Capitolo 13
Puzza di morte si sprigionava dal
campo di battaglia dove,
oramai, giacevano i corpi dei valorosi combattenti che avevano
sacrificato la
propria vita per difendere la loro terra e le proprie famiglie. Dopo
anni spesi
a combattersi e a odiarsi i vari villaggi ninja avevano stretto
un’alleanza e
creato un unico esercito per combattere i Zetsu bianchi e sconfiggere
Obito e
Madara Uchiha che ottenendo il potere dello Yin e dello Yang
lanciò lo Tsukuyomi
Infinito sul mondo.
Ma nessuno si sarebbe aspettato che
si sarebbe manifestato
un potere nemico ancora maggiore e infinitamente più
pericoloso. Madara venne
tradito dallo Zetsu nero che lo trafisse per liberare la coscienza
della sua
vera padrona, Kaguya Ōtsutsuki, che prese il controllo del corpo di
Madara
facendolo suo e assorbì il chakra di tutte le persone sotto
l'influsso dello
Tsukuyomi Infinito.
Altri guerrieri si sacrificarono per
il bene del proprio Paese
facendo tutto ciò che potevano per cercare di dare un
contributo alla sconfitta
della potentissima Kaguya e innumerevoli sforzi vennero fatti anche da
Naruto e
Sasuke che insieme a Kakashi, Sakura e Obito vennero catapultati dalla
rivale nella
sua dimensione dando così inizio ad una battaglia fino
all’ultimo respiro che
portò alla morte di Obito che, in prima di disintegrarsi,
diede a Kakashi anche
l’altro occhio contenente lo Sharingan.
Dopo innumerevoli sforzi finalmente
Naruto e Sasuke
riuscirono a sigillare Kaguya e Zetsu Nero e portando così
alla liberazione dei
cercoteri e di Madara che, però, essendo divenuto una forza
portante ed essendo
stato privato del demone contenuto, morì.
Finalmente la guerra era finita e i
ninja potevano piangere
i loro morti e ricostruire i loro villaggi. I corpi vennero raccolti e
seppelliti e di chi non venne trovato il cadavere venne comunque
predisposta
una tomba nel cimitero dei martiri di guerra e i nomi di tutti loro
entrarono
nella storia venendo associati a coraggio, fedeltà e
devozione.
La pace finalmente era raggiunta e i
ninja cercarono di
tornare ad una vita per quanto possibile normale, mentre uno in
particolare
venne acclamato come eroe e gli vennero assegnati i testi da studiare
per
coronare il suo sogno di divenire Hokage: Naruto Uzumaki era riuscito a
conquistare l’affetto degli abitanti di tutte le terre ninja
e non vedeva l’ora
di fare quanto in suo potere per mantenere la pace e la
serenità raggiunti dopo
molto, troppo tempo.
Era una serata serena e il cielo
scuro era tempestato di
stelle. Si respirava un’aria fresca e leggera mentre una
leggera brezza
accarezzava la pelle dei giovani ragazzi seduti uno di fronte
all’altro in una
radura verde.
- Siamo stati dei grandi! –
esclamò Naruto con un sorriso a
trentadue denti mentre si rilassava in compagnia dell’altro
ragazzo
- Lo saremmo stati ancor di
più se tu fossi stato il vero
Naruto – disse atono Sasuke provocando lo stupore
dell’altro
- Cosa? Ma tu come..
- Come faccio a saperlo? –
sorrise sarcastico il moro –
diciamo che dopo aver ucciso Orochimaru, ho ricevuto la visita di tre
ninja che
mi hanno sbloccato i ricordi e mi hanno spiegato come stavano le cose
- ma ora dimmi- continuò
mentre il sorriso si spegneva – dov’è
il vero Naruto? E, soprattutto, perché non ha partecipato
alla guerra?
Il biondo sospirò e
alzò lo sguardo verso il cielo – Il vero
me stesso è stato bloccato nell’ultimo tempio
– svelò sottovoce
-Cosa? – Sasuke era
esterrefatto e spaventato non metabolizzando
ciò che l’alto gli aveva svelato
- il tempio della potenza
è il più insidioso dei tre. Per riuscire
a controllare il potere che gli è stato dato ci ha messo
più tempo del
previsto, ma comunque lui sapeva che ce l’avremmo fatta.
Il moro rimase sbigottito –
e… e Kay - sussurrò
poi
- Non si chiama più Kay ma
Yami- rivelò l’altro guardando il
compagno che ricambiò uno sguardo pieno di stupore mentre
ascoltava la copia
che gli raccontava dell’allenamento della sorella
- Cosa? Ma tu… tu come fai
a sapere queste cose?
- il primo templio visitato
è stato quello della Conoscenza
e ciò che il corpo originale ha appreso mi è
stato trasmesso. Come so che i
miei genitori sono ancora vivi così come la madre di Yami.
- Non. Chiamarla. Yami-
sillabò il moro infuriato
Naruto lo guardò con
tristezza e si alzò – purtroppo devo
contraddirti, Sasuke. Il suo nome ora è Yami e dopo tutto
ciò che ha passato non
possiamo permetterci di chiamarla come un tempo.
- Naruto. Ho bisogno di
più spiegazioni
- Vai al tempiio della Potenza,
Sasuke. Hai la scusa del
viaggio di redenzione. Recati lì e troverai il vero me che
per l’ora del tuo
arrivo sarà riuscito a liberarsi. Dopodiché
andrete da Yami perché io più di
quello che ti ho detto non posso rivelarti altro
Sasuke annuì e puntando lo
Sharingan negli occhi del
compagno riuscì a focalizzare la posizione del templio
decidendo di mettersi in
viaggio l’indomani.
Il mattino seguente di buonora
salutò l’Hokage e Sakura e
partì alla volta del tempio della Potenza. Il suo viaggio
durò una settimana
in cui sentimenti contrastanti si facevano spazio nel suo animo e si
chiedeva
cosa sarebbe successo d’ora in poi sia con Kay che con
Naruto. E poi Minato,
Kushina, Eli e la sua famiglia… come avrebbero fatto a
reintegrarli a Konoha? Come
avrebbe reagito la gente?
Era metà mattina quando
raggiunse la sua meta e non ci mise
molto a trovare un ragazzo biondo che gli dava le spalle che indossava
dei
pantaloni di tuta neri e una maglietta a maniche corte bianca con
motivi rossi.
I capelli erano più lunghi di quelli portati dalla copia ed
erano raccolti in
un piccolo codino
- Naruto?- sussurrò
stupito Sasuke richiamando l’attenzione
del ragazzo che si voltò verso di lui sorridente lasciando
il moro come
ammaliato. Il viso del biondo, infatti, era più marcato e
asciutto di quello
della copia e gli occhi erano talmente profondi che più
Sasuke li guardava e
più gli sembrava di annegarci. Naruto era bello…
molto bello. E questa
consapevolezza fece stringere lo stomaco all’Uchiha che non
riusciva a
staccargli gli occhi di dosso.
- Sasuke! Ti stavo aspettando
– rispose il ragazzo
precipitandosi verso l’amico e abbracciandolo di slancio
– scusami, Sasuke. Scusami
se non ci sono stato. Ho rischiato di rimanere bloccato in quel temptoio
per l’eternità
– continuò aggrappandosi al moro che rimaneva di
un paio di centimetri più alto.
L’Uchiha
ricambiò la stretta e i due rimasero abbracciati
l’uno
all’altro per un tempo che parve infinito mentre i sentimenti
a lungo dimenticati
si facevano strada nei loro cuori
- mi sei mancato, dattebayo! -
esclamò Naruto una volta
staccatosi dando un leggero pugno all’amico
- sai combattere affiancato da una
copia non è stato stimolante-
sorrise il moro facendo ampliare il sorriso dell’altro ragazzo
- sapevo che ce l’avreste
fatta!
- dobe! Abbiamo rischiato grosso
– Sasuke cercò di assumere
un’aria seria ma di nuovo si perse a contemplare il viso
dell’altro ragazzo che
si avvicinò di nuovo poggiandogli una mano sul volto
- sapevo ce l’avreste fatta
– sussurrò il biondo
Sasuke si perse osservando il
compagno mentre un calore si
sprigionava all’altezza del cuore diffondendosi per tutto il
suo corpo e il
respiro accellerava… Naruto era bello! Naruto era suo!
Naruto era tutto ciò che
lui in quel momento desiderava.
Dimenticò tutto.
Dimenticò le preoccupazioni che lo avevano
attanagliato fino a quel momento. Dimenticò le angosce, il
dolore, le speranze…c’era
solo Naruto.
L’Uchiha
circondò con le braccia la vita del biondino e lo
attirò a sé avvicinando il suo viso a quello
dell’altro che lo osservava in
attesa. Un’attesa che non durò molto dato che
Sasuke appoggiò le sue labbra su
quelle dell’altro e cominciò ad assaggiare conscio
di aver aspettato quel
momento per anni. E Naruto ricambiò schiudendo le labbra e
lasciando libero
accesso al ragazzo dando vita ad un bacio pieno di attesa, passione e
amore a
lungo repressi.
Si staccarono per mancanza di fiato
per poi incatenare i
loro occhi e si scambiarono un dolce sorriso.
- Kay – sussurrò
Sasuke, notando come gli occhi dell’altro
s’incupirono
al suono di quel
nome
- Yami non è
più umana, Sasuke. – disse Naruto, sedendosi
per terra - Ma ha raggiunto una potenza straordinaria e, anche se non
te sei
accorto, durante la guerra ha fatto qualcosa di incredibile assieme
ai miei
genitori e a sua madre.
- Cosa ha fatto?
- Nessuno ha perso la vita, Sasuke!
Sono tutti vivi e sono
stati portati nello stesso luogo del tuo
clan! Anche Itachi ce l’ha fatta
Il moro ammutolì e lo
guardò esterrefatto. Erano tutti vivi!
Nessun morto, nessuna perdita per il villaggio, nessuna vittoria per i
nemici
caduti
- quando ci andiamo? –
sussurrò poi incapace di parlare con
tono abbastanza alto
Naruto sorrise dando un altro bacio
al ragazzo, intenerito
dalla sua reazione – ora – rispose mentre si alzava
e cominciava a comporre dei
sigilli che a Sasuke parvero famigliari. E, infatti, poco dopo un varco
si aprì
e il biondo lo invitò a seguirlo.
Attraversandolo si ritrovarono in una
valle piena di
abitazioni e videro dei bambini giocare e cantare mentre gli adulti
erano
affaccendati nella loro routine giornaliera
- Era ora. – disse una voce
femminile alle loro spalle e i
ragazzi si voltarono di scatto scorgendo una ragazza bellissima con i
capelli
neri come la pece e due occhi azzurri come il ghiaccio che indossava
dei
pantaloni attillati e un top che lasciava intravedere il tatuaggio a
linee
ricamate che partiva dall’ombelico e saliva verso il lato
sinistro del corpo fino
al collo.
- Kay- sussurrò Sasuke con
un groppo alla gola mentre
osservava la sorella
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti.
Come vedete ho deciso di arrivare
direttamente alla fine
della guerra preferendo accelerare i tempi di narrazione per poter
focalizzarmi
sul rapporto fra i ragazzi e su ciò che ho pensato di far
accadere d’ora in
avanti come finale alternativo del manga.
Spero vi piaccia! Fatemelo sapere, se
vi va!
A presto
Ailyn