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Autore: Sora_D_Aoi    02/05/2018    1 recensioni
Sono trascorsi due anni dalla fine della sanguinaria Guerra dei Vertici, scontro epico che ha visto affrontarsi i più grandi esponenti della Marina Militare e le flotte del pirata conosciuto come l'uomo più forte del mondo, l'Imperatore Edward Newgate, giunto fin lì per soccorrere il suo amato figlio nonché Comandante della sua Seconda Divisione Portgas D. Ace. In quella battaglia di smisurate dimensioni entrambe le fazioni hanno subito innumerevoli e dolorosissime perdite, di cui la più clamorosa è stata costituita dalla dipartita dello stesso Imperatore Bianco, che con la sua morte ha inaugurato l’inizio di una Nuova Era.
Tuttavia, questo violento conflitto non ha portato solo sofferenze, ma ha anche spinto dei giovani a compiere delle scelte necessarie per realizzare i loro sogni e soprattutto per proteggere le persone a loro care.
Per una di loro, la 'Vendicatrice degli Abissi' Sora D. Aoi, sarà l'inizio di una grande avventura, ma anche il momento di affrontare un doloroso passato intriso di sangue e morte...
[Sequel di "Cronache di un'Assassina - La Vendicatrice degli Abissi Sora D. Aoi": per comprendere appieno le vicende e soprattutto la caratterizzazione della protagonista ne è caldamente consigliata la lettura.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Rivoluzionari, Sabo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NEL CAPITOLO PRECEDENTE...

In seguito ai grandi festeggiamenti dei Pirati di Barbabianca per il ritorno di Ace e soprattutto per l’ingresso di Aoi nell’equipaggio, quest’ultima riesce finalmente ad accettare il suo ruolo di nuovo Comandante della Quarta Flotta.

Volendo mettere al corrente i suoi compagni del grande pericolo rappresentato dai Cavalieri Fantasma e allo stesso tempo venire aggiornata sui più grandi cambiamenti avvenuti nel Nuovo Mondo dopo la fine della guerra, la Vendicatrice degli Abissi richiede subito una riunione straordinaria tra soli Comandanti che le viene subito concessa.

Sfortunatamente il suo primo giorno come pirata prende subito una brutta piega: dopo aver avuto per l’intera mattinata la sensazione di essere seguita da qualcuno la ragazza viene attaccata nella foresta dell’isola da due Cavalieri Fantasma intenzionati a catturarla; lo scontro si rivela fin da subito impegnativo e senza esclusione di colpi, ma quando la battaglia sembra volgere a favore delle due assassine un aiuto inaspettato capovolge la situazione.

Soltanto a causa di un misterioso fulmine nero l’ex mercenaria non riesce a sferrare il colpo di grazia alle sue nemiche che ne approfittano per scappare, anche se ben presto la sua delusione viene sostituita da incredulità: il suo salvatore sembra essere tornato direttamente dall’aldilà.

⑫ - DEGLI OSPITI INATTESI
ARRIVANO I RIVOLUZIONARI!

Rimase lì, immobile, non riuscendo a concepire il fatto che il desiderio irrealizzabile che si era portata dietro per ben dodici anni si fosse avverato così, di punto in bianco; la pioggia nel frattempo cadeva senza sosta, lasciando, delle fiamme provocate dall’assurdo fulmine che aveva permesso alle due assassine di fuggire, solo una coltre di fumo che si sarebbe diradata in poco tempo.

Semplicemente non poteva crederci.

Sabo, il suo Sabo, era lì, di fronte a lei, non più come un ragazzino sdentato e desideroso di libertà ma come un giovane forte e impavido, che non si era fatto scrupoli ad intervenire nel suo combattimento nonostante tutti i rischi che avrebbe potuto correre, dimostrando una potenza e un’abilità fuori dal comune.

Aoi si strofinò gli occhi umidi e appannati, certa che si trattasse di un’allucinazione, ma quando li riaprì lo ritrovò nello stesso punto dove l’aveva lasciato, con lo stesso sorriso malinconico che gli si era dipinto sulle labbra non appena si era levato il cappello per farsi riconoscere.

Lui era lì.

Era davvero lì, vivo, davanti a lei.

La neo-pirata boccheggiò, cercando di dare voce a tutte le domande che le affollarono la mente, per poi deglutire a vuoto sentendosi la gola secca e quasi bruciante; la testa le girava e un nodo le si era inevitabilmente formato alla bocca dello stomaco, mentre un turbinio di emozioni tra loro contrastanti le rendevano impossibile qualunque reazione.

Era paralizzata, non c’erano altre parole per descrivere la sua condizione in quel momento.

Intanto la causa del suo nuovo e improvviso turbamento era rimasta lì, in silenzio, da sempre consapevole del caos emotivo che avrebbe suscitato nella giovane quando si fossero rincontrate ma ugualmente dispiaciuta di averla scossa a tal punto.

Nonostante la tensione palpabile nell’aria Sabo si schiarì la voce, in cerca delle parole più adatte: “Scusa, avrei preferito di gran lunga che questo momento arrivasse in circostanze migliori, magari all’asciutto e davanti a qualcosa di caldo... ma purtroppo non sono stato fortunato come con Ace...!” iniziò portandosi una mano ai capelli ormai zuppi “Però grazie alla pioggia hai potuto rigenerare il tuo braccio e anche le tue ferite, per cui in un certo senso è stato meglio così...”

La Vendicatrice degli Abissi non rispose, limitandosi a chinare il capo e a stringere nuovamente i piccoli pugni; la giostra impazzita di sentimenti dentro di lei stava finalmente iniziando a rallentare, permettendole di fare gradualmente ordine sia nel suo cuore che nella sua testa.

“Ad ogni modo sono davvero felice di averti finalmente potuta incontrare, Aoi... Ho sempre saputo che saresti diventata una ragazza forte e bella, come del resto sono sempre state tutte le guerriere della tribù da cui discendi... E ora sei addirittura diventata il nuovo Comandante della Quarta Divisione di Barbabianca! Sono sicuro che anche Rufy, quando verrà a saperlo, farà i salti di gioia per te...!” continuò nel frattempo il ragazzo, nonostante una vocina interiore gli stesse urlando di tacere per non peggiorare ulteriormente le cose; d’altro canto era più che consapevole che ormai fosse tardi per tirarsi indietro e avere dei ripensamenti: aveva aspettato troppo per potersi finalmente ricongiungere ai suoi amati fratelli, e sarebbe stato disposto a pagare qualunque prezzo anche solo per farsi picchiare e insultare da lei, che più di tutti aveva sofferto per la sua presunta scomparsa.

Le probabilità che Aoi non lo perdonasse erano alte, ma anche così Sabo non avrebbe mai rimpianto quel momento tanto atteso.

Dal canto suo la minore mantenne il silenzio, mordendosi così forte il labbro inferiore da arrivare a farlo sanguinare. Non voleva più sentirlo: in quel momento ad uscire vincitrice da quella lotta emotiva era una rabbia senza precedenti.

Non sapeva se e quanto sarebbe riuscita a trattenersi.

“Perché non torniamo alla vostra nave...? Almeno lì potrai riposarti e potremo parla”-

“Te l’ho già detto prima: io non ho niente da spartire con te.” lo interruppe lei con voce gelida e distante, senza nemmeno guardarlo negli occhi “Credevi forse che sarei scoppiata a piangere e sarei corsa ad abbracciarti, ringraziando il cielo per questo ‘miracolo’? Che aiutarmi in un combattimento che peraltro non ti riguardava con la scusa di essere mio ‘fratello maggiore’ sarebbe stato sufficiente per farmi chiudere un occhio su quello che hai fatto non solo a me, ma soprattutto ad Ace e a Rufy? Non prendermi in giro.”

Sabo percepì un lungo brivido percorrergli la schiena, stupito da quella reazione: si era aspettato urla e insulti accompagnati da pugni e calci in grado di cambiargli i connotati, invece quell’inaspettata apatia e distacco nei suoi confronti si era rivelata essere molto più dolorosa; la possibilità che si fosse guadagnato l’eterno odio della Vendicatrice degli Abissi sembrava già essere divenuta una certezza.

“Ora, se non ti spiace, i miei compagni stanno aspettando il mio ritorno.” concluse freddamente dandogli le spalle.

Solo nel vederla allontanarsi il ragazzo riuscì a tornare in sé, scattando in avanti per provare a fermarla: “A-aspe”-

Senza nemmeno comprendere come e quando Aoi avesse eliminato ogni distanza tra loro, Sabo si ritrovò a volare rasoterra per metri e metri, per poi schiantarsi dolorosamente contro la base di un albero che crollò quasi subito a causa del violento impatto, fortunatamente nella direzione opposta alla sua. Combattendo contro il dolore intenso alla testa il giovane si portò lentamente una mano alla guancia sinistra: bruciava, e sicuramente in poco tempo si sarebbe gonfiata e gli avrebbe fatto male per tutta la notte, se non anche di più.

Non osare seguirmi.” ordinò la sorella trafiggendolo con uno sguardo assassino “Quello era solo un avvertimento: riprovaci e rimpiangerai di essere venuto ad aiutarmi.”

Il biondo si sentì come schiacciato da quegli occhi colmi di una rabbia e di un rancore che mai aveva visto in qualcuno, ed ebbe l’istintiva certezza che, se avesse insistito ulteriormente, il pugno appena ricevuto gli sarebbe sembrato una dolce carezza al confronto: quella che aveva davanti era una bestia feroce che alla minima provocazione gli sarebbe saltata alla gola.

Con sua enorme frustrazione non poté fare altro che stare seduto lì, con la schiena addossata contro quel che rimaneva di quel povero tronco, a guardarla allontanarsi nella foresta fino a scomparire tra gli alberi, facendo perdere ogni traccia di sé. Chiuse gli occhi e sospirò, sollevando il capo verso il cielo e permettendo all’acqua e al vento di bagnargli e colpirgli il viso; un piccolo sorriso amaro gli si dipinse sulle labbra senza che se ne accorgesse: “Che pugno terribile... Deve avermi incrinato l’osso dello zigomo... È diventata proprio forte...”

Il piccolo Den-Den Mushi che teneva in una tasca della giacca iniziò a squillare, ma solo dopo averlo lasciato suonare per quasi un minuto il ragazzo decise di rispondere: “Cosa c’è, Koala... Sì, l’ho incontrata... un fallimento totale. Se me la sono cavata solo con un pugno in faccia è stato unicamente perché quando mi ha detto di non seguirla io da bravo le ho obbedito, altrimenti... Scusa tanto se l’idea di morire per mano di mia sorella non mi andava tanto a genio...! Adesso sta tornando alla nave. Sì, sì... io arriverò dopo. Non ditele che siete con me o potrebbe prendersela anche con voi. Riproverò a parlarle dopo la riunione tra i Comandanti di Barbabianca... Ovvio che non mollo: non m’importa se deciderà di non perdonarmi, ma voglio che almeno sappia che io... anzi, che noi ci siamo e ci saremo sempre per lei d’ora in avanti, visto che i suoi nemici sono anche i nostri. Non permetterò più a nessuno di toccare la mia famiglia, anche a costo di essere odiato da quest’ultima. Questa è la promessa che mi sono fatto due anni fa, e ho tutta l’intenzione di mantenerla.”

§

Nonostante sulla Moby Dick Jr. fosse quasi ora di cena, per la prima volta i pensieri di Hiken no Ace non erano per il cibo: la sua adorata sorellina era uscita da ormai quasi quattro ore e non era ancora tornata, e il fatto che poco prima avesse sentito un forte boato e visto del fumo provenire proprio dalla foresta che la ragazza aveva scelto di esplorare lo preoccupava.

Certo, oggettivamente stava parlando del nuovo Comandante della Quarta Divisione, un’ex assassina professionista con una prima taglia di più di duecento milioni di Berry, però... lui non avrebbe mai potuto non vederla come la sua adorata sorella minore, ancora in piena fase di ambientamento su quella nuova nave e in quel nuovo equipaggio!

“E se qualcuno le avesse sparato con un proiettile di agalmatolite e l’avesse catturata per consegnarla alla Marina?! O se invece l’avessero drogata con qualche strana sostanza per poi venderla al mercato nero o anche peggio...?!” a quei pensieri macabri Pugno di Fuoco sbiancò, scattando in piedi e attirando inevitabilmente l’attenzione degli altri Comandanti e di tutti i pirati che si erano già accomodati a tavola in attesa che il ricco pasto serale venisse servito “Basta! Non m’interessa cosa dite! Devo andare a cercare la mia sorellina!”

“La vuoi smettere di essere così apprensivo? Aoi è molto più in gamba di quanto lo fossi tu alla sua età, e contrariamente a te lei non si è mai cercata rogne. Sono sicuro che sta bene e che sta tornando.” cercò di tranquillizzarlo Marco, più che altro innervosito dalla paranoia in cui Ace cadeva ogni volta che c’erano di mezzo i suoi fratelli minori.

“Certo che quando si parla di lei tu diventi un’altra persona!” notò Speed Jil.

“Sì! Per la precisione una mamma che teme che la sua unica adorabile figlioletta frequenti compagnie poco raccomandabili!” precisò Izou sorridendo “Peccato che tra voi due quella davvero responsabile sia proprio lei, Ace!”

“Molto spiritoso, Izou! Vorrei vedere te al mio posto!” s’irritò ulteriormente Pugno di Fuoco “Dite pure quello che volete! Io vado a cercarla!”

Una voce femminile intervenne, tranquilla e vagamente divertita: “Non hai motivo di preoccuparti, Ace-kun... Ho appena sentito tuo fratello, che mi ha detto che Aoi-chan sta tornando alla nave. Sarà qui a minuti!”

A quella notizia lo zolfanello sgranò gli occhi, girandosi verso la proprietaria di quella voce: “Q-quindi si sono incontrati?! E-e lui...”-

“Ha detto che ci raggiungerà qui quando avrete terminato la riunione tra Comandanti! In questo momento sarà tornato al paesino dell’isola per medicarsi... Pare che Aoi-chan gli abbia fatto vedere i sorci verdi con un bel pugno!” spiegò per nulla turbata una dei due ‘ospiti’ che si erano presentati sulla loro nave un paio di ore prima: era una bella ragazza di poco più di vent’anni, alta poco più di Aoi ma dalle forme piuttosto procaci messe in risalto dall’abbigliamento, consistente in una camicetta rosa pastello ornata su collo e maniche da semplici pizzi, una corta gonna bordeaux, delle calze lunghe nere e un paio di stivali marroni con tacco. Nel bel viso candido, incorniciato da alcune ciocche dell’ordinato caschetto di capelli color carota, spiccavano due grandi occhi blu marino dallo sguardo gentile e amichevole, tanto quanto le morbide labbra piegate in un sorriso che voleva essere rassicurante.

Inutile dire che, ancor prima che Marco avesse concesso a lei e al suo compagno di salire a bordo, la misteriosa giovane avesse già fatto breccia nel cuore di molti Pirati di Barbabianca, e che quelli avessero perciò tirato fuori il loro lato più cavalleresco pur di attirare la sua attenzione, anche se con scarsi risultati.

Ace la guardò per qualche secondo prima di sospirare e rimettersi seduto, apparentemente più tranquillo: “Per quello che ci eravamo immaginati direi che gli è andata bene...! Io stesso gli ho tirato un paio di cazzotti nello stomaco prima di perdonarlo! Oltretutto... il giorno in cui lasciò l’isola e la sua barca venne affondata da un Drago Celeste Aoi era lì, e fu catturata proprio perché provò a vendicarsi di quel verme... Anche se non l’ha mai detto apertamente sono certo che si fosse assunta tutta la colpa e non se lo sia mai perdonato...”

“Sarebbe da lei... Quella ragazza ha la brutta abitudine di caricarsi di responsabilità e fardelli che non sono suoi. Ha fatto lo stesso anche per la scomparsa del Babbo.” commentò la Fenice accennando ad un sorriso “In ogni caso forse è meglio che non vi presentiate come amici di suo fratello, Koala-san. Conoscendo la nostra piccola pirata le ci vorrà un bel po’ prima di sbollire la rabbia!” aggiunse rivolgendosi proprio alla ragazza che aveva informato Ace della situazione.

L’arancione ridacchiò: “Sabo-kun mi ha detto la stessa identica cosa poco fa al Den-Den Mushi! Vorrà dire che ci presenteremo come semplici Rivoluzionari, visto che Aoi-chan gli ha impedito di spiegarle cosa gli sia accaduto in questi anni! Mi raccomando, Hack! Non farti sfuggire che Sabo-kun fa parte dei nostri!”

“Se è proprio necessario...” accettò poco convinto l’altro Rivoluzionario, ovvero un muscoloso uomo-pesce dalla pelle gialla, lunghi capelli e baffi grigiastri e con indosso una tenuta da karateka “Anche se onestamente io più che per Sabo mi preoccuperei per lui, considerando che se ne è andato chissà dove senza dirci nulla e non ci ha ancora contattati.”

“Beh, non è la prima volta che lo fa! Però al contrario di Sabo-kun lui non ha mai combinato disastri... o almeno, non che io sappia...” ragionò Koala perdendo parte della sua convinzione iniziale “P-però è un uomo adulto e maturo, no? Non mi sembra il caso di preoccuparsi!”

“Per essere un adulto è anche più vecchio di me... ma sul suo essere maturo ho dei seri dubbi...” replicò solo Hack mettendosi a braccia conserte.

“Di chi state parlando?” s’intromise a quel punto Pugno di Fuoco, non riuscendo a capire a chi si riferissero.

“Dell’altro compagno che è venuto con noi... Di solito è un tipo socievole e disinvolto, ma ultimamente ha preso il brutto vizio di sparire senza informare nessuno... Lo conoscerete presto, credo...”

“Ah... effettivamente mi avevano detto che eravate venuti qui in qua... AOI!” la voce di Ace si alzò all’improvviso nel veder passare l’adorata sorellina vicino all’uscio della mensa, bagnata dalla testa ai piedi e con gli stivali terribilmente sporchi di fango “Che ti è successo?!”

“Taci.” fu la risposta che la biondina gli diede lanciandogli un’occhiata minacciosa, proseguendo poi per il corridoio che conduceva alle cabine della nave “Vado a farmi un bagno. Chiunque oserà disturbarmi nel corso delle prossime due ore se la vedrà molto brutta.” aggiunse suscitando un brivido in tutti coloro che la sentirono; la serenità che aveva regnato fino a poco prima nella mensa scomparve, lasciando posto ad una tensione non indifferente.

“... E-e così quella è la famosa Aoi-chan, eh...? Ora capisco perché l’avete scelta come Comandante della vostra Quarta Divisione...” sorrise Koala a disagio, non riuscendo affatto a vedere in lei la tenera e premurosa bambina descrittale da Sabo tempo addietro.

Marco sospirò: “Già... Temo che ci attenderà una lunga riunione, dopo cena... Speriamo almeno che per quell’ora si sarà calmata, o potrebbe prendere a pugni anche noi.”

§

Si concesse un altro respiro, mentre i suoi occhi vagarono nuovamente su tutto il vestiario accuratamente sistemato nell’armadio e nei cassetti della sua nuova cabina senza davvero guardarlo; se fosse stato per lei avrebbe messo la maglia e i pantaloni che usava per dormire e si sarebbe distesa sul suo letto in attesa di addormentarsi, ma avendo chiesto lei quella riunione tra Comandanti ed essendo ormai trascorse più di due ore dal suo rientro sapeva che presto qualcuno sarebbe venuto a chiamarla, perciò doveva darsi una mossa e decidere cosa indossare.

Nonostante il lungo bagno caldo avesse lavato via anche gran parte della sua stanchezza e del suo nervosismo, in quel lasso di tempo Aoi non aveva fatto altro che pensare a quanto avvenuto nella foresta dell’isola e soprattutto a lui, e a come in preda alle emozioni avesse bruscamente concluso la loro conversazione.

Era consapevole di non avergli dato modo di spiegarsi su cosa fosse realmente accaduto dodici anni prima e su dove e come avesse vissuto fino a quel momento, ma d’altro canto il pensiero che fosse tornato solamente quel giorno dopo tutto quello che era successo due anni addietro l’aveva mandata subito in bestia.

Dov’era e cosa stava facendo quando Ace stava per essere decapitato a Marineford? E quando lei, Rufy, Jinbē, tutta la ciurma di Barbabianca e anche altri erano accorsi laggiù per salvarlo dando origine ad un conflitto che era passato alla storia?

E soprattutto dov’era quando, dopo la fine di quella guerra atroce, lei e i suoi fratelli erano stati salvati per miracolo e Ace aveva avuto un disperato bisogno di aiuto per rimettere insieme tutti i cocci, dopo aver visto l’uomo che era stato sia un Capitano che un padre per lui venire ucciso, così come molti dei suoi compagni?

Per quanto saperlo vivo avesse permesso ad una delle più profonde ferite nel suo cuore di iniziare a rimarginarsi, non era certa che avrebbe mai potuto del tutto perdonarlo per quella grave mancanza, non senza una buona motivazione.

Con uno sbuffo di frustrazione la Vendicatrice degli Abissi afferrò il primo paio di pantaloni e il primo top che le capitarono a tiro, indossando sopra a quell’ultimo una felpa con cerniera bordeaux. Si legò nuovamente i capelli ormai asciutti in un’alta coda di cavallo e, non avendo affatto voglia di pulire gli stivali ancora sporchi di fango, decise di inaugurare il nuovo paio che aveva comprato sull’Isola degli Uomini-Pesce: “Non me li ricordavo così larghi... beh, almeno i miei piedi respireranno un po’.”

Relativamente soddisfatta la biondina si apprestò ad uscire dalla camera, bloccandosi però di colpo nel percepire la presenza di una persona a lei estranea prima avvicinarsi e poi fermarsi esattamente davanti alla sua porta. Non sembrava ostile, ma quel giorno i suoi sensi erano stati messi alla prova così a lungo che avrebbe addirittura preferito vedere il brutto muso di Rai piuttosto dover nuovamente avere a che fare con degli sconosciuti; d’altro canto, il fatto che l’estraneo non sembrasse avere la benché minima intenzione di allontanarsi dal suo uscio non le lasciò altra scelta se non quella di aprire la porta e fronteggiarlo.

Si sorprese non poco nel ritrovarsi davanti l’avvenente ragazza che aveva intravisto al suo ritorno sulla nave assieme ad un uomo-pesce vestito da karateka, precisamente nella sala mensa addirittura seduta al tavolo dei Comandanti.

La giovane sconosciuta dal caschetto color di carota le sorrise amichevole, apparentemente per nulla intimorita: “Buonasera, Aoi-chan! Scusami se ti ho messa all’erta, ma siccome prenderò anch’io parte alla riunione che si terrà tra poco ho chiesto a Marco-san di poter essere io a chiamarti!”

Per qualche motivo l’affermazione della misteriosa interlocutrice, unita all’atteggiamento spensierato con cui le si era rivolta, la irritò non poco: “Ah, sì...? E tu saresti, di grazia...?!” le chiese difatti con malcelata acidità, sforzando di non palesare un’espressione omicida.

“Oh, scusa! Non mi sono presentata! Mi chiamo Koala, e faccio parte dell’Armata Rivoluzionaria. Immagino tu ne abbia sentito parlare, vero?” replicò l’arancione senza perdere il sorriso, lasciandola spiazzata e suscitando subito in lei molteplici domande.

Che cosa poteva volere da lei un membro del famoso esercito di ribelli guidato dal padre del suo stupido fratellino, Monkey D. Dragon?! E perché Marco, oltre ad aver permesso a quella che per lei era una perfetta estranea di salire sulla loro nave, sembrava aver addirittura acconsentito a farla partecipare alla riunione tra soli Comandanti che lei aveva richiesto proprio per evitare che informazioni importanti venissero udite dalle persone sbagliate?!

E poi... Koala... Perché le sembrava di aver già sentito più volte quel nome in passato? Era certa di non averla mai incontrata fino a quel momento, mentre lei... aveva l’aria di sapere molte cose sul suo conto, e questo non le piaceva.

Possibile che il suo primo giorno come Pirata di Barbabianca non potesse terminare senza ulteriori sorprese?

“Perdonami, non avrei mai voluto che il nostro primo incontro ti turbasse così! Ti assicuro però che non ho cattive intenzioni!” la informò la ragazza alzando entrambe le mani “Al contrario mi piacerebbe che riuscissimo ad andare d’accordo!”

“Mi spiace deluderti, signorina, ma per ottenere la mia fiducia e la mia amicizia assicurarmi di essere innocua non basta: già il fatto che tu sia una Rivoluzionaria è abbastanza per non farmi stare tranquilla.” la informò la Vendicatrice degli Abissi ritrovando la sua solita freddezza “Se però Marco e gli altri ti hanno fatta salire immagino che almeno per adesso tu non sia ritenuta un pericolo, quindi... mi limiterò a ricordare a quel Pennuto che la riunione di stasera sarebbe dovuta essere solo per noi Comandanti. Se vuoi seguirmi sentiti libera di farlo.” concluse chiudendo a chiave la porta della sua stanza e avviandosi verso la sala mensa. Con suo grande disappunto l’altra accettò il suo invito e la fiancheggiò, facendole involontariamente notare che curve a parte erano quasi alte uguali.

“Sei proprio impassibile e risoluta come mi avevano detto, Aoi-chan... Non mi stupisco che la decisione di promuoverti subito a Comandante della Quarta Flotta sia stata unanime!”

“Beh, io non condivido questa loro scelta, ma visto che mi ero ripromessa di rispettare le decisioni dei miei superiori non ho potuto far altro che accettare.”

“Davvero? E come mai? Mi sembri una ragazza molto responsabile per la tua età!”

Aoi sbuffò, fermandosi di colpo e voltandosi verso la sua interlocutrice: “Senti... Potresti smettere di parlare come se fossimo amiche? Ti ho già detto che non mi fido ancora di te, e provare ad ammorbidirmi con chiacchiere e sorrisi non funzionerà. Deciderò se darti fiducia solo quando mi verrà spiegato se e cosa hanno a che fare con me i Rivoluzionari. Fino a quel momento ti pregherei di non darmi tutta questa confidenza.”

Koala la guardò sorpresa per qualche istante, per poi ammorbidire di nuovo le labbra in un sorriso e annuire: “D’accordo, come vuoi. Marco-san mi aveva detto che non l’avrei avuta facile nemmeno essendo una ragazza... Però nella tua diffidenza sei comunque molto gentile con me, Aoi-chan!”

A quell’affermazione del tutto inaspettata il nuovo Comandante della Quarta Divisione arrossì: “C-che accidenti vorresti dire?! Avresti forse preferito che ti insultassi e ti prendessi a botte?! Volevo evitare di rovinare il tuo bel faccino, ma se ci tieni fatti pure avanti! Non sei la prima ragazza che mi ritrovo a picchiare oggi!”

Di tutta risposta la giovane Rivoluzionaria si ritrovò a dover trattenere delle sincere risate, ma l’espressione impacciata della più piccola le fece talmente tenerezza che alla fine non ce la fece e scoppiò a ridere, causando ovviamente ulteriore frustrazione nell’altra: “L-la smetti o no di ridere?! Mi stai prendendo per i fondelli per caso?!”

“N-no... no...! S-scusami, Aoi-chan... davvero... È che... sei così carina! Mi verrebbe voglia di strapazzarti!” esclamò sincera l’arancione sforzandosi per non far risuonare altre risa nel corridoio della nave.

“C-come ti permetti?! Allora mi stai davvero prendendo per i fondelli!!! I-io non sono affatto carina, e tu mi dai ufficialmente sui nervi!!! Non ti permetterò mai di partecipare alla mia riunione!!!” sbraitò Aoi al limite della sopportazione superandola con rapide falcate e raggiungendo finalmente la sala mensa, ormai completamente deserta eccezion fatta per gli altri quindici Comandanti già seduti al loro tavolo.

“Sorellina! Eccoti qui!” la salutò allegramente Ace, venendo istantaneamente folgorato dalla sua peggior occhiataccia.

“Oh, bentornato demonietto. Mi sembri di ottimo umore rispetto a prima.” l’accolse con ironia la Fenice seduta a capotavola, per nulla intimorita dal suo sguardo celeste ricolmo d’astio.

“Risparmiati le battute idiote, stupida Testa d’Ananas, e spiegami immediatamente perché hai permesso a questa qui di salire sulla nostra nave e addirittura di presenziare alla nostra riunione!!!” lo minacciò la giovane pirata puntando l’indice accusatore contro la ragazza “Dubito che tu l’abbia casualmente incontrata oggi e l’abbia invitata qui per rallegrare l’atmosfera! Sputa il rospo!!!”

Prima che il Comandante della Prima Divisione potesse spiegarle una profonda voce maschile intervenne, con un tono allegro che non fece altro che acuire ulteriormente il suo nervosismo: “Veramente ci saremmo anche noi due, signorina!”

La Vendicatrice degli Abissi si voltò con lentezza verso la fonte di quella nuova voce intrusa, trovando così, all’altro lato del tavolo, altri due individui di identità a lei ignota. Riconobbe il primo come l’uomo-pesce vestito da karateka che aveva notato di sfuggita insieme a Koala poco più di due ore prima, mentre il secondo si rivelò essere un completo estraneo dall’aria tutt’altro che affidabile: abbastanza alto e di corporatura robusta, l’unica parte del corpo lasciata scoperta dalla lunga mantella scura che indossava era il viso dalla pelle leggermente abbronzata e i tratti mascolini e vissuti, messi in risalto dalla folta e arruffata chioma biondastra legata in una coda bassa; una lunga cicatrice gli attraversava in diagonale il volto da sopra il sopracciglio destro fino al mento, ma nonostante ciò sia i sottili occhi color zaffiro che i candidi denti affilati scoperti in un sorriso emanavano un irritante entusiasmo del tutto fuori luogo in quel momento.

“Ah! A... H-Himin-san! Sei tornato, finalmente!” esclamò Koala per poi imbronciarsi “Si può sapere dov’eri andato a cacciarti?! Stavo iniziando a preoccuparmi!”

“Scusa, Koala-chan! Ero andato a sgranchirmi un po’! Non volevo farti stare in pensiero!” ghignò quello con spensieratezza.

“Uff... A volte proprio non ti capisco! Pur essendo il più anziano tra noi a volte ti comporti ancora come un bambino!”

“Scusa, scusa!”

“E loro due chi accidenti sarebbero?! Avete finito con questi irritanti colpi di scena o c’è ancora qualche ospite a sorpresa che dovete presentarmi?!” sbroccò a quel punto Aoi al limite della sopportazione.

“Abbiamo finito, direi... Comunque anche loro sono Rivoluzionari come Koala-san: i loro nomi sono Hack e... Scusa, hai detto che ti chiami?” chiese Marco rivolgendosi all’uomo dall’aria baldanzosa.

“Io? Potete chiamarmi Himin*! Piacere di conoscerti, signorina!” si presentò quello divertito sorridendo alla neo-pirata.

“’Piacere’ un corno!” soffiò lei come un gatto infastidito, suscitando soltanto una sua strana risata.

“Sah, ah, ah, ah, ah! Il vostro nuovo Comandante è proprio un peperino! Molto bene! Vi serve il giusto spirito per tornare alla ribalta dopo due anni di silenzio!”

“Spero davvero per te che ci sia un ottimo motivo per aver permesso a questi stramboidi di salire sulla nostra nave e di partecipare a quella che sarebbe dovuta essere un’importantissima assemblea riservata solo a noi Comandanti, Pennuto! Altrimenti non hai idea di quello che ho in serbo per te!” minacciò l’ex assassina accomodandosi tra il fratello e Halta e osservando Koala prendere posto vicino ai suoi due compagni.

“Tranquilla: dopo questa riunione sono sicuro che non guarderai più i nostri poveri ospiti con così tanto sospetto. Ci sono diversi argomenti di cui vorrei discutere con voi stasera, soprattutto ora che siamo finalmente al completo, ma visto che quest’assemblea è stata richiesta proprio dalla nostra nuova arrivata mi sembra giusto che sia lei a cominciare: quindi a te la parola, demonietto.”

Aoi prese un paio di respiri profondi, sentendosi addosso gli sguardi di tutti i presenti: il momento tanto temuto era finalmente arrivato, ma la consapevolezza di poter contare su persone pronte ad aiutarla e a sostenerla anche nei momenti peggiori le permise di non perdere la voce come aveva temuto e di riportare alla luce quei ricordi deprimenti senza farsi sopraffare dall’ansia e dalla paura: “... Come ben sapete, in seguito ad un ‘incidente’ che coinvolse me, Ace, Rufy e nostro fratello Sabo venni nuovamente catturata dal Nobile Mondiale che mi aveva tenuta in schiavitù fino all’età di otto anni; tuttavia, stranamente, anziché ritornare ad essere una sua proprietà o venire venduta a qualche altro disgustoso individuo venni scelta dal capo di un’organizzazione assassina, i Cavalieri Fantasma, come recluta per il loro addestramento speciale nei sotterranei di Marijoa. Non conosco le origini di questa setta di mercenari, ma so per certo che gran parte delle loro reclute in precedenza erano marines con grandi abilità in combattimento.”

“Perciò è un’organizzazione paragonabile al CP9?” domandò Speed Jil.

“Per certi aspetti sì, tuttavia contrariamente al CP9 i Cavalieri Fantasma sono completamente indipendenti dal Governo Mondiale... Li vedrei più simili agli Shichibukai.”

“Intendi dire che finché le loro azioni non minano in qualche modo la fama e la sicurezza del Governo Mondiale o della Marina Militare sono liberi di fare quello che vogliono... giusto?” chiese conferma Curiel.

“Esatto. Il legame che li unisce al Governo e alla Marina è molto particolare: in cambio della cattura o dell’eliminazione di individui ostili alla ‘Giustizia’ ma troppo sfuggenti per poter essere abbattuti con metodi tradizionali, ai Cavalieri Fantasma vengono forniti combattenti di valore che potrebbero un giorno entrare a far parte dell’organizzazione vera e propria, nonché la quasi completa libertà di movimento e di azione. Non so se e quanto le cose siano cambiate dalla mia fuga, ma sono quasi sicura che la nomina di quel botolo di magma a nuovo Grand’ammiraglio abbia ulteriormente giovato ai loro affari, visto il contorto concetto di ‘Giustizia’ di quel dannato...”

“Quindi quello che mi ha detto Rayleigh a Sabaody era la verità... Quel bastardo è davvero il nuovo Grand’ammiraglio della Marina...” commentò amareggiato Ace stringendo i pugni “Se solo fossimo riusciti a farlo fuori durante la guerra...!”

“Non sei l’unico a pensarla così, Ace, però concentriamoci su un problema alla volta. Vai pure avanti, Aoi.”

“Sì... Come potete immaginare le modalità di addestramento di questa setta erano traumatiche e disumane, tanto che ho visto molti miei ‘compagni’ cedere alla pazzia e suicidarsi pur di mettere fine alle loro sofferenze. Le strade per uscire da una simile agonia erano due: la morte o la completa apatia nei confronti di chiunque o qualunque cosa al di fuori di se stessi; se io sono divenuta la più grande eccezione mai esistita è stato unicamente perché non ho mai scordato i quattro idioti fissati con la Libertà e la pirateria, uno dei quali è proprio qui accanto a me.”

“E sono anche il tuo preferito, ammetti... AHI!” gemette il diretto interessato massaggiandosi la testa appena colpita.

“Ti concedo il fatto che sei quello che ho picchiato più spesso.” asserì la biondina riuscendo involontariamente a rendere per un istante l’atmosfera meno tesa “Comunque sia... capirete che la mia fuga almeno a livello teorico ha rappresentato un duro colpo per l’organizzazione, anche se non sono mai diventata un membro ufficiale. Se fossero riusciti ad imprimermi il loro marchio sulla schiena prima della mia fuga non ho dubbi sul fatto che sarei stata eliminata senza alcun ripensamento: i Cavalieri Fantasma ci tengono a rimanere nell’ombra più totale, e qualunque possibile tradimento viene punito con la morte; invece mi hanno ignorata per sei anni, lasciando che fosse la Marina a provare a catturarmi o ad uccidermi e non partecipando nemmeno alla Guerra di Marineford dove ho fatto la mia prima grande apparizione.”

“Perciò devi avere un valore speciale per loro, soprattutto perché eri stata scelta dal loro capo in persona.” notò Kingdew incrociando le braccia al petto muscoloso.

“Esattamente. Anche se da una parte ho sempre sperato di non dover più pensare a loro, dall’altra sono sempre stata consapevole che prima o poi avrei dovuto affrontarli... Anche l’indovina dell’Isola degli Uomini-Pesce, Madame Shirley, mi ha assicurato che nel corso del mio viaggio farò innumerevoli incontri, alcuni dei quali saranno avvolti dalle tenebre.”

“Ma allora se ti sei fatta predire il futuro da lei non abbiamo di che preoccuparci!” esclamò ottimista Rakuyou “Le sue previsioni ci azzeccano sempre!”

“Non è così semplice: le divinazioni di Madame Shirley sono famose per avverarsi sempre, certo... ma il loro più grande difetto è che nessuno può dire quando gli eventi predetti si verificheranno! Questi terribili assassini potrebbero attaccarci domani o tra dieci anni... chi può dirlo!” spiegò al posto suo Vista pizzicandosi come al solito i baffi.

“Il mio timore più grande era proprio il dover attendere nell’ansia di essere attaccata, soprattutto perché sospetto che tutti o quasi tutti i membri ufficiali posseggano i poteri di un Frutto del Diavolo... Comunque sia posso confermare che l’attesa non sarà così lunga.” dichiarò convinta Aoi prendendo un respiro profondo.

“Come fai ad esserne così sicura...?” osò chiedere Fossa “Abbiamo appena detto che...”-

Il Comandante della Quarta Divisione inspirò di nuovo, prima di rispondere: “... Oggi pomeriggio, nella foresta dell’isola... sono stata attaccata da due di loro. Ero anche quasi riuscita ad ucciderle, ma purtroppo alla fine mi sono sfuggite.”

“EEEH?!” fu la reazione di quasi tutti i presenti; soltanto i tre Rivoluzionari e Marco non si scomposero.

“C-come sarebbe a dire che sei stata attaccata?!”

“C-certo, quando prima sei tornata eri fradicia e sporca di fango, però...”

“Eravamo sicuri che fossi semplicemente scivolata nella foresta! Anche perché non avevi nemmeno un graffio!”

“Però visto quanto stava piovendo immagino che la signorina abbia potuto guarire eventuali ferite senza problemi...”

Ace scattò in piedi e guardò la sorella con un misto di apprensione e frustrazione: “Perché diamine non hai cercato di farci sapere che eri in pericolo?! Hai appena finito di dire quanto quei maledetti siano pericolosi e ora te ne esci così?!”

“Credi che non ci abbia pensato?! Una di quelle due bastarde poteva controllare le piante e mi aveva chiuso ogni via d’uscita! Cos’avrei dovuto fare?!” alzò subito la voce lei cercando di difendersi “Se avessi perso tempo provando a contattarvi avrei sicuramente dato loro la possibilità di farmi fuori, per cui ho preferito usare ogni energia per attaccare! So perfettamente come pensano quegli assassini, per cui sono sicura di aver fatto la scelta migliore!”

“Che razza di discorso è?! E se qualcosa fosse andato storto e”-

“STOP! Basta così, voi due. Non è il caso di mettersi a litigare.” cercò di placare gli animi Marco “Ace ha ragione ad essere arrabbiato perché hai preferito combattere da sola anziché cercare di chiedere aiuto, Aoi...”

“Infa”-

D’altro canto... le tue opzioni in quel momento erano limitate, e visto che conoscevi il modo di ragionare dei tuoi nemici immagino che alla fine la tua strategia si sia rivelata valida; senza dimenticare, e questa è la cosa più importante, che adesso sei qui e stai bene, almeno fisicamente.”

“Sah, ah, ah, ah, ah! Questo sì che è parlare, Marco la Fenice! Rimpiangere il passato e rimuginare su cosa sarebbe stato meglio è inutile! Meglio concentrarsi sul presente!” intervenne il Rivoluzionario chiamato Himin con un grande sorriso “Oltretutto sono sicuro che la signorina farà tesoro di questa esperienza e cercherà di non farvi più preoccupare in futuro! Dico bene?” si rivolse poi alla Vendicatrice degli Abissi con un’espressione particolarmente amichevole.

“O-ovvio che sì...!” bofonchiò quella arrossendo appena e incrociando le braccia al petto, girandosi dall’altra parte “Che accidenti vuole, questo qui...?!”

Ace sbuffò e si rimise seduto, evidentemente offeso per quanto accaduto e per il fatto che alla fine avessero dato ragione a lei: “Facile dire così...!”

“Quindi sei stata attaccata da ben due membri di quella setta di mercenari... Avevo intuito che ti fossi ritrovata in una situazione spiacevole, ma avevo sperato che la causa fosse stata un’altra...” ammise il Comandante della Prima Divisione lanciando un’occhiata fugace ai Rivoluzionari “Hai detto che una di loro ha il potere di manipolare alberi e piante a proprio piacimento, ma l’altra?”

“L’altra, almeno apparentemente, è una mocciosa di massimo dieci anni, e il Frutto del Diavolo che ha mangiato le permette di ospitare e manipolare ogni genere di microrganismo parassita. È riuscita a colpirmi con uno ‘Shigan’ e ad infettare direttamente la ferita con i suoi poteri, paralizzandomi istantaneamente il braccio; se non me lo fossi staccato in tempo i parassiti si sarebbero diffusi nel resto del corpo e sarei rimasta immobilizzata.”

“Un potere così spaventoso ad una bambina così piccola...?! Sono davvero dei mostri!” si stizzì Izou.

“Io non mi lascerei intenerire, Izou: può anche darsi che sembrasse così giovane grazie ai suoi poteri.” fece notare Halta “Chi può dire che non abbia controllato dei parassiti per bloccare la propria crescita?”

“Considerando di quali individui stiamo parlando non è un’ipotesi da scartare...” annuì cupo Bramenko.

“In ogni caso la loro caccia all’uomo sembrerebbe essere iniziata... Sei riuscita a raccogliere qualche informazione durante il vostro scontro?” le chiese la Fenice.

“Sì, un’informazione abbastanza importante c’è...” annuì il Comandante della Quarta Flotta leggermente teso “Quelle due avevano ricevuto il compito di catturarmi, non di uccidermi. Prima d’ora non è mai accaduto che un disertore venisse riportato indietro anziché eliminato del tutto, dato che come già detto per quei bastardi rimanere nell’ombra è una priorità... e dubito che l’essere fuggita prima di ricevere il loro ‘battesimo’ sia un motivo sufficiente per non considerarmi una traditrice.”

“Beh, sei pur sempre la ragazza che ha mangiato un Rogia considerato proibito e che due anni fa ha fatto parlare molto di sé. Il tuo potere ma soprattutto le tue abilità in combattimento farebbero gola a molte ciurme e organizzazioni criminali: non mi sorprende che quelli ti rivogliano indietro, anche perché eri una delle più giovani se non la più giovane recluta ad essere sopravvissuta al loro addestramento.” intuì la Fenice prima di sogghignare “Naturalmente, per averti dovranno prima passare sui nostri cadaveri.”

“Non c’era nemmeno bisogno di dirlo, Marco!” esclamò Atomos.

“Qui nessuno toccherà la nostra nuova sorellina!” ridacchiò Speed Jil.

“Quando li avremo sistemati allora sì che potranno chiamarsi Cavalieri Fantasma!” aggiunse Fossa con decisione.

A quelle affermazioni prive di qualsiasi timore Aoi arrossì appena, per poi concedersi un piccolo sorriso e scuotere la testa: “R-razza di stupidi...”

“Frenate un attimo!” intervenne Ace con espressione corrucciata “Certo, ormai Aoi è una nostra nakama a tutti gli effetti, quindi è giusto che le vogliate bene e desideriate difenderla con tutti voi stessi...”

“... Ma?” lo precedette Marco, sicuro che lo zolfanello avrebbe detto qualcosa che avrebbe fatto imbarazzare la minore.

“Lei è la mia sorellina, quindi se qui qualcuno deve farle da guardia del corpo quello sono io!” dichiarò infatti Pugno di Fuoco con assoluta convinzione, facendo aumentare il rossore sul viso della ragazza “Avete tutti detto di volerla proteggere, ma oggi l’unico veramente preoccupato ero io! Mi sembra il minimo!”

“Ma sentitelo!”

“Se avessimo saputo in che situazione era saremmo stati in pensiero anche noi, cosa credi?!”

“C’è differenza tra il preoccuparsi e il comportarsi come una mamma iperprotettiva!”

“Non m’interessa! E per la cronaca chiunque su questa nave dovesse finire per innamorarsi di lei dovrà prima fare i conti con”-

“ADESSO BASTA!” scattò la diretta interessata colpendolo in faccia e facendolo cadere dalla panca con un tonfo, quasi violacea in volto per la vergogna “Stai andando totalmente fuori tema, senza contare che mi stai facendo morire dall’imbarazzo, inutile Succo di Frutta raffermo!!! Chi frequento o dovessi frequentare in futuro non sono affari tuoi!!!”

“M-ma...!”-

“Niente ‘ma’! Posso aver sbagliato a volermela cavare da sola e per questo ti chiedo scusa, ma smetti di fare il paparino apprensivo e chiudi la bocca!” lo zittì l’ex assassina fulminandolo con lo sguardo, mentre gli altri Comandanti e anche i Rivoluzionari ospiti fecero il possibile per trattenere delle risatine inappropriate “Potremmo andare avanti, per favore?!”

“Sì, scusa...”

“S-se posso vorrei parlare io!” intervenne a sorpresa Koala “So che Aoi-chan non ci considera i benvenuti... ma spero che ascoltandomi possa iniziare a vederci come dei possibili alleati e non come nemici!”

“Certamente. Mi stavo proprio chiedendo quando avresti preso la parola, Koala-san.” acconsentì Marco a nome di tutti, mentre la Vendicatrice degli Abissi la scrutò con sospetto, in attesa di scoprire finalmente che cosa volessero da lei i Rivoluzionari.

“Grazie, Marco-san! Allora... come ha già detto Aoi-chan i Cavalieri Fantasma vengono solitamente ingaggiati per catturare o eliminare individui pericolosi e sfuggenti, e in questo noi Rivoluzionari possiamo considerarci tra i primi in classifica. Osservare da lontano la situazione e poi attaccare al momento giusto fa parte del nostro modo di agire, ed è per questo che quasi tutte le nostre iniziative sono andate a buon fine! Tuttavia... quella setta di mercenari è diventata, col passare del tempo, una spina del fianco quasi al pari del CP0!”

“Scusate l’ignoranza... ma cosa sarebbe questo CP0? È molto diverso dal CP9?” chiese Ace.

“Dovevo aspettarmelo...” sbuffò sua sorella prima di spiegare “Il CP9 si occupa dell’eliminazione di individui scomodi, e per questo i suoi membri vengono addestrati fin da piccoli a diventare degli abili assassini; il CP0 è invece è la migliore organizzazione di spionaggio di cui dispone il Governo Mondiale, e riceve ordini direttamente dai Draghi Celesti.”

“Ah... adesso ho capito! Grazie, sorellina!” ridacchiò lo zolfanello grattandosi il capo.

“Tsk! Impara ad informarti almeno sui tuoi nemici!” lo rimproverò lei, spostando poi gli occhi sulla bella Rivoluzionaria “Quindi hanno iniziato ad accanirsi anche contro di voi...”

“Sì... In passato gli attacchi da parte loro erano molto rari, dato che essendo indipendenti dal Governo ricevevano parecchie richieste anche da parte di privati... Invece negli ultimi due anni gli attentati ai nostri uomini sono aumentati notevolmente, e più di una volta abbiamo dovuto riorganizzarci proprio per causa loro!”

“Già, sono individui davvero forti e scaltri... una gran bella seccatura! Oltretutto a loro non importa minimamente se degli innocenti rimangono coinvolti nelle loro azioni, e né il Governo né la Marina sono mai intervenuti per impedire delle vere e proprie carneficine passate poi come ‘grandi incidenti’ di causa ignota... Immagino che per loro l’eliminazione di eventuali ‘pericoli mondiali’ giustifichi il sacrificio di centinaia di vite umane...!” sorrise amaramente Himin stringendo il pugno.

“Ogni volta che sento storie simili mi si rivolta lo stomaco!” sputò disgustato Blenheim.

“Non bastava che chiudessero gli occhi davanti alle azioni ignobili di quei nobili bastardi... adesso permettono anche dei massacri pur di avere la testa di qualche Rivoluzionario!” si aggiunse Curiel altrettanto nauseato.

“E poi saremmo noi il marcio del mondo?! Ridicolo!” disse solo Rakuyou.

“Sappiamo bene qual è la vera natura del Governo e della Marina... e visto che agli occhi del nuovo Grand’ammiraglio le loro azioni probabilmente sono la pura e semplice applicazione della sua tanto decantata ‘Giustizia Assoluta’, credo che d’ora in poi la situazione potrà solamente peggiorare.” confessò Marco.

Aoi tenne lo sguardo fisso sul tavolo, turbata da un collegamento che la sua testa aveva fatto involontariamente: non aveva mai avuto dubbi sul fatto che con Akainu a capo della Marina quegli assassini senza scrupoli avrebbero avuto ancora più libertà, però... se anche prima della sua nomina il Governo avesse nascosto agli occhi del mondo altri genocidi mascherandoli da ‘incidenti’? Se diciotto anni prima una certa isola nel North Blue fosse stata rasa al suolo proprio dai Cavalieri Fantasma, magari alla ricerca di un certo uomo, e la colpa fosse poi stata attribuita ad una grande ‘catastrofe naturale’? In fin dei conti, un sopravvissuto della ciurma più temuta al mondo sarebbe stato ritenuto pericoloso tanto quanto un Rivoluzionario...

“Purtroppo anche Dragon-san non è per niente ottimista al riguardo... La guerra di due anni fa ha inaugurato un’epoca dove non c’è spazio per i sentimenti e la moralità, soprattutto qui nel Nuovo Mondo... Per questo motivo però ha deciso di affidare a noi e ad altri il compito di monitorare, durante le nostre missioni, anche gli spostamenti dei Cavalieri Fantasma, in modo da poterli quantomeno contrastare!” rivelò Koala con uno sguardo particolarmente deciso “Ora capisci, Aoi-chan? I tuoi nemici sono anche i nostri, perciò vorremmo davvero collaborare con te e con i Pirati di Barbabianca! Sono sicura che insieme troveremo un modo per sconfiggere l’organizzazione! Che ne pensi...? Credi di poterti fidare di noi adesso...?” domandò a quel punto all’ex assassina con un piccolo sorriso speranzoso.

“Fidarsi è una parola grossa, però... sicuramente sapervi intenzionati a sconfiggere la setta che mi ha quasi rovinato la vita e che mi sta dando la caccia è rassicurante...” confessò la Vendicatrice degli Abissi con sincerità “Perciò... diciamo che ci proverò.”

I Comandanti sorrisero, felici che la loro nuova sorellina volesse cercare di avere più fiducia negli altri, mentre la giovane Rivoluzionaria si illuminò, e con uno scatto repentino saltò sul tavolo e le si buttò addosso in un abbraccio del tutto inaspettato: “Ah...! Grazie, Aoi-chan! Sapevo che alla fine avresti capito! Mi sarebbe davvero dispiaciuto se pur condividendo lo stesso obiettivo avessi rifiutato il nostro aiuto! Sono sicura che andremo d’accordissimo!”

“F-frena, frena! Non ho mai detto che saremmo state amiche! E-e poi lasciami, è imbarazzante!” arrossì di colpo l’ex mercenaria cercando di divincolarsi dalla stretta sorprendentemente salda dell’arancione, mentre tutti le guardavano in maniera piuttosto interessata “Lasciami, ho detto!!!”

“Sah, ah, ah, ah, ah! Cerca di capirla, signorina! Koala-chan è una delle ragazze più giovani tra noi Rivoluzionari, per questo sperava di trovarsi subito in sintonia con te!” le spiegò Himin sghignazzando.

“Oltretutto... due giovani ragazze avvinghiate in quel modo...” deglutì Rakuyou fissando le due con una certa insistenza e arrossendo appena.

“Evita i pensieri da depravato, Rakuyou!” lo riprese Izou.

“Potresti finire in cenere o negli abissi.” lo avvertì Halta.

“Come se voi non aveste pensato la stessa cosa! Ho visto come le guardavi, Jil!” si giustificò il pirata rasta puntando il dito contro il compagno di fronte a lui.

“Che?! Non è vero!” negò il Comandante della Quattordicesima Flotta.

“Che nessuno si permetta di immaginare quelle cose sulla mia sorellina, razza di pervertiti!” scattò subito Ace infiammando le spalle e le braccia con fare minaccioso, mentre la diretta interessata fece il possibile per non cedere alla forte tentazione di generare un’onda anomala nella sala mensa, al limite della sopportazione.

Marco picchiò con forza una mano sul tavolo, nel disperato tentativo di tornare all’ordine: “Potremmo smetterla di distrarci? Non siamo nemmeno a metà di questa riunione, e per quanto avere due belle signorine sulla nostra nave faccia felice anche me vorrei che finissimo prima di domani mattina.”

Alla fine l’intervento della Fenice parve dare i frutti sperati, in quanto Koala lasciò finalmente andare Aoi e ognuno si ricompose: “Bene, grazie. Direi che abbiamo capito tutti di cosa sono capaci quegli assassini e quanto sia importante sconfiggerli. Qualcuno ha qualche domanda in merito?”

“Io ne avrei una.” parlò Namyuul, che fino a quel momento aveva ascoltato tutto in silenzio “Non so se mi sono perso qualcosa, ma non mi è ben chiaro come alla fine quelle due ti siano sfuggite, Aoi. Hai detto che eri ad un passo dal farle fuori, però...”

“Giusto, stavo per dimenticarmene! Grazie.”

“Di nulla.”

“Purtroppo... quelle due bastarde mi sono sfuggite perché qualcuno le ha aiutate da lontano.”

“Aiutate da lontano...?”

“Esattamente: poco prima che potessi uccidere la donna delle piante un fulmine nero ha colpito proprio l’albero sul quale eravamo, e nella fretta di schivarlo ho mollato la presa e quella ne ha approfittato per recuperare l’altra e fuggire.” spiegò la biondina ricordando con fastidio come sia lei che lui si fossero lasciati cogliere impreparati “A meno che non mi diciate che tra le stranezze del Nuovo Mondo sono compresi anche i fulmini neri...”-

“Abbiamo navigato qui nel Nuovo Mondo per anni e non abbiamo mai assistito ad un simile fenomeno atmosferico: dev’essere stato un loro alleato.” confermò puntualmente i suoi dubbi il Comandante della Prima Divisione.

“Come pensavo... Il problema più grosso è che non ho avvertito alcuna presenza nelle vicinanze in quel momento, per cui chiunque abbia scagliato quel fulmine deve averlo fatto da lontano e deve quindi avere un perfetto controllo del suo potere, qualunque esso sia.”

“Certo che in quella setta sono uno più pericoloso dell’altro! Saranno sicuramente una bella gatta da pelare, quando li incontreremo!” si grattò il capo Atomos.

“Sicuramente non sarà facile, ma ricordatevi che siamo i Pirati di Barbabianca: un modo per sconfiggerli lo troveremo di sicuro.” cercò di incoraggiarli il Comandante della Prima Flotta per poi girarsi verso la biondina “Tu però vedi di accettare il nostro aiuto e di non strafare, d’accordo demonietto? So che te l’abbiamo già ripetuto molte volte, ma adesso fai parte della nostra famiglia e noi non permetteremo a nessuno di farti del male: ficcatelo in testa prima di diventare come il fiammifero piantagrane qui presente.”

“N-non c’è bisogno che tu me lo dica...! Ho capito!” gonfiò infantilmente le guance lei, offesa “Addirittura paragonarmi a quest’idiota infiammabile...”

“Ehi! Chi sarebbe il piantagrane?!” intervenne alterato l’idiota infiammabile in questione.

“TU!” gli risposero in coro tutti facendolo sentire in colpa.

“Q-quando smetterete di rinfacciarmi i miei sbagli...?! A tutti capita di avere dei piccoli incidenti di percorso...!”

“Chiamali ‘piccoli incidenti’...!”

“Ma se hai scatenato un putiferio ovunque tu sia passato da quando hai preso il mare!”

“La tua ultima performance a Sabaody poi è stata il massimo!”

“Chiudete il becco! Non è stata totalmente colpa mia!”

“Su, ora basta: potrete prendere in giro Ace dopo che la riunione sarà finita. Adesso che Aoi e Koala-san hanno finalmente chiarito la questione dei Cavalieri Fantasma direi di passare agli argomenti successivi... Purtroppo quella setta di assassini non è l’unico grande problema con cui avremo a che fare.”

Angolo Autrice (*):
*: il nome ‘corretto’ di questo nuovo personaggio sarebbe ‘Himinn’ con una ‘n’ in più, in quanto ‘himinn’ significa ‘cielo’ in islandese (e per chi ha già intuito la vera identità di questo spensierato Rivoluzionario sarà chiaro il motivo di questa scelta); tuttavia personalmente trovo più gradevole scriverlo e pronunciarlo con una sola ‘n’, per cui alla fine mi sono concessa questa piccola libertà. Trovate la sua fanart proprio qui sotto nello stesso stile che ho usato con quella delle due assassine nel capitolo precedente.


Spero possa essere di vostro gradimento!
Alla prossima!
Sora_D_Aoi
  
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