Ringrazio anche solo chi legge.
Allieva promettente
Morpheus parò il colpo di
piatto inferto dalla giovane
davanti a lui, schivò il calcio alto di lei che
balzò e, atterrò, dopo un salto
che era sembrato una levitazione.
La sua lunga veste nera aveva uno
spacco all’altezza della
gamba liscia e le lasciava scoperte le braccia, la giovane era libera
così di
colpire con braccia e con gambe. Ad ogni suo movimento i lunghi capelli
neri
ondeggiavano alle sue spalle, mentre rischiava di sciogliersi lo
chignon tenuto
insieme dalle bacchette d’avorio rosso lavorato.
Gli occhi, dalle iridi color oro di
Morpheus, erano atoni,
mentre l’uomo schiavava ogni attacco, con movimenti
soppesati, fulminei, ma
ripetitivi.
La giovane accompagnava ogni colpo
con un secco: “Ah”.
Morpheus muoveva le braccia in una
serie di parate alte e
basse, il suo viso esangue era illuminato dalla luce del sole.
La giovane sentiva il sudore
pizzicarle la pelle che, umida
e sporca, era coperta di graffi. Si piegò di lato, evitando
una fiammata, avvertì
il calore lambirle l’addome piatto, si rialzò in
piedi, stretto dal body di
pelle nera.
Le gemme arancioni della veste di
Morpheus s’illuminarono,
dando vita a bagliori che illuminarono la sua figura. Il lungo codino
di
capelli, gli ondeggiava dietro le spalle, mentre la sua fronte spaziosa
e
rasata era segnata da alcune gocce di sudore.
Aman balzò
all’indietro, evitando degli spuntoni di ghiaccio
che stavano uscendo dal terreno, strappando l’erba e zolle di
terra. Allungò le
braccia sottili sopra di sé e attivò la sua
magia, che le percorse le dita. Una
spada dalla lama aranciata, più scura all’inizio
che andava a schiarirsi verso
il bianco lungo la punta, dal manico rosso scuro, le apparve tra le
dita
sottili.
Saltò e raggiunse Morpheus
con un calcio al fianco,
facendolo cadere pesantemente a terra. Il ghiaccio franò,
scomparendo in una
serie di bagliori azzurri, mentre le gemme sulla sua veste si
spegnevano.
Morpheus vide la spada, dalla lama
curva, puntata verso di
lui, la sentì gelida sulla pelle all’altezza della
giugulare.
“Bravissima. Ormai sono
obbligato a fare sul serio durante i
nostri combattimenti, mia preziosa Aman” disse.
Aman allontanò la lama dal
collo pallido di lui e
indietreggiò.
Morpheus sorrise, si pulì
la guancia con il dorso della mano
e si rialzò in piedi.
“L’allieva ha
superato il maestro” disse.
Aman arrossì e
negò con il capo, dicendo: “È stata
solo
fortuna”.
Morpheus si sfilò da sotto
la grande tunica azzurra una fiaschetta
di pelle, l’aprì e la porta a lei.
“Puoi bere da qui, in
cambio” disse.
Aman arrossì, con la mano
tremante l’afferrò.
“D-davvero?”
chiese e la voce le tremò.
Morpheus annuì con la
testa, piegandola lentamente.
Aman si portò la
fiaschetta alle labbra e la sorseggiò,
sentendo il sapore dolcissimo del vino accarezzarle la lingua e
scendere caldo
lungo la gola. Si leccò le labbra con la lingua e
restituì la fiaschetta al
proprietario.
Morpheus bevve a sua volta un sorso e
la posò.
< Per quanto questo vino sia
una delle cose più preziose
che ho, tu sei più importante, mia promettente allieva
> pensò.
“Per oggi ritiriamoci.
Presto salirà la nebbia” disse.
Aman congiunse le mani al petto e
fece un inchino.
“Sì, maestro” obbedì.