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Autore: LightingThief    01/05/2018    2 recensioni
L'annuncio del Torneo Tremaghi, che quell'anno si terrà ad Hogwarts, scuote particolarmente gli animi degli studenti e chiunque vuole partecipare per ottenere fama e gloria. Ma il Ministro della Magia Sengoku impone un'unica regola: solamente i ragazzi appartenenti al sesto ed al settimo anno potranno prendervi parte.
Così iniziano le avventure dei ragazzi, che dovranno affrontare un anno più difficile degli altri sia per via del torneo sia per la convivenza con gli studenti provenienti dalle altre scuole. Affronteranno il famoso Ballo del Ceppo e soprattutto dovranno risolvere enigmi e prove.
Ma chi verrà scelto dal Calice di fuoco?
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Questa è una ff Crossover con i personaggi di One Piece catapultati nel mondo di Harry Potter. Spero che l'idea possa piacere e che soprattutto diverta.
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Famiglia Vinsmoke, Mugiwara, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 32. Good advices

Ichiji Vinsmoke cercò con tutto sé stesso di trattenere uno sbadiglio assonnato mentre era nella Sala Grande, con tutti gli altri, a fare colazione. Al suo fianco Niji stava cercando, per l’ennesima volta, di tramutare l’acqua in vino, ma ogni volta che lanciava quello stupido incantesimo l’acqua tornava semplice acqua. Dovevano aver messo qualche sorta di incanto sui bicchieri proprio per evitare quel genere di cose stupide. Se proprio voleva bere avrebbe benissimo potuto prendere qualcosa dalle scorte di Wiskey Incendiario che loro tre smerciavano fin dal primo anno. Era stato piuttosto facile rubare quelle bottiglie pregiate al padre per poi rivederle al doppio del prezzo e nella sala comune dei Serpeverde il liquore andava per la maggiore, considerato che li dentro vi erano tutti figli di maghi purosangue. Ichiji, per lo più, si disinteressava di tutti loro, eccezione fatta per i veri vincenti, quelli che un giorno avrebbe sfidato e sconfitto. A catturare la sua attenzione, però, quella mattina era stata la mancanza di una delle poche persone che avrebbe voluto vedere con piacere, perché per quanto gli costasse ammetterlo, adorava vedere Reiju fare il suo ingresso nella Sala Grande, sdegnando chiunque osasse guardarla per un secondo di troppo. Probabilmente se fosse stato dell’umore sbagliato li avrebbe volentieri schiantati tutti, ma ancora non era mai successo. Quella mattina, però, l’assenza della sorella si faceva sentire, anche perché di solito li avvertiva la sera precedente se solo avesse saltato la colazione. Ecco perché era all’erta, pronto a captare qualsiasi segno di stranezza. Al tavolo dei Corvonero non si vedeva neanche la sua cara amica Bonney, quindi magari erano insieme. 
«Ah, cavolo, spero che la prova di questa mattina sia divertente tanto quanto la prima—… » azzardò Yonji catturando l’attenzione del rosso, che volse lentamente gli occhi verso di lui, sbuffando. 
«Le prove del Tremaghi sono tutte difficili. » lo rimbeccò il rosso, come se fosse la cosa più normale di sempre. 
«Esatto—… magari questa volta a Boa Hancock oppure a Bibi Nefertari si strappano i vestiti e—… »
«Sei sempre un pervertito, Yonji, non puoi farti queste seghe mentali da solo? Devi per forza metterci al corrente delle tue fantasie sessuali? » 
Questa volta a parlare era stato Niji, che doveva aver abbandonato l’idea di trasformare l’acqua in vino ed aveva poggiato pesantemente i gomiti sul tavolo, ghignando in direzione di entrambi. 
«Come se tu non lo volessi—… » rispose il ragazzo dai capelli verdi che sbuffò.
«Ovvio che lo voglio, ma non lo vado a sbandierare in giro, idiota. »
Nel sentire quel battibecco fra i due Ichiji si voltò ancora una volta in direzione dell’ingresso, ma niente, Reiju non sarebbe arrivata, anche perché mancava davvero poco all’inizio della Seconda prova ed a detta del professor Doflamingo si sarebbero dovuti dirigere nella collina ad Ovest, li avrebbero capito tutto. 
«Ichiji, andiamo? » domandò il fratello dai capelli blu dandogli una pacca sulla schiena, che servì solo per innnervosirlo, infatti si mise in piedi guardando male Niji. 
«Andiamo anche se manca Reiju. » mormorò fingendo non troppo interesse per poi iniziare a muoversi insieme al flusso di altri ragazzi che dovevano dirigersi in quel posto per la seconda prova. 
Alle sue spalle Yonji sorrise quasi contento e poi aggiunse:
«Sono sicuro che Reiju sarà già sugli spalti insieme alle sue amiche. »
Probabilmente suo fratello aveva ragione e la stupida ed inutile paranoia che gli era salita,purtroppo, era dovuta al rapporto che aveva con sua sorella. Un rapporto che non ci sarebbe mai dovuto essere eppure eccolo li a sconvolgerlo ed a costringerlo nel provare una preoccupazione non indifferente per lei. 
Lungo la strada non parlò molto, anzi, non parlò affatto lasciando che fossero gli altri due a commentare i fondoschiena delle ragazze di Beuxbaton o le stupide divise degli altri. Lui non ne aveva voglia ed avanzava con le mani in tasca senza dir nulla, almeno fino a quando uscendo dal portone ad ovest non notarono l’immensità di quell’albero che doveva essere il platano picchiatore. Insomma lo ricordava più piccolo e situato su quella collinetta, ma adesso era enorme, quasi come se qualcuno avesse lanciato su di esso un incantesimo d’ingrandimento.
Insomma metteva timore a tutti. 
Un ghigno divertito si fece largo sulle sue labbra, perché quella doveva essere la seconda prova, o comunque doveva aver a che fare con il platano, infatti gli spalti erano posizionati molto più lontani, per assicurarsi che vicino alla collina non accadessero incidenti con gli altri studenti. 
«Ottimo, guarda quanto è grande—… è immenso. » sussurrò Yonji, stupito quanto tutti gli altri mentre spingeva gli altri due avanzando verso gli spalti, eppure, una volta giunti in prossimità del platano, prima di salire, notò una serie di ragazzi ammassati vicino le staccionate che sussurravano qualcosa. Alcuni iniziarono ad indicare dei punti in direzione del grande albero, così, quasi spinto dalla curiosità, Ichiji s’avvicinò seguito dagli altri.
«Spostatevi, mocciosi, fateci passare. » li esortò Niji spingendo un ragazzino del primo anno che cadde pesantemente a terra. 
Ma le risate dei Vinsmoke, in quello stesso istante, si tramutarono in un tetro silenzio, seguito dal concretizzarsi di un timore che per tutta quella mattina non aveva abbandonato Ichiji. Infatti ad i piedi del grande Platano picchiatore, imprigionati in mezzo ad un groviglio di rami e radici, vi erano ben tre persone, di cui una riuscì a riconoscerla immediatamente solo per il suo colore di capelli. 
«Quella è—… » sussurrò Niji che in quel momento stava cercando di non scoppiare a ridere, indicando la figura inerme di Reiju, per metà svenuta, stretta in quella prigione di legno che non aveva  intenzione di lasciarla andare. 
«Penso che abbiamo appena trovato nostra sorella—… » aggiunse Yonji che si voltò a guardare Ichiji preoccupato. Probabilmente doveva esser sbiancato, ma non per la paura, più che altro per la rabbia. Come avevano osato prendere sua sorella, la sua Reiju, e catapultarla in quella prova infernale? Senza neanche rendersene conto diede una spallata a Yonji, per superarlo e scavalcò con un singolo e fluente movimento la staccionata, pronto ad andare a riprendersi sua sorella. Ben poco gl’importava della prova, quella follia sarebbe terminata immediatamente. 
Ma prima ancora che potesse avanzare e fare un singolo passo in più, il Professor Doflamingo si presentò dinnanzi a lui e gli coprì la visuale per colpa del suo stupido mantello pieno di piume rosa.
«Dove pensi di andare Vinsmoke? Questo è il terreno della Seconda Prova e tu non sei uno dei campioni, purtroppo per me. » mormorò il biondo a bassa voce, chinandosi verso di lui. 
Quelle parole lo fecero arrabbiare ancora di più, tanto da voler estrarre la bacchetta, ma Doflamingo l’afferrò per un polso, stringendoglielo, e continuò a parlare.
«Non ti conviene estrarre la bacchetta, non vorrai dare scandalo proprio oggi. Sarebbe un grosso danno per la famiglia Vinsmoke, considerato che l’inviato della Gazzetta del Profeta, al momento, sta guardando proprio verso di noi. »
«E’ mia sorella—… » sibilò Ichiji, come se quella fosse la scusante migliore di sempre.
«Ed insieme a lei ci sono ben altre due persone, fa tutto parte del Torneo, quindi adesso inspira e torna al tuo posto o giuro che sarai in punizione fino a giugno. » 
«Non m’importa, voi non avete alcun permesso di prendere un membro della famiglia Vinsmoke—… »
Ma Doflamingo sorrise, anzi, sogghignò, facendolo voltare su sé stesso, come se lo avesse convinto a tornare spontaneamente al suo posto. 
«E chi ti dice che non abbiamo questo permesso? Magari tuo padre ha già approvato tutto quanto. Il solo essere parte integrale di questo torneo porta molta più fama di quel che pensi, quindi, secondo te, quanto ci avrà messo il caro Judge Vinsmoke a dare il permesso affinché sua figlia venisse fatta prigioniera di questo Platano? »
Aveva maledettamente ragione, e lui stesso se ne rendeva conto, infatti senza neanche opporre più troppa resistenza, il rosso venne spinto oltre la staccionata, in compagnia dei suoi stessi fratelli. 
«Facciamo che questo non è mai successo—… adesso, Vinsmoke, andate a sedervi, lo spettacolo inizierà fra poco. »
Ichiji, a quel punto, non ebbe più neanche la prontezza di replicare, perché come era apparso Doflamingo era sparito, lasciando li i ragazzi, circondati da fin troppa gente che guardava. Yonji, ovviamente, provò a dire qualcosa del tipo “Se la caverà!”, ma Ichiji non gli prestò ascolto e con fermezza raggiunge i posti centrali, quelli che avevano una perfetta visuale su Reiju, pronto ad intervenire se solo qualcosa durante il torneo non fosse andata a buon fine. 
Maledetto Torneo, suo padre l’avrebbe sentito una volta tornato a casa.

Nel momento stesso in cui Marco aveva visto il Vinsmoke dai capelli rossi oltrepassare la barriera protettiva contro il platano, l’incantesimo sul quale aveva lavorato per l’intera notte, aveva già previsto una tragedia. Nessuno lo aveva notato, ma il Platano si era mosso, pronto a colpire il ragazzo che era uscito volontariamente. Fortuna che Doflamingo era intervenuto bloccandolo e riportandolo all’interno, ecco il compito dei professori di quel giorno.
Un arduo compito, come sempre.
Eppure, guardando di tanto in tanto i tre ragazzi incoscienti appesi a quell’albero, si sentì pessimo per aver organizzato una cosa tanto crudele. La scelta, per il comitato del Tremaghi, era stata semplice: dovevano colpirli mettendoli sotto pressione e come farlo se non usando qualcosa a cui loro erano legati?
Ovvio, i compagni per il ballo, scelta più che logica.
Infatti, accanto alla sorella dei Vinsmoke, erano stati addormentati anche il fratello minore di Portuguese e Dragon, il signor Monkey D. Rufy, e poi l’accompagnatore di Bibi, il pupillo del Signor Nefertari, ovvero il famoso Pell. Probabilmente sarebbe stato uno shock per i ragazzi ritrovarseli li davanti, ma ancora una volta dovevano essere forti e coraggiosi se volevano sopravvivere. 
A passi spediti, senza realmente guardare in faccia nessuno, Marco si diresse nella tenda dove avevano riunito i tre campioni, ma prima di allontanarsi del tutto una figura ammantata di nero lo raggiunse e gli si parò davanti. Corazon era alto quasi quanto lui, se non di più, ma lo sguardo perennemente perso nel vuoto di tanto in tanto lo spaventava. Aveva addirittura chiesto delucidazioni a Law, il suo figlio adottivo, quindi si era tranquillizzato nel sapere che era tutto normale. 
«Marco—… Marco. »
«Corazon—… che succede? Hai avuto qualche—… »
«Ho avuto una visione. »
«Ottimo. » replicò Marco con estremo sarcasmo prima di inspirare profondamente e fargli segno di seguirlo all’interno della tenda dei campioni. «Dimmi tutto, ora sono curioso. »
«No, non succederà niente di buono, credimi—… questo torneo va annullato, Marco. »
«Annullato? E perché? Abbiamo preso tutte le precauzioni possibili, non devi preoccuparti. »
«Ed invece sono preoccupato—… non so quando accadrà ma ci sarà un’invasione. »
«Invasione? Bene—… » e Marco roteò gli occhi massaggiandosi le tempie. «D’accordo Corazon, ti ascolteremo e miglioreremo le nostre difese esterne così nessuno potrà invaderci. »
«Non—… non dovete migliorare le difese esterne della scuola, sono sicuro che c’entri con il torneo! » aggiunse il biondo allargando le braccia e scuotendo Marco.
Ecco, Corazon era uno dei pochi che sarebbe potuto esser ricoverato al San Mungo prima di lui, anche perché aveva la strana sensazione che le sue visioni fossero peggiorate, o almeno così pensava.
«D’accordo, Rosinante, come sempre le tue visioni vengono prese in gran considerazione—… ma al momento ho tre ragazzi con cui devo discutere e Sengoku mi sta aspettando, quindi con permesso ma dovrei proprio andare. »
E con un abile mossa d’ingegno Marco, nonostante lo sguardo spaesato del biondo, riuscì ad allontanarsi per dirigersi ad ampi passi in direzione dei tre campioni, seduti rispettivamente su tre sedie. Lui, essendo il vicepreside, non aveva avuto modo di far compagnia al proprio campione, considerato che dovevano anche rassicurarli, in suo soccorso erano giunti Izou e Crocodile, che stranamente aveva preso a cuore la ragazza, o forse non vedeva l’ora di sbarazzarsene, insomma il suo sguardo cupo era sempre molto confuso. 
Li avevano fatti andare in quella tenda prima di sistemare i tre ostaggi, giusto per colpirli maggiormente una volta sulla collina dove c’era quell’albero ernorme. Si era occupato anche di lanciare quell’Engorgio che sarebbe dovuto durare esattamente un’ora, ma era difficile mantenere un albero tanto irrequieto buono per così tanto tempo. Quindi quei ragazzi dovevano sbrigarsi. I propri occhi incontrarono quelli di Bibi e cercò di rivolgerle un sorriso incoraggiante, ma non ci riuscì, anzi si avvicinò a lei e le poggiò una mano sulla spalla.
«Mantieni la calma quando sarai la fuori, chiaro? » le sussurrò a bassa voce mentre Sengoku sembrava molto impaziente di iniziare a parlare. Il primo ministro della magia si controllò più volte l’orologio e finalmente, allora, tossicchiò per richiamare l’attenzione su di sé.
«Possiamo iniziare? Seguitemi all’esterno, ragazzi. »
Il momento peggiore, ovvero la scoperta, lasciò leggermente titubante Marco, che annuì in direzione della ragazzina dai capelli turchesi e le fece cenno di andare con Sengoku. 
Magari le sarebbe preso un colpo. Sicuramente quella più agitata, per tale mattina, era Boa Hancock, che non smetteva di torturarsi le mani, mentre Katakuri, come sempre, aveva mantenuto una calma agghiacciante, e stranamente pure Bibi sembrava calma. Doveva avere qualche asso nella manica, e Marco sperò che si trattasse di quello giusto. 
   
 
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