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Autore: LightingThief    28/04/2018    3 recensioni
L'annuncio del Torneo Tremaghi, che quell'anno si terrà ad Hogwarts, scuote particolarmente gli animi degli studenti e chiunque vuole partecipare per ottenere fama e gloria. Ma il Ministro della Magia Sengoku impone un'unica regola: solamente i ragazzi appartenenti al sesto ed al settimo anno potranno prendervi parte.
Così iniziano le avventure dei ragazzi, che dovranno affrontare un anno più difficile degli altri sia per via del torneo sia per la convivenza con gli studenti provenienti dalle altre scuole. Affronteranno il famoso Ballo del Ceppo e soprattutto dovranno risolvere enigmi e prove.
Ma chi verrà scelto dal Calice di fuoco?
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Questa è una ff Crossover con i personaggi di One Piece catapultati nel mondo di Harry Potter. Spero che l'idea possa piacere e che soprattutto diverta.
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Famiglia Vinsmoke, Mugiwara, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 31. Solutions

La biblioteca della scuola, come sempre, era un posto più buio del previsto, specialmente se ci si riuniva, per pura disperazione, nel cuore della notte. 
Era la sera prima della Seconda Prova del Torneo e Bibi, oltre ad i soliti incantesimi per combattere e difendersi, non aveva trovato nulla di utile sul Platano Picchiatore. Insomma, sui libri era riportata l’antica storia di Hogwarts e di come era giunto li, per volere del preside, le sue funzioni e come gestirlo, ma come si faceva a mettere fuori gioco un simile albero? Questa domanda li assillava e neanche quel genio di Trafalgar Law aveva trovato nulla di utile, ma in compenso, quella sera, il corvino aveva gli occhi arrossati, l’aria di chi aveva appena  bevuto qualcosa come venti caffè ed era uno dei pochi svegli intento a cercare. Sul tavolo a fianco al suo, ed a quello di Robin, che a sua volta stava provando a far qualcosa leggendo meglio le incisioni sulla collana, c’erano Rufy, Zoro, Sanji ed Usopp che ormai dormivano da più di mezz’ora. Il giovane Chopper, in loro compagnia aveva suggerito di riportarli a letto, ma nessuno, men che mai Bibi o Nami, avevano intenzione di smuoversi da li per cercare qualche informazione. Perona, che aveva deciso di unirsi al gruppo per dare una mano, era andata a prendere un libro dal Reparto Proibito, spacciando un permesso con la firma falsificata del professor Doflamingo. Cosa del tutto sbagliata, ma magari da quelle parti avrebbe trovato informazioni nuove. Pell, invece, stava togliendo di mezzo tutti i volumi che non servivano più e che avevano scartato.
Bibi, sfogliando l’ennesima pagina, e scansando al volo un libro che magicamente ritornava al suo posto, sospirò profondamente e gettò la testa indietro.
«Domani sarà una tragedia. »
Nami, che aveva l’aria di chi voleva trovarsi a letto, poggiò una mano sulla spalla dell’amica e poi provò a sorriderle.
«Non esagerare, non ci sarà nessuna tragedia. Al massimo perderai—… »
«Ma si prendereanno qualcosa ed io non so neanche di che si tratti. »
«Hai controllato che in camera tua non mancasse niente? Insomma, io per i miei vestiti potrei uccidere. » sussurrò la rossa prima di poggiare entrambi i gomiti sul tavolo. 
«Non manca nulla, quindi non ho idea di quel che faranno—… se solo ci fosse un modo per—… distruggerlo. »
«Non credo che i professori vogliano che qualcuno dei campioni distrugga un albero di così immensa importanza. E’ un bene unico e raro che solo Hogwarts possiede. » precisò Pell, prima di andarsi a sedere stancamente accanto a Bibi. 
La ragazza, allora, dopo aver tirato indietro i capelli con un gesto della mano, si voltò a guardarlo ed accennò un sorrisetto fintamente incoraggiante. 

« Non sei d'aiuto, Pell! » ribattè la turchina sospirando.
«Ed io sono anche convinta che i professori non vogliano la morte di una ragazza—… o sbaglio? » aggiunse Nami, che a fianco a Bibi si sporse in avanti per lanciare un lungo sguardo in direzione di Pell. 
«Koala, Sabo ed Ace hanno trovato qualcosa? » domandò la turchina con aria annoiata.
«Nulla, sempre le stesse cose. E’ tutto altamente ripetitivo. Non dicono assolutamente niente che ci possa far capire qualcosa in più—… a quanto pare neanche l’incantesimo Immobilus funziona, quindi bisogna pensare ad altro. »
Law sollevò il viso stanco dai libri, ed allora si scombinò maggiormente i capelli scuri. Doveva essere provato e soprattutto spossato per non essere riuscito a trovare niente di niente. Così forse era giunto il momento di ritirarsi e di andare a riposare, infatti fu Nami la prima che si mise in piedi e si diresse verso i quattro addormentati. Ad ognuno di loro diede un colpo sulla testa, per farli svegliare e Bibi notò che quando dovette colpire Sanji lo fece con meno forza del previsto. Ancora non avevano parlato, o almeno così sapeva Bibi, e dovevano risolvere quella questione alla svelta altrimenti sarebbe andata sempre peggio. 
Con aria decisamente assonnata tutti quanti aprirono lentamente gli occhi, provando a nascondere gli sbadigli a causa della tarda ora. Rufy, ovviamente, aprì la bocca come se nulla fosse, Zoro, invece, rimase ancora un po’ coricato con la faccia sul banco, Sanji si riprese provando a sembrare sveglio, ed Usopp, infine, ebbe quasi un moto di terrore che lo spinse a cadere giù dalla sedia sbattendo la testa. 
Lanciò un urlo, segno che da un momento all’altro la bibliotecaria sarebbe andata a disturbarli, e Perona fece capolino da dietro una pila di libri che poggiò con un forte tonfo accanto a Zoro. 
«Allora, adesso come procediamo? » domandò la rosata guardando gli altri, ma Bibi scrollò le spalle, con aria arresa e poi sospirò profondamente. 
«Penso che sia giunto il momento di andare a dormire, grazie per i libri, Perona, ma adesso ho troppo sonno per leggerli. »
«Capisco—… »
Notò allora che la ragazza era quasi delusa da tutto ciò, ma effettivamente Bibi non poteva farci nulla. Non avevano ricavato nessuna informazione, quando improvvisamente Usopp lanciò un altro urlo, beccandosi una serie di occhiatacce. 
«AHHHHHH! FINALMENTE CI SONO! » 
Tutti, compresa la turchina, lo fulminarono con lo sguardo, pronti a tappargli la bocca, ma l’entusiamo con cui il Corvonero si rimise in piedi, scattando come una molla, fece loro intuire che era appena successo qualcosa nella mente del ragazzo. 
«Finalmente hai capito di essere decisamente troppo fifone e che la tua paura del “non voglio provare questo incantesimo” è solamente una cosa irrazionale? » ovviamente Nami gli fece il verso, cosa che fece sorridere Nico Robin, che invece andò ad appoggiarsi alla spalla di Law.
«No—… e non sono un fifone, Nami! O forse sì. » la rimproverò Usopp mentre a grandi passi si diresse da Bibi, che afferrò per le spalle ed iniziò a scuotere. «In realtà so come farti mettere fuori gioco il tuo caro Platano Picchiatore. »
Nel sentire tali parole tutti i ragazzi presenti, anche quelli mezzi addormentati, fissarono Usopp stupito. Bibi, per un attimo, le sembrò di aver capito male, ma invece non era così, perché le parole di Usopp suonavano trementamente serie per essere soltanto uno scherzo dettato dalla stanchezza. 
«Davvero? »
«Certo, solo che era così evidente che me lo sono dimenticato—… però poco fa, dormendo ho pensato che—… »
«Usopp, dacci un taglio e dillo! » lo spronò Law che improvvisamente era diventato subito serio e si era avvicinato per ascoltare.
Il Corvonero annuì e poi deglutì guardando negli occhi la turchina.
«Il Platano picchiatore possiede una sorta di “nodo” o “giogo” fra le proprie radici o fra i rami. Se solo riuscissi ad applicare la giusta pressione su quel punto preciso l’albero s’immobilizzerebbe e non ci sarebbero problemi. » 
Ecco la soluzione che tanto stava cercando, e sembrava anche piuttosto semplice, in fondo doveva semplicemente individuare quel punto, che non aveva idea di come riconoscere, però, nonostante tutto ciò, Bibi annuì con ritrovato entusiasmo, anche perché di Usopp si fidava ciecamente, lui era da sempre il migliore in erbologia.
«Allora è fatta—… ma come lo posso individuare? »
«Io—… non lo so, però immagino che sarà un punto interno, ben nascosto che difficilmente l’albero metterà in mostra. Devi scoprire dove si trova il nodo e poi colpirlo con forza per farlo smettere. »
Usopp, nonostante la brillante idea, non aveva aiutato molto anche se quello era un ottimo punto di partenza, per lo meno sapeva come liberarsi del platano, e si domandò se una cosa simile la sapessero anche Katakuri ed Hancock, ma a Bibi di loro non importava. Potevano essere i più grandi campioni in assoluto, ma lei non sarebbe stata da meno, o almeno ci avrebbe provato fin quando sarebbe stato possibile. 
Con un ritrovato sorriso si voltò a guardare tutti quanti, ringraziandoli mentalmente anche solo per la loro presenza a quell’ora di notte in biblioteca, e tutto solamente per aiutarla. In quel momento sentì gli occhi arrossarsi, forse anche per la stanchezza, e con la mancina li strofinò per provare a ricacciare indietro le lacrime di stanchezza, ma improvvisamente all’inizio del corridoio, la figura ammantata del Professor Crocodile sembrò materializzassi davanti a tutti loro. E dire che la smaterializzazione, all’interno delle mura di Hogwarts, era assolutamente vietata.
Sicuramente doveva possedere qualche trucco che ancora non aveva svelato. 
«Non dovrebbe essere un po’ tardi per un gruppo di studio? » domandò con assoluta tranquillità il professore studiandoli uno ad uno, almeno fino a quando i suoi occhi scuri non si soffermarono sulla figura di Bibi. «Signorina Nefertari, è alquanto curioso trovarla tanto spesso in biblioteca in compagnia di figure che costantemente tendono a mettersi nei guai. »
Le gote di Bibi divennero immediatamente rosse ed infatti si ritrovò a boccheggiare, perché sapeva bene dove voleva andare a parare, ma ad intervenire fu Rufy. 
«In verità la stavamo aiutando, quindi non può mettere solamente lei in punizione. Dovrà mandarci tutti in punizione. »
«Lo intuivo e probabilmente giungerà il giorno in cui lo farò davvero, Monkey—… ma per questa sera sorvolerò su tutto ciò e facciamo che adesso smontate tutto ed andate a dormire, anche perché domani mattina ci sarà la seconda prova, quindi la nostra campionessa deve per forza riposarsi. »
Tutti quanti, dopo il tono gelido usato da Crocodile, annuirono. Certo che quel professore riusciva ad incutere timore praticamente a chiunque. 
«D’accordo, professor Crocodile—… » mormorarono alcuni di loro intenti a raccogliere tutto quel che avevano, mettendo negli zaini una grande quantità di libri, pergamene e calamai. 
«Potete andare—… tutti tranne il signor Pell. » 
E nel sentire quel nome, perché effettivamente Bibi si era già immaginata l’ennesimo rimprovero o riunione prima della nuova prova, rimase particolarmente perplessa, come lo era il resto del gruppo. 
«Non fate quelle facce—… il preside vuole semplicemente parlargli, non è nulla di grave. » 
Ma riflettendoci attentamente ptoeva tattarsi anche della sua domanda al Ministero della Magia. Bibi sapeva fin troppo bene che gli Auror avevano già cercato di reclutarlo prima ancora che avesse finito la scuola e questo per via del nome e soprattutto per le abilità che lui stesso possedeva. Ne avevano parlato più e più volte in uno dei loro incontri quindi si voltò lentamente verso di lui ed entrambi si scambiarono un tacito e silente cenno d’assenso, il tutto unito da un sorrisetto appena accennato da parte di Pell. 
«D’accordo, professore, andiamo. »
«Ottimo. » tagliò corto Crocodile che inspirò profondamente e poi si voltò, dando le spalle a tutti gli altri e facendo cenno a Pell di seguirlo. 
I ragazzi, rimasti in silenzio, guardarono entrambi allontanarsi, perdendosi fra le grandi mensole e librerie della biblioteca. Nessuno disse niente per qualche secondo, almeno fino a quando Zoro non sbadigliò di nuovo, rischiando di addormentarsi su Perona. Tutti quanti si guardarono e si lanciarono silenti sguardi, almeno fino a quando a rompere quel silenzio fu inaspettatamente Law.
«Crocodile ha ragione, dobbiamo andare, adesso che sappiamo come fare per bloccare il platano non si può più tornare indietro. »
Bibi si voltò in direzione del moro, che sembrava deciso tanto quanto lo era lei, ed entrambi annuirono all’unisono, segno che almeno adesso aveva qualcosa da cui partire, molto meglio rispetto all’inizio della serata. 

La borsa pendeva dalle spalle di Nami, che si era ritrovata a camminare più lentamente del previsto, rimanendo indietro anche rispetto agli altri, forse perché quel giorno era davvero stanca. Semplicemente per aiutare Bibi avevano passato intere giornate in biblioteca senza ricavare niente, ed alla fine quel tonto di Usopp se n’era uscito in quel modo. Insomma avrebbe decisamente potuto pensarci prima.
Eppure quello era un ottimo modo per rimanere impegnata e per lasciare che la sua stessa mente non subisse turbamenti o andasse ad altri pensieri. Voleva concentrarsi così da fare in modo che lo studio diventasse una distrazione dai mille dubbi che l’assillavano, anche perché l’incontro con il professor Izou non aveva fatto altro che confonderla.
Aveva sbagliato a comportarsi così con Sanji? E Rufy aveva mai anche solo pensato a lei in quei momenti?
No, doveva distrarsi e finalmente, adesso, sarebbe andata a letto per chiudere gli occhi ed abbandonarsi al mondo dei sogni. Un sospiro uscì dalle sue labbra ed addirittura la ragazza fu costretta a fermarsi per sciogliersi i lunghi capelli che ricaddero in morbidi boccoli lungo la schiena. Rimase qualche secondo in silenzio, immersa in quell’oscuro corridoio, almeno fino a quando non vide sbucare l’ultima persona con la quale avrebbe voluto parlare.
O forse era proprio con lui che doveva discutere?
Sanji non sembrava sorridere, era solamente preoccupato e la sua espressione la diceva lunga, infatti le si avvicinò ad ampie falcate mettendole una mano sulla spalla. Stranamente Nami non oppose alcuna resistenza e per la prima volta dopo tanto tempo, puntò nuovamente gli occhi in direzione di quelli del biondo senza arrossire. 
«Va tutto bene? » le domandò lui, con un pizzico d’apprensione ed allora la ragazza s’affrettò ad annuire.
«Sì, sono solamente stanca—… »
«Lascia che ti porti la borsa, Nami. »
«Non—… » ma non riuscì a terminare la frase che Sanji aveva di già preso la sua borsa e posata sulla sua stessa spalla, per poi lanciarle uno sguardo di sbieco. 
«Non dovevi farlo per forza, Sanji. » Mormorò Nami che si diede una piccola spinta col bacino per scostarsi dal muro al quale era appoggiata. 
«Ed infatti non lo faccio per forza, Nami. »
E con quelle parole lui le sorrise, mostrando alla ragazza uno dei più bei sorrisi che qualcuno le avesse mai mostrato, e stranamente sentì le proprie guance arrossarsi. 

«Sicuro che non lo fai per quello che è—… successo fra di noi? »
Non seppe dire come mai fece riferimento a quel momento, sentiva solo di doverlo fare, ed infatti si pentì qualche attimo dopo. 
«Lo avrei fatto a prescindere, Nami—… mentre quello che è successo fra di noi è stato—… »
«Strano. »
«Bello. »
«Ma anche bello. »
«Forse un po’ strano lo era. »
Entrambi si ritrovarono ad annaspare in quella discussione sentendosi altamente in imbarazzo, era come se la cosa presentasse degli effetti negativi e positivi, segno che effettivamente a lui non era dispiaciuto. E quel dilemma l’aveva tormentata per giorni e notti, insomma come poteva aver paura del giudizio di Sanji? Però tutto questo era anche abbastanza strano. 
«Diciamo che è stato—…. interessante, d’accordo? »
Nami annuì, anche se per tale ammissione si sentì particolarmente in imbarazzo, tanto da passarsi una mano sulla guancia. Era tranquilla, almeno fino ad un certo punto, di sapere che con Sanji si era posta mille problemi inutilmente visto che anche lui sembrava disposto a—… tornare ad essere normali, per quanto fosse possibile come cosa.
Ma quello, fra tutti, non era esattamente il momento giusto, sia per la tarda ora sia perché quando si trovava da sola con lui in corridoio, l’ultima volta, era accaduto l’indicibile e quindi una parte di sé era decisa a tornare il più in fretta possibile verso la propria sala comune, però prima di andare, sorprendentemente, lo afferrò per la mano e trascinò il biondo lungo il corridoio.
Riuscì a notare con la coda dell’occhio l’espressione sorpresa di Sanji, il tutto accompagnato da un sorriso che faceva ben sperare. 
   
 
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