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Autore: Riflessi    03/05/2018    4 recensioni
Hermione Granger. Una maledizione, un gioiello... uno spirito che la tormenta senza un apparente motivo, e la grinta che a volte l'abbandona, facendole disperatamente chiedere perché non c'è mai pace, nella sua vita.
Poi, Draco Malfoy. La sofferenza dei suoi anni di espiazione, l'isolamento, il disprezzo del mondo magico. E la scoperta, inammissibile, sconvolgente, inaccettabile, che l'amore è l'emozione più violenta che un essere umano può provare, più forte perfino dell'odio... quell'odio che l'aveva sempre animato in passato, proteggendolo come una corazza.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 16
L'alba del Wiltshire

 
 
Erano le sette e cinque minuti: Hermione si stringeva nel giacchetto, un po' infreddolita dalla temperatura della camera che nella notte era gradualmente scesa insieme al fuoco del camino, ora ridotto ad un mucchietto di cenere grigia. Osservava, fuori dalla finestra, il cielo coperto e l'immenso giardino di Villa Malfoy, senza riuscire a trovare le parole adatte a descrivere quello che i suoi occhi avevano davanti: il prato verde si estendeva a perdita d'occhio, le siepi perfettamente tagliate creavano sentieri intricati e viali ampi e lunghissimi, una fontana faceva zampillare allegramente i suoi getti d'acqua, e gli alberi... erano tanti e maestosi, pieni di uccellini che, a quell'ora del mattino, si tuffavano fra le loro fronde o ne uscivano per spiccare il primo volo della giornata. Era un po' stizzita da tanto sfoggio di ricchezza Hermione, ma l'armonia di quel paesaggio lasciava senza fiato, ed era tanto perfetta che sarebbe stato un sacrilegio trovarle difetti a tutti i costi.
In quel momento, la giovane strega si trovò daccordo con chi era solito dire che la bellezza andava ammirata in silenzio.
...Non c'era proprio niente da dire di fronte allo spettacolo mattutino del giardino di Villa Malfoy che si svegliava lentamente dopo una fredda notte...
Hermione voltò il capo verso l'interno della camera, e prese ad osservare l'uomo che ancora riposava sereno nel letto. Dormiva di fianco, con una mano sotto il cuscino, ed i capelli biondi che gli ricadevano scomposti sulla fronte. Rimaneva stupita ogni volta dal fascino di quel viso perfettamente aristocratico, il naso dritto, le labbra piene, e gli occhi grigioazzurri ora nascosti dalle palpebre abbassate. Perfino la ricrescita della barba, che faceva ombra sulle mascelle e sulla gola era bella, in Draco Malfoy!
Sospirò di una sensazione indefinita, a metà strada fra il desiderio che aveva di lui e la paura invece di sbagliare. Tornò a voltare il capo verso lo scorcio di prato. Era così difficile sapere qual era la cosa giusta da fare! Hermione aveva sempre avuto la risposta ad ogni cosa, e quando non l'aveva, la cercava sui libri. Sempre. Ma cosa avrebbe cercato in questo caso? Qualcosa del tipo: Come capire se può durare l'amore con un Mangiamorte? Oppure: come riconoscere i segnali dell'amore, e scoprire se l'uomo che ti ha sempre odiata, fa sul serio? Come può un uomo con il cuore peloso ed il sangue più puro d'Inghilterra, desiderare la babbana che lo ha umiliato dimostrandosi, in ogni maledetta occasione, migliore di lui? Sospirò e poggiò la fronte sul vetro, ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla vista di due pavoni bianchissimi che passeggiavano lentamente sulla ghiaia sotto la finestra; li osservò beccare qualcosa a terra e poi spalancare maestosamente la coda: la ragazza mandò un impercettibile gemito stupito, meravigliata da quello spettacolo.
 
"Che c'è?" Qualcuno sussurrò al suo orecchio. Hermione sussultò, ma subito sorrise senza voltarsi, gustandosi il leggero bacio che Draco le depositò sul collo.
"I tuoi pavoni... Sono meravigliosi!"
Lui la cinse da dietro, abbracciandola stretta in cerca di calore, ed allacciando le mani alle sue.
"Quegli uccellacci, dici? Non fanno altro che lasciare merda dappertutto!" Risero piano, ed Hermione girò appena il capo per baciargli le labbra.
"In che parte del Wiltshire siamo, Draco?"
"In aperta campagna, a circa tre chilometri da Castle Combe!"
"Castle Combe?! Davvero? So che è uno dei borghi medievali più belli d'Inghilterra, Draco!"
"Beh... Si! Niente male per essere un paesino schifosamente babbano!"
Hermione socchiuse gli occhi, alterata: "Che vuoi dire con questo, Malfoy?"
"Squisitamente! Volevo dire: squisitamente babbano. Mi sono confuso!" E la strinse più forte a sé, per non farla sgusciare fuori dalla sua stretta, mentre sogghignava apertamente.
"Idiota!" Gli rispose. Hermione chiuse gli occhi, lasciandosi andare con la schiena contro il suo petto: "Non mi dispiacerebbe visitarlo, un giorno!" Poi, con le dita iniziò a giocare con l'anello di Draco, e si ricordò improvvisamente la scommessa stupida che avevano fatto qualche tempo prima...
 
"Scommetto che un giorno ti innamorerai perdutamente di me, Draco Malfoy!" E scoppiò a ridergli in faccia.
"Misurati la febbre, Granger. E' evidente che stai male. Vaneggi!"
"Mi regalerai il tuo anello se vincerò la scommessa, Draco! Così ricorderò per sempre di aver domato il tuo spirito da serpente!"
"Finiscila!"
"Allora? Scommettiamo?"
"ANCORA!" Draco la fulminò, e sputò di getto: "Non ho problemi a scommettere, dato che il fatto non si verificherà mai, né in questa vita, né nell'altra."
 
Hermione tornò alla realtà con un turbamento pazzesco... E se fosse successo davvero? E se quella sciocca scommessa avesse avuto un fondamento di verità?
Seguì con il polpastrello la linea flessuosa del serpente inciso sull'anello, e il cuore iniziò a martellarle prepotente nel petto, per la paura delle conseguenze che un evento simile potesse provocare a lei, a lui, alle persone care, e al mondo magico!
Ma no, certo che no! Non era innamorata di lui... poteva star tranquilla! Provava per Draco Malfoy più un sentimento di attrazione fisica prepotente, una sensazione di dolcezza incredibile quando lo guardava, e la voglia forsennata di salvarlo dalle sue tenebre personali per vederlo sorridere! Aveva il desiderio di proteggerlo dal disprezzo del mondo magico che ancora non lo perdonava per i suoi errori giovanili, baciargli mille volte l'avambraccio sporcato da quel marchio maledetto, per fargli capire che a lei non importava più niente di tutto quello che era successo! Stringerlo fra le braccia e rimanerci finchè lui avesse deciso di cacciarla.
Ma allora... tutte queste cose che altro potevano rappresentare, se non il fiorire dell'amore? Anche Ginny gliel'avrebbe detto, con la sua aria di benevola superiorità, sollevando un sopracciglio; ma Hermione non volle ascoltare quelle vocine insistenti, certa che l'amore vero comprendesse anche il desiderio di costruirci un futuro, con l'uomo per il quale si perdeva la testa! A lei invece faceva così ridere il pensiero di trasferirsi in quella casa immensa a fare la signora, a servire il tè alla suocera, ed aspettare suo marito tornare da un impegno. Ma era da pazzi! No! Assolutamente!
E se invece si stesse innamorando lui, di lei? LUI? Rise fra sé e sé... ma figurarsi! Probabilmente quella notte si era tolto un prurito, spegnendo l'ossessione che hanno tutti gli uomini di sottomettere una donna fra le lenzuola quando non riescono a farlo in altri modi! Ed era risaputo che Draco Malfoy non c'era MAI riuscito in altre maniere con Hermione Granger, perciò aveva scelto la strada del sesso per ottenere almeno una piccola vittoria su di lei. Beh, non tanto piccola a dire il vero: non esisteva miglior strategia per piegare una donna ai propri voleri se non aprendole le gambe e lasciarla sotto di sé, priva di difese.
 
"Ci andremo, prima o poi!" La voce bassa e mascolina di Draco la risvegliò dal turbine di quei pensieri.
"Eh?! Cosa? Dove?"
"A Castle Combe. Ci andremo, prima o poi!"
"Oooh... si!" 
Hermione sorrise senza farsi vedere, ma le venne il dubbio che le cose fra loro stessero andando come non sarebbero mai dovute andare: perchè c'era il serio pericolo di rompere certi equilibri, sconvolgere il corso naturale delle cose, pentirsi amaramente per qualcosa che sapeva già essere un errore madornale. Forse stava sbagliando tutto: perchè aveva ceduto alla sue attenzioni, se non poteva accettarle completamente? Possibile che la sola attrazione fisica mandasse in tilt la razionalità e l'intelligenza di una persona a tal punto? Si sarebbe fatta soltanto del male con Draco Malfoy... Diamine, non le era bastata tutta la sofferenza che le aveva fatto patire anni fa? Lui non poteva essere cambiato tanto da volerla, volerla realmente. Hermione si aspettava che da un momento all'altro le dicesse, con la sua solita faccia schifata: vattene, lurida schifosa sanguesporco!
No! Doveva mettere un freno a quel loro desiderarsi, doveva farlo per il bene di entrambi, perchè era contro natura che Draco Malfoy ed Hermione Granger si amassero. Non ne sarebbe uscito nulla di buono da loro due insieme, e anzi, più si sarebbero ostinati a frequentarsi, più avrebbero finito per schifarsi con intensità e violenza. 
 
 
 
***
 
 
Draco mandò giù un boccone di steak pie mentre guardava imbambolato la pietanza senza parlare, perso in ragionamenti così complicati che gli stavano togliendo a poco a poco la capacità di comportarsi come un essere umano dotato di intelligenza. Come aveva fatto ad innamorarsi? Non se n'era neanche accorto, tanto era stata graduale la comprensione di ciò. Per anni aveva cercato di capire cosa non andasse in lui, che rimaneva sempre troppo freddo e distante dai sentimenti umani; spesso si era anche preoccupato di doversi arrendere alla certezza dell'eterna solitudine, per colpa di quel carattere scorbutico che si ritrovava. Le donne non gli procuravano più da tempo quell'emozione nel petto, erano tutte troppo superficiali, e Draco decideva di rovesciarne qualcuna su di un letto ogni tanto giusto per togliersi lo sfizio del sesso. Ma ora che il suo cuore si era risvegliato come la natura in primavera, cosa poteva ottenere dall'amore, un uomo perduto come lui?
 
"Vorrei sapere come mai Hermione Granger ha dormito a casa nostra stanotte, Draco!"
Il ragazzo, spiazzato, sollevò gli occhi dal cibo senza sapere cosa dire, e nemmeno da dove cominciare. Narcissa poggiò la forchetta al lato sinistro del piatto, guardando fisso suo figlio, e notò subito un evidente imbarazzo in lui, che di solito era sempre fin troppo rigido ed impenetrabile. Era davvero curiosa la signora Malfoy, forte inoltre della gelosia tipica di una madre, e del desiderio di sapere cosa facesse il figlio della propria vita. Forse fu proprio questo a lasciare basito il ragazzo, perchè se Narcissa avesse lasciato trapelare dalla voce il disprezzo, o tutto lo schifo che le poteva fare il fatto che una sanguesporco avesse dormito in casa sua, sarebbe stato tutto più normale.
 
"Come fai a saperlo, mamma?"
"Stamattina presto ti ho visto accompagnarla fuori dal cancello per farla smaterializzare, Draco!"
Lui si irrigidì tutto, rielaborando nella mente la scena di loro due che uscivano in giardino percorrendo il viale, e poi rilassò impercettibilmente i muscoli, non ricordando alcun atteggiamento che sua madre potesse fraintendere; non potè fare a meno di dire però, con voce preoccupata: "Papà l'ha vista?" Tanto si vedeva già dagli occhi sgranati, il timore che serpeggiava nel suo animo! Inutile nascondere.
"No, stai tranquillo. Allora? Vuoi che ti tiri fuori le parole con la bacchetta?"
Il ragazzo bevve un sorso d'acqua, poggiò il bicchiere sul tavolo e decise di dire una parte di verità; prese un respiro profondo e rispose alla madre nel tono più falsamente mellifluo del suo repertorio:
"Harry Potter ha scoperto la mia collezione di manufatti oscuri!"
Narcissa si portò le mani alla bocca: "Oh, Merlino! Ma gli avrai spiegato che non c'è pericolo, vero? Gliel'hai detto che sei a posto, no? Ti ha creduto, spero!"
Draco continuò a fingere indifferenza per l'argomento, prendendo una forchettata di purea di patate: "L'ha capito, si... ma ha rivoltato comunque la questione a suo favore! Ha archiviato il mio caso, a patto che lo aiutassi in una questione delicata. Un ricatto, in poche parole."
"E cosa c'entra in tutto questo Hermione Granger, scusa?"
"E' LEI la questione delicata, mamma!"
"Che intendi dire?"
Draco si sforzò di essere neutrale, cercando anzi di ripescare nei meandri delle sue memorie quegli atteggiamenti infami di una volta, tipici di quando sparlava della ragazza... ma senza molto successo: "Che quella cretina si è ficcata nei guai."
"Che novità!" Esclamò sua madre, sollevando un sopracciglio.
Draco riprese: "Per sbaglio è entrata in possesso di un bracciale maledetto, e Potter da solo non riesce a risolvere il problema; non vuole chiedere aiuto al Ministero per paura di pettegolezzi e fraintendimenti, quindi ha interpellato me, sicuro del mio silenzio di comodo! Hermione Granger ha dormito qui perchè casa sua ormai è infestata e stiamo disperatamente cercando una soluzione. Ti prego di mantenere il riserbo, mamma!"
Narcissa annuì pensierosa, terminando il suo pranzo in silenzio; suo figlio invece chiuse un attimo gli occhi, ringraziando Merlino per essere stato breve, conciso e deciso, senza cadere nella trappola infame del nervosismo.
Ma Draco non aveva figli, quindi non poteva leggere fra le righe come fa un genitore, avere la sua onniscenza, il suo fiuto, la sua preveggenza (che non era magia e nemmeno divinazione, ma soltanto la conoscenza profonda di una madre nei confronti della propria creatura).
E Narcissa aveva capito che la questione non era così semplice come lui le aveva raccontato: non che avesse visto qualcosa di particolare quella mattina, ma il solo guardarli camminare affiancati le aveva dato quella certa comprensione dei fatti, fatti che forse neanche loro stessi avevano ancora realizzato...
La signora Malfoy si pulì la bocca con un delicato tovagliolo damascato, ed in tono piuttosto tranquillo si rivolse al figlio: "Stamattina non mi è sembrato che per te Hermione Granger fosse soltanto un ricatto di Harry Potter, o una questione delicata da risolvere! Non cercare di ingannare me, Draco!"
Lui strinse i denti, perdendo tutta la sicurezza che era riuscito a dimostrare fino ad un secondo prima: "Che idiozie vai dicendo, mamma?!"
Narcissa si alzò dal tavolo: "Non lo so se si tratta solo di idiozie, Draco... Non lo so." Ed andò via, lasciando il figlio a bocca aperta.
 
 
***
 
 
"Hermione, io devo partire per l'Irlanda con alcuni miei uomini, dobbiamo sedare una rivolta di Pooka! Quelle creature sono così strane... tanto sfuggenti quanto crudeli! Comunque mancherò un paio di giorni al massimo. Per qualsiasi cosa manda un gufo, un Patronus, quello che vuoi. Mi raccomando!"
"Harry, stai tranquillo! E poi c'è sempre Ron!" Hermione scartabellava i documenti del caso Belby, non curandosi troppo delle raccomandazioni dell'amico, che invece ricominciò a parlare: "La fasciatura che ti ha fatto Malfoy al polso per isolare il bracciale sembra funzioni! O sbaglio?"
Harry aveva nominato di proposito Malfoy per scrutare la reazione di Hermione, voleva capire se i dubbi che erano sorti in lui fossero semplice immaginazione o avessero invece un fondo di verità; l'amica sembrò non prendere molto in considerazione l'ultima parte di dialogo però, anzi, abbassò lo sguardo e continuò a leggere il documento che aveva sulla scrivania, per poi rispondere in tono sfuggente: "Si Harry, sembra funzioni! Infatti voglio approfittarne per fare qualche ricerca appena torno a casa! Ora devo concentrarmi sugli interrogatori di Marcus, voglio vedere se c'è qualcos'altro che coincide."
"Hermione! Io e Malfoy ci siamo già fatti dire tutto da Marcus l'altro giorno, ma quel ragazzo non sa nient'altro del bracciale. E' tempo sprecato! Comunque... se dovesse succederti qualcosa in questi giorni, chiamalo immediatamente!"
"Chi dovrei chiamare?" Hermione gettò la cartellina del caso Belby sulla scrivania, con un moto di esasperazione.
"Devi chiamare Malfoy!"
"Ah. Ehm... Si. Ok."
E la ragazza finse di scartabellare altri documenti, per evitare ulteriori domande.
Harry sospirò e si arrese all'evidenza: aveva già capito che c'era qualcosa di non detto fra quei due, uno strano gioco di attrazione/repulsione... già da quando erano ragazzini, quando cioè non facevano altro che respingersi come i poli uguali di una calamita; solo che adesso un polo di quella calamita sembrava essersi invertito, ed un intenso magnetismo li stava facendo inesorabilmente avvicinare. Harry si maledì, perchè quello che stava cambiando tra Hermione Granger e Draco Malfoy, in buona parte era colpa sua, che aveva spinto l'uomo ad interessarsi del bracciale maledetto. Anche se... chi era lui per stabilire cosa fosse giusto e cosa sbagliato? La sua amica era intelligente abbastanza per saper valutare, e se avesse ritenuto degno di totale ed incondizionato perdono un uomo come Draco Malfoy, lui non poteva obiettare. Harry incamerò quanta più aria possibile nei polmoni, e senza più esitare decise di dare implicitamente il suo benestare all'amica, perchè sapeva perfettamente che, se non le avesse fatto capire che era felice per lei in qualsiasi caso (anche se il caso in questione era Malfoy), Hermione si sarebbe torturata l'anima fino alla fine dei suoi giorni, per paura di deludere i suoi amici.

 
"Hermione... voglio che tu sappia che io non ho più niente da ridire su Malfoy. Si sta dimostrando una persona nettamente migliore rispetto al deficiente che era, quindi stai tranquilla!"
La giovane donna si voltò di scatto a guardarlo, scioccata dalle parole che le aveva rivolto l'amico. Come faceva Harry ad aver capito cose che nemmeno lei aveva ancora afferrato completamente? Non era possibile! Del loro gruppo, era sempre stata lei a capire prima di tutti le varie sfumature nei comportamenti delle persone, a fiutare i cambiamenti impercettibili, i tormenti silenziosi di qualcuno di loro... non Harry, non Ron. Hermione. Solo Hermione.
Forse, pensò, era la sua mente a giocarle brutti scherzi, per la paura che qualcuno potesse accorgersi del cambiamento avvenuto in lei, avvenuto in Malfoy, avvenuto in entrambi... La sua mente era saltata subito a conclusioni affrettate, captando il doppio senso in una frase semplicemente poco chiara. Doveva essere così, senz'ombra di dubbio! Si impose di rilassarsi, perchè in fondo non c'era niente di strano nel suo comportamento abituale, tanto da far insospettire Harry su ciò che le stava succedendo con Draco Malfoy.
L'Auror sorrise bonariamente, poi la punzecchiò: "Certo, c'è rimasto quel suo carattere di merda a renderlo ancora terribilmente irritante, sgradevole ed odioso ma, in fondo..." Fece spallucce e pronunciò la battuta che aveva conservato per la fine del discorso: "Il problema non mi riguarda! Non devo mica starci insieme io!" E se ne andò dall'ufficio di Hermione, lasciando l'amica irrigidita dallo stupore, e da un tremendo imbarazzo.
 
 
***
 
A Draco Malfoy.
Qui a casa è tutto tranquillo, non c'è niente di sospetto, tutto è rimasto come l'avevo lasciato ieri sera. Anche Pepper, che è stata tutto il giorno chiusa dentro, mi ha accolta senza turbamenti... quindi direi che il tuo espediente della fasciatura ha funzionato. Dormo a casa mia, non ho intenzione di approfittarmi ulteriormente della tua disponibilità. Non preoccuparti. Ti avviso, se dovessi avere problemi. Grazie mille per l'aiuto.
Hermione.
 
Draco lesse la missiva che Hermione Granger gli aveva appena spedito via gufo, dopodichè, l'accartocciò nella mano destra con nervosismo crescente. La ragazza era stata telegrafica, impersonale: "Non ho intenzione di approfittarmi ulteriormente della tua disponibilità..." Non aveva capito che lui l'aveva accolta perchè desiderava farlo!?! E poi... "Grazie mille per l'aiuto." Punto. Nient'altro. "Ti avviso, se dovessi avere problemi!" Cosa diavolo stava a significare? Che se non li avesse più avuti i problemi, non si sarebbero più cercati? Più parlati? Più visti?
Era stato solo un fottuto imbecille a perdersi nel corpo di quella donna, cercando in lei e nelle sue delicate carezze, quella pace che gli mancava da anni... Aveva sperato stupidamente che il turbamento che aveva provato stringendola, baciandola, possedendola, fosse lo stesso che aveva sentito lei. Invece, Draco realizzò di essere di nuovo al punto di partenza con quella donna tremenda, quasi come se quello che avevano fatto quella stessa notte non fosse contato niente.
Che maledetta stronzata l'amore...
Il biglietto che conteneva quelle parole fredde e distaccate, divenne una pallina di carta tutta raggrinzita, nel suo palmo ormai sudato; Draco la tirò violentemente dentro il camino acceso, e questa bruciò andando in fumo, come in fumo era andata la dolce illusione di qualcosa di bello, in mezzo alla rovina della sua solitaria vita. Ed in quel momento odiò lei tanto quanto odiò sé stesso, per aver aggiunto alla vasta collezione dei suoi personali fallimenti pure la beffa di Hermione Granger, che lo aveva circuito fino a portarselo a letto, e poi l'aveva scaricato senza alcuno scrupolo.
Se ti comportati male, prima o poi verrai ripagato con la stessa moneta...
Fu un pensiero improvviso ed alquanto indesiderato, ma concreto, veritiero: doveva ammetterlo. Quindi, era questo il prezzo da pagare per essersi comportato da schifo con lei per tutti quegli anni? Merlino, si! Ed era pure giusto! Aveva forse dimenticato che al secondo anno, quando la camera dei segreti era stata riaperta, aveva addirittura espresso il desiderio di vederla morta? MORTA. Hermione.
 
"San Potter, l'amico dei sanguemarcio. Lui è un altro che non tiene al suo buon nome di mago, altrimenti non se ne andrebbe sempre in giro con quella sanguemarcio della Granger. E pensare che la gente crede che l'erede di Serpeverde sia lui!"
"Ma tu avrai sicuramente un'idea di chi c'è dietro tutto questo..."
"Lo sai che non ce l'ho Goyle, quante volte devo ripetertelo?" Sbottò. "E mio padre non vuole dirmi niente sull'ultima volta che la camera è stata aperta. [...] Una cosa però la so: l'ultima volta un sanguemarcio è morto. Perciò scommetto che è soltanto questione di tempo: anche questa volta uno di loro ci rimetterà la pelle... spero proprio che sia la Granger!" Concluse tutto soddisfatto.
 
Draco rabbrividì, al ricordo di cosa fosse uscito dalla sua bocca quel lontano anno, quando il fervore per il possibile ritorno in pompa magna di Lord Voldemort scaldava gli animi degli ex Mangiamorte e della sua famiglia, convinta di chissà che cosa, se quel bastardo fosse davvero risorto. Erano stati bravi ad educarlo con i loro ideali razzisti, lui che in fin dei conti era un bambino, facile da modellare a loro piacimento, dato che a quell'età è naturale prendere per oro colato quello che i grandi dicono. E se n'era accorto Draco, ad un certo punto, di quanto tutto fosse terribilmente sbagliato, ma quando lo aveva capito, si era accorto pure di starci dentro fino al collo e per quanto avrebbe voluto fuggire, o restare a combattere CON Howarts e non CONTRO Hogwarts, non era un eroe coraggioso che sfidava la morte a testa alta lui, non era Potter...
Aveva avuto paura. Draco Malfoy aveva sempre avuto paura: di non essere all'altezza di contrastare Harry Potter, di essere deriso da lui e dai suoi amici, paura di Voldemort, paura di uccidere, paura di morire, di perdere i suoi genitori. Infine, paura dell'oblio, della solitudine, del disprezzo della comunità magica, paura di qualsiasi cosa.
Era un codardo.
Draco era un codardo, ma era anche esageratamente orgoglioso, e la palese indifferenza di Hermione Granger, dopo quella notte passata insieme, non riusciva a perdonargliela. Lei non lo voleva. Punto. Perchè doveva dannarsi per una donna che non lo desiderava?
Ma in fondo, cosa si aspettava da lei? Un bigliettino dolce quanto un succo di zucca? Frasi romantiche per ringraziarlo del sesso che avevano fatto? O una dichiarazione in cui gli rivelava di essersi presa una sbandata colossale per lui? 
Non poteva esigerlo, era ovvio. Hermione Granger non avrebbe mai potuto abbassarsi a fare una sciocchezza simile, non per un uomo che non aveva fatto altro in vita sua che ribadirle di odiarla.
Lei non poteva amarlo...
Era un sogno troppo assurdo anche solo per assaporarlo nell'intimità della sua mente, Draco lo sapeva, ma si era incazzato lo stesso perchè, dopo averle sfilato le mutande, credeva che almeno quella certa freddezza fra loro si fosse sciolta, e che lei si sarebbe lasciata andare a un po' di fiducia, per considerarlo finalmente un uomo degno di esser chiamato tale, e non il ragazzino cretino e cattivo di tanto tempo fa. Dannazione! Possibile che, intelligente com'era, non aveva capito che se lui avesse avuto la minima intenzione di farle del male, avrebbe approfittato di almeno una decina di possibilità per farglielo?
Sorrise amaramente. Hermione Granger forse si era semplicemente vendicata dei torti subiti in passato, approfittando della debolezza che aveva scorto in lui, per giocarci e poi gettarlo in un angolo: lo sapevano tutti che l'unico modo per piegare un uomo e distruggerlo, era imbambolarlo con il sesso!
Il vecchio Draco aveva fatto bene per tutti quegli anni a chiudersi nel suo mondo oscuro, a non volere nessuno intorno a lui, nessuno ad invadergli la vita, perchè... nel momento stesso in cui aveva abbassato la guardia provando a lasciare uno spiraglio ad una donna, questa si era affrettata a pugnalarlo alle spalle!
L'avrebbe aiutata comunque a liberarsi del bracciale maledetto, perchè per quanto ne dicesse, l'amava, e lo infastidiva saperla in pericolo... ma non voleva più cedere di fronte alla sua presenza, non voleva più assaporare quella felicità sfuggente, se ogni volta poi sarebbe stato così male dentro, consapevole di non poterla avere davvero. Fino in fondo.
 
Continua...
   
 
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