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Autore: Manny_chan    03/07/2009    4 recensioni
Dopo la guerra il Ministero della Magia ha confiscato i beni dei mangiamorte e delle loro famiglie.
E Draco ha bisogno di denaro.
La scelta è obbligata, per quanto degradante deve trovarsi un lavoro.
Entra così in un negozietto dall'aria stramba, trovandovi una vecchia conoscenza.
Le persone a volte cambiano...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Umiliante, non c’era altra parola per descrivere quella situazione.
Umiliante e degradante camminare per Diagon Alley, osservando le vetrine… Alla ricerca di un lavoro!
Lui. Draco Malfoy. L’erede dei Malfoy e dei Black, discendente di due antichissime famiglie puro sangue. Lui!
Ebbene si.
Purtroppo, nei tre anni precedenti, con la caduta dell’oscuro signore e con i successivi processi la fantomatica fortuna dei Malfoy si era dissolta, volatilizzata, prosciugata!
Suo padre era tutt’ora rinchiuso ad Azkaban e sua madre, a causa di alcuni problemi di salute, si era ritirata in Francia, ospite di alcuni lontani parenti.
E visto e considerato che Draco, nonostante fosse al verde, si ostinava a voler mantenere un tenore di vita “decente”, urgeva trovarsi un lavoro.
Lavoro… La sola parola gli faceva venire i brividi.
Deciso a farla finita con quell’agonia entrò nel primo negozietto che gli si parò di fronte.
Era poco illuminato e polveroso; a prima vista non c’era nessuno. Sta a vedere che si era infilato in un negozio chiuso…
Guardandosi intorno si accorse di essere entrato in un negozietto di… Cianfrusaglie, quella era la parola giusta.
C’erano un sacco di cose che andavano dai libri di cucina a collanine di perle e altre diavolerie magiche e babbane mescolate assieme.
Quello era decisamente troppo; si voltò deciso ad andarsene, cacciando poi un grido quando si ritrovò di fronte una ragazza… A testa in giù!
Merlino, gli aveva fatto prendere un colpo. Guardò in alto accorgendosi che stava fissando alcuni pannelli di vetro colorato al soffitto, il perché gli sfuggiva, era quello il motivo per cui era sollevata da terra.
“Buongiorno Draco, posso esserti utile?” Cinguettò lei.
Il biondino sbatté le palpebre sorpreso. Lo aveva appena chiamato per nome?
La osservò meglio mentre prendeva una posizione più consona, riconoscendola quasi subito del resto.
Cambiata fisicamente lo era, e anche parecchio, il viso si era fatto più affilato e meno da bambina.
L’aria era sempre trasognata, ma aveva una luce in fondo allo sguardo che lasciava intuire quanto si fosse fatta meno ingenua e credulona.
Ma conservava ancora lo stesso bizzarro modo di vestirsi, per non parlare poi degli orecchini…
Indossava dei vestiti vistosamente babbani, un paio di jeans aderenti e sopra una maglietta a fiori a dir poco enorme che le arrivava fino alle ginocchia; al collo portava una collana fatta di crisatalli colorati e portava un paio di orecchini a forma di fragola.
I fili capelli biondi erano raccolti in due codini ai lati della testa.
“No, non credo proprio”, ribatté Draco in tono brusco, dopo un attimo di smarrimento.
Era indispettito per lo più dal fatto di essersi fatto prendere alla sprovvista che non per altro.
In fondo lui e Luna Lovegood non avevano avuto particolari scontri in passato.
Fece per uscire ma lei gli sbarrò la strada. “Io penso che tu stia mentendo”, disse con aria furba.
Draco fece una smorfia indispettita, “Anche se fosse non sono affari tuoi”, sibilò spostandola senza troppi complimenti.
Certo era cambiata, ma era rimasta minuta ed esile, non gli ci volle molto ad oltrepassarla.
Luna scrollò le spalle, “Be, peccato, avevo bisogno di qualcuno che mi desse una mano con il negozio. Speravo che fosse qualcuno che venisse per l’annuncio che ho messo sul Cavillo… Peccato, perché davvero ne avevo bisogno”, concluse, tornando a sistemare gli scaffali.
Draco si fermò con la mano sulla maniglia della porta;  “Una mano eh?”
Si voltò di tre quarti per guardarla, “Be, se la metti a questo modo potrei anche fare uno sforzo.
Ovviamente mi aspetto una paga decente, o questo buco puoi continuare a gestirtelo da sola”, chiarì.
In quel modo avrebbe risolto il problema; avrebbe trovato un lavoro senza mendicarlo ed inoltre non avrebbe avuto problemi ad imporsi su quella ragazza mite e docile come un coniglietto.
Luna rispose con un sorriso radioso, “Perfetto allora, puoi cominciare già da domattina se ti va; apro alle otto, per i dettagli ci metteremo d’accordo poi”, disse spolverando alcune tazze di ceramica posate sul bancone.
Tazze che la ringraziarono calorosamente per il gesto.
Draco le fissò con una faccia inorridita, li dentro il suo buon gusto avrebbe finito per suicidarsi.
“Se… Ci vediamo domani allora…”, disse, uscendo dal negozio.
Aveva la netta impressione di essere appena stato fregato, ma la scacciò con convinzione.
Per quanto il suo orgoglio protestasse a viva voce non poteva più permettersi di fare troppo lo schizzinoso.
I ricorsi per cercare di tirare suo padre fuori da Azkaban erano costosi; e fino a quel momento  si erano rivelati del tutto inutili.
Nonostante fosse ormai chiaro che il povero Lucius avesse ormai perso del tutto la ragione là dentro non c’era un solo membro del  Wizengamot che votasse per la sua liberazione…
Draco tirò un calcio ad un sassolino con rabbia, pensarci non serviva a granché.
Rientrò nel piccolo monolocale poco lontano da Diagon Alley che era riuscito a tener lontano dalle grinfie del ministero.
Aveva dovuto ripiegare su un alloggio babbano per poterlo etichettare come “bene non magico e quindi non requisibile”.
Però era uno schifo.
E a volte non c’era nemmeno l’acqua calda.
C’era di buono che la magia gli dava un aiuto nuvole come l’insonorizzare l’appartamento ad esempio, una manna contro i vicini estremamente rumorosi.
Si buttò sul letto, ancora sfatto da quella mattina.
Magari l’indomani, dopo il suo primo giorno di lavoro, avrebbe potuto andare a trovare suo padre…


Nota dell'autrice:
Questa fic la sto scrivendo per un contest, quindi penso di postare tutti i capitoli (tro o quattro al massimo) entro un tempo che va da un paio di giorni ad una settimana.

   
 
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