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Autore: Artemysia    03/05/2018    2 recensioni
A tredici anni ho scritto un libro... un libro brutto.
Oggi ve lo ripropongo, in veste di parodia fantasy, con commenti ironici della sottoscritta ventiquattrenne. Perché? Beh, per tre motivi:
- Per darvi un ottimo esempio su cosa NON fare quando si scrive un fantasy;
- Per dimostrare che si migliora tanto, con la pratica;
- Perché questa roba fa davvero sbudellare dal ridere.
Quindi mettetevi comodi, preparatevi a sputare qualche polmone dal ridere delle mie ingenuità e, soprattutto, ricordatevi che il non prendersi sul serio è il primo passo per la perfezione.
Genere: Comico, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ATTACCO DELLE ARPIE


Quella notte andò tutto liscio ed io, per la prima volta da quando fui esiliata, dormii come un ghiro. [“Ero stata esiliata”. Dai, Giulietta, non è difficile! Esistono altri verbi oltre il passato remoto! O forse dovevi ancora studiarli?]
Molto spesso mi capitava di pensare a Nick la notte, e questo non mi faceva addormentare. In effetti, da quando avevo conosciuto Greg, non mi sentivo più sola come prima ed ero anche molto più felice. Non avevo proprio intenzione di tornare al mio isolotto, se mi avessero accettato a Centaurorum Vicus. [Scusami eh, ma chi è quello scemo che tornerebbe al mitico isolotto, se venisse accettato nella società “evolutissima” dei centauri?]
Mi svegliai molto tardi, e infatti, Greg non era nella capanna. Lui era solito alzarsi presto, e sapevo benissimo che non l’avrei trovato. [Questo lo sai da un giorno di convivenza?] Mi ritrasformai in lupo per uscire, ma non vidi nessuno in giro. Era decisamente deserto, dalla locanda alla piccola piazza. Tutto questo mi parve molto strano; ero lì da poco tempo, ma non mi aspettavo di non trovare nessuno nemmeno per le strade. [Vostro Onore, non ce la faccio. Alcune cose sono troppo cretine, come vi aspettate che possa commentare?] Regnava il silenzio ed io provai ad abbaiare per chiamare qualcuno, ma non sentii nessuna risposta, nemmeno con l’udito sviluppassimo da lupo. [Ma chi mai risponderebbe ad un latrato? Kety, mi sconvolgi, oggi ti sei alzata più stupida del normale!] Pensai che, forse, si erano allontanati tutti per un motivo ignoto, ma Greg mi avrebbe avvertito. [Sì, ma non sei il centro di tutto, lo sai?]
Cominciai a girovagare per i vialetti circondati dalle querce e ad ululare per chiamare qualcuno. [Sì perché se quelli sani di mente non rispondono a un latrato, sicuramente rispondono a un ululato! LOGIC!]
Dopo circa mezz’ora di ululati, [Io in mezz’ora giro Modena eh, ho paura che Giulietta abbia un po’ scazzato misure e tempi di percorrenza di Centaurorum Vicus] cominciai a demoralizzarmi e a preoccuparmi. Non potevano certo scomparire tutti nel giro di una notte!
Ma poi un rumore mi mise in guardia. Cominciai ad annusare l’aria, poi vidi un piccolo centauro nascosto fra i cespugli. Era proprio quel piccolo che mi aveva chiamato “cagnolino sporco”. [Non vorrai mia vendicarti ora che è da solo, vero?]
Stava piangendo e sembrava proprio impaurito, ma pensai che avrebbe potuto dirmi cosa fosse successo. Lui mi fece tante carezze e mi abbracciò, affondando il viso nel pelo.
Mi trasformai per poter comunicare, e lui si spaventò, [Se dopo questa al Centaurino non si blocca la crescita, ha la mia stima] ma io mi chinai:
“Tranquillo!” [ARGH! Fa paura persino a me questa frase! Non puoi tranquillizzare la gente con i punti esclamativi, lo vuoi capire?]
“Chi sei?”
“Sono il cagnolino sporco!” [Ah. Ah. Ah. Vostro Onore? Chiedo l’ergastolo per crimini contro l’ironia!]
Per pochi istanti riuscii a farlo ridere, [È piccolo, dai, capiamolo] ma si rattristò subito.
“Mi chiamo Kety, e non devi avere paura di me! [ARGH! E basta punti esclamativi in frasi che dovrebbero essere pacate!]  Ora però mi puoi dire cosa è successo?”
“E’ arrivata”
“Chi?” [Tu-Sai-Chi! Sento puzza di KATTIVOH talmente KATTIVOH che merita di essere nominato impersonalmente]
“E’ arrivata Celeno” [Oddio, è SCIOCCANT… aspetta, chi?]
Sembrava che abbassasse la voce mentre pronunciava quel nome.
“Devi scusarmi…ma chi è Celeno?”
Il piccolo centauro non rispose anzi, sembrava impietrito: non si muoveva, era pallido e aveva gli occhi sbarrati. [Che? Cosa succede? Un colpo apoplettico? Scusate ma qui necessito l’aiuto di un professionista:
 
 
“Questo è un caso per il Dottor House!” grido.
House arriva e afferma, convinto: “È lupus”.
“No, dottore, quella è Kety”
 
 
AHAHAHAHAHAH! Dai, su ridete. Dai. Sono troppo simpatica! So che vorreste un intero spettacolo, ma torniamo alla storia]

Mi voltai per capire cosa stesse fissando, allora vidi un enorme uccello che scendeva a terra verticalmente per non colpire gli alberi con le grandissime ali. Rimasi anche io con gli occhi sbarrati, perché avevo notato che non era del tutto uccello, ma aveva il corpo di una donna. [Una donna con l’uccello? Vladimir Luxuria?] Le ali erano bianche simili a quelle di un’aquila e la loro apertura doveva essere di almeno quattro metri!!! [Non è che la notizia diventa più scioccante se la riempi di punti esclamativi…]
Sbatteva le ali ripetutamente, facendo volere via le foglie sotto di lei; lo spostamento d’aria si avvertiva fino a noi che eravamo circa un centinaio di metri più avanti.
Il centauro non si muoveva, e nemmeno io. In qualche modo avevo capito che non era un essere amichevole. [Ma sei un genio! Da cosa l’hai capito? Forse dal fatto che il centaurino si sta cagando sotto?]
Quando atterro [ò] cominciò a camminare, o meglio, gattonare. Infatti l’essere utilizzava sia le gambe sia le braccia per camminare, ma non appoggiava le ginocchia, proprio come un quadrupede.
Si stava avvicinando sempre più a noi annusando l’aria, fino ad arrivare ad un centimetro dal mio naso. Mi fissava, ma non faceva niente. A vederla da vicino era davvero terrificante: Lei era magrissima e la sua pelle era bianca, quasi come quella di un morto. Si poteva anche notare il sottilissimo strato di piume che spuntavano sulle braccia e sulle gambe, ma era quasi invisibile. Gli occhi erano come quelli di un gatto, e l’iride era di colore bianco. Lei aveva anche i canini molto sviluppati e i capelli erano d’argento, ma molto malmessi, e le ali completamente bianche, come quelle di un angelo (anche se la differenza tra un angelo e lei era davvero enorme). [Salvo quest’ultima precisazione dal gusto idiota, vorrei farvi notare che abbiamo appena assistito a una descrizione quasi decente! In questo libro! Mi commuovo!]
Mi era così vicino che sentivo il suo alito uscire dalla bocca. Io stavo trattenendo il fiato per la paura, e avevo la pelle d’oca.  Non capivo cosa stesse facendo: era ferma lì di fronte a me in ginocchio da un minuto abbondante, ma non sembrava reagire. [E tu hai trattenuto il fiato tutto questo tempo? La regina delle apnee…] Dopo un altro po’ di tempo si girò e continuò a camminare per il vialetto. Era stranissimo, non ci aveva proprio visto. Avvertiva qualcosa, forse il mio calore corporeo, ma non riusciva ad identificarmi come un essere vivente e potenzialmente pericoloso. [Una frase sensata! Oddio! Ma cosa succede? Avevo fatto un’iniezione temporanea di DNA di bravo scrittore?] Appresi in seguito che la vista delle arpie non era molto efficace da vicino. Al contrario, vedevano molto bene da lontano. [Che apparato visivo inutile…]
Ormai era già molto distante da noi, e ci dava le spalle. Ad un tratto, il piccolo centauro cominciò a correre dalla parte opposta. [Ecco. Non poteva stare fermo lì, no! Doveva scappare, l’idiota!] Sfortunatamente, l’arpia si accorse del centauro [Ma va?] e subito prese ad inseguirlo in volo. Io non sapevo cosa fare, ma mi trasformai e cominciai a correre a fianco del centauro.
L’arpia era veramente furiosa, ed ogni tanto urlava. Il suo urlo era più uno stridio che spaccava i timpani, ma non potevo nemmeno chiudere le orecchie. [Uh, che dramma! Che tragedia! Qualche capitolo fa non potevi metterti le mani nei capelli, ora non puoi chiuderti le orecchie… è proprio una disgrazia essere lupo, vero?] L’essere continuava a seguirci e a scagliarci dietro delle lance; non so proprio dove le prendesse, ma certo non volevo fermarmi per chiederlo. [E quando pensi che il libro stia prendendo una piega vagamente interessante, TIÈ! La battuta orrida! Per farti stare sul chi vive e ricordarti che non sei più in Kansas, signorinella! Sei a Knarenn! E qui l'ironia fa schifo!] Ormai stavamo correndo da un bel po’ di tempo e lei si decise a planare schivando gli alberi; prese il piccolo centauro e lo fece cadere. Intanto lei era atterrata e io mi ero girata verso di lei. [Se mi dessero un euro per tutti i “lei” che ho scritto, a quest’ora starei in panciolle su una palafitta a Bora Bora, e non qui a criticare e a rovinarmi le retine] Non potevamo scappare all’infinito! Eravamo di fronte e ci guardavamo negli occhi; Lei fece un altro stridio poi parlò:
[Fermi un attimo. Voglio che vi prepariate. State per assistere alla parlata più idiota ed esilarante della storia della letteratura. Tenetevi…]
“Unn umanno e unn centaurro! Due piccionni conn unna favva!!!” [PFFFF AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Ma che cos’è? Perché? Mi piace anche il fatto che usi proverbi che parlano di piccioni quando lei è un uccello. Cioè… è GENIALE!]
Anche lei si era accorta che non ero un lupo. [Eh, che bel travestimento! Su due persone che hai incontrato, entrambe ti hanno smascherata subito!] Parlava in modo stranissimo, raddoppiando quasi tutte le consonanti, e aveva una voce acutissima. Io naturalmente non dissi niente, e lei mi attacco [ò. Il tasto c’è sulla tastiera, è lì vicino alle “è” e alla “à”. È così difficile da usare?]. Mi dava dei colpi fortissimi con le ali, e non mi lasciava il tempo di riprendermi. Ma io feci un balzo e afferrai con i denti un’ala. Lei era caduta, e io la azzannai al collo. Si liberò e si alzò in volo. Io mi trasformai e la guardai:
“Nonn ne valle la penna. [AHAHAHAHAHAHAHAHAH no, cioè, NO! EPICO! Non ne vale la “penna” detto da un UCCELLO! Questa è arte. Questa è la quintessenza della bellezza, dell’estetica e della perfezione greca! Questo è l’Olimpo, il Valhalla, il Nirvana!] Ssalva i tuoi amicci centaurri, sse ci rriesci luppo!” [Non ce la faccio! Non ce la faccio a stare seria, è la cosa più esilarante che abbia mai letto! Alcune parole non so nemmeno come si leggono!]
Dopo aver detto questo volò via. Intanto il “centaurino” si era rintanato dietro a un albero, e venne fuori. [Ok, ok, calmiamoci. Nella foga di ridere per la parlata dislessica non abbiamo notato una cosa importante: la KATTIVAH ha lasciato andare Kety! Così, senza motivo! Solo perché è la protagonista e deve avere la sua buona dose di salvataggi deus ex machina!]
“Era lei Celeno. Sei stata fortissima!”
“Dove sono gli altri” [Sono ancora gratis ---> ?????]
“Stanno combattendo con le altre arpie, ma si sono allontanati molto”
“Sai dirmi dove?”
“Credo di sì, seguimi”
Lui cominciò a correre e io lo seguii. Mi portò molto lontano dal villaggio, poi finalmente vidi gli altri centauri che combattevano.
Stavano vincendo [Avevano delle evolutissime mitragliatrici da 120 millimitri come contraerea?]: ormai erano poche le arpie ancora vive. Trovai Greg mentre scagliava una freccia e faceva cadere una arpia. [Ah, no, archi e frecce. Si riconfermano EVOLUTIXXIMI!]
“Greg” urlai
“Oh Kety sei viva” [L’entusiasmo, proprio!]
“Ho rischiato tantissimo… potevi almeno avvertirmi!”
“Non ne ho avuto il tempo, le arpie non avvertono quando attaccano. [Beh, potevi tirarle una zoccolata in fronte] Comunque pensavo che ti saresti svegliata con i rumori!” [Sì, vi ricordo che quella che non si è svegliata con una battaglia in corso è la stessa che qualche capitolo fa faceva uso di sonniferi – e li somministrava coattivamente]
“…Avevo il sonno molto pesante” [Ecco, infatti]
“L’ultima è stata abbattuta signore” disse un centauro a Greg
“Bene, andiamocene in fretta. Non vorrete essere qui tra qualche ora” [‘N che senso?] Io volevo chiedere a Greg per quale motivo avesse tanta fretta di andarsene, ma un centauro non me ne diede la possibilità
“Chi è quella?”
“Sta con me, non è pericolosa”
“E’ umana!” Urlò mentre mi puntava una lancia al collo. [Ecco, questa è la reazione base dei centauri agli umani. Quindi mi chiedo di nuovo: perché farla entrare illegalmente? Cosa sarebbe successo se l’avessero scoperta?] Io mi feci indietro per non farmi colpire, ma Greg prese la lancia e disse con tono autoritario:
“Non è pericolosa”
“Sissignore” Rispose il soldato abbassando l’arma riluttante.
Tutti mi stavano guardando mentre tornavamo al villaggio. Alcuni avevano persino la faccia schifata o arrabbiata. [Sarai stupita di sapere che è la stessa faccia che ho io, dopo nove capitoli di autocritica. E so che ne mancano ancora tantissimi, ma mi rifiuto di contarli, o mi viene un infarto] Il giorno dopo mi fecero fare un discorso nella piazza del paese:
“Io non ho intenzione di farvi del male. Sono nella vostra situazione anche io, e non riesco a vivere da sola.”
“Perché sei qui?” Chiese una voce femminile.
“Beh, mi sono innamorata di una persona…normale. Devo trascorrere qui ancora quasi 2 anni! Vi prego, non lasciatemi sola” [Questo, lettori, è il discorsone! Entra di diritto nella classifica dei discorsi più belli della storia, tra “I have a dream” e “Stay hungry, stay foolish”!]
“Per me va bene” Disse Ophelia
 “Anche per me” disse Greg [Greg, mi spiace, ma hai avuto tutte le possibilità di salvarti. Evidentemente sei masochista]
“Va bene” Disse un altro.
Continuarono così fino a quando tutti ebbero votato.
Alla fine, ottenni 28 voti favorevoli e 22 contrari, quindi mi accettarono a Centaurorum Vicus, anche se per poco. [Dio, perdona anche loro, perché non sanno quello che fanno!]
   
 
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