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Autore: Strega_Mogana    03/07/2009    11 recensioni
Ecco qua, anch'io alla fine non ho resistito ed ecco la mia Big Damn Table é mia, non sono iscritta a nessuna community, é solo un esperimento. Una sfida in più alla mia fantasia.
Ovviamente tutto rigorosamente sulla coppia Severus / Hermione!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Big Damn Table
# 028 Figli


I coniugi Granger si scambiarono un’occhiata preoccupata quando la loro unica figliasi presentò al ristorante accompagnata da quello che loro ricordavano come un semplice professore.
Quando Hermione aveva anticipato che alla cena voleva presentar loro una persona importante avevano subito intuito che si dovesse trattare di un possibile fidanzato. Avevano immaginato quel Ronald Weasley con cui parlava sempre alla stazione di King’s Cross. Oppure qualche altro compagno di scuola.
Invece, accanto alla loro unica figlia, c’era un uomo.
Un uomo molto più grande.
Un suo ex professore.
Dopo le prime presentazioni calò un silenzio imbarazzante, interrotto solo dall’arrivo del cameriere, accolto con troppo entusiasmo dai presenti, per prendere le ordinazioni.
Verso la metà della prima portata Hermione iniziò a parlare del suo nuovo lavoro. Cercò di utilizzare più dettagli possibili così da protrarre la discussione fino alla seconda pietanza.
A Elisabeth Granger bastarono poche e ben studiate occhiate da madre per capire che quell’uomo era perfetto per sua figlia. Sembrava attento alle esigenze di Hermione; le lasciava vivere appieno la sua vita e, da come lei lo aveva descritto in più di un’occasione, – e da lì avrebbe già dovuto intuire qualcosa – era anche un uomo molto intelligente e stimato nel mondo magico.
George Granger non era dello stesso parere.
Aveva parlato molto poco durante il lungo discorso della sua bambina sul nuovo lavoro. Aveva solo osservato l’uomo masticando un boccone di carne con troppa veemenza immaginando di sbranare quello stesso uomo che aveva anche solo osato mettere le mani – le sue mani da uomo adulto – sulla sua piccola ed indifesa bambina.
Fissava quel Severus – che nome idiota – Piton con non poca celata antipatia.
Era grande.
Troppo grande.
Decisamente non andava bene per la sua piccola Hermione.
Severus si sentiva un ragazzino impacciato.
Era come esser tornato indietro negli anni. Nell’estate tra il terzo e il quarto anno a Hogwarts, Lily l’aveva invitato a casa sua per un pomeriggio di studio. L’imbarazzo che aveva provato di fronte ai genitori della ragazza era stato allora esattamente lo stesso di quel momento.
Si sentiva inadeguato.
Ma, nonostante l’inquietudine che provava, cercava di apparire il più calmo possibile, pregando mentalmente che quella tortura finisse presto.
Era pur sempre un ex Mangiamorte, santo Merlino!
Mentre allungava una mano verso il cestino del pane lo sguardo fu catturato dal padre di Hermione.
Decisamente lo stava guardando in un modo torvo. Si chiese se, mentre masticava quel pezzo di carne, non stesse immaginando di masticare lui.
- ... vero, Severus?
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla domanda improvvisa di Hermione, cogliendolo di sorpresa. Si voltò a fissarla per qualche istante.
- Ho detto...- vene subito in suo soccorso la strega con un sorriso comprensivo – che il Ministero sta prendendo in considerazione di darti l’Ordine di Merlino, Prima Classe.
- Sì, - rispose osservando i due Babbani e ricevendo, come risposta, uno sguardo diffidente dall’uomo – avrò la risposta nel giro di qualche giorno.
- E’ un riconoscimento importante? – domandò Elisabeth curiosa.
- E’ uno dei più importanti, mamma. – rispose Hermione con orgoglio sfiorando la mano di Severus sul tavolo.
A quel gesto George Granger si alzò di scatto.
Non poteva tollerare ancora per molto quella situazione.
Alcuni presenti in sala si voltarono a guardarlo.
- Papà?- fece Hermione preoccupata – Stai bene?
Il Babbano guardò velocemente la moglie che gli lanciò una delle sue occhiate penetranti che potevano significare solo una cosa: Stai zitto o stasera dormi nella cuccia del cane!
- Sì...- rispose titubante spostando lo sguardo sulla figlia – ho bevuto un bicchiere di vino di troppo. Vado in bagno.
Si mosse più velocemente del dovuto.
Sparì dietro l’angolo ed entrò in bagno rischiando di finire addosso ad un cameriere appena uscito dalla porta della cucina lì accanto.
Entrò nel primo cubicolo libero e chiuse la porta a chiave.
I suoi sforzi erano inutili. Non avrebbe mai accettato che quell’uomo prendesse parte della vita di sua figlia.
- Signor Granger?
La voce profonda del professor – molestatore di ragazzine indifese – Piton lo colpì all’improvviso come una secchiata di acqua gelata.
Si guardò attorno leggermente a disagio.
- Sono... occupato... - mormorò passandosi una mano tra i capelli castani.
- Aspetterò qui.
Quelle due semplici parole suonarono come una minaccia.
Greorge rifletté velocemente guardando con intensità la porta del bagno, come se potesse vederci attraverso.
Quel Piton poteva anche essere un mago molto potente ma lui aveva dalla sua parte una potere ancora più forte: l’amore di un padre verso la sua unica figlia.
Decise che avrebbe affrontato la questione come un vero genitore.
Aprì la porta e uscì dal piccolo cubicolo.
Il professore aveva la schiena appoggiata ad uno dei lavandini. Le braccia incrociate sul petto.
Non volendo dare l’aria di uno che si era rinchiuso in bagno solo per cercare una via di fuga si diresse al lavandino accanto e iniziò a lavarsi le mani.
- Avrei preferito, - continuò il mago senza fissarlo – intraprendere questo genere di discussione in un luogo più adatto. Ma, da quello che ho potuto notare, bisogna affrontare subito la situazione. – voltò il capo per osservare le sue mosse, lui aveva ripreso a sfregarsi le mani con il sapone liquido – So cosa sta pensando.
- Ah si?- non avrebbe voluto essere scortese ma non era stato capace di frenare il tono sarcastico che era uscito dalla sua bocca – Lei sa quello che sto pensando ora, professor Piton? – ci mise troppa enfasi nel calcare quel professore, ma l’altro non disse nulla.
- So benissimo che la differenza d’età può essere un problema.
- Solo un problema? – il Babbano stava quasi urlando, per una frazione di secondo il suo cervello si domandò perché nessuno fosse entrato di corsa per vedere cosa stesse succedendo ma poi si ricordò che l’uomo che aveva davanti era un mago, si voltò di scatto verso l’asciugatore elettrico, schiacciò il pulsante con il braccio e mise le mani sotto il soffio d’aria calda – Hermione é giovane, molto più giovane di lei. – riprese alzando il tono della voce per sovrastare il rumore della macchina - Ed ora deve concentrarsi sulla carriera, sul suo lavoro. Quando arriverà il momento di avere una famiglia lei...
- Sarò troppo vecchio? – finì la frase per lui l’altro.
Stranamente non sembrava adirato.
E la sua voce si udiva perfettamente nonostante il rumore.
- Non ci sarà bisogno di dirle, signor Granger, che... - si voltò verso la porta chiusa del bagno come se volesse assicurarsi che nessuno fosse in ascolto – le persone dotate come me e Hermione hanno una vita molto più lunga rispetto agli altri.
- Questo non cambia la situazione... – dichiarò seccamente l’altro – lei ha vent’anni in più di mia figlia. E’ normale che io sia preoccupato.
- Non avevo mai preso in considerazione l’idea di innamorarmi di nuovo. Ma é successo e senza Hermione probabilmente sarei morto molto tempo fa.
George lo guardò stupito, era un’affermazione troppo personale per essere falsa.
L’asciugatore si spense; tra i due calò un profondo silenzio.
Severus fece un leggero ghigno.
- Non deva preoccuparsi, Signor Granger, non sarò un ostacolo per la vita di Hermione; ma non ho neppure intenzione di rinunciare a lei solo perché suo padre non vuole ammettere che la sua bambina, ormai, é una donna adulta.
Il Babbano sussultò ma non rispose all’insinuazione dell’altro.
Severus si staccò dal lavandino e uscì dal bagno.
George Granger fissò ancora per qualche secondo la porta.
Sperò solo che quel Severus Piton non iniziasse a chiamarlo papà.
   
 
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