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Autore: Colarose    27/04/2018    1 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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Sanguemarcio 

Ogni Serpeverde, quella mattina credette davvero di avere le allucinazioni. 

A detta di tutti, la loro Sala Comune era sempre stata verde e nera, con un'atmosfera un po’ misteriosa. Quindi, si aspettavano come ogni mattina, di scendere dai dormitori e trovarla sempre uguale, i soliti divani neri, con i soliti tappeti verde e argento e con le solite pareti di pietra grezza nera. 

 

Non di certo di trovarsi davanti tutto rosa. 

 

Un rosa insopportabile per chi se lo trovasse davanti appena sveglio. Divani rosa, tappeti rosa, il camino rosa, le statuette di teschi rosa, il tavolo e le sedie rosa, perfino le pareti rosa.

 

I poverini guardarono la loro Sala Comune sconvolti e disgustati, e andarono subito a chiamare il loro Direttore, che a sua volta chiamò la McGranitt. Sembrava quasi innaturale guardare il quadro della situazione: la McGranitt e Lumacorno furenti in mezzo alla Sala Comune rosa e gli studenti (la maggior parte ancora in pigiama) a guardarsi intorno confusi e inorriditi. I professori ci provarono, ci provarono davvero, a togliere quell’orribile rosa, ma tutto fu vano. Quel colore non voleva saperne di togliersi dalla Sala Comune di Serpeverde.

 

Alla fine, dovettero dire agli studenti verde-argento che credevano che il colore si sarebbe tolto tra circa due o tre giorni massimo. E fu lì che si scatenò il pandemonio.

 

 Studenti e studentesse che urlavano le loro proteste, svegliarono anche quelli più dormiglioni ancora a dormire nei dormitori -ignari della condizione della loro Sala Comune- alcuni studenti si permisero addirittura di dare degli incompetenti ai professori.

 

«SILENZIO!» Urlò la McGranitt con voce autoritaria, tutti si zittirono. «Questo è un incantesimo di Tinta Permanente*, come alcuni di voi sapranno questo incantesimo rende difficoltoso rimuovere un colore da una superficie. Chiunque abbia fatto questa impresa idiota, l’ha fatto piuttosto potente, ma non abbastanza da farlo rimanere per sempre. L’effetto svanirà entro circa due giorni e riavrete la vostra Sala Comune. Fino a quel momento, mi dispiace, dovete abituarvi a questo colore» spiegò la McGranitt rigida e severa.

 

«Non vi preoccupate, troveremo il colpevole e verrà severamente punito» li rassicurò Lumacorno «Chiederemo ai quadri nella Sala se ieri notte hanno visto qualcuno o sentito qualcosa e vedrete che lo smaschereremo. Non credo che questi si sappia rendere invisibile.»

 

«Ora andate a prepararvi per le lezioni. La colorazione della vostra Sala Comune non giustificherà un vostro ritardo» disse infine la professoressa McGranitt, uscendo dal ritratto, seguita poco dopo dal Professor Lumacorno.

 

I professori, di certo non sapevano, che 7 piani più in alto, nella Torre di Grifondoro, cinque facce ghignavano soddisfatte.

 

 

 

In breve tempo la voce si era fatta spazio tra i corridoi di Hogwarts, e c’erano ben pochi studenti che non sapessero del fatto. Tutti sapevano chi fosse il colpevole, o meglio, chi fossero i colpevoli, perfino i professori. Ma come Sirius aveva fatto notare, a un’infuriata McGranitt -con tanto di faccia innocente- purtroppo, non c’erano prove.

 

«Potter! Lupin! Black! Minus! Potter!» li aveva chiamati la McGranitt con le narici che fremevano «Questa volta avrete una punizione esemplare!» Aveva continuato furibonda.

 

«Per cosa, Professoressa?» aveva chiesto James fintamente confuso.

 

«Non faccia finta di non sapere, signor Potter. La Sala Comune di Serpeverde è stata colorata di rosa, e non l’ha fatto di certo da sola» la McGranitt li scrutava rigida e severa.

 

«Quindi ci sta accusando di averlo fatto noi!» aveva esclamato James indignato.

 

«Ci sono prove?» Sirius era intervenuto innocentemente «Non può punirci senza avere delle validi prove, professoressa» aveva continuato.

 

In effetti, i pochi quadri ancora svegli di notte della Sala Comune verde-argento non avevano dato molte informazioni utili. Non avevano visto chi fosse stato a causa dell’oscurità e non avevano visto neanche delle sagome. Avevano sentito solo dei bisbigli sommessi e appena udibili.

 

Ma in quel momento, Lily, per quanto detestasse i Malandrini (più in particolare Potter e Black) e per quanto morisse dalla voglia di vederli in punizione, aveva ben altre cose da pensare e da chiarire.

 

«Perché leggi libri sulle Arti Oscure, Sev?» chiese Lily indagatrice. Ma Severus lesse anche qualcos’altro nei suoi occhi: delusione. 

Severus si zittì e abbassò lo sguardo, e si sentì anche un po’ uno schifo.

«Noi a scuola impariamo a difenderci dalla Arti Oscure» continuò Lily insistentemente «Non le vorrai mica praticare, vero, Sev?» chiese d’un tratto incredula e un po’ ansiosa come colpita improvvisamente da quell’idea. 

 

Piton alzò di scatto lo sguardo.

 

«No, certo che no» farfugliò «È che vorrei capire da cosa ci impariamo a difendere. Per essere più preparato, Lily» continuò più calmo. 

 

La ragazzina alzò un sopracciglio, scettica.

 

«Davvero Lily, potrei mai essere capace di fare quelle atrocità scritte in quel libro? Fidati» la tipica astuzia da serpe. 

 

Lily parve tentennare indecisa, per poi sospirare.

«Mi fido» disse infine, anche se non del tutto convinta.

 

E Severus si sentì davvero uno schifo.

 

*

Remus vide James lanciare una fattura a un bambino del loro stesso anno che passava di lì. 

 

Immediatamente la sua faccia fu ricoperta di brufoli, il bambino urlò e scappò via, probabilmente verso l’infermeria. Peter sghignazzò, mentre Sirius e James sorridevano divertiti. 

 

Erano solo in quattro, Harry era probabilmente con Lily.

 

«James!» esclamò Remus guardandolo con disapprovazione «Che ti ha fatto quello lì?!» domandò.

 

«Mi stava guardando troppo insistentemente, capisco che sono bello, ma quello stava diventando inquietante» rispose sghignazzando, seguito da Sirius.

 

«Non potevi direttamente farglielo notare invece di scagliargli una fattura?» domandò Remus un po’ ironico.

 

«Andiamo Remus! Non sarebbe stato divertente! E poi neanche lo conoscevi quello» disse Sirius con leggerezza. 

 

Remus non replicò.

 

Aveva paura. Paura che se li contraddicesse troppo, potesse perdere gli unici amici che si era fatto.

 

E in quel momento desiderò essere un po’ come Harry, che non aveva paura di sgridarli, e dire ciò che secondo lui non era corretto.

 

*

 

«Mi ha detto che non vuole praticarle, ma vuole solo sapere da cosa dovremmo difenderci in caso di pericolo» spiegò Lily. 

 

Non era molto convinta di questa spiegazione, ma Sev era suo amico, e doveva fidarsi di lui. Altrimenti che razza di amica era se non si fidava del suo migliore amico?

 

Anche se era strano il fatto che volesse informarsi così bene sulle Arti Oscure solo per sapere da cosa difendersi. Non era così tanto interessato a Difesa.

 

«E tu gli hai creduto?» chiese Harry. Aveva deciso di confidarsi con il suo nuovo amico e non con Alice, Mary o Marlene. Sapeva già cosa gli avrebbero detto, ovvero di non fidarsi, che Severus era un tipo losco e oscuro. Ma loro non conoscevano davvero Severus. Neanche Harry lo conosceva, ma sperava che da lui ci fosse un parere un po’ più oggettivo.

 

«Io mi fido di Sev!» esclamò Lily, Harry fece per aprire bocca prima di bloccarsi a causa di una voce proveniente da dietro

 

«Guarda, guarda» disse Avery, con dietro la sua banda, composta da Rosier, Mulciber e… Piton? «Una sanguemarcio e…»

 

«Non è di certo un purosangue, Avery» disse con un ghigno Rosier «Non c’è nessun Harry Potter nell’albero genealogico dei Potter» 

 

«Ho sentito dire che ha il padre babbano» disse Mulciber.

 

«Oh, Oh» disse allora Avery «Una sanguemarcio e un mezzosangue: che bella accoppiata!» continuò con un ghigno canzonatorio. Harry si irrigidì.

 

«Taci, Avery» intimò Harry gelido mentre Lily guardava tutti confusa. Che significava sanguemarcio? Comunque, qualunque cosa significava, pensò Lily, non era di certo un complimento.

 

«Come ti permetti?» ringhiò Avery.

 

«Avery faremo tardi a lezione di Incan-» iniziò Piton cercando di sviare quella conversazione che stava prendendo una piega che non gli piaceva.

 

«Chi se ne frega del ritardo, Piton!» disse Rosier

 

«Smettila di fare per una buona volta il secchione» esclamò Mulciber infastidito. 

 

Piton gli gettò un'occhiataccia che sarebbe stata degna di uccidere «Sai, non vorrei far perdere punti a Serpeverde» mentì con voce controllata. Gli altri lo ignorarono. Avery guardò Lily disgustato.

 

«Ma quella non è la tua amica Grifondoro?» chiese rivolgendosi a Piton seppur continuando a guardare Lily. Piton tacque, chiedendo con lo sguardo scusa a Lily.

 

«Che problemi hai?» domandò Lily gelida facendosi avanti sfidandolo con lo sguardo. Piton avrebbe notato in seguito a come i suoi occhi, quando era arrabbiata, diventassero dello stesso colore dell’Avada Kedavra.

 

«Ma come non lo sai?» chiese Avery fingendosi sorpreso «Non sai che quelli come te infettano il mondo dei maghi?» continuò maligno. Lily restò per un attimo senza parole, stava per ribattere quando Harry lo fece prima di lei.

 

«Casomai quelli che infettano il mondo dei maghi siete voi. Sapete, con le vostre stupide idee purosangue potreste rovinare chiunque vi creda» Harry prese Lily per il braccio, e dopo aver scoccato a Piton un’occhiata di rimprovero, si voltò pronto per andarsene. 

 

Ma colse un lieve movimento e fece appena in tempo ad abbassare lui e Lily prima che un incantesimo potesse colpirli. Si girò di scatto sguainando la bacchetta e poco dopo Lily lo imitò. Rosier, Avery e Mulciber avevano sguainato la bacchetta, mentre Piton se ne stava in disparte, indeciso se intervenire o no.

 

«Se duelliamo infrangiamo le regole» sussurrò Lily concitata ad Harry.

 

«Secondo te possiamo fare altro?» domandò di rimando Harry scettico.

 

Erano tre contro due, ma Avery e Mulciber erano solo del primo anno, mentre Rosier del secondo anno. 

 

Comunque, Harry credeva che sapessero duellare poi tanto bene.

 

«Locomotor Mortis!» esclamò Avery. Harry lo schivò.

 

«Tarantallegra!» gridò Lily colpendo Mulciber che prese a ballare una danza frenetica

 

«Expelliarmus!» esclamò Rosier.

 

«Protego!» l’incantesimo andò ad infrangersi sullo scudo di Harry.

 

«Impedimenta!» disse poi, sbalzando Rosier all’indietro, poi puntò la bacchetta su Mulciber che respirava affaticato a causa dei suoi piedi che non si erano fermati un attimo.

 

«Incarceramus!» Mulciber si ritrovò legato con delle funi, poi cadde a terra continuando a muoversi come un pesce fuor d’acqua. E poi, per ultimo Avery che guardava Harry all’erta. 

 

Peccato che Avery si fosse dimenticato di Lily, e fu per questo che si ritrovò disarmato da lei e legato da Harry.

 

«Ora che facciamo?» chiese Lily.

 

«Lasciamoli qui» rispose Harry facendo spallucce. Lily gettò un’occhiata poco convinta ai Serpeverde, per poi annuire e avviarsi con Harry . 

 

Si erano dimenticati di una serpe, nascosta nell’ombra, che li guardava sconcertata con i suoi occhi neri.

 

 

«Harry?» il silenzio che li aveva accompagnati per gran parte del tragitto fu rotto da Lily.

 

«Mhm?».

 

«Che significa Sanguemarcio?» chiese curiosa. Harry si bloccò. Perchè proprio lui doveva spiegarlo?

 

«Vedi, ci sono dei maghi che si credono superiori agli altri solo perché provengono da un’antica famiglia di maghi. Loro si fanno chiamare purosangue. Non tutti i purosangue la pensano così, ma la maggior parte sì. Secondo loro, qualsiasi mago che provenga da dei Babbani, ha rubato la magia. Poiché i Babbani, secondo loro, sono feccia. Con la parola Sanguemarcio, si intende che tu abbia il sangue infettato dai Babbani, il sangue sporco. Ma tutte queste cose sono solo stupidaggini» Spiegò Harry.

 

«E se io non fossi davvero una vera strega?» chiese Lily insicura.

 

«Tu sei una strega. Hai magia dentro di te, il sangue non definisce proprio niente. Pensa, anche se non provieni da un famiglia di maghi, sei la strega migliore del nostro anno!» esclamò Harry facendo arrossire leggermente Lily.

 

«Me la cavo» si schernì mantenendo la testa alta anche se era imbarazzata.

 

«Chissà perché Severus era con loro» si domandò Lily.

 

«Beh, magari ha fatto amicizia con loro anche se non condivide le loro idee. Sono della stessa casa dopotutto» le rispose Harry, ben sapendo che Piton condividesse quelle idee.

 

*

 

 

I giorni passarono in un soffio fino ad arrivare al 31 Ottobre. 

 

Le zucche coltivate da Hagrid erano diventate enormi, e per il guardiacaccia era arrivato il momento di raccoglierle. Le zucche furono svuotate, su di loro vennero intagliati ghigni malefici, dentro vi furono messe delle candele e vennero appese al soffitto. 

 

Per quel giorno i Malandrini avevano preparato una grande varietà di scherzi: nel corridoio del quinto piano ci furono esplosioni di caccabombe, Severus Piton fu rincorso per tutto il castello da una confezione di shampoo, ci fu un'infestazione di ragni nei bagni delle ragazze, Malfoy girò per Hogwarts per un’ora con una cravatta da Grifondoro finché qualcuno non glielo fece notare, e le divise di alcuni studenti furono tirate da una forza invisibile, facendoli cacciare un urlo. 

 

Si poteva dire, che per i Malandrini, non esistesse “dolcetto o scherzetto?” ma solo scherzetto. 

 

Comunque, questi notarono anche un po’ di malumore da parte di Harry, che era più taciturno del solito. 

 

James lo aveva beccato a guardare malinconicamente lui e la Evans, e si era chiesto giustamente perché si comportava così, di certo il ragazzino non sapeva che quello era l’anniversario della loro morte nel futuro.

 

Ma Harry si era un po’ ripreso quando erano entrati nella Sala Grande, piena di decorazioni di Halloween. Stormi di pipistrelli spuntarono dal soffitto e dalle pareti, e altri stormi neri volarono sui tavoli imbanditi dei più dolci e deliziosi pasti. Silente aveva ingaggiato degli orribili scheletri ballerini e quando gli studenti si congedarono verso le loro Sale Comuni, molti di loro non ne potevano più della musica ballata dagli scheletri.

 

 

Marlene e le ragazze si rimboccarono le coperte assonnate con la pancia piena. Ma Marlene non aveva sonno. Quella mattina, essendo domenica, si era svegliata molto tardi, lei era molto dormigliona e aveva un sonno pesante. 

 

Odiava essere svegliata presto inutilmente nelle mattine, che a detta sua, erano per dormire, ovvero quelle del sabato e della domenica.

 

Dopo essersi girata innumerevoli volte, alla ricerca di una posizione che la soddisfacesse, si arrese e si alzò silenziosamente. 

 

Indossò le pantofole e la vestaglia e decise di scendere in Sala Comune.

 

Si stava avvicinano verso una soffice poltrona vicino al fuoco ancora acceso, quando notò una figura seduta comodamente sul divano. 

 

Era un ragazzino magrolino, con degli scompigliati capelli neri e degli occhi verdi dove venivano rispecchiate le fiamme del focolare rendendoli più luminosi e spettacolari. Marlene poteva dire dalla corporatura che aveva la sua stessa età, ma quando guardò attentamente quel viso e quegli occhi, notò una grande stanchezza e malinconia che aveva visto solo in alcuni adulti. 

 

Il ragazzino guardava con sguardo vuoto il focolare accesso, perso probabilmente in ricordi a lei sconosciuti. Harry Potter -perché sì, Marlene aveva capito chi fosse- si grattò la nuca e si voltò verso di lei, sobbalzando per la sorpresa. 

 

Marlene fece un sorrisetto incerto.

 

«Ciao» lo salutò «Posso sedermi…?» chiese incerta accennando al posto affianco a lui sul divano

 

«Oh, sì certo» disse spostandosi leggermente per farle più spazio. 

 

Marlene si sedette e seguirono alcuni minuti di silenzio imbarazzante. 

 

Marlene non conosceva bene Harry Potter, e né voleva chiedergli perché prima fosse così triste, dopotutto non si conoscevano e dubitava che Potter volesse confidarsi con una sconosciuta, ma decise che non aveva molta importanza sapere il perché di quella tristezza, in quel momento gli bastava rallegrarlo. Si guardò intorno e vide un pacchetto di Caramelle Tutti Gusti+1 poggiato sul tavolo in fondo alla Sala. 

 

Si alzò e si diresse verso il tavolo, seguita dallo sguardo di Harry. Prese il pacchetto -ancora mezzo pieno- e lo portò con sé risedendosi sul divano. Lo aprì e prese una caramella a caso -gialla con delle macchioline marroni, per la cronaca-.

 

«Vuoi?» chiese ad Harry, lui annuì e la ringraziò con lo sguardo prendendo una caramella rossa. Marlene osservò la propria caramella.

 

«Io scommetto che la mia è banana!» esclamò Marlene «la tua?».

 

«Penso che sia ciliegia» rispose Harry.

 

«Sicuro? A me sembra lombrico» chiese Marlene dubbiosa. Harry osservò attentamente la caramella.

 

«Nah, è ciliegia» disse alla fine convinto. 

 

Marlene fece spallucce. «Pensala come vuoi tu» disse.

 

Si scambiarono uno sguardo e si misero in bocca le caramelle nello stesso momento. 

 

Marlene gustò la caramella alla banana mentre Harry fece una faccia schifata che fece scoppiare a ridere la bionda.

 

«Che schifo!» esclamò Harry sputando la caramella in mano.

 

«Io ti avevo avvertito» disse Marlene divertita. 

 

Presero altre due caramelle, Harry prese una verde e Marlene una giallo chiaro.

 

«Credo che quella sia uovo marcio» disse Harry guardando quella di Marlene.

 

«Per me è limone. A te invece penso sia caccole» rispose Marlene. Entrambi guardarono le caramelle incerti per poi mettersele in bocca e masticarle.

 

«Mela verde!» esclamò Harry masticando lentamente. Marlene fece un verso schifato.

 

«Avevi ragione» disse.

 

«Non la sputi?» chiese Harry divertito.

 

«No! La voglio ingoiare» disse determinata. Harry osservò le varie smorfie del suo viso mentre masticava l’orribile caramella. Alla fine scoppiò in una risata contagiosa.

 

 Marlene sorrise felice, nonostante il sapore disgustoso in bocca : era riuscita a farlo sorridere, anzi, a farlo ridere! E poco dopo si trovarono a ridere insieme.

 

E quando Marlene si infilò sotto le coperte, sentiva ancora la risata di Harry Potter che le rimbombava dolcemente nella testa.











*incantesimo inventato da me

Angolo Autrice
Ecco a voi un nuovo capitolo! Piaciuto lo scherzo nella Sala Comune di Serpeverde? Si lo so, qui non sono molto presenti i Malandrini, ma cercherò di rimediare nel prossimo capitolo. Lily ha scoperto che c’è razzismo anche nel mondo nei maghi e Remus non ha il coraggio di sgridare i Malandrini. Siamo giunti a fine ottobre, e abbiamo un po’ più approfondito il personaggio di Marlene. Spero vi sia piaciuto l’incontra tra lei e Harry e l’idea delle Caramelle Tutti Gusti+1. Fatemi sapere cosa ne pensate della storia recensendo e alla prossima!





Capitolo gentilmente revisionato da lilyy e Nag, grazie!
   
 
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