva fatto piacere a tutti, ma se la scelta era tra quello, o il trovare una fine sanguinosa sotto le gatling della Confraternita, allora anche i più cocciuti avevano eventualmente accettato il compromesso.

In una fortezza in piena guerra aperta, un locale come il Memory Den non aveva molto posto. Non con la sua originaria occupazione, per lo meno. Irma e Amari erano state le prime ad allontanarsi volontariamente da Goodneighbor, le postazioni che usavano i vagabondi per intrattenersi spinte in un angolo o smantellate per recuperare pezzi di ricambio. Lo scantinato che una volta era stato abitato dalla dottoressa era ora occupato da un grosso tavolo ingombro di mappe e carteggi, l'aria resa pesante dall'umidità e dalla grande quantità di sigarette che venivano consumate al suo interno. Le pareti erano scarne, la maggior parte dell'attrezzatura originaria rimossa ad eccezione di vecchi e nuovi terminali tenuti lì dentro per proteggere i preziosi dati al loro interno. In un guizzo di spirito d'iniziativa, qualcuno aveva inchiodato una bandiera dei Minutemen al muro: ma né Hancock, né MacCready sapevano chi fosse il responsabile. Nessuno, però, aveva mai pensato di toglierla.

MacCready ora la fissava con un'intensità tale da, potenzialmente, darle fuoco con lo sguardo. Se lui fosse stato uno degli Inarrestabili, almeno.

-Sto solo dicendo, che viste le perdite forse sarebbe il caso di coinvolgere Preston, no? Era lui quello con la gente in contatto con l'isola, se hanno sentito qualcosa... lui o magari Deacon,- insisteva Piper dalla sua destra, china sul tavolo delle mappe, parlottando con quel tono che prendeva quando le veniva il chiodo fisso per qualcosa. In questo caso, la situazione con quel ca... volo di prigioniero.

Hancock finora non si era pronunciato sulla questione. L'altro Comandante se ne stava appoggiato alla parete opposta, a braccia conserte vicino la bandiera, in attesa che l'ennesima discussione scemasse in termini più civili. Ormai era diventata un'abitudine. D'altro canto, quando scendevano in quello scantinato, loro tre da un po' di tempo a questa parte non facevano altro che litigare. E MacCready si stava innervosendo, di nuovo. Perché era stufo, stufo marcio di dare tutta quell'attenzione a una situazione del cavolo che avrebbero potuto risolvere un paio di giorni prima piantando a quel tizio un proiettile tra gli occhi nel momento stesso in cui l'avevano trovato. Lui lo avrebbe fatto. Ma non era stata sua l'operazione, ci aveva pensato Hancock, e Hancock lo aveva riportato indietro e glielo aveva scaricato sulle spalle.

-Insomma, il tempismo è strano, no? Prima ci attaccano a Far Harbor, e poi ce li ritroviamo a casa Caboto...- proseguì la donna.

-Appunto!- la interruppe MacCready, frustrato. -Che domande ci sono da farsi su cosa ci facesse lì Danse? Il robot sentinella ha fatto il suo lavoro e li ha eliminati, e per quello che ne sappiamo lui poteva tranquillamente essere di pattuglia con loro. E ce lo siamo portato in casa!-

-Con una ferita da plasma e disarmato? Cos'è, lo avevano portato a fare una passeggiata e a uno di loro è partito un colpo per sbaglio mentre cercavano di accendere il barbecue? Ragiona, Robert, gli hanno sparato loro! Ci deve essere qualcosa sotto, me lo sento!- intervenne ancora Piper, agitandogli un dito di fronte al viso.

MacCready lo allontanò con un gesto un po' più secco del necessario e le scoccò un'occhiataccia da sotto il cappello. -L'unica cosa che c'è da sentirsi è che sei una dannata fissata, Wright! Non c'è bisogno di mettersi a fare dietrologie per qualsiasi cosa, erano a casa di Caboto per saccheggiarla e il robot li ha neutralizzati! Porca puuh... aletta, lo abbiamo riprogrammato apposta! Che bisogno c'è di farsi mille domande?!- Allargò le braccia con un gesto esasperato. -Dovevate piantargli un proiettile tra gli occhi appena trovato!-

-Mac-, lo richiamò Hancock a quel punto, rompendo il suo silenzio.

-Cosa?!-

-Piantala!- gli intimò il Ghoul. -Cristo, mi state facendo venire il mal di testa. Il fatto che Far Harbor sia andata non vuol dire che possiamo essere impulsivi. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, erano troppo isolati per raggiungerli in tempo. Scaricare una mitraglietta in faccia a Danse per vendetta non risolverà la questione.-

-Beh, no, ma di certo non mi darebbe fastidio- borbottò MacCready, voltandosi per accendere una sigaretta.

-Lo abbiamo notato- commentò Piper, sarcastica, a mezza voce.

MacCready la aveva sentita. -Non ho chiesto il tuo parere!- sbottò.

-E comunque!- intervenne di nuovo Hancock, alzando la voce per interrompere la lite sul nascere. -E comunque, uccidere Danse non riporterà qui Nate.-

MacCready tacque, limitandosi a esalare una boccata di fumo. Quello era stato un colpo basso, e Hancock lo sapeva. Per lo meno, Piper ebbe abbastanza considerazione da non commentare oltre.

Hancock si staccò dal muro e si avvicinò al tavolo. -Ora, fratelli. Se abbiamo finito di prenderci a schiaffi morali a vicenda, c'è altro di cui discutere. Danse dovrebbe essere l'ultima grana a cui pensare, al momento.- Diede un'occhiata dura ad entrambi, sfidandoli a commentare oltre, ma per il momento parevano essersi placati. -Bene. Torniamo a Far Harbor.-

-DiMa...?- chiese Piper, a bassa voce.

-Morto- rispose MacCready. Ritornò a sua volta al tavolo, spostando delle carte per prendere in mano la trascrizione di un rapporto, l'ultimo che aveva ricevuto. -I miei uomini hanno detto di aver trovato Acadia vuota. Nessun segno degli abitanti a parte DiMa, e non c'erano segni di collutazione. Probabilmente quando lo abbiamo raggiunto la Confraternita non l'aveva ancora nemmeno trovato.- Si interruppe per tirare un po' di fumo dalla sigaretta. -Tutti i sistemi erano morti e i dischi rigidi bruciati. Deve essersi ucciso. Devono aver saputo che stavano arrivando, e non sapendo che altro fare...-

Hancock sospirò, afflitto. -Non aveva altra scelta. Ha fatto bene.-

-Beh. Insomma. "Bene."- MacCready iniziava a sentire l'inizio di un esaurimento nervoso avvicinarsi. Spense con più veemenza del necessario la sigaretta in un posacenere traboccante, avendola finita ad una velocità allarmante. -Se per "bene" intendi che ora non abbiamo più nessuna speranza contro la Confraternita e che ci converrebbe piuttosto metterci tutti in fila per farci asfaltare dal loro robottone gigante in una passata sola, allora sì, ha fatto bene.-

-Non avrebbe potuto fare altro- replicò Piper. -Non c'era modo di proteggerli, e poi non lo avremmo mai raggiunto in tempo...-

-Eh, invece sì. Lo abbiamo trovato prima della Confraternita- ribattè MacCready, aspro.

-Sì, e poi la Confraternita ha massacrato i tuoi uomini- gli ricordò seccamente Hancock. -Trenta miliziani e cinque insediamenti di gente, in un attacco solo. Anche avendolo trovato prima, lo avremmo condotto da loro. Secondo te che ne avrebbero fatto di DiMa, poi? Aveva delle priorità!-

-E infatti le ha mandate tutte al diavolo!- sbottò infine MacCready, frustrato, tirando un calcio al tavolo. Alcuni fogli svolazzarono per terra, spinti dalla violenza del colpo; il posacenere traboccò, spargendo sporcizia sul resto delle carte. Non ebbe bisogno di vedere le espressioni degli altri per pentirsi immeditamente dello sfogo. Si tolse il cappello e si passò le mani sul viso. -... dannazione. Vado a prendere una boccata d'aria- disse, e uscì dallo scantinato, senza attendere risposte.

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Seduto sul bordo del marciapiede, MacCready si accese un'altra sigaretta, guardando l'attività della piazza senza vederla veramente. Piper e Hancock non l'avevano raggiunto fuori. Il giovane soffocò un pensiero velenoso che lui sapeva non si meritassero, e cercò di calmarsi.

Far Harbor era stata la peggiore sconfitta che avessero subito in dieci anni di guerra. E tenendo conto dell'andazzo che aveva avuto lo scontro fino a quel momento, era tutto un dire.

Il Commonwealth era stato rimodellato a seguito del conflitto. Quello che era stato l'apparente inizio di un'economia fiorente fondata dai Minutemen era stato troncato sul nascere: delle decine di insediamenti che i miliziani avevano fondato, ne resistevano solo una manciata. Castle, Jamaica Plains, Covenant e Sanctuary, non contando Goodneighbor e la recentemente reclamata Quincy, troppo lontana per essere di qualche valido aiuto se non come checkpoint da cui indirizzare i volontari provenienti da sud.
Volontari, sì, perché era così che erano sopravvissuti i Minutemen alla guerra fino a quel momento: il continuo afflusso di miliziani che arrivavano, incredibilmente, davvero da ogni dove, era stata la loro linfa vitale. MacCready era rimasto di sasso, quando glielo avevano spiegato. Di fronte all'artiglieria pesante della Confraternita sarebbero dovuti cadere anni prima, la logica lo imponeva: ma lì dove cadeva un miliziano, due si univano per prendere il suo posto e combattere con altrettanto vigore l'avversario, che invece non godeva affatto di quell'afflusso continuo di truppe. Anzi, se possibile la Confraternita aveva visto la sua popolarità affondare ancora più in basso.

Tutto merito di Nate.

L'anello che MacCready portava all'anulare sinistro si faceva sempre pesante quando il pensiero andava in quella direzione. Sospirò, ma non se lo tolse (la sola idea di farlo era insopportabile), limitandosi semplicemente a rigirarselo attorno al dito.
Erano passati dieci anni, eppure la figura di Nate continuava ad ispirare persone provenienti da tutta America. Si parlava di lui persino nel Mojave: giusto due mesi fa erano arrivati dei volontari dicendo di venire da quelle parti, e pure Fahrenheit li aveva guardati come se avessero avuto tre teste ciascuno.

Ma senza andare così lontano, anche Far Harbor era stata una delle regioni a cadere preda dello charme di Nate. MacCready ricordava il giorno, anni fa ormai, in cui l'uomo lo aveva congedato a Diamond City ed era partito con Nick per aiutarlo in un caso. Erano stati via quasi tre mesi.

Eventualmente, l'Isola si era fatta incantare anch'essa, nonostante leapparenti resistenze dei suoi abitanti. Nate vi aveva fondato ben cinque insediamenti, includendo la città sul molo ed escludendo Acadia, che aveva sempre preferito autogestirsi. La politica dell'Isola non era mai stato un argomento sul quale Mac avesse indagato, ma sapeva che all'Unico Superstite andava benissimo così. E da terra selvaggia qual era stata, l'Isola si era trasformata in una comunità in crescita, in grado di tenere a bada la Nebbia e le sue creature senza troppi problemi. Tanto che, pur essendo alleati dei Minutemen, c'erano effettivamente ben pochi miliziani di stanza sulle sue coste, data la relativa indipendenza dei suoi abitanti.

La Confraternita non aveva impiegato molto tempo ad accorgersene, una volta fatte le dovute indagini sui vecchi contatti di Nate prima della guerra. E ora che lo scontro stava logorando entrambi gli schieramenti, la scarsità di risorse aveva reso Far Harbor una preda ghiotta.

A quel punto gli isolani avevano adottato l'unica tattica che avevano visto funzionare, la stessa che avevano messo in atto gli insediamenti più piccoli del Commonwealth: l'autodistruzione. Tutto ciò che non era stato ritenuto indispensabile era stato o trasferito alle roccaforti tutt'ora esistenti, o distrutto perché la Confraternita non potesse appropriarsene. Nel caso di Far Harbor, i condensatori di Nebbia erano stati spenti e gli insediamenti cosparsi di esche per le creature che la abitavano, trasformando le apparenti innocue abitazioni in trappole letali per i saccheggiatori.

Ma Far Harbor aveva sottovalutato la ferocia della Confraternita. Gli abitanti dell'Isola si erano riuniti nella città sul mare, fortificando le loro difese come meglio sapevano fare: ma nessuno li aveva preparati all'assalto dell'artiglieria aerea degli invasori. I Minutemen stazionati al faro di Kingsport non avevano potuto far altro che ascoltare alla radio il loro massacro, spegnere definitivamente le comunicazioni da e verso l'isola, e fuggire a sud.

Decine di persone erano morte in un solo giorno, la cui unica colpa era stata quella di essersi fidati di Nate e aver tentato di costruirsi una vita migliore con le proprie forze. Senza nemmeno contare, poi,il fato degli Acadiani. Nessuno sapeva che fine avessero fatto.

Mac buttò via la cicca della sigaretta ormai esaurita, esalando l'ultima boccata di fumo con un sospiro stanco.

-Hey, fratello.-

Hancock gli si affiancò nel momento in cui stava scuotendo il pacchetto per tirarne fuori un'altra, e si sedette sul marciapiede, apparentemente incurante delle pozzanghere di liquami in cui il suo cappotto poteva andare ad inzupparsi. Era anche vero che ormai quella roba era ridotta ad uno straccio, strapazzato dalle battaglie e dalle cinghie dell'armatura; il Ghoul però pareva deciso a non imitare MacCready, che si era liberato ormai da tempo del suo vecchio spolverino rattoppato, e indossava ancora quel rosso abito logoro ome per una questione d'orgoglio personale.

Il più giovane offrì al Ghoul il pacchetto e l'accendino, e Hancock accettò entrambi.

-Finito di parlare con Piper?- chiese Mac, parlando attorno alla sigaretta.

-Nah. La pupa ha un'altra questione, c'è da parlare delle ronde della guerriglia giù al Common. Alle lattine sta piacendo un sacco infilarsi lì in mezzo e la cosa le sta dando dei problemi- rispose il Ghoul. -Però c'è tempo.-

-Davvero, Hancock?- insistette MacCready, una nota forse un po' disperata nella voce.

-Davvero- lo bloccò l'altro, risoluto, prima che Mac potesse proseguire. -Dobbiamo credere che ce ne sia. Abbiamo ancora tempo. Deacon non ha mandato più niente su Liberty Prime, quindi devono essere ancora bloccati, come lo siamo noi. C'è ancora tempo.- Quando MacCready non replicò, proseguì. -E poi c'è altro che dovrei dirti.-

-Mh.-

Hancock parve esitare a quel punto. -Senti... riguardo a Danse...-

Mac a quel punto era abbastanza stanco da volergliela dar vinta a prescindere, pur di non dover più sentir parlare di quel tizio. -Ci penserò, John, va bene? Tanto finchè sta nei vecchi tunnel non può far del male a nessuno. Cercherò di capirci qualcosa, promesso.-

-Okay, bella, benissimo, lo apprezzo, però, c'è un'altra cosa- insistette il Ghoul. -Danse... vedi, io l'altro giorno son sceso nei tunnel e... no, dai, non fare quella faccia, era andata Daisy a cambiargli le bende e volevo essere sicuro che non succedessero cazzate, okay?- Alla menzione di Daisy Mac si placò, ma continuò comunque a guardare in cagnesco Hancock, irritato dall'iniziativa. Il Ghoul passò oltre. -Okay, allora sono sceso ed era sveglio, e quando Daisy se n'è andata abbiamo parlato un po'. Aveva voglia di chiacchierare, il tizio... heh, è curioso, perché quando Nate se l'è portato dietro una volta, qua da noi, non aveva aperto bocca nemmeno per respirare, sembrava proprio un...-

-Hancock, il punto.-

-Sì, sì, ci stavo arrivando. Senti... Danse mi ha detto che è dovuto scappare dalla Confraternita, perché ha scoperto che è un synth.-

Mac si levò la sigaretta dalle labbra con un gesto molto deliberato e si prese la testa tra le mani. Hancock rimase molto sorpreso quando, vedendo le sue spalle tremare, scoprì che stava ridendo. Un suono brutto, rancoroso, ma pur sempre una risata, che il giovane uomo non fu in grado di tenere per sé, dura come uno schiaffo.
 
   
 
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