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Autore: faithisunavailable    28/04/2018    3 recensioni
Il ritiro estivo del secondo anno di Bakugou alla UA piombò su di lui con tutta la sua furia selvaggia di –beh, parliamoci chiaro, Bakugou stesso.
DA METTERE IN VALIGIA:
- Fidanzato (bisogna capire quanto vorrà fargliela passare liscia)
- Gente che afferma di essergli amica (illusi e bisognosi di correzione)
- DPTS (che in realtà non ha proprio per niente)
- Una sana dose di rifiuto (dillo velocemente 5 volte ed è vero, giusto?)
Traduzione di "A Heart Swelled to Bursting" by eggstay, Ao3 - link nelle note.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Bakugou viene svegliato dalla vibrazione del suo cellulare sul comodino. Prende in considerazione di farlo saltare in aria, prima di decidere che ri-settare un cellulare nuovo gli darebbe più problemi che semplicemente ignorarlo. Si gira di fianco proprio per fare questo, quando vibra ancora una volta e, in un impeto di frustrazione, lo prende. Perché non mette il silenzioso prima di andare a letto? Perché si aspetta che le persone siano fottutamente educate e non inviino messaggi al-

Gesù. Alle sei e mezza del mattino.

E ovviamente è Kirishima.

This Asshole: manchi!!!!

This Asshole: primo giorno snz te

This Asshole: mi sono svegliato e qnd mi sn girato e tu nn eri lì : ((((

Gesù Cristo.

BOOMgod: non t permettere mai più di mandarmi messaggi alle cazzp di sei di mattins.

Bakugou silenzia il telefono, lo rilancia sul comodino e fissa la porta. Nel dormitorio, la stanza di Kirishima sarebbe stata proprio dietro quel muro, proprio accanto alla sua. Bakugou ha perso il conto di quante volte erano sgattaiolati fuori dalle rispettive camere dopo il coprifuoco solo per intrufolarsi nella camera dell’altro. Kaminari sembrava aver preso come offesa personale il fatto che l’unica cosa che facessero era dormire nello stesso letto. Che occasione sprecata, aveva borbottato tra sé quando Kirishima glielo aveva detto, non riesco proprio a credervi.

Bakugou si rigira tra le coperte.

Tira un pugno al cuscino.

…dannazione, prende il cellulare e legge i messaggi.

This Asshole: ok bene metti il silenzioso xk continuerò a scriverti

This Asshole: so k li leggerai cmq xk sei cs tsundere

This Asshole: ugh nn riesco a dormire sn trpp abituato a svegliarmi per le lezioni

This Asshole: k palle sn stanco Dx

This Asshole: se fossi qui potrei farti le coccole

This Asshole: sei cm un sedativo amico giuro k mi basta sdraiarmi accanto a te x addormentarmi mi manca

This Asshole: 6 sicuro di nn essere segretamente Midnight

This Asshole: nn credo che il costume ti doni ma la parte sadica decisamente

This Asshole: k forse anche il costume

Bakugou alza gli occhi al cielo.

BOOMgod: stupido. ho visto il tuo costume. il look da bondage è più da te.

This Asshole: !!! BAKUBRO 6 ANCORA SVEGLIO vieni a casa mia e stai nel letto cn me finché nn mi addormento

BOOMgod: mi chiamo per caso nyquil? comprati un body pillow.

This Asshole: mi manchi

BOOMgod: lo hai già detto. sei decisamente patetico senza di me.

This Asshole: : ((((( lo sn davvero nn sto scherzando sto perdendo così tanti punti virilità snz di te

This Asshole: cm hai potuto farmi una cs del genere nn l’ho mai autorizzata

This Asshole: vbb suppongo di averlo fatto qnd ho acconsentito a frequentarti xò NO

This Asshole: mi manca la tua stupida faccia perfetta. non permetterti di cambiarla prima k riesca a vederla di nuovo.

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“Katsuki, vieni qui!”

Bakugou si ferma sulla porta e spia sua madre sfogliare un raccoglitore sul tavolo, sorseggiando del caffè. Cazzo.  Finirà per chiedergli un parere su qualcosa di cui non gli importa nulla e dovrà rimanere là per i successivi venti minuti. “Vado a correre.”

Sua madre gli lancia uno Sguardo e poi dà un’occhiata all’orologio sul muro. “Alle sette di mattina. Tu.”

Si irrita. “Sono ancora abituato ai cazzo di orari di scuola, va bene?”

“Vieni qui e guarda un attimo questa cosa.”

“Non m’importa un cazzo di gamme di colori,” si lamenta, ma si avvicina comunque al tavolo tenendo il broncio.

“In questa foto quali di questi sta meglio con l’arredamento?”

Sua madre lo trattiene a guardare campioni e modelli e arredamento moderno vs tradizionale per, come aveva predetto, circa venti fottutissimi minuti. Non importa se guardi realmente qualcosa o se cerchi di sabotare i suoi gusti scegliendo deliberatamente la combinazione più orrenda che possa venirgli in mente. Non importa se sia steso faccia in giù sul tavolo e indichi una foto a caso quando gli viene chiesto. Lui sa cos’è. Ѐ un pezzo di scenografia vivente che usa per avere un riscontro sulle sue idee. Probabilmente questa è l’unica ragione per cui si è disturbata di metterlo al mondo. Dio quant’è noiosa.

“Va bene piagnucolone, fuori di qui.”

“Finalmente,” esplode Bakugou, spingendo indietro la sedia e scattando verso la porta.

“Fai in modo di selezionare la spazzatura quando sei fuori!”

“Dio, va bene.”

“E prendi il latte quando rientri, lo abbiamo finito!”

“Cazzo mamma, la fai qualcosa ogni tanto?”

“Cos’hai detto stronzetto?!”
 
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Il problema di vivere nello stesso quartiere tutta la vita è che le persone credono di poterti fare da genitore perché ti conoscono da quando eri in fasce. Le persone cominciano a prenderti in confidenza. E mentre Bakugou era riuscito a tenere i bambini del quartiere sotto il suo controllo o almeno fuori dai piedi, non valeva la stessa cosa per gli altri ficcanaso o le altre mamme del vicinato che lo ricordano piangere quella volta che era caduto sbucciandosi il ginocchio ed evidentemente utilizzavano quell’immagine a fondamento del suo carattere, anziché tutti i calci in culo che aveva dato dopo.

“Oh Katsuki! Come stai oggi tesoro?”

La signore Fukayama non è alta neanche un metro e venti ed è mezza cieca. Bakugou sarà anche irascibile, ma non è, contrariamente all’opinione comune, un cazzo di mostro. Se la nonnina che aveva l’abitudine di dargli spicchi di mandarino congelati e tè d’orzo quando le faceva del giardinaggio estivo su ordine dei suoi genitori lo vuole vedere come un tesoro, allora lascerà che lo faccia.

“Bene.” Borbotta. Ciò non significa che debba incoraggiare le sue illusioni.

“Come sei scontroso oggi.” Almeno la signore Fukuyama non si offende. Bakugou lo attribuisce al fatto che sia vecchia e non le importi di niente. “Sei felice di non andare a scuola?”

“Ѐ. Normale.” Bakugou guarda in cagnesco il cartone sparpagliato nella spazzatura e fruga intorno per trovare una cordicella. “Tra una settimana c’è il ritiro, quindi non è che passerà molto prima di rivedere gli stronzi della mia classe.”

Storce il naso al suo linguaggio, ma non lo corregge. Tutti nell’isolato conoscono sua madre. “Non hai degli amici? C’è qual ragazzino rosso che qualche volta viene a trovarti, ho dimenticato il suo nome.”

Bakugou arrossisce, felice di starle rivolgendo le spalle. “Stava diventando irritante.”

“Credo sia un bravo ragazzo. Portalo qui di nuovo, ha un bel sorriso.”

Bakugou alza gli occhi al cielo e stringe il nodo della cordicella. “Le sembro un sito d’incontri? Lo inviti da sola.”

“Oh ho ho! Dammi il suo numero e lo farò.”

Merda, gli si è ritorto contro. “Non ce l’ho.”

“Oh mmm, davvero? Peccato.”

La signora Fukuyama gli chiede di comprarle dei fagottini di fagioli rossi dal negozio quando viene a sapere che sua madre gli aveva chiesto di prendere il latte, e lui quasi rifiuta finché lei non preme una banconota da cento yen nelle sue mani e dice di comprare anche qualcosa per sé. Soldi gratis sono soldi gratis, alza le spalle e se li butta in tasca prima di iniziare la sua corsa. Probabilmente dopo avrà comunque voglia di una bibita.

Correre senza meta non è mai stato il suo forte. Bakugou odia gli esercizi ripetitivi senza alcun obiettivo: è noioso anche con la musica. Kirishima è un maniaco a cui piace sollevare pesi e fare conversazione con i completi sconosciuti che usano gli attrezzi accanto a lui, ma se Bakugou potesse fare di testa propria, vivrebbe sul cucuzzolo di una montagna dove nessuno potrebbe rompergli il cazzo e semplicemente farebbe escursioni verso e dalla città ogni mattina e pomeriggio. Si terrebbe in forma e non dovrebbe più guardare in faccia un altro umano se non fosse necessario: le condizioni di vita ottimali.

Sfortunatamente le montagne più vicine sono lontane un’ora di treno e generalmente se si prendesse la briga di andare ci starebbe almeno per una notte. Dopo quello che era successo coi Villain per i mesi a venire non aveva neanche il permesso di lasciare casa, figuriamoci andare da solo da qualche parte e passarci una notte. Era stato… difficile. Molto, molto difficile. Per quel periodo di tempo aveva dovuto abbandonare l’arrampicata, che era una di quelle poche cose che lo faceva rimanere sano di mente e (relativamente) non violento.

Ѐ vero, subito dopo erano stati trasferiti nel dormitorio quindi comunque non c’erano state grandi possibilità di andare in giro, ma avrebbe dovuto essere accompagnato da un professore perfino nel lasciare la scuola. E dal momento che la scuola non aveva professori disponibili a prendersi cura della claustrofobia dei propri studenti, ciò significava che per tutto ciò che rimaneva del suo primo anno Bakugou era più o meno agli arresti domiciliari.

Non che fosse il solo. Tokoyami, in virtù del fatto di essere stato anche lui tra gli obiettivi e l’intero gruppo che era andato in suo soccorso, anche a loro era proibito lasciare il suolo scolastico. Questo significava che le possibilità d’intrattenimento di Bakugou si riducevano a parlare con una di quelle persone.
Kirishima era la scelta meno irritante.
 
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“Adesso ammazzo qualcuno,” annuncia Bakugou, “per giustificare questa cazzo di detenzione.”

Kirishima si ferma nel far rimbalzare la sua pallina da tennis contro il muro prima di ricominciare. Il rumore è irritante, ma, come Kirishima aveva fatto notare in precedenza, se non aveva qualcosa da fare avrebbe potuto cominciare a fare qualcosa di ancora più irritante. Come mettersi a canticchiare.

“Troverò qualcuno che se lo merita, così non avranno cazzate da dire a riguardo.”

“Sono abbastanza sicuro che avranno comunque qualcosa da ridire,” ride Kirishima. Manca il lancio successivo e si alza per andare in cerca della pallina sotto la scrivania di Bakugou.

“Tutto questo è fottutamente stupido. Mi annoio, cazzo!”

“Beh.” Kirishima picchietta la pallina da tennis contro il suo mento. “Potremmo andare in palestra.”

“Siamo appena tornati dalla palestra.”

“Potremmo riandarci.”

“Stupido topo da palestra. Che ne dici di studiare? I tuoi voti sono ancora merdosi.” Bakugou sporge la mano e senza che debba chiederlo, Kirishima gli lancia la pallina da tennis.  La fa rimbalzare sul soffitto, testando i suoi riflessi. “Quand’è che entrò in vigore la legge per controllare la responsabilità dei sidekick nelle agenzie professionali?”

“Uhhh…”

Bakugou lancia la palla un po’ più forte e quasi lo colpisce in faccia. “Sarà nel prossimo test.”

“Oh merda, davvero?”

“Cretino.”

Il rumore della pallina contro il soffitto non è così tanto irritante quando è lui a lanciarla. Bakugou pensa di riuscire a cogliere cosa ci sia di piacevole.

“Potremmo limonare.”

Bakugou si congela. La palla gli colpisce il petto e rotola sul pavimento.

“Scherzavo! Stavo scherzando.” Quando Bakugou abbassa lo sguardo, Kirishima è a pancia in giù, ancora a frugare sotto la sua scrivania per la palla. Non ne è sicuro, ma crede di aver visto le punte delle orecchie di Kirishima tingersi di rosa. Forse.

Non è… una prospettiva terribile. Anche se a Bakugou il solo pensiero fa battere forte il cuore e sudare le palme delle mani più del solito. Ma perché cazzo Kirishima- non può essere. Beh non lo è- Kirishima lo perseguita sempre e cerca di farlo socializzare, ma è solo- è Kirishima. Fa queste stronzate con tutti. Ѐ sempre in giro con il cretino elettrico e occhi neri e salsa di soia, ed è sempre in giro a parlare con persone di altri gruppi. Ѐ solo una persona estroversa, qualcuno a cui piace stare insieme ai suoi compagni per qualche stupido cazzo di motivo.

Però non scherza sul voler limonare con nessuno di loro. Questo Bakugou lo sa.

“Oi” dice con voce rauca e si schiarisce la gola. “Cazzo stai- Era una specie di confessione?” Non lo pensa veramente, le spalle di Kirishima sobbalzano e Bakugou è costretto a considerare la possibilità che lo fosse, santo dio, forse lo era.

Tokoyami entra in camera di Bakugou come se avesse il permesso di andare ovunque volesse, per dire loro che stanno andando tutti in piscina per nuotare e sono invitati anche loro. Kirishima praticamente si fionda su Tokoyami per cui Bakugou non ha la possibilità di interrogarlo oltre su cosa esattamente fosse stata quella cosa, ma in realtà non importa.

Ha bisogno di tempo per pensare.
 
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Ѐ solo quando Bakugou si ritrova tempo in abbondanza che realizza, con non poca dose di orrore, di non avere niente da fare. Tutti i suoi hobby sono diventati irrevocabilmente legati alla presenza dei suoi compagni di classe.

Non può giocare a nessuno dei suoi videogiochi perché li ha già finiti e l’unico modo per riuscire a cavarci qualche divertimento è giocare con Hagakure o Kaminari per il gusto di sfidarli. Non può cucinare per divertimento perché sua madre s’incazza quando spreca il cibo e senza Satou e Yaoyorozu con il loro appetito infinito ci sarebbero più avanzi di quanti sua madre avrebbe voglia di tollerare. Non può neanche allenarsi perché è diventato così bravo in quello che fa che senza un compagno con cui confrontarsi è come se non stesse facendo niente. Potrebbe andare in palestra, pensa. Ascoltare la stessa musica ancora e ancora e semplicemente sollevare pesi. Per ore fino a cena.

Bakugou esprime la sua frustrazione sdraiandosi a faccia in giù sul divano con la TV accesa, lamentandosi con noia ogni qualvolta controlli il cellulare solo per scoprire che sono passati solo cinque minuti, o meno.

“Oh mio dio. Sei patetico, Katsuki, che aspetti a chiamare i tuoi amici.”

“No.” Ringhia Bakugou. Controlla le email per la quarta volta nel giro di mezz’ora.

“Almeno chiama Eijirou.”

“Bleh, non chiamarlo così. *”

“Non lo chiamerò mai Kirishima, cretino, quindi fattene una ragione.”

“Ho detto che non avrei voluto rivedere la sua faccia fino al ritiro.” Se si rimangiasse la parola farebbe la figura del piccolo perdente appiccicoso.

“Ascolta, ragazzino.” Un peso si abbandona sulle sue gambe e sua madre gli dà una vigorosa pacca sulla schiena. “Te lo sto dicendo perché sei il mio fottutissimo clone in praticamente tutto: prima scendi dal piedistallo e ammetti di essere un caso perso per quel ragazzo che ti piace, più semplice per te sarà la situazione a lungo termine.”

“Ѐ così che papà ti ha costretta a sposarlo?” Non che Bakugou lo voglia sapere o gli interessi particolarmente, ma almeno la conversazione lo distrae da quanto la sua casella di posta sia vuota da qualsiasi cosa possa mantenere la sua attenzione. Ancora.

“Tuo padre non mi ha costretta a fare un bel niente. Sono io che ho fatto il primo passo.”
Bakugou emette un grugnito disinteressato e seppellisce nuovamente la testa tra i cuscini del divano.

“Indovina un po’? Sentirai una bella storia, dato che sei così scocciato.”

“Mamma no,” si lamenta Bakugou, cercando di tirarsi su contro il peso sulle sue gambe.

“Finiscila e torna giù!” Quando Bakugou si risistema riluttante, lei gli tamburella le dita sulla schiena. “Tuo padre non è stato il mio primo ragazzo. Ne ho avuto uno al liceo e lo trattavo di merda. Mi aspettavo che fosse sempre lui a chiamare, decidere gli appuntamenti e fare qualsiasi altra cosa. Mi dava fiori, dolcetti e mi faceva dei regali e qualche volta anche io gli davo qualcosina, ma non gli davo molto peso. Non quanto lui.”

Bakugou si morde l’interno delle guance e ricorda la giftcard e il sorriso di Kirishima farsi meno brillante una volta aperta. Era stato un regalo di merda, lo sa, lo sapeva anche allora, ma non era stato in grado di farsi venire in mente alcuna idea e non poteva presentarsi a mani vuote. Merda, a Kirishima piaceva quel cafè, no? Che cosa si aspettava?

“Beh per lo stupore di un cazzo di nessuno, mi aveva mollato e si era trovato una ragazza che faceva veramente delle cose per lui. Ero così incazzata all’epoca. Ma poi al college ho trovato tuo padre, quindi credo che alla fine abbia funzionato per me.”

Forse se riuscisse a essere veramente preciso con un’esplosione potrebbe semplicemente farla alzare a da lui e correre via. “Dove vuoi andare a parare?”

“Sai a cosa, cretino.” Sua madre gli dà un colpetto sulla nuca. “Metti da parte l’orgoglio e chiamalo. Non importa quanto ti conosca bene: se non si sentirà apprezzato, alla fine andrà oltre.”

Prima che Bakugou potesse sprofondare troppo nella paura di rompere sul serio con Kirishima, il suo telefono s’illumina e vibra per una chiamata in arrivo. Sua madre deve aver intravisto il soprannome sullo schermo perché sbuffa. “Che classe, Katsuki. Ѐ lui?”
Sembrerà disperato se risponderà? Gliene importa? Arrg, chi cazzo se ne frega, è annoiato a morte e la sua unica alternativa è ascoltare sua madre rimuginare sui ‘bei vecchi tempi’ o su qualunque altra fottutissima cosa abbia intenzione di torturarlo. “Che c’è,” risponde monotono, lanciando un’occhiataccia a sua madre da dietro la spalla.

“Almeno mettigli un nome decente,” sbuffa, dandogli un altro scappellotto sulla testa prima di alzarsi e dargli finalmente un momento di fottutissima pace. Gesù, se avesse saputo quanto sarebbe stata irritante in questi giorni, avrebbe supplicato Kirishima di farlo rimanere a casa sua.

“Mi arrendo,” sospira Kirishima.

Bakugou si siede e contempla gli innumerevoli modi per cercare di calmare il suo fottutissimo cuore. Vede Kirishima ogni giorno. Vive con lui durante l’anno scolastico. Lo aveva visto appena ieri, per l’amor di Dio, tutto questo non ha senso. “Arrenderti a cosa?”

“Stavo cercando di trattenermi per vedere se mi avresti chiamato per primo, ma non riesco più ad aspettare.”

Perché la vita è così difficile. Bakugou si strofina una mano sulla faccia tentando di levarsi quel rossore dalla faccia. Cazzo. Come si risponde a una cosa del genere? “Ѐ- fa niente.” Dio è così patetico. Cazzo, è una specie di test? E se Kirishima stesse cercando di vedere quanto fosse mancato a Bakugou? Anche se non è il tipo da fare certe cose, probabilmente ha soltanto ceduto e chiamato perché voleva. Ma non è da Kirishima dire qualsiasi cosa gli entri in testa, quindi forse-

“Amico, riesco a sentire il tuo cervello friggere. Qualunque cosa sia, ci stai pensando troppo.”

“Sta’ zitto, non è vero.”

“Sì invece.”

Bakugou salta in piedi e si dirige in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle. Non è una cosa per le compiaciute orecchie dei suoi genitori. “Ero- ‘Fanculo, stavo per chiamarti anche io. O. Lo sai.”

Non c’è alcun motivo per cui la voce di Kirishima debba suonare così felice. “Sì?”

“Sì.”

“Controllavi il cellulare tutto il giorno? Perché io sì.”

Dio, sta veramente per morire. Di tutte le cose che gli erano successe nella vita, con tutto quello che avrebbe potuto accadergli e questo era quello che lo avrebbe ucciso. La fottutissima voce felice di Kirishima e questa terrificante sincerità. “Sì.”

“Heh heh. Questo è perché ti piacciooooo.”

Bakugou è seduto sul pavimento, la schiena poggiata al letto. “Non fare il cazzone.”

“Beh anche tu mi piaci.”

“Cretino.”

“Un cretino che ti piiiiac-”

Bakugou lo avverte, “Ti chiudo il telefono in faccia,” anche se sa che Kirishima non lo ha preso sul serio.

“Ehi, stai facendo qualcosa? Stasera vado al cinema con Kaminari e Sero. Ti va di venire?”

Una pugnalata d’irrazionale gelosia fa calciare i piedi a Bakugou in modo violento. “Non voglio vedere quegli idioti.”

“Però quegli idioti vogliono vedere te.”

Non per la prima volta Bakugou si chiede perché diavolo le persone dicano cose del genere. Perché qualcuno dovrebbe fare tanta fatica per cercare di fare amicizia con qualcuno che chiaramente non ne ha interesse? Non che sia particolarmente gentile con entrambi. Certo, si sono riversati nel gruppo di studio che per qualche motivo adesso è a capo Bakugou e certo, crede che in battaglia non siano totalmente inutili, ma non è che sappia i giorni dei loro compleanni o gli importi cosa succeda nelle loro case eccetera. E in cambio neanche a loro interessano queste stronzate. Ѐ un buon compromesso. Tutto il resto è una noiosa distrazione.

…che, sfortunatamente è proprio ciò che gli serve in questo momento. “Va bene,” sbuffa ed ignora il sììì sussurrato da Kirishima all’altro capo del ricevitore. “Che andiamo a vedere?”
 
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Ashido è riuscita a convincere Yaoyorozu a creare una cassa per il suo cellulare, ma in musica ha dei gusti fottutamente strani. Da quella cassa esce di tutto, dalle sigle di anime, alle Babymetal, all’ enka, senza un ordine ben preciso. Bakugou definisce malati i suoi gusti e per questo lei lo spinge in acqua.

Di lì a poco scoppia una guerra e sempre più dei loro compagni si avvicinano per buttarsi nella mischia. All’improvviso c’è una battaglia di torri umane a cinque e nonostante la conversazione imbarazzante di poco prima, Kirishima trova Bakugou in pochi secondi e Bakugou si arrampica sulle sue spalle per rompere il culo a Kaminari e Sero.

Tutti sanno che quando inizierà il nuovo anno, gli studenti del dipartimenti Eroi saranno rimescolati. Ѐ improbabile che siano tutti ancora nella stessa classe e dopo tutto quello che hanno passato insieme sarà difficile perdersi di vista. A Bakugou, personalmente, non gliele fotte un cazzo.

… va bene, ok, se Kirishima fosse nella sua stessa classe sarebbe un poco meno annoiato.

Il punto è che la classe A, la loro classe A, non sarà più la classe A. Anche se saranno letteralmente nella stanza accanto, non è la stessa cosa quando le lezioni sono separate, quando i loro coordinatori saranno completamente differenti. Il diploma non sarà che tra pochi mesi, ma possono tutti sentirlo arrivare come se fossero legati ai binari di un treno in corsa.

Chiedere ad Aizawa di far rimanere le cose come prima non aveva funzionato. Ashido aveva raccolto metà della classe per andargli a leccare il culo e tutto ciò che avevano ottenuto era stato farlo arrivare al massimo livello di irritazione, il che non aveva giovato a nessuno. “Nulla rimane mai com’è.” Gli aveva detto alla fine, stanco di tutte quelle lamentele. “Prima lo imparate, meglio è. Ora fatevene una ragione, sarete ancora insieme nei dormitori.”

Bakugou esce dall’acqua e si dirige verso la vasca idromassaggio lì vicino, sollevando l’interruttore per azionare i getti d’acqua. L’UA non risparmia mica sui comfort: dovrebbe essere usata per bagni veloci per riscaldare i muscoli prima dell’esercizio, ma lui ha intenzione di mettersi a mollo. Fa fottutamente freddo e se proprio deve uscire di nuovo fuori per tornare ai dormitori, vuole essere così caldo da trasformare l’asfalto in della cazzo di lava.

“Oooh Bakugou, buona idea!” Un bikini volante saltella verso di lui e si accomoda nella sua vasca idromassaggio. “Che bellezza.”

“Levati dal cazzo,” ordina, scivolando in acqua e spingendola dalle spalle. “L’ho riscaldata per me, cazzo. Il tuo culo non è nella lista degli invitati.”

“Il culo di Kirishima è nella lista?” chiede con una risatina.

Bakugou è pronto a trascinare Hagakure e lanciarla di nuovo nella piscina, ma Kirishima nuota verso la parte profonda della piscina e appoggia le braccia ai lati, mostrando un sorrisetto nella direzione di Bakugou. “Già, il culo di Kirishima è nella lista?”

Bakugou lo guarda strizzando gli occhi prima di fare probabilmente la scelta più stupida della sua vita. “Sì, lo è.”

Dietro di lui Hagakure sussulta. La ignora per guardare il sorrisetto di Kirishima scivolare lentamente dal suo viso mentre sta diventando rosso.

“Vuoi venire o no?” Bakugou si gira di scatto per lanciare ad Hagakure un’occhiataccia, “Vai via.”

“Non posso guardare?! Bakugou fai schifo.” Ma Hagakure esce dalla vasca e si fionda dove Ashido, Asui e Uraraka sono riunite, nella parte meno profonda della piscina.
Probabilmente stanno spettegolando, a giudicare da come tutte lo stanno guardando.


Ignora anche loro e fissa Kirishima, aspettando.

Kirishima tamburella le dita sul pavimento, i denti premono leggermente sul labbro inferiore prima che si sollevi fuori dall’acqua. Bakugou lo segue con lo sguardo mentre strizza i capelli e scivola nella vasca idromassaggio. “Ahh, merda, è calda.”

Bakugou sbuffa “Ma dai, stupido.”

“Sì, ma è ancor più calda perché la piscina non è riscaldata!”

“Allora accendete quei cazzo di riscaldamenti. Non capisco perché voi idioti state nuotando in pieno inverno.”

“Credo che stanotte debba andare sotto lo zero stanotte.”

“Serio? Merda.”

“Sì perché quella cazzo di Ashido mi ha stracciato.”

Kirishima ride e Bakugou non può dare tutta la colpa della sensazione di calore allo stomaco all’acqua calda. Appoggia i piedi alla panca opposta e fa finta di non notare Kirishima guardare I piedi di Bakugou vicino a lui prima di fare altrettanto. “Sai, se continui a chiamare le persone per nome potrebbero confonderlo per sincero affetto.”

“Non lo dire neanche per scherzo.”

Kirishima sorride, una piega verso l’alto all’angolo della bocca.

Bakugou schioda la lingua dal palato. “Cos’era quello che hai detto prima?”

Il sorriso scompare. “Era. Tipo.” Kirishima gratta la nuca arrossata. “Era solo un suggerimento. Ho pensato, tipo, dal momento che siamo sempre insieme e cose del genere…”

“Sei gay?”

Gli occhi di Kirishima scattano verso Bakugou, poi nuovamente sull’acqua. “Mi piacciono anche i ragazzi, se è questo quello che intendi.”
La curiosità vince sull’imbarazzo e anche se il cuore di Bakugou sta battendo all’impazzata, chiede comunque, “Ti piaccio io?”

Kirishima esita, poi annuisce.

Questa cazzata dell’amore liceale è una distrazione, e lo sa. Non ne è mai stato enormemente interessato: prima di tutto, per essere interessato avrebbe dovuto per lo meno farsi piacere la gente intorno a lui. E spesso questo non è il caso. Ma Kirishima, beh, lui è apposto. Ѐ apposto perché non si allontana quando Bakugou urla, è apposto perché distingue tra il Bakugou che deve sfogarsi e il Bakugou veramente incazzato, due stati d’animo profondamente diversi che a quanto pare molte persone non ne capiscono la differenza.

Ѐ apposto anche per altre cose.

“Non so cosa mi piace,” Bakugou dice ad alta voce per la prima volta. Non che sia una rivelazione o qualcosa che lo tormenti particolarmente. Sapere se gli piacesse il cazzo o la patata o entrambi o nessuno dei due non ha mai occupato un posto preminente nella sua lista di priorità. Ha un obiettivo ed è allo stesso tempo incredibilmente vicino ed estremamente lontano. Ha troppo lavoro da fare per perder tempo a tentennare e tergiversare su cosa gli piacerebbe leccare.

Però, pensa, potrebbe ammettere a se stesso che non gli dispiacerebbe leccare Kirishima. “…ma se per te va bene, allora. Cioè, se l’alternativa è annoiarsi a morte…”
Kirishima alza lo sguardo, gli occhi spalancati e le labbra socchiuse, e Bakugou vorrebbe annegare e sciogliersi nell’acqua. “Significa che- aspetta, vuoi dire che vorresti uscire? Con me?”

“Cazzo, sto parlando russo? Ovviamente.” ringhia Bakugou. Almeno qui nella vasca forse Kirishima non può riuscire a distinguere se la sua faccia sia rossa perché sta arrossendo o per il troppo calore.

“Vuoi uscire con me.” Kirishima ride, in modo solare, incredulo e scivola dalla panchina?? ppposta a Bakugou, avvicinandosi e sedendosi accanto a lui. Si sporge e Bakugou si odia per come i suoi occhi viaggiano automaticamente sulle sue spalle e sul suo petto prima di tornare su alla sua faccia. “Ѐ- io non-”

Bakugou si distanzia un pochino. Spazio. Ha bisogno di spazio. Proprio dietro Kirishima scorge Uraraka aggrapparsi al braccio di Asui e scuoterla mente li fissa; appena vede Bakugou si gira ma stanno tutte guardando furtivamente nella loro direzione. Cazzo. Momento sbagliato.

Kirishima piega nuovamente la testa nel cono visivo di Bakugou e dannato lui e quella stupida fascia che Ashido gli ha prestato. ‘Fanculo. “Posso baciarti adesso?”
“Ma che caz- no!” Bakugou gli dà un pugno sulla spalla come se si stesse preoccupando del fatto che Kirishima potrebbe provare a prenderlo e violentarlo lì davanti all’intera classe. O è più preoccupato che potrebbe assecondarlo. Sì probabilmente lascerebbe fare a Kirishima tutto quello che vuole, proprio lì in una vasca idromassaggio davanti a tutti. Cazzo. “Non pensi di star pretendendo troppo, capelli di merda? Vedi di calmarti.”

“Non posso farne a meno! Dai, solo sulla guancia! Per favore?”

“Fottiti,” dichiara Bakugou. Salta fuori dalla vasca e, prima che il coraggio lo abbandoni, si lancia direttamente nella parte profonda della piscina. Il viso di Kirishima è tutto quello che riesce a vedere dietro le palpebre abbassate, in attesa e speranzoso, un labbro intrappolato tra quei bellissimi, straordinari, stupidi denti appuntiti.

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Kaminari e Sero fanno sorrisini, lo prendono in giro e lo scocciano fino a farlo urlare, il che li fa quasi buttare fuori dalla gelateria dove si sono dati appuntamento. Kirishima stringe la mano di Bakugou in pubblico perché non gli interessa proprio un cazzo, neanche uno, di quanto invece metta in imbarazzo lui, o del fatto che le sue mani scoppiettano quando è troppo nervoso o che sono davanti a due dei più grandi coglioni che non si spaventano di prendere in giro Bakugou. Sempre dopo di Asui, lei è la cogliona più grande.

Come se fosse destino, incontrano Ashido e Hagakure che erano fuori a fare shopping nello stesso posto. Per qualche oscuro motivo riescono anche a trovare Tokoyami e Shouji, e poi Asui e Uraraka si uniscono a loro allontanandosi da dove stavano cercando delle nuove giacche per il ritiro. La classe A riunita ancora una volta: è quasi come una legge di natura a questo punto.

In qualche modo, Bakugou finisce con Kirishima in un negozio sportivo ancora mano nella mano e il resto dei loro compagni di classe si è disperso in giro, promettendo di avvisarli per messaggio per incontrarsi e andare a vedere il film. Come cazzo è possibile che siano passati da quattro a dieci? Non era quello per cui Bakugou aveva acconsentito.

Fa finta di esaminare una corda da arrampicata e dei moschettoni, ma in realtà non fa altro che guardare di nascosto Kirishima mentre usa il cellulare, canticchiando una stupida canzone pop trasmessa dagli altoparlanti. Aspetta finché Kirishima non si accorge che lo sta fissando prima di avvicinarsi e dargli un bacio sulla guancia.

Lo sguardo di Kirishima è inestimabile.

“Per cos’era quello?” chiede, stringendo la mano di Bakugou.

“Niente di che,” grugnisce Bakugou e stacca un moschettone dal suo gancio. “Dai, andiamo.”

Quella notte Bakugou non torna a casa se non dopo l’ora di cena e quando controlla il telefono vede qualcosa come quattordici notifiche perché è stato taggato nelle stupide foto che tutti hanno appena postato. I delinquenti recidivi (tipo Sero e Kaminari) mettono sempre come descrizione cose del tipo ‘@BOOMgod selvatico mai avvistato alla luce del giorno!’ e ‘alla vostra destra potete scorgere @BOOMgod mostrare comportamenti da essere umano’ e altre cazzate.

E poi ci sono quelle fatte da Uraraka e Ashido, foto di gruppo che dicono ‘incontro improvvisato della classe A !! guarda @indomitabledeku abbiamo fatto uscire @BOOMgod dal suo antro’ o ‘riunione del team Pokemon, abbiamo anche catturato uno splendente @BOOMgod di livello 60’ che non sa neanche come descrivere: perché i suoi compagni di classe devono metterlo in imbarazzo così davanti a tutti.

E ovviamente Kirishima deve postare una foto delle loro mani intrecciate come se fossero dei fottuti neo sposini o qualcosa del genere. ‘Uscita con @BOOMgod, GUARDATE CHE Ѐ SUCCESSO!! Muoio’ Bakugou si ripromette di passare i prossimi cinque giorni ad ignorare Kirishima per questo. Specialmente per tutti i commenti di merda di quelle teste di cazzo dei suoi compagni di classe ‘COME FAI AD ESSERE ANCORA VIVO KIRI!’ e ‘oh mio dio quelle mani sono buone a qualcos’altro oltre che uccidere e seminare il caos’ e qualsiasi altra cazzata sia venuta loro in testa. Non ha dato a quegli idioti il permesso di non aver paura di lui.

Bakugou commenta tutte le foto con un sentito VAFFANCULO e va a letto.



TN:
Secondo capitolo pieno di diabete :,) -poi mi dite come non si fa ad adorare Bakugou e Kirishima M-U-O-I-O. 
Come avrete notato il capitolo è molto più lungo del prologo, quindi ci ho messo un po' di tempo a tradurlo. Credo il "tempo di upload" dei capitoli sarà più o meno questo -comunque la storia è breve quindi non ci vorranno ere geologiche per finirla. 
Per chi avesse letto l'originale e avesse delle domande/dritte o semplicemente vorrebbe discutere sulla traduzione, non abbiate paura haha.
Detto ciò, spero vi sia piaciuta! Alla prossima OuO
  
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