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Autore: Sora_D_Aoi    02/05/2018    1 recensioni
Sono trascorsi due anni dalla fine della sanguinaria Guerra dei Vertici, scontro epico che ha visto affrontarsi i più grandi esponenti della Marina Militare e le flotte del pirata conosciuto come l'uomo più forte del mondo, l'Imperatore Edward Newgate, giunto fin lì per soccorrere il suo amato figlio nonché Comandante della sua Seconda Divisione Portgas D. Ace. In quella battaglia di smisurate dimensioni entrambe le fazioni hanno subito innumerevoli e dolorosissime perdite, di cui la più clamorosa è stata costituita dalla dipartita dello stesso Imperatore Bianco, che con la sua morte ha inaugurato l’inizio di una Nuova Era.
Tuttavia, questo violento conflitto non ha portato solo sofferenze, ma ha anche spinto dei giovani a compiere delle scelte necessarie per realizzare i loro sogni e soprattutto per proteggere le persone a loro care.
Per una di loro, la 'Vendicatrice degli Abissi' Sora D. Aoi, sarà l'inizio di una grande avventura, ma anche il momento di affrontare un doloroso passato intriso di sangue e morte...
[Sequel di "Cronache di un'Assassina - La Vendicatrice degli Abissi Sora D. Aoi": per comprendere appieno le vicende e soprattutto la caratterizzazione della protagonista ne è caldamente consigliata la lettura.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Rivoluzionari, Sabo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEL CAPITOLO PRECEDENTE...
 
Successivamente alla grande festa in suo onore che le permette di guardare al futuro con ottimismo, la Vendicatrice degli Abissi Sora D. Aoi si ritrova subito coinvolta in una serie di situazioni tanto inaspettate quanto stravolgenti, quali l’attacco da parte di due Cavalieri Fantasma e il repentino intervento di Sabo, che lei e i suoi fratelli avevano creduto morto in seguito alla sua tentata fuga dall'Isola di Dawn.

A sopraffare la gioia di quell’incontro quasi miracoloso è però una forte rabbia, che impedisce all’ex assassina di ascoltare le motivazioni del ragazzo e la spinge addirittura a tirargli un pugno, intimandogli di starle lontano e lasciandolo poi solo nella foresta.

Poco dopo, durante la riunione tra Comandanti da lei richiesta Aoi fa la conoscenza di tre membri dell’Esercito Rivoluzionario, Koala, Hack e Himin, che si rivelano essere intenzionati a contrastare proprio la pericolosa setta di assassini che le sta dando la caccia.

Con la promessa di provare a dar loro fiducia per il bene di una causa comune, il nuovo Comandante della Quarta Divisione di Barbabianca sta per venire a conoscenza di tutti gli altri grandi pericoli che minacciano l’avventura della sua ciurma.

 
⑬ - AOI E SABO
IL COMANDANTE DI BARBABIANCA E IL BRACCIO DESTRO DI DRAGON

“COSA?!” la voce di Ace risuonò per l’intera sala mensa, mentre il suo proprietario aveva gli occhi sgranati per l’incredulità e le mani chiuse in due pugni stretti “O-ohi, Marco... Se è questo è uno scherzo è davvero di pessimo gusto!”

“Non è uno scherzo, Ace. È comprensibile che tu non lo sapessi dato che Rayleigh ha voluto tenervi lontani da ogni fonte di informazione per non compromettere il vostro allenamento, anche se speravo che quel vecchio te l’avrebbe detto a Sabaody prima di salutarti... L’uomo che hai tanto cercato per vendicare Satch e per il quale hai seriamente rischiato di morire, Teach... è attualmente riconosciuto come uno dei Quattro Imperatori del Nuovo Mondo.” ripeté Marco serissimo in volto “In questi due anni ha reclutato diversi pirati e criminali senza scrupoli, dando ai suoi uomini più forti il titolo di Comandante, e pare che adesso abbia iniziato a dare la caccia a tutti i possessori dei Frutti del Diavolo per rubare loro i poteri come ha fatto col Babbo... Dalla sua infiltrazione ad Impel Down per liberare alcuni dei più forti prigionieri del Sesto Livello quel maledetto è diventato inarrestabile.”

A quella pesante dichiarazione il viso di Pugno di Fuoco si contrasse in una smorfia colma di frustrazione: se soltanto quel giorno sull’Isola di Banaro non l’avesse sottovalutato...! Per colpa della sua arroganza non soltanto il Babbo e molti dei loro compagni avevano perso la vita, ma quell’infame era addirittura riuscito a prendere il posto del loro amato Capitano come nuovo Imperatore...

Fino a dove l’avrebbero spinto la sua ambizione e la sua sete di potere? Quante vite avrebbe ancora calpestato prima di sentirsi soddisfatto...?!

“Però... adesso sono molto più forte, e anche Aoi...! Sono sicuro che insieme adesso potremmo...”-

“So già a cosa stai pensando... e mi spiace deluderti. Ora come ora uno scontro con Teach sarebbe fuori discussione per chiunque, esclusi forse gli altri Imperatori.” gli lesse quasi nel pensiero Marco “Non lo dico per frenare il tuo ottimismo, ma perché... qui tutti l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle.”

Per qualche ragione quelle parole gli suscitarono un grande disagio; deglutì a vuoto, sentendosi stringere lo stomaco: “... C-che cosa vorresti dire con questo...?”

Il silenzio che ne seguì non fece altro che appesantire l’atmosfera, tanto che anche Aoi ne rimase turbata: “Ehi... che vi prende...?! Smettetela di fare i misteriosi e sputate il rospo!”

Gli sguardi di tutti i Comandanti parvero spegnersi, mentre la Fenice si sforzò di trovare le parole più adatte per trattare quell’argomento tanto delicato: “So che entrambi vi arrabbierete, ma quando l’abbiamo deciso eravamo certi di potercela fare, soprattutto perché c’era in gioco l’onore di nostro padre e della nostra ciurma... oltre che il possesso dei territori da noi conquistati.”

Nonostante quella risposta non fosse stata totalmente esplicita i due fratelli ne compresero subito il vero significato, senza però riuscire davvero a crederci: “N-no...”

“N-non potete davvero...!”

“Invece sì: un anno fa ci siamo battuti contro di loro. La nostra doveva essere una ‘guerra per chiudere i conti’, per punire il suo tradimento e vendicare tutte le morti che ha provocato... ma alla fine non abbiamo fatto altro che farci indebolire ulteriormente e permettere a quell’infame di mettere le mani su molte delle isole che erano sotto la nostra protezione. Per fortuna siamo riusciti a soccorrere quasi tutti i feriti e le perdite sono state molte meno di quanto avessimo temuto, però... è stato proprio dopo aver avuto la meglio su di noi che Teach è stato riconosciuto come nuovo Imperatore.”

Il silenzio tornò di nuovo sovrano nella grande stanza, mentre ognuno dei presenti parve perdersi nei propri pensieri e nelle proprie riflessioni; Aoi guardò il fratello con preoccupazione, sicura che di lì a breve sarebbe esploso per quella pessima notizia.

Alla fine fu davvero Ace a parlare, anche se la sua voce uscì molto più bassa di quanto tutti si fossero aspettati: “... Perché...? Perché non ci avete chiamati...? Se ci fossimo stati anche io e Aoi sicuramente...”-

“Sareste stati i loro bersagli principali. Sai bene che quel bastardo adesso possiede anche i poteri del Babbo, e come ho già detto ha iniziato a dare la caccia a tutti i possessori di un Frutto del Diavolo per fare la stessa cosa che ha fatto con lui. Certo, forse avreste potuto dare un contributo significativo, però... non avremmo mai potuto permetterci di perdervi e soprattutto di dare a lui l’opportunità di”-

“NON M’INTERESSA! NON SOLO AVETE AGITO ALLE NOSTRE SPALLE, MA AVETE ANCHE AVUTO IL CORAGGIO DI COMPORTARVI COME SE NULLA FOSSE SUCCESSO!” scoppiò alla fine il Comandante della Seconda Divisione, mentre delle fiamme divamparono dalle spalle e dalle braccia per la rabbia “Non mi perdonerò mai per quello che è successo due anni fa, e mi porterò appresso il peso delle mie azioni sconsiderate per il resto della vita! Però... non posso credere che abbiate voluto escluderci da una cosa del genere unicamente per proteggerci!!! Non m’importa che ci siano stati pochi caduti in battaglia! Siamo nakama e fratelli, no?! Dovremmo condividere tutto, dolore e sofferenze compresi!!!”

Nessuno ebbe il coraggio di ribattere; anche Marco, che fino a quel momento aveva sempre ritenuto di aver fatto la scelta giusta tenendo lontani i due Comandanti più giovani da quel terribile scontro, si ritrovò a rimettere in discussione le sue decisioni.

“Se solo l’avessi ucciso quel giorno a Banaro... Se non fossi stato tanto arrogante da volerlo affrontare faccia a faccia per fargli chiedere perdono per il suo tradimento...!!!” strinse i denti Pugno di Fuoco, trattenendo a stento delle lacrime amare “Dannazione...!!!”

“Ace...”

Un piccolo scappellotto sul capo lo fece rinsavire e girare verso Aoi, la quale gli rivolse un’espressione inaspettatamente rassicurante: “Aoi...”

“Onestamente l’unica cosa che provo ora è un grande disappunto: avete sempre insistito tanto sul fatto che in questa ciurma tutti collaborano e nessuno lascia indietro nessuno, ma con la scusa che ci stavamo allenando con Rayleigh avete deciso di fare di testa vostra e di combattere quel bastardo senza di noi... a me più che un tentativo di protezione suona come una mancanza di fiducia.” dichiarò la Vendicatrice degli Abissi con una calma tanto invidiabile quanto inaspettata da parte sua “Comunque sia ormai è inutile stare qui a piangersi addosso, no? Per quanto mi riguarda basta che vi scusiate sinceramente per averci tagliati fuori e promettiate di non farlo più.”

Gli altri quindici pirati la fissarono con tanto d’occhi, per nulla preparati ad una simile reazione; Koala ed Hack accennarono ad un sorriso, mentre Himin parve trattenere un ghigno di soddisfazione, come se fosse fiero di quelle parole.

“D’accordo, in questi due anni quel bastardo ha preso il posto del Babbo come nuovo Imperatore ed è diventato ancora più forte... quindi? Ti sei allenato soprattutto per fargliela pagare o sbaglio, Ace?” sorrise poi la bionda al fratello, fiduciosa “Ho promesso di fidarmi pienamente di voi e di non combattere più da sola, quindi vedi di fare lo stesso e di non farti venire strane idee! Quando mostreremo l’inferno a quel maledetto di Teach, perché lo faremo sicuramente prima o poi, lo faremo insieme. Giusto, Pennuto?”

Marco sospirò e si massaggiò una tempia, per poi accennare ad un sorrisetto soddisfatto: “Rimproveri tanto il tuo fratellone di essere un attaccabrighe ma anche tu sei piuttosto bellicosa... Comunque sia è ovvio che quando quel giorno arriverà saremo tutti pronti a darci manforte a vicenda, anche se per adesso cercheremo di evitare qualsiasi confronto con loro. Scusateci per avervi lasciati fuori dalla questione... non avremmo dovuto agire nella paura che potesse accadervi il peggio. Anche se siete giovani siete comunque due Comandanti di Barbabianca, e qui nessuno dubita della vostra forza e capacità. D’ora in poi vi tratteremo come adulti come meritate.”

“Scusateci, ragazzi!”

“L’abbiamo fatto pensando unicamente al vostro bene, davvero!”

“PERDONATECI!” esclamarono all’unisono i quattordici Comandanti.

“Scuse accettate, almeno da parte mia. Tu che cosa vuoi fare, Succo di Frutta?”

Pugno di Fuoco passò lo spostò lo sguardo da un Comandante all’altro, leggendo nei sorrisi e soprattutto negli occhi di tutti un sincero desiderio di farsi perdonare. Alla fine sospirò: se era riuscito a perdonare Sabo che seppur involontariamente si era fatto credere morto per più di dodici anni, come poteva tenere il muso ai suoi compagni che avevano rischiato più volte la vita per lui e avevano agito credendo di fare unicamente il bene suo e di Aoi?

“Per stavolta vi perdono... Ma fatelo di nuovo e giuro che vi mostrerò i frutti del mio allenamento! D’ora in poi niente più segreti!”

“Niente più segreti, promesso.” promise il Comandante della Prima Divisione non riuscendo a non sollevare appena le labbra verso l’alto.

“PROMESSO!” gli fecero coro gli altri con dei grossi sorrisi.

“Sah, ah, ah, ah, ah! Immagino che il vecchio Barbabianca sarà felice di vedere che il ‘legame familiare’ che ha sempre caratterizzato la sua ciurma non si è minimamente affievolito! Buon per voi!” sghignazzò il Rivoluzionario sempre spensierato.

“Dunque... se nessuno ha ulteriori domande su Teach e i suoi vorrei passare agli ultimi due punti di quest’assemblea.” dichiarò la Fenice, proseguendo solo dopo essersi assicurato che tutti fossero d’accordo “Bene. Il primo riguarda Akainu, che come tutti sapete è diventato, dopo uno scontro con Aokiji sull’isola di Punk Hazard, il nuovo Grand’ammiraglio della Marina. Con la sua nomina i cambiamenti maggiori sono stati lo spostamento del Quartier Generale qui nel Nuovo Mondo, in modo da poter contrastare direttamente i Quattro Imperatori e i pirati più pericolosi, e le dimissioni di Aokiji, che non condividendo il suo ideale di ‘Giustizia Assoluta’ ha deciso di lasciare la Marina.”

“Quindi le voci sull’abbandono di Aokiji erano veritiere...” mormorò la Vendicatrice degli Abissi facendosi scappare un sorrisetto “D’altronde i loro stessi poteri riflettono i loro caratteri agli antipodi...! Non mi sorprende che dopo essere stato sconfitto quel ghiacciolo troppo cresciuto abbia preferito disertare, piuttosto che seguire gli ordini di quel montato!”

“Però con le sue dimissioni e con la promozione di quel bastardo l’unico Ammiraglio rimasto è Kizaru, dico bene?” domandò il Comandante della Seconda Divisione “Gli altri due posti sono ancora vacanti oppure sono già stati scelti i loro sostituti?”

“Figurati: dopo i fatti di Punk Hazard è stata fatta addirittura una selezione a livello mondiale per scegliere i sostituti dei due vecchi Ammiragli, e pare che la scelta sia stata incredibilmente rapida. Se non sbaglio sono stati soprannominati Fujitora e Ryokugyu, e ovviamente entrambi possiedono i poteri di un Frutto del Diavolo, anche se non avendo ancora avuto la sfortuna di incontrarli non sappiamo che cosa siano in grado di fare.”

“‘Tigre Viola’ e ‘Toro Verde’, eh? In tutta onestà preferirei non fare la loro conoscenza, anche se dubito che il mio desiderio verrà esaurito viste tutte le volte che la Fortuna mi ha voltato le spalle...” sospirò l’ex assassina già rassegnata a dover prima o poi avere a che fare anche con i pezzi grossi della Marina “E il secondo problema che ti affligge qual è, Testa d’Ananas?”

“L’ultimo uomo entrato a far parte degli Shichibukai, il pirata con una taglia di quattrocentottanta milioni di Berry... Edward Weeble.” rivelò Marco, mentre gli altri Ufficiali si rabbuiarono di colpo.

“Edward Weeble...? Mai sentito nominare!” asserì lo zolfanello.

“Neanche a me dice nulla, questo nome... che cosa ha fatto di tanto grave per aggiungersi alla lista di eventuali pericoli?” chiese Aoi notando il cambio di espressione dei compagni.

“... Pare che si sia presentato come l’unico figlio biologico del Babbo, e che si consideri il suo unico vero erede.”

“CHE?!” alzò la voce Ace, incredulo “Figlio biologico?! Il Babbo non ce ne ha mai parlato!”

“Infatti quasi tutti credono che se lo sia inventato solo per far parlare di sé... ma c’è anche la possibilità che nemmeno il Babbo sapesse di aver messo incinta una delle amanti avute in gioventù. Non sappiamo cosa pensare a riguardo.” scosse il capo il biondo dalla buffa acconciatura.

“Mi turba di più pensare che il Babbo avesse delle amanti che non sapere che potrebbe avere un figlio di sangue... però questo ancora non spiega perché vi preoccupi tanto.” insisté la biondina non capendo il problema.

“Beh... nemmeno a noi avrebbe creato problemi sapere che ci fosse qualcuno nelle cui vene scorre ancora il sangue del nostro amato padre, anzi, ne saremmo stati felici... ma il fatto è che per lui l’unico legame che conta è quello biologico, e per questo motivo sembra intenzionato a darci la caccia per rivendicare il suo posto di unico vero figlio di Barbabianca, oltre che tutte le grandi ricchezze che ci ha lasciato. Ha già sconfitto quindici delle nostre ciurme alleate e distrutto tutte le città e le isole in cui è stato.”

“Cosa?! Razza di bastardo! Se fosse davvero figlio del Babbo non avrebbe mai fatto una cosa simile!” sbroccò Pugno di Fuoco picchiando una mano sul tavolo.

“Effettivamente commettere un’azione simile non ha certo avvalorato le sue dichiarazioni... però se è riuscito a sconfiggere ben quindici ciurme nostre alleate non è un individuo da sottovalutare. Si sa se possiede i poteri di qualche Frutto del Diavolo?” chiese il Comandante della Quarta Flotta incrociando le braccia al petto.

“No, per ora ha solo dimostrato di avere un’enorme forza fisica che compensa una stupidità altrettanto immensa: tutti i sopravvissuti dei suoi attacchi hanno detto di averlo visto obbedire ciecamente agli ordini di sua madre, che pare essere la vera mente della sua ciurma.”

“Tsk! Quando mai si è sentito parlare di un pirata grande e grosso che si fa dare ordini dalla propria mammina?! È semplicemente ridicolo!” si scompose la Vendicatrice degli Abissi, non sapendo se essere divertita o meno per quell’informazione.

“Beh, anche la ciurma di Big Mom è composta da lei e dai suoi numerosi figli, per cui...”-

“Ma lei è uno dei Quattro Imperatori! Questo qui invece mi sembra solo la marionetta di una donna particolarmente ambiziosa!”

“In ogni caso prima o poi lo incontreremo, per cui ci conviene non abbassare la guardia.” raccomandò a tutti la Fenice “I Cavalieri Fantasma, la ciurma dell’Imperatore Barbanera, la nuova Marina guidata da Akainu ed Edward Weeble: questi saranno i nostri principali nemici. Non abbiamo ancora informazioni sufficienti per poter preparare un piano d’attacco, quindi per ora ci limiteremo a riprendere il nostro viaggio cercando di eliminare ogni possibile minaccia che ci troveremo davanti; salperemo tra un paio di giorni al massimo, dopo aver deciso la prossima destinazione e la rotta migliore da seguire. Se non ci sono domande o obiezioni direi che la riunione di stasera può considerarsi conclusa.” dichiarò infine, facendo alzare uno dopo l’altro i suoi compagni.

“Per quanto mi riguarda io sono a posto!” esclamò Speed Jil sogghignando.

“Ora mi sono chiare molte più cose.” annuì soddisfatto Halta.

“Sicuramente avremo un gran daffare in futuro!” si pizzicò i baffi Vista, apparentemente tranquillo.

“La cosa non mi preoccupa, anzi: ce ne siamo stati tranquilli per troppo tempo, secondo me!” si alzò l’imponente Kingdew serio come suo solito.

“A preoccupare me era non vedere la fine di questa riunione...! Era da tempo che non ne facevamo una così lunga!” si stiracchiò Rakuyou per poi sbadigliare “Yaaawn... ho un sonno!”

“Ho visto che ti stavi appisolando, Raku! Spero almeno che tu abbia ascoltato fino alla fine!” lo prese in giro Curiel.

“Certo che ho ascoltato, per chi mi hai preso?!”

“Possiamo andare, Marco?” domandò Namyuul vedendo gli altri dirigersi verso l’uscita della sala mensa.

“Se non avete domande certo, andate pure.” acconsentì il Comandante della Prima Flotta.

“Allora a domani, ragazzi!” salutò Fossa tirando fuori dalla tasca della sua giacca un sigaro.

“Buonanotte, Koala-chan!” sorrise Atomos alla bella Rivoluzionaria arrossendo appena, evidentemente vittima del suo fascino.

“Speriamo di rivederti presto!” si aggiunse immancabilmente il Comandante della Settima Divisione esibendo un’espressione altrettanto infatuata ed ebete.

“C-certo... Buonanotte...!” ricambiò l’arancione leggermente a disagio, fin quando Izou non prese entrambi per le orecchie e li trascinò via.

“Smettetela di fare i cascamorti con lei! Non vi filerebbe nemmeno di striscio!”

“Eh, eh, eh, eh, eh...! Sincero come al solito, Izou...!” sghignazzò Bramenko seguendoli.

“Ahia! Mi fai male, Izou!”

“E poi cosa ne sai?! Magari a Koala-chan piacciono gli uomini maturi!”

“Anche se fosse voi non sareste nemmeno la sua ultima scelta! Muovetevi!”

“Ignorali, sono del tutto innocui.” cercò di rassicurarla il grande e vecchio Blenheim prima di uscire anche lui dalla stanza “Buonanotte a tutti!”

“Buonanotte!” lo salutarono in coro i due Comandanti più giovani.

“Mh... Direi che è il caso che andiamo anche noi, ragazzi!” si alzò a sua volta Koala “Vi ringraziamo davvero per l’ospitalità, Marco-san! Sapevamo di poter contare su di voi!”

“Già! Grazie, Fenice!” sogghignò Himin.

“Sono sicuro che col vostro aiuto riusciremo a portare avanti la nostra causa.” affermò fiducioso il silenzioso Hack.

“Figuratevi, il piacere è stato nostro. Potete anche rimanere a dormire qui, se volete. Abbiamo spazio in abbondanza.” 

“Grazie dell’offerta, ma abbiamo già preso alloggio in una locanda del paese! Torneremo a farvi visita prima che partiate in modo da fornirvi eventuali aggiornamenti!” sorrise riconoscente la Rivoluzionaria, prima di spostare gli occhi sull’ex assassina “A presto, Aoi-chan! Spero che la prossima volta avremo modo di chiacchierare e di conoscerci un po’ meglio!”

“C-certo che sei insistente!” arrossì appena la diretta interessata, non riuscendo proprio a capire che cosa volesse da lei quella ragazza “Non sono così interessante come credi, sai?”

“Invece fidati, abbiamo molte più cose in comune di quanto pensi! Allora a presto e grazie ancora, Marco-san!”

“A presto.”

“Ciao anche a te, Ace-kun!”

“Buonanotte, Koala-chan!” ricambiò il saluto il fiammifero “Ciao anche a voi due!”

“Alla prossima.”

“Ci si vede, signorina!”

“Ma anche no...!”

“Sah, ah, ah, ah, ah! Come sei cattiva...!”

Alla fine i tre Rivoluzionari lasciarono la mensa, e dopo qualche istante di silenzio Ace decise che anche per lui era ora di coricarsi e lasciò il suo posto, stiracchiandosi “Beh, allora vado anch’io. Voi che fate?” domandò poi alla Fenice e alla sorella che invece non si erano ancora alzati.

“Io ho ancora un paio di cose da fare.” affermò Marco.

“A-anch’io...!” balbettò invece Aoi, sicura che non sarebbe riuscita a chiudere occhio se non avesse prima permesso ad un certo biondo traditore di spiegarsi e di chiarire una volta per tutte; in quel momento si ricordò delle sue parole e si rese conto di non sapere come avesse reagito Pugno di Fuoco nel ritrovarselo davanti dopo averlo creduto morto per più di dieci anni “Ace... Oggi ho incontrato...”-

Il corvino le accarezzò il capo e le sorrise, avendo capito immediatamente a chi stesse pensando in quel momento: “Lo so, anch’io: è venuto a cercare prima me perché pensava che sarei stato più ragionevole.” la informò indispettendola leggermente “Tranquilla, anch’io mi sono incazzato e l’ho preso a pugni prima di ascoltarlo! Però credo che anche senza sapere le sue motivazioni tu abbia già capito che se avesse potuto sarebbe intervenuto subito, due anni fa...”

“Però...”-

“Va’ a cercarlo e chiaritevi! È già preparato al peggio, quindi se sentirai il bisogno di rompergli qualche osso lui non ti fermerà!”

“È così che vi dimostrate affetto, voi quattro?” intervenne il Comandante della Prima Divisione alzando un sopracciglio.

“Non ti è bastato vedere tutte le volte in cui questa viperetta mi ha picchiato senza motivo...?! Se non è amore questo... AHIA!” gemette lo zolfanello massaggiandosi il braccio che era appena stato colpito.

“Se ti picchio è unicamente perché te lo meriti, stupido Succo di Frutta! Non c’è alcun significato melenso dietro!” si finse offesa la viperetta in questione nascondendo a fatica il rossore “A-allora vado...”

“Mi raccomando, fa’ attenzione.”

“Sì, sì... buonanotte, nel caso non ci vedessimo prima di domani.”
 
§

“Ti vuoi fermare o no?!” urlò alla sagoma che aveva individuato non appena era scesa dalla nave e che, colta in flagrante, si era messa a correre all’impazzata sulla piccola spiaggia dell’isola; sebbene la bella luna piena di quella sera fosse parzialmente coperta da alcune nuvole e quella persona fosse riuscita creare un distacco non indifferente, Aoi sapeva perfettamente di chi si trattava, per cui non riusciva a capire il motivo di quella fuga.

Era venuto apposta per lei, no? Esattamente come lei voleva chiarire e riappacificarsi, nonostante lei gli avesse intimato poche ore prima di starle lontana e di non seguirla... Quindi perché scappava? Proprio quando aveva deciso di dargli la possibilità di spiegarsi...

La pioggia nel frattempo era cessata, e anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a se stessa il pensiero di poter sentire dopo così tanto tempo quel profumo così diverso da quello di Ace ma ugualmente rassicurante le aveva fatto diventare gli occhi lucidi; non poté che giustificare quel fastidioso pizzicore come l’effetto del vento che le frustava il viso mentre correva.

“Ti ho detto di fermarti, Sabo!!!”

Nell’udire quel nome il ‘misterioso’ individuo parve perdere l’equilibrio rischiando di inciampare, e la Vendicatrice degli Abissi colse immediatamente quell’occasione: con due lunghi balzi eliminò definitivamente ogni distanza e gli si lanciò addosso, facendolo rovinare all’indietro nella sabbia e sedendosi sulla sua pancia per impedirgli di alzarsi; nell’impatto il suo cappello a cilindro nero gli volò via dalla testa e cadde ad una decina di metri da loro, fermandosi vicino a delle vecchie assi di legno abbandonate sulla spiaggia, forse resti di una piccola imbarcazione.

Il nuovo Comandante della Quarta Divisione cercò di riprendere fiato da quell’inaspettata corsa tanto breve quanto intensa, e sentendo il ragazzo ansimare leggermente sotto di sé capì che anche a lui doveva essere costato un piccolo sforzo.

“R-razza... di... idiota...! Speravi davvero di potermi seminare...?! Oppure volevi giocare a ‘vittima e carnefice’?!” gli chiese seccata l’ex mercenaria, mentre l’odore tanto cercato le raggiunse le narici facendola tornare indietro di dodici anni, quando involontariamente la notte si accoccolava vicino a lui per sentirsi al sicuro; per fortuna, nonostante tutto il tempo passato lontani, almeno quello era rimasto uguale.

“... S-si chiama ‘guardia e ladri’...” la corresse il maggiore girando la testa di lato e tenendo gli occhi chiusi, senza guardarla; intanto le nubi che avevano oscurato il luminoso satellite argenteo si diradarono, lasciando che la sua luce chiara e quasi mistica gli illuminasse il viso.

Aoi lo osservò, riconoscendo con sollievo quei tratti così diversi eppure così familiari; notò con dispiacere che la sua guancia sinistra era leggermente gonfia, sicuramente per il pugno che gli aveva dato quel pomeriggio nella foresta, anche se una parte di lei era ancora convinta che se lo fosse pienamente meritato: “Sei venuto qui per me, no...?”

“Sì... volevo aspettare il momento migliore per venire a parlarti, però... q-quando ti ho vista uscire mi ha preso il panico...” confessò il biondo lasciandosi scappare un tremolio nella voce “E-e poi quell’idiota di Ace...! Io non ho mai detto che mi sarei fatto massacrare in silenzio da te...!”

“Era questo che ti preoccupava...?! Che ti picchiassi a sangue...?!” sbottò innervosita l’ex assassina “Come diamine ha fatto a sentirlo, poi...?! Che si fosse nascosto sulla nave...?”

“A-anche... Ma più che altro... ho dimenticato tutto il bel discorso che mi ero preparato oggi pomeriggio... e quindi non so davvero da dove iniziare... Anzi, forse lo so: potresti scendere, per favore? Anche se sei leggera”-

“No.”

“G-guarda che non scappo più! Certo, mi fai ancora un po’ paura, però...”-

“E fai bene ad averne, Riccioli d’Oro! Ringrazia il cielo che non ti stia rompendo ossicino per ossicino come mi ha invitato a fare quel Succo di Frutta! Non hai la benché minima idea di quanto ce l’abbia con te in questo momento...!!!” sibilò inviperita la biondina, mentre tutta la frustrazione che aveva accumulato quel giorno ritornò lentamente a galla, facendole desiderare di cambiargli i connotati “E-e guardami in faccia mentre ti parlo, idiota...!!!”

“So che il torto che vi ho fatto è stato imperdonabile, però...” Sabo perse la voce, sentendo una goccia bagnargli la camicia e il corpo della minore tremare appena sul suo stomaco; aprì gli occhi e guardò finalmente la sorella in volto, provando un tuffo al cuore nel trovarla a mordersi con forza il labbro nel tentativo di non singhiozzare, mentre le lacrime avevano ormai prepotentemente preso il sopravvento rigandole copiosamente le guance “A-Aoi...”-

“ZITTO! Stai zitto!!! Non hai il diritto di dire niente, quindi stai zitto!!!” urlò lei con voce acuta, maledicendosi per essersi lasciata andare senza nemmeno rendersene conto; l’ultima volta in cui aveva perso il controllo a quel modo era stato due anni prima dopo aver scoperto della morte del Babbo, e anche se al contrario quelle erano lacrime di sollievo e felicità la sensazione degli occhi appannati, del viso accaldato e del naso gocciolante era ugualmente fastidiosa “T-tu... Tu...! T-tu sei un gigantesco idiota! S-sei... sei la persona più ignobile sulla faccia della Terra! Non ti perdonerò mai e poi mai!!!” dichiarò decisa, mentre ciò che la vocina nella sua testa stava urlando da quando l’aveva rivisto sembrava non voler uscire dalle sue labbra.

Il ragazzo più grande sospirò silenzioso e girò nuovamente la testa dall’altra parte, già preparato a quella decisione. Tra tutti la sua piccola Aoi era certamente quella che aveva ferito maggiormente con le sue azioni, per cui non avrebbe mai potuto pretendere di venire perdonato; nonostante ciò quelle parole facevano male, forse anche più male di quelle che gli aveva rivolto quel pomeriggio.

“... P-però...” singhiozzò la ragazza dopo qualche istante di silenzio, stringendo con forza il fazzoletto che aveva legato al collo e riuscendo finalmente a dare voce a quei sentimenti così intensi e sinceri “S-sono... sono così felice che tu stia bene...!!!”

Sabo sussultò e riportò gli occhi sgranati sul suo visino ancora bagnato e arrossato per quel grande pianto, ritrovandosi ben presto a mordersi anche lui le labbra per trattenere dei lucciconi ben poco virili; alzò lentamente un braccio e lo avvicinò alla sua guancia, non trovando però il coraggio di sfiorarla tanto le sembrava fragile.

“... P-per tutto questo tempo ho... sempre sperato che si fosse trattato solo di un incubo... N-non... è passato un giorno senza che mi sia maledetta per non essere riuscita a salvarti...!” gemette sofferente la giovane “I-io... io...!”-

Alla fine il biondo non ce la fece più: la sollevò per i fianchi per potersi mettere seduto e la strinse con forza a sé, sentendo le sue esili braccia avvolgerlo a loro volta in un abbraccio disperato; era morbida e calda, ancora incredibilmente piccola a distanza di dodici anni.

Nonostante tutto era rimasta la sua dolce e insostituibile sorellina, e Sabo non avrebbe mai ringraziato abbastanza il cielo per quello.

Rimasero in silenzio per alcuni minuti, entrambi persi in quelle sensazioni che avevano sognato tante volte dalla loro separazione; i singulti di lei iniziarono a farsi sempre più flebili fino a cessare del tutto, così come le lacrime che avevano reso i suoi occhi gonfi e pesanti.

“...Ohi, Sabo...” lo chiamò piano Aoi, rimanendo con il viso nascosto nel suo petto “Hai detto di non sapere da dove iniziare il discorso, vero...?”

“S-sì... Ci sono così tante cose che devo e voglio dirti che non so proprio da dove partire...” confermò lui, quasi sorpreso di sentirla parlare normalmente: che alla fine contrariamente alle sue parole avesse davvero deciso di perdonarlo...?

“... Bene, allora te lo dico io.” asserì la Vendicatrice degli Abissi prima di alzare la testa e fulminarlo con il suo gelido sguardo celeste “Inizia giurando che non farai più una cosa del genere. Non m’importa quali siano state le tue ragioni, tu giurami che non sparirai più in questo modo facendoti credere morto. Fallo o morirai sul serio, e non per mano di un nemico.”

Sabo rabbrividì, sicuro che la ragazza stesse parlando seriamente. Sospirò sconsolato, consapevole che anche in caso di perdono la biondina non si sarebbe comunque trattenuta dal fargli pesare le sue azioni, per poi alzare una mano in segno di giuramento: “Va bene... prometto che non sparirò più facendomi credere morto da te, Ace o Rufy, pena la mia morte per mano tua.”

“Ottimo. Adesso promettimi che a prescindere da tutte le cazzate che combinerai in futuro tu non morirai, se non per mano mia in caso dovessi infrangere la tua prima promessa.” pretese il nuovo Comandante della Quarta Divisione separandosi definitivamente dall’abbraccio e incrociando le braccia al petto.

“Perché mai dovrei promette”-

“Fallo e basta, brutto traditore!!!” ordinò l’altra con voce minacciosa “L’ho fatto promettere a quello stupido Succo di Frutta dopo la fine della guerra e anche a quel Moccioso di Gomma prima che mi separassi da loro per completare il mio allenamento sull’Isola degli Uomini-Pesce! Ormai manchi solo tu!”

“Va bene, va bene...! Sei la solita prepotente...” sbuffò il più grande leggermente indispettito “Prometto di non morire a prescindere da tutti i casini che potrei combinare in futuro. Contenta adesso?”

“Certo, ma non pensare che questo basti a farti perdonare. Oltre al fatto che non mi hai ancora porto le tue più sincere scuse, ti ci vorranno almeno tanti anni quanti ne sono passati dalla tua scomparsa prima che io possa prendere in considerazione di accettarle. Questo è solo l’inizio, Riccioli d’Oro!”

“Potresti almeno non chiamarmi così...?! È imbarazzante!” la pregò il fratello già abbastanza esasperato dalle sue assurde condizioni.

“La smetterò tra dodici anni, Riccioli d’Oro! E poi tu eri l’unico al quale non ero ancora riuscita a trovare un buon soprannome! Ora che l’ho trovato mi sento soddisfatta!”

“Sei diventata ancora più impossibile, sai...?”

“Non m’interessa! Forza, adesso è ora che mi spieghi per filo e per segno dove sei stato e che cosa hai fatto da quando sei ‘morto’! Non tralasciare nemmeno il più piccolo dettaglio o il pugno che ti ho dato oggi ti sembrerà una coccola in confronto a quello che ti farò!”

“Agli ordini...” si arrese definitivamente Sabo, ritenendosi già abbastanza fortunato ad essere ancora intero dopo un secondo incontro ravvicinato con la sua sorellina “Sarà una storia lunga, per cui...”

“Tsk. Di tempo ne ho in abbondanza.”

Fu così che il ragazzo iniziò a raccontare di come, dopo la distruzione della barca che aveva rubato, fosse stato salvato nientedimeno che dal capo dell’Esercito Rivoluzionario Monkey D. Dragon, di come al suo risveglio avesse dimenticato tutto ciò che lo riguardava e di come, nel vedere le foto dei suoi tre amati fratelli e nel leggere della loro presunta morte sul giornale che parlava degli esiti della Guerra di Marineford, si fosse ricordato ogni cosa e avesse poi perso i sensi per ben tre giorni a causa dello shock.

Aoi ascoltò in silenzio, comprendendo che cosa avesse voluto dire Ace prima che lei andasse a cercarlo e sentendosi inevitabilmente in colpa per non avergli dato subito la possibilità di spiegarsi, trattandolo invece come un perfetto sconosciuto; quantomeno era felice di sapere che in tutto quel tempo lui non fosse mai stato solo e avesse trovato dei compagni fedeli su cui poter contare. Sicuramente, se mai avesse avuto l’occasione di conoscerlo di persona, avrebbe sinceramente ringraziato il padre di Rufy per essersi preso cura del suo amato fratellone e averlo aiutato a diventare un guerriero talmente forte e coraggioso da diventare il suo braccio destro, e allo stesso modo avrebbe guardato Koala con occhi diversi appena l’avesse rivista, dato che in quella storia l’arancione sembrava aver più volte ricoperto il ruolo di suo angelo custode.

“Se non ci fosse stata lei a quest’ora quest’idiota probabilmente sarebbe morto sul serio.” non poté evitare di scommettere l’ex mercenaria scuotendo appena la testa, rassegnata al fatto che tutti i suoi fratelli fossero a modo loro degli emeriti ed inguaribili incoscienti.

“E questo è quanto... Invece io mio malgrado so che cosa hai passato in tutti questi anni, Aoi... e anche se tra dodici anni tu volessi perdonarmi io credo che non riuscirò mai a fare lo stesso...” confessò il giovane Rivoluzionario chinando il capo e stringendo con forza i pugni “P-per colpa mia tu... hai vissuto un autentico inferno... Se non ce l’avessi fatta a scappare da quegli assassini e a sopravvivere alla guerra io non so cosa”-

Ad interromperlo fu un brutale pugno sul capo che lo mandò con la faccia nella sabbia e gli fece spuntare istantaneamente un bernoccolo grande quasi quanto il suo cappello. Si rimise seduto a fatica, rischiando di soffocare per tutti i granelli che gli erano finiti negli occhi, nel naso e in bocca e riuscendo a riprendersi solo dopo un paio di minuti: “P-perché accidenti l’hai”-

“Taci, idiota!” lo zittì la biondina puntandogli contro un dito accusatore, gli occhi azzurri colmi di fastidio “Se sono stata riportata a Marijoa e se ho rischiato di morire a Marineford è stato unicamente perché in entrambe le occasioni ero troppo debole rispetto ai miei nemici! Se fossi stata più forte probabilmente sarei riuscita a salvarti e quei bastardi non mi avrebbero catturata, e forse... forse avrei anche potuto salvare il Babbo, per quanto tutte le ferite riportate e gli acciacchi dovuti all’età avessero già fatto il grosso dei danni! L’unica cosa per cui ti devi scusare è non essere venuto subito da noi dopo aver recuperato la memoria credendoci addirittura morti, razza di demente! Anche se non abbiamo mai parlato di te dopo che ci siamo riuniti, sono sicura che anche Ace e Rufy abbiano sofferto moltissimo nel crederti morto, e dopo la fine di quella carneficina quel Succo di Frutta aveva bisogno di tutto il sostegno possibile per superare la scomparsa dell’uomo che gli ha fatto da padre e di molti suoi altri compagni! Se ci fossi stato tu sono sicura che entrambi si sarebbero ripresi molto prima... Questa è l’unica colpa che proprio non posso perdonarti!” concluse quasi sprezzante.

Sabo rimase in silenzio, sia perché sapeva perfettamente di non poter ribattere sia perché era sinceramente stupito del fatto che anche Ace gli avesse rimproverato la stessa identica cosa e nello stesso identico modo: sia lui che Aoi si erano esclusi dal proprio discorso, pensando l’uno al bene dei suoi fratellini e l’altra a quello del suo spericolato fratellino e del suo altrettanto incosciente fratello maggiore.

Entrambi non avevano voluto ammettere che, se davvero lui li avesse raggiunti dopo la fine della guerra, sicuramente anche loro sarebbero stati subito meglio nel rivederlo.

Che fosse quello il famoso ‘orgoglio da pirata’?

Istintivamente prese ad accarezzarle amorevolmente la testa, mentre le sue labbra si piegarono immancabilmente verso l’alto: “Quindi se io vi avessi raggiunti dopo la fine della guerra tu saresti rimasta del tutto indifferente alla cosa, dico bene?”

“E-esattamente! Non sono mica una donnetta sentimentalista, cosa credi?! Ti ricordo che sono il nuovo Comandante della Quarta Flotta di Barbabianca!” arrossì la più piccola contraddicendo tutte le sue precedenti affermazioni e scacciando rudemente la sua mano.

“Sì, sì... Ace mi ha detto tutto... anche se nella sua versione tu prima di accettare quel ruolo ti sei arrabbiata come una iena e hai tenuto il muso fino a che i tuoi compagni non ti hanno festeggiata.” non perse l’occasione di punzecchiarla il Rivoluzionario “Scommetto che non renderai la vita facile ai tuoi sottoposti...”

“Tu sei l’ultimo che può insinuare una cosa del genere, Riccioli d’Oro traditore! Per tua informazione io sarò un Comandante esemplare, deciso e dal polso fermo! Mica come quello stupido Succo di Frutta che a stento si ricorda i nomi dei suoi nakama o quel Moccioso di Gomma spericolato che ha fatto patire alla sua ciurma ogni tipo di angheria per semplice incoscienza! A questo proposito... non l’hai ancora incontrato, vero...?”

“No, non ancora... ma sono sicuro che presto mi si presenterà l’occasione. Noi Rivoluzionari andiamo dove il marcio di questo mondo è nascosto dalla ‘Giustizia’, e considerate tutte le sue azioni passate sono sicuro che anche Rufy finirà coinvolto o si farà coinvolgere in qualche situazione difficile, solo per il bene delle persone che lo circondano e che inevitabilmente gli si affezionano... È sempre stato questo a contraddistinguerlo!”

“Già, e a ogni notizia che lo riguardava io ho perso un anno di vita...! Mi va bene che abbia preso a pugni un Drago Celeste, sconfitto due membri degli Shichibukai e sfidato il Governo Mondiale e la Marina per salvare i suoi compagni e quell’idiota infiammabile... ma avrebbe potuto farlo con criterio, accidenti a lui! Non riflette mai prima di agire, e ogni volta rischia la pelle come se ci provasse gusto! Proprio non ci pensa a quanto mi faccia stare in pensiero!!!”

“Lo sai che è fatto così, e dubito fortemente che questi due anni siano bastati per renderlo abbastanza consapevole delle sue azioni... Sono sicuro che già quando si riunirà alla sua ciurma tra pochi giorni farà scalpore!”  

“Non è una cosa di cui rallegrarsi! Spero almeno che non combini un macello anche sull’Isola degli Uomini-Pesce... In quanto sua sorella e allieva di Jinbē mi sentirei in colpa verso quest’ultimo! D’altro canto, visto che ha scatenato un putiferio ovunque sia passato, le speranze che raggiunga in silenzio il Nuovo Mondo sono quasi nulle...” ragionò sconsolata l’ex mercenaria “Perché nessuno di voi crescendo è diventato un minimo responsabile...?! Fate tanto i cavalieri dall’armatura scintillante che vogliono proteggere la loro unica e adorata sorellina, ma poi quella che davvero vi salva il culo sono io! Sono sicura che prima o poi dovrò salvarlo anche a te, Rivoluzionario dei miei stivali!”

“Grazie tante per la fiducia...! Ho già Koala a rimproverarmi di essere un irresponsabile, non ho bisogno che ti ci metta anche tu!”

“Non m’interessa! Vedi di mantenere le due promesse che mi hai fatto e di non far morire di crepacuore quei poveracci dei tuoi compagni, o non avrò pietà!”

“Non credi di avere un po’ troppe pretese...?!”

“Sapevi che ottenere il mio perdono non sarebbe stato facile, no? Allora rimboccati le maniche e comincia a darti da fare, altrimenti anche tra dodici anni potrei decidere non voler accettare le tue scuse...”

“... Davvero non invidio la tua ciurma... Si ritroveranno sotto una dittatura senza vie di fuga...” mormorò flebilmente il biondo sinceramente dispiaciuto per la Quarta Divisione.

“Guarda che ti ho sentito!” scattò Aoi colpendolo apposta sul bernoccolo già presente sul suo capo.

“AHIA! La vuoi smettere di prendermi a pugni?!”

“Povero illuso! Sapessi quanti altri te ne darò d’ora in avanti! Questo è solo l’inizio!”

Alla fine quasi niente sembrava essere cambiato da quando si erano separati; lei poteva essere diventata il nuovo Comandante della Quarta Divisione di Barbabianca e lui il braccio destro dell’uomo considerato una delle più grandi minacce del mondo, ma quel legame saldo e inscindibile che avevano costruito dodici anni prima non si era minimamente indebolito, anzi: forse erano stati proprio il tempo e la distanza a renderlo ancora più forte e genuino, ed entrambi erano certi che niente e nessuno avrebbe mai potuto spezzarlo.

Pirati o Rivoluzionari, sarebbero rimasti fratelli per sempre.
 
  
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